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VAntonov-Ovseenko
lo coglieva negli Stati Uniti d'America in circostanze più che mai strane.
Da ultimo, nel quaranta, L.D. Trockij, ex presidente del Consiglio mede-
simo. Il Consiglio di Guerra Rivoluzionario, che aveva guidato la difesa
della Repubblica Sovietica, era divenuto un'accolita di traditori...
E al pubblico si amrnanniva la leggenda che la guerra civile non
l'avevano vinta Trockij, Frunze, TuchaEevskij, Egorov, Bljucher,
Raskol'nikov, Mechonoiin, UboreviE, Primakov, Anton-Ovseenko, ma
Stalin e Voro8ilov.
Una sorprendente memoria aveva il gensek per il bene. Nell'otto-
bre del diciotto, _dopo l'audace attacco della Divisione d'acciaio al
comando di D.P. Zloba, che aveva salvato Caricyn, Stalin aveva solenne-
mente promesso, a nome del Politbjuro e del potere sovietico, che
quell'eroica impresa non sarebbe mai stata dimenticata. Zloba, in seguito,
aveva comandato un corpo d'armata, e durante gli anni di pace aveva
lavorato nel Caucaso del Nord. Il trentasette lo trovava a Rostov-sul-Don,
dove, negli ultimi tempi, dirigeva la costruzione di complessi idrotecnici
e d'irrigazione, faceva parte del comitato di zona del partito di Azov-Mar
Nero. Cominciarono gli arresti. Per primo venne imprigionato il segreta-
rio del comitato di zona, Boris Seboldaev, che Zloba conosceva come
dirigente onesto, di sani principi e ottimo organizzatore. Temendo il peg-
gio, Dmitrij PetroviC, nel settembre, si recò a Mosca. Chi poteva difen-
derlo dalla calunnia? Voroiilov, Budennyj? Gli altri comandanti, che
conoscevano zloba dai tempi della guerra civile, erano già spariti dietro
le porte della Lubjanka. Lo conosceva anche Stalin: non aveva egli forse
detto, nel diciotto, che non avrebbe mai dimenticato?
Dmitrij Zloba venne arrestato il 2 ottobre 1937 e subito tradotto a
Krasnodar. Là, sembra, si era svolta l'attività sabotatrice controrivoluzio-
naria dell'eroe della guerra civile. Dapprima, egli aveva guidato un'orga-
nizzazione insurrezionale nella regione di Krasnodvar,poi, dal 1933, nella
zona di Azov-Mar Nero, dove lo aveva reclutato Seboldaev. L'istruttoria
si prolungò per quasi un anno, e, se non ci fosse stata la direttiva persona-
- le -y9 al capo dell'UNKVD della regione, di "falciare il traditore",
zloba forse si sarebbe salvato27.
Il terrore staliniano degli anni trenta non risparmiò nessun circon-
dario, nessuna istituzione militare del paese. Lo stesso metro venne adot-
tato sia al centro che alla periferia. Alla fine di novembre 1936, giunse a
Mosca una delegazione della regione dello Estremo Oriente. I dirigenti
della regione, prima dell'apemira dell'ottavo congresso straordinario dei
Soviet, vennero fotografati insieme ai membri del Politbjuro, Molotov,
Kalinin, KaganoviC, Andreev, Voroiilov... E, ancora una volta, coi com-
pagni di lotta di Stalin, venne fotografato il comando dell'Armata
Antonov-Ovseenko
di, non possono capitare tra i trockisti, i loro ritratti possono rimanere39».
"Sono rimasti soltanto Stalin, VoroSilov e Molotov, gli altri sono tutti
trockisti" ha detto il soldato del 5" battaglione del 34" reggimento artifi-
cieri, Samojlov". I1 75 per cento degli ufficiali superiori sono risultati
spie, ha affermato il tecnico militare di lorango BasileviF.
"Non capisco nulla di quanto sta succedendo: se negli organi
dell'NKVD ci sono veramente dei trockisti o si tratta di qualcosa d'altro.
Fatto sta che costoro (la banda di TuchaCevskij) stavano insieme al com-
pagno Stalin. Perché non l'hanno ucciso?", si meravigliava il soldato
d e l l ' h a t a Rossa del battaglione zappatori della 34" divisione fucilieri,
~ l u c h o v In ~ .quegli anni venivano pubblicati sulla "Stella Rossa" e su
altri giornali un'infinità di articoli sullo smascheramento dei dubbiosi, di
quelli che non credevano nel carattere benefico del terrore, di quelli che
protestavano. La reazione delle persone oneste, a volte, acquistava carat-
tere di tragico autosacrificio. Ii terrore di massa in Estremo oriente quasi
paralizzava l'attività economica della regione e la realizzazione delle
costruzioni militari. Il piano del primo semestre del 1937, per le costm-
zioni militari in generale, era stato realizzato soltanto al 16 per cento. Le
perdite, al l oluglio, erano già di 17,5 milioni di rubli. I trasporti fluviali e
ferroviari erano completamente interrotti. I materiali da costruzione, le
attrezzature e i macchinari continuavano a deteriorarsi. La forza lavoro
scarseggiava e quella di cui si disponeva veniva pessimamente
utilizzata4'. Un danno incalcolabile venne arrecato alla Flotta del Pacifi-
co. Stalin, nello sterminire il corpo di comando della flotta, adottò il suo
metodo preferito: chiamata nella capitale, nuova nomina e arresto. E si
aveva così la seconda ondata di annientamento, questa volta di coman-
danti che avevano improvvisamente occupato i posti che si erano resi
vacanti. L'ammiraglio di primo rango M.V. Viktorov aveva partecipato
all'insurrezione armata di ottobre a Pietrogrado; aveva combattuto sui
vari fronti durante la guerra civile, aveva comandato le forze aeree milita-
ri della flotta. Prima di nominarlo comandante della Flotta del Pacifico,
Stalin. come di consueto, prendeva nota del suo impeccabile stato di ser-
vizio. Nel marzo del 1937, seguiva la chiamata a Mosca e il conferimento
dell'incarico di capo delle forze di mare della RKKA. A dicembre, l'arre-
sto. Insieme a Viktorov, venivano consegnati al carnefice il membro del
Consiglio Militare, commissario di secondo rango G.S. Okunev, il
comandante delle forze aeree della flotta, generale di divisione L.I.
Nikoforov, il capo della difesa costiera, generale di divisione A.V.
Eliseev.
Il vice capo della direzione politica, commissario di divisione M.V.
Lavrov, il quale aveva partecipato alla guerra civile, nel maggio del 1936
Stalin