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7.

Crisi, ma non a Kansas City


Nel 1929 la realtà fu più tetra di quanto si potesse immaginare.
Un raggio di speranza era stato portato dalle trionfali elezioni di Roosvelt nel 1932. quest'ultimo
mise a punto il New Deal, un complesso piano per la ricostruzione dell'economia americana che
prevedeva continui interventi dello Stato.
Care Martin, cantante blues, interpretava i sentimenti dei suoi fratelli di colore.
Tuttavia con il New Deal di cominciò a fare qualche passo avanti anche per quanto riguarda la
situazione dei neri. L'istituzione del CIO (Congress of Industrial Organitation) consentì loro di
partecipare attivamente alla vita sociale, da cui erano stati esclusi.
Gli uomini de jazz (musica destinata alla minoranza negra) ricevettero dalla crisi un colpo
durissimo. Solo qualcuno riuscì a cavarsela discetamente o per lo meno a fare il proprio lavoro con
dignità.
Duke Ellington dopo essersi esibito qua e là negli Stati Uniti, preferì andare a cercare pubblico in
Europa, imitando l'esempio di Armstrong.
Il centro della mondaneità New Yorkese, il ''Cotton Club'' riesce a rinascere negli anni della
Depressione.
Chicago era la città più in difficoltà degli Stati Uniti perchè scontava le conseguenze della
irresponsabile e corrotta amministrazione del sindaco Bill Thompson. All'inizio della G.
Depressione la città era indebitatissima.
Soprprende che in quegli anni tragici anche a Chicago, qualcuno avesse voglia di divertirsi a suon
di jazz. L'era del jazz di Chicago era comunque finita per sempre.
Dopo il ''crack'', molti dei locali che avevano sempre impiegato orchestre, si limitarono a diffondere
musica riprodotta.
Molti finirono per abbandonare la professione.
Venne successivamente, l'ora delle orchestre ''sweet''.
In quegli anni neri alcuni importanti dischi di jazz furono realizzati in America ma solo per il
mercato britannico. L'industria discografica era letteralmente a terra. Quasi tutte le case
discografiche dovettero chiudere. Ne rimasero 3: la Victor, la Decca e la Columbia.
Dopo che nel dicembre 1933 fu decretata la fine del proibizionismo, il jazz non ebbe più stretta
connessione con l'illegalità per il semplice fatto che l'alcool che si beveva ascoltandola nei locali
notturni non era più proibito. L'abolizione del proibizionismo non significò soltanto questo.
Determinò anche un aumento di lavoro per i musicisti e i cantanti blues. Il jazz ebbe ancor più
popolarità a Kansas City. Quest'ultima era una città ricca: contava mezzo milione di abitanti. I locali
di Kansas City erano famosi per le ''jazz sessions'', alle quali prendevano parte i migliori jazzisti
della città. Le orchestre di Kansas City suonavano un jazz particolare: stile rozzo-> il pubblico era
meno sofisticato, non cercava altro che divertirsi.
Un certo tipo di blues il ''jubilees'', prese sopravvento sull'altro.
Le migliori orchestre di Kansas City diedero un contributo di nuove idee per il nero-> era dello
swing. Da quella zona sarebbe giunta a NY una seconda ondata di musicisti come Charlie Parker,
che rivoluzionavano il linguaggio del jazz.
A Kansas City e nel Sud Ovest non rimase nulla che avesse la pena di essre ascoltato.

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