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Progetto 12 – contributo area fiscale

LE ISTITUZIONI SCOLASTICHE E LA NORMATIVA FISCALE

PERCORSO FORMATIVO

IMPOSTE DIRETTE 1. Le istituzioni scolastiche quali sostituti d’imposta


Imposte sul reddito delle 1.1 Premessa
persone fisiche 1.2 Concetto di sostituto d’imposta
1.3 Le conseguenze dell’applicazione della finanziaria
2003 per i sostituti d’imposta
0100090000035c00000000003a000000000004000000
03010800050000000b0200000000050000000c020700
070004000000070104003a000000430f2000cc0000000
70007000000000007000700000000002800000007000
0000700000001000400000000001c000000c40e0000c4
0e0000050000000500000000000000030b0e0013465b
002792be0032bbf400444444404321234042000240410
00040420002404320234044444440040000000701010
0030000000000 2. Reddito di lavoro dipendente
2.1 Il lavoro dipendente: definizione
3. Particolari tipologie di redditi assimilati al lavoro
dipendente:
3.1 - Le co.co.co
3.1.1. Requisiti giuridici essenziali
3.1.2. Previdenza e co.co.co
4. Redditi diversi
4.1 Particolari tipologie di redditi diversi: le
collaborazioni occasionali
5 IRPEF
5.1 Progressività dell’imposta
5.2 Modalità di calcolo

5.2.1 - le detrazioni d’imposta

5.2.2 – le deduzioni d’imposta


5.2.3. - la no tax area

5.3 Compensi aggiuntivi corrisposti nel e.f. –


modalità di calcolo dell’IRPEF di competenza

5.4 Conguaglio IRPEF

5.5 Redditi derivanti da rapporti collaborazione


coordinata e continuativa

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6 addizionale regionale
7 addizionale comunali
8 Adempimenti: Denunce e Certificazioni
8.1 Certificazione unica (CUD);
8.1.1 Quadro normativo
8.1.2 Schema di certificazione cud

8.1.3 Dati generali


8.1.4 Dati fiscali
8.1.5 Dati prevedenziali ed assistenziali
8.2 Il modella 770
8.2.1 normativa di riferimento
8.2.2 Periodo d’imposta
8.2.3 composizione modello
8.2.4 comunicazione dati certificazione
lavori dipendenti e assimilati
8.2.5 comunicazione dati certificazioni
lavoro autonomo, provvigioni e redditi
diversi
8.3. La dichiarazione integrativa e
correttiva
8.3.1 La dichiarazione integrativa;
8.3.2 Dichiarazione correttiva nei
termini;
8.3.3 modalità di invio delle
dichiarazioni integrative e
correttive;
8.4 Modulistica Inps
8.4.1 MOD. DM10 E MOD. F24
8.4.2 Il modello GLA

9 Sanzioni tributarie amministrative

MODULISTICA Mod. CUD – 770 – rinvio al sito ministero finanze;


Allegato modulistica detrazione d’imposta.

RIFERIMENTI NORMATIVI Legislazione


Prassi.

BIBLIOGRAFIA

GIURISPUDENZA

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1. LE ISTITUZIONI SCOLASTICHE QUALI SOSTITUTI D’IMPOSTA


1.1 Premessa
Accanto ai soggetti principali del tributo vi sono altri soggetti, i quali pure sono tenuti
all’adempimento della prestazione tributaria e delle varie obbligazioni strumentali che
l’accompagnano. Essi non si trovano in un rapporto immediato con la situazione base il cui
effetto è appunto la creazione di situazioni passive, variamente qualificate. Il legislatore
tributario si preoccupa di prelevare il tributo nel momento in cui gli è più facile, anche se per
avventura il soggetto che coinvolge non è quello, cui si riferisce direttamente il presupposto
stabilito dalla legge, ma questa non può andare oltre certi limiti che sono stabiliti dall’esistenza
di una connessione giuridica tra la posizione giuridica del contribuente (così è definito in
genere il soggetto passivo principale) e quella del soggetto nei cui confronti non si è verificata
la situazione base, presa in considerazione dalla norma. Vi è, dunque, la connessione tra
posizioni giuridiche che giustificano l’allargamento della sfera dei soggetti passivi nel diritto
tributario ed ora la legge ha parzialmente accolto nozioni elaborate dalla dottrina e dalla
giurisprudenza, sia pure con qualche incertezza di contorni, riproducendo gli artt. 14 e 15 T.U.
imposte dirette n. 645 del 1958, nell’art. 64, D.P.R. n. 600, ma dando alle nozioni ivi delineate
un ambito assai vasto, non più cioè limitato alle imposte dirette, ma aperto a tutta la materia
tributaria (o addirittura a tutte le prestazioni imposte, come insegna ora la Corte
Costituzionale, 10 marzo 1973, n. 24).
Le figure soggettive che importano un allargamento della nozione, di contribuente, sono quelle
di A) sostituto d’imposta e B) responsabile di imposta:
1.2 Concetto di sostituto d’imposta
Le istituzioni scolastiche essendo uno dei soggetti indicati nell’art. 23 comma 1 del DPR
600/1973 diviene sostituto d’imposta. Infatti, secondo l’art. 64, 1° comma D.P.R. 600/1973,
«chi in forza di disposizioni di legge è obbligato al pagamento di imposte in luogo di altri, per
fatti o situazioni a queste riferibili ed anche a titolo di acconto, deve esercitare la rivalsa se non
è diversamente stabilito in modo espresso. Il sostituito ha facoltà di intervenire nel
procedimento di accertamento del tributo ».
L’art. 64, dunque, pone l’obbligo del pagamento del tributo a carico di un soggetto passivo
diverso, da quello cui si riferiscono i fatti od i presupposti indicati dalla legge, in relazione
all’art. 53 Cost. Il sostituto è quindi debitore per un debito proprio e non, è meramente un
responsabile per un debito altrui. Ciò che giustifica questo allargamento di responsabilità.
(anche ai fini dell’art. 53 Cost) è il nesso di dipendenza, indicato dalla legge, che lega il
sostituto al sostituito, perciò è più agevole per lo Stato pretendere il prelievo tributario a carico
del sostituto, anziché del sostituito. E la ragion fiscale che giustifica questa eccezione alla
regola generale per questo il contribuente è solo quello che si trova, in una certa relazione,
prefissata dal legislatore, con il presupposto di imposta: nel caso della sostituzione tributaria,
questa relazione tiene conto anche del rapporto giuridico che corre tra il. sostituto ed il
sostituito, il soggetto passivo cioè sul quale deve in definitiva gravare il tributo. In merito

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all’obbligo di rivalsa, il legislatore ha preferito imporre tale vincolo al sostituto onde evitare che
l’imposta, pur essendo diretta a colpire il reddito prodotto dal sostituto, possa, per le più
diverse ragioni, rimanere a carico di un soggetto, il sostituto, che in realtà non è partecipe nel
verificarsi del presupposto e quindi non manifesta alcuna specifica capacità contributiva.
Conseguentemente, la normativa fiscale considera quale contribuente in senso stretto i
sostituti d’imposta, che pertanto è titolare di un debito proprio, non meramente responsabile di
un debito altrui. A conferma di ciò, l’art. 14 del D. LGS 471/1997 stabilisce che il mancato
esercizio della rivalsa da parte del sostituto d’imposta costituisce un’infrazione autonoma che
assume rilievo ai fini della relativa sanzione anche quando il sostituto abbia provveduto al
versamento dell’imposta dovuta.
E’ da avvertire, peraltro, che l’art. 64 cit. dà un ambito più vasto alla nozione di sostituzione
tributaria, poiché in lei si ricomprendono quelle ipotesi di ritenuta di acconto che non
costituiscono il prelievo definitivo di una quota del tributo, bensì rappresentano l’anticipazione
del pagamento non definitivo del tributo stesso che in sede di presentazione della dichiarazione
dei redditi, sarà liquidato dal contribuente, con facoltà di computare l’eventuale in diminuzione
dell’imposta relativa al periodo d’imposta successiva, oppure di chiederne il rimborso in sede di
dichiarazione dei redditi (art. 19 che richiama l’art. lì, T.U. n. 917 del 1986; v. anche artt. 4 e
21, D.P.R. 4 febbraio 1988, n. 42). Sotto le vecchie leggi si era dubitato che questi casi
rientrassero nella sostituzione tributaria, ravvisandosi in siffatte ritenute delle specie di misure
cautelari, o addirittura di cauzioni. Ma ora tali dubbi sono superati dalla chiara lettera dell’art.
64 cit., talché tutti i soggetti che pagano ritenute di acconto rientrano nella sostituzione
tributaria. Il che ha forse una conseguenza, sul piano della ricostruzione dell’istituto, nel senso
di sottolineare il carattere strumentale della figura del sostituto, il quale adempie a delle
obbligazioni proprie che sono connesse per dipendenza alla situazione giuridica del sostituito,
rilevante per la norma di imposizione.
La figura del sostituto è peculiare del diritto tributario e si giustifica proprio per questa
agevolazione dell’accertamento e della riscossione del tributo, quando i soggetti passivi finali di
questo sono numerosi. Si comprende così come il sostituto sia tenuto a fare la dichiarazione
(art. 7, D.P.R. 29 settembre 1973, n. 600, che individua i sostituti d’imposta nei soggetti
tassativamente indicati dalla legge «che corrispondono somme o valori soggetti alla ritenuta
alla fonte»), nonché a pagare l’importo relativo con versamento diretto all’esattoria o alla
tesoreria provinciale competenti (art. 3, 1° comma, nn. 1 e 5, e 20 comma, lett. d, D.P.R. 29
settembre 1973, n. 602, mod. dall’art. 1 bis, D.L. 2 ottobre 1981, n. 546 conv. in L. 1°
dicembre 1981, n. 692; v., però, n. 26, per le modifiche apportate dal D.P.R. 28 gennaio 1988,
n. 43). Si ha la conferma che tutte le ritenute alla fonte sono considerate dalla legge come
modalità del prelievo tributario, talché ogni, violazione delle relative norme è sanzionata con la
comminatoria di sanzioni amministrative.
I sostituti d’imposta devono tenere apposite scritture di cui all’art. 21 del DPR 600/1973
quali, limitatamente ai lavoratori dipendenti, i libri paga e matricola previsti dal legislatore del

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lavoro.

1.3 - Le conseguenze dell’applicazione della finanziaria 2003 per i sostituti d’imposta


L’art. 2 della Finanziaria modifica anche l’art. 23 del DPR 600/73 che stabilisce gli
obblighi del datore di lavoro quale sostituto d’imposta in particolare l’obbligo di operare, al
pagamento delle retribuzioni e dei compensi fiscalmente assimilati, una ritenuta a titolo
d’acconto dell’IRPEF dovuta dal percipiente, con obbligo di rivalsa. Dal 1° Gennaio 2003,
questa ritenuta sarà calcolata mensilmente, rapportando al periodo di paga gli scaglioni
annuali di reddito, dell’articolo 11 del TUIR, “al netto della deduzione di cui all’art. 10-bis del
medesimo Testo unico, ed effettuando le detrazioni previste negli articoli 12 e 13, del citato
Testo unico, rapportate al periodo stesso”. Il nuovo testo dell’art. 23 del DPR 600 non cambia,
peraltro, gli obblighi del datore di lavoro, ribadendone, anzi, il comportamento.
Le detrazioni per carichi di famigli e quelle progressive per lavoro dipendente
continuano, infatti, ad essere riconosciute se richieste dal lavoratore e nella misura da questi
indicata, ma nessuna richiesta è prevista per la deduzione dell’art. 10-bis del TUIR, che sarà
attribuita mensilmente: per esempio per i lavoratori dipendenti per la quota parte di 7.500
euro. Peraltro, questa attribuzione è provvisoria, in quanto il comma 5 dell’art. 10-bis, lega il
diritto e la misura della deduzione al reddito complessivo e agli oneri deducibili dell’art. 10
dello stesso TUIR, fatti valere dal contribuente. Dati di cui lo stesso contribuente dispone solo
al termine del periodo d’imposta.
La nuova misura fiscale potrebbe cambiare il ruolo del sostituto d’imposta, al quale la
riforma del 1997 ha affidato il compito di dare, per quanto possibile, definitività alle ritenute
d’acconto mensilmente operate mediante una riconsiderazione alla fine del periodo d’imposta
di tutti gli emolumenti erogati. Questo per evitare che il sostituto sia poi obbligato a presentare
la dichiarazione dei redditi al solo fine di far valere oneri o versare imposte che non hanno
trovato capienza in sede di conguaglio, liberando così l’amministrazione finanziaria dalle
cosiddette “dichiarazioni inutili” e favorendo l’attività di controllo e la presentazione di quelle
“significative”. Dalla lettura del nuovo articolo 23 del DPR 600 non sembra, però, possibile
rilevare elementi volti a sottrarre al conguaglio di fine anno la valenza attribuitali dalla riforma
del 1997: on può, anzi, non evidenziarsi che la relazione di accompagnamento al
provvedimento, nel valutare l’impatto della riforma, osserva che “anche in caso di soggetti non
obbligati alla presentazione della dichiarazione (ex modello 101 e 201) l’applicazione corretta
della clausola di salvaguardia ….. potrà avvenire solo in fase di conguaglio …..”.
Dal nuovo regime fiscale potrebbe derivare, quindi, un ulteriore, rilevante, intervento
del sostituto d’imposta nella definizione del rapporto tra Fisco e lavoratore. In primo luogo per
rideterminare la misura della deduzione (no tax area), rendendo in tal modo definitivo
l’ammontare della tassazione per molti contribuenti. D’altro lato il sostituto si troverà in
posizione centrale anche per l’applicazione della “clausola di salvaguardia” che dovrà essere
adottata per verificare che il contribuente non sia sottoposto, nel 2003, a un prelievo fiscale

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maggiore di quello che sarebbe derivato dalla normativa in vigore al 31/12/2002

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2. REDDITO DI LAVORO DIPENDENTE


2.1 Il lavoro dipendente: definizione
Sono quei redditi derivanti dal lavoro prestato con qualsiasi qualifica alle dipendenze e
sotto la direzione di altri, compreso il lavoro a domicilio quando sia considerato lavoro
dipendente dalle norme della legislazione sul lavoro (L. 18/12/1973 N. 877). Per
l’identificazione del reddito di lavoro non è collegata alla natura dell’attività prestata o alla
forma della retribuzione, ma dipende esclusivamente dal requisito della subordinazione,
sufficientemente definito dalla disposizione dell’art. 2094 Codice Civile, che qualifica prestatore
di lavoro subordinato “chi si obbliga mediante retribuzione a collaborare nell’impresa,
prestando il proprio lavoro intellettuale o manuale alle dipendenze e sotto la direzione
dell’imprenditore”, disposizione alla quale si collega l’art. 46 del TUIR; nessuna influenza
esplica, d’altra parte, l’eventuale qualifica pubblicistica del datore di lavoro.
Il primo comma dell’art. 46 del TUIR stabilisce testualmente che redditi di lavoro
dipendente sono quelli che derivano da rapporti aventi per oggetto la prestazione di lavoro,
con qualsiasi qualifica, alle dipendenze e sotto la direzione di altri, compreso il lavoro a
domicilio quando è considerato lavoro dipendente secondo le norme della legislazione del
lavoro.
Costituiscono, altresì, reddito da lavoro dipendente (comma 2):
1. le pensioni di ogni genere e gli assegni ad esse equiparati;
2. le somme di cui all’art. 429, ultimo comma, cod. proc. Civ. (1)
Dalla norma citata emerge, quindi, chiaro l’intendo del legislatore che nel concetto di
retribuzione imponibile vanno compresi tutti i compensi erogati al dipendente anche
indipendentemente dal nesso tra effettività della prestazione di lavoro resa e compensi
percepiti. (2)
Il comma 1 dell’art. 48 del TUIR dispone che il reddito di lavoro dipendente è costituito
da tutti i compensi in denaro o in natura percepiti nel periodo d’imposta anche sotto forma di
partecipazione agli utili in dipendenza del rapporto di lavoro. Comprese le somme percepite a
titolo di rimborso di spese inerenti alla produzione del reddito e le erogazioni liberali.
L’ultimo periodo del comma 1, aggiunto dall’art. 3, comma 190, della Legge 28/12/1995 n.
549, stabilisce che si considerano percepiti nel periodo di imposta cui si riferiscono anche i
compensi in denaro o in natura corrisposti dai sostituti d’imposta entro il giorno 12 del mese di
gennaio del periodo d’imposta successivo se il sostituto stesso effettua le operazioni di
conguaglio di cui al terzo comma dell’art. 23 del DPR 600/1973 dell’anno cui si riferiscono
tenendo conto anche di tali retribuzioni.
A decorrere dal 1° Gennaio 2003, la base è individuata al netto della deduzione di cui
all’art. 10-bis del medesimo DPR ed è valida, salvo alcune eccezioni anche ai fini contributivi.

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1) Art. 429 cod. Proc. civ. – Il giudice, quando pronuncia sentenza di condanna al
pagamento di somme in denaro per credito di lavoro, deve determinare, oltre gli
interessi nella misura legale, il maggior danno eventualmente subito dal lavoratore per
la diminuzione del valore del credito, condannando al pagamento della somma relativa
con decorrenza dal giorno del maturazione del diritto.
2) in tal senso tra gli altri Rossi Ragazzi, I redditi di lavoro dipendente nel T.U.in Boll. Trib.
Inf. N. 2, 1987, pag. 112)

3. PARTICOLARI TIPOLOGIE DI REDDITI ASSIMILATI AL LAVORO DIPENDENTE:


3.1 - LE COLLABORAZIONI COORDINATE E CONTINUATIVE
La collaborazione coordinata e continuativa appartiene alla tipologia dei contratti
innominati previsti dall'art. 1322 c.c. e menzionati nell'art. 409 c.p.c. n. 3, ed è una categoria
giuridica frutto delle esigenze del mercato del lavoro alla cui diffusione ha contribuito
soprattutto certa produzione legislativa.
I rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, per le professionalità che
investono e per il settore economico in cui si inseriscono, riflettono il mutamento che negli
ultimi anni sta caratterizzando il mercato del lavoro, in cui, a fronte di una sempre maggiore
esigenza di flessibilità e di riduzione dei vincoli, si registrano significativi interventi volti ad
accogliere tali istanze sia da parte del legislatore che della giurisprudenza.
Un primo accenno alla collaborazione coordinata e continuativa, nell'ambito dell'ordinamento
giuridico del lavoro, è contenuto nella L. 14 luglio 1959, n. 741 (art. 2), diretta a garantire i
minimi inderogabili di trattamento economico e normativo nei confronti di tutti gli appartenenti
ad una medesima categoria.
Segue la L. 11 agosto 1973, n. 533, sulla riforma del processo del lavoro, dove il
legislatore, nell'individuare l'area di applicabilità di detta legge, ha compreso nell'ambito delle
controversie individuali di lavoro quelle relative a rapporti di agenzia, di rappresentanza
commerciale e altri rapporti di collaborazione che si concretino in una prestazione d'opera
continuativa e coordinata, prevalentemente personale, anche se non a carattere subordinato
(art. 409, n. 3, c.p.c., così riformulato dalla legge n. 533/1973)
Un successivo riferimento alla collaborazione coordinata e continuativa è contenuto
nella L. 24 dicembre 1993, n. 537, concernente "interventi correttivi di finanza pubblica".
Essa introduce una nuova forma di previdenza obbligatoria destinata a quei lavoratori
autonomi e professionisti non soggetti a specifiche forme di assicurazione obbligatoria (art. 11
comma 11: "A far data dal 1° gennaio 1994, i lavoratori che svolgono le attività di cui all'art.
49, commi 1 e 2, lett. a), del testo unico delle imposte sui redditi approvato con decreto del
Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, ad eccezione dei titolari di pensione
diretta e dei percettori di borse di studio, sono iscritti ai fini dell'assicurazione generale
obbligatoria per l'invalidità, la vecchiaia ed i superstiti, in una gestione separata nell'ambito
della gestione dei contributi e delle prestazioni previdenziali degli esercenti attività commerciali

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e nel rispetto delle disposizioni previste per quest'ultima gestione, fatta esclusione del livello
minimo imponibile ai fini contributivi di cui all'articolo 1, comma 3, della L. 2 agosto 1990, n.
233".
Si arriva poi alla L. 8 agosto 1995, n. 335: "Riforma del sistema pensionistico obbligatorio e
complementare" che ha imposto l'obbligo di contributo estendendolo ai redditi extra percepiti
dai lavoratori che svolgono attività lavorative per le quali operano forme pensionistiche
obbligatorie (lavoratori dipendenti) ed ai titolari di pensione diretta (pensionati) che prima
invece erano esclusi esonerando soltanto i soggetti assegnatari di borse di studio e
limitatamente alla relativa attività.

3.1.1. REQUISITI GIURIDICI ESSENZIALI

L'art. 409, n. 3, c.p.c., come modificato dalla L. 11 agosto 1973, n. 533 (Disciplina delle
controversie individuali di lavoro e delle controversie in materia di previdenza e di assistenza
obbligatorie), non descrive i tratti di una fattispecie contrattuale ma i caratteri (continuità,
coordinazione e prevalenza personale) della prestazione riferibile indifferentemente a rapporti
di natura e origine diversa. Infatti, l’art. 409 del cod. proc. civ. annovera, fra le controversie
individuali di lavoro, anche quelle che originano da ... "rapporti di collaborazione che si
concretino in una prestazione di opera continuativa e coordinata, prevalentemente personale,
anche se non a carattere subordinato".
In questa categoria trovano collocazione anche, ma non solo, le collaborazioni coordinate e
continuative che sono, invece, elencate nella lettera c-bis) del primo comma dell’art. 47 del
D.P.R. n. 917/1986, e ricondotte "agli uffici di amministratore, sindaco o revisore di società,
associazioni e altri enti con o senza personalità giuridica, alla collaborazione a giornali, riviste,
enciclopedie e simili, alla partecipazione a collegi e commissioni, nonché quelli percepiti in
relazione ad altri rapporti di collaborazione aventi per oggetto la prestazione di attività svolte
senza vincolo di subordinazione a favore di un determinato soggetto nell’ambito di un rapporto
unitario e continuativo senza impiego di mezzi organizzati e con retribuzione periodica
prestabilita, sempreché gli uffici o le collaborazioni non rientrino nei compiti istituzionali
compresi nell’attività di lavoro dipendente di cui all’articolo 46, comma 1, o nell’oggetto
dell’arte o professione di cui all’articolo 49, comma 1, esercitate dal contribuente".
L’inserimento dei rapporti di collaborazione coordinata e continuativa nell’art. 47 del D.P.R.
917/1986 (TUIR) operata, dal 1° gennaio 2001, dall’art. 34 della legge 21 novembre 2000, n.
342 ha valenza esclusivamente fiscale e comporta la tassazione dei redditi derivanti dai
suddetti rapporti quali redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente.
Fino al 31 dicembre 2000, gli stessi redditi erano, invece, elencati alla lettera a) del
secondo comma dell’art. 49 del TUIR, classificati, quindi come redditi assimilati a quelli di
lavoro autonomo.
Infatti, il rapporto di lavoro parasubordinato - caratterizzato dalla prestazione d’opera

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continuativa e coordinata, nonché prevalentemente personale - costituisce pur sempre


un’ipotesi di lavoro autonomo e si differenzia dal lavoro subordinato per la mancanza del
vincolo, appunto, della subordinazione.
Requisiti previsti per il contratto di co.co.co:

• Collaborazione - Svolgimento di ogni attività finalizzata al raggiungimento di scopi


determinati da altri, la collaborazione presuppone un rapporto autonomo e paritario fra i
soggetti interessati. Da un lato il prestatore dell'attività lavorativa e dall'altro il
committente richiedente tale prestazione, finalizzato al raggiungimento di un obiettivo
noto, sin dall'inizio, ad entrambe le parti e rientrante nell'attività del secondo.
• Coordinazione - E' la possibilità per il datore di lavoro di fornire delle direttive al
lavoratore nei limiti della sua autonomia professionale. Il fatto che il prestatore di
lavoro coordinato organizzi la propria attività di lavoro non contrasta con la circostanza
che essa sia poi utilizzata dal committente nel momento in cui questo, considerandola
come apporto individuale e continuativo, la coordina con altre attività di lavoro estranee
al rapporto, perseguendo quel risultato finale che intende raggiungere al di là dell'utilità
strumentale ritraibile dal singolo vincolo obbligatorio. L'imprenditore non deve
esercitare il suo potere direttivo per confermare e indirizzare la prestazione.
• Continuità - La prestazione deve perdurare nel tempo anche se può presentare
eventuali pause ed intermittenze nell'espletamento dell'attività lavorativa.
• Personalità - Requisito essenziale del rapporto di co.co.co., al fine di distinguerlo da
altre forme contrattuali, si interpreta nel senso che è necessario che prevalga il lavoro
personale del preposto sull'opera eventualmente svolta da collaboratori e
sull'utilizzazione di una struttura di natura materiale.

E' opportuno precisare che sia la collaborazione sia la continuità delle prestazioni sono elementi
comuni anche al lavoro subordinato.
Parlare dei caratteri differenziali del contratto di collaborazione rispetto a quello di lavoro
subordinato, significa affrontare, seppur brevemente, la questione dei caratteri distintivi del
lavoro autonomo rispetto a quello subordinato.
In un primo momento la giurisprudenza ha utilizzato il c.d. metodo tipologico secondo il quale
attraverso l'individuazione nel caso concreto degli indici di subordinazione, quali ad esempio
l'orario di lavoro vincolante, la retribuzione predeterminata, l'esclusività della prestazione,
l'estraneità al rischio d'impresa, si era in grado di valutare l'esistenza o meno di un rapporto di
subordinazione.
In realtà molto spesso questi indici contribuivano a creare una grandissima incertezza, anche
perché ciascuno di essi non poteva essere ritenuto un elemento né necessario, né esclusivo del
lavoro subordinato, potendo anche essere rinvenuto nel lavoro autonomo.
Proprio a seguito di questa analisi la giurisprudenza successiva ha dunque mutato il proprio

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orientamento, affermando che l'indagine sull'esistenza del vincolo della subordinazione,


doveva prendere in considerazione sia la volontà delle parti espressa al momento della
conclusione del contratto, sia il vincolo della subordinazione inteso come assoggettamento del
prestatore d'opera al potere disciplinare e gerarchico del datore di lavoro.
La riforma Biagi sul mercato del lavoro ha cercato di mettere fine a quella serie di abusi che si
è fatto del ricorso alle attività di co.co.co ed alle indecisioni normative al riguardo, infatti, l' art.
4 comma 1 lett. c detta i principi e i criteri direttivi che il governo dovrà seguire nella disciplina
e razionalizzazione di questa tipologia contrattuale.
L'intervento del legislatore si è reso necessario proprio per evitare l'utilizzazione delle
collaborazioni in funzione elusiva o frodatoria della legislazione posta a tutela del lavoro
subordinato.
Una prima indicazione importante che emerge dalla legge delega, è quella relativa al
corrispettivo che dovrà essere " proporzionato alla quantità e qualità del lavoro prestato", in
modo da garantire al collaboratore una retribuzione sufficiente e degna della prestazione di
lavoro offerta al datore.
L'art 4 comma 1 lett. c della legge n. 30/2003 prevede inoltre che il contratto di collaborazione
dovrà essere redatto in forma scritta. Verranno dunque ricondotti a questa tipologia tutti
rapporti in cui il lavoratore assumerà stabilmente, senza vincolo di subordinazione, l'incarico di
eseguire, con lavoro prevalentemente o esclusivamente proprio, un progetto o un programma
di lavoro, o una fase di questo, concordando con il datore le modalità di esecuzione, la durata,
i criteri e i tempi di corresponsione del compenso.
Le collaborazioni coordinate e continuative verranno poi distinte dalle prestazioni di lavoro
occasionale e accessorio che saranno caratterizzate sia per la durata (non superiore a 30 giorni
nel corso dell'anno solare con lo stesso committente), sia per l'ammontare del compenso (non
superiore a 5mila euro), nonché per carattere dell'accessorietà relativo all'attività che il
lavoratore andrà a svolgere all'interno dell'azienda.
Nella legge delega vengono poi previste tutta una serie tutele fondamentali a presidio della
dignità e della sicurezza dei collaboratori, con particolare riferimento a maternità, malattia e
infortunio, nonché alla sicurezza nei luoghi di lavoro.
L'articolo 61 del decreto legislativo n. 276 del 10 settembre , nell'attuare la delega conferita al
Governo dalla legge 30/2003, definisce il lavoro a progetto come quello riconducibile a uno o
più progetti specifici o programmi di lavoro o fasi di esso. Si noti intanto che l'articolo 4 della
legge 30/2003 faceva riferimento a «a uno o più progetti o programmi di lavoro o fasi di
esso», l'inserimento dell'aggettivo «specifici» non è privo di significato se la si raffronta ancora
con la indicazione del libro bianco «un progetto o un programma di lavoro, o una fase di esso».
Tali progetti specifici o programmi di lavoro o fasi di esso sono determinati dal committente ma
gestiti autonomamente dal collaboratore in funzione del risultato. Resta salvo il coordinamento
con la organizzazione del committente ed è irrilevante il tempo impiegato per la esecuzione
della attività lavorativa.

12
Progetto 12 – contributo area fiscale

L'articolo 62 del decreto di attuazione si occupa del contratto di lavoro a progetto che deve
essere stipulato in forma scritta e, ai fini di prova, deve contenere i seguenti elementi:
1. indicazione della durata, determinata o determinabile, della prestazione di lavoro;
2. indicazione del progetto o programma di lavoro, o fasi di esso, individuato nel suo
contenuto caratterizzante, che viene dedotto in contratto;
3. il corrispettivo e i criteri per la sua determinazione, nonché i tempi e le modalità di
pagamento e la disciplina dei rimborsi spese;
4. le forme di coordinamento del lavoratore a progetto al committente sulla esecuzione, anche
temporale, della prestazione lavorativa, che in ogni caso non possono essere tali da
pregiudicarne l'autonomia nella esecuzione dell'obbligazione lavorativa;
5. le eventuali misure per la tutela della salute e sicurezza del collaboratore a progetto, fermo
restando quanto disposto dall'articolo 66, comma 4.
La risoluzione del contratto è, ovviamente, connessa con la realizzazione del progetto o del
programma o della fase di esso che ne costituisce l'oggetto. Le parti possono però recedere
prima della scadenza del termine per giusta causa o secondo le diverse causali o modalità
stabilite nel contratto individuale compreso, secondo l'ultima stesura dello decreto, il
preavviso. Altri diritti del collaboratore a progetto sono previsti dall'articolo 66 ed in particolare
i seguenti diritti del lavoratore:
I diritti del lavoratore
DIRITTO TRATTAMENTO
Gravidanza, malattia e N o n co m po rtano l'estinzione del rappo rto co ntrattuale, che rim ane
l'infortuni so speso, senza eroz ga
io n e d e l c o r r is p e ttiv o
Malattia e infortunio La sospensio ne del rappo rto no n com po rta una pro ro ga della durata del
co ntratto , che estingue
si alla scadenza. Il com m ittente può com unque
recedere dal contratto se la sospen
sio n e si p ro trae p er un p erio do
su p erio re a tren ta g io rn i per i co ntra tti d i d urata determ in ab ile.
Gravidanza La durata del rapporto è prorogata per un periodo di 180 giorni, salva più
favorevole dispo
sizion e del con tratto individuale
Sicurezza e igiene O ltre alle dispo sizio ni di cui alla legge 533/1 97 3 sul processo del lav oro
del lavoro e dì cui all'artico64
lo del D .lgs 151/2001, ai rapporti che rientrano nel
cam po di applicazione del presente sicapo
applicano le norm e sulla
sicurezza e igiene del lavoro di cui al D .lgs 626/1994 e successive
m o difiche e integrazio ni, quan do la prestazio ne lav o rativa si sv o lga nei
luo ghi di lav oro del com m ittente, no nché le norm e di tutela co ntro gli
info rtuni sul lav o ro e le m alattie sionali,
pro fes le norm e di cui all'articoli
51, com m a 1, della legge 488/1999, e del decreto
nistero
del m
del
i
Lavoro e della previdenza sociale 12 gennaio 2001.
Al comma 2 dell’art. 69 del decreto attuativo è sanzionata la fattispecie secondo la quale se
l'accertamento del giudice conducesse a considerare che il rapporto (nel suo svolgimento) si

13
Progetto 12 – contributo area fiscale

sia configurato come di lavoro subordinato, esso sarà trasformato nel rapporto di lavoro
subordinato, di fatto, realizzatasi fra le parti. Precisa il comma 3 dell'articolo 69 che il giudice,
ai fini del giudizio del comma 2, dovrà limitarsi «esclusivamente, in conformità ai principi
generali dell'ordinamento, all'accertamento della esistenza del progetto, programma di lavoro
o fase di esso e non può essere esteso fino al punto di sindacare nel merito valutazioni e scelte
tecniche, organizzative o produttive che spettano al committente».
3.1.2. PREVIDENZA E CO.CO.CO
Dal 1996, presso l’Inps, é stato istituito un apposito fondo che prevede, per i collaboratori che
non abbiano altre coperture previdenziali, il versamento di un’aliquota contributiva,
attualmente pari al 14% del compenso lordo (2/3 a carico del datore di lavoro, 1/3 a carico del
lavoratore). I collaboratori iscritti ad altre casse previdenziali obbligatorie versano al fondo
Inps il 10% del loro compenso lordo. I pensionati collaboratori titolari di pensione diretta, a
partire dal 2003, devono versare al fondo il 12,5% del loro compenso lordo. Rimane, invece, al
10% l’aliquota prevista per i collaboratori iscritti ad altri fondi previdenziali obbligatori e per i
titolari di pensione indiretta (lavoratori dipendenti, liberi professionisti, commercianti ecc.).
Anche in questi casi, al committente spetta il versamento dei due terzi dell’aliquota e al
lavoratore il restante terzo. I collaboratori coordinati e continuativi con partita Iva individuale,
versano al fondo Inps gestione separata il 10% del loro compenso lordo. In questo caso
l’aliquota previdenziale é interamente a carico del collaboratore che, in fattura, addebita al
committente il 4% del compenso lordo a titolo di rivalsa previdenziale.
Tra le tante modifiche introdotte dalla manovra finanziaria 2003 vi è anche quella che
ha innalzato il carico contributivo per tutti quei soggetti che, iscritti alla gestione separata
presso l’Inps ai sensi della L. 335/95. Infatti l'articolo 44, comma 6, della Finanziaria 2003
stabilisce l'aumento del contributo dovuto alla gestione separata Inps. La circolare inps n.21
del 30 gennaio 2003 precisa che dal 1° gennaio 2003,per i titolari di pensione hanno fino ad
ora pagato i contributi sulla base dell’aliquota del 10%, dal 1° gennaio 2003 passa al 12,50%.
In particolare, però, non tutti i pensionati sono destinatari dell’aumento, ma solo quelli
titolari di pensione diretta. I soggetti titolari di pensione indiretta rimangono fermi al 10%,
come peraltro tutti gli altri contribuenti iscritti ad una gestione previdenziale obbligatoria.
Restano invariate tutte le altre disposizioni concernenti l’adempimento in oggetto.
L’Inps, con la medesima circolare 21 del 30 gennaio 2003, con cui spiega le nuove
aliquote, è anche intervenuta per precisare il nuovo massimale contributivo annuo, che
per il 2003 è pari a € 80.391.
Dal 1 gennaio 2004, passa dal 14% al 17.39% l'aliquota contributiva prevista per i "lavoratori
a progetto". Il rincaro è solo il primo passo di un iter che, attraverso un incremento dello
0.20% annuo porterà il contributo al 19%. Così dispone il maxi decreto collegato alla
Finanziaria e approvato dal Governo il 29 settembre scorso, che anticipa alcuni provvedimenti
contenuti nel disegno di legge di riforma del sistema previdenziale, attualmente in discussione
al Senato.

14
Progetto 12 – contributo area fiscale

Nella tabella che segue si riassumono i soggetti obbligati al versamento, per aliquota
contributiva dal 1 Gennaio 2004:
Iscritti alla gestione separata Aliquota contributiva di
riferimento
• soggetti già iscritti ad una gestione previdenziale
obbligatoria
10%
• titolari di pensione non diretta ai superstiti
(indiretta, di reversibilità)
• soggetti titolari di pensione diretta (di vecchiaia,
15%
anzianità, ecc.)
• soggetti privi di copertura previdenziale
17,39%
obbligatoria

Versamento dei contributi


Il committente è tenuto ad effettuare il versamento del contributo, entro il 16 del mese
successivo a quello di corresponsione del compenso, tramite il modello di pagamento unificato
F24 , utilizzando, fino al 31 dicembre 2000, il codice "DPC".
Dal 1° gennaio 2001 cambiano i codici per il versamento, che diventano:
- "C10" per i collaboratori già iscritti ad altra forma pensionistica obbligatoria (aliquota
10%);
- "CXX" per i collaboratori privi di altra copertura previdenziale, con contribuzione
comprensiva di aliquota pensionistica e di aliquota assistenziale (per gli anni 2000 e 2001
la misura è il 13%).

4. PARTICOLARI TIPOLOGIE DI REDDITI DIVERSI:


4.1 LE COLLABORAZIONI OCCASIONALI
L’esercizio per professione abituale di attività prefigurate, che rappresenta l’elemento basilare
per la qualificazione dei redditi di lavoro autonomo ex art. 49 T.U.I.R., ha costituito da sempre
argomento di varie interpretazioni. II decreto legislativo 276 del 10 settembre, nell'attuare la
delega conferita al Governo dalla legge 30/2003, ha cercato di chiarire e di regolare tale
situazione e si occupa di lavoro "occasionale" in due occasioni: all'articolo 61, comma 2 per
escluderlo dal regime dei lavori a progetto e all'articolo 70 e seguenti per regolare le
prestazioni di lavoro, oltre che occasionale, "accessorio". Si tratta di fattispecie distinte che è
bene non confondere. L'articolo 61, nel ricondurre le collaborazioni coordinate e continuative a
«uno o più progetti specifici o programmi di lavoro o fasi di esso», esclude dall'ambito di
applicazione della nuova normativa le prestazioni "occasionali". Si intendono per tali i rapporti
di durata complessiva non superiore a 30 giorni nel corso dell'anno solare con lo stesso
committente, che non comportano per il percettore un compenso complessivo non superiore a
5 mila euro percepito nell'anno solare. Per evitare di ricondurre la prestazione nell'ambito del

15
Progetto 12 – contributo area fiscale

lavoro a progetto, occorre che entrambe le condizioni siano rispettate. Peraltro, mentre il
requisito temporale appare di facile verifica essendo riferito «allo stesso committente», il
requisito economico sembra riferito, letteralmente, non tanto al singolo committente quanto
all'anno solare e al compenso complessivamente percepito dal prestatore d'opera. Non solo,
non è chiaro se deve essere assunto il termine «percepito» nel suo significato etimologico e
quindi con uno stretto riferimento di cassa, o se possa essere genericamente inteso come
"dovuto". Il dubbio appare legittimo anche in considerazione della diversa terminologia
utilizzata per la seconda fattispecie di lavoro occasionale, di cui agli articoli 70 e seguenti del
decreto legislativo 276/2003. Si tratta, in questo caso, di attività lavorative di natura
meramente occasionale rese da soggetti a rischio di esclusione sociale o comunque non ancora
entrati nel mercato del lavoro o in procinto di uscirne. Per questa tipologia di lavoro
occasionale, che possono essere svolti nei confronti di più committenti i limiti sono fissati, con
specifico riferimento al lavoratore, in non più di trenta giorni di attività nel corso dell'anno
solare. Inoltre, le prestazioni non devono dare luogo, complessivamente, a compensi superiore
a 3 mila euro nello stesso anno solare. Saranno solo i disoccupati da oltre un anno, le
casalinghe, studenti e pensionati, i disabili e soggetti in comunità di recupero, il lavoratori
extracomunitari (regolarmente soggiornanti in Italia) nei sei mesi successivi alla perdita del
lavoro a poter svolgere entro i limiti le attività elencate nell'articolo 70. Tra le attività previste:
piccoli lavori domestici a carattere straordinario, compresa l'assistenza domiciliare ai bambini e
alle persone anziane, ammalate o con handicap; insegnamento privato supplementare; piccoli
lavori di giardinaggio, nonché di pulizia e manutenzione di edifici e monumenti. Diverse,
ovviamente, le tutele. Per il lavoro accessorio la retribuzione è compresa nei "buoni" che il
datore di lavoro acquisterà dal rivenditore, il cui valore di 7,50 euro comprende anche la
contribuzione all'lnps (che sarà attribuita alla Gestione separata di cui alla legge 335/95),
l'assicurazione all'Inail, oltre che il margine di compenso per il rivenditore. Il compenso erogato
al lavoratore (5,80 euro per ogni buono consegnato) non è soggetto a imposte e non incide
sullo stato di disoccupazione. Per le collaborazioni occasionali di cui all'articolo 61, invece, il
rapporto economico è demandato agli accordi fra le parti; non è attualmente prevista alcuna
forma di assicurazione a favore del collaboratore occasionale. Peraltro, il disegno di legge per
la riforma previdenziale (atto Senato 2058) prevede, all'articolo 3, l'iscrizione dei i titolari di
redditi derivanti da prestazioni lavorative occasionali per importi superiori a 4.500 euro annui,
alla gestione di cui all'articolo 2, comma 26, della legge 335/95, qualora non sussistano altri
obblighi assicurativi.
Attività a confronto
LA V O R O O C C A S IO N A LE P R E S T A Z IO N I O C C A S I O N A LI D I T IP O A C C E S S O R IO
CAMPO DI APPLICAZIONE SOGGETTIVO
Tutti i lavoratori possono godere della Disoccupati da oltre un anno
disciplina di cui all'articolo 61 del decreto
attuativo della legge Biagi tranne:
•coloro che esercitano professioni intellettuali •Casalinghe, studenti, pensionati

16
Progetto 12 – contributo area fiscale

per le quali sia prevista iscrizione ad


apposito albo (ad esempio, consulenti del
lavoro);
•coloro già sottoposti a contratto di •Disabili e soggetti in comunità di recupero
collaborazione coordinata continuativa con
associazioni e società sportive associate a
federazioni nazionali e a enti di promozione
sportiva riconosciute dal Coni;
•I componenti degli organi dì •Lavoratori extracomunitari, regolarmente
amministrazione e controllo delle società e i soggiornanti in Italia, nei sei mesi successivi alla
partecipanti a collegi e commissioni. perdita del lavoro
•Coloro che percepiscono pensione di
vecchiaia.
PERDITA DELLA CAPACITA’ GIURIDICA DI ESSERE PARTI DEL CONTRATTO
•Svolgimento dell'attività per più di trenta •Svolgimento dell'attività per più di trenta
giorni nell'arco di un anno solare per lo giorni nell'arco di un anno solare (anche se in
stesso committente; favore di committenti diversi);
•Svolgimento di prestazioni che diano adito a •Svolgimento di prestazioni che diano adito a
compensi superiori ai 5 mila euro nel corso compensi complessivamente superiori a 3 mila
dell'anno solare con lo stesso committente. euro nel corso dell'anno solare.
CAMPO DI APPLICAZIONE OGGETTIVO
•Qualsiasi tipologia di attività lavorativa •Piccoli lavori domestici a carattere
straordinario, compresa l'assistenza domiciliare
ai bambini e alle persone
anziane, ammalate o con handicap;
•Insegnamento privato supplementare;
•Piccoli lavori di giardinaggio, nonché di pulizia e
manutenzione di edifici e monumenti;
•Insegnamento privato supplementare;
•Collaborazione con enti pubblici e associazioni di
volontariato per lo svolgimento di lavori di
emergenza, come quelli dovuti a calamità o
eventi naturali improvvisi, o di solidarietà

17
Progetto 12 – contributo area fiscale

5. IRPEF : MODALITA’ DI CALCOLO


5.1 PROGRESSIVITA’ DELL’IMPOSTA
L’art. 53 della Costituzione prevede che “il sistema tributario è informato a criteri di
progressività” però non prevede il tipo, il grado e la misura della progressività da adottare,
affida quindi al legislatore ordinario il compito di determinare la struttura e l’andamento della
progressività del sistema.
Per ciò che concerne l’imposta sulle persone fisiche (IRPEF) il legislatore ordinario ha preferito
il sistema della progressività per scaglioni, nel senso che il reddito è scomposto in tante parti
quanti sono gli scaglioni compresi nel suo ammontare e su ciascuna parte è applicata
l’aliquota, via via crescente, fissata per il corrispondente scaglione.
Annualmente con legge finanziaria sono stabiliti o modificati gli scaglioni di reddito e le relative
aliquote d’imposta da applicare.

5.2 MODALITA’ DI CALCOLO


Sempre per tener conto di quanto stabilito dall’art.53 della Costituzione, il legislatore italiano
ha previsto un sistema di detrazioni e/o deduzioni oggettive e/o soggettive del reddito
imponibile dei soggetti passivi d’imposta.
5.2.1 DETRAZIONI D’IMPOSTA
Le detrazioni sono le somme che, una volta calcolata l’imposta lorda dovuta, si sottraggono
da questa per arrivare all’imposta netta effettivamente da pagare.
Come chiarito dalla Circolare Ministeriale n. 15/E del 5/3/2003 in ordine alle modalità di
riconoscimento delle detrazioni d’imposta, va tenuto presente che è rimasta invariata la
disciplina pregressa di cui all’articolo 23 del Dpr n. 600 del 1973 in base alla quale le detrazioni
d’imposta di cui agli articoli 12 (detrazioni per carichi di famiglia) e 13 (altre detrazioni) del
Tuir sono riconosciute dal sostituto d’imposta se il lavoratore dipendente dichiara di avervi
diritto, indicando le condizioni di spettanza ed impegnandosi a comunicare tempestivamente le
eventuali variazioni. La dichiarazione ha effetto anche per i periodi di imposta successivi.
Considerato che, in base alla nuova formulazione dell’art. 13, le detrazioni spettano a
prescindere dalla durata del rapporto di lavoro, il sostituto deve ragguagliare al periodo di paga
l’intero importo delle stesse, ove spettanti, anche nel caso in cui il rapporto di lavoro abbia
durata inferiore all’anno.
L’ammontare della detrazione spettante è individuato in funzione della parentela (coniuge, figli
naturali, adottivi, affidati o affiliati e altre persone a carico di cui all’art.433 c.c.) e del reddito
complessivo del lavoratore che richiede le detrazioni.

LE DETRAZIONI SOGGETTIVE
CONIUGE E FAMILIARI A CARICO

CHI PUO’ ESSERE A “C” il coniuge non legalmente separato

18
Progetto 12 – contributo area fiscale

CARICO (sono solo i “F” i figli (legittimi, legittimati, naturali riconosciuti, adottivi,
familiari indicati nell’art. affidati e affiliati)
433 del cc) (3) “A” gli altri familiari (genitori, gli ascendenti prossimi, anche
naturali; i discendenti dei figli, i genitori adottivi; i generi e le
nuore; il suocero e la suocera; i fratelli e le sorelle; il coniuge
separato)
CONDIZIONI Coniuge e figli possono anche non convivere col contribuente
(ad esempio, essere residenti all’estero).
Requisito essenziale è il reddito complessivo percepito dal
familiare nell’anno, che non deve superare € 2.840,51
FIGLI A CARICO Misura normale: la detrazione per i figli a carico va divisa tra
entrambi i genitori, anche se sono tra loro separati o divorziati,
teoricamente in proporzione all’onere sostenuto da ciascuno, in
pratica discrezionalmente.
Mancanza di coniuge.: la detrazione per il primo figlio a carico
spetta nella misura maggiore prevista per il coniuge se il
contribuente è vedovo/a, oppure se l’altro genitore non ha
riconosciuto il figlio, che è a carico esclusivo di un solo genitore.
MESI A CARICO Saranno meno di 12 solo in questi casi:
- Coniuge: matrimonio, separazione legale, morte del
coniuge a carico nel corso dell’anno;
- Figli: nascita o morte del figlio in corso d’anno;
passaggio da figlio a carico in misura normale a figlio a
carico in mancanza di coniuge, affidamento di un figlio in
corso d’anno;
- Altri familiari: nascita o morte del familiare in corso
d’anno

(3) ART. 433 CODICE CIVILE


Le persone indicate nell’art. 433 del CC, per le quali è possibile chiedere detrazioni o deduzioni
del reddito sono:
- il coniuge non legalmente e effettivamente separato;
- i figli, legittimi o legittimati naturali e adottivi e, in mancanza di figli, i discendenti
prossimi (nipoti) anche naturali;
ALTRI FAMILIARI
- Il coniuge legalmente ed effettivamente separato;
- I genitori, e in loro mancanza, gli ascendenti prossimi, anche naturali;
- I genitori adottivi;
- I generi e le nuore;

19
Progetto 12 – contributo area fiscale

- Il suocero e la suocera;
- I fratelli e le sorelle, anche unilaterali.
Per gli altri familiari è richiesta la convivenza con il contribuente, oppure devono ricevere dal
contribuente stesso assegni alimentari non risultanti da provvedimenti della autorità
giudiziaria.

DETRAZIONI PER CARICHI DI FAMIGLIA (4)

Rapporto di parentela Reddito complessivo del Ammontare annuo (da


contribuente non superiore a rapportare a periodo)
euro
CONIUGE A CARICO 15.493,71 546.18
30.987,41 496.60
51645.69 459.42
51.645,69 422.23
Figli naturali, adottivi,
affidati o affiliati a carico
- Con 1 figlio a carico 36.151,98 516,46
- Con 2 figli a carico 41.316,55 1.032,92
- Con 3 figli a carico 46.481,12 1.549,38
- Con almeno 4 figli a Senza limiti di reddito 516,46
carico per ciascun figlio
Figli a carico in situazioni
diverse da quelle sopra
esposte:
a) di età inferiore a 3 anni
- Primo figlio Fino a 51.645,69 427,63
- Per ciascun figlio Fino a 51.645,69 460,68
successivo al primo
- Per ciascun figlio Oltre a 51.645,69 409,03
b) di età pari e superiore a 3
anni
- Primo figlio Fino a 51.645,69 303,68
- Per ciascun figlio Fino a 51.645,69 336,73
successivo al primo
- Per ciascun figlio Oltre a 51.645,69 285,08
- Per ciascun figlio Senza limiti di reddito 774,69
portatore di handicap
Per ogni altra persona a Fino a 51.645,69 303,68

20
Progetto 12 – contributo area fiscale

carico art. 433 Codice


Civile
Oltre a 51.645,69 285,08
Per ogni figlio portatore di handicap (art. 3 L. 5/2/1992 N. 104) la detrazione viene aumentata
a Euro 774,69
Per ogni figlio minore di tre anni la detrazione viene aumentata di Euro 123,95.
Tale aumento non spetta nei seguenti casi:
- Se il primo figlio, minore di tre anni, beneficia della detrazione prevista per il coniuge;
- Se il figlio ha diritto alla detrazione di Euro 516,46;
- Se il figlio ha diritto alla detrazione di euro 774,69 prevista per i figli portatori di
handicap.
(4) a partire dall’anno 2003
DETRAZIONI OGGETTIVE: detrazioni per lavoro dipendente.
Le detrazioni sono “sconti” sull’imposta dovuta dai lavoratori dipendenti, pensionati e co.co.co
(i redditi derivanti da rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, sono dal 1-1-2001,
assimilati ai redditi da lavoro dipendente, sono certificati da una CUD), sono rapportate ai
giorni di lavoro e all’ammontare complessivo del reddito.
La legge finanziaria 2003 ha stabilito la misura di tali detrazioni nei seguenti importi:

Detrazioni per redditi di lavoro dipendente

Art. 2, comma 1, lett. d), punto 1)


Le modifiche all'art. 13 del Tuir
Le novità introdotte con la nuova IRPEF 2003, si
completano con la sostituzione integrale dell’art. 13
Tuir in tema di detrazioni d’imposta per reddito di
lavoro dipendente, di pensione, di lavoro autonomo e a) € 130 se il reddito complessivo è superiore a €
di impresa minore. In sostanza tali detrazioni 27.000 ma non a € 29.500
vengono fortemente ridotte e la ratio di tale riduzione
risiede nella graduale trasformazione delle detrazioni
per reddito da lavoro dipendente e di impresa in
deduzioni. Di seguito si riporta la misura delle nuove
detrazioni che non sono tra loro cumulabili.
b) € 235 se il reddito complessivo è superiore a €
29.500 ma non a € 36.500
c) € 180 se il reddito complessivo è superiore a €
36.500 ma non a € 41.500
d) € 130 se il reddito complessivo è superiore a €
41.500 ma non a € 46.500
e) € 25 se il reddito complessivo è superiore a €
46.500 ma non a € 52.000

5.2.2. DEDUZIONI D’IMPOSTA


Le deduzioni sono le somme che si sottraggono dal reddito complessivo per determinare l’imponibile su

cui calcolare la tassazione.

5.2.3. La nuova deduzione ovvero la no tox area


La no-tax area è uno sconto per ridurre la base imponibile. La No-tax area (nuovo art. 10

21
Progetto 12 – contributo area fiscale

bis del Tuir).


L’obiettivo di creare una franchigia di imponibilità fino a 7.500 Euro, è raggiunta attraverso
meccanismi automatici di deduzioni dall’imponibile e di detrazioni dal reddito, applicabili a
diverse situazioni oggettive e soggettive.
E’ innanzi tutto riconosciuto a tutti i contribuenti una deduzione dal reddito complessivo
aumentato del credito d’imposta per dividendi e al netto degli oneri deducibili di 3.000 Euro.
Categorie, quali dipendenti e pensionati (art. 46 e 47 Tuir), hanno un’ulteriore deduzione dal
reddito complessivo (con aumenti e diminuzioni indicati) rispettivamente fino a 4.500 Euro e
fino a 4.000 Euro, non cumulabili né fra loro né con quelle previste per il reddito di lavoro
autonomo e di impresa; i titolari di reddito di impresa minore (art. 79 Tuir) e di lavoro
autonomo (art. 49, 1° comma, Tuir) hanno un’ulteriore deduzione dal reddito fino a 1.500 Euro
non cumulabile con le precedenti.
In pratica la No-tax area, sotto forma di deduzioni, sarebbe pari a 7.500 Euro per i dipendenti,
a 7.000 Euro per i pensionati ed a 4.500 Euro per lavoratori autonomi e i titolari di reddito di
impresa minore; la sua logica comporta che chi ha un reddito non superiore a tali limiti non
paga imposte.
Viceversa, per chi ha redditi superiori a tali soglie, la deduzione sarà ridotta in proporzione al
seguente rapporto, come previsto all’art. 2, 1° comma, punto 5 del disegno di legge, al fine di
assicurare la progressività dell’imposizione:
Nuove modalità di determinazione della base imponibile IRPEF (art. 2, comma 1, lett.
a e b)

Reddito complessivo (formato per i residenti da tutti i redditi posseduti e per i non residenti
soltanto da quelli prodotti in Italia)

- oneri deducibili (ex art. 10 Tuir)

- deduzioni per assicurare la progressività dell’imposta (minimo € 3000) (ex art. 10-bis Tuir)

N.B. Alla
presenza di
€ 7.500 redditi di natura
Lavoratori (Deduzione base diversa è
Deduzioni ex art. 10-bis Tuir
dipendenti di € 3.000 + € possibile
4.500) usufruire a scelta
di una sola
deduzione.

€ 7.000
(Deduzione base
Pensionati
di € 3.000 + €
4.000)

Lavoratori € 4.500
autonomi e (Deduzione base
imprese di € 3.000 + €
minori 1.500)

Determinazione della misura della “no tax area” (art. 2, comma 1, lett. a e b)

22
Progetto 12 – contributo area fiscale

In pratica, ai sensi dell’art. 2, c. 1, punto 5 della legge


"finanziaria 2003", la deduzione compete per la parte
corrispondente al seguente rapporto:
26.000 € + deduzioni art. 10 bis Tuir + oneri deducibili
art.10 Tuir - (reddito complessivo+credito d’imposta art.
14 Tuir) Deduzione
Rapporto > 1
integrale
R = _________________________________________

26.000 €

Deduzione
Rapporto < 0
esclusa

Deduzione in
Rapporto>0<1 base ai primi
quattro decimali
In allegato si presenta la tabella A con tutte le deduzioni spettanti per i singoli redditi da lavoro
dipendente
Esempio:
- Reddito complessivo lavoratore autonomo € 25.000

- Oneri deducibili € 3.000

- Deduzione “teorica” € 4.500


- € 26.000 + € 4.500 + € 3.000 – € 25.000
___________________________________________ = 0,3269
26.000 €
Misura della deduzione = € 1.471,05 (32,69% di € 4.500)
I nuovi scaglioni e le nuove aliquote
Il c. 1, lettera c) dell’articolo 2 della manovra sostituisce l’articolo 11 del Tuir relativo alla
determinazione della base imponibile IRPEF. A seguito di tale sostituzione vengono modificate le
aliquote e gli scaglioni di reddito che di seguito si ripropongono confrontati con i valori attuali.
Norma in vigore

Norma introdotta con la finanziaria 2003

Reddito

Aliquota

Reddito

Aliquota

Fino a 10.329
18%
Fino a 15.000
23%

oltre 10.329 fino a 15.493


24%
oltre 15.000 fino a 29.000
29%

23
Progetto 12 – contributo area fiscale

oltre 15.493 fino a 30.987


32%
oltre 29.000 fino a 32.600
31%

oltre 30.987 fino a 69.721


39%
oltre 32.600 fino a 70.000
39%

Oltre 69.721
45%
Oltre 70.000
45%

L’imposta non è dovuta se alla formazione del


reddito concorrono soltanto:
- Redditi di pensione < a € 7.500
- Redditi di terreni < a € 185,92
- Reddito dell’unità immobiliare adibita ad
Art. 2, comma 1, lett. c), punto 2) abitazione principale e relative pertinenze
N.B. Se i redditi di pensione sono superiori a
€ 7.500 ma non a € 7.800, non è dovuta la
parte d’imposta netta eventualmente
eccedente la differenza tra il reddito
complessivo e € 7.500.

5.3 COMPENSI AGGIUNTIVI CORRISPOSTI NEL E.F. – MODALITÀ DI CALCOLO


DELL’IRPEF DI COMPENTENZA
Come chiarito dalla Circolare del Ministero delle finanze n. 2/E del 15/1/2003 secondo la
nuova formulazione dell’articolo 23, comma 2, lettera a), del DPR n. 600 del 1973, la
ritenuta deve essere operata dal sostituto d’imposta sulla parte imponibile delle somme e
valori di cui all’articolo 48 del Tuir, esclusi le mensilità aggiuntive e gli emolumenti
arretrati, corrisposti in ciascun periodo di paga, con le aliquote dell’imposta sul reddito
delle persone fisiche, ragguagliando al periodo di paga i corrispondenti scaglioni annui di
reddito, al netto della deduzione di cui all’articolo 10-bis del Tuir, ed effettuando le
detrazioni previste negli articoli 12 e 13 del medesimo Tuir.
Sebbene ai sensi della lettera b) del comma 2 dell’art. 23, il sostituto, in sede di
effettuazione delle ritenute sulle mensilità aggiuntive non deve applicare le detrazioni di
cui agli articoli 12 e 13 (e si ritiene, neppure la deduzione di cui all’art. 10-bis), tuttavia il
medesimo sostituto deve considerare le richiamate mensilità aggiuntive nel reddito
complessivamente erogato al dipendente in base al quale va a calcolare l’importo
spettante della deduzione per assicurare la progressività.

24
Progetto 12 – contributo area fiscale

Per cui le ritenute sui compensi accessori continuano ad essere determinate secondo le
regole già illustrate con la circolare n. 326 del 1997, ossia sono applicate le aliquote
massime corrispondente agli scaglioni annui di reddito (secondo i nuovi scaglioni di
reddito) raggiungibile dal soggetto d’imposta, fermo restando che tali compensi, come
sopra precisato, devono comunque essere tenute presenti ai fini del calcolo della
deduzione per assicurare la progressività in sede di conguaglio fiscale.
5.4. NOZIONE DI CONGUAGLIO
L'articolo 23, comma 3, del Dpr 600/1973, stabilisce che i sostituti d'imposta sopra elencati
devono effettuare entro il 28 febbraio (escludendosi, quindi, l'eventuale scadenza del 29)
dell'anno successivo (quindi nel mese di dicembre 2000 ovvero nei mesi di gennaio o febbraio
2001) e, in caso di cessazione del rapporto di lavoro, alla data di cessazione, il conguaglio tra
le ritenute operate sugli emolumenti corrisposti e l'imposta dovuta sull'ammontare complessivo
degli emolumenti stessi in base agli scaglioni di reddito e alle relative aliquote stabilite,
tenendo conto soltanto delle detrazioni d'imposta attribuibili a ciascun dipendente per carichi di
famiglia (articolo 12 del Tuir), per i redditi di lavoro dipendente (articolo 13 del Tuir) nonché
per oneri (articolo 13-bis del Tuir).
Le medesime operazioni devono essere eseguite nei confronti dei soggetti percipienti di redditi
assimilati a quello di lavoro dipendente di cui all'articolo 47 del Tuir (ad esempio le borse di
studio). Infatti, l'articolo 24 del Dpr 600/1973, ai fini degli adempimenti dei sostituti d'imposta
per i redditi assimilati, richiama le disposizioni di cui all'articolo 23 dello stesso decreto.
L'articolo 23 del Dpr 600/1973 prevede che in occasione dello svolgimento delle consuete
operazioni di conguaglio di fine anno, i sostituti d'imposta dovranno tenere conto, delle
seguenti particolarità:
a) La facoltà concessa ai lavoratori dipendenti (o pensionati) di chiedere ai sostituti
d'imposta "competenti" nei loro confronti di includere nel conguaglio riassuntivo
l'importo di tutti i redditi assimilati a quello di lavoro dipendente nonché dei redditi di
lavoro dipendente corrisposti da non sostituti d'imposta percepiti nel periodo d'imposta;
b) L’obbligo di effettuare il conguaglio anche nei confronti di soggetti percettori di redditi
assimilati a quelli di lavoro dipendente di cui all'articolo 47 del Tuir (ad esempio i
borsisti);
c) La possibilità di rateizzare il debito Irpef scaturente dal conguaglio di fine anno nelle
ipotesi di incapienza della retribuzione;
d) La facoltà concessa ai lavoratori dipendenti o pensionati di chiedere ai sostituti
d'imposta "competenti" nei loro confronti di attribuire la detrazione d'imposta del 19% a
fronte di oneri di cui all'articolo 13- bis del Tuir nonché di ridurre il reddito imponibile a
fronte di oneri deducibili di cui all'articolo 10 del Tuir sostenuti durante l'anno 1999
anche se non trattenuti dal datore di lavoro;
e) Effettuare il computo e trattenere nei periodi di paga successivi le addizionali comunale
e regionale all'Irpef.

25
Progetto 12 – contributo area fiscale

5.5.REDDITI DERIVANTI DA RAPPORTI COLLABORAZIONE COORDINATA E


CONTINUATIVA

Dal 1° gennaio 2001 le collaborazioni coordinate e continuative sono "spostate" dall’art. 49


(redditi di lavoro autonomo) all’art. 47 del TUIR 917/1986 (redditi assimilati a quelli di lavoro
dipendente) ad opera dell’art. 34 della L. n. 342/2000.
Da tale data le collaborazioni coordinate e continuative sono, quindi, "assimilate" al lavoro
dipendente.
L'assimilazione al lavoro dipendente comporta che dal primo gennaio 2001 quanto corrisposto
in denaro o in natura ai collaboratori sia determinato secondo i criteri stabiliti dall’art. 48 del
TUIR, a mente del rinvio operato dell’art. 48-bis dello stesso TUIR.
Per i collaboratori, quindi, trovano applicazione le nuove disposizioni introdotte dall’articolo 2
della legge n. 289 del 2002, e si applicano agli stessi le regole e le modalità stabilite per i
lavoratori dipendenti quanto a conguaglio, certificazione e assistenza fiscale.
In relazione a tali rapporti occorre tener presente che le modalità di effettuazione delle
prestazioni lavorative nonché la corresponsione dei compensi possono assumere caratteristiche
diverse rispetto a quelle proprie del rapporto di lavoro dipendente.
Proprio in considerazione delle peculiarità che caratterizzano i rapporti di collaborazione
coordinata e continuativa può verificarsi che l’attività lavorativa sia resa, nello stesso periodo
d’imposta, nei confronti di più committenti.
Tenuto conto che la deduzione per assicurare la progressività dell’imposizione è commisurata
all’ammontare complessivo del reddito e si riduce all’aumentare dello stesso, appare opportuno
che il sostituto d’imposta richieda espressamente al collaboratore se, in considerazione del
reddito complessivo che presume di conseguire nel periodo d’imposta, ritenga di non usufruire
di detta deduzione in sede di effettuazione delle ritenute.
In assenza di una espressa rinuncia, infatti, più committenti potrebbero attribuire al
collaboratore la deduzione di cui all’articolo 10-bis con la conseguenza che lo stesso si
troverebbe a sopportare una tassazione particolarmente gravosa in sede di conguaglio o di
dichiarazione dei redditi, in ragione del reddito complessivo conseguito nel periodo d’imposta.
Inoltre, il collaboratore, qualora lo ritenga opportuno, può fornire al committente gli elementi
che consentono una applicazione più precisa della deduzione stessa così come chiarito dalla
circolare n. 15/E del Ministero delle Finanze.
Pertanto, la deduzione la deduzione teorica base di euro 3.000, salvo diversa
indicazione del sostituito, per i rapporti di collaborazione di durata inferiore all’anno, deve
essere rapportata al periodo di lavoro svolto nel periodo d’imposta.
Si precisa che la deduzione deve essere commisurata al numero dei giorni compresi nel
periodo di durata del rapporto di collaborazione intrattenuto, determinato con riferimento a
quanto stabilito nel contratto, nella lettera di incarico o nell’atto di nomina.

La circolare 15/E del 5/3/2003 ha inoltre precisato che:


a) In caso di Erogazione di compensi con cadenza periodica il sostituto d’imposta, come

26
Progetto 12 – contributo area fiscale

per i dipendenti deve se è in grado di preventivare l’ammontare complessivo dei


compensi in denaro e in natura che andrà a corrispondere nel corso del periodo
d’imposta procede periodicamente al pagamento dei compensi, decurtandoli della
deduzione di cui all’articolo 10-bis del Tuir, rapportata al periodo di paga e applicando la
ritenuta, sulla base delle aliquote progressive per scaglioni, ragguagliando al periodo di
paga i corrispondenti scaglioni annui di reddito.
b) In caso di Erogazione del compenso in unica soluzione nel corso del periodo d’imposta,
sia l’attribuzione della deduzione di cui all’articolo 10-bis che l’attribuzione delle
detrazioni deve essere commisurata all’intero ammontare del compenso, atteso che
nell’ipotesi considerata non è necessario fare una proiezione dei compensi per periodo
d’imposta. Si precisa che la deduzione di cui all’articolo 10-bis e le detrazioni, andranno
attribuite interamente al momento dell’effettuazione delle ritenute e, non sarà
necessario effettuare alcun ragguaglio al periodo di paga.
c) In caso di Erogazione del compenso in più soluzioni con cadenza variabile e il sostituto
non sia in grado di conoscere in via presuntiva l’ammontare complessivo degli stessi per
periodo d’imposta, sarà tenuto ad applicare la ritenuta, sulla base delle aliquote
progressive per scaglioni, all’atto dell’effettuazione di ciascuno dei pagamenti. In questo
caso, non sarà necessario operare alcun ragguaglio per determinare gli scaglioni di
riferimento. Il committente, sulla base delle disposizioni vigenti, deve applicare la
deduzione di cui all’articolo 10-bis del Tuir, necessaria per garantire la progressività
dell’imposizione, fin dalla corresponsione del primo compenso, commisurandola
all’ammontare erogato. In occasione della corresponsione degli ulteriori compensi in
corso d’anno, il sostituto dovrà rideterminare la deduzione spettante sulla base del
nuovo reddito complessivo e provvedere ad adeguare le ritenute. In relazione
all’attribuzione delle detrazioni si precisa che restano fermi i criteri indicati dalla
circolare n. 67/E del 2001, perciò il sostituto procederà ad attribuire le detrazioni
stesse, semprechè richieste dal sostituito, esclusivamente in sede di conguaglio. Per
quanto concerne l’attribuzione della deduzione di cui all’articolo 10-bis, la stessa, in
quest’ultima ipotesi, dovrà essere applicata fin dalla corresponsione del primo
compenso, commisurandola all’ammontare complessivo degli emolumenti che si
presume di corrispondere nel corso del periodo d’imposta. Atteso che i pagamenti non
sono effettuati con cadenze periodiche determinate, la deduzione non potrà essere
ragguagliata al periodo di paga e pertanto sarà attribuita fin dalla corresponsione del
primo compenso.

27
Progetto 12 – contributo area fiscale

6. ADDIZIONALE REGIONALE IRPEF


APPLICAZIONE DELL’IMPOSTA
L'articolo 50 del Dlgs 446/1997 ha istituito l'addizionale regionale all'Irpef, la cui aliquota è
stata fissata, per il biennio 1998-1999, nella misura dello 0,50% con validità su tutto il
territorio nazionale. Dall’anno 2000, il D.lgs 56/2000 ha stabilito l'elevazione dell'aliquota
"nazionale" dallo 0,5 allo 0,9%, riducendo, ma con effetto dal 2001, le aliquote Irpef dello 0,4
per cento. Dall’anno 2000 le singole regioni potranno stabilire la misura dell'aliquota (in una
percentuale massima dello 0,50%), mediante l'emanazione di un apposito provvedimento, da
pubblicare sulla Gazzetta Ufficiale entro il 30 novembre dell'anno precedente a quello cui
l'addizionale si riferisce. Attualmente però nessuna regione si è avvalsa di questa facoltà,
perciò l’addizionale regionale resta fissa allo 0,9% su tutto il territorio nazionale
VERSAMENTI
Le modalità di versamento sono:
• Per la generalità dei contribuenti, in un'unica soluzione entro il termine di pagamento del
saldo delle imposte risultanti dalla dichiarazione dei redditi;
• Il Dlgs 506/1999 ha stabilito che l'addizionale regionale all'Irpef dovuta da lavoratori
dipendenti e soggetti assimilati sia pagata dai contribuenti stessi con le seguenti modalità:
a) In occasione del conguaglio di fine anno il sostituto d'imposta effettua il computo
della addizionale regionale sull'ammontare complessivo dei redditi di lavoro
dipendenti e assimilati percepiti nell'anno erogati dallo stesso sostituto ovvero anche
da altri soggetti (nel caso di richiesta di conguaglio riassuntivo);
b) Dal primo periodo di paga successivo al mese di effettuazione del conguaglio di fine
anno, il sostituto d'imposta preleverà l'addizionale regionale in un massimo di 11
rate e in ogni modo non oltre il mese di novembre (nella fattispecie, dell'anno
2001).
Con comunicato stampa 14 gennaio 2000 e successivamente con circolare 17 maggio 2000 n.
98/E il ministero delle Finanze ha fornito alcuni importanti chiarimenti in ordine alle nuove
modalità di prelievo del tributo regionale e di quello comunale.
AMBITO DI APPLICAZIONE
Sono tenuti al pagamento dell'addizionale regionale, con tempi e modalità diverse a seconda
del tipo di reddito prodotto, i contribuenti assoggettati all'Irpef, vale a dire le persone fisiche
titolari o meno di partita Iva.
Dipendenti, pensionati e assimilati - Nei confronti di lavoratori dipendenti, pensionati e titolari
di redditi assimilati l'addizionale dovrà essere trattenuta dai sostituti d'imposta all'atto della
effettuazione del conguaglio di fine anno, seppure - come si è detto - ratealmente, in altre
parole, se precedente, di fine rapporto, in un'unica soluzione.
Di conseguenza, durante gli ordinari periodi di paga o in occasione della erogazione delle
mensilità aggiuntive il datore di lavoro o l'ente pensionistico opererà le ritenute di imposta
facendo riferimento alle aliquote Irpef "base" (al netto dell'addizionale) previste dall'articolo 11

28
Progetto 12 – contributo area fiscale

del Tuir, rinviando ai predetti conguagli il calcolo e la trattenuta sul totale dei redditi corrisposti
nel periodo d'imposta dell'addizionale regionale.
Pertanto, nei confronti dei lavoratori dipendenti che hanno mantenuto il rapporto di lavoro per
tutto l'anno 2000 con il medesimo sostituto d'imposta nonché dei pensionati (che sono stati tali
per l'intero anno), l'intero prelievo della addizionale regionale all'Irpef avverrà dal primo
periodo di paga successivo a quello di effettuazione delle operazioni di conguaglio di fine 2000
che potrà essere effettuato nel mese di dicembre 2000 ovvero nei mesi di gennaio o febbraio
2001. Poiché il prelievo dell'imposta dovrà concludersi entro il mese di novembre 2001 ne
consegue che:
• La trattenuta sarà effettuata in 11 rate di uguale importo se il conguaglio di fine anno
2000 è eseguito nel mese di dicembre 2000 (e le retribuzioni sono corrisposte nello
stesso mese);
• La trattenuta sarà effettuata in 10 ovvero 9 rate di uguale importo, se il conguaglio di
fine anno 2000 sarà eseguito rispettivamente nel mese di gennaio (anche ove il
pagamento delle retribuzioni di dicembre sia avvenuto entro il 12 gennaio 2001) ovvero
febbraio 2001.
Con il citato comunicato stampa 14 gennaio 2000 l'amministrazione finanziaria ha chiarito che,
d'accordo con il dipendente, il sostituto d'imposta può stabilire di operare una rateazione di
durata inferiore a quella prevista dalla legge. Lo stesso comunicato ha precisato inoltre che una
rateazione inferiore a quella prevista è possibile anche su iniziativa del solo sostituto di
imposta, semprechè l'ammontare di addizionale, in relazione all'entità di emolumento che si
corrisponde, sia tale da giustificarlo.
Nel caso di cessazione del rapporto di lavoro in corso d'anno, l'importo delle addizionali deve
essere trattenuto in un'unica soluzione nel periodo di paga in cui è effettuato il conguaglio di
fine rapporto. In proposito con circolare n. 98/E del 2000 è stato precisato che la cessazione
del rapporto in corso d'anno (ad esempio 2001) obbliga il sostituto d'imposta a trattenere in
un'unica soluzione sia l'importo relativo al corrente periodo d'imposta (2001), sia le rate non
ancora scadute relative all'addizionale del periodo di imposta precedente (2000) determinate in
occasione del conguaglio di fine anno.
Nella medesima sede il ministero, in risposta a un quesito in merito alle modalità di rateazione
del prelievo in occasione della fattispecie di incapienza della retribuzione dovuta ad aspettativa
non retribuita (e ipotesi similari), ha precisato che il sostituto d'imposta deve prelevare
l'importo non ancora trattenuto dalle retribuzioni immediatamente successive, operando in
sostanza una riduzione del numero di rate. La circolare precisa inoltre che, qualora il sostituto
non sia in grado di trattenere integralmente l'importo delle addizionali, il medesimo sarà
comunque tenuto entro il 16 dicembre (2001), a versare l'importo delle addizionali mancanti.
In tale situazione, evidentemente, il sostituto dovrà farsi restituire la somma versata dal
sostituito.
Analogamente pagheranno l'addizionale in occasione del conguaglio di fine anno 1999 con le

29
Progetto 12 – contributo area fiscale

modalità di cui sopra i dipendenti che nel corso dello stesso anno sono passati da un datore di
lavoro a un altro senza interrompere il rapporto lavorativo. Si tratta dei casi di fusione e
scissione di società, di successione dell'impresa individuale per effetto del decesso del titolare e
continuazione dell'attività da parte degli eredi, di prosecuzione dell'attività da parte di un solo
socio nell'ipotesi del venire meno della pluralità dei soci di società di persone, delle cessioni,
conferimenti e affitti di azienda, della costituzione del diritto di usufrutto sull'azienda e così via.
In tutte queste circostanze sarà il nuovo datore di lavoro a operare la trattenuta
dell'addizionale regionale con riferimento all'intero periodo d'imposta 2000, tenendo conto
anche dei redditi erogati nel 2000 dal precedente datore di lavoro.
Poiché le regole del conguaglio valgono anche per i redditi assimilati a quello di lavoro
dipendente indicati nell'articolo 47 del Tuir, i sostituti d'imposta che erogano i predetti redditi
dovranno provvedere a fine anno, in altre parole a gennaio o febbraio 2001, per i rapporti in
corso, a trattenere e versare alle regioni competenti anche l'addizionale regionale all'Irpef con
le modalità previste per i lavoratori dipendenti o pensionati.
Come precisato con risoluzione 22 novembre 2000 n. 172/E nel caso di compensi o indennità
corrisposti in un'unica soluzione (si pensi al pagamento di gettoni di presenza) essendo
l'erogazione svincolata da rapporti lavorativi che proseguono nell'anno dopo (nel quale le
addizionali dovrebbero essere trattenute per rate), si rende obbligatorio per il sostituto
d'imposta trattenere l'addizionale regionale (nonché quella comunale) all'atto della liquidazione
dei compensi, momento che deve reputarsi coincidente con quello di effettuazione delle
operazioni di conguaglio. Il ministero ha così risolto, anche per altri casi similari contraddistinti
dal pagamento di somme una tantum, il problema delle trattenute dei citati tributi locali. Si
pensi, con riferimento al 2001, alla corresponsione in un'unica soluzione dei compensi agli
amministratori e sindaci di società ed enti che da tale anno si considerano, salva l'applicazione
della disciplina del lavoro autonomo, assimilati ai redditi di lavoro dipendente.
I sostituti d'imposta sono inoltre tenuti a indicare distintamente l'importo dell'addizionale
trattenuta in busta paga e dalla pensione nella certificazione unica (modello Cud) di cui
all'articolo 7-bis del Dpr 600/1973 approvato con decreto direttoriale 23 novembre 2000, da
consegnare ai percipienti entro il mese di febbraio dell'anno successivo ovvero, in caso di
cessazione del rapporto di lavoro in corso d'anno, entro 12 giorni dalla richiesta del
dipendente.

30
Progetto 12 – contributo area fiscale

7. ADDIZIONALE COMUNALE IRPEF


APPLICAZIONE DELL’IMPOSTA
É stata istituita per finanziare il decentramento amministrativo (legge 59/97) ed è anch'essa
teoricamente composta di due quote, una fissa da compartecipazione e l'altra variabile. A
tutt'oggi, però, la parte fissa, che comprende anche il tributo destinato alle province, seppure
annunciata non è stata istituita. La parte variabile, invece, è operativa già dal 1999 ed è
rimessa alle decisioni dei singoli comuni interessati, con il limite di incremento annuo dello
0,2% e un tetto massimo, in un triennio, dello 0,5 per cento.
Numerosi comuni hanno adottato le delibere comportanti l'istituzione dell'addizionale comunale
all'Irpef, si precisa quanto segue:
1. L'articolo 30, comma 14, della legge 488/1999 ha previsto che, per l'anno 2000, il
termine previsto per deliberare le tariffe, le aliquote d'imposta per i tributi locali e per i
servizi locali, compresa l'aliquota dell'addizionale prevista dall'articolo 1, comma 3, del
D.lgs 360/1998, e per l'approvazione dei regolamenti é stabilito contestualmente alla
data di approvazione del bilancio (termine ordinario fissato al 31 dicembre 1999, più
volte rinviato fino al 28 febbraio 2000), inoltre, i regolamenti approvati entro il termine
fissato per il bilancio di previsione dell'anno 2000 hanno effetto dal 1° gennaio 2000;
2. L'articolo 28, comma 1, della legge 342/2000 nota come provvedimento "collegato" alla
legge finanziaria 2000, riscrivendo il comma 3 dell'articolo 1 del Dlgs 360/1998,
subordina la validità delle variazioni dell'aliquota di compartecipazione, da applicarsi per
l'anno successivo, alla pubblicazione dell'estratto dell'apposita liberazione sulla Gazzetta
Ufficiale, da effettuarsi (con modalità fissate con un decreto Finanze-Giustizia) entro 30
giorni dalla data di affissione all'albo pretorio di cui all'articolo 47, comma 1, della legge
142/1990. Con circolare 16 novembre 2000 n. 207/E è stato precisato che detta
disposizione mira a risolvere alcuni problemi riscontrati dai sostituti d'imposta che,
spesso, si sono trovati nella necessità di verificare presso ciascun albo comunale
l'eventuale intervenuta variazione dell'aliquota di compartecipazione, al fine di
determinare l'aliquota per i soggetti residenti in comuni diversi.
3. Le nuove modalità regolanti l'esecutività delle delibere comunali hanno sicuramente
portata innovativa, tant'è vero che, il medesimo provvedimento prevede al comma 2,
dell'articolo 28 alcune disposizioni miranti a regolare alcune situazioni di incertezza
create dall'applicazione della precedente normativa relativamente ai percettori di redditi
di lavoro dipendente e assimilati che hanno cessato il rapporto nel corso del 2000 o
1999 e prima della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale delle variazioni delle aliquote
"aggiuntive" di compartecipazione. Sul punto la circolare ministeriale n. 207/E del 2000
dispone che l'addizionale comunale sia liquidata in sede di presentazione della
dichiarazione annuale sui redditi, sanando quindi il comportamento di quei sostituti che
all'atto delle operazioni di conguaglio di fine rapporto non avevano provveduto a
trattenere il periodo comunale. Contestualmente (e correttamente) è previsto che le

31
Progetto 12 – contributo area fiscale

sanzioni di cui al Dlgs 471/1997 relative agli adempimenti in oggetto (effettuazione


della ritenuta a titolo di addizionale e suo versamento) non si applicano alle violazioni
commesse dai sostituti d'imposta prima della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale delle
delibere concernenti l'aliquota facoltativa è anche stabilito che, a decorrere dal 1999,
anche l'addizionale provinciale e comunale Irpef, liquidata tramite il modello Unico, non
è dovuta se di importo non superiore a 20.000 lire. Si rileva tuttavia che tale limite
minimo opera esclusivamente ai fini del tributo da determinarsi in sede di dichiarazione
dei redditi e non si applica, quindi, ai sostituti d'imposta.
ADDIZIONALE COMUNALE DA PARTE DEI SOSTITUTI
Ai sensi del comma 5 dell'articolo 1 del Dlgs 360/1998, così come modificato dalla legge
133/1999, relativamente ai redditi di lavoro dipendente e ai redditi a esso assimilati,
l'addizionale comunale dovuta è determinata dai sostituti di imposta all'atto di effettuazione
delle operazioni di conguaglio.
L'addizionale è dovuta al comune nel quale il dipendente o il lavoratore assimilato ha il
domicilio fiscale alla data di effettuazione delle operazioni di conguaglio (di fine rapporto
ovvero di fine anno, da intendersi coincidente con il 31 dicembre) ed è versata unitamente
all'imposta sul reddito delle persone fisiche.
Come già evidenziato precedentemente ai fini dell'individuazione del comune che ha deliberato
l'addizionale rileva l'articolo 58, comma 5, del Dpr 600/1973 in base al quale le variazioni
hanno effetto a partire dal sessantesimo giorno successivo a quello in cui si è verificata.
Come precisato dal ministero delle Finanze con circolare 19 maggio 2000 n. 101/E la citata
disposizione costituisce un principio di carattere generale dell'ordinamento fiscale e vale anche
ai fini dell'applicabilità dell'addizionale comunale.
Pertanto, ad esempio, un contribuente che abbia variato il proprio domicilio fiscale alla data del
2 novembre 2000, è tenuto al pagamento dell'addizionale comunale se questa è stata
deliberata dal precedente comune di appartenenza, perché alla data del 31 dicembre 2000 non
sono trascorsi ancora oltre 60 giorni (il 31 dicembre è, infatti, il 60° giorno).
I sostituti d'imposta (datori di lavoro, enti pensionistici eccetera) sono tenuti a trattenere
l'addizionale come segue:
 Dipendenti e soggetti assimilati che cessano il rapporto nel 2000: l'addizionale deve
essere trattenuta all'atto della effettuazione delle operazioni di conguaglio di fine
rapporto.
 Tuttavia, come già detto, in applicazione dell'articolo 28 della legge 342/2000, i
lavoratori dipendenti che hanno cessato il rapporto di lavoro nell'anno 2000,
anteriormente alla data di pubblicazione delle delibere comunali sulla Gazzetta Ufficiale,
sono tenuti a effettuare il pagamento dell'addizionale in occasione della presentazione
della dichiarazione dei redditi per l'anno 2000 (modello 730 o Unico).
 Dipendenti e altri soggetti assimilati in forza a tutto il 31 dicembre 2000: il calcolo del
tributo dovuto sarà effettuato in sede di effettuazione delle operazioni di conguaglio di

32
Progetto 12 – contributo area fiscale

fine anno a condizione che le deliberazioni dei comuni siano pubblicate in tempo utile
sulla Gazzetta Ufficiale e, in tal caso, la trattenuta, nonché il conseguente versamento,
dovranno essere eseguiti in un massimo di undici rate uguali a partire dal periodo di
paga successivo a quello in cui sono effettuate le medesime operazioni di conguaglio. Si
rileva, infatti, che la Finanziaria per il 2000, (legge 488/1999, articolo 30, comma 14)
ha disposto anche per il tributo comunale, l'elevazione a 11 del numero massimo di rate
e comunque non oltre il mese di novembre 2001. Sulla dilazione non si applicano
interessi. Per quanto riguarda il computo e le modalità di prelievo delle rate si rinvia a
quanto precisato relativamente all'addizionale regionale, anche con riferimenti ai casi
particolari e di interruzione del rapporto eventualmente avvenuti prima del mese di
novembre 2001.
CONGUAGLIO A CREDITO DI ADDIZIONALE COMUNALE
Come evidenziato in precedenza, potrebbero verificarsi casi (in verità non ricorrenti) in cui il
conguaglio di fine anno (o di fine rapporto) si chiuda con un credito di addizionale comunale a
favore del dipendente o assimilati (ad esempio qualora in un precedente rapporto di lavoro nel
corso dell'anno sia stata trattenuta l'addizionale in misura eccedente rispetto a quella dovuta a
consuntivo).
In tali evenienze, assumendo come valide le istruzioni fornite in materia di assistenza fiscale
dall'Amministrazione finanziaria con circolare del 3 maggio 2000 n. 89/E, il sostituto d'imposta
dovrebbe comportarsi nel modo seguente:
 Il rimborso può essere effettuato esclusivamente utilizzando le trattenute di addizionale
operate a partire dal mese di svolgimento del conguaglio (di fine anno o di fine
rapporto) nell'ambito dello stesso comune, anche su altri lavoratori dipendenti o
assimilati;
 Non è pertanto consentito (come invece ammesso per il tributo regionale) l'utilizzo a tali
fini di addizionali di competenza di altri comuni o ritenute Irpef destinate all'Erario.
Qualora alla fine del periodo d'imposta il contribuente non sia stato ancora rimborsato, si
ritiene opportuno che il sostituto d'imposta ne faccia menzione nelle annotazioni del Cud.
Per completezza si precisa che il contribuente potrà utilizzare il predetto credito in
compensazione orizzontale con altri tributi o contributi nel modello F24 a partire dal 1° gennaio
dell'anno successivo ma a condizione che sia presentata la dichiarazione dei redditi modello
Unico.

33
Progetto 12 – contributo area fiscale

8. ADEMPIMENTI – DENUNCE E CERTIFICAZIONI


Il sostituto d’imposta, tenuto ad effettuare la ritenuta dell’imposta sui redditi di lavoro dovuta
dai propri dipendenti, deve attuare i seguenti adempimenti collaterali a quello della ritenuta e
del versamento:
 Raccogliere e conservare le dichiarazioni dei dipendenti relativamente al diritto alle
detrazioni dell’imposta spettanti e la documentazione reddituale relativa ad altri rapporti
eventualmente consegnate dal dipendente ai fini del conguaglio fiscale;
 Rilasciare la dichiarazione dei compensi corrisposti, delle relative ritenute operate e dei
dati previdenziali INPS, INPDAI E INPDAP (mod. CUD);
 Effettuare obbligatoriamente, attraverso la busta paga, i conguagli derivanti dai modd.
730 (elaborati direttamente o da un CAF);
 Presentare la dichiarazione annuale del sostituto d’imposta (mod. 770);
 Per le co.co.co presentare la dichiarazione annuale (mod. GLA)
8.1 MODELLO CUD
8.1.1 QUADRO NORMATIVO
L'art. 7-bis, comma 1, DPR 600/1973 prevede, per i sostituti d'imposta che corrispondono
somme e valori soggetti a ritenuta alla fonte, l'obbligo di rilasciare un'apposita certificazione
attestante l'ammontare di tali somme e valori, le ritenute operate, le detrazioni effettuate e i
contributi previdenziali ed assistenziali.
L'art. 18, D.P.R. 7.12.2001, N. 435 ha modificato l'art. 7-bis, comma 2 del DPR 600/1973,
prevedendo che, a partire dal 2002, il sostituto d'imposta consegni all'interessato la
certificazione CUD entro la fine del mese di marzo dell'anno successivo a quello in cui il
sostituto ha erogato le somme ed i valori.
La certificazione CUD dovrà essere rilasciata dai sostituti d'imposta che, nel periodo d'imposta
precedente, hanno corrisposto somme e valori soggetti a ritenuta alla fonte per attestare
l'ammontare di tali somme e valori, le ritenute operate, le detrazioni effettuate ed i dati
previdenziali come previsto dall'art. 7-bis del DPR 600/1973.
8.1.2 SCHEMA DI CERTIFICAZIONE CUD
Con la certificazione CUD, i redditi di lavoro dipendente ed assimilati, unica ai fini sia reddituali
sia contributivi, i sostituti d'imposta devono attestare in particolare:
• L'ammontare complessivo dei redditi di lavoro dipendente e assimilati (art. 46 e 47 del DPR
917/1986;
• Le anticipazioni sulle indennità di fine rapporto, le indennità di fine rapporto corrisposte per
la cessazione dei rapporti di lavoro dipendente a partire dal 1974 o non ancora avvenute;
• Le relative ritenute d'acconto;
• Le detrazioni d'imposta effettuate;
• I dati previdenziali ed assistenziali relativi alla contribuzione versata o dovuta all'INPS (in
sostituzione del Mod. 01/M) e all'INPDAP;
• L'ammontare dei trattamenti pensionistici corrisposti, delle relative ritenute d'acconto

34
Progetto 12 – contributo area fiscale

operate e delle detrazioni effettuate;


• I redditi corrisposti per prestazioni di collaborazioni coordinate e continuative.
In caso di cessazione del rapporto di lavoro, la certificazione va consegnata entro 12 giorni
dalla richiesta dell'interessato.
Nel caso in cui in seguito a cessazione del rapporto di lavoro avvenuta nel corso del 2002, il
sostituto d'imposta abbia rilasciato al soggetto sostituito la certificazione prima
dell'approvazione del nuovo modello (CUD 2003), deve rilasciare entro il 31 Marzo 2003, una
certificazione integrativa che riporti i dati previsti nello schema CUD 2003 e non contenuti nello
schema 2002, già consegnato. Nella certificazione integrativa non è necessario riportare i dati
già indicati nella vecchia certificazione CUD 2002.
8.1.3 DATI GENERALI
La parte A del CUD, in cui, come di consueto, vanno indicati i dati relativi al percettore delle
somme, il sostituto d’imposta deve riportare il codice fiscale ed i dati anagrafici del
contribuente, compreso il domicilio fiscale al 31/12/2002 oppure, se antecedente, alla data di
cessazione del rapporto di lavoro.
Nel punto 8 devono essere evidenziate situazioni soggettive particolari, rilevanti per il
riconoscimento della deduzione per contributi e premi versati ad una forma pensionistica
complementare e/o individuale. Poiché per i lavoratori della scuola ancora non sono introdotti i
fondi pensione tale punto, per il momento non c’interessa.
8.1.4 DATI FISCALI
Nella parte B del CUD, relativa ai dati fiscali, vanno certificati le somme ed i valori assoggettati
a tassazione ordinaria, gli emolumenti assoggettati a tassazione separata e le prestazioni
pensionistiche.
Al punto 1 va riportato il totale imponibile dei redditi di lavoro dipendente e assimilati per il
quale è possibile usufruire delle detrazioni d’imposta per lavoro dipendente. In tale punto
vanno indicati anche i compensi derivanti da rapporti di collaborazione coordinata e
continuativa.
Il punto 3 va barrato se il sostituto d’imposta, su richiesta del percipiente, abbia applicato una
ritenuta a titolo di acconto in misura superiore a quella prevista dalle norme vigenti (tale
problematica potrebbe succedere per i CO.CO.CO che magari hanno altri redditi e chiedono di
essere tassati ad aliquota massima invece che ad aliquota progressiva).
Il punto 4 non riguarda le scuole in quanto riguarda la regolarizzazione fiscale del cd. “lavoro
nero”.
Il punto 22 va compilato con l’importo totale delle detrazioni d’imposta per lavoro previste
dall’art. 13 del DPR 917/86 vale a dire le detrazioni per lavoro dipendente, l’ulteriore
detrazione per redditi di lavoro dipendente derivanti da rapporti di lavoro con contratto a
tempo determinato o a tempo indeterminato inferiore all’anno.
Il punto 23 della certificazione deve essere indicato l’ammontare delle detrazioni
complessivamente spettati per coniuge, figli e altri familiari a carico.

35
Progetto 12 – contributo area fiscale

Nell’importo da indicare nel punto 23 vanno comprese anche:


• L’ulteriore detrazione spettante per ciascun figlio di età inferiore a tre anni (pari a €
123,95);
• L’eventuale maggiore detrazione spettante per i figli successivi per i figli successivi (pari
a € 336,73, purché il reddito complessivo superi € 51.645,69);
• La detrazione per ogni figlio riconosciuto portatori di handicap ai sensi dell’art. 3, L.
104/1992 (introdotta dal 2002 e pari a € 774,69).
In relazione alla previdenza complementare ed individuale, è stato introdotto il nuovo punto
31, in cui va indicato l’ammontare dei premi e contributi versati alle forme pensionistiche
complementari e sostenuti nell’interesse dei figli e di altri soggetti a carico ai sensi dell’art. 12
del DPR 917/1986. Si fa presente, infatti, che, in base al comma 2 dell’art. 10 del DPR
917/1986 sono deducibili per i contribuenti anche i contributi versati per costituire una
pensione integrativa a favore dei familiari a carico, nel limite massimo, fissato dalla lettera e-
bi) del co.1 del suddetto art. 10, del 12% del reddito complessivo del contribuente stesso e, in
ogni modo per un importo non a € 5.164,57; tale deduzione spetta solamente per l’ammontare
non dedotto dai familiari stessi.
8.1.5 DATI PREVEDENZIALI ED ASSISTENZIALI
Nella parte C del CUD, in cui vanno indicati i dati previdenziali ed assistenziali ai fini INPS,
INPDAP, non vi sono particolari novità.
Per i collaboratori coordinati e continuativi è presente l’apposita sezione 4, per la certificazione
dei compensi assimilati ai redditi di lavoro dipendente corrisposti, durante l’anno precedente, ai
collaboratori coordinati e continuativi iscritti alla gestione separata Inps ai sensi dell’art. 2,
comma 26, L. 335/1995.

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Progetto 12 – contributo area fiscale

8.2. IL MODELLO 770


Ai sensi dell’art. 9 del DPR 600/1973, tutte le ritenute effettuate a qualsiasi titolo devono
essere dichiarate (modello 770), dal 1° maggio al 30 Giugno per i soggetti al fine di consentire
il controllo da parte dell’Amministrazione finanziaria della regolarità dell’operato del sostituto e
l’identificazione dei percettori dei valori o dei redditi assoggettati a ritenuta. Tale dichiarazione
ha permesso all’amministrazione finanziaria di semplificare e garantire la riscossione e di
favorire l’acquisizione di dati ed elementi rilevanti ai fini di allegare alle dichiarazioni dei redditi
le certificazioni suddette.
8.2.1 Normativa di riferimento
L’art. 4 del DPR 322/98, stabilisce al primo comma, che la dichiarazione dei sostituti d’imposta
redatta ai fini tributari, debba in maniera concomitante, assolvere anche le necessità
informative in materia previdenziale e assicurativa, precisando al secondo comma le seguenti
finalità:
• l’individuazione del sostituto d’imposta, dell’intermediario e degli altri soggetti indicati
nel titolo III del D.P.R. 29 settembre 1973, n. 600 obbligati ad operare ritenute alla
fonte;
• la determinazione dell’ammontare dei compensi e proventi corrisposti sotto qualsiasi
forma;
• la determinazione delle ritenute, dei contributi e dei premi;
• l’effettuazione dei controlli, eccetto quelli che l’Agenzia delle Entrate, l’INPS e l’INAIL
sono in grado di acquisire direttamente (comma secondo, dell’art. 4 del D.P.R. n.
322/1998, come sostituito dall’art. 4, D.P.R. 7 dicembre 2001, n. 435, in vigore dal 2
gennaio 2002).
Contributi dovuti all’Inpdap e all’Inpdai
In applicazione del comma 3 dello stesso art. 4, è stata prevista la possibilità, tramite
l’emanazione di apposito decreto (D.M. 25 agosto 1999), di estendere l’utilizzo della
dichiarazione dei sostituti d’imposta anche ai fini dei contributi dovuti all’INPDAP e all’INPDAI.
A partire dalla dichiarazione relativa al periodo 2001 l’amministrazione finanziaria ha suddiviso
la dichiarazione dei sostituti d’imposta per l’e.f. 2002, in due parti omogenee che costituiscono
due distinte dichiarazioni:

 Il Mod. 770/2002 Semplificato che deve essere utilizzato dai sostituti


d’imposta, comprese le amministrazioni dello Stato, per comunicare per via
telematica i dati fiscali relativi alle somme o valori corrisposti soggetti alla
ritenuta alla fonte e/o contributi previdenziali ed assistenziali dovuti all’INPS,
all’INPDAP, all’INPDAI e/o premi assicurativi dovuti all’INAIL nonché i dati
relativi all’assistenza fiscale prestata. Il modello è composto dal frontespizio,
dalle comunicazioni dei dati relativi alle certificazioni dei redditi di lavoro
dipendente ed assimilati, di lavoro autonomo e provvigioni nonché dai prospetti
ST e SX;

37
Progetto 12 – contributo area fiscale

 Il Mod. 770/2002 Ordinario che deve essere utilizzato da altri soggetti che
intervengono in operazioni fiscalmente rilevanti e, devono presentare in via
telematica la dichiarazione, volendo unitamente alla dichiarazione unificata ed a
prescindere dal numero dei soggetti cui la medesima si riferisce.
8.2.2 Periodo d’imposta
La dichiarazione del sostituto d’imposta deve comprendere i dati riferiti all’anno solare
precedente, anche se il contribuente ha un esercizio che non coincide con l’anno solare.
Al fine di individuare correttamente il periodo da considerare, dal 1/1/1998, è previsto
che i compensi di lavoro dipendente erogati sino al 12 Gennaio dell’anno successivo sono
da considerare obbligatoriamente inclusi tra quelli erogati nell’anno in corso. Fino al
1997, l’art. 3 comma 190 L. 549/1995 considerava percepiti nell’esercizio finanziario i
compensi erogati fino al 12/1 dell’anno successivo, a condizione che le relative ritenute
fossero versate entro il 15 o 20 Gennaio e fossero incluse nel conteggio di fine anno.
Sono tenute a presentare la dichiarazione mod. 770 Semplificato coloro che, comprese le
amministrazioni dello Stato, hanno corrisposto somme o valori soggetti a ritenuta alla
fonte come previsto dagli art. 23,24,25,25bis e 29 del Dpr 600/1973 e/o contributi
previdenziali ed assistenziali dovuti all’INPS, all’INPDAP, all’INPDAI e/o premi assicurativi
dovuti all’INAIL.
Limitatamente alle ritenute e ai dati sopra elencati, questo nuovo obbligo sostituisce
quello di presentazione della dichiarazione dei sostituti d’imposta, previsto dal comma 1
dell’articolo 4 del Dpr 322/1998. Il Dpr 435/2001, infatti, equipara a tutti gli effetti,
anche sanzionatori, la trasmissione telematica di questi dati alla “normale” dichiarazione.
In sintesi i sostituti d’imposta, diversi da quelli che hanno effettuato ritenute sui redditi
da capitale, esauriscono i loro adempimenti trasmettendo i dati relativi alla certificazione
dei redditi di lavoro dipendente e assimilati e dei redditi di lavoro autonomo da loro
erogati, comprensivo dei dati dei versamenti effettuati e delle compensazioni operate
contenuti nei prospetti ST ed SX, mediante la presentazione di un apposito modello di
dichiarazione semplificata, entro il 30 giugno dell’anno successivo a quello d’erogazione.

Modalità e termini di presentazione e di trasmissione telematica - Ai sensi


dell’articolo 3, comma 2, del Dpr 322/1998, le dichiarazioni dei sostituti d’imposta
devono essere trasmesse esclusivamente in via telematica. La dichiarazione mod. 770
semplificato deve essere presentata esclusivamente in via telematica, direttamente o
tramite un intermediario abilitato.

Le amministrazioni dello stato sono tenute a presentare la dichiarazione dei sostituti


d’imposta esclusivamente mediate il servizio Entratel.

8.2.3 COMPOSIZIONE MODELLO

Da quest’anno, se è più agevole per il contribuente, il Mod. 770-Semplificato può essere a sua
volta scisso in due parti, il cui invio è curato da due distinti soggetti. In particolare

38
Progetto 12 – contributo area fiscale

 Una parte deve contenere, oltre al frontespizio, i dati relativi ai redditi derivanti
di lavoro dipendente e assimilati, alle indennità di fine rapporto, alle prestazioni
in forma di capitale erogate dai fondi pensione, ai premi assicurativi, ai contributi
previdenziali nonché ai dati relativi all’assistenza fiscale prestata nell’anno 2002
per il periodo d’imposta precedente;
 L’altra parte deve contenere, oltre al frontespizio, i dati relativi ai redditi di
lavoro autonomo, alle provvigioni e ai redditi diversi.
Si precisa che la facoltà di dividere in due parti il Mod. 770-Semplificato non consente in ogni
modo di suddividere in più parti i quadri ST e SX, che vanno sempre compilati in modo
unitario.
I sostituti che non sono tenuti a presentare la dichiarazione Mod. 770-Ordinario concludono
quindi il proprio obbligo dichiarativo con l’invio del Mod. 770-Semplificato.
PARTI CONTENUTO
PARTE I • Frontespizio;
• redditi derivanti da lavoro dipendente e
assimilati;
• indennità di fine rapporto;
• prestazioni in forma di capitale erogate dai
fondi pensione
• premi assicurativi;
• contributi previdenziali;
• assistenza fiscale prestata nell’anno 2002
per il periodo d’imposta precedente.
PARTE II • Frontespizio;
• lavoro autonomo;
• provvigioni;
• redditi diversi.
Composizione del Mod. 770/2003-Semplificato
Il Mod. 770/2003-Semplificato è formato dalle seguenti parti:
• frontespizio contenente i dati identificativi del dichiarante, l’informativa ai sensi della
legge sulla privacy (L. 31 dicembre 1996, n. 675) e i riquadri relativi: al tipo di
dichiarazione, ai dati del sostituto d’imposta, ai dati del rappresentante o d’altro
soggetto che sottoscrive la dichiarazione, alla firma della dichiarazione, all’impegno
alla presentazione telematica da parte dell’intermediario e all’apposizione del visto di
conformità ai sensi dell’art. 35 del D.Lgs. 9 luglio 1997, n. 241;
• comunicazioni dati certificazioni lavoro dipendente, assimilati ed assistenza fiscale,
da utilizzare per l’indicazione dei dati fiscali, contributivi e assicurativi relativi ai
redditi di lavoro dipendente e assimilati, le indennità di fine rapporto ed equipollenti,
le altre indennità e l’assistenza fiscale, a loro volta così suddivise:

39
Progetto 12 – contributo area fiscale

o PARTE A Dati relativi al dipendente, pensionato o altro percettore di


somme;
o PARTE B Dati fiscali;
o PARTE C Dati previdenziali, assistenziali ed assicurativi;
o PARTE D Dati relativi all’assistenza fiscale prestata nel 2002.
• comunicazioni dati certificazioni lavoro autonomo, provvigioni e redditi diversi, da
utilizzare per i dati relativi ai redditi di lavoro autonomo, provvigioni inerenti ai
rapporti di commissione, d’agenzia, di mediazione, di rappresentanza di commercio,
di procacciamento d’affari, nonché provvigioni derivanti da vendita a domicilio e
redditi diversi;
• prospetto ST, contenente alcuni dati relativi alle ritenute alla fonte operate, le
trattenute per assistenza fiscale e le imposte sostitutive;

• prospetto SX, in cui deve essere indicato il riepilogo delle compensazioni


effettuate, ai sensi del DPR 445 del 1997 e ai sensi dell’art. 17 del D.Lgs 241
del 1997.

STRUTTURA: il modello 770 – Semplificato si compone di:

FRONTESPIZIO
Aspetti generali
Struttura del quadro
La struttura del frontespizio del modello 770 è simile in entrambe le versioni (mod. ordinario e
mod semplificato) ed è destinata a contenere:
• nella prima facciata, il cognome e il nome o la ragione sociale del dichiarante;
• nella seconda facciata:
• il tipo di dichiarazione,
• gli ulteriori dati anagrafici del dichiarante,
• la firma della dichiarazione,
• gli elementi richiesti per la trasmissione telematica della dichiarazione,
• i dati relativi al visto di conformità
Note:
(*) Le Pubbliche Amministrazioni devono indicare la denominazione con la quale sono
contraddistinte dalle disposizioni che le regolano.
Guida alla compilazione
DATI RELATIVI AL DICHIARANTE
La parte iniziale del frontespizio è dedicata all’identificazione del contribuente attraverso
l’esposizione di:
• cognome e nome, nel caso di contribuente persona fisica,
senza gli eventuali titoli e con l’indicazione del solo cognome da
nubile per i soggetti di sesso femminile;

40
Progetto 12 – contributo area fiscale

• denominazione, nel caso di dichiarante diverso da persona


fisica, indicando senza abbreviazioni la ragione sociale risultante
dall’atto costitutivo o, in mancanza, quella di fatto utilizzata;
• codice fiscale, riportando in ogni caso quello risultante
dall’attribuzione dell’Ufficio.
Tipo di dichiarazione
Sono previste tre caselle la cui compilazione serve a individuare alcuni casi particolare di
dichiarazione.
Dichiarazione correttiva nei termini
Va barrata nell’ipotesi in cui il dichiarante intende, prima della scadenza del termine di
presentazione, procedere alla rettifica o all’integrazione di un modello 770/2003-
Semplificato o Ordinario precedentemente presentato.
Attenzione
I sostituti d’imposta che presentano il Mod. 770-Semplificato, anche avvalendosi della facoltà
di suddividere tale modello, possono trasmettere la dichiarazione “correttiva nei termini o
quella “integrativa” mediante l’invio delle singole comunicazioni che si intendono integrare o
rettificare.
Nell’invio correttivo o integrativo è necessario includere il frontespizio, previa barratura della
relativa casella, e le comunicazioni oggetto di integrazione o rettifica compilate in tutte le loro
parti, mantenendo lo stesso numero progressivo della comunicazione originaria.
Quando la dichiarazione “correttiva nei termini” o “integrativa” è utilizzata per trasmettere
ulteriori comunicazioni si deve rispettare la progressione numerica riportando nello spazio
progressivo comunicazione” il numero successivo o quello utilizzato per l’invio dell’ultima
comunicazione contenuta nel Mod. 770-Semplificato originario, in altre parole in una delle due
parti in cui quest’ultimo è stato suddiviso. Le stesse modalità devono essere utilizzate per
apportare variazioni ai prospetti ST o SX avendo cura di ricompilare integralmente detti
prospetti.

Eventi eccezionali
E’ richiesta la barratura della casella qualora il sostituto d’imposta s’intenda avvalersi della
sospensione dei termini di presentazione della dichiarazione in presenza di eventi eccezionali.
DATI RELATIVI AL SOSTITUTO
Le due sezioni riguardano l’una le persone fisiche l’altra gli altri soggetti e sono tra loro
alternative.
Codice attività
Si indica il codice relativo all’attività prevalente sotto il profilo dei proventi, desumendolo
dalla classificazione delle attività economiche, vigente al momento della presentazione del
Modello, consultabile presso gli uffici locali dell’Agenzia delle Entrate, presso gli sportelli self-
service e nel sito Internet del Ministero dell’Economia e delle Finanze www.finanze.it o

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Progetto 12 – contributo area fiscale

dell’Agenzia delle Entrate www.agenziaentrate.it.


Indirizzo di posta elettronica
In tale campo deve essere indicato l’indirizzo di posta elettronica cui si desidera siano inviate
tutte le comunicazioni relative alla liquidazione della presente dichiarazione. La compilazione
di tale campo ha assunto una specifica importanza per il contribuente poiché attraverso tale
mezzo avverranno le future comunicazioni tra lo stesso e l’Agenzia delle Entrate.
E’ inoltre prevista l’indicazione del numero di telefono e del fax.
I soggetti diversi dalle persone fisiche
I soggetti diversi dalle persone fisiche, devono esporre i seguenti dati:
• sede legale e, se diverso, anche il domicilio fiscale: precisando: il comune (senza alcuna
abbreviazione), la provincia mediante la sigla (per Roma RM), la frazione, la via, il
numero civico, il C.a.p;
• mese e anno di variazione da riportare solo se con riferimento al momento di
presentazione della dichiarazione, è variata la sede legale o il domicilio fiscale;
• Stato: utilizzando uno dei codici previsti nella seguente tabella;
TABELLA SA — Stato della società o ente all’atto della presentazione della
dichiarazione
1) Soggetto in normale attività
2) Soggetto in liquidazione per cessazione di attività
3) Soggetto in fallimento o in liquidazione coatta amministrativa
4) Soggetto estinto
• Situazione: utilizzando uno dei codici previsti nella tabella esposta di seguito:
TABELLA SC — Stato della società o ente all’atto della presentazione della
dichiarazione
1) Periodo d’imposta in cui ha avuto inizio la liquidazione per cessazione attività, per
fallimento ecc.;
2) Periodo d’imposta successivo a quello di dichiarazione di fallimento o di messa in
liquidazione;
3) Periodo d’imposta in cui ha avuto termine la liquidazione per cessazione attività;
5) Periodo d’imposta in cui è avvenuta la trasformazione di società
6) Periodo normale d’imposta
Pubbliche amministrazioni
Le Pubbliche Amministrazioni devono inserire i dati richiesti con riferimento alla struttura
amministrativa che redige la dichiarazione.
Codice fiscale delle Amministrazioni dello Stato
Tale campo è utilizzato dalle Amministrazioni dello Stato per l’indicazione del codice fiscale del
dicastero di appartenenza.
Dati relativi al rappresentante firmatario della dichiarazione
Per il rappresentante firmatario è richiesta l’indicazione dei seguenti dati:

42
Progetto 12 – contributo area fiscale

 codice fiscale;
 codice carica: individuando il codice, con riferimento alla carica rivestita all’atto di
presentazione della dichiarazione, tra quelli del seguente elenco:

Codice Carica
1 Rappresentante legale, negoziale o di fatto, socio amministratore
2 Se rappresentante di minore, interdetto o inabilitato, o curatore dell’eredità giacente,
amministratore dell’eredità devoluta sotto condizione sospensiva o in favore di
nascituro non ancora concepito
3 Curatore fallimentare
4 Commissario liquidatore (liquidazione coatta amministrativa ovvero amministrazione
straordinaria)
5 Commissario giudiziale (amministrazione controllata), custode giudiziario (custodia
giudiziaria), o amministratore giudiziario in qualità di rappresentante dei beni
sequestrati
6 Rappresentante fiscale di soggetto non residente
7 Erede del dichiarante
8 Liquidatore (liquidazione volontaria)
9 Amministratore di condominio
10 Condomino
11 Per conto di una Pubblica Amministrazione
12 Commissario liquidatore di una Pubblica Amministrazione
• cognome e nome, senza gli eventuali titoli e con l’indicazione del solo cognome da
nubile per i soggetti di sesso femminile;
• sesso: barrando la casella appropriata;
• data di nascita: nella forma GG-MM-AAAA;
• comune e provincia di nascita: per i nati all’estero va indicato lo Stato di nascita, senza
compilare la casella relativa alla provincia;
• residenza anagrafica o, se diverso, domicilio fiscale: da indicare solo in caso di prima
dichiarazione del soggetto o se variati rispetto alla precedente. dichiarazione, con riferimento
al momento di presentazione della dichiarazione;
• numero di telefono.

8.2.4 COMUNICAZIONE DATI CERTIFICAZIONE LAVORI DIPENDENTI E ASSIMILATI


Inquadramento normativo
Soggetti tenuti alla compilazione
Il quadro “comunicazione dati certificazioni lavoro dipendente, assimilati e assistenza
fiscale” deve essere compilato dai sostituti d’imposta che nel corso del 2002 hanno corrisposto
redditi di lavoro dipendente ed assimilati di cui agli artt. 46 e 47 1° comma del TUIR e sui quali

43
Progetto 12 – contributo area fiscale

sono state operate le ritenute d’acconto ai sensi degli art. 23,24 e 29 D.R.P. 600/1973.
Le tipologie reddituali annoverabili in tale categoria sono principalmente riconducibili a:
• Tutti i redditi di lavoro dipendente;
• I compensi per CO.CO.CO..
Contenuto
Nel quadro in argomento devono essere indicati:
i dati fiscali, contributivi e assicurativi relativi ai redditi di lavoro dipendente ed assimilati;
le indennità di fine rapporto ed equipollenti;
• le altre indennità;
• i dati relativi all’assistenza fiscale prestata dal datore di lavoro.
Si tratta essenzialmente degli stessi dati che sono stati indicati nel Modello CUD 2003.
Qualora nel corso del 2002 sia intervenuta la cessazione del rapporto di lavoro prima che
fosse disponibile lo schema di certificazione CUD 2003 (approvato con Provvedimento
dell’Agenzia delle entrate pubblicato in G.U. il 5 dicembre 2002), 1 dati possono essere desunti
dal precedente modello di certificazione CUD 2002.

Struttura della comunicazione dati certificazioni lavoro dipendente, assimilati ed


assistenza fiscale
La comunicazione è suddivisa in 4 parti:
Parte A - Dati relativi al dipendente, pensionato o altro percettore delle somme
Parte B - Dati fiscali suddivisa a sua volta in cinque riquadri:
• Dati per l’eventuale compilazione della dichiarazione dei redditi;
• Altri dati;
• Dati relativi ai conguagli;
• Compensi relativi agli anni precedenti soggetti a tassazione separata;
• Indennità di fine rapporto di lavoro dipendente ed equipollenti, altre indennità e
prestazioni in forma di capitale;
Parte C - Dati previdenziali, assistenziali ed assicurativi suddivisa nei seguenti riquadri:
• Dati previdenziali ed assistenziali INPS ed INPDAI suddiviso in ulteriori quattro
sezioni:
• Sezione I
• Sezione 2 — retribuzioni particolari
• Sezione 3 — contribuzione figurativa
• Sezione 4— collaborazioni coordinate e continuative
• Dati previdenziali ed assistenziali INPDAP;
• Dati assicurativi INAIL.
Parte D - Assistenza fiscale prestata nel 2002 divisa nei seguenti riquadri:
• Assistenza 2002;
• Rettifiche;

44
Progetto 12 – contributo area fiscale

• Conguagli non effettuati o non completati;


• Dati del C.A.F.
Guida alla compilazione
Modalità generali di compilazione
Per ogni percipiente deve essere compilata un’unica comunicazione.
Ogni comunicazione deve essere contraddistinta da un numero progressivo da indicare
nell’apposito spazio posto in alto a sinistra del quadro.
Più certificazioni rilasciate dal sostituto per il medesimo periodo d’imposta ad uno
stesso percipiente
Qualora un sostituto abbia rilasciato per lo stesso periodo d’imposta più certificazioni (Mod.
CUD) a uno stesso soggetto, bisogna compilare una sola comunicazione indicando i dati relativi
alle somme e ai valori assoggettati a tassazione e agli emolumenti arretrati contenuti
nell’ultimo CUD rilasciato. Ciò in quanto la Certificazione Unica dei redditi di lavoro dipendente
e di quelli assimilati deve essere compilata ai fini fiscali e contributivi indicando i dati
riguardanti i redditi, le ritenute, le detrazioni e i dati previdenziali ed assistenziali relativi
all’intero anno al quale si riferisce la certificazione.
Ogni comunicazione deve riportate il codice fiscale del soggetto dichiarante nell’apposito
spazio posto in alto a destra del modello.
8.2.5 COMUNICAZIONE DATI CERTIFICAZIONI LAVORO AUTONOMO, PROVVIGIONI E
REDDITI DIVERSI
Aspetti generali
Inquadramento normativo
Nel quadro denominato “Comunicazione dati certificazioni lavoro autonomo, provvigioni e
redditi diversi”, presente nel Mod. 770/2003 Semplificato, vanno esposti i dati riguardanti i
percepenti, residenti e non residenti nel territorio dello Stato, cui sono stati corrisposti nel
corso del 2002 compendi e provvigioni. In particolare le categorie reddituali da includere sono
(si fa particolare riferimento a quelle situazioni che possono riguardare le istituzioni
scolastiche, tralasciando le altre):
• I redditi di lavoro autonomo derivanti dall’esercizio di arti e professioni, esercitate sia in
forma individuale sia in forma associata, in via abituale ancorché non esclusiva (art. 49,
1° comma del TUIR);
• I redditi derivanti dall’utilizzazione economica di opere di ingegno, di brevetti industriali
e di processi, ecc.;
• I redditi derivanti da attività commerciali non esercitate abitualmente (art. 81, 1°
comma, lett. i) del TUIR;
• I redditi derivanti da attività di lavoro autonomo non esercitate abitualmente o
dall’assunzione di obblighi di fare, non fare o permettere (art. 81, primo comma, lett. 1)
del TUIR);
BASE IMPONIBILE

45
Progetto 12 – contributo area fiscale

Generalmente la ritenuta si applica sul 100% dell’ammontare dei compensi corrisposti. In


alcuni casi la ritenuta è applicata soltanto su una parte del compenso.
I rimborsi spese ai professionisti si possono distinguere:
• Le somme anticipate in nome e per conto del cliente: non entrano a far parte della base
imponibile, purché tali spese siano documentate e non siano inerenti alla produzione del
reddito di lavoro autonomo;
• Le spese di vitto e alloggio documentate e sostenute fuori del territorio comunale:
concorrono al computo della base imponibile;
• I rimborsi forfetari concorrono alla base imponibile.
STRUTTURA DELLA COMUNICAZIONE
La “Comunicazione dati certificazioni lavoro autonomo, provvigioni e redditi diversi” è formata
da quattro sezioni, che seguono il primo rigo nel quale sono ubicate le caselle riservate al
numero progressivo della comunicazione e al codice fiscale del soggetto dichiarante. La prima
sezione riguarda l’indicazione del codice fiscale del sostituto d’imposta da riportare
esclusivamente in caso di operazione societarie straordinarie e successioni; le altre sezioni
contengono l’elenco dei percipienti con i relativi dati, sia anagrafici sia dei compensi percepiti.
CODICE FISCALE DEL SOSTITUTO D’IMPOSTA
DATI RELATIVI AL PERCIPIENTE DELLE SOMME: Codice fiscale;
• Cognome o Denominazione;
• Nome;
• Sesso;
• Data di nascita;
• Comune (o stato estero) di nascita;
• Provincia di nascita;
• Comune;
• Provincia;
• Codice regione;
• Via e numero civico.
RISERVATO AI PERCIPIENTI ESTERI Codice di identificazione fiscale estero;
• Località di residenza estera;
• Via e numero civico;
• Codice Stato estero.
DATI RELATIVI ALLE SOMME EROGATE Casuale;
• Anno;
• Anticipazione;
• Ammontare lordo corrisposto;
• Somme non soggette a ritenuta per
regime convenzionale;
• Altre somme non soggette a ritenuta;

46
Progetto 12 – contributo area fiscale

• Imponibile;
• Ritenute;
• Ritenute sospese;
• Addizionale Regionale
• Addizionale regionale sospesa
• Imponibili anni precedenti;
• Ritenute operate anni precedenti.
CASI PARTICOLARI:
• Il contributo del 4% (INPS gestione separata) che il professionista addebita in
fattura al cliente deve essere assoggettato a ritenuta, in quanto facente parte del
compenso.
• Non deve invece essere assoggettato a ritenuta il contributo integrativo del 2%
dovuto alle casse di previdenza professionale, in quanto tale importo ha valenza
meramente previdenziale non facente parte dell’onorario:
• L’IVA corrisposta dal sostituto d’imposta al percipiente non deve essere indicato in
alcun punto.
IL PROSPETTO ST
Il prospetto ST non deve essere compilato dalle Amministrazioni dello Stato,
comprese quelle con ordinamento autonomo.
8.3. LA DICHIARAZIONE INTEGRATIVA E CORRETTIVA
Possibile sostituire anche singole comunicazioni o prospetti
Ai sensi dell’articolo 2, comma 8, del Dpr 322/1998 la correzione degli errori e
l’integrazione delle omissioni nelle dichiarazioni dei sostituti d’imposta, possono
effettuarsi, fatta salva l’applicazione delle sanzioni, mediante la presentazione di
una successiva dichiarazione.
Quest’ultima deve essere presentata entro il “termine per l’accertamento” di cui
all’articolo 43 del Dpr n. 600 del 1973, ossia entro il 31 di dicembre del quarto anno
successivo a quello di presentazione della dichiarazione originaria. Così, ad
esempio, l’errore commesso nel modello 770/2002 trasmesso entro il 30 Settembre
2002 (ad esempio, l’omessa indicazione di una comunicazione dati lavoro
autonomo) potrà essere corretto entro il 31 dicembre dell’anno 2006. Il nuovo
comma 8 dell’articolo 2 prevede che la dichiarazione integrativa possa presentarsi
anche in via telematica e non solo per il tramite di un ufficio postale.
8.3.1 MODELLO 770 INTEGRATIVO A FAVORE DEL SOSTITUTO
Con una diversa disposizione, recata dall’articolo 2, comma 8-bis, del Dpr 322/1998
è previsto che il sostituto d’imposta possa integrare a suo favore la dichiarazione
modello 770, per correggere errori od omissioni che abbiano determinato un
maggior debito o un minor credito d’imposta.
La casella “Dichiarazione integrativa” deve essere barrata in tutte le ipotesi previste dall’art.

47
Progetto 12 – contributo area fiscale

2, commi 8 e 8-bis del D.P.R. n. 322/1998.


In particolare, il sostituto d’imposta, può integrare la dichiarazione:
• nelle ipotesi di ravvedimento di cui all’art. 13 del D.Lgs. 472/97, entro il termine di
presentazione della dichiarazione relativa all’anno successivo, sempreché non siano
iniziati accessi, ispezioni e verifiche. Resta ferma l’applicazione delle sanzioni, anche se
in misura ridotta, e degli interessi;
• per correggere errori od omissioni presentando una successiva dichiarazione entro il 31
dicembre del quarto anno successivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione,
salva l’applicazione delle sanzioni;
• per correggere errori ed omissioni che abbiano determinato un maggior debito
d’imposta o un minor credito, producendo una successiva dichiarazione, non oltre il
termine previsto per la presentazione relativa al periodo d’imposta successivo. In tale
ipotesi l’eventuale credito risultante dalla dichiarazione può essere utilizzato in
compensazione ai sensi del D.Lgs. n. 241 del 1997.
Tale integrazione deve effettuarsi mediante una successiva dichiarazione che va
prodotta entro il termine di presentazione di quella relativa al periodo d’imposta
successivo. Al pari della dichiarazione integrativa di cui al comma 8, quella in
esame (dichiarazione integrativa in diminuzione) può presentarsi anche in via
telematica, utilizzando i modelli approvati per il periodo d’imposta cui l’integrazione
è riferita. Il maggior credito d’imposta risultante dalla dichiarazione integrativa in
diminuzione può utilizzarsi in compensazione ai sensi dell’articolo 17 del decreto
legislativo 9 luglio 1997, n. 241.
8.3.2. DICHIARAZIONE CORRETTIVA NEI TERMINI
Si tratta della presentazione di una nuova dichiarazione qualora il contribuente
ripresenti, entro i termini ordinari (vale a dire entro il 30 settembre 2002), un
successivo modello 770/2002 che in precedenza era già stato
trasmesso/presentato. In altri termini la seconda dichiarazione annulla e sostituisce
il precedente modello 770 trasmesso.
8.3.3. MODALITÀ DI INVIO DELLE DICHIARAZIONI INTEGRATIVE E CORRETTIVE
I sostituti d’imposta che presentano il modello 770 Semplificato possono produrre la
dichiarazione “correttiva nei termini o quella “integrativa” mediante due modalità:
• presentazione integrale di una nuova dichiarazione;
• presentazione delle singole comunicazioni e/o prospetti che si intendono
sostituire.
Per rettificare la dichiarazione secondo la prima modalità è sufficiente barrare
l’apposita casella presente nel frontespizio.
Per utilizzare la seconda modalità, spiega la circolare n. 34/E, è necessario
riportare, oltre all’impostazione di una delle suddette caselle:
- nel prospetto firma della dichiarazione il numero delle comunicazioni

48
Progetto 12 – contributo area fiscale

presenti nella dichiarazione. Se, ad esempio, la rettifica è stata effettuata


per inserire una nuova comunicazione, il campo dovrà riportare il numero
complessivo delle comunicazioni trasmesse;
in relazione alle singole comunicazioni o prospetti che si intende sostituire sarà
necessario indicare se trattasi di inserimento di una certificazione (I) o di un
prospetto, aggiornamento di una certificazione o di un prospetto (A) ovvero
cancellazione di una certificazione o di un prospetto (C). Il codice da inserire è
visualizzato in sede di compilazione delle comunicazioni dati e non è presente nel
modello cartaceo. Nell’ipotesi in cui la dichiarazione “correttiva nei termini” o
“integrativa” sia utilizzata per trasmettere ulteriori comunicazioni, si dovrà
rispettare la progressione numerica riportando nello spazio “progressiva
comunicazione” il numero successivo a quello utilizzato per l’invio dell’ultima
comunicazione contenuta nel modello 770 Semplificato oggetto di rettifica.
Si precisa infine che la dichiarazione correttiva nei termini o integrativa parziale
prevede sempre la sostituzione dell’intera certificazione o dell’intero prospetto, dal
momento che non è possibile sostituire singoli campi della comunicazione o del
prospetto del modello 770.

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Progetto 12 – contributo area fiscale

8.4 MODULISTICA INPS


8.4.1 MOD. DM10 E MOD. F24
La modulistica che deve essere utilizzata, dal 2002, dal datore di lavoro per il versamento dei
contributi previdenziali è la seguente:
 mod. F24 EURO: modello per il versamento unificato (D. LGS. 241/1997; INPS circ.
259, 18/12/1998; D. lgs 422/1998 per le imposte, contributi inps ed altri enti
previdenziali;
Modalità di compilazione
La sezione INPS del mod. F24 deve essere compilata, per quanto concerne il
versamento dei contributi relativi ai lavoratori dipendenti nel seguente modo:
- codice sede: codice della scuola sede presso la quale è aperta la posizione
contributiva aziendale (quattro caratteri);
- causale contributo: DM10;
- matricola INPS: matricola aziendale – 10 caratteri numerici che identificano la
posizione contributiva aziendale;
- periodo di riferimento “da”: il mese e anno di competenza del DM10 espresso nella
forma MM/AAAA (es. 052002);
- periodo di riferimento “a”: da non compilare;
- importi a debito versati: l’importo , arrotondato all’unità di euro, che si intende
pagare per il DM10 in esame con il modello che si sta compilando. Questa casella
deve essere uguale a zero se il dato “importo a credito compensati” viene
valorizzato.
- I datori di lavoro che hanno più posizioni contributive devono compilare righe
distinte del mod. F24.
 mod. DM 10/2 euro ovvero mod. DMSA2 (per la trasmissione telematica) esposizione
analitica dei dati retributivi, contributivi e delle prestazioni (da redigere, modello
cartaceo) in duplice copia a ricalco. Il modello va allegato alla distinta F24 (salvo i casi
di presentazione diretta all’INPS: supporto magnetico; trasmissione telematica).
L’INPS (Circ. 1, 7/1/2003) ha comunicato che ha predisposto un nuovo manuale che
riepiloga le istruzioni per la compilazione dei modd. DM 10/2.
8.4.2 MODELLI GLA PER I COLLABORATORI COORDINATI E CONTINUATIVI
I compensi assoggettati a contribuzione devono essere riepilogati all’INPS attraverso la
compilazione del modello GLA/D. Il mod. GLA/D può essere presentato come denuncia
principale o integrativa.
Fino al 31 marzo 2000, la denuncia periodica era trimestrale e doveva essere presentata entro
la fine del mese successivo al trimestre di riferimento (modello cartaceo) oppure entro la fine
del secondo mese successivo al trimestre di riferimento (supporto magnetico).
A decorrere dal 1° aprile 2000 la denuncia è diventata annuale e si compone di due parti:
- il foglio GLA/R che contiene i dati anagrafici del committente e gli estremi dei

50
Progetto 12 – contributo area fiscale

versamenti contributivi effettuati nell’anno;


- il foglio GLA/C nel quale devono essere indicati i dati del collaboratore, i compensi
erogati e i contributi dovuti per i singoli periodi di corresponsione. Trovano spazio in
quest’ultimo foglio le eventuali agevolazioni contributive (L.S.U. che collaborano con la
P.A.) e l’indicazione delle eccedenze di contributi utilizzate in compensazione di quanto
dovuto.
La denuncia deve essere presentata:
- entro il 31 marzo dell’anno successivo a quello di riferimento, su supporto cartaceo;
- entro il 30 aprile dell’anno successivo a quello di riferimento, utilizzando i supporti
magnetici (INPS circ. n. 16/2001).
I suddetti termini valgono anche se il rapporto di collaborazione è cessato in corso d’anno.
Devono essere utilizzati uno o più fogli GLA/C per ogni collaboratore impiegato, il numero
totale progressivo dei modelli compilati deve essere indicato sul foglio GLA/R.
Sul sito www.inps.it è possibile scaricare il programma per la gestione del modello GLA.

51
Progetto 12 – contributo area fiscale

9. SANZIONI AMMINISTRATIVE TRIBUTARIE DEI SOSTITUTI D’IMPOSTA


SANZIONI TRIBUTARIE AMMINISTRATIVE
Tutto il sistema sanzionatorio amministrativo tributario è compreso in due decreti legislativi.
Uno regola le sanzioni in materia di imposte dirette ed Iva (D.Lgs. 18 dicembre 1997, n. 471),
l'altro le sanzioni in materia di tributi sugli affari e gli altri tributi indiretti (D.Lgs. 18 dicembre
1997 n. 473). Un terzo decreto contiene, poi, le disposizioni generali per la loro applicazione.
In particolare, con quest'ultimo, è disposto che, quando la violazione è commessa nell'esercizio
delle proprie funzioni o incombenze da un rappresentante, da un amministratore o da un
dipendente di contribuenti, questi soggetti, oltre alla sanzione loro irrogata, sono obbligati a
pagare anche un'altra somma pari alla sanzione, con diritto di regresso ( art 11, comma 1°,
D.L.gs. n. 472/97) verso l'autore della violazione.
La somma aggiuntiva è riferita alla persona che ha sottoscritto o compiuto l'atto illegittimo,
autore materiale della violazione, ed il responsabile della somma aggiuntiva ha il diritto di
farsela da lui restituire.
In proposito, però, il decreto stabilisce anche che se la violazione è stata commesse senza dolo
o colpa grave, i soggetti tenuti al pagamento possono assumersene il debito e non operare la
rivalsa sull'autore della violazione.
Per le società od associazioni occorrerà un’apposita delibera e clausola statutaria per la quale
potrebbe essere adottata la formula che segue:
" In relazione al disposto dell'art. 11 del D.L.gs. n. 472 del 1997 ed ai sensi del 6° comma
della disposizione stessa, è stabilito di far assumere alla società l’onere del debito che,
nell'esercizio delle loro funzioni o incombenze, è imposto ai suoi Amministratori ed a tutti gli
altri Organi delegati alle funzioni amministrative per le sanzioni inflitte alla società per
violazioni commesse in relazione a norme tributarie ".
D.Lgs. 18.12.1997 n. 472. Limitazione della responsabilità per dipendenti: la
relazione governativa al Decreto Legislativo specifica che non è punibile il dipendente che
ha materialmente commesso la violazione se privo di effettivo potere decisionale.
Le sanzioni amministrative cui possono incorrere i sostituti d’imposta sono le
seguenti:

Omessa presentazione Sanzione dal 120% al 240% Art. 2.1


della dichiarazione dei dell’ammontare delle ritenute non
sostituti di imposta versate, con un minimo di lire 500.000.

Infedele dichiarazione dei Sanzione dal 100% al 200% Art. 2.2


sostituti di imposta dell’importo delle ritenute non versate,
con un minimo di lire 500.000.

Dichiarazione irregolare: Da 1 a 8 milioni

52
Progetto 12 – contributo area fiscale

mancante degli elementi


indicati dall’art. 7 D.P.R.
600/1973

Presentazione del Mod. Da L. 500 mila a L. 4 milioni


770 su modello non
conforme a quello
previsto

Ritenute versate e non Sanzione da lire 500.000 a 4.000.000 Art. 2.3


dichiarate

Ritardo di presentazione Possibilità di ravvedimento


non superiore ad un
mese

Percipienti non dichiarati Sanzione di lire 100.000 per ogni Art. 2.4
percipiente non dichiarato.

Ritardati od omessi Sanzione del 30% del tributo non Art. 13


versamenti diretti versato in caso di mancata esecuzione
di :
• versamenti in acconto o a saldo;
• versamenti periodici.
La suddetta sanzione si applica anche
in caso di liquidazione della maggior
imposta a seguito di controlli eseguiti ai
sensi degli articoli 36-bis e 36-ter del
D.P.R. numero 602/73 e 54-bis del
D.P.R. numero 633/72.

53
Progetto 12 – contributo area fiscale

MODULISTICA
I modelli da utilizzare per CUD e 770 devono essere conformi a quelli approvati con
Provvedimento agenzia delle entrate e sono reperibili annualmente con le relative
istruzioni sul sito www.agenziaentrate.it .
Approvazione dei modelli
Secondo l’art. I, comma 1, del D.P.R. n. 322/1998, come sostituito dall’art. 1, D.P.R.
435/2001, con decorrenza dal 2 gennaio 2002:
• la dichiarazione va redatta, a pena di nullità su stampati conformi a quelli approvati
con provvedimento amministrativo;
• i provvedimenti di approvazione dei modelli di dichiarazione dei sostituti d’imposta sono
emanati entro il 15 gennaio dell’anno in cui i modelli stessi devono essere utilizzati.
Modelli prelevati da Internet
I modelli approvati sono disponibili gratuitamente sul sito del Ministero delle finanze, e sono
utilizzabili a condizione che siano rispettate le caratteristiche tecniche di cui all’allegato al
decreto di approvazione.
E’ altresì possibile utilizzare i modelli prelevati da siti diversi da quello del Ministero delle
finanze, a condizione che:
• gli stessi abbiano le caratteristiche tecniche di cui al citato allegato;
• rechino l’indirizzo del sito dal quale sono stati prelevati c gli estremi del decreto di
approvazione.
SOTTOSCRIZIONE
I modelli devono essere sottoscritti, a pena di nullità, dal titolare o dal legale
rappresentante dell’ente. La nullità è sanata se si provvede alla sottoscrizione entro 30 g.
dall’invito da parte dell’Ufficio.

DETRAZIONI D’IMPOSTA: LA NUOVA MODULISTICA PER LA RICHIESTA (modello 1


allegato)

54
Progetto 12 – contributo area fiscale

DETRAZIONE D’IMPOSTA
Dichiarazione ai sensi e per gli effetti dell’art.23 del D.P.R. 29/9/73 n.600

(come riformulato dal D. Leg.314/97, art. 7, lettera d)

Il/la sottoscritto/a………………………………
Nato/a il …………….. a ………………………
residente in………………………prov……….. Numero di codice fiscale
Via…………………………………… n……… ………………………………..
Stato civile (°): celibe/nubile coniugato/a divorziato/a
Separato/a legalmente vedovo/a

In qualità di dipendente/collaboratore di codesta Impresa


DICHIARA (°)
sotto la propria responsabilità che, a decorrere dal…………………, ha diritto alle seguenti
detrazioni d’imposta (°°):
a) Per carichi di famiglia, secondo quanto previsto dall’art.12 del DPR 917/86

Coniuge a carico non legalmente ed effettivamente separato

Figli a carico non portatori di handicap


n…….figli a carico di età pari o sup. a 3 anni(data nascita……….) al 100%__ al 50%__al____
%
n…… figli a carico di età inf. ai 3 anni (data nascita…………….) al 100%__al 50%__ al ___%
n. ….. figli a carico portatori di handicap (data nascita…………) al 100%__al50%___al_____
%
n. …...altre persone a carico: al 100% al 50% al_____%

b) Altre detrazioni, secondo quanto previsto dall’art.13 del DPR 917/86

per lavoro dipendente e assimilato


Dichiara, altresì, che il proprio reddito complessivo per l’anno ______, sarà, presumibilmente il
seguente:
Euro ____________________ Considerare il reddito di lavoro dipendente

(°) Barrare le caselle che interessano


(°°) I valori delle detrazioni spettanti per il 2003 sono riportate nel foglio allegato
SI IMPEGNA
a comunicare tempestivamente le eventuali variazioni alla situazione sopra illustrata
Dichiarazione ai fini dell’applicazione non automatica della deduzione di cui all’art.10-bis del
TUIR (no-tax area);

55
Progetto 12 – contributo area fiscale

non applicare applicare solo la deduzione di Euro 4.500 per la durata del
rapporto

Data In fede

__________________ ____________________________

56
Progetto 12 – contributo area fiscale

FOGLIO ALLEGATO DETRAZIONE PER CARICHI DI FAMIGLIA


Rapporto di parentela Reddito complessivo del Ammontare annuo (da
contribuente non superiore a rapportare a periodo)
euro
CONIUGE A CARICO 15.493,71 546.18
30.987,41 496.60
51645.69 459.42
51.645,69 422.23
Figli naturali, adottivi,
affidati o affiliati a carico
- Con 1 figlio a carico 36.151,98 516,46
- Con 2 figli a carico 41.316,55 1.032,92
- Con 3 figli a carico 46.481,12 1.549,38
- Con almeno 4 figli a Senza limiti di reddito 516,46
carico per ciascun figlio
Figli a carico in situazioni
diverse da quelle sopra
esposte:
a) di età inferiore a 3 anni
- Primo figlio Fino a 51.645,69 427,63
- Per ciascun figlio Fino a 51.645,69 460,68
successivo al primo
- Per ciascun figlio Oltre a 51.645,69 409,03
b) di età pari e superiore a 3
anni
- Primo figlio Fino a 51.645,69 303,68
- Per ciascun figlio Fino a 51.645,69 336,73
successivo al primo
- Per ciascun figlio Oltre a 51.645,69 285,08
- Per ciascun figlio Senza limiti di reddito 774,69
portatore di handicap
Per ogni altra persona a Fino a 51.645,69 303,68
carico art. 433 Codice
Civile
Oltre a 51.645,69 285,08
Per ogni figlio portatore di handicap (art. 3 L. 5/2/1992 N. 104) la detrazione viene aumentata
a Euro 774,69
Per ogni figlio minore di tre anni la detrazione viene aumentata di Euro 123,95.
Tale aumento non spetta nei seguenti casi:

57
Progetto 12 – contributo area fiscale

- Se il primo figlio, minore di tre anni, beneficia della detrazione prevista per il coniuge;
- Se il figlio ha diritto alla detrazione di Euro 516,46;
- Se il figlio ha diritto alla detrazione di euro 774,69 prevista per i figli portatori di
handicap.

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Progetto 12 – contributo area fiscale

RIFERIMENTI NORMATIVI
LEGISLAZIONE PRASSI
ART. 53 Costituzione C.M. 9/1/1998 N. 3/E
D.P.R. 600 DEL 1973 Comunicato stampa 14 gennaio 2000
T.U.I.R. 917 DEL 1986 C.m. 17 maggio 2000 n. 98/E
art. 3 comma 190 L. 549/1995 Risoluzione 22 novembre 2000 n. 172/E
DPR 322/98 modificato dal DPR 435/1 C.M. 16 novembre 2000 n. 207/E
Art. 14 del D. LGS 471/1997 Circolare 19 maggio 2000 n. 101/E
D.Lgs. 18 dicembre 1997 n. 471 Nota Min.Finanze 21/9/1999 n. prot.
1999/150425
D.Lgs. 18 dicembre 1997 n. 472 Nota Min.Finanze 22/10/1999 n. prot.
1999/180757
D.Lgs. 18 dicembre 1997 n. 473 Circolare 24/1/2001 N. 16 inps
ART. 50 D.LGS 446/1997 Circolare Ministero delle Finanze n. 2/E
dell’Agenzia delle Entrate del 15/1/2003
D.lgs 506/1999 Circolare Ministeriale n. 15/E del 5/3/2003
Dlgs 360/1998
articolo 12 della legge 133/1999
Articolo 30, comma 14 della legge 488/1999
Articolo 28 della legge 342/2000 (collegato
2000)
Legge 289 del 27.12.2002
Art. 409 C.P.C.
Legge 14 febbraio 2003, n. 30 "Delega al
Governo in materia di occupazione e mercato del
lavoro", pubblicata sulle G.U. n.47 del 26
febbraio 2003, in vigore dal 13 marzo 2003

59
Progetto 12 – contributo area fiscale

BIBLIOGRAFIA
G.A. Micheli, Corso di diritto tributario, Utet ed.
Frizzera, Le imposte dirette, Il sole 24 Ore ed.
E. Potito, Il sistema delle imposte dirette, Giuffrè ed.;
P. Cappellini, R. Lugano, Testo Unico delle Imposte sui redditi, Il sole 24 Ore ed.,
P. Cappellini, R. Lugano, C. Oneto, R. Rizzardi, Dizionario di fisco contabilità e bilancio, Il sole
24 Ore ed.,
Leo, Monacchi, Schiavo, Le imposte sui redditi nel testo unico, Giuffre’ ed. 1996;
Rossi Ragazzi, I redditi di lavoro dipendente nel T.U.in Boll. Trib. Inf. N. 2, 1987, pag. 112
F. Randazzo, Collaborazione coordinata e continuativa ed esercizio attività professionale, in
Corriere Tributario n. 2/1996, pag. 85;
E. Farina Valaori, Collaborazioni di professionisti iscritti a casse di previdenza, in Corr. Trib. N.
2/1996, pag. 87
Il punto lavoro, Prontuario contributi, marzo 2003, Il sole 24 Ore ed..

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Progetto 12 – contributo area fiscale

GIURISPRUDENZA
Per i rapporti di collaborazione coord. E econtinuativia
Cass. 3684 del 1975
Cass. 2918 del 1979
Cass. 5801 del 1982
Cass. N. 360 del 1984,
Cass. 2818 del 1986
Cass. S.U. 11 febbraio 1987, n.1463, in Mass. Giur. Lav., 1987, 98.
Cass. 25 luglio 1994, n.6919, in Giust. Civ. 1995, 3121.
Cass. 26 ottobre 1990, n.10382, MGL, 1991.
Cass. 24 marzo 1994, n.2936, MGL, 1994.
Cass. 18 novembre 1994, n.9775;
Cass. 5 ottobre 1983, n.5796;
Cass 4 dicembre 1980, n.6323.
Cass 26 luglio 1996, n.6752 prevede nel caso di mancata determinazione del compenso, che
questa venga operata equitativamente da parte del giudice tenendo conto del risultato
ottenuto e del lavoro normalmente necessario per ottenerlo.
Cass. 7 aprile 987, n.3400 e Cass. 21 marzo 1996, n.2420.

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