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PERCORSO FORMATIVO
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Progetto 12 – contributo area fiscale
6 addizionale regionale
7 addizionale comunali
8 Adempimenti: Denunce e Certificazioni
8.1 Certificazione unica (CUD);
8.1.1 Quadro normativo
8.1.2 Schema di certificazione cud
BIBLIOGRAFIA
GIURISPUDENZA
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Progetto 12 – contributo area fiscale
all’obbligo di rivalsa, il legislatore ha preferito imporre tale vincolo al sostituto onde evitare che
l’imposta, pur essendo diretta a colpire il reddito prodotto dal sostituto, possa, per le più
diverse ragioni, rimanere a carico di un soggetto, il sostituto, che in realtà non è partecipe nel
verificarsi del presupposto e quindi non manifesta alcuna specifica capacità contributiva.
Conseguentemente, la normativa fiscale considera quale contribuente in senso stretto i
sostituti d’imposta, che pertanto è titolare di un debito proprio, non meramente responsabile di
un debito altrui. A conferma di ciò, l’art. 14 del D. LGS 471/1997 stabilisce che il mancato
esercizio della rivalsa da parte del sostituto d’imposta costituisce un’infrazione autonoma che
assume rilievo ai fini della relativa sanzione anche quando il sostituto abbia provveduto al
versamento dell’imposta dovuta.
E’ da avvertire, peraltro, che l’art. 64 cit. dà un ambito più vasto alla nozione di sostituzione
tributaria, poiché in lei si ricomprendono quelle ipotesi di ritenuta di acconto che non
costituiscono il prelievo definitivo di una quota del tributo, bensì rappresentano l’anticipazione
del pagamento non definitivo del tributo stesso che in sede di presentazione della dichiarazione
dei redditi, sarà liquidato dal contribuente, con facoltà di computare l’eventuale in diminuzione
dell’imposta relativa al periodo d’imposta successiva, oppure di chiederne il rimborso in sede di
dichiarazione dei redditi (art. 19 che richiama l’art. lì, T.U. n. 917 del 1986; v. anche artt. 4 e
21, D.P.R. 4 febbraio 1988, n. 42). Sotto le vecchie leggi si era dubitato che questi casi
rientrassero nella sostituzione tributaria, ravvisandosi in siffatte ritenute delle specie di misure
cautelari, o addirittura di cauzioni. Ma ora tali dubbi sono superati dalla chiara lettera dell’art.
64 cit., talché tutti i soggetti che pagano ritenute di acconto rientrano nella sostituzione
tributaria. Il che ha forse una conseguenza, sul piano della ricostruzione dell’istituto, nel senso
di sottolineare il carattere strumentale della figura del sostituto, il quale adempie a delle
obbligazioni proprie che sono connesse per dipendenza alla situazione giuridica del sostituito,
rilevante per la norma di imposizione.
La figura del sostituto è peculiare del diritto tributario e si giustifica proprio per questa
agevolazione dell’accertamento e della riscossione del tributo, quando i soggetti passivi finali di
questo sono numerosi. Si comprende così come il sostituto sia tenuto a fare la dichiarazione
(art. 7, D.P.R. 29 settembre 1973, n. 600, che individua i sostituti d’imposta nei soggetti
tassativamente indicati dalla legge «che corrispondono somme o valori soggetti alla ritenuta
alla fonte»), nonché a pagare l’importo relativo con versamento diretto all’esattoria o alla
tesoreria provinciale competenti (art. 3, 1° comma, nn. 1 e 5, e 20 comma, lett. d, D.P.R. 29
settembre 1973, n. 602, mod. dall’art. 1 bis, D.L. 2 ottobre 1981, n. 546 conv. in L. 1°
dicembre 1981, n. 692; v., però, n. 26, per le modifiche apportate dal D.P.R. 28 gennaio 1988,
n. 43). Si ha la conferma che tutte le ritenute alla fonte sono considerate dalla legge come
modalità del prelievo tributario, talché ogni, violazione delle relative norme è sanzionata con la
comminatoria di sanzioni amministrative.
I sostituti d’imposta devono tenere apposite scritture di cui all’art. 21 del DPR 600/1973
quali, limitatamente ai lavoratori dipendenti, i libri paga e matricola previsti dal legislatore del
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lavoro.
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1) Art. 429 cod. Proc. civ. – Il giudice, quando pronuncia sentenza di condanna al
pagamento di somme in denaro per credito di lavoro, deve determinare, oltre gli
interessi nella misura legale, il maggior danno eventualmente subito dal lavoratore per
la diminuzione del valore del credito, condannando al pagamento della somma relativa
con decorrenza dal giorno del maturazione del diritto.
2) in tal senso tra gli altri Rossi Ragazzi, I redditi di lavoro dipendente nel T.U.in Boll. Trib.
Inf. N. 2, 1987, pag. 112)
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Progetto 12 – contributo area fiscale
e nel rispetto delle disposizioni previste per quest'ultima gestione, fatta esclusione del livello
minimo imponibile ai fini contributivi di cui all'articolo 1, comma 3, della L. 2 agosto 1990, n.
233".
Si arriva poi alla L. 8 agosto 1995, n. 335: "Riforma del sistema pensionistico obbligatorio e
complementare" che ha imposto l'obbligo di contributo estendendolo ai redditi extra percepiti
dai lavoratori che svolgono attività lavorative per le quali operano forme pensionistiche
obbligatorie (lavoratori dipendenti) ed ai titolari di pensione diretta (pensionati) che prima
invece erano esclusi esonerando soltanto i soggetti assegnatari di borse di studio e
limitatamente alla relativa attività.
L'art. 409, n. 3, c.p.c., come modificato dalla L. 11 agosto 1973, n. 533 (Disciplina delle
controversie individuali di lavoro e delle controversie in materia di previdenza e di assistenza
obbligatorie), non descrive i tratti di una fattispecie contrattuale ma i caratteri (continuità,
coordinazione e prevalenza personale) della prestazione riferibile indifferentemente a rapporti
di natura e origine diversa. Infatti, l’art. 409 del cod. proc. civ. annovera, fra le controversie
individuali di lavoro, anche quelle che originano da ... "rapporti di collaborazione che si
concretino in una prestazione di opera continuativa e coordinata, prevalentemente personale,
anche se non a carattere subordinato".
In questa categoria trovano collocazione anche, ma non solo, le collaborazioni coordinate e
continuative che sono, invece, elencate nella lettera c-bis) del primo comma dell’art. 47 del
D.P.R. n. 917/1986, e ricondotte "agli uffici di amministratore, sindaco o revisore di società,
associazioni e altri enti con o senza personalità giuridica, alla collaborazione a giornali, riviste,
enciclopedie e simili, alla partecipazione a collegi e commissioni, nonché quelli percepiti in
relazione ad altri rapporti di collaborazione aventi per oggetto la prestazione di attività svolte
senza vincolo di subordinazione a favore di un determinato soggetto nell’ambito di un rapporto
unitario e continuativo senza impiego di mezzi organizzati e con retribuzione periodica
prestabilita, sempreché gli uffici o le collaborazioni non rientrino nei compiti istituzionali
compresi nell’attività di lavoro dipendente di cui all’articolo 46, comma 1, o nell’oggetto
dell’arte o professione di cui all’articolo 49, comma 1, esercitate dal contribuente".
L’inserimento dei rapporti di collaborazione coordinata e continuativa nell’art. 47 del D.P.R.
917/1986 (TUIR) operata, dal 1° gennaio 2001, dall’art. 34 della legge 21 novembre 2000, n.
342 ha valenza esclusivamente fiscale e comporta la tassazione dei redditi derivanti dai
suddetti rapporti quali redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente.
Fino al 31 dicembre 2000, gli stessi redditi erano, invece, elencati alla lettera a) del
secondo comma dell’art. 49 del TUIR, classificati, quindi come redditi assimilati a quelli di
lavoro autonomo.
Infatti, il rapporto di lavoro parasubordinato - caratterizzato dalla prestazione d’opera
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E' opportuno precisare che sia la collaborazione sia la continuità delle prestazioni sono elementi
comuni anche al lavoro subordinato.
Parlare dei caratteri differenziali del contratto di collaborazione rispetto a quello di lavoro
subordinato, significa affrontare, seppur brevemente, la questione dei caratteri distintivi del
lavoro autonomo rispetto a quello subordinato.
In un primo momento la giurisprudenza ha utilizzato il c.d. metodo tipologico secondo il quale
attraverso l'individuazione nel caso concreto degli indici di subordinazione, quali ad esempio
l'orario di lavoro vincolante, la retribuzione predeterminata, l'esclusività della prestazione,
l'estraneità al rischio d'impresa, si era in grado di valutare l'esistenza o meno di un rapporto di
subordinazione.
In realtà molto spesso questi indici contribuivano a creare una grandissima incertezza, anche
perché ciascuno di essi non poteva essere ritenuto un elemento né necessario, né esclusivo del
lavoro subordinato, potendo anche essere rinvenuto nel lavoro autonomo.
Proprio a seguito di questa analisi la giurisprudenza successiva ha dunque mutato il proprio
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L'articolo 62 del decreto di attuazione si occupa del contratto di lavoro a progetto che deve
essere stipulato in forma scritta e, ai fini di prova, deve contenere i seguenti elementi:
1. indicazione della durata, determinata o determinabile, della prestazione di lavoro;
2. indicazione del progetto o programma di lavoro, o fasi di esso, individuato nel suo
contenuto caratterizzante, che viene dedotto in contratto;
3. il corrispettivo e i criteri per la sua determinazione, nonché i tempi e le modalità di
pagamento e la disciplina dei rimborsi spese;
4. le forme di coordinamento del lavoratore a progetto al committente sulla esecuzione, anche
temporale, della prestazione lavorativa, che in ogni caso non possono essere tali da
pregiudicarne l'autonomia nella esecuzione dell'obbligazione lavorativa;
5. le eventuali misure per la tutela della salute e sicurezza del collaboratore a progetto, fermo
restando quanto disposto dall'articolo 66, comma 4.
La risoluzione del contratto è, ovviamente, connessa con la realizzazione del progetto o del
programma o della fase di esso che ne costituisce l'oggetto. Le parti possono però recedere
prima della scadenza del termine per giusta causa o secondo le diverse causali o modalità
stabilite nel contratto individuale compreso, secondo l'ultima stesura dello decreto, il
preavviso. Altri diritti del collaboratore a progetto sono previsti dall'articolo 66 ed in particolare
i seguenti diritti del lavoratore:
I diritti del lavoratore
DIRITTO TRATTAMENTO
Gravidanza, malattia e N o n co m po rtano l'estinzione del rappo rto co ntrattuale, che rim ane
l'infortuni so speso, senza eroz ga
io n e d e l c o r r is p e ttiv o
Malattia e infortunio La sospensio ne del rappo rto no n com po rta una pro ro ga della durata del
co ntratto , che estingue
si alla scadenza. Il com m ittente può com unque
recedere dal contratto se la sospen
sio n e si p ro trae p er un p erio do
su p erio re a tren ta g io rn i per i co ntra tti d i d urata determ in ab ile.
Gravidanza La durata del rapporto è prorogata per un periodo di 180 giorni, salva più
favorevole dispo
sizion e del con tratto individuale
Sicurezza e igiene O ltre alle dispo sizio ni di cui alla legge 533/1 97 3 sul processo del lav oro
del lavoro e dì cui all'artico64
lo del D .lgs 151/2001, ai rapporti che rientrano nel
cam po di applicazione del presente sicapo
applicano le norm e sulla
sicurezza e igiene del lavoro di cui al D .lgs 626/1994 e successive
m o difiche e integrazio ni, quan do la prestazio ne lav o rativa si sv o lga nei
luo ghi di lav oro del com m ittente, no nché le norm e di tutela co ntro gli
info rtuni sul lav o ro e le m alattie sionali,
pro fes le norm e di cui all'articoli
51, com m a 1, della legge 488/1999, e del decreto
nistero
del m
del
i
Lavoro e della previdenza sociale 12 gennaio 2001.
Al comma 2 dell’art. 69 del decreto attuativo è sanzionata la fattispecie secondo la quale se
l'accertamento del giudice conducesse a considerare che il rapporto (nel suo svolgimento) si
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sia configurato come di lavoro subordinato, esso sarà trasformato nel rapporto di lavoro
subordinato, di fatto, realizzatasi fra le parti. Precisa il comma 3 dell'articolo 69 che il giudice,
ai fini del giudizio del comma 2, dovrà limitarsi «esclusivamente, in conformità ai principi
generali dell'ordinamento, all'accertamento della esistenza del progetto, programma di lavoro
o fase di esso e non può essere esteso fino al punto di sindacare nel merito valutazioni e scelte
tecniche, organizzative o produttive che spettano al committente».
3.1.2. PREVIDENZA E CO.CO.CO
Dal 1996, presso l’Inps, é stato istituito un apposito fondo che prevede, per i collaboratori che
non abbiano altre coperture previdenziali, il versamento di un’aliquota contributiva,
attualmente pari al 14% del compenso lordo (2/3 a carico del datore di lavoro, 1/3 a carico del
lavoratore). I collaboratori iscritti ad altre casse previdenziali obbligatorie versano al fondo
Inps il 10% del loro compenso lordo. I pensionati collaboratori titolari di pensione diretta, a
partire dal 2003, devono versare al fondo il 12,5% del loro compenso lordo. Rimane, invece, al
10% l’aliquota prevista per i collaboratori iscritti ad altri fondi previdenziali obbligatori e per i
titolari di pensione indiretta (lavoratori dipendenti, liberi professionisti, commercianti ecc.).
Anche in questi casi, al committente spetta il versamento dei due terzi dell’aliquota e al
lavoratore il restante terzo. I collaboratori coordinati e continuativi con partita Iva individuale,
versano al fondo Inps gestione separata il 10% del loro compenso lordo. In questo caso
l’aliquota previdenziale é interamente a carico del collaboratore che, in fattura, addebita al
committente il 4% del compenso lordo a titolo di rivalsa previdenziale.
Tra le tante modifiche introdotte dalla manovra finanziaria 2003 vi è anche quella che
ha innalzato il carico contributivo per tutti quei soggetti che, iscritti alla gestione separata
presso l’Inps ai sensi della L. 335/95. Infatti l'articolo 44, comma 6, della Finanziaria 2003
stabilisce l'aumento del contributo dovuto alla gestione separata Inps. La circolare inps n.21
del 30 gennaio 2003 precisa che dal 1° gennaio 2003,per i titolari di pensione hanno fino ad
ora pagato i contributi sulla base dell’aliquota del 10%, dal 1° gennaio 2003 passa al 12,50%.
In particolare, però, non tutti i pensionati sono destinatari dell’aumento, ma solo quelli
titolari di pensione diretta. I soggetti titolari di pensione indiretta rimangono fermi al 10%,
come peraltro tutti gli altri contribuenti iscritti ad una gestione previdenziale obbligatoria.
Restano invariate tutte le altre disposizioni concernenti l’adempimento in oggetto.
L’Inps, con la medesima circolare 21 del 30 gennaio 2003, con cui spiega le nuove
aliquote, è anche intervenuta per precisare il nuovo massimale contributivo annuo, che
per il 2003 è pari a € 80.391.
Dal 1 gennaio 2004, passa dal 14% al 17.39% l'aliquota contributiva prevista per i "lavoratori
a progetto". Il rincaro è solo il primo passo di un iter che, attraverso un incremento dello
0.20% annuo porterà il contributo al 19%. Così dispone il maxi decreto collegato alla
Finanziaria e approvato dal Governo il 29 settembre scorso, che anticipa alcuni provvedimenti
contenuti nel disegno di legge di riforma del sistema previdenziale, attualmente in discussione
al Senato.
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Nella tabella che segue si riassumono i soggetti obbligati al versamento, per aliquota
contributiva dal 1 Gennaio 2004:
Iscritti alla gestione separata Aliquota contributiva di
riferimento
• soggetti già iscritti ad una gestione previdenziale
obbligatoria
10%
• titolari di pensione non diretta ai superstiti
(indiretta, di reversibilità)
• soggetti titolari di pensione diretta (di vecchiaia,
15%
anzianità, ecc.)
• soggetti privi di copertura previdenziale
17,39%
obbligatoria
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lavoro a progetto, occorre che entrambe le condizioni siano rispettate. Peraltro, mentre il
requisito temporale appare di facile verifica essendo riferito «allo stesso committente», il
requisito economico sembra riferito, letteralmente, non tanto al singolo committente quanto
all'anno solare e al compenso complessivamente percepito dal prestatore d'opera. Non solo,
non è chiaro se deve essere assunto il termine «percepito» nel suo significato etimologico e
quindi con uno stretto riferimento di cassa, o se possa essere genericamente inteso come
"dovuto". Il dubbio appare legittimo anche in considerazione della diversa terminologia
utilizzata per la seconda fattispecie di lavoro occasionale, di cui agli articoli 70 e seguenti del
decreto legislativo 276/2003. Si tratta, in questo caso, di attività lavorative di natura
meramente occasionale rese da soggetti a rischio di esclusione sociale o comunque non ancora
entrati nel mercato del lavoro o in procinto di uscirne. Per questa tipologia di lavoro
occasionale, che possono essere svolti nei confronti di più committenti i limiti sono fissati, con
specifico riferimento al lavoratore, in non più di trenta giorni di attività nel corso dell'anno
solare. Inoltre, le prestazioni non devono dare luogo, complessivamente, a compensi superiore
a 3 mila euro nello stesso anno solare. Saranno solo i disoccupati da oltre un anno, le
casalinghe, studenti e pensionati, i disabili e soggetti in comunità di recupero, il lavoratori
extracomunitari (regolarmente soggiornanti in Italia) nei sei mesi successivi alla perdita del
lavoro a poter svolgere entro i limiti le attività elencate nell'articolo 70. Tra le attività previste:
piccoli lavori domestici a carattere straordinario, compresa l'assistenza domiciliare ai bambini e
alle persone anziane, ammalate o con handicap; insegnamento privato supplementare; piccoli
lavori di giardinaggio, nonché di pulizia e manutenzione di edifici e monumenti. Diverse,
ovviamente, le tutele. Per il lavoro accessorio la retribuzione è compresa nei "buoni" che il
datore di lavoro acquisterà dal rivenditore, il cui valore di 7,50 euro comprende anche la
contribuzione all'lnps (che sarà attribuita alla Gestione separata di cui alla legge 335/95),
l'assicurazione all'Inail, oltre che il margine di compenso per il rivenditore. Il compenso erogato
al lavoratore (5,80 euro per ogni buono consegnato) non è soggetto a imposte e non incide
sullo stato di disoccupazione. Per le collaborazioni occasionali di cui all'articolo 61, invece, il
rapporto economico è demandato agli accordi fra le parti; non è attualmente prevista alcuna
forma di assicurazione a favore del collaboratore occasionale. Peraltro, il disegno di legge per
la riforma previdenziale (atto Senato 2058) prevede, all'articolo 3, l'iscrizione dei i titolari di
redditi derivanti da prestazioni lavorative occasionali per importi superiori a 4.500 euro annui,
alla gestione di cui all'articolo 2, comma 26, della legge 335/95, qualora non sussistano altri
obblighi assicurativi.
Attività a confronto
LA V O R O O C C A S IO N A LE P R E S T A Z IO N I O C C A S I O N A LI D I T IP O A C C E S S O R IO
CAMPO DI APPLICAZIONE SOGGETTIVO
Tutti i lavoratori possono godere della Disoccupati da oltre un anno
disciplina di cui all'articolo 61 del decreto
attuativo della legge Biagi tranne:
•coloro che esercitano professioni intellettuali •Casalinghe, studenti, pensionati
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LE DETRAZIONI SOGGETTIVE
CONIUGE E FAMILIARI A CARICO
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CARICO (sono solo i “F” i figli (legittimi, legittimati, naturali riconosciuti, adottivi,
familiari indicati nell’art. affidati e affiliati)
433 del cc) (3) “A” gli altri familiari (genitori, gli ascendenti prossimi, anche
naturali; i discendenti dei figli, i genitori adottivi; i generi e le
nuore; il suocero e la suocera; i fratelli e le sorelle; il coniuge
separato)
CONDIZIONI Coniuge e figli possono anche non convivere col contribuente
(ad esempio, essere residenti all’estero).
Requisito essenziale è il reddito complessivo percepito dal
familiare nell’anno, che non deve superare € 2.840,51
FIGLI A CARICO Misura normale: la detrazione per i figli a carico va divisa tra
entrambi i genitori, anche se sono tra loro separati o divorziati,
teoricamente in proporzione all’onere sostenuto da ciascuno, in
pratica discrezionalmente.
Mancanza di coniuge.: la detrazione per il primo figlio a carico
spetta nella misura maggiore prevista per il coniuge se il
contribuente è vedovo/a, oppure se l’altro genitore non ha
riconosciuto il figlio, che è a carico esclusivo di un solo genitore.
MESI A CARICO Saranno meno di 12 solo in questi casi:
- Coniuge: matrimonio, separazione legale, morte del
coniuge a carico nel corso dell’anno;
- Figli: nascita o morte del figlio in corso d’anno;
passaggio da figlio a carico in misura normale a figlio a
carico in mancanza di coniuge, affidamento di un figlio in
corso d’anno;
- Altri familiari: nascita o morte del familiare in corso
d’anno
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- Il suocero e la suocera;
- I fratelli e le sorelle, anche unilaterali.
Per gli altri familiari è richiesta la convivenza con il contribuente, oppure devono ricevere dal
contribuente stesso assegni alimentari non risultanti da provvedimenti della autorità
giudiziaria.
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Reddito complessivo (formato per i residenti da tutti i redditi posseduti e per i non residenti
soltanto da quelli prodotti in Italia)
- deduzioni per assicurare la progressività dell’imposta (minimo € 3000) (ex art. 10-bis Tuir)
N.B. Alla
presenza di
€ 7.500 redditi di natura
Lavoratori (Deduzione base diversa è
Deduzioni ex art. 10-bis Tuir
dipendenti di € 3.000 + € possibile
4.500) usufruire a scelta
di una sola
deduzione.
€ 7.000
(Deduzione base
Pensionati
di € 3.000 + €
4.000)
Lavoratori € 4.500
autonomi e (Deduzione base
imprese di € 3.000 + €
minori 1.500)
Determinazione della misura della “no tax area” (art. 2, comma 1, lett. a e b)
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26.000 €
Deduzione
Rapporto < 0
esclusa
Deduzione in
Rapporto>0<1 base ai primi
quattro decimali
In allegato si presenta la tabella A con tutte le deduzioni spettanti per i singoli redditi da lavoro
dipendente
Esempio:
- Reddito complessivo lavoratore autonomo € 25.000
Reddito
Aliquota
Reddito
Aliquota
Fino a 10.329
18%
Fino a 15.000
23%
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Oltre 69.721
45%
Oltre 70.000
45%
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Per cui le ritenute sui compensi accessori continuano ad essere determinate secondo le
regole già illustrate con la circolare n. 326 del 1997, ossia sono applicate le aliquote
massime corrispondente agli scaglioni annui di reddito (secondo i nuovi scaglioni di
reddito) raggiungibile dal soggetto d’imposta, fermo restando che tali compensi, come
sopra precisato, devono comunque essere tenute presenti ai fini del calcolo della
deduzione per assicurare la progressività in sede di conguaglio fiscale.
5.4. NOZIONE DI CONGUAGLIO
L'articolo 23, comma 3, del Dpr 600/1973, stabilisce che i sostituti d'imposta sopra elencati
devono effettuare entro il 28 febbraio (escludendosi, quindi, l'eventuale scadenza del 29)
dell'anno successivo (quindi nel mese di dicembre 2000 ovvero nei mesi di gennaio o febbraio
2001) e, in caso di cessazione del rapporto di lavoro, alla data di cessazione, il conguaglio tra
le ritenute operate sugli emolumenti corrisposti e l'imposta dovuta sull'ammontare complessivo
degli emolumenti stessi in base agli scaglioni di reddito e alle relative aliquote stabilite,
tenendo conto soltanto delle detrazioni d'imposta attribuibili a ciascun dipendente per carichi di
famiglia (articolo 12 del Tuir), per i redditi di lavoro dipendente (articolo 13 del Tuir) nonché
per oneri (articolo 13-bis del Tuir).
Le medesime operazioni devono essere eseguite nei confronti dei soggetti percipienti di redditi
assimilati a quello di lavoro dipendente di cui all'articolo 47 del Tuir (ad esempio le borse di
studio). Infatti, l'articolo 24 del Dpr 600/1973, ai fini degli adempimenti dei sostituti d'imposta
per i redditi assimilati, richiama le disposizioni di cui all'articolo 23 dello stesso decreto.
L'articolo 23 del Dpr 600/1973 prevede che in occasione dello svolgimento delle consuete
operazioni di conguaglio di fine anno, i sostituti d'imposta dovranno tenere conto, delle
seguenti particolarità:
a) La facoltà concessa ai lavoratori dipendenti (o pensionati) di chiedere ai sostituti
d'imposta "competenti" nei loro confronti di includere nel conguaglio riassuntivo
l'importo di tutti i redditi assimilati a quello di lavoro dipendente nonché dei redditi di
lavoro dipendente corrisposti da non sostituti d'imposta percepiti nel periodo d'imposta;
b) L’obbligo di effettuare il conguaglio anche nei confronti di soggetti percettori di redditi
assimilati a quelli di lavoro dipendente di cui all'articolo 47 del Tuir (ad esempio i
borsisti);
c) La possibilità di rateizzare il debito Irpef scaturente dal conguaglio di fine anno nelle
ipotesi di incapienza della retribuzione;
d) La facoltà concessa ai lavoratori dipendenti o pensionati di chiedere ai sostituti
d'imposta "competenti" nei loro confronti di attribuire la detrazione d'imposta del 19% a
fronte di oneri di cui all'articolo 13- bis del Tuir nonché di ridurre il reddito imponibile a
fronte di oneri deducibili di cui all'articolo 10 del Tuir sostenuti durante l'anno 1999
anche se non trattenuti dal datore di lavoro;
e) Effettuare il computo e trattenere nei periodi di paga successivi le addizionali comunale
e regionale all'Irpef.
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del Tuir, rinviando ai predetti conguagli il calcolo e la trattenuta sul totale dei redditi corrisposti
nel periodo d'imposta dell'addizionale regionale.
Pertanto, nei confronti dei lavoratori dipendenti che hanno mantenuto il rapporto di lavoro per
tutto l'anno 2000 con il medesimo sostituto d'imposta nonché dei pensionati (che sono stati tali
per l'intero anno), l'intero prelievo della addizionale regionale all'Irpef avverrà dal primo
periodo di paga successivo a quello di effettuazione delle operazioni di conguaglio di fine 2000
che potrà essere effettuato nel mese di dicembre 2000 ovvero nei mesi di gennaio o febbraio
2001. Poiché il prelievo dell'imposta dovrà concludersi entro il mese di novembre 2001 ne
consegue che:
• La trattenuta sarà effettuata in 11 rate di uguale importo se il conguaglio di fine anno
2000 è eseguito nel mese di dicembre 2000 (e le retribuzioni sono corrisposte nello
stesso mese);
• La trattenuta sarà effettuata in 10 ovvero 9 rate di uguale importo, se il conguaglio di
fine anno 2000 sarà eseguito rispettivamente nel mese di gennaio (anche ove il
pagamento delle retribuzioni di dicembre sia avvenuto entro il 12 gennaio 2001) ovvero
febbraio 2001.
Con il citato comunicato stampa 14 gennaio 2000 l'amministrazione finanziaria ha chiarito che,
d'accordo con il dipendente, il sostituto d'imposta può stabilire di operare una rateazione di
durata inferiore a quella prevista dalla legge. Lo stesso comunicato ha precisato inoltre che una
rateazione inferiore a quella prevista è possibile anche su iniziativa del solo sostituto di
imposta, semprechè l'ammontare di addizionale, in relazione all'entità di emolumento che si
corrisponde, sia tale da giustificarlo.
Nel caso di cessazione del rapporto di lavoro in corso d'anno, l'importo delle addizionali deve
essere trattenuto in un'unica soluzione nel periodo di paga in cui è effettuato il conguaglio di
fine rapporto. In proposito con circolare n. 98/E del 2000 è stato precisato che la cessazione
del rapporto in corso d'anno (ad esempio 2001) obbliga il sostituto d'imposta a trattenere in
un'unica soluzione sia l'importo relativo al corrente periodo d'imposta (2001), sia le rate non
ancora scadute relative all'addizionale del periodo di imposta precedente (2000) determinate in
occasione del conguaglio di fine anno.
Nella medesima sede il ministero, in risposta a un quesito in merito alle modalità di rateazione
del prelievo in occasione della fattispecie di incapienza della retribuzione dovuta ad aspettativa
non retribuita (e ipotesi similari), ha precisato che il sostituto d'imposta deve prelevare
l'importo non ancora trattenuto dalle retribuzioni immediatamente successive, operando in
sostanza una riduzione del numero di rate. La circolare precisa inoltre che, qualora il sostituto
non sia in grado di trattenere integralmente l'importo delle addizionali, il medesimo sarà
comunque tenuto entro il 16 dicembre (2001), a versare l'importo delle addizionali mancanti.
In tale situazione, evidentemente, il sostituto dovrà farsi restituire la somma versata dal
sostituito.
Analogamente pagheranno l'addizionale in occasione del conguaglio di fine anno 1999 con le
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modalità di cui sopra i dipendenti che nel corso dello stesso anno sono passati da un datore di
lavoro a un altro senza interrompere il rapporto lavorativo. Si tratta dei casi di fusione e
scissione di società, di successione dell'impresa individuale per effetto del decesso del titolare e
continuazione dell'attività da parte degli eredi, di prosecuzione dell'attività da parte di un solo
socio nell'ipotesi del venire meno della pluralità dei soci di società di persone, delle cessioni,
conferimenti e affitti di azienda, della costituzione del diritto di usufrutto sull'azienda e così via.
In tutte queste circostanze sarà il nuovo datore di lavoro a operare la trattenuta
dell'addizionale regionale con riferimento all'intero periodo d'imposta 2000, tenendo conto
anche dei redditi erogati nel 2000 dal precedente datore di lavoro.
Poiché le regole del conguaglio valgono anche per i redditi assimilati a quello di lavoro
dipendente indicati nell'articolo 47 del Tuir, i sostituti d'imposta che erogano i predetti redditi
dovranno provvedere a fine anno, in altre parole a gennaio o febbraio 2001, per i rapporti in
corso, a trattenere e versare alle regioni competenti anche l'addizionale regionale all'Irpef con
le modalità previste per i lavoratori dipendenti o pensionati.
Come precisato con risoluzione 22 novembre 2000 n. 172/E nel caso di compensi o indennità
corrisposti in un'unica soluzione (si pensi al pagamento di gettoni di presenza) essendo
l'erogazione svincolata da rapporti lavorativi che proseguono nell'anno dopo (nel quale le
addizionali dovrebbero essere trattenute per rate), si rende obbligatorio per il sostituto
d'imposta trattenere l'addizionale regionale (nonché quella comunale) all'atto della liquidazione
dei compensi, momento che deve reputarsi coincidente con quello di effettuazione delle
operazioni di conguaglio. Il ministero ha così risolto, anche per altri casi similari contraddistinti
dal pagamento di somme una tantum, il problema delle trattenute dei citati tributi locali. Si
pensi, con riferimento al 2001, alla corresponsione in un'unica soluzione dei compensi agli
amministratori e sindaci di società ed enti che da tale anno si considerano, salva l'applicazione
della disciplina del lavoro autonomo, assimilati ai redditi di lavoro dipendente.
I sostituti d'imposta sono inoltre tenuti a indicare distintamente l'importo dell'addizionale
trattenuta in busta paga e dalla pensione nella certificazione unica (modello Cud) di cui
all'articolo 7-bis del Dpr 600/1973 approvato con decreto direttoriale 23 novembre 2000, da
consegnare ai percipienti entro il mese di febbraio dell'anno successivo ovvero, in caso di
cessazione del rapporto di lavoro in corso d'anno, entro 12 giorni dalla richiesta del
dipendente.
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fine anno a condizione che le deliberazioni dei comuni siano pubblicate in tempo utile
sulla Gazzetta Ufficiale e, in tal caso, la trattenuta, nonché il conseguente versamento,
dovranno essere eseguiti in un massimo di undici rate uguali a partire dal periodo di
paga successivo a quello in cui sono effettuate le medesime operazioni di conguaglio. Si
rileva, infatti, che la Finanziaria per il 2000, (legge 488/1999, articolo 30, comma 14)
ha disposto anche per il tributo comunale, l'elevazione a 11 del numero massimo di rate
e comunque non oltre il mese di novembre 2001. Sulla dilazione non si applicano
interessi. Per quanto riguarda il computo e le modalità di prelievo delle rate si rinvia a
quanto precisato relativamente all'addizionale regionale, anche con riferimenti ai casi
particolari e di interruzione del rapporto eventualmente avvenuti prima del mese di
novembre 2001.
CONGUAGLIO A CREDITO DI ADDIZIONALE COMUNALE
Come evidenziato in precedenza, potrebbero verificarsi casi (in verità non ricorrenti) in cui il
conguaglio di fine anno (o di fine rapporto) si chiuda con un credito di addizionale comunale a
favore del dipendente o assimilati (ad esempio qualora in un precedente rapporto di lavoro nel
corso dell'anno sia stata trattenuta l'addizionale in misura eccedente rispetto a quella dovuta a
consuntivo).
In tali evenienze, assumendo come valide le istruzioni fornite in materia di assistenza fiscale
dall'Amministrazione finanziaria con circolare del 3 maggio 2000 n. 89/E, il sostituto d'imposta
dovrebbe comportarsi nel modo seguente:
Il rimborso può essere effettuato esclusivamente utilizzando le trattenute di addizionale
operate a partire dal mese di svolgimento del conguaglio (di fine anno o di fine
rapporto) nell'ambito dello stesso comune, anche su altri lavoratori dipendenti o
assimilati;
Non è pertanto consentito (come invece ammesso per il tributo regionale) l'utilizzo a tali
fini di addizionali di competenza di altri comuni o ritenute Irpef destinate all'Erario.
Qualora alla fine del periodo d'imposta il contribuente non sia stato ancora rimborsato, si
ritiene opportuno che il sostituto d'imposta ne faccia menzione nelle annotazioni del Cud.
Per completezza si precisa che il contribuente potrà utilizzare il predetto credito in
compensazione orizzontale con altri tributi o contributi nel modello F24 a partire dal 1° gennaio
dell'anno successivo ma a condizione che sia presentata la dichiarazione dei redditi modello
Unico.
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Il Mod. 770/2002 Ordinario che deve essere utilizzato da altri soggetti che
intervengono in operazioni fiscalmente rilevanti e, devono presentare in via
telematica la dichiarazione, volendo unitamente alla dichiarazione unificata ed a
prescindere dal numero dei soggetti cui la medesima si riferisce.
8.2.2 Periodo d’imposta
La dichiarazione del sostituto d’imposta deve comprendere i dati riferiti all’anno solare
precedente, anche se il contribuente ha un esercizio che non coincide con l’anno solare.
Al fine di individuare correttamente il periodo da considerare, dal 1/1/1998, è previsto
che i compensi di lavoro dipendente erogati sino al 12 Gennaio dell’anno successivo sono
da considerare obbligatoriamente inclusi tra quelli erogati nell’anno in corso. Fino al
1997, l’art. 3 comma 190 L. 549/1995 considerava percepiti nell’esercizio finanziario i
compensi erogati fino al 12/1 dell’anno successivo, a condizione che le relative ritenute
fossero versate entro il 15 o 20 Gennaio e fossero incluse nel conteggio di fine anno.
Sono tenute a presentare la dichiarazione mod. 770 Semplificato coloro che, comprese le
amministrazioni dello Stato, hanno corrisposto somme o valori soggetti a ritenuta alla
fonte come previsto dagli art. 23,24,25,25bis e 29 del Dpr 600/1973 e/o contributi
previdenziali ed assistenziali dovuti all’INPS, all’INPDAP, all’INPDAI e/o premi assicurativi
dovuti all’INAIL.
Limitatamente alle ritenute e ai dati sopra elencati, questo nuovo obbligo sostituisce
quello di presentazione della dichiarazione dei sostituti d’imposta, previsto dal comma 1
dell’articolo 4 del Dpr 322/1998. Il Dpr 435/2001, infatti, equipara a tutti gli effetti,
anche sanzionatori, la trasmissione telematica di questi dati alla “normale” dichiarazione.
In sintesi i sostituti d’imposta, diversi da quelli che hanno effettuato ritenute sui redditi
da capitale, esauriscono i loro adempimenti trasmettendo i dati relativi alla certificazione
dei redditi di lavoro dipendente e assimilati e dei redditi di lavoro autonomo da loro
erogati, comprensivo dei dati dei versamenti effettuati e delle compensazioni operate
contenuti nei prospetti ST ed SX, mediante la presentazione di un apposito modello di
dichiarazione semplificata, entro il 30 giugno dell’anno successivo a quello d’erogazione.
Da quest’anno, se è più agevole per il contribuente, il Mod. 770-Semplificato può essere a sua
volta scisso in due parti, il cui invio è curato da due distinti soggetti. In particolare
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Una parte deve contenere, oltre al frontespizio, i dati relativi ai redditi derivanti
di lavoro dipendente e assimilati, alle indennità di fine rapporto, alle prestazioni
in forma di capitale erogate dai fondi pensione, ai premi assicurativi, ai contributi
previdenziali nonché ai dati relativi all’assistenza fiscale prestata nell’anno 2002
per il periodo d’imposta precedente;
L’altra parte deve contenere, oltre al frontespizio, i dati relativi ai redditi di
lavoro autonomo, alle provvigioni e ai redditi diversi.
Si precisa che la facoltà di dividere in due parti il Mod. 770-Semplificato non consente in ogni
modo di suddividere in più parti i quadri ST e SX, che vanno sempre compilati in modo
unitario.
I sostituti che non sono tenuti a presentare la dichiarazione Mod. 770-Ordinario concludono
quindi il proprio obbligo dichiarativo con l’invio del Mod. 770-Semplificato.
PARTI CONTENUTO
PARTE I • Frontespizio;
• redditi derivanti da lavoro dipendente e
assimilati;
• indennità di fine rapporto;
• prestazioni in forma di capitale erogate dai
fondi pensione
• premi assicurativi;
• contributi previdenziali;
• assistenza fiscale prestata nell’anno 2002
per il periodo d’imposta precedente.
PARTE II • Frontespizio;
• lavoro autonomo;
• provvigioni;
• redditi diversi.
Composizione del Mod. 770/2003-Semplificato
Il Mod. 770/2003-Semplificato è formato dalle seguenti parti:
• frontespizio contenente i dati identificativi del dichiarante, l’informativa ai sensi della
legge sulla privacy (L. 31 dicembre 1996, n. 675) e i riquadri relativi: al tipo di
dichiarazione, ai dati del sostituto d’imposta, ai dati del rappresentante o d’altro
soggetto che sottoscrive la dichiarazione, alla firma della dichiarazione, all’impegno
alla presentazione telematica da parte dell’intermediario e all’apposizione del visto di
conformità ai sensi dell’art. 35 del D.Lgs. 9 luglio 1997, n. 241;
• comunicazioni dati certificazioni lavoro dipendente, assimilati ed assistenza fiscale,
da utilizzare per l’indicazione dei dati fiscali, contributivi e assicurativi relativi ai
redditi di lavoro dipendente e assimilati, le indennità di fine rapporto ed equipollenti,
le altre indennità e l’assistenza fiscale, a loro volta così suddivise:
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FRONTESPIZIO
Aspetti generali
Struttura del quadro
La struttura del frontespizio del modello 770 è simile in entrambe le versioni (mod. ordinario e
mod semplificato) ed è destinata a contenere:
• nella prima facciata, il cognome e il nome o la ragione sociale del dichiarante;
• nella seconda facciata:
• il tipo di dichiarazione,
• gli ulteriori dati anagrafici del dichiarante,
• la firma della dichiarazione,
• gli elementi richiesti per la trasmissione telematica della dichiarazione,
• i dati relativi al visto di conformità
Note:
(*) Le Pubbliche Amministrazioni devono indicare la denominazione con la quale sono
contraddistinte dalle disposizioni che le regolano.
Guida alla compilazione
DATI RELATIVI AL DICHIARANTE
La parte iniziale del frontespizio è dedicata all’identificazione del contribuente attraverso
l’esposizione di:
• cognome e nome, nel caso di contribuente persona fisica,
senza gli eventuali titoli e con l’indicazione del solo cognome da
nubile per i soggetti di sesso femminile;
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Eventi eccezionali
E’ richiesta la barratura della casella qualora il sostituto d’imposta s’intenda avvalersi della
sospensione dei termini di presentazione della dichiarazione in presenza di eventi eccezionali.
DATI RELATIVI AL SOSTITUTO
Le due sezioni riguardano l’una le persone fisiche l’altra gli altri soggetti e sono tra loro
alternative.
Codice attività
Si indica il codice relativo all’attività prevalente sotto il profilo dei proventi, desumendolo
dalla classificazione delle attività economiche, vigente al momento della presentazione del
Modello, consultabile presso gli uffici locali dell’Agenzia delle Entrate, presso gli sportelli self-
service e nel sito Internet del Ministero dell’Economia e delle Finanze www.finanze.it o
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codice fiscale;
codice carica: individuando il codice, con riferimento alla carica rivestita all’atto di
presentazione della dichiarazione, tra quelli del seguente elenco:
Codice Carica
1 Rappresentante legale, negoziale o di fatto, socio amministratore
2 Se rappresentante di minore, interdetto o inabilitato, o curatore dell’eredità giacente,
amministratore dell’eredità devoluta sotto condizione sospensiva o in favore di
nascituro non ancora concepito
3 Curatore fallimentare
4 Commissario liquidatore (liquidazione coatta amministrativa ovvero amministrazione
straordinaria)
5 Commissario giudiziale (amministrazione controllata), custode giudiziario (custodia
giudiziaria), o amministratore giudiziario in qualità di rappresentante dei beni
sequestrati
6 Rappresentante fiscale di soggetto non residente
7 Erede del dichiarante
8 Liquidatore (liquidazione volontaria)
9 Amministratore di condominio
10 Condomino
11 Per conto di una Pubblica Amministrazione
12 Commissario liquidatore di una Pubblica Amministrazione
• cognome e nome, senza gli eventuali titoli e con l’indicazione del solo cognome da
nubile per i soggetti di sesso femminile;
• sesso: barrando la casella appropriata;
• data di nascita: nella forma GG-MM-AAAA;
• comune e provincia di nascita: per i nati all’estero va indicato lo Stato di nascita, senza
compilare la casella relativa alla provincia;
• residenza anagrafica o, se diverso, domicilio fiscale: da indicare solo in caso di prima
dichiarazione del soggetto o se variati rispetto alla precedente. dichiarazione, con riferimento
al momento di presentazione della dichiarazione;
• numero di telefono.
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sono state operate le ritenute d’acconto ai sensi degli art. 23,24 e 29 D.R.P. 600/1973.
Le tipologie reddituali annoverabili in tale categoria sono principalmente riconducibili a:
• Tutti i redditi di lavoro dipendente;
• I compensi per CO.CO.CO..
Contenuto
Nel quadro in argomento devono essere indicati:
i dati fiscali, contributivi e assicurativi relativi ai redditi di lavoro dipendente ed assimilati;
le indennità di fine rapporto ed equipollenti;
• le altre indennità;
• i dati relativi all’assistenza fiscale prestata dal datore di lavoro.
Si tratta essenzialmente degli stessi dati che sono stati indicati nel Modello CUD 2003.
Qualora nel corso del 2002 sia intervenuta la cessazione del rapporto di lavoro prima che
fosse disponibile lo schema di certificazione CUD 2003 (approvato con Provvedimento
dell’Agenzia delle entrate pubblicato in G.U. il 5 dicembre 2002), 1 dati possono essere desunti
dal precedente modello di certificazione CUD 2002.
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• Imponibile;
• Ritenute;
• Ritenute sospese;
• Addizionale Regionale
• Addizionale regionale sospesa
• Imponibili anni precedenti;
• Ritenute operate anni precedenti.
CASI PARTICOLARI:
• Il contributo del 4% (INPS gestione separata) che il professionista addebita in
fattura al cliente deve essere assoggettato a ritenuta, in quanto facente parte del
compenso.
• Non deve invece essere assoggettato a ritenuta il contributo integrativo del 2%
dovuto alle casse di previdenza professionale, in quanto tale importo ha valenza
meramente previdenziale non facente parte dell’onorario:
• L’IVA corrisposta dal sostituto d’imposta al percipiente non deve essere indicato in
alcun punto.
IL PROSPETTO ST
Il prospetto ST non deve essere compilato dalle Amministrazioni dello Stato,
comprese quelle con ordinamento autonomo.
8.3. LA DICHIARAZIONE INTEGRATIVA E CORRETTIVA
Possibile sostituire anche singole comunicazioni o prospetti
Ai sensi dell’articolo 2, comma 8, del Dpr 322/1998 la correzione degli errori e
l’integrazione delle omissioni nelle dichiarazioni dei sostituti d’imposta, possono
effettuarsi, fatta salva l’applicazione delle sanzioni, mediante la presentazione di
una successiva dichiarazione.
Quest’ultima deve essere presentata entro il “termine per l’accertamento” di cui
all’articolo 43 del Dpr n. 600 del 1973, ossia entro il 31 di dicembre del quarto anno
successivo a quello di presentazione della dichiarazione originaria. Così, ad
esempio, l’errore commesso nel modello 770/2002 trasmesso entro il 30 Settembre
2002 (ad esempio, l’omessa indicazione di una comunicazione dati lavoro
autonomo) potrà essere corretto entro il 31 dicembre dell’anno 2006. Il nuovo
comma 8 dell’articolo 2 prevede che la dichiarazione integrativa possa presentarsi
anche in via telematica e non solo per il tramite di un ufficio postale.
8.3.1 MODELLO 770 INTEGRATIVO A FAVORE DEL SOSTITUTO
Con una diversa disposizione, recata dall’articolo 2, comma 8-bis, del Dpr 322/1998
è previsto che il sostituto d’imposta possa integrare a suo favore la dichiarazione
modello 770, per correggere errori od omissioni che abbiano determinato un
maggior debito o un minor credito d’imposta.
La casella “Dichiarazione integrativa” deve essere barrata in tutte le ipotesi previste dall’art.
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Percipienti non dichiarati Sanzione di lire 100.000 per ogni Art. 2.4
percipiente non dichiarato.
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MODULISTICA
I modelli da utilizzare per CUD e 770 devono essere conformi a quelli approvati con
Provvedimento agenzia delle entrate e sono reperibili annualmente con le relative
istruzioni sul sito www.agenziaentrate.it .
Approvazione dei modelli
Secondo l’art. I, comma 1, del D.P.R. n. 322/1998, come sostituito dall’art. 1, D.P.R.
435/2001, con decorrenza dal 2 gennaio 2002:
• la dichiarazione va redatta, a pena di nullità su stampati conformi a quelli approvati
con provvedimento amministrativo;
• i provvedimenti di approvazione dei modelli di dichiarazione dei sostituti d’imposta sono
emanati entro il 15 gennaio dell’anno in cui i modelli stessi devono essere utilizzati.
Modelli prelevati da Internet
I modelli approvati sono disponibili gratuitamente sul sito del Ministero delle finanze, e sono
utilizzabili a condizione che siano rispettate le caratteristiche tecniche di cui all’allegato al
decreto di approvazione.
E’ altresì possibile utilizzare i modelli prelevati da siti diversi da quello del Ministero delle
finanze, a condizione che:
• gli stessi abbiano le caratteristiche tecniche di cui al citato allegato;
• rechino l’indirizzo del sito dal quale sono stati prelevati c gli estremi del decreto di
approvazione.
SOTTOSCRIZIONE
I modelli devono essere sottoscritti, a pena di nullità, dal titolare o dal legale
rappresentante dell’ente. La nullità è sanata se si provvede alla sottoscrizione entro 30 g.
dall’invito da parte dell’Ufficio.
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DETRAZIONE D’IMPOSTA
Dichiarazione ai sensi e per gli effetti dell’art.23 del D.P.R. 29/9/73 n.600
Il/la sottoscritto/a………………………………
Nato/a il …………….. a ………………………
residente in………………………prov……….. Numero di codice fiscale
Via…………………………………… n……… ………………………………..
Stato civile (°): celibe/nubile coniugato/a divorziato/a
Separato/a legalmente vedovo/a
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non applicare applicare solo la deduzione di Euro 4.500 per la durata del
rapporto
Data In fede
__________________ ____________________________
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- Se il primo figlio, minore di tre anni, beneficia della detrazione prevista per il coniuge;
- Se il figlio ha diritto alla detrazione di Euro 516,46;
- Se il figlio ha diritto alla detrazione di euro 774,69 prevista per i figli portatori di
handicap.
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RIFERIMENTI NORMATIVI
LEGISLAZIONE PRASSI
ART. 53 Costituzione C.M. 9/1/1998 N. 3/E
D.P.R. 600 DEL 1973 Comunicato stampa 14 gennaio 2000
T.U.I.R. 917 DEL 1986 C.m. 17 maggio 2000 n. 98/E
art. 3 comma 190 L. 549/1995 Risoluzione 22 novembre 2000 n. 172/E
DPR 322/98 modificato dal DPR 435/1 C.M. 16 novembre 2000 n. 207/E
Art. 14 del D. LGS 471/1997 Circolare 19 maggio 2000 n. 101/E
D.Lgs. 18 dicembre 1997 n. 471 Nota Min.Finanze 21/9/1999 n. prot.
1999/150425
D.Lgs. 18 dicembre 1997 n. 472 Nota Min.Finanze 22/10/1999 n. prot.
1999/180757
D.Lgs. 18 dicembre 1997 n. 473 Circolare 24/1/2001 N. 16 inps
ART. 50 D.LGS 446/1997 Circolare Ministero delle Finanze n. 2/E
dell’Agenzia delle Entrate del 15/1/2003
D.lgs 506/1999 Circolare Ministeriale n. 15/E del 5/3/2003
Dlgs 360/1998
articolo 12 della legge 133/1999
Articolo 30, comma 14 della legge 488/1999
Articolo 28 della legge 342/2000 (collegato
2000)
Legge 289 del 27.12.2002
Art. 409 C.P.C.
Legge 14 febbraio 2003, n. 30 "Delega al
Governo in materia di occupazione e mercato del
lavoro", pubblicata sulle G.U. n.47 del 26
febbraio 2003, in vigore dal 13 marzo 2003
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BIBLIOGRAFIA
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2/1996, pag. 87
Il punto lavoro, Prontuario contributi, marzo 2003, Il sole 24 Ore ed..
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GIURISPRUDENZA
Per i rapporti di collaborazione coord. E econtinuativia
Cass. 3684 del 1975
Cass. 2918 del 1979
Cass. 5801 del 1982
Cass. N. 360 del 1984,
Cass. 2818 del 1986
Cass. S.U. 11 febbraio 1987, n.1463, in Mass. Giur. Lav., 1987, 98.
Cass. 25 luglio 1994, n.6919, in Giust. Civ. 1995, 3121.
Cass. 26 ottobre 1990, n.10382, MGL, 1991.
Cass. 24 marzo 1994, n.2936, MGL, 1994.
Cass. 18 novembre 1994, n.9775;
Cass. 5 ottobre 1983, n.5796;
Cass 4 dicembre 1980, n.6323.
Cass 26 luglio 1996, n.6752 prevede nel caso di mancata determinazione del compenso, che
questa venga operata equitativamente da parte del giudice tenendo conto del risultato
ottenuto e del lavoro normalmente necessario per ottenerlo.
Cass. 7 aprile 987, n.3400 e Cass. 21 marzo 1996, n.2420.
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