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Venezuela
(dettagli) (dettagli)
(ES) Dios y Federación
(IT) Dio e Federazione
Dati amministrativi
Politica
Forma di Repubblica
governo presidenziale federale
Indipendenza Dalla Spagna
5 luglio 1811
Ingresso 15 novembre 1945 1
nell'ONU
Superficie
Totale 916 445 km² (33º)
Popolazione
Totale 32816801[1] ab. (2019) (43º)
Densità 31 ab./km²
Geografia
Confini Guyana, Brasile, Colombia
Economia
Varie
TLD .ve
Sigla autom. YV
Evoluzione storica
Coordinate: 8°N 67°W (Mappa)
Indice
1Toponomastica
2Storia
o 2.1Epoca precolombiana
o 2.2Epoca coloniale
o 2.3Indipendenza
o 2.4La seconda guerra mondiale
o 2.5Il secondo dopoguerra
o 2.6Il governo bolivariano
3Geografia
o 3.1Morfologia
o 3.2Idrografia
o 3.3Isole
o 3.4Clima
4Popolazione
o 4.1Distribuzione e composizione
o 4.2La comunità italiana
o 4.3Religione
o 4.4Lingue
4.4.1Lingua ufficiale
4.4.2Lingue co-ufficiali
4.4.3Altre lingue
5Ordinamento dello Stato
o 5.1Suddivisioni storiche e amministrative
o 5.2Rivendicazioni territoriali
o 5.3Città principali (aree metropolitane)
o 5.4Istituzioni
5.4.1Università
5.4.2Ordinamento scolastico
5.4.3Sistema sanitario
5.4.4Forze armate
6Politica
o 6.1Politica interna
o 6.2Politica estera
7Economia
o 7.1Dimensione
7.1.1Agricoltura
7.1.2Allevamento
7.1.3Industria
7.1.4Crisi economica
o 7.2Moneta
o 7.3Esportazioni e importazioni
o 7.4Trasporti
o 7.5Turismo
8Ambiente
o 8.1La salvaguardia dell'ambiente
9Cultura
o 9.1Arte
o 9.2Letteratura
o 9.3Pedagogia
o 9.4Musica
o 9.5Televisione e Cinema
o 9.6Scienza e tecnologia
9.6.1Il Venezuela nello spazio
10Gastronomia
11Festività nazionali
12Sport
o 12.1Baseball
o 12.2Automobilismo
o 12.3Calcio
o 12.4Giochi olimpici
13Note
14Voci correlate
15Altri progetti
16Collegamenti esterni
Toponomastica[modifica | modifica wikitesto]
L'esploratore italiano Amerigo Vespucci.
Il 30 maggio 1498, nel corso del terzo viaggio di Cristoforo Colombo, una flotta di sei
imbarcazioni, al comando dell'ammiraglio genovese raggiunse le coste dell'attuale
Venezuela. Il 1º agosto, tre velieri toccarono le coste del Venezuela nei pressi dell'isola di
Trinidad. Entrarono nel Golfo di Paria, sulla foce del Serpente o Dragon's Mouth. Senza
saperlo, Cristoforo Colombo era giunto in Sud America. L'esploratore la battezzò con il
nome di Tierra de Gracia.
Il nome Venezuela è stato storicamente attribuito al navigatore italiano Amerigo
Vespucci che navigò sulla costa settentrionale del Sud America insieme ad Alonso de
Ojeda nel 1499, nel corso di una spedizione navale esplorativa che raggiunse la costa
nord-occidentale del paese, ora nota come Golfo del Venezuela. In quel viaggio,
l'equipaggio osservò le costruzioni degli indigeni erette su palafitte di legno fuori delle
acque. Tali costruzioni ricordarono a Vespucci la città di Venezia, e lo ispirarono
nell'attribuire il nome di Venezziola o Venezuola alla regione. Il termine che in italiano
rinascimentale aveva il significato di piccola Venezia, si trasformò successivamente in
spagnolo in Venezuela, nonostante ciò, molti anziani veneziani (e veneti) sono soliti
chiamarla con il nome rinascimentale[6].
Altre versioni, storicamente meno accreditate, affermano che il nome Venezuela sia di
origine indigena e non un diminutivo di Venezia. Tuttavia la prima versione rimane la più
ampiamente accettata come spiegazione sull'origine del nome del paese.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Storia del Venezuela.
Simón Bolívar, liberatore non solo del Venezuela, ma anche di Colombia, Panama, Ecuador, Bolivia e Perù.
Geografia[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Geografia del Venezuela.
Los Roques.
Popolazione[modifica | modifica wikitesto]
Distribuzione e composizione[modifica | modifica wikitesto]
Andamento della popolazione del Venezuela dal 1950 al 2020.
La popolazione è distribuita in forma molto poco omogenea sul territorio: circa l'85% degli
abitanti si concentra nelle città settentrionali e ben il 73% vive a meno di 100 chilometri
dalla costa. Al contrario, solo il 5% dei venezuelani vive nelle terre a sud del
fiume Orinoco, che pure rappresentano quasi la metà della superficie del paese.
In Venezuela non sono state effettuate, almeno in età contemporanea, rilevazioni ufficiali
di carattere etnico. Le stesse popolazioni indigene sono state censite esclusivamente sulla
base delle rispettive lingue autoctone d'uso. Risulta pertanto quanto mai problematico
addentrarsi in tale campo, lasciato all'iniziativa di una miriade di studiosi e di istituti di
ricerca privati la cui affidabilità lascia molto spesso a desiderare.
Generalmente si ritiene comunque che circa i due terzi della popolazione venezuelana
siano meticci o (più raramente) mulatti, nati dalla fusione secolare fra "bianchi" e "indios"
(meticci) o fra "bianchi e "neri" (mulatti). Non manca il prodotto di incroci fra neri e indios (i
cosiddetti zambos) e quello derivante, tempo addietro, da tutte e tre le etnie che popolano
il paese[22].
San Cristóbal.
Anno cens. 1873 1891 1920 1941 1971 1981 1990 2001
Popol. residente 1 784 194 2 323 527 2 362 985 3 850 771 10 721 522 14 516 735 18 105 265 23 232 553 2
Il Ministero degli affari esteri italiano calcola che, fra la fine della Seconda guerra
mondiale e l'inizio degli anni settanta del Novecento, siano immigrati in Venezuela oltre
250 000 italiani[26], che, in massima parte, si insediarono in forma permanente nel paese
latinoamericano. Tale corrente migratoria, che raggiunse le sue punte più alte negli
anni 1949 - 1960 (con oltre 220 000 emigrati[27]), diminuì drasticamente negli anni
sessanta del Novecento, per convertirsi in un fenomeno assolutamente marginale nei
decenni successivi in cui si sono verificati anche dei periodi con saldi positivi a favore
dell'Italia.
Secondo l'Ambasciata d'Italia a Caracas, sono poco meno di duecentomila (2005) gli
italiani residenti nel paese, cui vanno aggiunti altri ottocentomila loro discendenti,
considerando anche quelli di origini "miste", o forse più. Questi ultimi, per la normativa
locale, sono considerati venezuelani a tutti gli effetti essendo nati in Venezuela. A questa
poderosa colonia, costituita da circa un milione di membri, vanno aggiunti anche alcuni
italo-venezuelani di ascendenze italiche più lontane, come l'ex-presidente Jaime
Lusinchi (di origine corso-italiana), che governò il paese negli anni ottanta del Novecento.
Le zone che hanno accolto il maggior numero di immigrati provenienti dall'Italia sono
quelle centro-settentrionali e, in primo luogo, Caracas, la capitale (Distretto federale e
parte dello Stato Miranda), che riuniva, agli inizi degli anni settanta, i due terzi dell'intera
comunità (140 000 su 210 000 circa). Seguivano, nell'ordine, gli Stati Zulia (17 000 unità)
e Aragua (13 000 unità). Collettività di una certa consistenza erano presenti anche negli
Stati Bolívar (10 000), Lara (9 000) e Carabobo (8 500)[28].
L'immigrazione italiana in Venezuela fu di carattere quasi esclusivamente urbano, non
rurale o misto come in Argentina e Brasile, e coinvolse al 90% le regioni meridionali,
mentre in Argentina vi fu un forte apporto anche di liguri, piemontesi e friulani e in Brasile
di veneti. Attualmente molti oriundi italiani, fra cui prevalgono ormai quelli di seconda e
terza generazione, occupano posizioni sociali ed economiche di primaria importanza in
Venezuela.
Religione[modifica | modifica wikitesto]
La libertà religiosa è garantita dalla Costituzione. La gran maggioranza dei venezuelani
sono di fede cristiana e in particolare cattolica (oltre il 90%), seguiti dai protestanti (2%
solamente)[29] e gli ortodossi (meno dell'1%). I musulmani rappresentano meno dello 0,5%
sulla popolazione totale. Trascurabili le minoranze induiste, buddiste e di altre confessioni
religiose.
Numericamente esigua (fra i 16 000 e i 35 000 fedeli, a seconda delle rilevazioni), ma
importante sotto il profilo economico e finanziario, è la comunità di
religione ebraica presente nel paese. A Caracas è concentrato circa il 40% dei fedeli, ma
gruppi più o meno consistenti si possono trovare anche a Maracaibo, Maracay, Puerto La
Cruz, Porlamar e altre città venezuelane. Dalla fine degli anni novanta del Novecento molti
rappresentanti della comunità ebraica hanno lamentato atteggiamenti di intolleranza, se
non proprio di antisemitismo, nei propri confronti[30]. La responsabilità viene imputata al
presidente Chávez, che da parte sua ha sempre respinto tali accuse giudicandole prive di
fondamento. Il motivo per cui spesso è stato accusato di antisemitismo nasce dalle sue
critiche alla nazione di Israele (anche se in tal caso si tratta di antisionismo), nate anche
per la sua solidarietà alla Palestina, il suo noto antimperialismo e le sue amicizie con
i leader di Paesi come Iran e Siria, noti avversari di Israele.
Lingue[modifica | modifica wikitesto]
Lingua ufficiale[modifica | modifica wikitesto]
La lingua ufficiale è lo spagnolo, che presenta numerose affinità con quello parlato
nei Caraibi (Cuba, Repubblica Dominicana, Porto Rico, ecc.) e alcune differenze con
quello della madre-patria ispanica, soprattutto di carattere fonetico e lessicale. Va messo
in evidenza che quanto più alto è il livello socio-culturale del parlante venezuelano tanto
più tali differenze si riducono, mentre nel caso contrario si accentuano.
Per quanto riguarda la fonetica le differenze più salienti fra lo spagnolo-venezuelano e
quello peninsulare sono quattro:
Gli stati, a loro volta, sono divisi in comuni (municipios) e nel caso del distretto della
capitale e delle dipendenze federali in dipartimenti (departamentos). I comuni in
Venezuela rappresentano in realtà delle entità territoriali intermedie fra le province e i
comuni italiani o spagnoli e si possono, sotto taluni aspetti, comparare
agli arrondissement francesi. Sono infatti solo 335 ripartiti in forma diseguale fra gli Stati. Il
Táchira, che ha una superficie di 11 100 km² e 1 155 000 abitanti circa (stima 2006) si
articola in 29 municipios; in cambio il Lara, con un'estensione territoriale e una
popolazione ben superiori (19 800 km² e 1 760 000 abitanti circa, sempre secondo le
stime del 2006) ne possiede solo 10. I municipios si suddividono ulteriormente in
parrocchie (parroquias), le quali non sempre coincidono con un unico nucleo urbano
principale e il proprio territorio di pertinenza. Le città più popolose ed estese sono infatti
ripartite generalmente fra più parroquias, mentre spesso una sola parroquia può contenere
diverse località abitate.
Stati, con le superfici e le popolazioni relative (stima del 2007):
Istituzioni[modifica | modifica wikitesto]
Università[modifica | modifica wikitesto]
La più antica università del Venezuela venne fondata il 22 dicembre 1721: si tratta
dell'Università Centrale del Venezuela, istituita mediante un certificato emesso da
re Filippo V di Spagna; inizialmente, però, era stato istituito, nel 1673, il Collegio del
Seminario di Caracas.
Ordinamento scolastico[modifica | modifica wikitesto]
Recenti programmi per lo sviluppo prevedono che entro qualche anno il tasso
di alfabetizzazione del Venezuela raggiungerà il 99%. Ciò significherebbe un grande
passo avanti: solo negli anni novanta, quest'ultimo sfiorava il 90% [32].
Tasso di alfabetizzazione: 95.2% adulti e 98.4% giovani (su un totale di 29 milioni di
persone, dati del 2011[33][34][35]).
Studenti universitari: 550 783.
L'obbligo scolastico è fino a 15 anni e i livelli di scuola sono: prescolare, basica (o
primaria), secondaria (o diversificata) e superiore. Sono regolamentate dalla Ley Orgánica
de Educación che conferisce l'obbligo scolastico dai 6 ai 15 anni. Alcune delle università
pubbliche più rinomate in Venezuela sono: l'Università Centrale del Venezuela (UCV)
(fondata nel 1721) a Caracas, la Universidad de los Andes (ULA) (f. 1785) a Mérida,
la Universidad de Carabobo (UC) (f. 1892) a Valencia, l'Università Simón Bolívar (USB) (f.
1967), la Universidad del Zulia (LUZ) a Maracaibo, la Universidad Nacional Experimental
Francisco de Miranda (UNEFM) (f. 1977) a Falcón, e la Universidad de Oriente.
Sistema sanitario[modifica | modifica wikitesto]
Il Venezuela ha un sistema sanitario universale nazionale. La speranza di vita alla nascita
è di 74,2 anni, mentre la mortalità infantile si attesta sui 20 morti ogni mille abitanti[36],
inferiore comunque alla media Sudamericana. La malnutrizione infantile (definita come
arresto della crescita nei bambini sotto i cinque anni) si attesta al 17%. Secondo le Nazioni
Unite, il 32% dei venezuelani manca di servizi igienici adeguati [37], soprattutto quelli che
vivono nelle zone rurali. Le malattie gravi più comuni sono il tifo, la febbre gialla, il colera,
l'epatite A, B e D[38]. Il Venezuela ha un totale di 150 impianti per il trattamento delle acque
reflue. Tuttavia, ancora il 13% della popolazione non ha accesso all'acqua potabile [39].
Forze armate[modifica | modifica wikitesto]
Nel 2016 si stimava che il Venezuela disponesse di 115 000 soldati, 192 carri armati, 277
aerei militari, 6 fregate, 4 corvette, 2 sottomarini e 7 navi per la difesa costiera. Secondo la
stessa stima, la potenza generale delle forze armate venezuelane ne fa il 45º stato in una
classifica di 133 paesi[40]. Esistono sei forze armate indipendenti. La sua marina militare è
denominata Armada Bolivariana, analogamente l'esercito è Ejército Nacional de la
República Bolivariana de Venezuela, mentre l'aeronautica è denominata Aviación Militar
Nacional Bolivariana.
Politica[modifica | modifica wikitesto]
Questa voce o sezione tratta di eventi in corso o di immediata attualità.
La politica estera del Venezuela è naturalmente cambiata nel corso della storia a seconda
degli orientamenti politici dei propri governanti. All'inizio del XX secolo il Venezuela ebbe
alcune tensioni con le potenze europee e con gli Stati Uniti a causa del debito estero.
Durante la seconda guerra mondiale si mantenne neutrale fintanto che decise di
appoggiare gli Alleati. Con la Costituzione del 1961 e dopo aver avuto buoni rapporti con
gli USA e con alcune dittature negli anni cinquanta, Rómulo Betancourt eletto
democraticamente nel 1959, decide di avere rapporti solo con gli stati chiaramente
democratici. Il Venezuela ha una lunga storia di rivendicazioni territoriali
con Guyana e Colombia; con quest'ultima la disputa cominciò addirittura dai tempi della
dissoluzione della Gran Colombia, per il Golfo del Venezuela, dove pare esistano discreti
giacimenti petroliferi, e che portò nel 1987 alla crisi della corvetta ARC Caldas che rischiò
di scatenare un conflitto armato[46]. Ancora nel 2007 i due paesi cercarono di negoziare e
concordarono di proseguire successivamente la questione irrisolta sul golfo [47].
Con il colpo di Stato del 2002 tentato ai danni di Hugo Rafael Chávez Frías, presidente del
Venezuela dal 1999, i rapporti in politica estera del Venezuela sono decisamente cambiati.
Chávez si è sempre mosso in politica estera seguendo due importanti direttrici: il
consolidamento dell'OPEC (ricordiamo a tale proposito che il petrolio è alla base
dell'economia venezuelana) e un'integrazione maggiore dell'America Latina da realizzarsi
attraverso l'Unasur e l'Alba (Alternativa Bolívariana para América Latina y el Caribe),
senza cioè l'intermediazione e il patronato degli Stati Uniti d'America. Tale politica ha
progressivamente allontanato il Venezuela dagli Stati Uniti d'America avvicinandolo
sempre più a Cuba e ad alcuni paesi latinoamericani
(Argentina, Brasile, Ecuador, Bolivia e Nicaragua, in particolare).
Il Venezuela è uno degli stati fondatori, insieme all'Argentina e al Brasile, della Banca del
Sud e partecipa al suo capitale con 4 000 milioni di dollari[48][49].
Economia[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Economia del Venezuela.
Dimensione[modifica | modifica wikitesto]
Questa voce o sezione tratta di eventi in corso o di immediata attualità.
A partire dal 2013 l'economia venezuelana ha subito un calo degli indici macroeconomici,
inaugurando un periodo di recessione e di crisi. L'origine di questa caduta è una
combinazione di problemi strutturali dell'economia venezuelana e la forte influenza esterna
della crisi finanziaria globale, con la caduta dei prezzi del petrolio. Nel 2014, il PIL ha
avuto una variazione -4,3%, -7,1% nel 2015, -18,6% nel 2016. Particolarmente difficile
la crisi in Venezuela si manifesta in un forte aumento della disoccupazione, con un tasso
di disoccupazione del 14% nel primo trimestre del 2015 secondo i dati di INE.
La nazione è al primo posto dal 2013 al 2019 secondo l'indice di miseria, somma di
inflazione e disoccupazione, che è una misura del malessere di un paese.
La discesa del prezzo del petrolio nel 2015 e nel 2016 ha colpito duramente il paese, che
basa buona parte della sua economia sulle esportazioni petrolifere. Fattori climatici avversi
hanno causato una carenza di elettricità nel paese, in gran parte di origine idroelettrica.
Per far fronte alla mancanza di elettricità, il governo di Maduro in aprile 2016 ha
incominciato a razionare l'uso dell'elettricità [50] e ha ridotto la settimana lavorativa, per i
dipendenti pubblici, a martedì e a giovedì [51].
Moneta[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Bolívar venezuelano.
Paese % Paese %
17,5
Cina Cina 13,20
0
12,7
Colombia Brasile 9,90
0
26,7
Altri Altri 27,90
0
Fonte: INE, 2012[55] / CIA World Factbook[56]
Trasporti[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Trasporti in Venezuela.
Ambiente[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Parchi nazionali del Venezuela.
Mappa delle aree naturali protette del Venezuela.
Cultura[modifica | modifica wikitesto]
Il joropo, in un disegno del 1912 di Eloy Palacios.
Gastronomia[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Cucina venezuelana.
La cucina venezuelana, grazie alla sua diversità di risorse industriali e culturali, offre una
grande diversità culinaria da una regione all'altra. La cucina tradizionale, come quella
moderna, è stata influenzata dalla popolazione indigena e dai suoi discendenti europei
(italiani, spagnoli, portoghesi e francesi) [66], e anche dalle tradizioni dei nativi americani e
degli africani. Gli alimenti base includono il mais, il riso, banane, patate, fagioli e diverse
tipologie di carne. Anche i pomodori, le cipolle, le melanzane, le zucche e le zucchine
sono molto comuni nella dieta venezuelana.
19 Dichiarazione Declaración de
aprile d'indipendenza independencia
24
Battaglia di Carabobo Batalla de Carabobo
giugno
Sport[modifica | modifica wikitesto]
Questa voce o sezione sull'argomento sport non cita le fonti necessarie o
quelle presenti sono insufficienti.
Il primo atleta a vincere una medaglia d'oro olimpica per il Venezuela fu Francisco
Rodríguez, nel pugilato, ai Giochi olimpici di Città del Messico 1968.
Note[modifica | modifica wikitesto]
1. ^ (EN) Venezuela Population (LIVE) (htmal), Instituto Nacional de
Estadistica. URL consultato il 3 agosto 2019.
2. ^ (EN) Population growth rate, su CIA World Factbook. URL consultato
il 18 ottobre 2017.
3. ^ Salta a:a b c d e f (EN) World Economic Outlook Database, April 2019,
su IMF.org, Fondo Monetario Internazionale. URL consultato il 23 maggio
2019.
4. ^ (EN) 2016 Human Development Reports, UNDP.org. URL consultato il
18 ottobre 2017.
5. ^ (EN) Fertility rate, total (births per woman), WorldBank.org. URL
consultato il 18 ottobre 2017.
6. ^ Nombre de Venezuela Revista Bibliográfica de Geografía y
Ciencias Sociales Universidad de Barcelona
7. ^ Freddy Dominguez, Napoleon Franceschi G., Historia general de
Venezuela (PDF), nfghistoria.net, 2010. URL consultato il 21 giugno
2013 (archiviato dall'url originale il 5 gennaio 2012).
8. ^ Salta a:a b Época Precolombina Archiviato il 1º maggio 2013
in Internet Archive. viajandoporvenezuela.com
9. ^ Salta a:a b c Historia de Venezuela americas-fr.com
10. ^ Chi ha mandato in rovina il Venezuela, Internazionale SpA, 30
novembre 2018. URL consultato il 19 gennaio 2019.
11. ^ (EN) Free exchange - How Chávez and Maduro have
impoverished Venezuela, The Economist, 6 aprile 2017. URL
consultato il 18 ottobre 2017.
12. ^ In Venezuela inflazione mostruosa, Il Sole 24 Ore.
13. ^ (ES) Daniel García Marco, La dieta de Maduro te pone duro,
su www.bbc.com, BBC Mundo Caracas, 12 settembre 2016. URL
consultato il 10 novembre 2017.
«Con una mezcla de resignación y humor, muchos venezolanos se
refieren a las carencias alimentarias que vive el país en los últimos
meses como la "dieta Maduro".».
14. ^ Salta a:a b Maria Zuppello per LookOutNews.it, Venezuela: il colpo di
Stato di Maduro, spiegato bene, Panorama, 1º aprile 2017. URL
consultato il 18 ottobre 2017.
15. ^ Omero Ciai, Venezuela, esautorato il Parlamento: pieni poteri a
Maduro, in Le Inchieste de La Repubblica, Gruppo La repubblica e
l'Espresso - GEDI, 30 marzo 2017. URL consultato il 7 aprile 2019.
16. ^ Stefano Cagelli, Maduro vince le "elezioni farsa". Il Venezuela
sempre più a picco, in Democratica - Sito d'informazione
democratica, Democratica Srl, 21 maggio 2018. URL consultato il 7 aprile
2019 (archiviato dall'url originale il 7 aprile 2019).
17. ^ Adele Lapertosa, Le elezioni farsa per fare vincere maduro.
L'opposizione: "chi vota per lui riceve cibo"., in Il Fatto Quotidiano,
Società Editoriale Il Fatto SpA, 20 maggio 2018. URL consultato il 7
aprile 2019.
18. ^ Rossana Miranda, Venezuela, gli altri “candidati” della farsa
elettorale di Maduro, in Analisi commenti e scenari - Formiche.net,
Formiche- base per altezza Srl, 15 maggio 2018. URL consultato il 7
aprile 2019.
19. ^ (IT) Andrea Martire, Maduro vince le elezioni farsa e governerà
altri sei anni, su www.ilcaffegeopolitico.org, Il Caffè Geopolitico -
Associazione Culturale, 21 maggio 2018, p. 72778. URL consultato il 7
aprile 2019.
«Maduro non ha voluto consentire osservatori occidentali in quanto
"non necessario"».
20. ^ Andrea Muratore, L'ultima farsa delle elezioni: 10 volte Maduro
sulla scheda, in Edizioni continue sciolte, Il Giornale On Line S.r.l.,
11 maggio 2018.
21. ^ (ES) Venezuela es el país con más áreas protegidas en el mundo,
Agencia Bolivariana de Noticias, 26 ottobre 2006. URL consultato il 19
ottobre 2017.
22. ^ D'Ambrosio, B. L'emigrazione italiana nell Venezuela. Edizioni
"Università degli Studi di Genova". Genova, 1981 (Aspectos etnico-
somaticos de la poblacion venezolana en 1981)
23. ^ Salta a:a b AA.VV. Calendario Atlante De Agostini 2008, Novara,
Istituto Geografico De Agostini Ed., 2007, pag. 1091
24. ^ Anthony Faiola, The crisis next door, 9 marzo 2018.
25. ^ La più grande crisi migratoria di cui non avete sentito parlare, in Il
Post, 9 marzo 2018.
26. ^ Per l'esattezza gli immigrati furono, fra il 1946 e il 1970, 252 248.
Cfr. Vittorio Briani, Il lavoro italiano oltremare, Roma, Ministero degli
affari esteri Ed., 1975, pag. 127
27. ^ Esattamente 220 547. Cfr. Vittorio Briani, Il lavoro italiano
oltremare, Roma, Ministero degli affari esteri Ed., 1975, pag. 127
28. ^ Tutti i dati sulla distribuzione per stato degli immigrati italiani,
compresi quelli relativi al Distretto Federale e alla città di Caracas
sono tratti da Vittorio Briani, Il lavoro italiano oltremare, Roma,
Ministero degli affari esteri Ed., 1975, pag. 128
29. ^ Per l'esattezza i cattolici rappresentano il 92,7% della popolazione
e i protestanti il 2%. Cfr. i dati statistici riportati dal Calendario
Atlante De Agostini 2008 (pag. 1091), Novara, Ed. Istituto
Geografico De Agostini, 2007
30. ^ Sito: Focus on Israel (Articolo del Corriere della Sera del 6
febbraio 2008)
31. ^ Stime relative al 2009. Cfr. il World Gazetteer Archiviato il 22
maggio 2011 in Internet Archive.
32. ^ Misión Robinson I fortaleció sistema educativo
venezolano[collegamento interrotto]
33. ^ UNESCO Institute for Statistics
34. ^ Portada — Venezolana de Televisión Archiviato il 12 gennaio
2010 in Internet Archive.
35. ^ Unesco: Venezuela está cerca de lograr objetivos en educación
tras 10 años de buenos resultados | Noticias de Maracaibo y
Sucesos del Zulia 24 horas al dia en Venezuela Archiviato il 14
luglio 2011 in Internet Archive.
36. ^ The world-factbook-Venezuela, CIA. URL consultato il 19 ottobre 2017.
37. ^ Venezuela Unicef.org
38. ^ Venezuela: Essential Information The Guardian
39. ^ Hugo Rafael Chávez Frías, Cumpliendo las metas del
milenio (PDF), República Bolivariana de Venezuela – Gabinete
Social, 2004, ISBN 980-6456-12-2 (archiviato dall'url originale l'11 maggio
2011).
40. ^ (EN) 2017 Venezuela Military Strength,
su GlobalFirePower.com. URL consultato il 19 ottobre 2017.
41. ^ Secondo la Articolo 2 della Constitución de la República
Bolivariana de Venezuela
42. ^ Secondo l'articolo 3 della Constitución de la República Bolivariana
de Venezuela
43. ^ Secondo gli articoli 5,7 e 226 della Constitución de la República
Bolivariana de Venezuela
44. ^ Secondo gli articoli 4, 16, 136 della Constitución de la República
Bolivariana de Venezuela
45. ^ Secondo l'articolo 6 della Constitución de la República Bolivariana
di Venezuela
46. ^ Historia de los problemas limítrofes de Venezuela Archiviato il 22
ottobre 2013 in Internet Archive. Redio Fe y Alegría
47. ^ A punto de resolverse diferendo limítrofe entre Colombia y
Venezuela por áreas marinas y submarinasguia.com.ve
48. ^ (EN) South American leaders sign agreement creating South
Bank, in MercoPress, 27 settembre 2009. URL consultato il 19 ottobre
2017.
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