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FC Internazionale Milano
Calcio
Segni distintivi
Uniformi di gara
Casa Trasferta Terza divisa
Simboli Biscione
Dati societari
Città Milano
Nazione Italia
Confederazione UEFA
Federazione FIGC
Campionato Serie A
Fondazione 1908
Palmarès
Scudetti 18
Trofei nazionali 7 Coppe Italia
5 Supercoppe italiane
Stagione in corso
Indice
1Storia
2Cronistoria
3Colori e simboli
o 3.1Colori
o 3.2Simboli ufficiali
3.2.1Stemma
3.2.2Inno
4Strutture
o 4.1Stadio
o 4.2Centro di allenamento
5Società
o 5.1Organigramma societario
o 5.2Sponsor
o 5.3Impegno nel sociale
o 5.4Settore giovanile
6Diffusione nella cultura di massa
7Allenatori e presidenti
o 7.1Allenatori
o 7.2Presidenti
8Calciatori
o 8.1Hall of Fame
o 8.2Maglie ritirate
o 8.3Contributo alle nazionali di calcio
9Palmarès
o 9.1Competizioni nazionali
o 9.2Competizioni internazionali
o 9.3Competizioni giovanili
10Statistiche e record
o 10.1Partecipazione ai campionati
o 10.2Statistiche di squadra
o 10.3Statistiche individuali
11Tifoseria
o 11.1Storia
o 11.2Gemellaggi e rivalità
12Organico
o 12.1Rosa 2020-2021
o 12.2Staff tecnico
13Attività polisportiva
14Note
15Bibliografia
o 15.1Libri
o 15.2Pubblicazioni varie
16Videografia
17Voci correlate
18Altri progetti
19Collegamenti esterni
Storia
Lo stesso argomento in dettaglio: Storia del Football Club Internazionale Milano.
L'Inter – all'epoca denominata Ambrosiana per ragioni politiche – vincitrice del primo titolo italiano nell'era
del girone unico
Il Football Club Internazionale nacque la sera del 9 marzo 1908 al ristorante "Orologio" di
Milano per iniziativa di un gruppo di soci dissidenti del Milan Football and Cricket Club,
contrari al divieto imposto dal club rossonero di arruolare calciatori di nazionalità straniera.
[2][10][11]
Giorgio Muggiani, uno dei 44 fondatori del nuovo club, scelse i colori che ne
avrebbero caratterizzato il logo societario: il nero e l'azzurro del cielo stellato, a
rappresentare anche simbolicamente la rottura rispetto al passato. Giovanni Paramithiotti,
un altro dei soci fondatori, fu scelto come presidente, lo svizzero Hernst Marktl passò
invece alla storia come il primo capitano dei nerazzurri. [12] Già due anni dopo la
fondazione, nella stagione 1909-10, arrivò il primo titolo nazionale, conquistato sotto la
guida di Virgilio Fossati — nella doppia veste di giocatore e allenatore — e la presidenza
di Carlo De Medici. A questo successo seguirono risultati deludenti, fino allo scoppio
della prima guerra mondiale che costrinse il campionato italiano a fermarsi.
Alla ripresa del torneo dopo la fine del conflitto, nella stagione 1919-20, la squadra
allenata da Francesco Mauro e Nino Resegotti centrò il suo secondo titolo nazionale. Nel
1928, per venire incontro alle direttive del regime fascista, la società nerazzurra fu
costretta a fondersi con l'Unione Sportiva Milanese e cambiare denominazione in Società
Sportiva Ambrosiana per ragioni politiche. Due anni dopo, nella stagione 1929-30,
l'Ambrosiana vinse il primo campionato italiano disputato a girone unico, conquistato sotto
la guida dell'ungherese Árpád Weisz, che a 34 anni divenne il tecnico più giovane a
laurearsi campione.[13] Intanto nel 1932, su iniziativa del presidente Ferdinando Pozzani, il
club cambiò nuovamente denominazione e divenne noto come Ambrosiana-Inter. Il quarto
tricolore venne conquistato nella stagione 1937-38 con Armando Castellazzi in panchina,
mentre la successiva gestione dell'austriaco Tony Cargnelli portò in bacheca la
prima Coppa Italia della storia interista, nell'annata 1938-39,[14][15][16] e il quinto scudetto in
quella 1939-40. Nel 1942, mentre la seconda guerra mondiale era ancora in corso, fu
nominato presidente Carlo Masseroni, il quale nel 1945 annunciò il ritorno all'antica
denominazione di Internazionale.[17]
La Grande Inter di Helenio Herrera festeggia la vittoria della Coppa dei Campioni 1964-65, la seconda della sua
storia
La squadra dovette attendere fino alla prima metà degli anni 1950 per tornare a
primeggiare in Italia: guidata in panchina da Alfredo Foni, l'Inter vinse lo scudetto sia nella
stagione 1952-1953 che in quella 1953-1954, centrando un'inedita doppietta tricolore. Nel
1955 la società fu acquistata dal petroliere Angelo Moratti che, dopo i primi risultati non
all'altezza delle aspettative, nella stagione 1960-61 scelse di affidare la panchina
all'argentino Helenio Herrera: fu l'inizio dell'epopea della Grande Inter, una formazione
leggendaria che nel giro di quattro anni vinse tre scudetti — compreso quello
della stella nel 1965-66 — due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali.[18] La
prima Coppa dei Campioni fu conquistata nel 1963-64, superando nella finale
di Vienna il Real Madrid, la seconda arrivò invece l'anno dopo sconfiggendo a San
Siro il Benfica. I due successi continentali furono seguiti in entrambi i casi
dall'affermazione mondiale, con l'Inter capace di vincere la Coppa Intercontinentale sia
nel 1964 (diventando così la prima squadra italiana a riuscirci) che nel 1965, superando in
ambedue le occasioni l'Independiente.
Il 1968 segnò la fine di un ciclo, con Moratti che decise di passare la mano ad Ivanoe
Fraizzoli. Sotto la sua presidenza, l'Inter tornò a vincere lo scudetto nella stagione 1970-
71, guidata in panchina da Giovanni Invernizzi che divenne il primo tecnico nerazzurro a
conquistare il titolo nazionale da subentrante. [19] Nel 1977 fu ingaggiato Eugenio Bersellini,
che rimase sulla panchina interista per cinque stagioni vincendo due Coppe Italia
nel 1977-78 e nel 1981-82 e uno scudetto nel 1979-80.[19]