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Plauto fra teatro greco e superamento della farsa italica. Proposta di un modello triadico
Author(s): Gregor Vogt-Spira
Source: Quaderni Urbinati di Cultura Classica, New Series, Vol. 58, No. 1 (1998), pp. 111-135
Published by: Fabrizio Serra editore
Stable URL: http://www.jstor.org/stable/20546532 .
Accessed: 22/10/2011 12:35
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Plauto fra teatro greco e superamento della farsa it?lica.
un modello
Proposta di triadico*
Gregor Vogt-Spira
*
Questo contributo risale ad una conferenza tenuta presso le Universit? di Pavia e
di Siena. cordialmente i Giancarlo Mazzoli e Mauri
Ringrazio colleghi, particularmente
zio Bettini, per il gentile invito e l'ospitalit? offertami. Per la traduzione italiana son?
molto a Raffaella Petaccia.
grato
1 Cfr.
Gentili (1979a), p. 91: "Horace's lines are perhaps inspired by uncompro
mising classicism, of the particular values of archaic
incapable comprehending
culture".
2 Nel senso di J. Goody, Literacy in Traditional Societies, Cambridge 1968,
passim.
112 G. Vogt-Spira
3
Diversamente ora Harris 149-174 con la discussione
(1989), pp. complemen
tare in Humphrey (1991). Cfr. inoltre Vogt-Spira (1994), p. 518 s.
4 II concetto
secondo H. G. Gadamer, Wahrheit und Methode, T?bingen 1960
Con a Plauto
("Erwartungshorizont"). particolare riguardo Handley (1975), soprat
tutto p. 118. Inoltre Anderson was com
(1993), programmaticamente p. 136: "Plautus
his comedies in a time and place and for a specific audience, and so the
posing specific
Roman connection is as as, if not more than, the Greek
important important
connection".
5 Fraenkel i giudizi sui procedimenti vanno
(1960), passim-, espressi plautini
spesso molto oltre le riserve estetiche di Fraenkel.
6
Su questo duecento anni fa F. A. Wolf ha enunciato un ancora
(1795) principio
valido "Nondum enim eiecta et est eorum
oggi (cap. 12, p. XLIII): prorsus explosa ratio,
et Callimachum et et Nonnum et Miltonum
qui Homerum Virgilium eodem animo le
peculiarit?.
Non ? affatto vero che i Romani non avessero ancora conosciuto il
teatro delPistituzione del dramma letterario. Al contrario Roma
prima
possiede gi? molto prima delFintroduzione del sistema letterario greco
una tradizione teatrale aut?ctona dal sostanziale carattere di improv
visazione. Il famoso capitolo 7, 2 di Livio colloca Fistituzione degli
teatrali nelF anno 364 a.C. e lo succes
spettacoli registra per sviluppo
sivo anche una parziale redazione scritta, tutto questo prima della in
troduzione del dramma letterario nel 240 a.C. con Livio Andronico. E
stato a dibattuto se Fevoluzione descritta in questo passo da Li
lungo
vio risponda a realt?; tuttavia, dal momento che erano a disposizione
elenchi di awenimenti importanti dal punto di vista istituzionale,
come ad es. atti edili, i fatti possono essere considerati
gli degli singoli
storicamente credibili . Inoltre esiste un importante indizio delFesi
stenza di tradizioni teatrali romane in et? arcaica, risalenti probabil
mente fino al V sec: la m?trica dei versi drammatici alFinizio della
letteratura latina era, al contrario delFesametro, talmente ben svilup
pata da
lasciar concludere con sicurezza che doveva essere in uso
gi?
da alcuni secoli 8.
A Roma il teatro dinon scompare con Fistitu
improwisazione
zione del teatro
letterario, ad ma continua
essere coltivato. Una delle
sue ? Fatellana, una farsa
espressioni principali popolare originaria
della citt? osea di Atella, che soltanto nel I sec?lo a.C. viene fissata in
forma scritta. Plauto stesso era probabilmente in origine un attore di
atellana 9. Un'altra forma di rappresentazione destinata a
soprawi
vere ? costituita dal mimo, di cui Cicerone biasimava Festemporaneit?
della composizione 10. Tenendo presente che tali spettacoli di improv
In particolare sulla letteratura latina cfr. Gentili p. 45 s.: "The methods that the
(1979),
authors of the Roman period used in adapting Greek models are not to be judged by pu
criteria, as if they were the works of scholars who wrote for a restricted
rely literary pu
blic of cultured and erudite people. Their interest lay essentially in satisfying popular
demands".
7A
lungo ? stato valido il giudizio di Leo (1960), p. 295, "[...] dass das italische
Volksleben zwar die Elemente besass, aus denen eine dramatische
eigene Dichtung
h?tte hervorwachsen k?nnen, dass aber die Italiker sowenig wie die Griechen dorischen
Stammes diese Keime zur haben".
(Epicharm ausgenommen) Entwickelung gebracht
Sulla attendibilit? di Livio ora P.L. Schmidt (1989).
8 Drexler
(1982), p. 7; Rix (1989); Maurach (1989).
9
Cfr. Gratwick (1973).
10
Cael. 27, 64 s. Cfr. anche Flor. 18: mimus halucinatur.
Apul.
114 G. Vogt-Spira
visazione non
scompaiono tutt' a un diviene
tratto, chiara la reale si
tuazione in cui le palliate venivano recepite: le aspettative di gran
parte del pubblico erano fortemente condizionate dal teatro di im
non erano abituati alia raffinatezza di
prowisazione; gli spettatori
prodotti letterari tardi, ma ad una comicit? pi? forte e immediata, in
cui ben poca avevano una trama finemente ricercata o
importanza
Fintrospezione dei caratteri n. Quanto fosse necessario anche per gli
autori di palliate il ricorso a stimoli pi? forti ? dimostrato dal doppio
fallimento delVHecyra di Terenzio: la commedia era evidentemente
troppo diversa e sommessa, tanto che per due volte il pubblico le pre
fer? i ben attraenti di funamboli e
pi? spettacoli pugili, gladiatori12.
Che qui si tratti di un gen?rale fen?meno di gusto attestano i Jtavxo?
y?XcuTO? a^LOt KQ?y\iaxa, di cui riferisce Polibio, che L. Anicius, corne
15
una con
Paratore (1957), p. 20. Cfr. anche
Lejay (1911), che considera Plauto
tinuazione in latino della commedia dellTtalia m?ridionale "Nous vo
greca (p. lxxxi):
les divers de drame introduits par des m?ridionaux. Plaute ne fait
yons genres probable
ment en latin un genre sous sa forme
que continuer de spectacle qui l'a distrait grec
Duckworth una "There seems
que". (1952), p. 394 propone esplicita tripartizione:
every for the conclusion that the chief of Plautine were
justification ingredients comedy
three in number: the Greek the preliterary dramatic forms of central and sou
originals,
thern own contributions to the Altre di simili dichiara
Italy, and Plautus' genre". prove
zioni di principi essere f?cilmente.
possono reperite
16 cfr. Koch-Oesterreicher
Sui fondamenti metodologici (1985).
17
Nel senso del "undeniable fact made them the Roman
[...]: Plautus [sc. groun
dlings] laugh. And the laughter was Roman", ricordato da Segal (1968), p. 7.
18
Poet. 6,1450a 7-12. Io mi limito alle prime quattro parti qualitative: nvfro?, f^-0-ri
Xi:?i? e ?uxvoia; in un contesto essere prese in considerazione
pi? ampio possono profi
cuamente anche la quinta e la sesta oiju? e jieXojioi?a. So
per la presente questione parte:
prattutto l'ultimo punto risultare utile, sulla base delle forti anomalie metriche
potrebbe
della commedia alia Commedia Nuova; a tal fine si dovrebbe
plautina rispetto impie
una m?trica come delineata da Zimmermann
gare interpretativa quella (1987).
116 G. Vogt-Spira
19
Jachmann (1936), p. 37.
Plauto fra teatro greco e superamento della farsa it?lica 117
a - e un
tinuare questo punto il dialogo? al tempo stesso introduce pi?
scambio di battute tra i due schiavi, rimasti fino a mo
lungo quel
mento in disparte, sul tema del lavoro notturno.
Alla base delFintero troviamo una struttura ago
dialogo dunque
nale, nonostante i due innamorati abbiano un desiderio comune. Il
20
Su questo ora in modo esauriente Wallochny (1992).
21 Pers. 223. Al ancora in
significato giuridico, che Cicerone trapela pi? volte (Att.
6, 1, 22; 16, 7, 6), rimanda Beede (1949), p. 361. Sulla regola fondamentale del par
pari responder? Wallochny (1992), p. 65 s.
22
Cfr. Merkelbach (1956).
23 Inst. or.
6, 3, 47 (la congettura di Teuffel obscena per il tr?dito obscura non ?
necessaria). Cfr. anche Frassinetti (1953), p. 91.
24
Cfr. Baldinger (1984 e 1984a).
118 G. Vogt-Spira
Le. ere, salve, sed num fumus est haec mulier quam ample
xare?
Arg. Le quia oculi sunt tibi lacrumantes, eo rogavi.
quidum?
drammaturgia.
Esigenza fondamentale nelFideazione di un pezzo teatrale, sia
esso scritto oppure ? la continuit? delle vicende che si
improwisato,
sulla scena. studi si ? soliti
rappresentano Negli plautini distinguere
fra parti che fanno avanzare Fazione e
parti in cui Fazione non pro
cede. Diamo un'occhiata ad un passaggio tipico di questa seconda spe
cie. Nel Mercator il giovane Carino ha portato con s? da un
viaggio
d'affari una bella fanciulla che egli tiene nascosta ancora sulla sua
nave. Sfortunatamente, il padre ha nel frattempo la
per?, ispezionato
nave e ha naturalmente visto la giovane. Questa notizia
importante
viene recata dal servus currens Acanzio al suo giovane padrone; il lin
teleologica.
25 Su
questo duetto d'incontro delMercator Fraenkel (1960), p. 225. Sul rapporto
fra Saturnali e Palliata Lef?vre (1988) e Bettini (1991), p. 83 ss.
26 rifacendosi ad un termine di Eduard v.
Warning (1976), pp. 287-290
Hartmann.
120 G. Vogt-Spira
27
Cfr. G. Vogt-Spira, des Zufalls. Tyche und Handeln in der Kom?
Dramaturgie
die Menanders, M?nchen 1992.
28
Warning (1976), p. 323. Importante ? questa relazione fondamentale, anche se,
corne rileva giustamente si deve ricordare che nella Commedia delFarte non si
Warning,
tratta affatto di vera improwisazione,
ma di improwisazione derivata.
29
Un'analisi in G. "Asinaria oder Maccus vortit Attice\ in
dettagliata Vogt-Spira,
E. Lef?vre-E. St?rk-G. Vogt-Spira, Plautus barbarus (ScriptOralia 25), T?bingen
1991, pp. 11-69, 52-58. Recentemente anche J.C.B. Lowe, of Plautus'
'Aspects Origi
nality in the Asinaria\ Class. Quart. 42,1992, pp. 152-175, in particolare 163-170, ha
cercato di chiarire la pre valenza 'comici', ma tale tentativo, il
degli ampliamenti gi? per
carattere su
prettamente tipico dei Saturnali delFintera scena, appare arduo. E
peraltro
un n?cleo come dimostrano recenti studi sul diritto di
perfluo ipotizzare greco, poich?,
?rtico, i di questa commedia latina escludono un
famiglia pr?supposa giuridici originale
?rtico (a tal proposito op. cit. pp. 17-34, in ad una di
Vogt-Spira, seguito approfondita
scussione con il Gerhard Th?r
collega sugli argomenti presentan).
Plauto fra teatro greco e superamento della farsa it?lica 121
30 Vv.
666-667.
31 Vv. 865-866.
693-694;
122 G. Vogt-Spira
vale anche nella forma opposta, per cui due attori prolungano un'a
zione con fin troppo e un terzo si sente cos? messo da a
piacere parte:
questo punto d? il di voler di nuovo alia
egli segnale prendere parte
conversazione e richiede un per entrare in gioco. Questo ac
appiglio
cade in una scena della stessa commedia, i due
precedente quando
schiavi tentano di alleggerire della borsa il mercante col denaro. In
uno scambio di insulti fine a se stesso fra i servi Leonida e L?bano, il
mercante che sta in disparte senza intervenire, un d? segno di
dopo po'
averne abbastanza: ahora subito i due schiavi si interrompono e Fu?o
dice (449-450): Ehem, optume. quam dudum tu advenisti? / non her
- nonostante avessero
cle te provideram prima parlato insieme! Non
ha alcuna che Fappiglio sia coerente o no con pre
importanza quanto
cede; il mercante al vol? Fofferta e il a
piuttosto coglie dialogo procede
tre.
32
La funzione drammatica del ? quella di introduire "ein Moment der
passaggio
Spannung, das Bangen vor einem Scheitern der Intrige" (Zwierlein [1991], p. 172). Se
si tratti di o di intervento di un successivo rielaboratore,
qui drammaturgia plautina
sostenuta da Zwierlein, costituisce un che non discu
ipotesi questa problema possiamo
tere in questa sede. Ampliamenti successivi sono senza dubbio nei testi
presenti plautini
Plauto fra teatro greco e superamento della farsa it?lica 123
34
Relazioni sono state individuate gi? da tempo; cfr. Little (1938); Frassinetti
(1953), pp. 84-93; Chiarini (1983) e.a.; Hunter (1985), p. 20-21 giustamente mette in
dal considerare le nel senso di una unilaterale e dal sot
guardia somiglianze dipendenza
tovalutare dell'atellana letteraria (alla si riferisce delle noti
Fapporto quale gran parte
zie) alla palliata.
35 E.
2, 1, 173.
36
H?ttemann (1993), p. 106 n. 131.
Plauto fra teatro greco e superamento della farsa it?lica 125
37
Jachmann (1933), p. 451 ha richiamato l'attenzione sul fatto che "die ganze
H?ufung der Witzmotive ?ber die schlechte Schrift unattisch ist". Ci? ? confermato da
un esame dei frammenti della N?a n.
(cfr. 48).
38 Fraenkel
(1960), p. 39.
126 G. Vogt-Spira
turn quae hie sunt scriptae litterae, hoc in equo insunt milites
armati atque animati probe, ita res successit mi usque adhuc.
- tornare - osserva
Pseudolo per passo al nostro inizialmente sol
tanto la forma esteriore delle lettere, senza conside
gr?fica, Faspetto
rare affatto la loro funzione. Anzi egli si sofferma addirittura con osti
su questo -
nazione aspetto materiale le lettere sarebbero scritte da
una mano - e deve essere costretto
di gallina espressamente al passo
successivo, cio? la decifrazione e la lettura. Neanche tuttavia,
queste,
son? affrontate da Pseudolo in modo consueto, come awe
potrebbe
nire in una cultura scritta ormai consolidata. Inizialmente una
prima
battuta conduce al di l? della pura grafia; la mente di Calidoro ? as
sente, o meglio si trova nei segni della scrittura e da l? deve essere ri
chiamata. Poi viene descritto quel che accade nel momento in cui ci?
che si trova nel testo scritto viene effettivamente
improv richiamato:
visamente Pseudolo vede Famica di Calidoro giacere distesa sulle ta
volette cerate. Indubbiamente qui si tratta di una illustrazione alta
mente c?mica delFatto della lettura; eppure in un momento si
primo
ha Fimpressione di uno stupore infantile di fronte alie incredi
quasi
bili capacita della scrittura alfab?tica, capacita che Isidoro riassumer?
nella celebre definizione delle lettere delF alfabeto (Etym. 1,3,1) 39:
39 Cfr.
Vogt-Spira (1991).
40
Si awicina a idea anche il v. 62, allorch? Calidoro ordina a Pseudolo di
quest'
continuare a nam mihi uideor cum ea
leggere: fabularier.
Plauto fra teatro greco e superamento della farsa it?lica 127
imparato
a
leggere 41. Nel Truculentus ad un innamorato viene detto
che ha studiato abbastanza: litteras didicisti; egli pero prega di poter
a memoria le lezioni presso la sua arnica 42. All? stesso modo
imparare
il giovane Argirippo nelVAsinaria si lamenta di essere stato mandato
via dalla casa della sua amata come semidoctus 43. Anche
discipulus
Farte di
saper usare le lettere spesso. delF alfabeto viene menzionata
Cos? nel Mercator il senex amator Demifonte proclama che quello
era
stato il suo primo tre lettere, cio?
giorno di scuola; adesso ha imparato
A-M-0 44. Nella Rudens uno schiavo chiede ad un lenone se
egli sia
medicus quello
e
risponde di essere una lettera pi? di medicus, dal che
lo schiavo deduce mordacemente che ? mendicus 45. Ora tutto ci? va
inteso corne riflesso di una evidente novit? del fen?meno. Effettiva
mente, alPinizio della letteratura latina, un certo Spurius Carvilius, li
berto omonimo del console, nel 234 a.C. avrebbe istituito un ludus lit
terarius avrebbe un
professional, dunque impartito insegnamento
elementare a 46. Che questa istituzione al tempo di Plauto
pagamento
fosse diventata qualcosa di ben conosciuto, ? chiaramente testimoniato
dagli esempi citati 47. Cos? Plauto riflette indirettamente quel processo
di trasformazione cult?rale, per cui la scrittura diviene un fen?meno
di importanza non solo nelle classi pi? alte della societ? ro
gen?rale,
mana, ma anche nella vita
quotidiana.
Riassumiamo quanto ? emerso finora: i molteplici riferimenti al
L
tema scrittura e cultura scritta' collocano Plauto esattamente in una
fase di passaggio dall'oralit? alla scrittura, per cui si potrebbe parlare
di un rapporto di semioralit? con la lettera scritta. La N?a attica mo
stra invece che una cultura scritta plenamente consolidata non ha un
41
Pers. 172-174.
42
Truc. 735-736. Secondo Fraenkel non risulta anco
(1960), p. 32 'Timmagine
rata in modo saldo e naturale al contesto": in realt? non si deve ricercare nel testo, ma al
di fuori di esso.
43
As. 226-227.
44
Mere. 303-304.
45 Rud. 1304-1306.
46
Plut. Mor. 278e. Lo stesso Carvilius si anche per Tintroduzione
Spurius segnala
della lettera G nelF alfabeto latino (ibid. 277d).
47
Cosi anche Ogilvie (1965), p. 481 ad Liv. 3,44,6: "Ludi are frequently mentio
ned in Plautus so that must have become fashionable Come ulteriore
[...] they quickly".
si ad menzionare lo scherzo utilizzato due volte s. e
prova potrebbe esempio (As. 693
865 s.) del catalogo in ordine alfab?tico di nomi di animali, con cui vengono parodiati i
sillabari in uso della scuola elementare, facendo riferimento ad
dunque spiritosamente
una t?cnica di della lettura.
apprendimento
128 G. Vogt-Spira
48
Scherzi sulle lettere mancano del tutto
nella M?or\ e nella N?a, che si
per quel
dire finora. Parimenti non si trova
di nulla aile connessioni metafori
pu? paragonabile
che delle lettere' si in termini e non Lad
plautine; parla piuttosto semplici pretenziosi.
dove x? YQ<waxa non "libro" o "lettera" fr. 140;
significa semplicemente (e. g. Alexis,
10 K.-A.), questo termine si trova per lo in un contesto in cui si trarta della
Philyll. pi?
- o meno -
di e scrivere 208; Philem.
capacita presente leggere (Crat. fr. 128; Eupol.
132; Theogn. 1,7; Theophil. 1 K.-A.). A ci? si aggiunge un insieme di testimonianze di
grande rilevanza per la storia delle concezioni relative alle lettere dell'alfabeto, testimo
nianze che da una parte confermano convenzionale dei YQ?n^axa che
l'immagine 'parla
- una
no' prova della inscindibilit? del mezzo orale e scritto (Men. Epitr. 390; Philyll. fr.
10 K.-A.), e nelle in lettere
quali d'altra parte la dieresi dalla scrittura alfab?
prodotta
tica viene sul continuum del (Alexis fr. 304; 30,4 K.-A.,
riprogettata parlare Posidipp.
sempre con le note ad loc. ; in sulla questione delle lettere delF alfabeto
gen?rale Vogt
Spira [1991], spec. pp. 299 ss. e 325 s.).
49
Trin. 345.
Plauto fra teatro greco e superamento della farsa it?lica 129
Mi sia concesso
di presentare ancora due esempi. II termine t?c
nico meditatus ricorre anche nel Curculio, allorch? il lenone ringrazia
il parassita per la sua s?tira contro gli usurai con il commento
elogia
tivo (v. 512): Hau male meditate maledicax es54! Alla fine del pro
aver informato il
logo del Poenulus il personaggio che parla, dopo
50 con
come una
parte" Maurach
Su didicimus (1988), p. 116, riferi
"imparare
mento a Ter. Hec. 14 e Ht. 10. Per Stich. 400 intende discere in senso come
gen?rale
a memoria dai libri".
"imparare
51
F. Marx, Rudens. Text und Kommentar, su
Plautus Leipzig 1928, p. 213 questo
e sui passi seguenti del Persa: "Von dem Auswendiglernen der Rollen der Schauspie
ler".
52 Anche Maurach e della
(1988), p. 118 condivide Fidea, ehe attori dellapalliata
a differenza attori delFatellana ehe dovevano
praetexta, degli improwisavano, impa
rare i loro testi a memoria.
53
Cfr. supra n. 51. InoltreWoytek (1982), p. 320 ad loc: "Die Frage, ob die bei
den ihre Rollen gut einstudiert h?tten [...], gibt Gelegenheit zu einem die Illusion durch
'
brechenden B?hnenwitz '.
54
Su meditad "fare la prova" in contrapposizione a cfr. anche
"improwisare"
Poen. 840: Uli, uti meditatur, verba emortuo.
facit
130 G. Vogt-Spira
55
L'autenticit? del passo ? discussa. Lindsay lo attribuisce ad un rielaboratore,
Maurach (1988), p. 63 difende l'autenticit? plautina, cos? come Zwierlein (1990), p.
221 s.
56
Di nuovo mancano nella M?otj e nella N?a scherzi Se si
greche paragonabili.
di imparare a memoria fr. 16; 4 K.-A.), non si tratta del brano che
parla (Ephipp. Epier.
viene di volta in volta ma di conoscenza letteraria del
rappresentato, repertorio.
57
cfr. n. 4.
Handley (1975); supra
58
Gell. 2,23.
59 che dimostra come Cecilio trasformi proprio in
Cfr. Gentili (1979), pp. 49-54,
senso di Menandro.
questo originali
60
Cfr. supra p. 115.
Plauto fra teatro greco e superamento della farsa it?lica 131
61 Frassinetti
(1953), p. 93.
62
Che la recezione della letteratura greca abbia una evoluzione eccezio
prodotto
nale della cultura latina ? stato sempre riconosciuto dai Romani stessi - il dictum di
Orazio citato alFinizio solo una formulazione ac
(E. 2, \, 156-157) rappresenta dagli
centi satirici di una opinione diffusa. Se tuttavia nel II sec. a. C. esisteva un acceso di
battito sulFinfluenza della cultura greca (cfr. Gruen [1992], pp. 52-83), ci? non pu?
sminuire il prestigio della cultura greca (ancora in et? imp?riale: cfr. Fausti [1993]).
Sulle tensioni e le ambivalenze di questo cult?rale di recezione vd. ora
processo Vogt
Spira (1996).
63
Vita Serv. Dan. 44-46.
64
Amph. 986-987.
65
Cas. 860-861.
132 G. Vogt-Spira
Universita di Greifswald
Plauto fra teatro greco e superamento della farsa it?lica 133
BIBLIOGRAF?A