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UNIVERSITÀ DEL SALENTO

Corso di Calcolo e Progetto di Macchine

Lezione
Teoria delle membrane curve

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Classificazione strutturale

Piastre sottili o di Kirchoff: piastre aventi uno spessore


piccolo ma tale da garantire una certa rigidezza flessionale
Piastre spesse o di Mindlin: lo spessore è tale che non è
più accettabile trascurare le deformazioni di taglio
Gusci o Membrane (Thin Shell): piastre curve caratteriz-
zate da uno spessore così piccolo che gli unici sforzi rile-
vanti sono quelli membranali
 Piastre curve a grande spessore (Shell): caratterizzate da
uno spessore tale da non poter trascurare alcun tipo di
sollecitazione (es. tubi spessi, cupole, grossi serbatoi, dischi)

2
Teoria dei gusci
Ipotesi e definizioni

 Le membrane sono strutture laminari sottilissime per le qua-


li è lecito considerare trascurabile la rigidezza alla flessione e
alla torsione.
 Gli unici sforzi non nulli sono quelli membranali, vale a dire
sforzi normali e di taglio agenti nel piano tangente al generico
punto, uniformemente ripartiti nello spessore. Si considerano
anche nulli gli sforzi di taglio normali alla superficie
Si ritengono trascurabili anche gli effetti delle deformazioni
sugli sforzi (membrane indeformabili) a meno che non siano
tanto grandi da alterare la forma della membrana.

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Ipotesi e definizioni

 Così definita la struttura a guscio è staticamente determinata


(internamente), vale a dire che sono sufficienti le condizioni di
equilibrio secondo le tre direzioni dello spazio per calcolare gli
sforzi
Ipotesi semplificativa consiste nel considerare il piano medio
della membrana una superficie di rivoluzio-
ne, anche a doppia curvatura.
La curva generatrice della superficie di
rivoluzione definisce il meridiano
L’intersezione fra un piano normale allo
asse di rivoluzione e la superficie della
membrana definisce il parallelo (circonferenza)
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Geometria dei gusci
Longitudine ϑ: distanza angolare che individua il generi-
co meridiano
ϑdϑ
Latitudine φ: distanza angolare mi-
surata a partire dall’asse di rivoluzio-
ne che individua il segmento r2
Raggio di curvatura r1: raggio di
curvatura del meridiano che passa per
il generico punto (sezione principale)
Dist. r: raggio del generico parallelo
Dist. r2: intercetta del segmento normale al piano medio
con l’asse di rivoluzione per il generico punto (sez. princ.)
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Geometria dei gusci
r = r2 sin φ
ds = r1dφ
ϕ
dr dr = ds cos φ
dz
dz = ds sin φ
dr dr = r1 dφ cos φ
= r1 cos φ dr
dφ dφ
= r1 cos φ

dz
= r1 sin φ

1 dr r1
= cot φ
r dφ r2
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Ipotesi e definizioni

 Lungo i meridiani agiscono tensioni σ1 dirette secondo la


tangente al meridiano, provocate dal carico risultante verticale
delle forze esterne; esse sono diverse da punto a punto, ma tutti
i meridiani sono sollecitati nello stesso modo.
 Lungo i paralleli agiscono tensioni σ2 dirette secondo la
tangente al parallelo, provocate sia dalla componente del cari-
co normale alla superficie sia dalla diversa direzione delle σ1
nei punti dei meridiani; esse sono uguali per tutti i punti di uno
stesso parallelo.
 Se anche il carico è simmetrico, due spicchi contigui si
comportano allo stesso modo senza trasmettersi sforzi tangen-
ziali che sono perciò nulli, la qual cosa rende le tensioni σi
principali, e lo stato di tensione del guscio, piano.
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Ipotesi e definizioni

 In luogo delle tensioni si considerano le risultanti relative


all’intero spessore e all’unità di larghezza Ni= σi.1.s [N/m]
 Le σi e τij si chiamano tensioni di membrana, mentre si
indicano con Ni e Nij gli sforzi di membrana
 Lo stato di tensione di membrana è dunque
piano M , M , M , M , T , T = 0
x y xy yx x y

Nxy = Nyx

Le condizioni di resistenza secondo il


criterio della massima deformazione sono le seguenti
σ 1 − νσ 2 ≤ k σ 2 − νσ 1 ≤ k
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Equilibrio dell’elemento guscio: carico simmetrico
Nel caso di struttura caricata simmetricamente, per il calcolo ten-
sionale è sufficiente imporre l’equilibrio normale alla superficie.
Pertanto consideriamo un elemento infinitesimo (abcd) individua-
to da due meridiani distanti dϑ e da due paralleli distanti dΦ.
Si fissi inoltre un sistema di riferimento come in figura con l’asse x
e y tangenti rispettivamente al parallelo e al meridiano e l’asse z
normale alla superficie
Il tratto ab = cd = dl1= r1 dΦ mentre i tratti ac e bd che differiscono
di un infinitesimo si possono considerare uguali e pari a
dl2 = r dϑ = r2 senΦ dϑ
Φ
y Φ
ϑ

z x
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Equilibrio dell’elemento guscio: carico simmetrico
ab = cd = dl1= r1 dΦ
ac = bd= dl2 = r dϑ = r2 senΦ dϑ


Φ
ϑ

Gli sforzi sui lati orizzontali dif- Gli sforzi sui lati verticali sono
feriscono di infinitesimi di ordine uguali e ammontano a σ2 s dl1 e il
superiore e sono inclinati fra loro loro risultante, nel piano del paral-
dell’angolo dΦ. lelo vale
Il loro risultante, in direzione nor- σ2 s dl1 dϑ = σ2 s r1 dΦ dϑ
male alla superficie della mem-
mentre nel piano normale alla su-
brana è dato da
perficie σ2 s r1 dΦ dϑ sen Φ10
(σ1s) dl2 dΦ = (σ1s) r2 senΦ dϑ dΦ
Equilibrio dell’elemento guscio: carico simmetrico

Pertanto si può scrivere, per un carico costituito da liquidi,


l’equilibrio secondo la normale alla superficie,
(σ1 s) dΦ dl2 + (σ2 s) dϑ dl1 senΦ = pr dl1dl2
(σ1 s) dΦ r2 senΦ dϑ + (σ2 s) dϑ r1 dΦ senΦ = pr r1 dΦ r2 senΦdϑ
Dividendo per (s r1 r2 senΦ dϑ dΦ ) si ottiene

σ1 σ2 pr Può essere utile calco-


+ = lare (sσ1) come
r1 r2 s Φ

sσ 1 senφ 2πr = Q
sσ 1 sσ 2
+ = pr Q
r1 r2 sσ 1 =
2πr2 sen 2φ
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Esempi applicativi: carico simmetrico

σ1 σ 2 p
Φ
+ =
r1 r2 s

r1 = r2 pr
σ=
Nel caso di recipiente sferico σ1 = σ 2 2s

Nel caso di recipiente cilindrico r1 = ∞


pd
πd 2 r2 = d / 2 σ2 =
p = σ 1 sπd 2s
4 σ1 ≠ σ 2
pd
σ1 =
4s
12
Caso del recipiente cilindrico

s/d<1/10

σ 2 s (b) = pr (b)
pd
σ2 =
2s
α π π
Tx = ∫ p ⋅ r ⋅ cosα ⋅ dα = p ⋅ r ∫ cosα ⋅ dα = 0
0 0

π π
2 N = ∫ p ⋅ r ⋅senα ⋅ dα = p ⋅ r ∫ senα ⋅ dα = 2 pr = pd
0 0

σ 2 s = pd / 2

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Esempi applicativi: recipiente conico

σ1 σ2 pr
+ =
r1 r2 s

r1 = ∞
r2 = ytgα / cos α
σ1 ≠ σ 2

cos α ρg (d − y )
σ2 = Per trovare il massimo della ten-
ytgα s sione circonferenziale, deriviamo
ρg (d − y ) ytgα rispetto a y e uguagliamo a zero
σ2 =
s cos α
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Esempi applicativi: recipiente conico

σ1 σ2 ρg ⋅ tgα
+
p
= r σ2 = (dy − y 2 )
r1 r2 s s cos α
dσ 2
= d − 2y = 0
dy
y = d /2
ρgd 2 tgα
σ 2 max =
4 s cos α
Per trovare la tensione di parete, bisogna seguire altro
ragionamento: Fissato il livello di taglio, calcolare l’equi-
librio fra il carico di liquido sopra e sotto la sezione di
taglio e la reazione lungo la parete della sezione di taglio.
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Esempi applicativi: recipiente conico
Il carico sopra la sezione di taglio di
traccia mn è dato da
πy 2 tg 2α (d − y ) ρg
mentre quello sotto è pari

Quindi l’equilibrio, si può scrivere πy 2 tg 2αyρg / 3


y
π ⋅ y 2 tg 2α (d − y + ) ρg = 2πσ 1 s ⋅ ytgα ⋅ cos α
3 2y
ytgα (d − ) ρg
2y dσ 1 d
ytgα (d − ) ρg = 2σ 1 s cos α = ( 3 )= 0
3 dy dy 2s cos α
2y d − 4y / 3 = 0
ytgα (d − ) ρg
σ1 = 3
y = 3d / 4
2 s cos α
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Recipiente in pressione composto da
mantello cilindrico e fondi semisferici.
Dimensionare la parete cilindrica e
dei fondi.

Dati
Diametro interno D = 500 mm
Pressione di esercizio p = 80 Kg/cm2
Materiale Fe 410
Snervamento σsn = 255 MPa
Coeff. Sicurezza 1.5

Per il mantello cilindrico, valgono le


relazioni σa = pD/4s e σt = pD/2s
E quindi usando il criterio di resisten-
za della dilatazione massima in
confronto al criterio di Guest-Tresca,
(max sforzo tangenziale) risulta
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Criterio di resistenza
dilatazione massima tangenziale massima
mantello σ min = σ r = − p
σ sn
σ 2 − νσ 1 = σ t − νσ a ≤ σ sn
1.5 σ max − σ min = σ t − σ r ≤
pD pD (2 − 0,3) pD 1.5
− 0,3 = pD σ
2s 4s 4s + p ≤ sn
1,5 ⋅ 1,7 ⋅ 8 ⋅ 500 2s 1.5
s≥ = 10mm 8 ⋅ 500
4 ⋅ 255 s≥ = 12,3mm
255
2⋅( − 8)
fondi 1,5
pD pD (1 − 0,3) pD fondi
− 0,3 =
4s 4s 4s pD σ sn
1,5 ⋅ 0,7 ⋅ 8 ⋅ 500 +p=
s≥ = 4,11mm 4s 1,5
4 ⋅ 255
8 ⋅ 500
s≥ = 6,12mm
4 ⋅ 162
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Determinazione dello spessore minimo
di un recipiente in pressione
Poiché lo stato di sforzo sia del mantello che del fondo non è monoas-
siale e il materiale impiegato è generalmente duttile, si può fare riferi-
mento al criterio di resistenza di Tresca (tangenziale massima) per cal-
colare il minimo spessore ammissibile necessario per sopportare una
determinata pressione assegnata.
per il mantello per il fondo emisferico
pd pd
σ max − σ min = − (− p ) ≤ σ amm s≥
2s 4(σ amm − p )
pd Per la norma
s≥
2(σ amm − p ) s≥
pd
+c s≥
pd
+c
2 Jσ amm − bp 4 Jσ amm − bp
La norma di calcolo (può cambiare) modifica queste relazioni per tener conto della:
- non uniformità della sollecitazione radiale attraverso lo spessore
(b < 1 funzione della norma)
- efficienza della saldatura (J = 1-0.85-0.7 rispetto al controllo ai raggi X:
rispettivamente totale estensione del cordone, parziale o nulla)
- sovraspessore per fenomeni corrosivi (c)
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Determinazione dello spessore minimo
di un recipiente in pressione

Fondi di geometria diversa da quella sferica vengono dimensionati con


formule analoghe che comunque tengono conto della diversa
configurazione del fondo.
Infatti si può notare un colletto cilindrico aggiuntivo che serve ad evitare
che la saldatura al mantello coincida con la discontinuità geometrica.
Le formule si modificano nel seguente modo con b che dipende dal
rapporto diametro/altezza.
Questo tipo di calcolo deve essere integrato con calcoli di instabilità
prodotti dalla pressione interna dal momento che è rivolto a piccoli
spessori
pd
s≥ b+c
4 Jσ amm
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Equilibrio dell’elemento guscio: carico non simmetrico
Nel caso il componente strutturale
sia soggetto ad un carico non sim-
ϑ
ϑ metrico, gli elementi infinitesimi
contigui non si comportano ugual-
mente, ma si distorcono in quanto
si trasmettono componenti di sfor-
zo tagliante lungo i lati. Pertanto
non è più sufficiente il solo equili-
brio secondo la normale alla super-
ficie, ma sono necessarie anche le
equazioni di equilibrio secondo le
altre direzioni: meridiani e paralle-
li.

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Equilibrio in direzione meridiana
ϑ
ϑ
Consideriamo l’elemento infi-
nitesimo individuato da due
meridiani distanti dϑ e da due
paralleli distanti dΦ.
L’equilibrio alla componente
di carico pΦ positiva e diretta
verso il basso comporta la se-
∂( N φ r ) guente relazione
− N φ rdϑ + N φ rdϑ + dφdϑ

∂N ϑφ ∂ (rN φ )
dϑr1 dφ + dφdϑ − N ϑ dϑr1 dφ cos φ + pφ rr1 dφdϑ = 0
∂ϑ ∂φ
∂N ϑφ ∂ (rN φ )
r1 + − N ϑ r1 cos φ + pφ rr1 = 0
∂ϑ ∂φ 22
Equilibrio in direzione dei paralleli
ϑ
ϑ Considerando la
direzione positiva
verso destra

∂N ϑ ∂ (rN φϑ )
dϑr1 dφ + dφdϑ + N ϑφ r1 dφdϑ cos φ + pϑ rr1 dφdϑ = 0
∂ϑ ∂φ
∂N ϑ ∂ (rN φϑ )
r1 + + N ϑφ r1 cos φ + pϑ rr1 = 0
∂ϑ ∂φ
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Equilibrio in direzione dei paralleli
ϑϑ

A D

C
r1
B
OA=OC=w
wcosΦ=r 24
Equilibrio in direzione dei paralleli
ϑϑ

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Equazioni di equilibrio dei gusci

∂N ϑφ ∂ (rN φ )
r1 + − N ϑ r1 cos φ + pφ rr1 = 0
∂ϑ ∂φ

∂N ϑ ∂ (rN φϑ )
r1 + + N ϑφ r1 cos φ + pϑ rr1 = 0
∂ϑ ∂φ

sσ 1 sσ 2 sσ 1 = N φ Nφ Nϑ
+ = pr + = pr
r1 r2 sσ 2 = N ϑ r1 r2

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Equazioni di equilibrio dei gusci
Se i carichi hanno anch’essi simmetria assiale, come
spesso accade, le equazioni di equilibrio dei gusci si sem-
plificano, in quanto ∂
N ϑφ = 0 =0 pϑ = 0
∂ϑ

∂ (rN φ )
− N ϑ r1 cos φ + pφ rr1 = 0
∂φ
sσ 1 sσ 2 Nφ Nϑ
+ = pr + = pr
r1 r2 r1 r2

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Equazioni di equilibrio dei gusci
N φ r2 + N ϑ r1 = p r r1 r2
N φ r2 senφ + N ϑ r1 senφ = p r r1 r2 senφ
N φ r + N ϑ r1 senφ = p r r1 r
∂ (rN φ ) p r rr1 − N φ r
− r1 cos φ + pφ rr1 = 0 p r r1 r − N φ r
∂φ r1 senφ Nϑ =
∂ (rN φ ) senφ r1 senφ
− p r rr1 cos φ + N φ r cos φ + pφ rr1 senφ = 0
∂φ

d (rN φ senφ )
− p r rr1 cos φ + pφ rr1 senφ = 0

rNφ senφ φ

∫ d (rN φ senφ ) = rr ∫ ( p
0
1
0
r cos φ − pφ senφ )dφ

φ
2πrN φ senφ = 2πrr1 ∫ ( p r cos φ − pφ senφ )dφ = Q
0
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