Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
coldcasechristianity.com/writings/lateismo-confutato-dal-libero-arbitrio
8 dicembre
2018
COS’E’ IL DETERMINISMO
Secondo la visione materialistica, ogni fatto o evento può solamente avere una natura
fisica e governata da leggi naturali, e ogni evento è la conseguenza di cause fisiche
precedenti, le quali lo hanno reso inevitabile. In un universo puramente materiale, infatti,
non esistono elementi immateriali, e tutto, compresa la mente umana, agisce secondo
meccanismi fisici.
Secondo la visione materialistica, ogni fatto o evento può solamente avere una natura
fisica e governata da leggi naturali, e ogni evento è la conseguenza di cause fisiche
precedenti, le quali lo hanno reso inevitabile. Click To Tweet
La stretta relazione tra causa e effetto del mondo fisico deve essere necessariamente
applicata al nostro cervello, in quanto anche esso appartiene al mondo materiale: infatti,
secondo la visione deterministica, ogni nostra “apparente” libera decisione non sarebbe
nient’altro che la conseguenza di un’attività cerebrale causata da impulsi elettrici tra le
sinapsi, causati a loro volta da precedenti eventi fisici, come tessere di un domino che,
cadendo, fanno cadere anche le altre.
I deterministi devono credere che il libero arbitrio sia un’illusione: il libero arbitrio, infatti,
porta per definizione un soggetto a poter scegliere tra due o più opzioni, liberamente e
non in base a meccanismi predeterminati. Possiamo quindi dire che il determinismo e il
libero arbitrio siano concetti opposti.
1/7
Deterministi come Daniel Wegner e Sam Harris, sono convinti che la loro teoria sia
supportata scientificamente dal fatto che ci sia una netta correlazione tra l’attivazione di
una certa area cerebrale e una decisione successiva, ragion per cui gli eventi cerebrali
anticiperebbero sempre la decisione del paziente testato. In tal modo, credono di poter
provare l’inesistenza del libero arbitrio. Peraltro, se tale teoria si dimostrasse vera, non ci
sarebbe più la possibilità di punire il responsabile di un reato, quale omicidio, furto o
stupro. Le azioni criminali, infatti, non sarebbero altro che la conseguenza di una serie
lunghissima di cause e conseguenze governate da leggi della fisica. Una volta accettato
ciò, non potremmo più considerare un’azione umana come giusta o sbagliata, né più né
meno che qualsiasi altro evento non-intenzionale o non-personale del mondo fisico.
Risulta allora evidente che, per la teoria deterministica, anche le nostre azioni future
sono predeterminate: infatti per i deterministi gli essere umani non sono altro che entità
puramente fisiche soggette alle leggi che governano in modo inderogabile ogni realtà
fisica, creando una inflessibile sequenza. Il determinista crede che noi, come il
movimento di un ramo spinto dalla corrente, agiamo soltanto per cause esterne non
guidate da nessuna intenzionalità.
1) Viene negata ogni forma di intelligenza umana ed in generale animale, perché processi
involontari chimici governati dalle leggi della natura non sono in grado di spiegare l’esistenza,
tra l’altro, dell’intelligenza e del ragionamento. Infatti l’intelligenza, il ragionamento, la
comprensione, l’analisi, l’intenzionalità e la capacità decisionale si basano sul libero arbitrio.
Per rendere l’idea, secondo questo approccio, però, non si spiegherebbe perché una persona
avrebbe più capacità intellettive di un sasso: entrambi infatti subiscono passivamente le leggi
della fisica senza alcuna forma di intenzionalità.
L’ateo quindi, per essere coerente con il suo naturalismo, non può che credere di non
essere in grado di ragionare, anche se la credenza stessa di non poter ragionare è frutto
di un ragionamento. Ciò a cui porta l’ateismo è l’impossibilità di raggiungere la verità con
il ragionamento, poiché per l’ateo esso semplicemente non esiste.
Tale corrente di pensiero, che sostiene le proprie ragioni dicendo al contempo che
ragionare è impossibile, è intrinsecamente contraddittoria, quindi sbagliata, quindi da
rigettare.
2/7
2) Viene annullata ogni forma di finalità in ogni azione umana. Infatti i processi deterministici,
che siano ripetitivi o casuali, non sono in grado di raggiungere un fine, come per esempio
rispondere logicamente ad uno stimolo subito. In altre parole, intavolare un discorso tra due
persone, in cui entrambi i soggetti rispondono a ciò che si dicono vicendevolmente, è illogico
in un mondo in cui le azioni umane sono determinate, quindi necessarie e predeterminate (o,
come vedremo nella risposta successivamente, indeterminate e totalmente casuali).
Un’azione determinata dai contatti elettrici cerebrali, che agiscono secondo leggi fisiche e
chimiche ineludibili, non può corrispondere a criteri di finalità, a meno che tali leggi non
siano progettate per raggiungere uno specifico fine, come ad esempio quello di creare
un’opera d’arte o di costruire una macchina. Ma se questo fosse il caso, l’intervento di
una volontà superiore ordinatrice sarebbe ancora più plateale!
ALCUNE OBIEZIONI
Può il naturalismo (ateismo) spiegare la nostra esperienza di libero arbitrio e la nostra
innata inclinazione a colpevolizzare o premiare persone e comportamenti?
Anche in questo caso, i due motivi sopracitati per il quale il determinismo è falso, ovvero
le due conseguenze incongruenti che il determinismo comporta, valgono anche per
l’indeterminismo: l’incapacità di intendere e la mancanza di finalità.
4/7
e di un cervello materiale) consiste nel accettare la realtà del principio di rigida causalità
nel mondo fisico (determinismo e/o il supposto indeterminismo) integrandola con
l’autodeterminismo.
L’autodetermismo permette che le persone siano agenti e capaci di agire come cause
prime, senza essere vincolate da un processo vincolante di causa-effetto. Secondo
questo principio, quando pensiamo e vogliamo qualcosa, noi non siamo quindi soggetti
alla causalità delle leggi della fisica, e men che meno alle forze casuali indeterminate.
Ognuno dunque è la propria causa prima di tutte le sue azioni.
Ci sono molti motivi per accettare questa interpretazione dei fatti: il primo motivo è che
la nostra esperienza personale ci dice che effettivamente siamo liberi e abbiamo la
possibilità di decidere, ognuno di noi si rende conto e percepisce ciò che succede intorno
a lui: se non avesse il libero arbitrio (e fosse come un robot o un sasso) non avrebbe la
consapevolezza di tali cose. Inoltre la nostra abilità di prendere una decisione
prendendo in considerazione diverse opzioni implica la nostra possibilità di decidere. Se
un lettore sta leggendo volontariamente questo articolo non fa altro che rafforzare la
propria visione auto-evidente del libero arbitrio. Per concludere, siamo anche inclinati a
premiare o punire e colpevolizzare le persone per le proprie azioni.
Questa nostra innata inclinazione si basa sul fatto che ognuno di noi può prendere
decisioni senza vincoli della fisica cerebrale. Per questo motivo l’esistenza del libero
arbitrio spiega il nostro desiderio di assegnare responsabilità personali.
Ma gli esperimenti neurologici usati da Wegner e Sam Harris confutano il libero arbitrio?
No. Questi esperimenti portano a diverse conclusioni in base alla propria
interpretazione. Infatti, il fatto che l’attivazione neurologica in un’area del cervello
preceda l’azione della persona, non implica che fosse stata l’attivazione stessa la causa
dell’agire. Infatti potrebbe benissimo essere che con il libero arbitrio un’azione venga
mediata da un’attivazione cerebrale. Un’altra possibile interpretazione di questi
esperimenti (di Haynes e Libet) è che queste attivazioni neuronali stiano semplicemente
registrando il processo di pianificazione del processo di pensiero, ovvero ciò che avviene
prima di prendere una decisione; l’attivazione neuronale quindi non è essa stessa la
decisione, questo infatti spiegherebbe come mai negli esperimenti di John-Dylan Haynes
e Libet passano dai circa 7-10 secondi dall’attivazione neuronale alla decisione stessa.
Una bilanciata visione del libero arbitrio è quella adottata da qualsiasi corte penale
odierna, la quale considerato ognuno moralmente responsabile per le sue azioni. Il fatto
che i tribunali possano giudicare persone con lesioni cerebrali come incapaci di
intendere e volere non fa altro che confermare che la nostra parte immateriale (l’unica)
in grado di spiegare il nostro libero arbitrio, utilizza il cervello come mezzo per esprimere
una decisione e non dipende dalla causalità del mondo fisico; un paragone può essere
quello del muratore (che rappresenta la mente) che utilizza il suo martello (il cervello)
per lavorare: se il martello è danneggiato, il lavoro (la decisione) risulterà alterato.
5/7
PERCHE’ UN ATEO SE COERENTE DEVE ESSERE NATURALISTA? Perché un naturalista
deve essere determinista (e/o indeterminista)? E perché il libero arbitrio, può
essere accettato solo da colui che ammette un essere superiore?
Adesso che sappiamo che il libero arbitrio non è frutto della materia ci chiediamo perché
questo confuti l’ateismo.
Un’altra motivo per credere che il libero arbitrio necessiti di Dio è quello che elabora il
filosofo e apologeta J.P. Moreland. La sua argomentazione si può trovare nella forma
deduttiva del suo “argument from counciousness”, infatti le sue premesse 5,6,7, 8 e
conclusione sono valide anche per questa prova. Ecco le premesse da noi riadattate per
questa prova:
Detto questo, abbiamo visto che cause irrazionali non creano razionalità (libertà) e ne
deriva quindi che l’ateismo è irrazionale e contraddittorio, in quanto anche solo per
provare a negare il libero arbitrio deve dare per presupposto che un soggetto sia libero
di negarlo.
6/7
L’ateismo è irrazionale e contraddittorio, in quanto anche solo per provare a negare il
libero arbitrio deve dare per presupposto che un soggetto sia libero di negarlo. Click To
Tweet
CONCLUSIONE
Una visione del mondo che utilizza intelligenza e finalità per giungere a sostenere che le
stesse non esistano, è un’ideologia ridicola prima ancora che contraddittoria.
Ripresentiamo lo schema per riepilogare il tutto:
J. Warner Wallace è un detective di polizia, Senior Fellow presso il Colson Center per
Christian Worldview, e docente di Apologetica presso la Biola University di Los Angeles. È
autore di Cold-Case Christianity, God’s Crime Scene, and Forensic Faith.
7/7