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MASTER ANNUALE
1500 ORE 60 CFU
"L'insegnamento delle materie scientifiche negli istituti secondari di I e
II grado: matematica e fisica"
IL RELATORE
TANGUSSO SALVATORE
LA CANDIDATA
CANDELORO ANASTASIA
Matricola: 007136655
Anno Accademico
2019/202
Sommario
INTRODUZIONE ......................................................................................................................... 3
VETTORI.................................................................................................................................... 15
Prodotto misto......................................................................................................................... 18
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INTRODUZIONE
Nella presente tesina verrà trattato l'argomento riguardante i sistemi lineari che seppur
dell'algebra e della matematica in senso più esteso poichè costituisce impostazione per
risoluzione anche di problemi legati al mondo della fisica, della chimica, dell'economia
e della finanza. Prima di addentrarci nella trattazione del singolo argomento vediamo di
Essa è una branca della matematica che studia i vettori, gli spazi vettoriali (o spazi
lineari), le trasformazioni lineari e i sistemi di equazioni lineari per l'appunto. Gli spazi
non sono da escludere neanche i fenomeni fisici più complessi, non solo nell'ambito
della fisica, ma anche delle scienze naturali e sociali, che con opportune e dovute
E' possibile fare una collocazione storica dell'algebra lineare moderna tra il 1843/44
infatti proprio in quegli anni William Rowan Hamilton (padre dei "vettori") inventò
quale venivano introdotte le matrici (2×2), una delle idee fondamentali dell'algebra
lineare.
Si pongono così le basi per l'algebra lineare che trova le sue origini proprio nello studio
vettori possono essere utilizzati per rappresentare alcune entità fisiche, come le forze, e
possono essere sommati tra di loro o essere moltiplicati per uno scalare, formando uno
spazio vettoriale.
Non ci dilungheremo nella presente trattazione su tutti gli aspetti dell'algebra lineare,
conoscenze non è possibile pensare di affrontare argomenti che si avvalgono di essi per
Un sistema lineare è un insieme di un dato numero di equazioni che possono avere una
o più incognite. La soluzione del sistema è il valore di ciascuna incognita che fa si che
siano vere contemporaneamente tutte le equazioni del sistema. I sistemi lineari servono
a trovare le soluzioni (quindi i valori delle incognite) comuni delle equazioni che lo
compongono. La difficoltà non sta tanto nella risoluzione di questi sistemi, che
andremo a trattare nei prossimi paragrafi, ma sta nel modellizzare una situazione reale
un determinato problema.1
In un autorimessa ci sono auto e moto. Sapendo che ci sono 10 sterzi e 30 ruote, dire
quante sono le auto e quante sono le moto. In tale problema abbiamo due quantità
incognite, ossia il numero delle auto e il numero delle moto. Per prima cosa dobbiamo
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https://redooc.com/it/superiori/matematica-algebra/sistemi-lineari-di-equazioni/introduzione-ai-
sistemi-lineari
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equazioni: (1) x + y = 10 (equazione degli sterzi), (2) 2x + 4y = 30 (equazione delle
ruote). Pi`u in generale, quando abbiamo alcune equazioni e cerchiamo i valori che le
indicano con una parentesi graffa alla sinistra delle equazioni incolonnate in verticale
x + y = 10
2x + 4y = 30
Vedremo nei prossimi capitoli come si risolve un sistema di questo tipo che ci
Equazioni lineari
con a1, a2, a3....an e b numeri fissati. Ad esempio 3x = 5 è un'equazione lineare nella sola
incognita x; invece 2x1 -3x2 = 2 è un'equazione lineare nelle incognite x1, x2.
I numeri a1, a2, a3....an (coefficienti delle incognite) vengono chiamati coefficienti
un sistema di equazioni di tipo lineare, si ricercano cioè i valori delle incognite che
risolvono simultaneamente due o più equazioni, vedremo che per esso sono possibili tre
casi: o non ammette soluzioni (incompatibile, oppure ha una ed una sola soluzione
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(determinato) o infine è anch'esso indeterminato poiché ammette infinite soluzioni.
Consideriamo il sistema:
2x1 - 3x2 = 2
incognite sono i coefficienti del sistema, gli altri (che in questo caso stanno al secondo
membro) i termini noti. Una soluzione di (1.2) è costituita da una coppia di numeri x1* e
x2* che verificano simultaneamente le due equazioni: ad esempio x1*/5/2 x2* e x2*0 1.
In che modo possiamo stabilire se un sistema ha soluzioni? e nel caso le abbia, quante
coefficienti di ciascuna incognita sia i termini noti come componenti di vettori a due
(coefficienti di x2) e b = (2,8) (termini noti). Il sistema (1.2) può allora essere scritto
che è vera se ciascun componente del vettore che rappresenta è uguale alla
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Risolvere il sistema di partenza significa trovare i valori dei coefficienti x 1 e x2 che
indipendenti (determinante della matrice delle loro componenti diverso da zero) allora b
Quindi in tal caso il sistema ha soluzioni ed in realtà noi una soluzione già la
cioè che esistano altri due numeri x1*e x2* tale che sia soddisfatta: x1*a1 + x2*a2 = b.
Quindi la prima soluzione trovata è anche l'unica. Questo come vedremo è un risultato
valido in generale per sistemi "quadrati" cioè con un numero di equazioni uguale al
Ovviamente questo caso risulta essere più difficile del precedente: siamo di fronte a 3
2x1 - x2 + 5x3 = 1
In questo caso una soluzione è costituita da una terna x1*, x2*, x3* di numeri che
verificano simultaneamente le due equazioni. E' facile verificare che una soluzione x1*
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= -6, x2 = -8, e x3 = 1; ma anche x1* = 4, x2* = -9, x3* = 0 è soluzione del sistema. Per
capire perché questa volta esistono più soluzioni consideriamo, come nell'esempio
a2, a3: ciò significa che se l'insieme di vettori, che chiameremo insieme incompleto {a1,
a2, a3} ha rango p (1 o 2: essendo vettori di S2 il rango non può essere 3), anche
l'insieme completo {a1, a2, a3, b} deve avere lo stesso rango (questo ultimo insieme
avrebbe rango p+1 se b fosse indipendente dagli altri tre vettori). Le matrici incompleta
e completa delle componenti dei due insiemi vettori sono: (2, -1, -1 ; -1, 1, -3) e (2,-1,5;
-1, 1, -3).
2 −1 −1 2 −1 5 1
(1.5)
−1 1 −3 −1 1 −3 −5
Dato che la matrice completa risulta avere una colonna in più rispetto all'incompleta la
sua caratteristica può al massimo essere maggiore di una quantità pari ad uno rispetto a
quella incompleta (caso in cui la colonna aggiunta è dipendente dalle altre), oppure
avere la stessa caratteristica (se la colonna aggiunta è dipendente dalle altre. In questo
caso che stiamo affrontando si vede subito che la matrice incompleta ha caratteristica
p=2: ad esempio il minore di ordine 2 individuato dalla prime due colonne è diverso da
righe non può avere caratteristica tre! Conclusione: b è linearmente dipendente da a1, a2,
Poichè la caratteristica della matrice è incompleta è 2 sappiamo che due dei tre vettori
a1, a2, a3 sono linearmente indipendenti, mentre il terzo dipende dagli altri due. Ad
esempio, poichè le prime due colonne della matrice incompleta individuano un minore
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non nullo, a1, a2 sono linearmente indipendenti e a3, dipende da essi. Riscriviamo allora
linearmente indipendenti (in questo caso a1 e a2) e portiamo al secondo membro gli altri
vettori (b e a3) entrambi dipendenti da essi. Siamo allora nelle condizioni dell'equazione
precedente anche'essa ha una ed una sola soluzione che è data (vedremo più in là come
fissato un solo valore per x3. Se diamo ad x3 un altro valore, otterremo un altro valore di
b' e quindi una nuova equazione anche questa volta con soluzione unica. In parole
povere otteniamo un'unica coppia x1 , x2 come soluzione per ogni scelta arbitraria di x3, e
poichè x3 può essere scelto in infiniti modi (va bene un qualsiasi numero reale)
arbitraria del valore dell'incognita x3. Si dice anche, per sottolineare il fatto che occorre
scegliere in modo arbitrario il valore di una incognita, che le soluzioni sono ∞1. (Blasi,
Caso generale
Le conclusioni trovate per i sistemi che abbiamo visto nel paragrafo precedente possono
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a11x1 + a12x2 + ... + a1mxm =b1
vettoriale per la quale valgono considerazioni analoghe a quelle viste nei due esempi
Teorema di Cramer
incognite abbia una ed una sola soluzione è che il determinante della matrice dei
Regola di Cramer
in cui Δk, per k=1,2,....,n è il determinante della matrice ottenuta dalla matrice dei
Δ della matrice dei coefficienti è uguale a zero il sistema non è determinato (cioè non ha
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Alessandro Blasi, Matematica Corso base per la facoltà di economia, Edizioni Kappa, 2006
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soluzione unica) ma è o incompatibile (nessuna soluzione) oppure indeterminato
(infinite soluzioni). In tal caso per studiare il sistema occorre rifarsi al teorema di
Rouchè - Capelli.
sistema originario;
al primo membro tutti i termini relativi alle p incognite individuate nel punto
Nel sistema delle p equazioni rimaste si assegnano valori arbitrari alle m - p incognite al
equivalente al sistema originario e che avendo, per il modo in cui è stato ottenuto, il
determinante della matrice dei coefficienti diverso da zero, ha una sola soluzione. Tale
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soluzione però dipende però dagli m - p valori arbitrari assegnati alle incognite al
secondo membro e quindi in definitiva il sistema ha infinite soluzioni: si dice che ∞m-p
soluzioni per sottolineare il fatto che occorre assegnare un valore arbitrario ad m-p
incognite. 3
Si può dunque affermare che un qualunque sistema di equazioni lineari o non ammette
può ammettere una ed una sola soluzione (sistema determinato) oppure ne ha infinite
(sistema indeterminato).
Osservazione: con riferimento al th. di Rouchè - Capelli è naturale chiedersi come mai
caratteristica p della matrice completa coincide con il rango non solo negli m vettori
colonna (Sn) ma anche con il rango degli n vettori riga (di Sn). Ciò significa che una
volta scelte p righe linearmente indipendenti della matrice completa, cioè p equazioni
del sistema, tutte le altre equazioni sono linearmente dipendenti dalle p prescelte. Ne
soluzione anche delle restanti n - p equazioni, che pertanto possono essere trascurate nel
ricercare le soluzioni.
SISTEMI OMOGENEI
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Alessandro Blasi, Matematica Corso base per la facoltà di economia, Edizioni Kappa, 2006
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almeno la soluzione banale x1 = x2 = ... = xm = 0. Quindi in un sistema omogeneo è
matrice incompleta.4
numero delle incognite il sistema ha come unica soluzione quella banale; se invece è
inferiore al numero delle incognite il sistema avrà ∞m-p soluzioni. Le soluzioni, diverse
proprie.
Esempio 1:
x - 2y + z = 0
-x + y + z = 0 (2.0)
Esempio 2:
-x + 2y = 0
x - 2y = 0
x+y=0 (2.1)
coincidente con il numero di incognite. Esso è dotato quindi della soluzione banale.
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Sergio Rinaldi Carlo Piccardi I sistemi lineari, teoria , modelli, applicazioni, Città Studi, 2012
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AUTOVALORI ED AUTOVETTORI
Se nei coefficienti e nei termini noti di un sistema di equazioni lineari appaiono dei
parametri, cioè delle costanti di cui non viene specificato il valore, il comportamento del
sistema dipende in generale dai valori che assumono tali parametri ed è necessario
esaminare tutti i casi possibili servendosi dei teoremi di Rouchè - Capelli e di Cramer.
Autovalori ed autovettori
Come vedremo in seguito per molte applicazioni occorre calcolare gli autovalori e gli
la matrice dei coefficienti sopra riportata coincide con A salvo che negli elementi aii
della diagonale principale che differiscono dai corrispondenti elementi di A del valore
del parametro λ. Ogni valore di λ tale che Δλ della matrice dei coefficienti del sistema
dipende ovviamente dal parametro λ. Ogni valore di λ tale che Δλ = 0 prende il nome di
autosoluzioni del sistema. Un vettore Sn che abbia come componenti (x1, x2, .... , xn) di
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cui x1, x2, .... , xn è un'autosoluzione del sistema relativa all'autovalore λ prende il nome
radici purchè ciascuna venga contata con la propria molteplicità. Non è detto però che
tali radici siano reali: gli autovalori di una matrice possono essere sia reali che
garantisce che gli autovalori di una matrice simmetrica sono tutti reali.
negativa, e si pone M<0, se i suoi autovalori sono tutti negativi. Se infine gli autovalori
non nulli di M non hanno tutti lo stesso segno (M ha sia autovalori positivi che negativi)
VETTORI
ordinate di numeri reali come singoli enti (vettori) con i quali fare poi determinate
operazioni.
Si chiama vettore ad n componenti una qualsiasi n-pla ordinata di numeri reali che
indicheremo con: a = (a1, a2,....., an) e diremo che a1, a2,....., an sono rispettivamente la
prima, la seconda,....,
L'utilità dei vettori si estende oltre che al piano anche nello spazio dove è di importante
aiuto nel trattare concettualmente molti temi legami ai più disparati ambiti.
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Si dice vettore la classe di equivalenza dei segmenti orientati dello spazio che hanno la
stessa direzione, lo stesso verso e lo stesso modulo. Un vettore di modulo unitario verrà
detto versore.
Fissato un sistema di assi cartesiani ortogonali nello spazio, ogni vettore può essere
composto nelle sue componenti lungo gli assi cartesiani costruendo il parallelepipedo
𝑣 = 𝑣𝑥 + 𝑣𝑦 + 𝑣𝑧
I vettori sopra descritti possono essere a loro volta visti come prodotto del loro modulo
vx, vy, vz per i versori fondamentali 𝑖, 𝑗, 𝑘 lungo gli assi x, y, z; possiamo dunque
scrivere che
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Alcune osservazioni importanti
Come nel caso dei vettori nel piano, anche nello spazio possiamo dire che due vettori
I vettori nel piano e i vettori nello spazio, possono essere considerati l'immagine
sottrazione di due vettori e di prodotto di un vettore per un numero reale sono definite
nello stesso modo. Con i vettori si possono incontrare altre operazione che
Prodotto scalare
Si dice prodotto scalare dei due vettori 𝑣 e 𝑤 , e si indica con 𝑣 ∗ 𝑤 il prodotto dei loro
- il prodotto scalare di due vettori è maggiore di zero se l'angolo da essi formato è acuto,
- se i due vettori sono paralleli e con lo stesso verso si ha che l'angolo è zero e di
negativo;
- il prodotto scalare tra due vettori che formano un angolo retto è nullo;
- viceversa, se si verifica che il prodotto scalare è nullo, allora o uno dei due vettori è
Prodotto vettoriale
Si può parlare di prodotto vettoriale di due vettori 𝑣 𝑒 𝑤 e si indica vettore 𝑠 che ha:o
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- verso dato dalla regola della vita destrorsa;
- modulo dato dal prodotto tra i moduli dei due vettori per il seno dell'angolo tra di essi
compreso.
Una vite destrorsa è una vite che, se ruotata in senso orario si avvita, se ruotata in senso
antiorario si svita. Per determinare il verso del vettore prodotto vettoriale si deve
- viceversa, se il prodotto vettoriale è nullo, o almeno uno dei due vettori è nullo oppure
- dal punto di vista geometrico si può rappresentare il modulo del prodotto vettoriale
Inoltre si dimostra che se due vettori 𝑣 𝑒 𝑤 sono espressi mediante le loro componenti
Prodotto misto
Si dice prodotto misto dei tre vettori v, w e r il prodotto che per essere calcolato
necessita di due operazioni distinte. Prima si calcola il prodotto vettoriale tra i primi due
misto è quindi un numero reale. Osserviamo che le operazioni tra i vettori devono essere
fatte nell'ordine indicato, altrimenti la definizione data non avrebbe senso; infatti
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supponendo di eseguire prima il prodotto scalare e poi quello vettoriale otterremmo un
risultato errato e difforme dalla definizione stessa. Eseguendo opportuni calcoli si arriva
a dimostrare che il prodotto misto di tre vettori è il determinante delle loro componenti
Inoltre il prodotto misto tra tre vettori ha una interessante interpretazione geometrica.
Consideriamo il parallelepipedo che ha per spigoli i tre vettori;il modulo dei primi due
piano della base ed è quindi la direzione dell'altezza; il prodotto cartesiano del vettore
ottenuto con l'altro spigolo del solido rappresenta allora il volume del parallelepipedo.
Quindi il prodotto misto di tre vettori, a meno del segno, dà il volume del
teorema:
Teorema: Condizione necessaria e sufficiente affinchè tre vettori non nulli siano
Infatti se i tre vettori sono complanari, il parallelepipedo ha volume nullo e quindi anche
parallelepipedo e quindi i tre vettori, essendo non nulli, devono essere complanari.
MATRICI E DETERMINANTI
Una matrice è una tabella di numeri reali di n righe e m colonne i cui elementi si
indicano generalmente con una lettura munita di due indici, per esempio aik, dove
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righe e m colonne, si dice che è rettangolare tipo nxm; se il numero n delle righe è lo
- in una matrice quadrata, gli elementi collocati sulla diagonale principale sono quelli
che hanno l'indice di riga uguale all'indice della colonna, cioè gli elementi a11, a22, a33 e
così via che vanno dall'elemento in alto a sinistra all'elemento in basso a destra, mentre
quelli che sono collocati sulla diagonale secondaria sono quelli dell'altra diagonale, che
- la matrice in cui tutti gli elementi sulle rispettive righe e colonne sono nulli è definita
matrice nulla e viene rappresentata con il simbolo 0; la matrice quadrata che tutti gli
elementi sulla diagonale che va dall'alto a sinistra verso il basso a destra, ovvero quella
- la matrice a cui si perviene dopo aver scambiato le righe con le colonne si chiama
- la matrice che ha tutti gli elementi sulle rispettive righe e colonne nulli ad eccezione
- la matrice quadrata che ha pari a zero tutti gli elementi collocati al di sopra o al di
sotto della diagonale principale viene chiamata matrice triangolare. (Vallorani, 2008)
- La somma tra due matrici è possibile solo se le matrici oggetto della somma hanno lo
stesso ordine ovvero risultano essere dello stesso tipo. Supponiamo di avere A e B due
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matrici addendo, la matrice somma C deve essere dello stesso tipo e gli elementi si
ottengono sommando tra di loro gli elementi che occupano lo stesso posto.
dello stesso tipo ed è la somma della prima con l'opposto della seconda; si tratta della
- il prodotto scalare K per A è quello che si ottiene moltiplicando tutti gli elementi di A
per k:
kA = (kaik)
kA = Ak
k(A+B) = kA + kB
(h+k)A = hA + kA
- il prodotto tra due matrici è eseguibile solo se le matrici risultano conformabili, cioè se
il numero di colonne della prima matrice corrisponde al numero di righe della seconda
seconda. La matrice prodotto C è del tipo n x m. Ciascun elemento cik della matrice C =
AxB è frutto della moltiplicazione dei termini della riga i-esima per quelli della colonna
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La moltiplicazione tra matrici ha la caratteristica di essere associativa, ma non
A0 = 0A = 0
non vale la legge di annullamento del prodotto, cioè AB = 0 non implica in generale che
una delle due matrici sia nulla e non vale la legge definita di cancellazione: AB =AC
In genere ad una qualsiasi matrice A che risulta essere di ordine n è possibile associare
Quando abbiamo la matrice con ordine 1 il determinante sarà il numero stesso. Quando
la matrice ha ordine 2 il determinante è dato dalla differenza fra il prodotto dei numeri
sulla diagonale principale e il prodotto dei numeri sulla diagonale secondaria. Per
che la riduce al calcolo di diversi determinanti di ordine 2. Cominciamo con il dire che
l'elemento otterremmo di nuovo una matrice quadrata di ordine inferiore di una unità
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Un determinante di questo tipo puù essere chiamato solo minore complementare.
L'elemento si dirà di classe pari se i + k risulterà essere numero pari, si dirà di classe
Th. Se sommo i prodotti degli elementi che giacciono su una riga o su una colonna per i
relativi complementi algebrici otterrò un valore che non ha nessuna relazione con la riga
e la colonna considerate.
dei prodotti degli elementi di una riga o di una colonna qualsiasi per i rispetti
Per calcolare il determinante di una matrice con un ordine pari al terzo, e solo in questo
caso esiste una regola pratica che è spesso più rapida di quella che implica la
la prima riga. Svolgendo i dovuti calcoli si arriva ad ottenere una matrice rettagolare ed
la somma dei prodotti degli elementi che si trovano sulle diagonali secondarie e poi
Se una matrice A ha nulli tutti gli elementi di una riga (o di una colonna) allora
det(A) = 0;
scambiando tra loro due righe (o due colonne) di una matrice A, il determinante
se una matrice ha due righe (o due colonne) proporzionali (in particolare uguali),
se in una matrice quadrata una riga (o una colonna) è una combinazione lineare
th. Laplace: se in una matrice quadrata si moltiplicano gli elementi di una riga (o
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se C è la matrice prodotto di due matrici quadrata A e B dello stesso ordine
A-1, se esiste in modo che il suo prodotto per A sia la matrice identica. Detto in
th. se una matrice A è non singolare, allora esiste sempre ed è unica la sua
I due teoremi sopra scritti dicono che condizione necessaria e sufficiente affinchè una
Bibliografia
Blasi, A. (2006). Matematica Corso base per la facoltà di economia. Edizioni Kappa.
Grazzi, M. R. (2005). Goniometia, strutture, sistemi lineari, geometria. Istituto Italiano edizioni
Atlas.
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