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Urbino
•• MERCOLEDÌ 19 GENNAIO 2011

OGGI TULLIO SOLENGHI, LEZIONE SUI RAPPORTI POLITICA E COMICITA’

OGGI POMERIGGIO alle 17 nell’aula magna
della facoltà di Economia in via Saffi, la
professoressa Lella Mazzoli ordinario di
sociologia della comunicazione, direttrice
dipartimento scienze della comunicazione,
media, linguaggio, modererà l’incontro con
il comico Tullio Solenghi, ospite dell’Ateneo
e chiamato dall’associazione studentesca
Università Riformista. Solenghi parlerà del
nesso fra politica e comicità, dell’evoluzione
del rapporto tra questi due elementi.
Solenghi, con una carriera teatrale di
grande importanza oltre che
cinematografico e televisivo, si è sempre
contraddistinto per la capacità di ironizzare
con stile e acume sugli aspetti politici.

L’INTERVENTO
«L’accoglienza turistica
di Urbino dipende
anche dai privati,
non solo dagli slogan»
di ELISABETTA FOSCHI *
IN QUESTI GIORNI E’ in atto
una polemica in merito al piano di
promozione turistica 2011 proposto
dall’assessore Moroder e al progetto
«Marche di Charme» sul quale la
giunta Spacca è pronta ad investire
olre 12 milioni di euro. Si contesta
all’assessore il cambio di slogan a solo
un anno dall’avvio della campagna
pubblicitaria che ha Dustin Hoff-
mann quale protagonista e che era co-
stata alle Marche un milione e mezzo.
Il Pdl ritiene che la promozione delle
ricchezze della nostra Regione sia es-
senziale e che continui cambi di strate-
gie possano essere controproducenti
ma va precisato che
oltre alla promozio-
ne occorre interveni-
re sulla accoglien-
za. Di fatti se un tu-
rista decidesse di ve-
nire nelle Marche
perché convinto da
uno spot in tv e poi
rimanesse deluso
per il modo in cui
viene ricevuto allo-
ra avremmo sprecato i soldi per la pro-
mozione. Paradigmatica è in questo
senso la situazione di Urbino, città no-
ta in tutto il mondo e che viene per que-
sto giustamente impiegata come veico-
lo per promuovere la Regione, ma che
non eccelle nell’accoglienza. Quanto
avvenuto durante le festività natalizie
rappresenta al meglio questo aspetto.
NEL PERIODO festivo per la qua-
si totalità dei cittadini e dunque più
proficuo per un centro turistico come il
nostro, la gran parte dei bar e ristoran-
ti di Urbino erano chiusi. A capodan-
no si trovavano turisti in cerca di piz-
zerie aperte. La piazza era pratica-
mente priva di un bar aperto. Era in
corso una mostra a Palazzo Ducale e
non un cartello ne indicava l’esistenza
a Borgo Mercatale dove giunge la
quasi totalità della gente che arriva in
città. Quale impressione dovrebbe ave-
re un turista e perché dovrebbe essere
invogliato a fermarsi in Urbino?
Di chi sono le colpe di queste lacune?
L’amministrazione comunale spesso
scarica su commercianti e titolari di
bar e ristoranti le responsabilità impu-
tando loro pigrizia e scarsa ospitalità
verso i turisti ma va detto che i privati
rispecchiano l’atteggiamento di una
amministrazione che continua a pen-
sare che la principale economia sia
l’università e che il vantaggio anche fi-
nanziario portato da una maggiore
presenza di turisti sia un elemento ag-
giuntivo e marginale, non essenziale
per la città. Se i privati vedessero una
azione concreta e seria frutto di concer-
tazione tra enti e collaborazione tra
pubblico e privati di certo avrebbero
un atteggiamento diverso.
* consigliere Regionale Pdl
Tensione Ateneo-studenti
L’Assemblea Permanente esclusa dalla Commisione borse di studio
di LARA OTTAVIANI
RIAPRIRE la discussione sulle fa-
sce di reddito per la contribuzio-
ne studentesca per le borse di stu-
dio era un obiettivo della lotta por-
tata avanti da mesi dall’Assem-
blea permanente degli universita-
ri di Urbino: la commissione tec-
nica in seno all’Ateneo è stata fat-
ta ma i rappresentanti dell’Assem-
blea permanente ne sono esclusi e
non ci stanno.
DOPO l’appunto formulato da
Vittorio Ciarrocchi sulle nostre
pagine, i membri dell’Assemblea
permanente non usano più il ter-
mine “fasciazioni”, improprio se-
condo lo studioso, ma rivendica-
no comunque a sé il merito di
aver ottenuto dall’amministrazio-
ne dell’Università di Urbino l’isti-
tuzione della Commissione tecni-
ca incaricata di riprendere in esa-
me le fasce di reddito che determi-
nano l’importo della contribuzio-
ne, al fine di ottenere una mag-
gior progressione della tassazio-
ne. Questo era infatti uno degli
obiettivi tra i sei punti per i quali
il 28 settembre 2010 è iniziata la
mobilitazione studentesca e intor-
no ai quali si è costituita l’Assem-
blea Permanente delle studentes-
se e degli studenti di Urbino.
«OGGI, dopo tre mesi e mezzo di
mobilitazione culminata nell’oc-
cupazione del Nuovo Magistero,
esprimiamo la nostra soddisfazio-
ne per l’apertura di una commis-
IL CASO INTERVIENE IL PRESIDENTE ALCEO SERAFINI: «L’ACCORPAMENTO NON FAREBBE RISPARMIARE»
Comunità montane decise: «Non toccate l’Ersu»
LE COMUNITA’ montane
dell’Alto e Medio Metauro, Catria e
Nerone, Montefeltro sono contra-
rie all’eliminazione dei quattro Er-
su, all’accentramento in un’agenzia
o in un Ente unico con una struttu-
ra a governance regionale. I Comu-
ni aderenti agli enti comunitari del-
le Provincia respingono la proposta
difendendo il mantenimento
dell’assetto attuale. Il presidente
della comunità montana dell’Alto e
Medio Metauro, Alceo Serafini, si
fa portavoce del territorio: «L’accor-
pamento degli Ersu non è giustifica-
to dall’attuale crisi in quanto non re-
alizzerebbe praticamente alcun ri-
sparmio economico e andrebbe a
DICEMBRE CALDO Sopra, gli studenti nel giorno in cui fecero
irruzione in rettorato durante un Senato Accademico
sione che auspichiamo riesca a
porre rimedio all’iniquo sistema
di tassazione, basato su sole tre fa-
sce, attualmente vigente nella no-
stra università — dicono gli stu-
denti —. Questo risultato politico
è importante perché le conseguen-
ze della crisi economica si stanno
scaricando sugli studenti, soprat-
tutto su quelli che provengono da
famiglie a basso reddito o che la
crisi ha contribuito ad impoveri-
re. L’obiettivo della ridiscussione
dovrebbe essere quello di riequili-
brare il contributo che ogni fami-
glia paga all’università cercando
di incidere maggiormente sui red-
diti più alti. Si vuole così far fron-
te ai tagli previsti al diritto allo
studio e alla crescente difficoltà
delle famiglie ad affrontare il co-
sto della vita. All’interno della
compromettere l’autonomia territo-
riale che è condizione necessaria
perché si possa parlare di sviluppo
in senso proprio», spiega Serafini.
IL TERRITORIO del Montefel-
tro ribadisce che i servizi che gli Er-
su forniscono per gli studenti che
vi risiedono, in maniera qualificata
ed adeguata, sono di fondamentale
importanza e che ancora una volta
ne va a scapito del territorio. Aboli-
re il consiglio di amministrazione e
ricondurre gli organi direttivi degli
Ersu ad una esclusiva centralità re-
gionale, assimilandone il regime
giuridico a quello dei dirigenti dei
servizi della Giunta, imporrebbe
commissione tecnica, tuttavia,
non è prevista la presenza di al-
cun delegato dell’Assemblea Per-
manente. Alla richiesta di inseri-
re all’interno della commissione
due nostri delegati, il Senato Acca-
demico ed il cda dell’Università
hanno risposto nominando due
rappresentanti degli studenti,
Mauro Vecchietti e Simone Fab-
brocile, che non sono espressione
dell’Assemblea Permanente e la
cui auto-candidatura rappresenta
per il movimento studentesco
un’inaccettabile prevaricazione».
LA TENSIONE tra l’Assemblea
e gli organi di governo dell’Uni-
versità torna ad acutizzarsi, come
era stato al momento dell’occupa-
zione del Rettorato e della richie-
sta di una presa di posizione del
una nuova forma di centralismo re-
gionale. Alceo Serafini aggiunge:
«Viene meno quella capacità deci-
sionale, organizzativa, quel rappor-
to con l’economia degli enti locali e
quell’autonomia funzionale che
consentono la piena ed efficace par-
tecipazione allo sviluppo e alla coe-
sione economica e sociale. Un’azio-
ne del genere creerebbe difficoltà
gestionali rilevanti date da approssi-
mazione nella gestione e nella con-
creta analisi e valutazione dei vari
aspetti amministrativi, portando ad
un livellamento al ribasso dei servi-
zi ed ad una totale eliminazione del-
la mediazione politica con gli stu-
denti e con le istituzioni territoria-
Rettore contro il ddl Gelmini, co-
me era anche salita prima delle va-
canze di Natale quando il Rettore
aveva deciso di far spegnere i ri-
scaldamenti al Magistero occupa-
to, o dopo le vacanze quando le
serrature all’Aula C1 autogestita
sono state sostituite per impedire
agli studenti di svolgere le pro-
prie attività.
«QUESTA situazione è tanto più
insostenibile in quanto i due rap-
presentanti, invitati a confrontar-
si in un’assemblea pubblica per la
nostra proposta per una diversa
contribuzione studentesca, si so-
no negati al dibatto sollevando
dei dubbi sulla linea che questi
terranno in sede di commissione
— continua l’Assemblea —. Con
forza chiediamo quindi di poter
essere presente in commissione
con i nostri delegati eletti dal bas-
so, senza che essi debbano essere
necessariamente dei rappresen-
tanti istituzionali. Auspichiamo
quindi che il Magnifico Rettore,
il Senato Accademico ed il cda ri-
vedano tempestivamente la com-
posizione della Commissione tec-
nica. Ci aspettiamo che gli organi
accademici tengano fede ai propo-
siti democratici di cui si fanno
portatori dando davvero la possi-
bilità agli studenti di poter parte-
cipare alle decisioni e chiudendo
così questa triste fase autoritaria
segnata dalla repressione dell’oc-
cupazione e dal tentativo di chiu-
dere l’unico spazio autogestito da-
gli studenti».
li, senza considerare che così facen-
do si neutralizzerebbe il valido sup-
porto alla università. Il gioco non
vale la candela, anzi, se si realizzas-
se, causerebbe disservizi e rallenta-
menti nello sviluppo di una puntua-
le politica dei territori. Se di con-
trollo si tratta, sia sulla spesa sia sul-
le decisioni politiche, altri sono i
metodi da adottare e nessuno si vuo-
le esimere da tali obbiettivi, ma oc-
corre pervenire democraticamente
alle migliori scelte attraverso un ri-
spettabile confronto con i consiglie-
ri regionali e le autonomie locali.
Per alcuni territori, come il nostro,
dette scelte che spostano i centri de-
cisionali altrove, possono determi-
nare conseguenze gravi e ingiustifi-
cate».