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Difficoltà oggettive
È evidente che gli studiosi che desiderano identificare tutti questi luoghi chiedano
aiuto all’archeologia, ma le risposte sono tutt’altro che semplici.
Purtroppo la città è stata stravolta nel corso dei secoli da innumerevoli occupazioni,
accompagnate da distruzioni devastanti.
La questione si complica ulteriormente pensando poi che i Cristiani, quando ne ebbero
la possibilità, costruirono "chiese" ed altri edifici commemorativi nei luoghi dove
ritenevano si fossero svolti i fatti narrati nei Vangeli; tant’è che oggi, pur essendo
sanzionati dalla tradizione, quei luoghi sono considerati talvolta con sospetto dagli
studiosi.
A queste difficoltà si aggiunga che molti luoghi sono in pratica "off limits", perché
sacri agli Ebrei o ai Musulmani. Altri poi sono così fittamente popolati, che pensare ad
indagini archeologiche è per ora impossibile. È stato possibile eseguire alcuni scavi nel
Quartiere Ebraico della Città Vecchia solo a partire dal 1969, "approfittando" delle
distruzioni causate dalla Guerra dei Sei Giorni.
Nonostante tutte queste difficoltà, l’archeologia moderna ci ha fornito lo stesso
preziose informazioni sulla Gerusalemme dell’epoca di Gesù e degli Apostoli.
Tuttavia, i segreti che restano da scoprire sono ancora moltissimi, e gli specialisti si
sentono percorsi da un fremito quando pensano ai problemi le cui soluzioni giacciono
nascoste nel sottosuolo. Forse, con gli anni e la necessità di procedere al restauro
della Città Vecchia, si può sperare che altri resti importanti vengano scoperti e
studiati. Attualmente, non ci resta che prendere atto della nostra ignoranza ed
accontentarci dei reperti già portati alla luce.
La figura di fianco presenta Gerusalemme
come ci appare oggi, osservandola dalle
pendici del Monte degli Ulivi. Le mura che
vediamo racchiudere la cosiddetta Città
Vecchia risalgono, come è noto, al XVI secolo; e
sulla spianata dove una volta sorgeva il Tempio,
oggi possiamo ammirare la inconfondibile
sagoma della Cupola della Roccia, nota anche
come Moschea di Omar.
Nella pagina seguente è riportata invece una cartina della Gerusalemme del 1°
secolo, che dovrebbe essere esaminata con cura fino a farci diventare familiare la
topografia della città.
In tono grigio è disegnata la Cinta attuale, cioè quella del XVI secolo, che è anche la
sola oggi visibile. Le altre fortificazioni sono chiamate Primo Muro, Secondo Muro e
Terzo Muro. Come indicano i termini, si tratta di cinte di fortificazione costruite in
sequenza, una dopo l’altra.
La più antica (il Primo Muro) risale alla monarchia asmonea, ricalcando quasi
completamente il tracciato delle mura dell’epoca di Neemia. Flavio Giuseppe ne ha
descritto il percorso per la parte settentrionale, dicendo che cominciava a nord della
Torre di Hippico (cioè dal Palazzo di Erode) per terminare ad ovest del Tempio.
All’epoca di Gesù c’era anche il Secondo Muro, che era il "muro esterno", di cui Flavio
Giuseppe parla in questi termini: "Il secondo muro cominciava dalla porta nel primo
muro che si chiamava Gennath, e cingendo solo la parte settentrionale della città,
arrivava fino alla [Torre] Antonia" (Guerre, V, 4, 2).
Come si vede, questo testo stabilisce l’inizio e la fine del muro, ma non ne descrive il
percorso. Purtroppo la posizione di questo muro non ha soltanto un interesse
accademico, perché ne dipende l’identificazione del Gòlgota, come vedremo in
seguito.
Quanto al Terzo Muro, così prosegue Flavio Giuseppe: "Il terzo muro cominciava dalla
Torre Hippico, donde si protendeva a nord verso la Torre Psefino, per poi correre di
fronte ai monumenti di Elena, la regina dell’Adiabene (...) e terminava congiungendosi
col muro antico nella vallata chiamata Cedron. Questo muro fu costruito dal re
Agrippa [Erode Agrippa I che lo costruì intorno all’anno 42, durante il breve periodo di
regno in Giudea; perciò il Terzo Muro fu costruito circa 12 anni dopo la morte di Gesù]
per proteggere le parti che si erano aggiunte alla città e che erano tutte indifese;
infatti la città per il grande aumento della popolazione un po’ alla vol ta si era allargata
fuori delle mura."
Non potendo descrivere in dettaglio tutte le ricerche archeologiche effettuate a
Gerusalemme, ci soffermeremo soprattutto sul Tempio.
Parleremo poi dell’identificazione del Pretorio, e dell’ubicazione del Gòlgota e del
Santo Sepolcro, problemi che continuano a suscitare non poche polemiche.
Infine, accenneremo alle ultime scoperte di Nahaman Avigad sull’edilizia privata.
(1. continua)
Davide Valente
Tratto con permesso da «IL CRISTIANO» gennaio 2001 www.ilcristiano.it