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GERUSALEMME

AL TEMPO DI GESÙ (1)


Quale aiuto offre l’archeologia nel rivisitare i luoghi che furono
teatro di alcuni dei più noti episodi della vita di Gesù? A
Gerusalemme si sviluppò l’apoteosi del ministerio del Salvatore, dal
Golgota fino alla tomba vuota. Accanto a limiti riconosciuti,
l’archeologia ci offre contributi indubbiamente interessanti, che
rendono più vivi quei racconti per chi ha il privilegio di percorrere le
vie della Città.

Uno sguardo d’insieme


Tra tutte le località della Palestina, senza dubbio Gerusalemme è la più interessante
per i Cristiani, essendo infatti molte le sue connessioni con il ministero e la
passione di Gesù e la nascita della Chiesa.
Quando desideriamo conoscere la "Gerusalemme come la vide Gesù", nascono non pochi
problemi. Quanto al Nuovo Testamento, esso ci dà un aiuto relativo, perché è
piuttosto avaro di descrizioni, ed entra in dettagli soltanto quando la narrazione lo
richiede. È da notare che Gesù passò a Gerusalemme un tempo piuttosto limitato della
sua vita, ed anche il suo ministerio si svolse per la maggior parte altrove.
A completare il quadro provvedono però parecchi riferimenti di Flavio Giuseppe, che
citeremo quando se ne presenterà l’occasione.
Flavio Giuseppe conosceva bene Gerusalemme ed appartenendo ad una famiglia della
nobiltà sacerdotale aveva svolto per un certo tempo anche il ruolo di sacerdote nel
Tempio. Quando scoppiò la rivolta contro i Romani, egli ebbe il comando di un reparto
di patrioti in Galilea.Tuttavia era convinto che non era il caso di combattere contro
l’esercito più forte del mondo, per cui sarebbe stato meglio arrendersi per salvare il
salvabile.Dopo varie vicende, finì per diventare il consulente diTito. Per questo gli
Ebrei lo considerarono, e con comprensibile ragione, un traditore. Terminata la guerra,
Giuseppe fu portato da Tito a Roma, dove ebbe il privilegio della cittadinanza romana
ed assunse il nome della famiglia dell’imperatore, diventando così Flavio Giuseppe. Non
potendo più tornare in Palestina, dove si era procurato molti nemici, Flavio Giuseppe
passò il resto della sua vita a Roma, scrivendo libri che ancora oggi sono fra le più
preziose fonti d’informazioni sulla Palestina del 1° secolo. Le opere dalle quali possiamo
trarre notizie su Gerusalemme sono Guerre Giudaiche e Antichità Giudaiche,
pervenute a noi in greco.
Buona parte dei passi dei Vangeli che parlano di Gerusalemme riguardano
avvenimenti che ebbero luogo nel Tempio.
Si comincia con la presentazione del bambino Gesù (Luca 2:22); segue poi, all’età di
dodici anni, l’esposizione della Legge ai dottori (Luca 2:46-50). Del Pinnacolo del
Tempio si parla nel passo delle tentazioni (Matteo 4:5 e rif.). Nel Tempio ebbe luogo la
scena della cacciata dei venditori e dei cambiavalute (Giovanni 2:13-22). Gesù si recò
nel Tempio anche durante la Festa delle Capanne (Gv 7:10-52), e successivamente per
la Festa della Dedicazione (Gv 9:7). Vi ritornò per l’ultima volta nel giorno dell’ingresso
trionfale, passando per la Porta Orientale — o Porta di Susa — (Mt 21:1-11 e rif.), e vi
scacciò ancora i venditori (con lo stesso schema della volta precedente). E forse in
quell’occasione fu tentato dai Farisei che lo spingevano a criticare Cesare per il
pagamento del tributo (Mt 22:15 segg..), e pronunciò anche le osservazioni sulla povera
vedova che gettava nella cassa delle offerte gli ultimi spiccioli (Lu 21:1-4 e rif.).
Molti altri eventi riguardanti il ministero di Gesù si svolsero poi a Gerusalemme anche
fuori del recinto del Tempio: la guarigione presso la piscina di Bethesda dell’uomo
ammalato da 38 anni (Gv 5:1-15); la guarigione del cieco alla piscina di Siloe (Gv 9:7);
la vista del complesso del Tempio e la dichiarazione sulla sua distruzione (Mt 24:1,2 e
rif.); l’Ultima Cena (Mt 26:17-28 e rif.); la preghiera nel Getsemani (Mt 26:36-46 e
rif.); l’arresto e il processo davanti al Sommo Sacerdote ed al Sinedrio (Mt 26:47-75
e rif.); il processo davanti a Pilato e Erode Antipa (Lu 23:1-25 e rif.); ed infine la
crocifissione e la morte, la sepoltura, la risurrezione, l’apparizione ai discepoli nella
stanza con le porte serrate (Gv 20:19 segg.. e rif.).
Considerando poi il libro degli Atti, troviamo molti altri riferimenti a Gerusalemme: la
"sala di sopra" dove si trovavano i discepoli il giorno della Pentecoste (1:13); il luogo
dei primi battesimi (2:41); la "Porta Bella" del Tempio (3:10); la sinagoga detta dei
Liberti (6:9) ecc...

Difficoltà oggettive
È evidente che gli studiosi che desiderano identificare tutti questi luoghi chiedano
aiuto all’archeologia, ma le risposte sono tutt’altro che semplici.
Purtroppo la città è stata stravolta nel corso dei secoli da innumerevoli occupazioni,
accompagnate da distruzioni devastanti.
La questione si complica ulteriormente pensando poi che i Cristiani, quando ne ebbero
la possibilità, costruirono "chiese" ed altri edifici commemorativi nei luoghi dove
ritenevano si fossero svolti i fatti narrati nei Vangeli; tant’è che oggi, pur essendo
sanzionati dalla tradizione, quei luoghi sono considerati talvolta con sospetto dagli
studiosi.
A queste difficoltà si aggiunga che molti luoghi sono in pratica "off limits", perché
sacri agli Ebrei o ai Musulmani. Altri poi sono così fittamente popolati, che pensare ad
indagini archeologiche è per ora impossibile. È stato possibile eseguire alcuni scavi nel
Quartiere Ebraico della Città Vecchia solo a partire dal 1969, "approfittando" delle
distruzioni causate dalla Guerra dei Sei Giorni.
Nonostante tutte queste difficoltà, l’archeologia moderna ci ha fornito lo stesso
preziose informazioni sulla Gerusalemme dell’epoca di Gesù e degli Apostoli.
Tuttavia, i segreti che restano da scoprire sono ancora moltissimi, e gli specialisti si
sentono percorsi da un fremito quando pensano ai problemi le cui soluzioni giacciono
nascoste nel sottosuolo. Forse, con gli anni e la necessità di procedere al restauro
della Città Vecchia, si può sperare che altri resti importanti vengano scoperti e
studiati. Attualmente, non ci resta che prendere atto della nostra ignoranza ed
accontentarci dei reperti già portati alla luce.
La figura di fianco presenta Gerusalemme
come ci appare oggi, osservandola dalle
pendici del Monte degli Ulivi. Le mura che
vediamo racchiudere la cosiddetta Città
Vecchia risalgono, come è noto, al XVI secolo; e
sulla spianata dove una volta sorgeva il Tempio,
oggi possiamo ammirare la inconfondibile
sagoma della Cupola della Roccia, nota anche
come Moschea di Omar.
Nella pagina seguente è riportata invece una cartina della Gerusalemme del 1°
secolo, che dovrebbe essere esaminata con cura fino a farci diventare familiare la
topografia della città.
In tono grigio è disegnata la Cinta attuale, cioè quella del XVI secolo, che è anche la
sola oggi visibile. Le altre fortificazioni sono chiamate Primo Muro, Secondo Muro e
Terzo Muro. Come indicano i termini, si tratta di cinte di fortificazione costruite in
sequenza, una dopo l’altra.
La più antica (il Primo Muro) risale alla monarchia asmonea, ricalcando quasi
completamente il tracciato delle mura dell’epoca di Neemia. Flavio Giuseppe ne ha
descritto il percorso per la parte settentrionale, dicendo che cominciava a nord della
Torre di Hippico (cioè dal Palazzo di Erode) per terminare ad ovest del Tempio.
All’epoca di Gesù c’era anche il Secondo Muro, che era il "muro esterno", di cui Flavio
Giuseppe parla in questi termini: "Il secondo muro cominciava dalla porta nel primo
muro che si chiamava Gennath, e cingendo solo la parte settentrionale della città,
arrivava fino alla [Torre] Antonia" (Guerre, V, 4, 2).
Come si vede, questo testo stabilisce l’inizio e la fine del muro, ma non ne descrive il
percorso. Purtroppo la posizione di questo muro non ha soltanto un interesse
accademico, perché ne dipende l’identificazione del Gòlgota, come vedremo in
seguito.
Quanto al Terzo Muro, così prosegue Flavio Giuseppe: "Il terzo muro cominciava dalla
Torre Hippico, donde si protendeva a nord verso la Torre Psefino, per poi correre di
fronte ai monumenti di Elena, la regina dell’Adiabene (...) e terminava congiungendosi
col muro antico nella vallata chiamata Cedron. Questo muro fu costruito dal re
Agrippa [Erode Agrippa I che lo costruì intorno all’anno 42, durante il breve periodo di
regno in Giudea; perciò il Terzo Muro fu costruito circa 12 anni dopo la morte di Gesù]
per proteggere le parti che si erano aggiunte alla città e che erano tutte indifese;
infatti la città per il grande aumento della popolazione un po’ alla vol ta si era allargata
fuori delle mura."
Non potendo descrivere in dettaglio tutte le ricerche archeologiche effettuate a
Gerusalemme, ci soffermeremo soprattutto sul Tempio.
Parleremo poi dell’identificazione del Pretorio, e dell’ubicazione del Gòlgota e del
Santo Sepolcro, problemi che continuano a suscitare non poche polemiche.
Infine, accenneremo alle ultime scoperte di Nahaman Avigad sull’edilizia privata.
(1. continua)
Davide Valente
Tratto con permesso da «IL CRISTIANO» gennaio 2001 www.ilcristiano.it

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