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Adattamenti del flusso sanguigno

all’esercizio
La distribuzione del sangue ai tessuti
La distribuzione di sangue ai tessuti varia in relazione alle necessità metaboliche

1 l/min

Il flusso ematico di ciascun


tessuto è di solito regolato
al minimo livello sufficiente
a rispondere alle sue
richieste.

La distribuzione è regolata principalmente dalla resistenza arteriolare


MECCANISMI DI CONTROLLO DEL FLUSSO EMATICO

A breve termine:
Rapidi cambiamenti (pochi sec - min) del grado di
vasodilatazione e vasocostrizione di arteriole, meta-
arteriole e sfinteri precapillari per garantire
rapidamente un flusso appropriato alle esigenze
locali
MECCANISMI DI CONTROLLO DEL FLUSSO EMATICO

A lungo termine:
Lenti cambiamenti (giorni, settimane, mesi) che
consentono una migliore regolazione del flusso in
rapporto alle esigenze dei tessuti.
Sono il risultato di un aumento del calibro e del
numero dei vasi sanguigni che irrorano i tessuti.
Effetto dell’aumento del metabolismo sul flusso ematico nei
tessuti
REGOLAZIONE A BREVE TERMINE
del flusso ematico locale in funzione
della disponibilità di ossigeno

Effetto del grado di saturazione arteriosa di ossigeno sul flusso


ematico in un determinato organo
REGOLAZIONE A BREVE TERMINE
del flusso ematico locale in funzione
della disponibilità di ossigeno

1) Teoria della carenza di O2 e vasomozione:


O2 è necessario per mantenere uno stato di contrazione
del muscolo liscio, quindi in carenza di O2 i vasi tendono
a rilasciarsi o meglio a far variare la frequenza di
rilasciamento e contrazione dei vasi

2) Teoria della vasodilatazione:


quanto > è l’attività metabolica o < la disponibilità di O2 e
altri fattori nutritivi tanto > è la liberazione di sostanze
vasodilatatrici (es. adenosina, acido lattico,...)
Teoria della carenza di O2 e vasomozione

TONO ARTERIOLARE
contrazioni e rilasciamenti
continui.
Arteriole terminali hanno
frequenza di vasomotilità
di ~ 6-10 cicli/min, mentre
arteriole più grandi di ~ 2-
4 cicli/min.
meta-arteriola+singolo
capillare+tessuto
circostante

Unità funzionale di tessuto in cui si ha apertura e chiusura ciclica di


meta-arteriole e sfinteri precapillari (vasomozione).
Quando la [O2] nel tessuto scende gli sfinteri si aprono.
Quando la [O2] sale, la muscolatura liscia degli sfinteri resta contratta
chiudendo gli sfinteri.
Teoria della vasodilatazione

Quanto maggiore è l’attività metabolica o minore la disponibilità di


O2 o di altre sostanze nutritive in un tessuto, tanto maggiore è la
velocità di formazione di sostanze vasodilatatrici nelle sue cellule.
Esse diffondono attraverso il tessuto fino agli sfinteri precapillari,
meta-arteriole e arteriole.
Sostanze vasodilatatrici
 Adenosina
 Anidride carbonica
 Istamina
 Ioni K+
 Ioni H+ (acido lattico)
Vasi terminali hanno
un rapporto di 1:1
tra fibra muscolare e
capillare
(3000 capillari/mm2)

A riposo - 80 ml/min per 100g


Esercizio - 300 ml/min per 100g

ADENOSINA
rilasciata dalle cellule del muscolo cardiaco
- quando il flusso coronarico si riduce troppo
- quando il cuore è iperattivo → metabolismo cardiaco
aumenta → maggiore uso di O2 → conseguente
degradazione di ATP ad adenosina. Agisce sui recettori P1
(A1,A2 e A3)
Questo può accadere anche nel microcircolo del muscolo scheletrico
durante esercizio fisico.
E’ probabile che sia una combinazione di varie sostanze dilatanti
rilasciate dai tessuti a regolare il flusso ematico
Regolazione dell’attività del muscolo liscio vascolare
dipende da :

• Stimolazione pressoria (risposta miogena=


autoregolazione)
Il muscolo liscio risponde allo stiramento, causato da
un aumento di pressione del sangue, con la
contrazione della parete muscolare vasale.
Lo stiramento induce la depolarizzazione della
muscolatura liscia vasale che fa aumentare l’ingresso
di calcio nelle cellule provocandone la contrazione.
Questo meccanismo sembra scavalcato dai fattori
metabolici in alcune circostanze, come l’esercizio fisico
intenso che causa notevoli aumenti del flusso ematico nel
muscolo scheletrico
• Stimolazione nervosa (attivazione SNA)

STIMOLAZIONE DEI RECETTORI α1 E CONTRAZIONE MUSCOLO LISCIO


VASCOLARE

PROTEINCHINASI C (PKC) E CALMODULINA REGOLANO LA SENSIBILITA’


AL CALCIO DEI FILAMENTI SOTTILI E SPESSI AUMENTANDO LA
CONTRAZIONE
• Stimolazione ormonale (sostanze circolanti nel sangue)

PRINCIPALI VASOCOSTRITTORI E VASODILATATORI


• Stimolazione di origine endoteliale
FATTORI RILASCIATI DALLE CELLULE ENDOTELIALI
Monossido di azoto o ossido nitrico (NO): è un gas lipofilo
rilasciato dalle cellule endoteliali in risposta a stimoli fisici e chimici.
E’ il fattore RILASCIANTE la muscolatura vasale più importante e
ha un’azione locale.

Es. Nitroglicerina usata per trattare pazienti affetti da angina pectoris


(ischemia del miocardio) rilascia NO

Viene sintetizzato a partire


dall’enzima NO sintetasi (3 isoforme):
nNOS neuronale: presente nel SN centrale e periferico
iNOS inducibile: presente nel miocardio indotta da specifiche
sostanze
eNOS endoteliale: presente nelle cellule endoteliali dei vasi
sanguigni
Cellula muscolare liscia

GC: Guanilato ciclasi


Molti segnali possono regolare l’attività di eNOS

Cellula muscolare liscia

eNOS
La sintesi ed il rilascio di NO da
Sollecitazione di taglio
parte delle cellule endoteliali sono
sulle cellule endoteliali stimolati anche da alcuni
vasocostrittori come angiotensina
II per proteggere da una eccessiva
vasocostrizione.
Shear stress
Esercizio e produzione di NO
Esercizio e omeostasi di NO
Lo shear stress vascolare in risposta all’esercizio aumenta la formazione di
NO da parte di eNOS

Cardioprotezione 1) Vasodilatazione
per adeguare il flusso
sanguigno alla domanda
metabolica
2) Metabolizzato a nitrito
e nitrosotiolo

Calvert J W , and Lefer D J. Physiology 2013;28:216-224

©2013 by American Physiological Society


Esercizio e attivazione
dei recettori β-adrenergici

Recettori β1 cardiaci
Attivazione → effetto cronotropo, β3 β2
inotropo e dromotropo positivo β1

Recettori β2
Recettori β3
Stimolazione simpatica →
attivazione di eNOS con aumento
della produzione di NO.
Questo increment di NO può
proteggere il cuore contro le
ischemie.

Calvert J W , and Lefer D J Physiology 2013;28:216-224

©2013 by American Physiological Society


• Stimolazione di origine endoteliale

FATTORI RILASCIATI DALLE CELLULE ENDOTELIALI

Endotelina : è un peptide (21 AA) che provoca potente


VASOCOSTRIZIONE.

E’ presente nelle cellule endoteliali di tutti i vasi, ma aumenta


tantissimo quando i vasi sono danneggiati.

Lo stimolo per il suo rilascio è rappresentato da un danno


dell’endotelio. Il rilascio di endotelina riesce a prevenire estese
emorragie. L’effetto di vasocostrizione è a lungo termine.
REGOLAZIONE A LUNGO TERMINE
del flusso ematico locale
Tale regolazione interviene quando nel tessuto cambiano le
richieste metaboliche per periodi lunghi e consiste nella
variazione della vascolarizzazione (angiogenesi) dovuta a

a) La carenza di ossigeno che quindi è importante anche


nel controllo a lungo termine (es. altitudini elevate)

b) Fattori di crescita, formati forse proprio per la carenza di


ossigeno, come il fattore di crescita endoteliale
vascolare (VEGF) e il fattore di crescita dei fibroblasti.
Muscolo tibiale anteriore di
ratto non stimolato

Dopo 30 giorni di stimolazione


elettrica intermittente

• AUMENTO DEL NUMERO DI


CAPILLARI
• TRASFORMAZIONE DELLE
FIBRE GLICOLITICHE IIx IN
FIBRE OSSIDATIVE IIa

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