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Dl STRADIVARI

- I SEGRETI
SimoneF. Saccit

ERRATA CORRIGE

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Pag. XII
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i cliritti in Italia c all'estero riservati all'atttore

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STRADIVARI
.on il .atalogo rlei cimeli stratlivariani clel Museo (ìivico

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I,IBRERIA DEL (]ONVEGI\O
CREMONA 1972
A Teresita Pacini Sacconi
compagna ledele
che con intelligenza e amore
ha uiuificato il mio lauoro
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VI
SIMONE F. SACCON]

VII
Al carissimodott. Bruno Dordoni di Cremonadebbo un tri-
buto di particolarericonoscenzaper I'intelligenzae I'assolutori-
gore con i quali, nella stesuradel testo, ha saputo tradurre il mio
esa,ttopensiero.
Senzadi lui questo libro non sarebbemai stato scritto,
auendoio assaipiù dimestichezza
con le sgorbieche con Ia penna.
Un ringraziamentoal prol. Allredo Puerari, Direttore del
Ciuico Museo di Cremona,per l'iniziatiuadella presentepubbli-
cazionee l'affettuosaprefazioneche Ia introduce.
Al prof. Andrea Mosconi, uiolinista, ordinario di Educo-
zione Musicale e già liutaio, che hs collaboratocon me alla
finale reuisionedel testo.
Alla Ciuica Amministrazionedi Crernona,che nzi ha con-
sentito il riesamedel materiale originale di Stradiuari e Ia puh-
blicazionedel Catalogct.
Alla Casa V/urlitzer di New York per la gentile conces-
sionedella maggiorparte delle t'otografiedegli strumenti.

SIMONE F. SACCONI

VIII
P R E F A ZI O N E

Nel titolo del libro figura messatra virgolette e al plurale la parola segretiche, di soliro,
associatanel singolare al nome di Stradivari, si crede dia Ia misura della grandezza del liu-
taio di Cremona. Si è voluto, così, demi'r.izzarla per il rifiuto di ridurre l'arre alla concezione
materialedi un segreto,che implica alla fine e comunque una rivelabilità del medesimo, in
questo caso di una ricetta, sul tipo di qr-relledi cucinao di farmacia,se è attorno alla vernice
soprattutto che si è sbizzarritala fantasia popolare.Se mai, il difierenziarsidi Stradivari da
quanti altri liutai siano mai esistiti alla sua epocaconsisteràproprio nell'avereegli fatto con
i comuni mezzi a disposizionedi qualsiasi altro liutaio contemporaneo qualcosadi unico e irri-
petibile. Quanto l'artista produce diventa in un certo sensosegrero,in parte anchea lui stesso
inconoscibile.Egli vede e opera e investe del suo sguardo e pensieroil reale, altrimenti dai
suoi simili. Ma questo, aTlora,è mistero.
L'argomento del libro è esclusivamente di tecnica e riguarda i dati di un mestiere alla
cui definizionehanno contribuito generazionidi artigiani attraverso diverse esperienzeartisri-
che; ma sul piano dello stile e della forma particolari il problema si presentacome individua-
le, cioè della espressioneartistica liutaria suad-ivariana,dove tecnicae forma sono in funzione
del fine che è la qualità del suono che lo strumento dovrà dare.
I1 libro si limita a dirci come Stradivaricostruiva i suoi strumenti musicali restituendoci
conoscenzedell'artigianato antico ritenute irrecuperabili e che, se ci suggerisconoe spíegano
molti perché delle eccezionaliqualità sonore,non pretendono,come ogni analisi di un'opera
d'arte, chiudereI'argomentocon la somma di un loro totale, operazionequesta sempre aperta
nel tempo. Sulla complessacomposizione della vernice e sul modo di impiegarla Sacconi ha
dettato il capitolo più prestigiosodel libro, dove la conoscenzadi fenomeni e materie prime
della natura, come ebbero a sperimentarligli artisti del Rinascimentoitaliano, rivivono secon-
do la pratica delle botteghedei mestieri e la coscienzascientificadelle loro funzioni, proprie
dell'artigianatoche è un místo di scienzae di arte.
I dísegni esemplificativi che illustrano le sezioni auree della composizionedi una forma
per violini rispondono a conoscenzedivulgatissimeal tempo di Stradivari e ci dimostrano come
tutte le operazioni delle fasi costruttive obbediscanoa un ordine matematico,che regolala strut-
tura e quindi la forma dello srumento musicale.Si direbbe che qui la geometriasia come I'ani-
ma, il simbolo del suono vivente nello strumento come quel profumo che Sacconiavverte an-
cora nei legni dei violini stradivariani e dato da una delle componenti della vernice colorata.
Il titolo del libro, dunque, promette cose nuove e le garantisceI'autorità del nome del-
I'autore, universalmentericonosciuto il maggiore liutaio contemporaneo.Non manca il maligno
che butta lì la battuta che, se vuole, Sacconisa anchefarlo un violino come Sradivari. A ripor-
targli il pungente complimento egli sorride per la parte di lusinga che contiene e, se ricorda

IX
che è accaduto,sì, che un suo violino fosse scambiatoper uno Stradivaú da celebri violinisti,
scuotepoi la testa e scrolla le spalle e prende un'espressione come beataaI pensierodella insu-
perabilità di quello che egli per antonomasíachiama il Maestro, come se parlassedi persona
reale che si può ancorainconrare in una via di Cremona.Il culto di Sacconiper Stradivariha
un fondo sentimentaledi origine ottocentesca, divenuto razionaleatraverso la sperimentazione
della tecnicadel maestroconosciutasoprattutto mediante I'eserciziodelle riparazioni dei suoi
strumenti che giungono nel negoziodella casa\X/urlitzeî,per la quale lavora, da ogni parte del
mondo. Questa umile fatica egli 1'accettaancoraa settantasette anni con 1'attentacuriositàdel-
I'artista che nello strumento antico intuisce e vede operare,sentein ogni parte la presenzadella
mano del maestroe cercail sígnificatoin ogni segnoche comispondaa un ragionamentocostrut-
tivo. Di sfuggita accennanel libro di aver riparato trecentocinquanta strumenti {i Stradivari.
Simile conoscenza dall'interno dell'operad'arte ha spinto Sacconial ricupero di una tec-
nica andata perduta e che aveva dato risultatí insuperati. Da essa egli è ripartito per avvici-
narsi il più possibilealle caratteristicheche furono proprie della scuola cremonese.Sacconisi
ripropone di ricreare,ai limiti del possibile,le medesimecondizionidi lavoro antiche,di servirsi
dello stessotipo di materialedel posto impiegato da Sradivari, di rispertare,a volte, per le
úparuzioni di certi strumenti, persino il dosaggioparsimoniosodi alcune sostanzepir) costose
al tempo del liutaio cremonese,per accompagnarle ad altre a più buon mercaro; e quesro,
oltre che per fedeltà al particolaretecnicoda rispettare,per il piaceredi un'adesioneinteriore
alla psicologiadel maesro, da discepoloche ne ha indovinato il preciso comporramenro.
Durante i suoi viaggi in Europa non mancamai di fare una sostaa Cremonail cui nome
egli pronuncia come sinonimo di Stradivari. Qui si raccomandaagli amici perché gli facciano
avere certi legni o gli raccolganolungo gli argini del Po un'erba, I'asprellao <.coda di cavallo o,
che egli impiega per levigareil legno (mai la cdrt(:tuetrata, ohibò!); oppure si assicurapresso
-alveari,
alcuni apicultori della campagnacremoneseun prodotto di scarto degli che costituisce
una delle materie prime della vernice. Quella memoneseè migliore dell'americana.Vista incisa
in una lastra del rivestimentoin marmo della parte inferíore del Torrazzo,l'antica misura del
bracciocremonesecon le divisioni in once, misura che conosceva riprodotta al vero nella grande
pianta della città di Cremona di Antonio Campi - ma di poco infedele per il lieve restringersi
della carta col tempo - ba voluto prendersi,con l'aiuto di una scal.tta, i corrispondenticen-
timetri del braccioscolpito.Nel disegnodi un liuto Stradivaridà le misure in once.

Ma vogliamo conoscerlomeglio Sacconi,biograficamente,a cominciare dalla sua <,éduca-


tion sentimentale>>?Nato a Roma il 30 maggio 1895, a otto anni cominciò a interessarsialla
liuteria aprendo un violino del padre, Gaspare, professored'orchestra,per vedere come era
fatto dentro. <<La lorma dei uiolini mi affascinaua, cominciaia disegnarli> diceSacconí.Il pa-
dre 1o portò da un liutaio di Roma, un veneto,GiuseppeRossi,buon intagliatore.Rimasenella
sua bottegadi vía Tor di Nona, 70, otto anni. Il martino, prima di recarsi alle scuole elemen-
tari, andavaad aprire e pulire il negozio.Lungo la strada passavadavanti a vari intagliatori.
,,Uno specialmercte - mi dice - mi attiraua di più, Ernesto Sensì eccellenteartista. Mi
,fermauoluori della uetrina per uederlo, incantato, maneggiarela sgorbia con lacilità e destrez-
:0. Una mattina d'inuerno lo scultore cbe orantatmi conosceua mi aprì la porta inuitandomiad
entrtre; dentro c'erd un odore di cirmolo, la bottegaera piena di candelabri,cornici, pezzi di
":tbì!i. Mettsi /dtor:tuadi solito per il Vaticano,r. Fu da lui consigliato a frequentarela
'cirola di Belle Arti dove studiò per cinque anni. <
Se uuoi lare il tiutalo lo deui laie atta per
'':iorie sÌi raccomandava
" il padre. All'Accademiaimparò a disegnare,u rnod.ilu.", ,.olpi..
:ì legno seguendoil precetto: prima scultore,e intagliatàre, poi liritaio.
Frequentava,inranro,
.rnchele bibliotecheper leggerviautori antichi .he lu.upno rrattaro di
vernici.
Il primo Violino di Siladivari lo vide a uedici anni, quando con una
letrera del maestro
Bernardino Niolinari poté presentarsial famoso violinista unghereseFranz
Vecsey. Il giovane
Siìcconia\Ievacon sé, con 7a cana da disegno,compassispessimetriper poter
misuraregli spes-
sori della tavola e del fondo del violino. Gli fu .on..rro d'i o lauorare,r,'-u
tenendo il violino
sul letto, Quando il Vecseyaprì I'astucciodoppio con lo Stradivari, il <
Berthier ,>, e un altro
vicrlino,1I ragazzonon ebbe incerÍezzenella-scelta e senz'altroprese
lo Stradivari, mentre il
:uo sesto era accompagnato da un: ,,Très bien, t'aitesattentionr>ricorda ancoraSacconi.
L'esamedel < Berthier > lo portò a constatareche lo spessoredella
tavola armonica era
'li mm 2,3, ma ritenne quella sottigliezzail risultato di una manomissione,
perché secondogli
insegnamentiappresi 1o spessoreavrebbe dovuto essereal cenmodi mm
>, ài-i.ru..,do sui me
'ri lìanchi. Quell'esamefu, perciò, una delusioneper lui. Il violino, .o-.'.upì
dopo, non era
'rlTattostato manomessoe gli spessorierano quellì originali. La prova gli
fu ofierta da un,al-
tra fortunata occasione,quando trovandosi u Ro-, il f"amosoquartetto
Busch con quarrro me-
re'igliosi strumenti di Sffadivari, ottenne, sempretramite il maestro
Molinari, il permessodi
Vederli' Ne prese i modelli e misuratinegli spessorifu sorpresodi constatare
che essi erano di
rnm 2,2 e 2,4 pet le tavole dei violini, per la viola di mm 2,3 e per il
violoncellovariavanoda
r.nm 3,5 e mm 3,3' Da allora fu convinto che Stradivarifacesse1ètavole
proprio in quel modo.
Sacconicostruì il primo suo violino a quattordici anni all'insaputadel suo
maesrro che
rlc rimasesorpresocome lo vide, riconoscendonel giovane già un .on.o.."nt.
di doti eccezio-
nali' Egli intanto cominciavaad avere una suaclientelaa casapropria.
Ma rimasenella bottega
del Rossi dove eseguì,oltre ai violini, viole da gamba,liuti, arciliuìi, pochettes,
viole d,a-oi.,
con teste scolpítedi donna o vecchio,mandolini, chitarre, dedicandosianche
alie iparazroni di
ogni tipo di strumenti, compresiquelli a fiato e persino facendopuntine per grammofoni.
Nel 1915 fu chiamatosotto le armi. Dopo un anno di servizio in batteria
fu inviato alla
28 a divisionedi artiglieriacome disegnatoredi mappe. Riportò tre ferite
e l'armistizio lo sor-
Dresea Villafranca in un ospedaledove era stato ricoveratoper la febbre spagnola.
Congedato,
.l.po un ultimo soggiornoal deposito di palermo, rien*ò a Roma.
In quella città, presso il maestro Fiorini ebbe modo di vederela raccolta
dei cimeli stra-
'livariani prima che fossero donati al Museo Civico di Cremona.Una scoperta
per lui elettriz-
zante Avendo il Fiorini a quell'epocala vista indebolitadiede a Sacconi
liincariio di terminare
dr-rcsuoi violini che aveva cominciatoa modellareed erano il risultato di cinquant'anni
di espe-
rienza artistica.Per gratitudine gli regalò alcuni disegni autentici di
Stradivari riguardanri ii
modello di un violino.
Sposò nel 1925 TeresitaPacini, cognatadi BernardinoMolinari. Fielia del baritono
Gíu-
teppe Pacini, era nota come cantante,e Sacconiricorda con orgoglio ,ri ,.ro
concertoa Lon-
'lra quando cantò per la regina madre d'Inghilterra. Dopo lu ,r"urJitudel figlio rinunciò
a can-
trtre. FrequentandoI'ambiente musicaleche si inadiava dal maestroMolinarl,
Sacconivenne in
irpporto con i migliori violinisti e cellisti di questo secolo,che furono suoi
clienti per consigli
ir'-'ulíacquisti di strumenti musicali antichi e per riparazionia quelli di cui erano
in possesso.
\el nominarmeli,uno per uno, e desiderache tutti li ricordi, ne traccia
fugacementeil carat-
:cie e la personalitàartistica. I nomi che nii fa in un lungo elenco ,uonÀo
come musical-

,.' l
per I'incontro
menre nelle sue parole, quasi tappe della sua vita, insegnedi giorni memorabili
Elman, Cas-
avvenuto con uomini di'eccezione;.he ,o.ro' Casals,Kreisler, Enescu, Heifetz,
Zimbalist, Sal-
sadò, Huberman, Flesch, Bu'.ch,Francescari;Feuermann, lvlilstein, Piatigorski,
Ricci, Szeryng, Rostropovich, Primrose,
mond, Fournier, Szigeti, Stern, Menuhin, oistrach,
pure intrattenne-con i maggiori
Rose, Perlman, Ac.r"rdo, Ughi, Zukerman, Du'Prè' Rapporti
a Mascagni e
compositoridel tempo, du Strurrrr, a Debusslt,a Zandona| a Respighi,a Casella,
Pizzetti.
Nel 19i7 per le celebrazionidel duecentesimoanno del1amorte di Stradivari,che si ten-
sedici dei suoi
nero a Cremona, portò dall'America quindici strumenti del grande liutaio e
predecessorie successori,esponendo.,n suo quartetto che meritò fuori concorso ia medaglia
a New York nel 1965
i,oro della città di Cr"1nonu.Allievi, colleghie amici si detteroconvegno
ha voh'rto
attorno al maestroper celebrareil suo settantesimoanno di età. La città di Stradivari
nell,ottobre del 1972 insignirlo della cittadinanzaonoraria.
un set-
Sacconi abita ora a Point Lookout sulle rive dell'Atlantico,distanteda Nerv York
che percorredi buon'ora il mattino pafte in automobile e parte iu treno e ne-
tanta chilon^retri
ril/urlitzer in I-incoln Center, all'ombra d-e1 grattacielo deila
tropolitana p., ,..urri alla casa
paramount al n. 16 della 61a Strada.Il suo laboratorioè situato in una stanza luminosa lunga
percorre tutto
una ventina di metri e larga quattro con un banco di lavoro presso\a Yetratache
il lato che dà sulla stradal con di fronte l'imponente edíficio dell'American Bible. Qui lavo-
un inglese, un italiano, un tede-
rano sotto la sua guida giovani liutai tra i quali un americano,
e una Î^gazza
sco,un polacco. ,rn frun."se. Tra i suoi allievi è la figlia della signoraWurlitzer
e così Char-
tedesca;'brronafamas'è già fatto, nel gruppo, Dario D'Attili ora direttore della casa
liutaria della
les Beare di Londra. Da"q.laruntiunniSu-òni insegnanegli Stati Uniti la tecnica
sono esposti in una sala due violini di Stra-
scuolacremonese.Nel vicino Metropolitan Museum
nella camera blindata della
divari, ma ben altro ho avuto modo di vedere,con 1aguidadi Sacconi,
intarsiato di
casa \il/urlitzer. lnnanzirurto l'<,Hellier o del 1676, che è il più preziosoviolino
il o Duport del o
Stradivari,e di cui Sacconiha fatto una copia ne| 1966; poi due violoncelli,
dello stesso altri due violini, al momento
1TII e il < Piatti > del 1720, sempredi Stradivari;
per típarazioni in laborato-
della mia visita, erano in prova presso clienti, e un telzo si trovava
rio. La scuolacremoneseè ancorarappresentata da un Guarneridel Gesù del 1726, un Carlo da
di Mat-
Bergonzi del r7i2 e da una viola di Andrea Amati. Vi si trovano inoltre un violoncello
uno Storioni, un Montagnana e altti strumenti
teo-Gofiriller del 1725, un Ceruti, un Pressenda,
è espo-
dí autori moderni. Una collezionedi archi di famosi archettaiinglesi,francesie tedeschi
sra in alcunevetrine e vi primeggianoquelli di FranEoisTourte.
\Wurlitzerda Sacconicurato e che ci dà la misura dell'am-
Di grande inreresseè I'archivio
Si
piezza dJl. infor-azioni di cui egli ha potuto disporre nel campo della liuteria in quella sede.
strumento che sia
tratta dei volumi rilegati contenenti le riproduzioni fotografiche di ciascuno
e quel-
srato oggetto di atten"zioneda parte della casacon la descrizionedelle ripanzioni eseguite
la dello stato di conservazione. Ben quindici volumi sono dedicati ai violini di Stradivari, uno ai
figli Francescoe Omobono; tre volumi sono peÍ Andrea Guarneri, tre per Giuseppe Guarneri,
.irqrr. per Guarneri del Gesù, due per Carlo Bergonzieifigli, uno per Andreae GerolamoAmati'
mi-
d,-," p.t Ruggeri, altrettanti per il -eruti e il Montagnanae ancoraaltri novanta per autori
nori italiani e stranieri.Trrttó questo riguardasoltanto il secondo ventennio di attività di Sac-
dal 1931
coni a New York, dovendosi tener conio di quello anteriore pressoIa casaHerrmann
documentazioneattinta direttamente dagli stru-
a1 1950. Si spiegaallora nel libro 1'eccezionalè
lezione
menti, q,-,"1,.n* in Sacconidi presenzaancoradel fatto artistico antico sentito come
valida tuttora.

XII
A Point Lookout, all'estremitàdi Long Island il maestro abita in un villino in murarura
,r cli-repiani, con verandaa pian terreno,un po' di verde attorno, qualche albero da frutta, un
.rbeteche nascondegran parte della facciata,e cinto da una muraglietta.Se 1o fececostruireuna
:rcntine d'anni fa, quando c'era ancoraterrenoincolto con rare costruzionie davantiil mareaper-
ro clell'Atlanticosu due lati e sul fianco nord a un tiro ìli fucile 1o strerrodi JonesBeach,al di
la del quale,a poche miglia, è la più famosaspiaggiabalnearedegli Stati Uniti. Panoramicancel-
lati ora da uno stuolo di casetteper la maggiorparte in legno. Sacconiè contento di vivere qui,
.li lavorarvi in tranquillità gran parte della settimana,trascorrendonedue giorni soltanto a
\eu' York. Al piano superioreha il suo laboratorio, che è un ambiente molto luminoso con
vetratepressole quali è un bancocon forme di violini, qualchetavola, svariatissimiattrezzi dila-
\.Lrroe alcuneboccettedi vetro. Alle pareti sono appesistrumenti in corso di lavorazionecon e
senzavernice.Ci si muove a fatica essendola parete più lunga interamenreoccupatada scafia-
Ì.iture a vari piani, colme di bottigliette e vasetti contenenti sostanzechimiche e materie prime
;-'erprodurle. Mi indica in un vasetto i pistilli dello zafierano,in un altro le coccinigliesecche
.la cui ricava una polverina per i rossi, mi mostra la radicedi robbia, un rempo sul mercatoper
i pittori, e il cui estratto, 1'alizarina,gli serveper otteneredei rossidorati. Se la procurain Mes-
-.icodove fu importata, pensa,dagli spagnolí;in Europa si rrova in vendíta in un paesinodella
Provenza,vicino ad Avignone,Grasse,mi dice,e si produceper i profumi e una volta per tingere
la stofia dei calzoni delle uniformi dell'esercitofrancese.
Tavole di legno sono sparseun po' dappertutto, ma è quando Sacconile prende in mano,
nre le pone sotto gli occhi e ne parla, ne dice gli anni del taglio, quaranta,sessanra, otranra an-
che, che mi rendo conto della loro bellezzaper lo spicconetto degli anelli stagionali,le onde delle
rrarezzaturee i toni dell'abeteo dell'acero.Ne ha appoggiatealle pareti, sotro e sopra il banco
c un cospicuodepositonella piccolasoffitta.Un materialeche è andato raccogliendodurante la
,.ua vita fornendosenein Italia, in Jugoslavia,nei Balcani, in Germania, presso antiche ditte o
tornitori specializzatinel ríntracciare i legni richiesti. - lJn buon uiolinct richiede legno di al-
':,1eiîo
ttn quarant'annl- dichiara.Aggiungela SignoraTeresita: - Vale più il legno che abbia-
';to cbe la casa, un patrimonio però clte nessuna società accetta di assicurarci, nc.,ncapiscono
:-ottl€Si possanoassicuraredelle tauole di legno conxequeste.
Nel piccolo giardino ci sono piante di viti americaneinsieme a una di moscato,importata
.1ue:t'ultimadall'Italia, ma la cui uva dopo alcuni anni dal rapianto ha presoil saporedi quella
.îdssiìAmericana. Non sono i pochi grappoli che può cogliere a interessareSacconi,bensì quel
:.rnto di rami cui dare fuoco perché,come gli antichi, egli brucia i sarmentidelle viti per impie-
'.trne le ceneriche scioltein acquagli fornisconouna certa qualità di potassa,elemento adope-
r.ìro per la preparazione chimicadei colori della vernice. Ci sono quattro alberi di ciliegie,ma i
i.rtsscriche qui nessuno uccide si mangiano i frutti e a Sacconinon resta che utíIizzarela gom-
ir:.tche i tronchi trasudano,utile per le sue vernici. Persino nella evasionesportiva della pesca
c i' qualcosa,a un certo momento, che riporta l'artista al suo mestiere.Sacconimi fa vederenel-
l',rutorimessaun ricco corredo di attrezzi per la pescache pratica nello stretto di JonesBeache
:elle vicinanzedove prende delle striped bass o grossespigoleche erano molto apprezzateda
Tt'rscanini quandoera suo ospite. All'epocain cui Toscaninirisiedevaa Nerv York, andavaa vil-
lc::girrc con la famigliaa Point Lookout, dove abitavanoi Sacconie in Italia diversevolte le due
;.rrriglie trascorseroinsiemeI'estatea Positano.Sacconiricordad'aver trovato il clienteche acquí-
.rò il violoncelloda Toscaniniusato prima di divenire direttore d'orchestra.A proposito della
fc:ca. rui raccontache gli capita di prendereanche dei palombi della lunghezzapersino di un
metro. NIi ricordo allora che in qualche parte del libro è nominato questopesce,e mi risponde

XI11
che del palombo gli serve la pelle che tende e inchíodacontro un'asseper farla djventaresecr:a
e impiegarlapoi per levigareil legno !.avoratoprima con la rasiera'
L'ultimo episodio della mia visita a Sacconimi riserbòuna sorpresaquando la signoraTe-
resirami mostrò una grandescatolache scoperchiatavidi colma di piccoli involti di carta. Non
potevo scambiarliper quelli d'una lotteria di beneficenza,e non potevo certo immaginare,come
mi fu spiegatoquando mi venne aperto uno di quegli involtí, che essi tutti contenevanopiccoli
frammenti di vernice degli strumenti musicaliche Sacconiavevariparato nel corsodella sua vita.
Instancabilisono semprestate per lui le ricerchesul trattamentodella vernice la cui qualità ed
esteticae possibilitàdi buona conservazioneessendole risultanti di un sistemadi rap-
efficacia
porti, dipendonodall'artedi interpretarloe non dal1'usomeccanicodi una ricetta.Niente di magico
in quest'ultima,ma dosature,tempi e modi di applicazione. Di conseguenza anche il liutaio non
è la figura che vediamo in un quadro del secoloXIX del Rinaldi, dove Stradivariè qualcosadi
mezzotra Faust e un ciabattino in grembiule,con occhiali,dinanzía un deschetto,in atto di reg-
gere con una mano un violino e nell'altra un alambiccoin controluce,in una bottega che sta fra
I'antro e |a cantina,con strumenti sparsiqua e 1à e che, a ben osservare,mi fa notare Sacconi,
sono di forma ottocentesca.
Se si fa bene attenzionenel testo alle documentazionifornite da Sacconi,non si potrà so-
spettareche I'autore - liutaio - si sostituiscaa Stradivarinella descrizionedel sistemacostrut-
tivo dei suoi strumenti musicali,prestandoglile proprie esperienzed'artista; anche se è certa-
menre da questeche ricerchee sperimentazionisono nate, dando validità di prova a quanto egli
ora afrerma.Non c'è osservazionedi carattere tecnico fatta da Sacconiche non rimandi a un fatto
parricolareriscontrabilenei cimeli stradivarianidel Museo di Cremonao negli strurnentidel liu-
taio cremonese.La supposizioneè rara, ma quando è avanzafasi presentacome ovvia.

Qualcosava detto sulla origine e stesuradi questo libro corredato dal Catalogodei cimeli
stradiuarianldel Museo <,Ala Ponzone, di Cremona. I cimeli vennero donati dal liutaio Giu-
seppeFiorini e furono da lui acquistatidalla marchesaPaolaDella Valle del Pomaro in Torino.
In precedenzaer^nostati in possesso del conte Cozio di Salabueche li aveva avuti parte dal fi-
glio di Antonio Stradivari,Paolo, parte dal nipote Antonio. L'illustrazione di ogni pezzo che
viene data alla stampaper la prima volta in questo libro e stesada Sacconi,integra il testo che
la precede rappresentandouna testimonianza fondamentaledella tecnicacostruttiva di Stradivari.
L'occasioneche mi spinse a rivolgermi a Sacconiper la dettaturadi una schedaper ogni pezzo,
mi fu data dalla sua venuta a Cremonaquando fu acquistato,nel 1961, da parte della città, un
violino di Stradivari, < Il Cremonese1715 >>,ora in una saladel Municipio. Sapevofrn dal1952,
duranteuna visita di Sacconial Museo, insieme a Rembert \Turlitzer, della loro intenzione di
stendereun catalogodei cimeli stradivariani,ma della cosanon s'era poi fatto nulla.
Si dette la combinazionepoi, che in quegli anni conducessiuno studio sulla tarsia rinasci-
mentale,e mi parve di dover chiederea Sacconila confermadi una osservazioneche mi sem-
brava si dovessefare: essererifluite le esperienzetecnichedel trattamentodel legno acquisito
dalla tarsia nel Rinascimento,con la decadenzadi questa, nella liuteria. Quando lo condussi
davanti al monumentaleArmadio intarsiatodel Platina, del I477, e al Coro dello stessoeseguito
per il Duomo nel 1489, la sua pîontezzadi vera e propria lettura dei tipi, delle parti, delle ca-
ratteristichedelle varie essenzedivenute forma, dísegnoe colorenel linguaggiopittorico, fu per

XIV
nre illuminante e di aiuto per il problema che mi ponevo dei rapporti fra
tecnicae stile. Fu al
It'ra che avendomiconfessatoche non c'erarroper iui segretisulla tecnica
stradivariana.eli feci
f)sservareche un'espeúenzacome la sua non avrebbedovuto limitarsi a qualche
uppunao'11unu-
scritto sui cimeli del Museo e a semplici confidenzeverbali, ma che rur.bb. potura'divenire
pa-
trimonio culturalecomune se egli avessescritto un libro sull'argomento.Mi
risposeche gli co-
stava meno fatica fare un violino che scrivere,di saperea.lop..ar. megliola ,gorÉia
chela fenna.
Iia in una sua lettera da New York, per spiegarei'identificazione della for-à impiegatadà Stru-
clii'ari per il < Cremoneser-/15 >, egli aveva stesoun testo degnodi un manuale
di liuteria. Si
trovava già abbozzatoin quelle pagine,in cui era in sintesi desciítto il sistema
costruttivo degli
srrumenri musicali stradivariani,lo schemadi un libro.
Quando venne, qualcheanno più tardi, a Cremonacon due violini cremonesi,un Niccolò
e un Andrea Amati, pure acquistatidalla città, e dimostrò che la preparazione
per la vernicedei
due strumenti era ancorala stessadi quella usataper le tarsiedell'Armadio .
d-"1Duomo, da lui
saputafar rinvenire, e che quella sostanzaprovocavacome un lieve processo
di ossificazione del
legno,ritornai sull'argomentodel libro. Tacqueallora sulle sostanzecostitutive
della preparazione
della vernice, ma come accolseil progetto di scrivereun libro, mi assicurò
che, in quel caso
ne avrebbeparlato. Segretoper modo di dire, diceva, perché all'epoca di Sradivari
le compo-
nenti della vernice e la materia per la preparazionee il loro impiego eran
cose nore ai liutai.
Mi colpiva sempre,ascoltandoSacconiparlaredel suo mestiere,il linguaggiopreciso
e molto
comunicativo'Bastanoun paio d'ore della sua compagniaper esserecontagiati
sull'argomento.
Da tale conversazione poteva nascere,almeno in parte, o prendereinízio il libro che avrebbedo-
vuto dettare.Ci sarebbestato il sussidiodella corrispond.nru.Si trattava di
trovare la persona
adatta che si sobbarcassealla fatica della stesuradel testo. Non doveva essere
un vero e proprio
tecnicodel mestierecon opinioni precostituite,ma personache si lasciasse passivamente e insie-
me con entusiasmoammaestrare,in parte un amanuense intelligente,in parte un trascrittoreca-
pace di sintesi.Seppi allora che durante alcunelezioni renure da Sacconi-allaScuoladi Liuteria
localeil dottor Bruno Dordoni, che avevapartecipatoalle vicendeper l'acquistodei violini di Stra-
divari e degli Amati, si era preso alcuni appunti che il maestro aveva apprezzato.Fu così che egli
iniziò \a stesuradel libro. Le redazioni che di volta in voha erano pài.rt. sembrare definitirie,
apparivanopoi incompleteper l'accavallarsidei problemi che sorgevano,da parte di Sacconi,cui
non sembravamai dí essereriuscito a dar fondo a quanto uu.uu d, dire suú'argomento,e riu-
scendola parola scritta semprepiù stimolantenella progressívapresadi coscieira che vi pren-
deva delle proprie esperienze.Il testo divenivaatrraversola maieutica,per cosìdire, di Doràoni,
semprepiù la parola del maesro. Sacconiimpiegavavecchi suoi appuntl e un alro resto era co-
stituito dalle numeroselettere che inviava da New York, risposteprecisea quesiti e argomenti
particolari. Dordoni nei lunghi anni che dedicò a codesto larroro finì con I'assimila.e la materia
divenendo da non competenteun <<esperto>>sotto la guida di Sacconie a riuscire un perfetto
interpretedel suo pensiero.
Sacconiha qui avviato un discorsodi tecnicapura che nessunoseppe fare prima di lui
_
su Stradivari'Non si dice nulla della vita, delle scarsenorizie conservat.n"il. vecchiecarte d'ar-
chivio e che molti studiosi hanno illustrato: dal Sacchi,al Lombardíni,a Hill, al Bonetti, al Man-
delli, al Cavalcabò,al Gualazzini, al Bacchefta, alBaruzzi e recenrementeal libro del giornalista
Elia Santoroche escein questigiorni sui < Traffici e falsificazionidi violini di Stradivari> (An-
nali della Biblioteca Statale e Libreria Civica di Cremona, l9i2) molto utile per le nuove
no-
tizie che ci forniscee soprattutto sui rapporti del liutaio cremonesecon la societàdel proprio
tempo. Non era certo questotipo di lavoro che si poteva chiederea Sacconi,e neppure
il libro

XV
doveva essereuna graduatoriad'onore sui pregi o meno degli strumenti di Stradivari,essendone
egli stato il medico di quasi tutti. È comprensibileche abbiavoluto evitare confronti tra l'uno e
I'altro, anchequando sarebberostati utili per I'informazione.
Che egli non sia entrato in campo storico erudito non significache non conoscamolto bene
la letteratura sull'argomento.Nel testo è sottintesae il lettore può avvertirla tra le righe. Egli
comunque inizia un nuovo capitolo della storia della tecnicasradivariana, che inoltre adotta
ancora nella propria esperienzaartistíca.
Del controversoproblema della data di nascitadi StradivariSacconitratta rapidamentedal
punto di vista delle sue conoscenz€dirette degli strumenti,avendoavuto sotto mano quasi tutte
le etichettedei violini dell'ultimo periodo, a cominciaredal I732 e recanti l'indicazionedell'età
a volte in stampatello,a volte in corsivo. Per Sacconi,salvo rarissimi casi in cui la calligrafiaè
dei figli, essesono autografe.Perciò \a data di nascitaper lui sarebbell 1644. Dall'atto parroc-
chiale di morte risulta I'anno del decessodi Antonio Stradivari,1l I737.

ALFREDO PUERARI

Cremona,18 ottobre 1972

A. Stradiuari: uiolino < Il Cremonese 1715 > ex Ioachim-Hill-Widiflèi. Cremona, Palazzo Comunale

XVI
I

IDEAZIONEDELLO STRUMENTOE SISTEMA COSTRUTTIVO

Nel Museo Civico di Cremona si conserva una raccolta di forme, disegni, schizzi,
modelli e studi originali di Stradivari, oggetto sinora più di curiosità, che di serio e ap-
profondito esame.Di questo prezioso materiale ebbi ad occuparmi quando ancora si ro.
vava in possessodel liutaio Fiorini. Individuai alIoru la funzione di ogni singolo pezzo,
a volte recante annotazíoni appostevi da Stradivari o dai suoi figli; decifrai le misure in-
rlicate con aperture di compasso; rilevai molti almi particolari utili alla conoscenza del7a
tecnica cosffuttiva del Maestro; e suddivisi I'insieme dei disegni,degli schizzie dei mo-
delli a secondache riguardavano gli suumenti e le forme dei medesimi.
Lo studio sistematico,coordinato con l'esame degli strumenti tuttora esistenti che
con questi modelli furono costruiti, consentedi documentafe una esperienzadi grande ar-
tigtanato, mitizzata perché non capita, e di riportarla alla semplice verità di una ptatica
quotidiana di lavoro e di impiego di mezzí che non avevanonulla di misterioso in quanto
tali; ma i cui risultati dipendevano pur sempre dal come venivano assunti in relazione
alle diversefasi cosruttive.
Liutai e antiquariato liutario del secolo scorso non essendoin grado di spiegarsi la
qualità del suono degli srumenti sradivariani, favoleggiaronodi segreti inconoscibili, aiu-
tati in questo dal silenziodegli studi in materia,elusivi sull'argomento,accoglientisoltanto
il dato di fatto, e in grado di favorire interpretazioni furazionali di uno degli episodi
cosffuttivi, quello della vernice, assunto materialmente a sirnbolo sbrigativo di un proble-
ma che va posto sul piano dei rapporti tra afte e scienza,su questi trovandosi a operare
L'artigianato. La personalità che emerge dal ricupero dei processi costruttivi sradivariani
è quella di un geniale, riflessivo, metodico atigiano, che nulla lascia al caso o all'improv-
visazionee che riassumecentocinquant'annidi esperienzelocali nella pratica della liute-
ria. Ogni prodotto di Stadivari, violini, viole varie e violoncelli, liuti, chitarre,arpe, man- I
dole, mandolini e pochettes, nasce prima in ogni sua singola parte sulla catta e nei mo- 2
delli, definito fin nel più piccolo particolare,anchedi solo valore estetico,come le punte 3
o il riccio; per cui le singole soluzioni, anche parziali, sono gradualmente raggiunte. Lo
dimostrano le ripetizioni con varianti di uno stesso modello, e l'annotazione autografa,
in alcuni casi, di <<modello buono >>che significa come tra le altre questa fosse la solu-
zione definitiva.
SIMONE F. SA.CCONI

F i g g .1 e 2 A . Stradiaari: corredo per la costruzione della uiola contralta <<Medicea > del 1690,
comprendente: la forrna; il disegno per il piazzaftxentodelle ff; i nzodelli per le aste d.elle ff; quelli
per il marcico e il riccio; della tastiera; della cordiera e del ponticello, col suo fac-simile per I'allinea-
?aerctodi tastiera, ponticello e cordiera. Cremona, Museo Ciuico.
IDEAZIONE DELLO STR,UMENTO E SISTEMA COSTRUTTIVO

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SIMONE F. SACCONI

Fig. 3 A. Snadiuari: uiola contralto <<Medicea> del L690


IDEAZIONE DELLO STRUMENTO E SISTEMA COSTRUTTIVO

I tempi di lavoro di Stradivari si possono riassumerein questa successione i ap-


prestamentodi prove e modelli provvisori; scelta del disegno definitivo; ricavo da que-
sto del modello in legno o in carta, che servirà per la costruzionedella parte dello sru-
mento cui si riferisce.
Le stesseintuizioni stradivariane,che oggi vediamo risponderea precisi princìpi di
fisica acusticae di chimica, sono pratiche sperimentazionidi fenomeni tramandati da
un'antrcaconoscenzadei fatti della natura.La genialità di Stadivari consiste nell'averli
intesi ai suoi fini, di essersenevalso per le particolari funzioni acustichee pittoriche del-
le vernici, per I'eccezionaleprocessodi indurimento o inossamento,come preferiscode-
finirlo, del legno, che 1o facevacantatee consentivaa Sradivari l'uso di spessorisottili,
senzache col tempo essoperdessedi nerbo e 1o strumento si infiacchisse.
Poter darc a tavola, fondo e fasce spessoripiuttosto sottili è di capitaleimportanza
per la produzione di un suono vivo, che abbiavigore, caloree brillantezza;e così per ogni
stÍumento è fondamentale la ricerca dei giusti spessorida darc a tavola armonica e fondo
in base alTaqualità e taglio dei legni adoperati, costanti nella prim a, digradanti dal coni-
spondentesuperiore del cenffo acusticoai suoi margini, nel secondo;e ancoîala determi-
nazionedelle rispettive diverse curvature e loro andamento,per la pîontezzaecontinuità di
rispondenzadella cassaarmonica;come 1ostudio delle misure,inclinazionee distanziamento
tra di loro delle ll di risonanzainrapportoalla superficiecenrraledella tavola da essedelimi-
tata, perchéIa vlbrazionerisulti intensa e si estendaall'intero piano armonico; oppure la
posízione,direzionee inclinazionedella catena,per il perfetto equilibrio di resasonoradelle
quattro corde; infine I'esatto piazzamentodel ponticello,per la giustamasmissione al piano
armonico delle vibrazioni delle corde. Tutto questo per la complessameccanicadelle fasi
del suono nello strumento, a ciascunadellequali concorreuna determinatapane.L'archet-
to sollecitale corde, facendolevibrare; il ponticello con la pressionedei piedini trasmette
le vlbrazioni al piano armonico; questo a sua volta, entrando in vibrazione con movi-
mento di oscillazioneorizzontale,le amplificaed arricchiscedi armonici; il fondo infine,
urtato da esse, sobbalzacon movimento sussultorio, rinviando il suono all'esterno. Dal
perfetto sincronismo ra questi movimenti e dalla loro imme diatezza e continuità, che
sono il risultato dell'equilibrio e unità dei rapporti tra ciascunodi essi,deriva quel suo-
no potente, puro e inefiabile, che costituiscela peculiarecaratteristicadi questi insupera-
ti strumenti.
Raggiunta la maturità, Stradivari ancoranon si appagadei risultati conseguiti,ben-
sì traccia nuove forme, varia misure e propotzioni, crea sffumenti ad arco con sempredi-
verse caratteristichenel costante e preminenteintendimento di una miglior resa sonora,
pur non abbandonandole ripetizioni. Con 7'adozíone di una nuova forma, che variassean-
che di poco misura e curvatura della cassaarmonica, rielabotava ogni singola componen-
te dello strumento, perché I'armonia dei rapporti tra ciascunadi esseconveîgesse aIla per-
fezione del tutto, dando luogo in tal modo a vere e proprie nuove creazioni,tutte ugual-
mente improntate da quelle caratteîisticheche si identificanocon 1ostile del maestro.Que-

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