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Chioggia (VE) 22.04.

2020

COMUNICAZIONE A MEZZO PEC

Spett.

Presidenza del Consiglio dei Ministri


c.a. Prof. Giuseppe Conte
presidente@pec.governo.it
COMUNICAZIONE A MEZZO PEC

Spett.le
Presidenza della Regione Veneto
c.a. Dott. Luca Zaia
protocollo.generale@pec.regione.veneto.it

COMUNICAZIONE A MEZZO PEC

Spett.le
COMUNE DI CHIOGGIA
c.a. Sindaco Dott. Alessandro Ferro
chioggia@pec.chioggia.org

COMUNICAZIONE A MEZZO PEC

Spett.le
MINISTERO DELLO SVILUPPO
ECONOMICO
c.a. Dott. Stefano Patuanelli
urp@pec.mise.gov.it

COMUNICAZIONE A MEZZO PEC


Spett.le
MINISTERO DEL LAVORO E
DELLE
POLITICHE SOCIALI
c.a. Dott.ssa Nunzia Catalfo
segreteriaministero@pec.lavoro.gov.it
COMUNICAZIONE A MEZZO PEC

Spett.le
MINISTERO DEI BENI DELLE
ATTIVITA’ CULTURALI E
DELTURISMO
c.a. Dott. Dario Franceschini
mbca-udcm@mailcert.beniculturali.it

Questa non è una comunicazione, è un grido di dolore, una richiesta disperata di aiuto, un
appello a non essere lasciati soli.

Siamo uomini, donne, famiglie, persone che da anni o da generazioni dedicano tutta la loro
vita alla propria attività sacrificando spesso tempo libero, tempo per i propri figli, per i propri
interessi, talvolta anche la propria salute, per portare avanti con amore, passione e dedizione
la nostra attività che spesso coincide con la nostra vita.

Siamo titolari di bar, ristoranti, alberghi, negozi, attività che operano nel campo del turismo e
della pesca.

Siamo persone semplici, grandi lavoratori, persone dedite al sacrificio, che anche nei momenti
di difficoltà non hanno mai mollato.

Tuttavia, la situazione che stiamo vivendo ci sta mettendo a dura prova. Ci sentiamo
impotenti di fronte ad una realtà nuova, sconosciuta, non voluta, a delle difficoltà che non
dipendono da noi e che non saremo in grado di affrontare se non ci verranno forniti gli
strumenti necessari e degli aiuti concreti.

La situazione di emergenza sanitaria che ha coinvolto anche il nostro paese è un evento


eccezionale, di portata mondiale, che nessuno mai avrebbe immaginato di dover affrontare
nella vita. E’ un evento che ha sconvolto le nostre vite, è entrato nelle nostre case, ci ha
privato delle nostre libertà essenziali, ha portato morte e sofferenza.

Siamo consapevoli degli sforzi che le Istituzioni a tutti i livelli stanno attuando per poter far
fronte nel migliore dei modi ad una situazione di emergenza di tal fatta, di fronte alla quale è
difficile dire di poter essere preparati.

Siamo, altresì, consapevoli che la prima emergenza da affrontare sia senza dubbio quella
sanitaria, tuttavia, viviamo sulla nostra pelle ogni giorno anche l’emergenza economica che ci
ha travolto.

Le nostre attività, soprattutto quelle di bar, ristoranti, stabilimenti balneari etc. non servono
solo una bibita o un piatto caldo, regalano un momento di serenità, fatto di chiacchere,
convivialità, socializzazione, aggregazione.

Tutto ciò rischia di non esserci più.

Sappiamo che il governo sta lavorando per predisporre quelle che saranno le linee guida in
vista della prossima riapertura delle attività, tuttavia, le informazioni giunte sin qui, da più
parti, circa le misure che dovrebbero essere adottate non possono che essere definite
allarmanti.

Sono misure nella maggior parte dei casi non attuabili in concreto o non sostenibili.

Trattasi di disposizioni che, laddove venissero attuate, porterebbero ad una riduzione del
fatturato di circa il 50% a fronte di costi fissi rimasti invariati ai quali andrebbero ad
aggiungersi le ulteriori spese da sostenere per l’adeguamento dei locali e la protezione del
personale dipendente.

Purtroppo, se tali misure venissero confermate, molte delle nostre attività si vedrebbero
costrette a rinunciare ad aprire, anche definitivamente, con conseguente grave pregiudizio per
i titolari, per i dipendenti, per i clienti e la città stessa.

Per tali ragioni, abbiamo bisogno di un aiuto certo, immediato, concreto e reale, di azioni
mirate ed efficaci che ci possano permettere di far sopravvivere le nostre attività quantomeno
fino a dicembre 2020. Anche laddove, e noi tutti ce lo auguriamo, la situazione di emergenza
sanitaria dovesse cessare prima, quella economica, considerata la difficoltà di ripresa,
purtroppo proseguirà per molti mesi, forse qualche anno.

Non chiediamo misure assistenziali, chiediamo o di essere messi nelle condizioni di poter
riaprire le nostre attività in modo sostenibile o, laddove in concreto ciò non risultasse
possibile, di poter tenere chiuso per il periodo di tempo necessario per giungere a tale
momento.

Dopo un attento confronto ed un’analisi delle esigenze delle diverse categorie, sulla base
dell’esperienza maturata sul campo da parte di ciascuno di noi, siamo con la presente a
rappresentarVi quali, a nostro parere, possano essere le misure più urgenti ed idonee per far
fronte almeno in parte all’attuale situazione chiedendoVi di provvedere in tal senso:
1. Contributo a fondo perduto per gli esercizi forzatamente chiusi, (o che comunque non
riusciranno a riaprire con le nuove misure da adottare) parametrato all’effettivo fatturato
medio degli anni precedenti come indennizzo parziale dei costi documentalmente
sostenuti.
2. Possibile proroga sino al 31.11.2020 della sospensione di leasing e mutui con
recupero delle mensilità congelate in coda al periodo previsto dalla relativa misura
posta in essere. 
3. Accesso al credito con merito creditizio simile a quello della moratoria in quanto
temiamo che visto che ad oggi la liquidità viene messa dalle Banche ci siano non solo
pratiche respinte dalla banca ma anche dal Fondo centrale di Garanzia che mette il 100%.
Le aziende hanno bisogno di liquidità immediata e non di dover inviare decine di moduli e
di attendere con ansia la risposta visto che per tanti servirà per decidere se riaprire oppure
no.
Necessitiamo di tassi vicini allo zero parametrati all’effettivo fatturato medio degli anni
precedenti e garantita al 100% dal Fondo Centrale di Garanzia.
4. Estensione delle moratorie sui pagamenti di tutti i tributi, locali e nazionali, con
previsione di rateizzazione su arco temporale biennale.
5. Fondo di ristoro per le imposte dovute in base al settore di appartenenza. 
6. Rafforzamento della configurazione delle misure restrittive da Covid come “causa di
forza maggiore” che giustifica sospensione e rimodulazione contrattuale nei confronti dei
fornitori. 
7. Sospensione dei canoni di locazione per tutta la durata del periodo di emergenza con
credito di imposta sul pagamento degli affitti e ampliamento credito di imposta sui
canoni di locazione commerciale per tutto il 2020.
8. Proroga del periodo di 9 settimane previsto per gli ammortizzatori sociali e
rifinanziamento delle misure.
9. Semplificazione della procedura e abolizione della necessità di accordo preventivo con
le OO.SS. e di fruizione di periodi di ferie/permessi.
10. Sospensione per almeno un anno degli adempimenti contrattuali legati ai CCLN di
settore (con il coinvolgimento preventivo delle OO.SS).
11. Aumento del bonus per i lavoratori autonomi e prolungamento dello stesso per tutto il
periodo di crisi.
12. Presa in carico della bilateralità dei costi associati alla messa in sicurezza degli addetti e
dei relativi ambienti di lavoro.
13. Revisione di norme e costi per la gestione del suolo pubblico in concessione a
Bar/ristoranti.

Pur vivendo quotidianamente nella disperazione, preoccupazione ed incertezza circa le sorti


future delle nostre attività, dei nostri dipendenti e delle famiglie di tutti noi, confidiamo in una
risposta concreta da parte delle Istituzioni.
Fiduciosi, rimaniamo in attesa di un cortese cenno di riscontro.
Cordialmente.

Nome – Cognome in qualità di titolare della ditta…………………

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