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Congresso di Gniezno

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Il Congresso di Gniezno (in polacco Zjazd gnieźnieński, in tedesco


Akt von Gnesen oppure Gnesener Übereinkunft) fu un incontro
svoltosi l'11 marzo del 1000 tra il duca polacco Boleslao I il
Coraggioso e l'imperatore Ottone III, che ebbe luogo a Gniezno. Gli
studiosi non sono d'accordo sui dettagli delle decisioni prese
all'incontro, soprattutto se Boleslao divenne re della Polonia o no.

Indice
Il preludio
L'atto
Conseguenze
Note
Altri progetti

Il preludio
Dopo la sua morte nel 997
durante una missione tra le La punta della Lancia Sacra, Tesoro
Imperiale, Vienna
tribù prussiane pagane, il
vescovo Adalberto di Praga
fu rapidamente canonizzato
dallo sforzo comune del duca Boleslao I e dell'imperatore Ottone III.
Così, Adalberto divenne il primo vescovo slavo a diventare un
santo.[1] Il suo corpo, riacquistato da Boleslao dai prussiani per il suo
peso in oro, fu messo in una tomba nella cattedrale di Gniezno, che
Reliquiario d'argento contenente la divenne il centro ecclesiastico della Polonia.
reliquia di sant'Adalberto nella
cattedrale di Gniezno Secondo le cronache di Tietmaro di Merseburgo, Ottone III, che era
stato amico e allievo di Adalberto,[1] si impegnò in un pellegrinaggio
partendo dall'Italia alla tomba di Sant'Adalberto a Gniezno, nel suo
tentativo di estendere l'influenza del cristianesimo nell'Europa orientale e di rinnovare il Sacro Romano
Impero basato sul concetto di renovatio Imperii Romanorum, un concetto che vedeva i ducati polacchi e
ungheresi elevati a federati orientali dell'impero.[2] Nell'ambito di questa politica, elevò il principe Stefano I
d'Ungheria a re con la Corona di Santo Stefano.

La dinastia polacca dei Piast di Mieszko I aveva esteso il suo dominio oltre il fiume Oder, dove le loro
pretese di potere si scontrarono con gli interessi del margravio della marca Geronis Gero I il Grande. Dopo
la sua sconfitta da parte delle truppe di Gero nel 963, Mieszko decise di venire a patti con l'imperatore
Ottone I e accettò di pagare un tributo per questa parte delle sue terre. A sua volta ottenne il titolo di amicus
imperatoris ("Amico dell'Imperatore") e il riconoscimento della sua posizione di Dux della Polonia. Egli
perpetuò con questa politica di convergenza con l'Impero sposando nel 978 Oda di Haldensleben, figlia del
margravio della marca del Nord Teodorico di Haldensleben, e facendo sposare suo figlio Boleslao I con una
figlia del margravio di Meissen Rikdag. Tuttavia, per precauzione, poco prima della sua morte, avvenuta nel
992, mise il suo regno (Civitas Schinesghe, il primo nome documentato del regno di Polonia) sotto la
protezione di Papa Giovanni XV secondo il regesto dagome iudex.

Quando suo figlio Boleslao gli successe, la Polonia rimase alleata dell'Impero nelle campagne contro le tribù
dei Lutici. L'imperatore Ottone II, padre di Ottone III, morì all'età di 28 anni nel 983 e la Teofano divenne
reggente per il re bambino Ottone III. Nel 996 Ottone III fu incoronato imperatore del Sacro Romano
Impero a Roma. Al momento del congresso di Gniezno nel 1000, aveva 20 anni.

L'atto
In pellegrinaggio a Gniezno, l'imperatore Ottone III fu ricevuto da
Boleslao al confine polacco sul fiume Bóbr vicino a Małomice. Il
vescovo Ungero di Poznań lo scortò a Gniezno. Tra il 7 e il 15
marzo Ottone investì Boleslao con i titoli di frater et cooperator
Imperii ("fratello e partner dell'Impero") e populi Romani amicus et
socius[2] come reso nella Cronaca polacca del 1115 dal cronista di
Cracovia Gallus Anonymus, il primo autore della storia polacca.
Non è stato ancora definitivamente stabilito se l'atto abbia portato ad
un'elevazione di Boleslao allo status di re. In ogni caso, Boleslao si
fece incoronare re di Polonia nella cattedrale di Gniezno nel 1025.

Nella stessa visita, Ottone III elevò Gniezno al grado di


arcivescovado. Furono create tre nuove diocesi subordinate a
Gniezno: il vescovato di Cracovia (assegnato al vescovo Poppo), il
vescovato di Breslavia (assegnato al vescovo Jan) e il vescovato di
Ritratto di Boleslao con la replica
Kołobrzeg in Pomerania (assegnato al vescovo Reinbern).[1]
della Sacra Lancia, dipinto di Jan Gaudezio, fratello di sant'Adalberto, divenne il primo arcivescovo di
Matejko (1838–1893) Gniezno. Ottone III diede a Boleslao una replica della sua Lancia
Sacra, parte delle regalie imperiali, e Boleslao diede in cambio una
reliquia all'Imperatore, un braccio di sant'Adalberto.

Lo status del vescovato di Poznań del vescovo Unger, la cui diocesi aveva già compreso Gniezno in
precedenza e che non aveva sostenuto la creazione di un'arcidiocesi separata a Gniezno, è anche oggetto di
dibattito storico. Una visione sostiene che rimase indipendente e Unger fu vescovo missionario direttamente
subordinato al papa, mentre un'altra teoria sostiene che la diocesi fu annessa all'arcivescovado di
Magdeburgo, la più vicina provincia ecclesiastica tedesca.[1][3] Tuttavia la maggior parte degli storici ritiene
che il congresso abbia stabilito la completa indipendenza ecclesiastica della chiesa polacca da
Magdeburgo.[4]

Successivamente Boleslao accompagnò Ottone III sulla via del ritorno in Germania. Entrambi procedettero
alla tomba di Carlo Magno nella cattedrale di Aquisgrana, dove Boleslao ricevette in dono il trono di Carlo
Magno. Entrambi organizzarono il fidanzamento del figlio di Boleslao Mieszko II Lambert con la nipote
dell'imperatore Richeza di Lotaringia.

Conseguenze
A causa della morte prematura di Ottone nel 1002, le sue politiche della renovatio non furono pienamente
realizzate. Il re Enrico II, successore di Ottone, cambiò le politiche dell'impero. Boleslao sostenne il rivale di
Enrico, il margravio di Meissen Eccardo I, allargò il regno polacco annettendo la marca della Lusazia e le
terre dei Milceni, e salì anche sul trono boemo, interferendo con gli interessi di Enrico. Durante un incontro
con Enrico II a Merseburg, Boleslao fu attaccato dagli uomini di Enrico e scampò alla morte per un soffio.
Di conseguenza gli eccellenti rapporti tra l'Impero e la Polonia, sanciti dal congresso di Gniezno, si
trasformarono in rapporti di ostilità, che presto sfociarono in una guerra tedesco-polacca che si concluse con
la pace di Bautzen del 1018.

Fu solo dopo la morte di Enrico, avvenuta nel 1024, che Boleslao


riuscì ad ottenere il consenso papale per l'incoronazione come re
polacco. La diocesi di Pomerania di Kołobrzeg, fondata a seguito del
congresso di Gniezno, fu rovesciata da una rinascita pagana dei
Pomerani intorno al 1007 e il vescovo Reinbern fu costretto a
tornare alla corte di Boleslao.

La creazione dell'arcidiocesi separata di Gniezno, direttamente


subordinata alla Santa Sede piuttosto che a un'arcidiocesi tedesca,
mantenne la Polonia indipendente dal Sacro Romano Impero durante
tutto il Medioevo. Intorno al 1075 il vescovato di Poznań divenne
una diocesi suffraganea di Gniezno. L'arcidiocesi controllò quindi
l'intero regno della dinastia Piast, come confermato dalla bolla
papale di Gniezno nel 1136.

Note Memoriale eretto nel 2000 a


Kołobrzeg
1. Janine Boßmann, Otto III. Und der Akt von Gnesen, 2007,
pp.9-10,,
2. Andreas Lawaty, Hubert Orłowski, Deutsche und Polen: Geschichte, Kultur, Politik, 2003, p.24,,
3. ^ Nora Berend, Christianization and the Rise of Christian Monarchy: Scandinavia, Central
Europe and Rus' C. 900-1200, 2007, pp.281-182,,
4. ^ Uta-Renate Blumenthal, "The Investiture Controversy: Church and Monarchy from the Ninth
to the Twelfth Century", University of Pennsylvania Press, 1991, pg. 38

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