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DOCUM ENTI SU LLA GUERRIGLIA PARTIGIAN A IN P IA N U R A :

LA « D ESTRA TA G LI AM ENTO »

Fu solo nell’aprile 1945 che il Gruppo brigate Garibaldi della Destra


Tagliamento divenne ufficialmente una divisione, assumendo il nome del
suo fondatore, Mario Modotti, conosciuto nella Resistenza come « T ri­
buno )). La storia della divisione inizia però nel marzo del 1944, quando
nella zona pianeggiante fra Tagliamento e Livenza venne costituito un
comando per la coordinazione di tutta l’attività di guerriglia nata dopo
l’8 settembre come « per germinazione spontanea », secondo l’espressione
usata dai compilatori del D iario storico della divisione Modotti
L ’area compresa fra i due fiumi, alquanto popolata, senza rilievi oro­
grafici che costituiscano ostacoli alle rapide comunicazioni, ebbe un indub­
bio interesse strategico in tutte le fasi della lotta partigiana, ma princi­
palmente nel periodo preinsurrezionale e insurrezionale, posta come è tra
il mare e la zona alpina e tramite di comunicazioni fra il Veneto di
Sud-Est e la Venezia Giulia, divenuta lembo di terra germanica dopo
T8 settembre. Infatti, tutta la provincia di Udine si trovò incorporata
insieme con Trieste, Gorizia, Pola, Fiume e Lubiana nella «zona d’opera­
zione del Litorale Adriatico » da cui tutte le autorità italiane vennero
escluse. La potestà tedesca divenne totale sia dal punto di vista militare
che da quello politico e civile. .L’intera zona venne sottoposta al governo
del gauleiter della Carinzia Rainer12. La guerra partigiana si svolge
quindi in un territorio che i tedeschi considerano ormai pienamente ger­
manico.
Su questa superficie uniforme si venne quindi sviluppando una bat­
taglia quotidiana tra occupanti e popolazione che ebbe le caratteristiche
della lotta partigiana sviluppatasi in pianura, come in tutte le zone ana­
loghe d’Italia, ma che nello stesso tempo fu condotta con un’organizzazione
militare tipica delle brigate, gruppi di brigate e divisioni che operavano nelle
zone alpine dal Piemonte alla Carnia, al Grappa. Questo tipo di struttu­
razione prettamente militare che il movimento partigiano si dette in que-

1 Diario storico operativo della Divisione Garibaldi Mario Modotti, Destra Taglia-
mento. Copia dattiloscritta di 55 pp., compilata in base a relazioni coeve all’atti'
vità, o su testimonianze provate, immediatamente dopo la fase della liberazione.
Indicato con D 5 .
2 Cfr. E nzo C o l lo t ti , L'amministrazione tedesca dell'Italia occupata 1943-1945.
Istituto naz. per la storia del Movimento di liberazione, Milano, Lerici, 1963,
pp. 101-4 e p. 235. Sulle posizioni dell’autorità militare italiana rimandiamo alla
lettera del generale Giovanni Esposito, comandante regionale militare della RSI,
ma in pratica senza autorità, a Trieste, in A . SCALPELLI, La formazione delle
Forze Armate di Salò attraverso i documenti dello Stato maggiore della RSI. (11°),
Il Movimento di liberazione in Italia, 1963, n. 73, pp. 39-42 e 51-53.
44 Adolfo Scalpelli

sta zona della provincia di Udine, acquista un particolare rilievo qualora


10 si esamini in relazione alle necessità militari e logistiche dell’esercito
tedesco, duramente impegnato nelle zone più a sud del fronte italiano.
I vari servizi tedeschi non potevano permettersi di rinunciare al totale
controllo di questo settore solcato dal Livenza, dal Meduna e dal Taglia-
mento, delimitato a nord dalla statale n. 13, a sud dal mare e percorso da
tre linee ferroviarie in direzione sud-ovest nord-est in una fascia pro­
fonda non più di 50 chilometri e da una serie di strade provinciali di
grande traffico. Si trattava, in pratica, per il movimento partigiano, di non
lasciare scoperto uno dei tratti della più importante fascia di comunica­
zione utilizzata dai tedeschi, sia in fase discendente che in fase ascendente,
tra i confini meridionali del Reich e il fronte; era necessario impedire che
si interrompesse la continuità della linea di schieramento delle forze par-
tigiane nella zona pianeggiante, solcata da quelle linee di comunicazione.
Quando più tardi sorgerà nella Carnia la zona libera, un nuovo com­
pito sarà affidato alle formazioni della pianura : quello di tenere il più
lontano possibile la pressione degli occupanti minacciati nelle loro possi­
bilità di manovra e nel loro prestigio dall’esistenza di zone libere.
Alla luce di questi due fatti, è facile quindi comprendere quale im­
portanza abbia avuto la guerriglia in pianura, non più affidata a singoli
gruppi o squadre di combattimento, ma a battaglioni e brigate intere,
militarmente strutturate. In questo modo tutta la fascia di terreno pia­
neggiante, dalla pedemontana fino al mare e alle province di Treviso e
Venezia, viene coperta dall’organizzazione partigiana « pianurizzata », per­
mettendo così alle formazioni di montagna di concentrare gli sforzi della
loro azione non lontano dagli epicentri assegnati, senza disperdere forze
dislocate in profondità per la protezione dello schieramento.
L ’attività nelle zone fra Livenza e Tagliamento non si riflette però
solo sulle condizioni della lotta che si svolgeva oltre il suo perimetro,
ma ebbe implicitamente e oggettivamente altri compiti, oltre quello di
martellare senza posa le grandi vie di comunicazione e di allacciamento
tra la Germania e il fronte sud, quali ad esempio di non dare nessuna
tregua al nemico insediatosi nei presidii della zona, di impedire le con­
tinue razzie di bestiame e di generi alimentari che i tedeschi operavano
nelle località abbastanza ricche della pianura, di ammassare e fornire vi­
veri alle formazioni e alle popolazioni delle montagne.
Certamente alcuni di questi motivi originarono quella reazione popo­
lare che, dopo l’8 settembre, condusse alla costituzione dei primi nuclei
partigiani, che fu di sicuro un fatto spontaneo fin verso la fine del 1943,
quando si diede mano alla prima razionale organizzazione del movimento,
aprendogli concrete prospettive ad opera di alcuni uomini che già avevano
una minima esperienza di lotta partigiana, che già avevano sperimentato
11 nuovo tipo di guerriglia nel Friuli orientale3. Tra questi uomini è «Tri-

3 DS, p. 2, riportato in Appendice i e 2. Per la forza del movimento in pianura


nei primi mesi si veda anche: Garibaldini del Friuli, Brevi cenni sull’attività
delle formazioni garibaldine friulane, a cura dell’Ufficio storico del Gruppo Divi-
Documenti sulla guerriglia partigiana in pianura 45

buno w, Mario- Modotti, che il io settembre era a Basovico con poco più
di trenta uomini di diversa provenienza e che con essi aveva formato un
battaglione Garibaldi 4. Modotti fece sui monti del Friuli orientale la pri-
ma esperienza di comandante partigiano fino a quando, ferito in un’azione,
dovette rifugiarsi lontano dalla zona di combattimento e riparò nella piana
pordenonese, dove con altri organizzò le prime formazioni regolari di
quell’esercito che stava sorgendo in tutte le regioni in cui il fascismo rial-
zava il capo.
Tuttavia, il primo serio passo verso il raggruppamento e l’utilizzazione

sioni Garibaldi del Friuli, Udine, 1947, p. 8 (« Al dicembre 1943 il movimento


garibaldino friulano può già presentare le seguenti cifre: pianura: partigiani
combattenti 188, collaboratori 90 ») e p. 9 (« Le forze di pianura [...] anche con
l’apporto dei compagni scesi dalla montagna, si sono sviluppate [in gennaio] a
5 battaglioni, più i G A P, più i gruppi di intendenza. Questi reparti contano già
circa 300 partigiani combattenti e 200 collaboratori »).
Fra le cifre indicate in questa pubblicazione e quelle dello specchio statistico
della nostra Appendice (n. 2), vi è spesso un divario anche notevole, soprat­
tutto per i mesi invernali. Poiché è impossibile stabilire oggi i criteri con cui
furono raccolti i dati dai vari comandi, ci limitiamo a segnalare il disaccordo
sull’ entità delle forze partigiane, divario che, d ’altra parte, non muta la situa­
zione generale.
4 Da Guerra di popolo. Storia dille formazioni garibaldine friulane, di F erdinando
M a u TINO, (dattiloscritto, di pagg. 182) p. 5. Questo lavoro, chenon è mai stato
pubblicato, è citato in L u ig i L o n go , Un popolo alla macchia, Milano, Monda-
dori, 1947, p. 494: alcuni passi sono riportati in Garibaldini del Friuli, cit.,
T eodolfo T e ssa r i (Le origini della Resistenza militare nel Veneto, settembre 1943 -
aprile 1945. Quaderni dell’Istituto storico della Resistenza nel Veneto. Neri Pozza
editore, Venezia, 1959, p. 60) a questo proposito scrive: « L ’arrivo sulla Destra
Tagliamento di reduci dal Friuli orientale come M. Modotti (Tribuno) e Ostelio
Modesti (Franco) avvia tra Tagliamento e Livenza l’organizzazione, imprecisa e
talvolta statica della zona, a precisione e a sicuro indirizzo di lotta e di attività
(locali di disarmo, rifornimenti, distruzione schedari, ecc.; di preparazione in
genere; di addestramento specifico per andare in montagna) ».
Il 12 settembre, sul Collio, si formò un « battaglione Garibaldi », costituito
dagli uomini che avevano dato vita sin dal marzo precedente ad un distaccamento
dallo stesso nome e da nuovi volontari provenienti da Cormons e dal Monfalco-
nese. Mario Modotti ne assunse il comando e rimase a quel posto fino verso la
fine del 1943, quando dovette abbandonare la zona di operazioni per potersi cu­
rare le ferite riportate in combattimento. Rimasto al comando delle prime for­
mazioni della Destra Tagliamento per alcuni mesi, preferì, aH’ inizio dell’estate
1944, ritornare in montagna e stabilitosi nella Val Cellina compose con uomini
di diversa provenienza una nuova formazione che assunse il nome di « Ippolito
Nievo A ». N ell’ inverno del 1945, mentre si trovava a Palmanova, venne cattu­
rato per una delazione, rinchiuso nel carcere di Udine, torturato con rara ferocia,
condannato a morte e fucilato il 9 aprile nel cortile della prigione. Prima di mo­
rire scrisse: « Accettai la condanna con fierezza. Stracciai la domanda di grazia.
Ho lottato e non sono pentito. Avrei voluto dare di più e me ne rammarico.
Raccomando a voi, compagni, mio figlio, affinchè mi possa vendicare. Aiutate
nei limiti del possibile, la compagna della mia vita. Questa è l’ultima lettera che
vi scrivo. Saluti a tutti coloro che conobbi in lotta. Saluti cari a Ninci [Lino
Zocchi, comandante del gruppo divisioni Friuli] e ad Andrea [Mario Lizzerò,
commissario delle medesime formazioni]. Saluti a Sasso [Mario Fantini, coman­
dante della divisione Natisone]. Morte al fascismo! Morte all’ invasore! Libertà
ai popoli! » (Cfr. Mario Pacor, Confine orientale. Questione nazionale e Resistenza
nel Friuli e Venezia Giulia, Milano, Feltrinelli, 1964, pp. 19 1, 200, 312-3).
46 Adolfo Scalpelli

organica delle sparse forze antifasciste venne compiuto nel marzo 1944
quando si costituì un comando di coordinamento della lotta militare, che
mettesse anche « in grado la popolazione di partecipare alla vita politica
e democratica che il movimento partigiano aveva per obiettivo » 56. 11
comando venne formato da Antonio Zanella, Rino Favot (Sergio), Terzo
Drusin (Alberto), Carlo Bianchi (Glori), Pietro Monticco (Anz Iu). Modotti,
che non compare in questo elenco di nomi, ha un altro compito: quello
di utilizzare, nella vai Cellina, gli uomini inviati in montagna, quelli che
per ragioni varie hanno dovuto lasciare la pianura o hanno preferito un
diverso tipo di guerriglia. Nella vai Cellina, appunto, «Tribuno» inquadra
i partigiani in una nuova formazione che prenderà il nome di Ippolito
Nievo.
Nella Destra Tagliamento, dopo la formazione del comando cui abbiamo
accennato, non si può affermare con certezza che nei mesi di aprile, maggio
e giugno si sviluppi una lotta coordinata panoramicamente con obiettivi
strategici che valichino i confini della zona; tuttavia la battaglia non ha
soste, anche se i compiti che il nuovo comando si pone sono essenzial­
mente indirizzati « verso la propaganda politica e il reclutamento » c.
Una vera e propria svolta politica avviene a fine luglio, quando nel­
l’area della Destra Tagliamento vennero a costituirsi gruppi di combat­
timento dipendenti dalle formazioni osovane. Non si poteva più operare
senza stabilire limiti e orientamenti tattici e strategici, senza fissare obiet­
tivi comuni, senza una coordinazione sistematica; si imponeva, al di
sopra della volontà dei singoli, la necessità di un comando unico per tutta
la zona pianeggiante. 1 contatti, i colloqui e le riunioni per addivenire
alla costituzione di un comando unificato, furono forse laboriosi e lunghi
più del dovuto, più di quanto non imponesse la situazione, ma con una
certa chiarezza si stabilirono gli accordi tra gli esponenti dei due movi­
menti, Osoppo e Garibaldi, e del CLN della zona pordenonese. In base agli
accordi raggiunti sorse una brigata unificata, che assumerà il nome di
Ippolito Nievo B, al cui comando sono, insieme, garibaldini e osovani.
I risultati dell’intesa tra le formazioni sono subito evidenti.
Da quest’ epoca — dice il Diario storico della Divisione Modotti 7 — i batta­
glioni garibaldini vengono organizzati in formazioni viventi alla macchia con co­
mandi e servizi regolari ed assumono una fisionomia prettamente militare. L ’attività
di guerriglia e sabotaggio aumenta di giorno in giorno. Il servizio di Intendenza,
usando all’occorrenza interi battaglioni, assicura il vettovagliamento e rifornimento
alle formazioni di montagna.

Si opera cioè la trasformazione secondo cui


Non solo le SA P, ma tutta l’organizzazione armata del popolo deve essere uni­
taria, dice il compagno Togliatti, per cui ’ si impone la fusione dei piccoli gruppi
di partigiani isolati in unità militari grandi, capaci di svolgere azioni militari sem-

5 D S, p. 2.
6 Ibid., p. 2.
7 Ibid., p. 3.
Documenti sulla guerriglia partigiana in pianura 47

pre più vaste, che arrivino sino all’occupazione di città e regioni intiere, in rela­
zione con lo sviluppo delle azioni di massa in queste località ’ 8.

Siamo così giunti all’agosto’ del 1944 ed è in questo periodo che si


determina quel salto di qualità che, aiutato anche dalla freschezza e
dalla quantità delle nuove affluenze al movimento partigiano, rende ormai
adulte sul piano politico e militare le formazioni garibaldine della Destra
Tagliamento. L ’impeto e lo slancio del movimento trascinano nella lotta
anche le formazioni più guardinghe, se non ’ attesiste ’ 9, e perciò l’of­
fensiva può ramificarsi e colpire nello stesso tempo sempre più profon­
damente il nemico. « Un popolo che vuole conquistare la sua indipen­
denza non deve limitarsi ai soliti mezzi di guerra. Sollevazioni in massa,
guerra rivoluzionaria, guerriglia dappertutto, ecco l’unico mezzo con cui
un piccolo popolo può vincerne uno grande, e un esercito meno forte
resistere contro un esercito più forte e meglio organizzato » 1012. Quanto
scrisse Engels quasi un secolo prima, dopo la battaglia di Novara, sem­
bra calzare benissimo ora.
La trasformazione qualitativa del movimento, che all’esterno si tra­
duce in una lotta più agguerrita, costante, continua e inesorabile, all’in­
terno si traduce in un ampliamento delle formazioni già esistenti e in
un’articolazione maggiore dei reparti suddividendo la brigata in batta­
glioni. 1 battaglioni operavano nelle zone ad essi affidate e nel quadro
strategico della brigata, in maniera autonoma e nello stesso tempo coor­
dinata.
La forza dei reparti, nella fase settembre-dicembre 1943, si aggirò sui 100-150
uomini per battaglione... e questa rimase in genere la forza che i battaglioni rag­
giunsero nei periodi di maggiore stabilitàn .

In pianura, tale media venne raggiunta a partire dall’estate 1944. Ma,


avverte Ferdinando Mautino, che oltretutto visse l’esperienza partigiana
nel Friuli in qualità di capo di stato maggiore della divisione Natisone
e più tardi di capo di stato maggiore del gruppo di divisioni del Friuli:
la denominazione di battaglione, in speciali zone o periodi, non va legato a un con­
cetto di numero, ma a quello di funzione e autonomia. La responsabilità di un
comandante e di un commissario di battaglione di quindici uomini, ove questo esi­
stesse, e la loro libertà di azione erano pur sempre quelle di un comandante o di
un commissario di battaglione... ,2.

E ’ nell’agosto che si raggiunge nella Destra Tagliamento il massimo

8 L u i g i L o n g o , Sulla via dell’Insurrezione nazionale, Roma, Edizioni di cultura so­


ciale, 1 9 5 4 , pp. 272-3.
9 D S, p. 3 : «Con la sua decisa volontà di lotta attivizza anche le formazioni
osovane ».
10 F r ie d e r i c h E n g e l s , N eue Rhemische Zeitung, 1° aprile 1849, riportato in Sul Ri­
sorgimento italiano, Roma, Editori Riuniti, 1949, [Lotta di popolo], p. 89.
11 F . M a u t in o , op. cit., p. 13 .
12 Ibid., p. 13.
48 Adolfo Scalpelli

di organizzazione1314 in quella che potremmo definire la fase preparatoria


(ma non esclusivamente tale, perchè non ebbe mai soste l’attacco al ne-
mico) delle grandi battaglie della tarda estate e dell’inizio di autunno che
culminarono, nella Carnia, nella costituzione della zona libera. Nella tarda
estate, ad esempio, la brigata Garibaldi Anthos risulta composta di tre batta'
glioni. Il primo, Fosco, costituito su 5 compagnie, è operante dal 15 giu-
gno 1944, ma il 11° e il III0, rispettivamente Bertin-Longo e Pantera, si
costituiscono il 22 agosto. Nelle note sui due battaglioni si dice:
Brg. Benin. Costituito il 22 agosto 1944 su tre compagnie. E ’ il battaglione che
ha avuto il maggior numero di uomini viventi alla macchia (dal settembre al no­
vembre 1944, 174 uomini .permanentemente accampati). Buona parte dei suoi effet­
tivi vengono trasferiti nella zona Venezia e daranno vita alle brigate Ruspo e Ibe-
rati dipendenti dal comando zona Venezia.
Btg. Pantera. Costituito il 22 agosto 1944 con il nome di Ferro. Prenderà poi
il nome di Pantera per onorare la memoria di un compagno caduto. E ’ il reparto
che ha subito i maggiori rastrellamenti. Ha svolto inoltre lavoro per l’Intendenza
e per il vettovagliamento delle popolazioni in montagna.

Nonostante solo nell'agosto si sia raggiunto un livello di grande effi­


cienza nella preparazione delle formazioni, già da parecchi mesi, tutta­
via, la lotta si è inasprita. I treni deragliano, i ponti saltano, le auto­
mobili vengono incendiate e persino in Pordenone e nella più lontana
Treviso, i partigiani della Destra Tagliamento arrivano a colpire. « Sulla
sola ferrovia Pontebbana sono state operate interruzioni al traffico per
un totale di 939 ore (compresi i sabotaggi operati da reparti dell’Osoppo).
La cifra risulta dalla relazione compilata dalle Ferrovie dello Stato » M.
Accanto ad azioni che hanno le caratteristiche del colpo di mano effet­
tuato dai GAP, vi è l’assalto al presidio per il quale occorrono le forze
delle compagnie e dei battaglioni. Sono questi gli aspetti tipici della lotta
condotta nella pianura.
In queste zone la cosidetta ’ pianurizzazione ’ non è però un atto o
una decisione improvvisi, raggiunti solo in un determinato momento dello
sviluppo del movimento partigiano, ma è nata nel momento stesso in cui
nasceva il movimento, adattando tutte le sue risorse al tipo di guerriglia
richiesta nella pianura, e anticipando la serie di esperienze che da altre
parti si colgono a partire, all’mcirca, dal settembre 1944. Il Corpo volon­
tari della libertà stabilisce solo sul finire dell’ottobre il principio dell’auto­
nomia delle formazioni di pianura da quelle di montagna15, autonomia
che nella Destra Tagliamento era già stata raggiunta sin dalla genesi del

13 « N e l mese di agosto le formazioni si ampliano ancora [ ...] . In pianura operano


la Brigata G A P « Friuli » e la Brigata SA P « Udine » (l’ una e l’altra compren­
denti elementi del F. d. G.), la Brigata Ippolito Nievo B, permanentemente in­
quadrata e accampata sulla destra del Tagliamento. Totale 1430 combattenti.
1100 collaboratori. La poderosa Intendenza « Montes » è l’organo logistico di
tutte queste forze ». Garibaldini nel Friuli, cit., p. 19.
14 Alcuni dati sul movimento garibaldino friulano. A cura dell’Ufficio storico del
Gruppo Divisioni Garibaldi del Friuli, 1946.
15 Cfr. R oberto Battaglia , Storia della Resistenza italiana, Torino, Einaudi, 1953,
pp. 478-9: Atti del C V L , Roma, 1946, pp. 130-1.
Documenti sulla guerriglia partigiana in pianura 49

movimento partigiano pur essendo l’attività delle formazioni inserita nelle


linee strategiche generali del movimento.
Quanto questa esperienza, per lo più ignorata, di organizzazione e di
lotta, sia peculiare e propria del movimento partigiano della Destra Ta-
gliamento e quasi in contrasto con l’esperienza di altre regioni, è dimo-
strato dal fatto che anche in sede di bilancio generale, oggi, si continua
a porre l’accento sull’estrema difficoltà incontrata nel far vivere in pianura
formazioni militari che non fossero piccole e snelle squadre di combat-
timento. Scrive Pietro Secchia che
« le unità partigiane potevano scendere al piano per sfuggire ai rastrellamenti, per
deviare il nemico o per assestargli dei colpi di sorpresa dove meno se lo aspettava;
ma ad azione compiuta dovevano di nuovo ritirarsi per raggiungere i loro accanto­
namenti in montagna o in alta valle. Si trattava di rapide puntate in pianura, ma
non di un insediamento stabile » e che « la mancanza di grandi foreste rendeva
difficile la vita in pianura se non a dei piccoli gruppi di partigiani... » ,6.

Nella Destra Tagliamento fu invece possibile la creazione di una rete


di organizzazioni militari già efficiente a partire dalla tarda primavera,
contemporaneamente alle azioni svolte dei SAP e dai GAP.
Qui, nell'autunno, non si delinea quindi un « movimento migrato­
rio » verso il basso, ma solo una mimetizzazione del grosso del movi­
mento in zone già predisposte e adattate.

* * *

La conquista e la formazione della zona libera della Carnia non resta


senza conseguenze per la pianura della Destra Tagliamento, che si trova
a dover proteggere dal Sud la repubblica partigiana dall’attacco nemico.
Mentre infatti nella zona libera le nuove istituzioni, democraticamente
rappresentanti il potere popolare in ogni sua manifestazione, cominciano
a mettere ordine e a porre su basi nuove gli strumenti del potere, già
nazisti e fascisti pensano a sferrare l’attacco per riconquistare la zona car-
nica e per soffocare quel pericoloso esempio.
La difesa della zona libera impegna ovviamente tutte le forze di un
settore dell’arco alpino e della pianura della provincia friulana. Lo sforzo
doveva essere comune per allontanare dai confini della zona liberata la
presenza minacciosa delle forze occupanti, che devono essere agganciate
e logorate senza tregua. Così Ja Destra Tagliamento:
viene intanto ad essere posta totalmente sotto il controllo partigiano, poiché i C LN
sostenuti dalle formazioni, dirigono ormai di fatto, anche se non di nome, la vita
pubblica ad eccezione dei centri di Pordenone, San Vito al Tagliamento e Sacile ,7.

lfi P ietro S ecchia , La Resistenza italiana, nord e sud. In N uovi Argomenti, marzo-
giugno 1962, n. 55-56, pp. 156-7. Il corsivo è nostro.
17 D S, p. 3.
5° Adolfo Scalpelli

In G u erra d i popolo, anche citando da una relazione, Mautino' dice:


Nella pianura stessa le forze partigiane erano pervenute alla creazione di zone,
se non propriamente libere, per lo meno fortemente controllate dalle formazioni
e dai C LN e sulle quali il nemico non poteva più fare facile affidamento per quanto
riguardava lo sfruttamento, la mobilitazione, la possibilità di stazione, di transito, ecc.
La relazione della brigata Ippolito Nievo B dice a questo proposito: ’ Gli attacchi
a colonne tedesche e fasciste, il disarmo di presidi repubblicani, la soppressione di
innumerevoli fascisti e spie, portarono la zona ad una situazione tutta particolare,
in quanto la si poteva considerare libera, poiché la vita pubblica era guidata e
diretta dai patrioti attraverso i C LN mentre le colonne tedesche che percorrevano
la zona in rastrellamenti potevano dare ai nazi fascisti l’idea che questa fosse
sempre sotto il loro dominio.
’ I C LN avevano fissato i prezzi di vendita ad ogni prodotto agricolo e tali
prezzi venivano fatti osservare dai patrioti. Il mercato nero veniva combattuto con
la confisca della merce e uguale provvedimento veniva applicato a carico di chi
tentasse di far evadere dalla zona qualsiasi genere; per questo erano stati costituiti
appositi posti di blocco.
’ Il traffico delle macchine tedesche sulla strada S. Vito al Tagliamento - Motta
di Livenza, si svolgeva dalle tre alle sei del mattino, dato il grande e continuo
numero di attacchi che venivano condotti contro le macchine in transito. La strada
statale triestina non fu più percorsa da macchine isolate, ma solo da convogli scor­
tati da camionette armate di mitragliere. I sabotaggi ferroviari furono intensificati
al punto che il traffico era quasi sospeso. Un nucleo di sabotatori si portò persino
al deposito locomotive di Treviso, inutilizzando sei macchine ’ .
U n ’ immagine complessiva della situazione al mese di settembre può essere la
seguente: la zona montana tra la provincia di Belluno, l ’Austria e il Tagliamento,
più il triangolo Tarcento-Bergogna-Cividale, completamente libera (il resto della zona
montana della provincia di Udine e l’intera provincia di Gorizia erano zona d ’azione
delle formazioni slovene). La zona di pianura tra la provincia di Treviso, l’ Isonzo
e il mare praticamente inibita al nemico tranne che nei centri maggiori. Le grandi
vie di comunicazione in mano nemica, ma pressoché impraticabili se non a forze
rilevanti. Le linee ferroviarie, specie la Pontebbana, interrotte in numerosi punti
giornalmente ls.

Quando alla fine di settembre, partendo dal Grappa, inizia l’offensiva


a vasto raggio dei tedeschi contro la zona libera della Carnia18 19, prima
ancora del Grappa, seppure di poco, è la piana della Destra Tagliamento
ad essere investito dall’attacco aggirante della tattica nazista.
Nel settembre vengono iniziati i rastrellamenti in grande stile e le formazioni
si trovano a dover combattere contro tedeschi e repubblichini enormemente supe­
riori per numero e m ezzi20.

Inizia un periodo di tensione per le formazioni di combattimento di­


slocate fra Tagliamento e Livenza. Le condizioni stagionali e la durezza
dell’attacco non permettono certamente al movimento partigiano, che
del resto non intendeva attuarla, una resistenza a oltranza che avrebbe
significato la sua fine. Tuttavia non si direbbe, a giudicare dai diari
operativi, che le formazioni si siano mantenute solo in posizione di di­
fensiva elastica. Nel diario storico della brigata Anthos sono contenute

18 F. M autino , op. cit., pp. 93-4.


19 R. B attaglia , op. ctt., pp. 436-9; Garibaldini del Friuli, cit., pp. 23 e segg.
20 DS, p. 3.
Documenti sulla guerriglia partigiana in pianura 51

le descrizioni di decine e decine di azioni che si susseguono senza soste


per tutto il mese di settembre e ottobre; è una descrizione senza com­
piacimenti degli attacchi a pattuglie e colonne tedesche, della Xa MAS,
a treni del servizio riparazioni e a tradotte militari, a strade e ponti che
vengono interrotti e distrutti. Ma il diario ammette anche:
14-10-1944. Un nuovo feroce rastrellamento con forze di oltre 5000 uomini
costituiti da SS, brigate nere, Xa M AS e repubblichini, circondavano la zona ove
sono dislocati i distaccamenti del battaglione [Pantera]. I distaccamenti riescono
a sganciarsi combattendo. Dodici partigiani, catturati, saranno poi deportati in Ger­
mania. Molti civili vengono arrestati perchè sospettati di favorire i partigiani 21.

Anche la brigata Ippolito Nievo B è attivissima in questo periodo. Essa


« domina incontrastata le vie di comunicazione della Destra Tagliamento, elimina
presidi, arresta convogli, lancia contro le stazioni treni bloccati privi di personale
e a volte con militari tedeschi rinchiusi » 22.

La situazione, non differendo il quadro di molto per gli altri reparti,


impone ora un atto di piena responsabilità : salvare uomini e mezzi, mi­
metizzarli per l’insurrezione e la ripresa post invernale.
N ell’ottobre e novembre vengono attuate le misure che permettevano di salvare
uomini ed armamento nel periodo invernale che si annuncia tremendo. Si costrui­
scono bunker, si snelliscono le formazioni, si attuano corsi politici per commissari
al fine di poter dare fede e coscienza democratica agli uomini; si attuano forme di
organizzazione che articolando al massimo i reparti garantiscano il collegamento
anche con i nuclei più decentrati e si assicura così il minimo di perdite. Nei mesi
invernali si prepara l’inquadramento dei battaglioni per quando rispuntano le
foglie, ed il piano insurrezionale 23.

Molto meno laconici sono i diari dei battaglioni, dei quali, in Ap­
pendice, pubblichiamo alcuni brani a dimostrazione che nemmeno l’in-
verno più rigido e l’oculata presenza del nemico erano riusciti a inter­
rompere lo slancio operativo delle formazioni che nell’ottobre 1944, forti
di ben 1395 uomini, secondo il Diario storico24, erano divenute «Gruppo
brigate Garibaldi Destra Tagliamento ».
Se l’inverno comporta il rallentamento quantitativo delle azioni e delle
operazioni militari non si interrompono, invece, alcune delle attività di cui
non abbiamo finora fatto cenno, ma che sono caratteristiche costanti delle
formazioni della Destra Tagliamento: l’eliminazione di spie, e, soprat­
tutto, il servizio di intendenza, per l’incetta di viveri per i reparti e le
popolazioni delle zone montagnose. Il servizio di intendenza sviluppatosi
nel Friuli e nella Venezia Giulia è stato quanto di più esemplare si sia

21 Ibid., p. 13.
22 lb id ., pp. 3-4.
23 Garibaldini del Friuli, cit., p. 24.
24 Invece secondo Garibaldini del Friuli, cit., p. 32, si dice che « in pianura armati
ed operanti » vi sono 930 partigiani. Questa è la cifra che si discosta di più dai
dati contenuti nello specchio dell’Appendice 2. Probabilmente in seguito al de­
centramento operato nei mesi invernali si è determinata una notevole difficoltà
a stabilire con certezza il numero effettivo degli uomini rimasti in servizio.
52 Adolfo Scalpelli

visto in tutto il movimento partigiano italiano. Si è trattato di un’orga­


nizzazione sviluppatasi parallelamente al movimento di resistenza per ini­
ziativa di Silvio Marcuzzi, di Redipuglia, che diede il suo nome di bat­
taglia, Montes, all’intero servizio25. Quest’uomo non riuscì a vedere la
fine vittoriosa della guerra partigiana perchè
Il 29 ottobre, in seguito a delazione, era stato arrestato il compagno Montes.
Trasportato nelle carceri di Palmanova, era stato torturato come tanti altri e come
tanti altri non aveva parlato. Era morto pazzo in seguito alle sofferenze quattro
ore prima di quella fissata per la sua esecuzione...
D i quest’uomo che ha dato la vita, incominciando da sè solo, alla più grande
organizzazione armata d’intendenza del Friuli e, certamente, d ’Italia, dobbiamo qui
riassumere l’ attività; se pure non potremo elencare le ansie, le peripezie e i gene­
rosi ardimenti di cui fu tutta intessuta, ma soltanto le cifre dei sacchi di grano,
dei biglietti da mille, dei capi di bestiame, che la sua organizzazione fornì alle
formazioni.
Montes, impresario edile, aveva prestato servizio militare in marina. In licenza
a Monfalcone, al mattino dell’ 8 settembre partiva per la montagna con un camion
di materiale e di viveri sottratti al cantiere. A contatto con le formazioni, si ren­
deva conto della precarietà dejle condizioni di vita di quegli uomini e dava deci­
samente inizio a quella miracolosa attività che egli svolse sempre a procurare
quanto più fosse possibile di mezzi di esistenza e di ogni altro genere per il maggior
numero di formazioni.
All'epoca del suo arresto la sua organizzazione contava 1000 compagni e 500
collaboratori. Le taglie sul suo capo sommavano ad un milione e mezzo. Più di
cento sono i caduti dell’Intendenza Montes e più di mille gli arrestati e deportati.
Le loro azioni arrivavano ad episodi quali il prelevamento ed il trasporto in mon­
tagna, su camion, di un intero presidio (la Landschuss di Gonars) armato ed
equipaggiato.
L e cifre dei rifornimenti fatti affluire alla montagna, rigidamente dedotte dalle
ricevute tuttora in possesso del comando, sono le seguenti :

danaro L . 20.000.000 sale q.li 1.200


bestiame da macello capi 3.4OO formaggio grana q.li 800
cavalli N. 250 zucchero q.li 180
frumento q.li 223.7OO olio e grassi q.li 1.800
granoturco q.li I3.7OO cuoio q.li I.IO O
patate q.li I.4OO scarpe militari paia 10.800
pasta q.li 3.200 automezzi N. 70
riso q.li 1.500 biciclette N. 500

oltre a migliaia e migliaia di divise, armi di ogni tipo, materiale per stampa rnac-
chine per scrivere medicinali.

Come fosse riuscito Montes a costruire un’organizzazione così -po­


tente, ma soprattutto così efficiente è spiegato dall’utilizzazione massic­
cia di interi battaglioni messi a disposizione dell’intendenza, perchè si era
compreso sul piano politico quanta importanza avessero i compiti del ri-

25 Di questa organizzazione partigiana parla anche Mario Pacor, op. cit., pp. 201,
227, 264. Il brano da noi riportato, è tratto da F . Mautino, op. cit., pp. 99-101.
V . anche Garibaldini del Friuli, cit., pp. 30-2 e T . Tessari, op. cit., p. 60.
Documenti sulla guerriglia partigiana in pianura 53

fornimento, anche da basi lontane, delle formazioni e delle popolazioni


delle zone presidiate dai partigiani. Una parte notevole dell’attività dei
battaglioni operanti nella pianura è dedicata all’approvvigionamento dei
reparti operanti. Trascriviamo qui da alcune relazioni riassuntive del
D iario storico della divisione Modotti.

Battaglione Pantera della brigata Anthos: Ha svolto inoltre lavoro per l'In­
tendenza e per il -vettovagliamento delle popolazioni di montagna26.
Battaglione Martelli della brigata Dante di N anni: Il reparto è stato spesso
per lunghi periodi adibito per intero al trasporto viveri in montagna 27.
Brigata Garibaldi Ottobrino: La brigata ha svolto per lo più, lavoro d’inten-
denza in collegamento con l’ Intendenza del gruppo brigate Garibaldi sud e con
l ’Intendenza Montes æ.

* * #

La ripresa dell’attività e il ritorno alle forme operative preinvernali


non posero difficoltà insormontabili alle formazioni il cui compito era di
riuscire a far rientrare ai reparti il più rapidamente possibile gli uomini
che erano stati decentrati, sia coloro che, non sospetti, erano rientrati
alle loro case, sia quanti erano stati ricoverati, perchè feriti, in località
dove avrebbero potuto curarsi senza pericoli. Ai primi di gennaio le forze
garibaldine, certamente ridotte, pensano già a ritornare alla fase prein­
vernale, raggiungere cioè di nuovo lo stadio di efficienza del passato.
11 richiamo dei compagni — scrive Mautino —- si svolgeva... tra notevoli diffi­
coltà. L ’ apparato poliziesco e spionistico nazi-fascista si era tremendamente raffor­
zato ed esteso durante la lunga e forte prevalenza invernale del nemico. I repub­
blichini di ogni marca compivano scrupolosamente il loro canino dovere tanto più
che una sconcia corrente opportunistica era venuta a stabilire con loro una comoda
intesa che li poneva nella presunzione di non dover temere rappresaglie. Tutto
rendeva difficili gli spostamenti tanto degli uomini isolati quanto dei reparti e in
genere tutto il lavoro organizzativo. L ’assenza di vegetazione non permetteva
ancora la ricostituzione dei grandi reparti armati di pianura (Gruppi brigate Destra
e Sinistra Tagliamento). I presidi, più ancora numerosi e appiccicati alle basi delle
formazioni che all’inizio del periodo invernale, impedivano anche l’ingrandirsi
oltre un certo limite delle stesse formazioni di m ontagna®.

Verso la metà di marzo la ripresa dell’attività può considerarsi pres­


soché normale, almeno a giudicare dalla ricchezza di azioni descritte nei
diari operativi. Dal diario della brigata Veneziano, stralciamo:
25-3-45. In un’opera di trasferimento una squadra viene accerchiata da 200 te­
deschi a Corva. Nel combattimento seguito e protrattosi per oltre un’ora, la squadra
riesce a sganciarsi lasciando sul terreno tre compagni caduti e due feriti che rie-

26 D 5 , p. 8.
27 Ibid., p. 35.
28 I b id ., p. 46.
29 F. M autino , op. cit., pp. 170-1.
54 Adolfo Scalpelli

scono a stento a sganciarsi attraversando il fiume Meduna a nuoto. I tedeschi


hanno subito 22 morti e un numero imprecisato di fe r iti30.

Dal diario della brigata Dante di Nanni, battaglione Samos :


22-2-45. Attaccato colonna tedesca sulla strada S. Martino-Domanius, causando
al nemico 3 morti e un numero imprecisato di feriti.
12-3-45. Attacco al deposito munizioni di Arzene asportando dopo sopraffatta
la guardia, munizioni, armi e materiali vari, incendiando una riservetta che poi
esplodeva 31.

Dal diario del battaglione Candon della stessa brigata:


27-2-45. Fermati ed inviati all’Intendenza della divisione 300 quintali di grano
che i tedeschi intendevano spedire in Germ ania32.
29-2-45. Confiscate alle latterie della zona le scrematrici ed il formaggio de­
stinato alle truppe tedesche. Il tutto viene avviato all’ Intendenza della divisione3334
.
15-3-45. 1 ° collaborazione con altri reparti, veniva attaccato il presidio del po­
sto di blocco su! ponte del Tagliamento; l’ ufficiale comandante e due sottufficiali
tedeschi venivano fucilati. Catturate otto mitragliere da « 20 » e munizioni 3t.

L ’elencazione dei fatti d’arme potrebbe continuare, ma riteniamo che


sia sufficiente quanto è stato stralciato direttamente dai diari per com­
prendere con quale spirito le brigate della Destra Tagliamento siano giunte
alla vigilia insurrezionale, sviluppatasi, in massima parte, secondo le indi­
cazioni dei piani elaborati durante la stasi invernale. 11 gruppo brigate
Destra Tagliamento non ebbe certo compiti facili nel momento della
ritirata tedesca.
Come è noto, la ritirata delle truppe tedesche dal fronte della li­
nea gotica non fu una fuga precipitosa, ma un ripiegamento che man­
tenne per lo più il carattere di marcia ordinata. Furono cioè rari gli
sbandamenti, non ci fu una caotica rottura della disciplina di reparto.
Si abbandonavano, da parte tedesca, i mezzi di locomozione per la dif­
ficoltà di reperimento della benzina, ma i reparti mantenevano la loro
compattezza anche in questo caso. Le formazioni partigiane furono per­
ciò costrette, anche nella fase finale della lotta, nel periodo della bat­
taglia insurrezionale, a non abbandonare la tecnica della guerriglia, anche
se il combattimento si svolgeva ormai impegnando grosse aliquote di
uomini. Il nemico in ritirata, nonostante abbia ancora la sua capacità di
combattimento e si concentri massicciamente in questa zona di passaggio
obbligato verso il confine, viene regolarmente e ovunque attaccato dalle
formazioni partigiane.

30 D5 , p. 33.
31 Ibid., p. 42.
32 Ibid., p. 44.
33 Ibid., p. 45.
34 Ibid., p. 45.
Documenti sulla guerriglia partigiana in pianura 55

Il giorno 26 aprile
il gruppo brigate Destra Tagliamento combatte contro colonne nemiche e cattura
il presidio della polveriera di Arzene dopo avergli inflitto un morto.

Il giorno 27
Da parte del gruppo brigate Destra Tagliamento viene eliminato in combatti­
mento il presidio fascista di Codognè, della forza di 200 uomini. I fascisti ripor­
tano 8 morti e 11 feriti. Altri otto presidi tra cui Travesio, Mariano e Torreano,
si arrendono in seguito a fatti minori o a intimazione.
Il gruppo brigate Destra Tagliamento, dopo sanguinosi scontri nelle cui fasi
trovano la morte 12 compagni, occupa il presidio fascista di Azzano X °. Un altro
combattimento viene sostenuto da reparti di questo gruppo di brigate a Orgnano,
ove essi riescono a mettere in fuga un gruppo di 60 tedeschi dopo averne ucciso
il comandante.

E il 30 aprile
Combattimenti si svolgono anche da parte del Gr. Brgt. Destra Tagliamento
presso San V ito ... In altre località tra cui Pordenone le forze tedesche si ar­
rendono 35.

La battaglia, che ha dato un successo così pieno alle forze partigiane


è stata lunga e dura. Nella piana della Destra Tagliamento è stata senza
soste anche nel periodo del più rigido inverno, subendo solo una dimi­
nuzione quantitativa, nonostante la gravità dei pericoli aumentati dalla
possibilità del nemico di piombare rapidamente, non fermato da ostacoli
naturali, sui centri di resistenza, facilmente individuabili per le condi­
zioni stagionali. Ma la pervicace, ostinata, cosciente resistenza del movi­
mento partigiano, oltre che ai singoli combattimenti, va attribuita a coloro
che, facendo tesoro dell’esperienza precedente, riuscirono ad applicare con
intelligenza la tattica partigiana del rapido spostamento, del colpo di mano
improvviso e anche dell’attacco' in forze violento, del celere ripiegamento,
della mimetizzazione accurata, studiate per un’organizzazione non più
suddivisa in piccoli gruppi, ma che raggiungeva la forza di battaglioni36.
Fu, in sostanza, l’intelligente applicazione di quegli elementi strate­
gici e tattici contenuti nello studio condotto dallo stato maggiore italiano
sulla guerriglia partigiana nelle zone balcaniche37. Ma, capovolgendo le
indicazioni secondo le quali « terreno particolarmente adatto è... quello
scarsamente popolato, povero di risorse e comunicazioni, ove i guerriglieri
trovano rifugio e sicurezza nelle zone meno percorribili », i partigiani
della Destra Tagliamento operarono invece in una zona di pianura, sol­
cata da strade e ferrovie di grande comunicazione, il cui controllo era

35 F. M a u t in o , op. cit., pp. 175-7.


36 Nel corso delle operazioni insurrezionali, le formazioni della Destra Tagliamento
furono raggruppate nella Divisione Mario Modotti che raggiunse alla fine del­
l’ aprile un organico di 1376 uomini, comandati da « Ario » (Ardito Fronasin di
Udine) e con commissario « Rino » (Giorgio Visintin di Cormons).
37 Pubblicato in una delle prime edizioni del Combattente dopo l ’8 settembre e
riportato in T . L o n go , Sulla via, cit., pp. 472-80.
56 Adolfo Scalpelli

essenziale per il nemico, disseminata di paesi e di villaggi e di cittadine,


che dispongono di ottime risorse economiche. Il movimento ebbe suc-
cesso anche perchè seppe creare un'unità inscindibile tra reparti combat­
tenti e popolazione locale dalla quale sempre ottenne collaborazione e
aiuto.
Non si trattò però soltanto di una collaborazione nata su una gene­
rica piattaforma antifascista. Essa sorse dall’instaurarsi di rapporti che
il movimento partigiano tentò di precisare, per quanto le circostanze lo
permettevano, sul piano politico1. Scarsi sono gli elementi contenuti nelle
pagine del D iario storico perchè questo rapporto possa assumere contorni
precisi e definirsi anche nelle sfumature. Tuttavia è possibile coglierne
alcuni caratteri e, in particolare, l’orientamento assunto dall’organizzazione
politico-militare nei suoi rapporti con la popolazione.
Il punto centrale di questi rapporti è stato definito certamente dalla
necessità che partigiani e popolazione avevano di convivere, non solo, ma
di fornirsi anche reciproco aiuto: finanziamento e mezzi di sussistenza
da parte della popolazione, difesa della vita e del patrimonio da parte del­
l’organizzazione militare partigiana.
Come si vedrà nell’Appendice i, è detto che i mezzi di sussistenza
alle formazioni vengono forniti dai CLN.
« Ogni C L N di paese forniva i viveri per le formazioni occupate (sic) nelle
vicinanze, tassando i proprietari del 2 per cento sul capitale. Le derrate ed il be­
stiame procurati dalla squadra d’intendenza delle formazioni mediante requisizione
con buoni regolari ai grandi proprietari [...] venivano avviati alle formazioni di
montagna. Altre convenzioni anche a favore della popolazione, erano stabilite con
le latterie tramite il C LN » 38*.
« ... Ingentissime sono le quantità di viveri recuperate in collaborazione con
i C LN locali e smistate ai partigiani e alle popolazioni bisognose » 33. « Sequestro
di grano nelle famiglie di benestanti della zona [attorno a S. Vito al Tagliamento]
e accompagnato alle formazioni di montagna » 40.

11 concetto che chi più ha più deve dare è certamente alla base della
politica fiscale e annonaria applicata nella zona, d’intesa tra movimento
politico e organizzazione militare. Non si può, ovviamente, sostenere che ci
troviamo di fronte ad un’aggressiva politica classista, ma è certo che, poi­
ché alla guerra partigiana partecipano in misura maggiore gli appartenenti
ai ceti popolari, è diffuso, come conseguenza innegabile, un orientamento
su cui pesa l’appartenenza ad una classe piuttosto che ad un’altra. Deriva
da questo fatto l’orientamento tendente a far gravare non egualmente su
tutti il peso della guerra e le sue conseguenze. La ripartizione dei contri­
buti viene progressivamente aumentata partendo dal basso verso l’alto.
A comprovare l’esistenza di questi orientamenti, dovuti certamente anche
alla personalità e alla provenienza politica degli uomini che guidano la
lotta e il Gruppo divisioni Garibaldi del Friuli, « Nicci » (Lino Zocchi di

38 D S, p. 5. Il corsivo è nostro.
33 Ibid., p. 2 1. •
40 Ibid., p. 54.
Documenti sulla guerriglia partigiana in pianura 57

Trieste) e «' Andrea » (Mario Lizzerò di Cividale), stanno le misure finan­


ziarie, prese più tardi in materia fiscale dal CLN della zona libera della
Carnia, che stabilì un’imposta progressiva straordinaria sul patrimonio,
che andava dal 2 per cento su duecentomila lire, all’8 per cento su un mi­
lione, demandando a singole trattative la fissazione dei tributi nei con­
fronti di chi possedesse un capitale eccedente il milione41.
Nel tempo stesso in cui gli organismi politici fissavano questi tipi di
contribuzione, certamente tipici di una democrazia avanzata, il movi­
mento partigiano' operava, non è il caso di illustrarlo, a difesa del patri­
monio agricolo e zootecnico delle popolazioni, assolvendo a uno dei com­
piti non secondari fissati fra gli obiettivi della guerra di liberazione
nazionale.

A d o lfo S c a l p e l l i .

41 F ran cesco V u g a ,
La zona libera di Carnia e l’occupazione cosacca, (luglio-otto­
bre 1944). Udine, Del Bianco, 1961, pp. 137-8.

APPENDICE *

1.

D A T A DI C O STITU ZIO N E DEI V A RI COM AN DI:

Comando zona Destra Tagliamento 15 marzo 1944 Forza 290


Brigata Ippolito Nievo B 22 agosto 1944 Forza 1222
Gruppo brigate Destra Tagliamento 20 ottobre 1944 Forza 1395
(Trasformatosi in Divisione Garibaldi Mario Modotti, Destra Tagliamento, nel-
l’ aprile 1945 in onore di Tribuno).

* Dopo la premessa d'ordine generale, riportiamo qui una serie di documenti dal
Diario storico della divisione Mario Modotti, Destra Tagliamento, finora inedito,
dai quali si potrà desumere la forza e l ’attività delle singole formazioni. Mentre
riportiamo dal Diario uno stralcio delle tabelle delia forza delle formazioni e le
varie notizie statistiche, abbiamo pensato fosse invece opportuno riportare dalle
quasi telegrafiche relazioni operative, alcuni degli episodi che ci sono sembrati più
indicativi. A questo proposito è necessario segnalare che il Diario, come del resto
i suoi estensori hanno scritto, venne ricostruito dopo la liberazione, a guerra fi­
nita, sulla base dei documenti sottratti alla distruzione e al ricordo dei protago­
nisti delle varie vicende. Tuttavia, a dimostrare il grado di attendibilità della
documentazione e la serietà con cui le varie azioni sono state ricostruite dal­
l’Ufficio storico della divisione, molti degli stessi scarni resoconti degli episodi
raccolti nel Diario, si possono leggere negli opuscoli della collana Documenti del
ministero dell’Italia occupata, e precisamente in Bollettino delle azioni partigiane,
n. 15, n. 16-17 e n- 18, (Roma 1945), che, come si sa, furono redatti e stampati,
prima che l’ Italia venisse definitivamente liberata, sulla base di relazioni inviate
dai comandi del Nord.
53 Adolfo Scalpelli

D A TI CO N CER N EN TI L A D IVISIO N E MARIO MODOTTI D EST R A T A G L IA -


M ENTO :
Zona d ’impiego. - Nella zona di pianura compresa fra il fiume Tagliamento ed il
fiume Livenza e dalla Pedemontana alle provincie di Treviso e Venezia **.
Dipendenza ed eventuali contatti con partiti politici. - Dapprima direttamente poi
tramite i comandi superiori, dipendente del Partito comunista italiano (fede­
razione di Udine).
Armamento. - L ’armamento inizialmente quasi nullo (poche armi individuali, raris­
sime le automatiche), va non meno migliorando con le armi catturate ai ne­
mici. Nel settembre 1944 si raggiunge il seguente armamento medio : 20 per
cento armi individuali automatiche; 2-4 armi automatiche di reparto (leggere
e pesanti), circa 4 bombe a mano per ogni uomo. Munizionamento scarso
per le armi automatiche, procurato di volta in volta con attacchi a presidi.
Mezzi di sussistenza. - Ogni C L N di paese forniva viveri per le formazioni occu­
pate nelle vicinanze, tassando i proprietari del 2 per cento sul capitale. Le
derrate ed il bestiame procurati dalle squadre d’intendenza delle formazioni
mediante requisizioni con buoni regolari ai grandi proprietari, e colpi di mano
sui rifornimenti tedeschi ed ai raduni, venivano avviati alle formazioni di
montagna. Altre convenzioni, anche a favore della popolazione, erano sta­
bilite con le latterie tramite il G LN .
Finanziamento. - Da parte del C L N mediante sottoscrizioni e con il rilascio di
buoni.
Collegamenti. - Mediante staffette a piedi ed in bicicletta.
Rifornimenti con aerolanci. - Tre aerolanci di armi, esplosivi, munizioni ed equi­
paggiamento verso la metà di ottobre 1944.
Relazioni con le missioni alleate. - Dal mese di settembre 1944 in relazione con la
missione alleata Alcheistrop per trasmissione informazioni e ricezione aero­
lanci.
Contatti e rapporti con le formazioni viciniori. - T ra l ’agosto e il novembre 1944
(cioè fino al loro sfasciamento) unificazione con reparti facenti capo all'Osoppo.
Nell'ottobre 1944 rapporti con il Btg. Livenza (poi brigata Furlan) della pro­
vincia di Treviso. Dal novembre 1944 contatti diretti con le formazioni della
provincia di Venezia. Dall’ autunno 1944 contatti con i reparti della divisione
Nino Nanetti.
Perdite complessive in caduti, dispersi, feriti, mutilati:
Caduti 174 (riconosciuti nella divisione Modotti; altri 18 caduti sono inclusi
in altre formazioni)
Dispersi 14
Feriti (in accertamento)
Mutilati (in accertamento) *.

** In Garibaldini del F nuli, cit., p. 58 si legge:


Brgt. D. di Nanni )
Zona di azione: Pianura friulana
Brgt. Ottobrino i
Brgt. Veneziano ) dalla provincia di Treviso al Tagliamento
Brgt. Anthos. 1 al mare
* Al i° giugno 1947, secondo le registrazioni, ecco le cifre riguardanti la divisione
Modotti. Riconoscimenti: partigiani 767, patrioti 591, collaboratori 214. Morti 164,
feriti 68, dispersi 14. Cfr. Garibaldini, cit., p. 60.
Documenti sulla guerriglia partigiana in pianura 59

2.

SPECCHIO D E L L A FORZA D E L L A D IV ISIO N E:

Data Uomini Totale Caduti e Totale Forza


reclutati dispersi presente
30-9-43 54 54 — — 54
31-12-43 25 1 12 — — 1 12
28-2-44 64 212 — — 212
31-5-44 195 633 — — 633
31-8-44 194 1235 9 H 1222
31-10-44 62 1436 13 41 1395
28-2-45 17 1510 15 103 1407
30-4-45 — 1522 24 146 1376

3*
B R IG A TA GARIBALD I A N TH O S.
La brigata viene costituita il 22 agosto 1944 con i seguenti battaglioni: Fosco,
Bertin, Pantera.
Battaglione Fosco.
Costituito in data 15 giugno 1944 su cinque compagnie, con il nome di Anthos
(in ricordo di un compagno caduto). Ha preso il nome di Fosco alla costituzione
della brigata. E ’ il reparto che ha il maggior numero di partigiani caduti.
Battaglione Bertin.
Costituito il 22 agosto 1944 su 5 compagnie. E ’ il battaglione che ha avuto il
maggior numero di uomini viventi alla macchia (dal i° settembre al novembre 1944,
174 uomini permanentemente accampati). Buona parte dei suoi effettivi vengono
trasferiti alla zona Venezia e daranno vita alla brigata Ruspo e Iberati dipendenti
dal comando zona Venezia.
Battaglione Pantera.
Costituito il 22 agosto 1944 con il nome di Ferro. Prenderà poi il nome di
Pantera per onorare la memoria di un compagno caduto. E ’ il reparto che ha subito
i maggiori rastrellamenti. Ha svolto inoltre lavoro per l’intendenza e il vettova­
gliamento delle popolazioni di montagna.
Le azioni riportate nei diari operativi sono state ricostruite attraverso il ricordo
dei partigiani presenti. Costituiscono l’8o per cento circa di quelle effettivamente
fatte. Non è compresa l’attività di intendenza e di polizia che sono state notevoli.

4-
SPECCHIO D E LLA FORZA D E LLA B R IG A T A :

Data Uomini Totale Caduti e Totale Forza


reclutati dispersi presente

30-9-43 H H — — 14
31-12-43 II 3° — 3°
28-2-44 31 72 — — 72

31-5-44 82 237 — — 237


31-8-44 37 390 4 5 385
31-10-44 6 413 6 17 396
28-2-45 — 423 5 31 392
30-4-45 -- 423 11 49 374
6o Adoljo Scalpelli

5-

DIARIO O PERATIVO D E LLA B R IG A TA A N TH O S:

Battaglione Pantera.
Dal settembre 1943 al maggio 1944 viene svolto un intenso lavoro di propa­
ganda e di raccolta di armi e munizioni. Vengono disarmate guardie di finanza,
carabinieri e militi fascisti; mentre viene svolta opera di propaganda con lanci di
manifesti e stampa preparata dai responsabili.
30-5-44. Cattura di 3 fascisti a Gruaro recuperando 3 armi automatiche. In se­
guito alle ferite riportate in combattimento i repubblichini sono deceduti.
10-6-44. Attacco alle carceri di S. V ito al Tagliamento per liberare partigiani
detenuti. Sopravvenuti rinforzi al nemico ci si deve ritirare per la preponderanza
del loro fuoco.
21-6-44. Sabotaggio al ponte ferroviario di Cordovado interrompendo il traf­
fico per due giorni.
4-7-44. In unione ad altri reparti della brigata viene impedito il raduno dei
bovini imposto con la forza dai tedeschi ad Azzano X°.
Il battaglione viene impiegato nel servizio di intendenza. Vengono eseguiti
prelevamenti e trasporto in montagna di grassi, derrate varie e 3000 quintali
di grano.
13-8-44. Fermato un treno e fatto scendere il personale vengono incendiati sette
vagoni e lanciato il treno verso la stazione di San Vito al Tagliamento danneg­
giando gravemente la locomotiva e tutti i vagoni.
7-9-44. Attaccata una pattuglia tedesca a Bagnarola. N el combattimento ven­
gono feriti 4 tedeschi. Cade nel combattimento il compagno Pantera da cui prende
nome il battaglione.
23- 9-44. Attaccato un treno servizi tedesco mentre si recava a riparare la linea
fatta precedentemente saltare. Muore il compagno Volga in seguito a ferite ripor­
tate giorni prima in combattimento.
25-9-44. Sabotaggio ad una tradotta militare tedesca sulla linea Portogruaro
Casarsa interrompendo il traffico per un giorno.
2-10-44. Nella zona di Gleris, combattimento fra una nostra squadra e forze
tedesche in rastrellamento. Viene catturato ed impiccato dai tedeschi il compa­
gno Learco.
25-10-44. Attacco a una pattuglia tedesca a Cimpello. In questi giorni i di­
staccamenti vengono impiegati alla cattura di spie, sopprimendone più di una.
Viene distribuito alla popolazione bisognosa il grano prelevato ai ricchi proprietari
e destinato all’ammasso.
6-12-44. Fatto saltare un ponte sulla ferrovia Portogruaro-Venezia interrom­
pendo il traffico per più giorni.
8-12-44. Fatto saltare un ponte sulla ferrovia S. Vito-Portogruaro, interrotto
il traffico per circa un mese.
24- 12-44. Catturata una guardia personale di Mussolini.
Sono continuati i rastrellamenti. Le foglie cadute non permettono di vivere
alla macchia in gruppi grossi. Vengono snelliti i distaccamenti ed i nuclei vivono
nei bunkers già predisposti. L ’attività di guerriglia è limitata alla cattura ed elimi­
nazione di spie.
2-2-45. Si riorganizzano i distaccamenti e ci si appresta per quando rispunte­
ranno le foglie. Ai primi di aprile si ricostituiscono gli accampamenti.
27-4-45. H battaglione inizia l’insurrezione, partecipa ai combattimenti per la
liberazione di Azzano X°, S. Vito al Tagliamento, Rorai, Villanova e Pordenone.
Nei diversi scontri vengono catturati oltre 400 tedeschi e materiale vario. Da parte
nostra tre feriti.
Documenti sulla guerriglia partigiana in pianura 61

Battaglione Fosco.

Dal settembre 1943 all’aprile 1944 organizzazione dei nuclei GAP con ricupero
di armi prelevandole da civili che ne erano in possesso abusivo! armi recuperate:
i l moschetti automatici, circa 70 fucili, circa 30 pistole e moltissime bombe a mano.
Vengono disarmate guardie di finanza, carabinieri e militi fascisti nonché svolta
opera di propaganda con manifesti e stampa preparata dai responsabili.
10-5-44. Una squadra GAP in giro di perlustrazione in due giorni consegue i
seguenti risultati: due repubblichini catturati, disarmati e lasciati liberi dopo averli
denudati; analoga operazione su tre carabinieri. Disarmato il presidio repubblichino
di Cesena; combattimento al posto di blocco repubblichino al ponte Lonca sulla
strada Cusano-Orcenico.
27-5-44. Trasporto alle formazioni di montagna in Valcellina di armi e muni'
zioni. Nonostante scontri con i tedeschi lungo il percorso la missione viene portata
a termine. Non si lamenta nessuna perdita.
25-6-44. Attaccato un treno sulla ferrovia Casarsa-Cusano; catturata la scorta
la locomotiva viene fatta cozzare contro i vagoni inutilizzandone sette. Il traffico
viene interrotto per 15 giorni. Ricuperato tutto il materiale trasportabile. Impe­
gnato combattimento con rinforzi sopraggiunti un ufficiale tedesco restava sul ter­
reno. Altre perdite tedesche imprecisate. Nostre perdite nessuna.
27-6-44. Interrotta con mine la linea Casarsa-Pordenone. Il traffico resta fermo
per 18 ore.
7-7-44. Incendio di 4 littorine dirette in Germania alla stazione di Sesto al
Reghena.
In questo periodo il battaglione è mobilitato per impedire gli ammassi del
grano e dei bovini, costringendo i contadini qualche volta a bruciare le trebbia­
trici. Nel contempo fa servizio di intendenza per recuperare derrate varie da inviare
alle formazioni di montagna.
23-8-44. Attacco alla stazione di Pordenone. iL’intervento di preponderanti forze
nemiche frustrano l’azione. Vengono asportate 12 casse di tabacchi, sabotati tre va­
goni, una locomotiva. Due partigiani rimangono feriti.
30-8-44. Sabotaggio alla linea Cusano-Pordenone interrompendo il traffico
per 30 ore.
5-9-44. Attaccato un treno alla stazione di Cusano. Catturata la scorta di 17 te­
deschi fatti prigionieri. La locomotiva e 30 vagoni distrutti nel cozzo de) treno
fatto lanciare in piena velocità contro un altro fermo presso la stazione di Casarsa.
12-9-44. Attaccato il presidio tedesco di Azzano X ° ed imposto lo scioglimento
del raduno bestiame in atto. Nessuna perdita.
21-10-44. Fatti saltare i binari sulla linea Pordenone-Casarsa. Interrotto il traf­
fico per 40 ore.
23-10-44. Il battaglione trovasi nel mezzo del rastrellamento che tedeschi, re­
pubblichini, Xa Mas hanno sferrato contro la zona, un distaccamento viene accer­
chiato. N el combattimento un partigiano resta sul terreno e gran parte dell’ equi­
paggiamento. i l tedeschi vengono feriti.
7-11-44. Minata e interrotta la linea Gusano-Casarsa interrompendola per 30 ore.
17-11-44. Sabotata la linea telefonica ed elettrica Motta di Livenza-Fiume V e­
neto, abbattendo i piloni per 5 chilometri.
Con il cadere delle foglie i tedeschi e fascisti intensificano la loro opera di
soppressione dei reparti partigiani istituendo presidi ovunque. 11 battaglione riduce
i suoi effettivi distribuendoli in nuclei viventi alla macchia o nei bunkers antece­
dentemente preparati, in collegamento col comando. I mesi invernali trovano il
battaglione occupato alla soppressione di spie, azioni individuali di attacco ai pre­
sidi nemici e di molestia. Intanto si istituiscono corsi politici per dare una coscienza
democratica ai partigiani.
62 Adolfo Scalpelli

28- 4-45. Un distaccamento attacca una colonna someggiata tedesca in località


Fratte di Azzano Decimo. Dopo aspro e breve combattimento i tedeschi si arren­
dono lasciando nelle nostre mani ingenti quantità d ’armi, munizioni, materiali.
Oltre 80 prigionieri catturati. Due morti tedeschi, un partigiano ferito.
Occupazione di Fiume Veneto e cattura del presidio tedesco ad intimazione di
resa. Occupazione del silurificio e disinnescamento delle mine. Catturati 30 pri­
gionieri.
Quattro distaccamenti alle ore 1 1 attaccano il presidio tedesco di Azzano De­
cimo, impegnando subito combattimento contro i tedeschi asserragliati nelle case
e sul campanile. Malgrado rinforzi tedeschi di carri armati, i partigiani con l’ausilio
di distaccamenti di altri battaglioni completano l’ accerchiamento del paese e alle
ore 23, dopo sanguinoso combattimento, il presidio si arrende. I tedeschi lasciano
sul terreno 35 morti, 12 partigiani caduti; molti partigiani feriti lievemente.
29- 4-45. In collaborazione con altri reparti partigiani accerchiamento di Porde­
none e sua conseguente liberazione nella notte del 30. Moltissimi prigionieri cat­
turati. Due feriti da parte nostra *.

Battaglione Bertin-Longo.

Dal settembre 1943 all'aprile 1944 viene svolta intensa opera di propaganda
con stampa già predisposta dal comando, opera di sabotaggio, disarmo di presidi
di guardia di finanza e carabinieri, molti dei quali si arruolano nelle formazioni
partigiane. Distrutti schedari di uffici comunali per impedire il reclutamento dei
giovani da parte dei fascisti. Cattura di armi e munizioni, prelevandole anche nelle
famiglie.
5- 5-44. Costituzione dei reparti regolari viventi alla macchia.
12-6-44. Fermo di un treno sulla linea Motta di Livenza-S. Vito al Tagliamento,
facendolo cozzare contro un altro proveniente in piena velocità nel senso opposto.
Due locomotive distrutte e ingente il numero dei carri fuori uso. Sul posto, per
rappresaglia, i tedeschi uccidono un civile.
29-7-44. Sabotata la linea ferroviaria presso Chions facendo deragliare un treno.
La locomotiva e diversi vagoni distrutti.
3-8-44. Sabotata con due mine la ferrovia Pordenone-Casarsa interrompendo il
traffico per 24 ore.
6- 8-44. Incendio di sei littorine in transito per la Germania ad Annone Veneto.
10-8-44. ••• In questo periodo il battaglione organizza le ’ squadre del terreno ’
alle quali dà il compito di intendenza tanto alle formazioni operanti nella zona,
che all'invio alle formazioni di montagna. Con questo sistema ingentissime sono le
quantità di viveri recuperate in collaborazione con i C LN locali e smistate ai parti­
giani e alle popolazioni bisognose.
20-8-44. Sabotato con mine la linea ferroviaria Chions-Previsdomini interrom­
pendo il traffico per 4 giorni.
29-8-44. Un distaccamento cattura 4 ispettori ferroviari tedeschi. Questi ser­
vono in seguito per operare lo scambio con 600 civili catturati dai tedeschi nella
provincia di Treviso.
31-8-44. Una squadra di sabotatori si spinge fino a Treviso, ed entrando nel
deposito locomotive inizia il sabotaggio asportandone gli iniettori. Scoperta dalle
SS di guardia iniziava combattimento. Un compagno caduto prigioniero veniva
immediatamente fucilato.S
i

Si noterà la differenza di data fra questo Diario e il Diario del battaglione Pan­
tera che colloca questa azione sotto la data del 27 aprile. Ci pare che sia più
attendibile, per la descrizione particolareggiata, questa data rispetto all’ altra.
Documenti sulla guerriglia partigiana in pianura 63

15-9-44. Un nucleo subisce un’ imboscata in una casa di Pradipozzo. Nel com­
battimento restano sul terreno 7 repubblichini uccisi, gli altri posti in fuga. Recu­
perate 2 armi automatiche, 3 pistole, 4 moschetti e varie bombe a mano. In seguito
per rappresaglia la casa veniva bruciata dai repubblichini.
18-9-44. H battaglione subisce un rastrellamento e nei pressi di Villetta nei
combattimenti con brigate nere e tedeschi due compagni cadevano ed una decina
fatti prigionieri venivano internati in Germania.
18-10-44. Attestamento presso Prata di un distaccamento per proteggere un
aviolancio. Scontro con pattuglie tedesche che si protrae per circa un’ora. Interve­
nuti reparti corazzati in rinforzo, il distaccamento si sgancia lasciando in mano
nemica circa 50 biciclette. Imprecisate le perdite inflitte al nemico.
22-10-44. Sabotata con mine la linea ferroviaria Pordenone-Casarsa nei pressi di
Cusano, interrompendo il traffico per due giorni.
8-11-44. Cattura di due repubblichini presso Pramaggiore ed in seguito scam­
biati con partigiani prigionieri.
Negli ultimi tempi i rastrellamenti nemici sono stati intensissimi. Le foglie
cadono e nei paesi vengono istituiti presidi nazifascisti. Si snelliscono le file del
battaglione inquadrando i partigiani in piccoli nuclei, inviando alle case i non com­
promessi e gli ammalati. Si inizia la costruzione dei bunkers. Anche la raccolta di
viveri e d’equipaggiamento per le formazioni di montagna devono cessare.
28-11-44. Minato un ponte presso Blessaglia senza risultato positivo per l ’ac­
cerchiamento subito da parte delle bande nere. Sei partigiani dopo aspro combat­
timento venivano fatti prigionieri, torturati e impiccati nella piazza di Blessaglia.
12-12-44. Il battaglione da questa data limita al minimo la sua attività fino al
mese di marzo perchè qualunque riparo è immediatamente individuato.
26- 4-45. Attaccato la guarnigione di guardia alle carceri di Portogruaro libe­
rando 3 compagni arrestati. Recuperate due mitragliatrici e relative munizioni, 2 mi­
tra, 6 moschetti e diverse bombe a mano.
27- 4-45. Mobilitazione del battaglione per la liberazione di Portogruaro. Sulla
nazionale 53 si scontra con una colonna tedesca che dopo aspro combattimento
viene posta in fuga lasciando sul terreno una ventina di morti e diversi feriti.
Accerchiamento di Portogruaro. Inizio di trattative di resa con il comando te­
desco. Nella notte dopo breve attacco il presidio si arrende senza condizioni.
Vengono fatti oltre 400 prigionieri tedeschi e fascisti e catturato ingente mate­
riale e armi.

6.

B R IG A T A GARIBALD I V E N E Z IA N O :

La brigata viene costituita il 20 ottobre 1944 con il nome di Togliatti. Prenderà


poi il nome di Veneziano per onorare la memoria del suo organizzatore e fonda­
tore caduto il 4 novembre 1944.
Opera dapprima con tre battaglioni che prendono il nome dai loro rispettivi
comandanti. Verrà poi dato ad ogni battaglione il nome di un compagno caduto.
Essi sono :
btg. Furlan costituito il 1-9-44
btg. Andro-Danilo costituito il 10-9-44
btg. Solferino costituito il 20-10-44.
Le azioni riportate sul diario operativo costituiscono circa il 60 per cento di
quelle effettivamente fatte e sono state riportate dai documenti potuti salvare.
11 numero dei caduti dei rispettivi battaglioni indica la combattività di questa
formazione. H a svolto poca opera di intendenza ed ha operato molto.
64 Adolfo Scalpelli

7-

SPECCHIO D E LLA FORZA D E LLA B R IG A T A :

Data Uomini Totale Caduti e Totale Forza


arruolati dispersi presente

30-9-43 7 7 — — 7
31-12-43 I 19 — — 19
28-2-44 7 34 — — 34
3 I' 5'44 47 120 — — 120
31-8-44 76 290 4 6 284
31- 10-44 18 355 6 20 335
28-2-45 13 389 7 51 338
30-4-45 — 389 7 69 320
3 t ' 5'45 *- 389 2 71 318

8.
DIARIO O PERATIVO D ELLA BR IG A TA V E N E Z IA N O :

Dal settembre 1943 al luglio 1944 i battaglioni della brigata hanno operato con
altre formazioni partigiane (brigata mista Ippolito Nievo) e divisione Nino Nanetti)
e tutte le loro azioni sono state incluse nei diari operativi delle formazioni suaccen­
nate. N el mese di luglio la formazione al completo, raggiunta la forza sufficiente,
opera autonoma sotto un suo proprio comando dipendente dal comando zona Destra
Tagliamento.
28-8-44. Mobilitazione simultanea di tutti i distaccamenti per azioni di sabo­
taggio. Interruzione con mine della ferrovia Casarsa-Spilimbergo; interruzione con
mine della ferrovia Pordenone-Casarsa presso Cusano; in collaborazione con altri
reparti distruzione di un capannone O T a Motta di Livenza; interruzione della
ferrovia presso Motta di Livenza con brillamento di mine. I danni provocati da
queste azioni sono ingenti.
2-9-44. Preparazione di un’imboscata in località Lison di San Stino di Livenza
ad un camion carico di tedeschi. Nel combattimento per il lancio ravvicinato di
bombe SIPE, 22 tedeschi rimangono uccisi e la macchina distrutta.
13-9-44. Sul fiume Meduna nei pressi di Visinale un distaccamento attacca il
vaporetto tedesco di rifornimento facendolo arenare. Uccisi 5 tedeschi di scorta e
impedito il traffico per 5 giorni.
20-9-44. Sabotata la linea ferroviaria Pordenone-Casarsa in località Loncon e
fatta saltare al passaggio di un treno carico di materiale bellico. Distruzione del
treno e interruzione del traffico con il crollo di un casello ferroviario.
24-9-44. Attaccata una vettura tedesca nei pressi di Annone Veneto e cattura
della bandiera del IV reggimento tedesco Flack in rastrellamento con le S S . 11 colon­
nello comandante e un maresciallo fucilati. La reazione nazifascista si scatena rab­
biosa. I battaglioni si sparpagliano, i loro nuclei lasciano la zona libera da parti­
giani per salvare la popolazione da rappresaglie.
30-9-44. U n battaglione in transito per Cessalto subisce una imboscata da fa­
scisti appostati e circondato. Nel combattimento seguito rimangono sul terreno
12 partigiani. N el contrattacco i fascisti venivano posti in fuga dopo aspro com­
battimento e recuperati i corpi dei compagni. Non si conoscono le perdite inflitte
ai fascisti.
Documenti sulla guerriglia partigiana in pianura 65

10-10-44. Reparti della brigata sono inviati in missione nelle formazioni della
Val Cellina (Ippolito Nievo mista) e partecipano a combattimenti che investono
quella brigata in quel periodo. Nei combattimenti trovano la morte i compagni
Furlan, Andro, Danilo.
4-11-44. In un’imboscata cadeva combattendo presso Rivarotta il comandante
di brigata, compagno Veneziano, un altro compagno cadeva ed uno rimaneva ferito.
20-11-44. In un’imboscata cadono prigionieri il comandante ed il commissario
della brigata, Gatto ed Eros. In questo periodo i rastrellamenti sono arrivati al mas­
simo perciò i partigiani di tutti i battaglioni vengono riuniti in piccoli nuclei, man­
dando alle loro case gli ammalati e i meno compromessi. I nuclei continueranno
così ad operare nei due mesi seguenti in forma individuale pur restando collegati
con i rispettivi comandi. I nuclei soprattutto vengono impiegati alla soppressione
delle spie e alla riorganizzazione dei quadri, politica e militare.
28-4-45. Attaccato il presidio di Rorai Piccolo che si era fortificato nel castello.
Dopo due giorni di combattimento veniva sopraffatto con la collaborazione di altri
reparti partigiani. Vengono catturati 17 tedeschi prigionieri e diversi morti.
30-4-45. Rastrellamento di tedeschi e combattimenti contro colonne in fuga.
Attestamento e liberazione di Pordenone. Presidio ai paesi liberati.

SI-

B R IG A TA GARIBALD I D A N T E DI N A N N I:
La brigata si costituisce il 3 novembre 1944 prendendo il nome di un eroico
gappista torinese.
E ’ costituita dai battaglioni:
Martelli, costituito il 17-8-44
Samos, costituito il 30-9-44
Candon, costituito il 3-11-44.
Il battaglione Martelli è nato con il nome di Dante prendendo poi il nome del
maggiore Martelli, fucilato a Pordenone dai tedeschi. Il reparto è stato spesso e
per lunghi periodi adibito per intero al trasporto viveri in montagna.
Il battaglione Samos è stato il reparto che ha dato molti uomini alle forma­
zioni di montagna dopo averli istruiti.
Il battaglione Candon ha servito molto le formazioni di montagna, sia dando
loro uomini ben preparati, che operando molto spesso assieme a queste formazioni.
Le azioni riportate nei diari operativi rappresentano circa il 70 per cento di
quelle effettivamente fatte e non potute ricostruire.

io.

SPECCH IO D E L L A FORZA D E LLA B R IG A T A :

Data Uomini T otale Caduti e T otale Forza


arruolati dispersi presente

30-9-43 15 15 — — 15
31-12-43 7 34 — — 34
28-2-44 14 55 — — 55
31-5-44 36 148 — — 148
31-8-44 26 259 I 2 257
31-10-44 15 314 I 4 310
28-2-45 2 331 2 17 314
30-4-45 — 338 3 21 317
66 Adolfo Scalpelli

li.

D A L DIARIO D E L L A B R IG A T A D A N T E DI N A N N I;
Battaglione Martelli.
Dal settembre 1943 al maggio 1944, il battaglione è impiegato a far conoscere
agli abitanti della zona l ’alta finalità patriottica che si è prefissa. Costituisce nuclei
operativi che hanno il compito di ostacolare al nemico l’uso della rete stradale e
impedire così il rifornimento alle sue truppe operanti al sud. Hanno inoltre il
compito di provvedere al rifornimento viveri per le formazioni dislocate nella Val
Cellina e Val Tramontina e alla popolazione di queste valli.
1 viveri vengono requisiti alle famiglie più abbienti della pianura ed avviati
in montagna a mezzo automezzi, carri agricoli e a mezzo soma. Le requisizioni ven-
gono sempre fatte con l ’approvazione del C L N .
10-6-44. Il posto di blocco di Ponte Meduna, composto di 30 uomini viene di­
sarmato. Recuperate le armi e le munizioni.
29-8-44. Sabotata la lnea ferroviaria Sacile-Casarsa nei pressi di Cusano facendo
brillare due mine. Traffico interrotto per 12 ore.
6-9-44. Disarmato il presidio repubblichino di Cordenons. Recuperati 24 mo­
schetti, 3 pistole e munizioni.
12-9-44. Catturata in Borgo Meduna di Pordenone la macchina del ministro
repubblichino Pisenti. Il conduttore viene fatto prigioniero.
14-9-44. Abbattuto un pilone della linea ad alta tensione che fornisce l ’elet­
tricità a Trieste.
15- 9-44. H battaglione viene mobilitato al completo esclusivamente per accom­
pagnare tradotte di viveri alle formazioni in montagna.
25-10-44. ... N ei mesi di novembre, dicembre e gennaio il battaglione riduce
la sua attività, in quanto costretto a dividere i distaccamenti in nuclei di pochi
uomini che durano fatica ad occultarsi a causa della mancanza di vegetazione e a
causa dei frequenti e decisi rastrellamenti effettuati dai tedeschi e dai fascisti.
20-4-45. Accerchiamento del presidio tedesco di Cordenons ed invito al Co­
mando piazza di résa ai partigiani. In attesa della risposta, sopraggiungono rinforzi
tedeschi che costringono il battaglione a sganciarsi combattendo. Perdite inflitte al
nemico imprecisate. Perdite subite tre feriti.
25-4-45. U n distaccamento attacca il presidio tedesco a Cordenons, asserragliato
nelle scuole. Dopo due ore di combattimento, per preponderanza di uomini e armi
nemici, il distaccamento si ritira lasciando sul terreno un morto.
29-4-45. Attaccato il presidio di Zoppola che dopo tre ore di combattimento
si arrendeva. Perdite inflitte: 8 morti, 40 prigionieri di cui io feriti.
Sopraffatto il presidio di Cordenons; catturati 35 tedeschi di cui uno ferito gra­
vemente.

Battaglione Samos.
Dal settembre 1943 al marzo 1944 viene svolto un intenso lavoro di propa­
ganda preparata dai responsabili a mezzo di manifesti e stampa. Vengono raccolte
armi e munizioni nelle famiglie che le detenevano abusivamente. Disarmate guardie
di finanza e carabinieri.
27-3-44. Fermato sulla ferrovia Casarsa-Codroipo un treno carico di grano ed
ingaggiato combattimento con reparti tedeschi per difenderlo. Asportati circa 300
quintali di grano inviati all’intendenza divisione Sud Arzino. Perdite inflitte ai
tedeschi imprecisate.
10-4-44. Sabotata con mine la ferrava Casarsa-Cusano. Interrotto il traffico per
due giorni.
Documenti sulla guerriglia partigiana in pianura 67

3' 5' 44 - Partecipato con altri reparti all’attacco del presidio tedesco della polve/
riera di Codroipo. Sopraffatto e disarmato il presidio di 35 uomini dopo aver fatto
saltare 3 riservette.
15-6-44. Disarmato il presidio repubblichino di Valvasone, catturando l’arma­
mento completo e l’equipaggiamento.
30-6-44. Attaccata e minata la ferrovia a Casarsa facendo saltare due carri fer­
roviari carichi di dinamite.
N el mese di luglio il battaglione è impiegato nella sua totalità ai servizi del­
l’intendenza al fine di avviare più derrate possibili all’intendenza di montagna. Molte
azioni individuali di nuclei che non si possono menzionare per mancanza di do­
cumenti.
21-8-44. Sabotata la ferrovia Casarsa-Ponte Tagliamento con brillamento di
mine. Interrotto il traffico per 30 ore.
Dal i° al 30 settembre attività ininterrotta di intendenza mentre il battaglione
era impegnato in continui combattimenti di nuclei per proteggere le spedizioni
all’intendenza delle formazioni di montagna.
6- 10-44. Catturata con un colpo di mano un’autobotte di olio commestibile che
viene inviata all’intendenza delle formazioni di montagna con gli stessi uomini che
l’hanno catturata.
7- 10-44. ... Nei mesi di novembre e dicembre il battaglione si appoggia alle
formazioni di montagna della divisione Sud Arzino e opera con quella partecipando
alle battaglie provocate dai grandi rastrellamenti.
26- 4-45. Attaccato il presidio tedesco della polveriera di Arzene. Dopo un com­
battimento durato più ore i tedeschi si arrendono. Perdite inflitte: il capitano co­
mandante morto, 70 prigionieri dei quali 15 feriti.
N ei pressi di Valvasone attaccata una colonna tedesca in fuga. Favoriti dal­
l’oscurità i partigiani con il lancio di bombe a mano hanno sopraffatto la colonna.
Catturati 150 tedeschi in gran numero feriti.
29-4-45. Partecipazione alla liberazione ed ai conseguenti combattimenti di V al­
vasone, Arzene, Zoppola, Casarsa e Pordenone.
2' 5 ' 45 - Occupazione dopo breve combattimento del campo di aviazione di Avia-
no. Catturati 3 aeroplani facendo circa 80 prigionieri.

Battaglione Candon.

Il battaglione dal mese di dicembre 1943 al mese di gennaio 1945 ha operato


direttamente alle dipendenze della divisione Sud Arzino. Le sue azioni perciò sono
riportate da detta formazione. Suo compito principale era quello di arruolamento
e addestramento di partigiani e preparazione dei quadri destinati alle formazioni
dislocate in montagna.
2-2-45. Sabotato nella stazione di Casarsa un vagone di grano diretto in Ger­
mania; il grano caricato sui carri, veniva inviato all’intendenza di divisione.27
27- 2-45. Fermati ed avviati all’ intendenza della divisione 300 quintali di grano
che i tedeschi intendevano spedire in Germania.
2' 3' 45 - Sopraffatta dopo breve resistenza la caserma della milizia ferroviaria
di S. Giovanni di Casarsa, difesa da 22 militi che si arrendono... Venivano cattu­
rati: 2 mitragliatori, quattro mitra, 22 pistole, 18 fucili, 12 casse di munizioni per
fucili e materiale vario.
15-3-45. 1 ° collaborazione con altri reparti, veniva attaccato il presidio del posto
di blocco sul ponte del Tagliamento; l’ ufficiale comandante e due sottufficiali tede­
schi venivano fucilati. Catturate otto mitragliere da 20 e munizioni.
27-4-45. Attaccata una colonna tedesca sul fiume Cosa; dopo quattro ore di
combattimento i tedeschi si arrendono lasciando sul terreno 12 morti, 160 prigio-
68 Adolfo Scalpelli

nieri dei quali 22 feriti, le armi e le munizioni in loro dotazione. Perdite subite
dai partigiani: 4 feriti.
28-4-45. Liberazione di tutti i comuni viciniori [a Valvasone] e in partecipa­
zione con altri reparti, alla liberazione di Pordenone.
1-5-45. Attaccata presso Valvasone una colonna corazzata tedesca in fuga. Me­
diante lancio di « panzer-faust » i mezzi corazzati vengono distrutti. Venti tedeschi
uccisi e i l prigionieri. Un morto e due feriti tra la popolazione.

12.

B R IG A T A G A R IB A L D I O T T O B R rN O :

La brigata si è costituita in data 12 ottobre 1944 con i seguenti battaglioni:


Falce, costituito il 22-8-44
Tazzoli, costituito il 12-10-44
Tridente, costituito il 10-10-44.
Ha avuto altri due battaglioni insurrezionali (btg. Corazza e btg. Martello che,
dato il loro carattere, non si è creduto opportuno mantenere.
La brigata ha avuto in primo tempo il nome di Matteotti cambiandolo poi in
Ottobrino per onorare la memoria di un compagno caduto.
La brigata ha svolto per lo più lavoro d’ intendenza in collegamento con l'in­
tendenza del Gruppo brigate Garibaldi Sud e con l’ intendenza Montes.
L e azioni riportate dal diario operativo sono circa l'8o per cento di quelle effet­
tivamente fatte.

U- 14

SPECCHIO D E L L A FORZA D E L L A B R IG A T A :

Data Uomini T otale Caduti e Totale Forza


arruolati dispersi presente

30-9-43 8 8 — — 8
31-12-43 2 15 — — 15
28-2-44 12 38 — — 38
31-5-44 29 113 — — “ 3
31-8-44 55 272 — — 272
31-10-44 33 340 — — 340
28-2-45 2 352 — I 351
30-4-45 — 357 3 4 353

14.

D AL DIARIO O PERATIVO D ELLA B R IG A TA O TTO BRIN O :

Battaglione Falce.
Dal dicembre 1943 al giugno 1944 il battaglione ha svolto intensa opera di
propaganda per la formazione del C L N per la raccolta di viveri, armi e mezzi per
alimentare le formazioni di montagna. Addestramento di uomini per le formazioni
Garibaldi Friuli brigate Sud. Ha operato anche con diverse formazioni della Si­
nistra Tagliamento.
Documenti sulla guerriglia partigiana in pianura 69

3- 7-44- Sabotata la cabina elettrica di Madonna di Rosa che alimentava un'offi­


cina tedesca. A causa di questa azione il lavoro veniva sospeso per diversi giorni.
4-7-44. Inizio di azioni di regolari prelevamenti per l’ intendenza Montes che
durano regolarmente per 15 giorni.
1-9-44. Una compagnia del battaglione passa al servizio dell’intendenza Montes
fino al 16 ottobre.
15-9-44. Attaccata l’officina tedesca di Madonna di Rosa; nell’azione, mentre
stava per essere completata con successo, rinforzi tedeschi facevano prigionieri due
partigiani. La pattuglia si sgancia combattendo. Imprecisate le perdite inflitte al
nemico.
7-1-44. Sabotata con asportazione di binari la linea ferroviaria Casarsa-Co-
droipo, provocando il deragliamento di un treno. La distruzione di questo veniva
ultimata da bombardieri inglesi.
23-4-45. Tentativo di liberare S. Vito al Tagliamento in collaborazione ad altri
reparti. Nella dura lotta dopo che il nemico ha impiegato mezzi corazzati e arti­
glieria, i partigiani si sono ritirati lasciando sul terreno un compagno caduto e altri
7 feriti. Si continuava però a tenere l ’ assedio.
28-4-45. It> collaborazione ad altri reparti un distaccamento disarma dopo breve
resistenza il presidio repubblichino e tedesco di Cordovado catturando oltre 100 pri­
gionieri e ingenti quantità di armi e materiale vario.

Battaglione T uzzoli.

Dal settembre 1943 all'aprile 1944 il battaglione nei suoi reparti viene impie­
gato per recuperare armi e munizioni nei paesi di sua giurisdizione presso i civili
che ne sono in abusivo possesso.
4- 4-44. Deragliato un treno della linea Casarsa-Sacile presso Cusano, mediante
esplosione di mine sui binari.
8-4-44. Sabotaggio della linea Casarsa-Cusano mediante asportazione di una
campata di binari in località Sile, determinando il capovolgimento di un treno di
derrate destinate ai tedeschi.
27- 4-44. Tentativo fallito di posa di mine sul tratto di ferrovia Casarsa-Cusano
per l’intervento di pattuglie tedesche con le quali s'ingaggia un breve combat­
timento.
10-5-44. Sabotaggo di carri ferroviari e locomotive mediante asportazione di
pezzi nella stazione ferroviaria di Casarsa.
Da questa data e fino alla fine di luglio il battaglione è mobilitato al completo
per i servizi d ’intendenza. (Recupero, con buoni dei Comitati di liberazione e avvia­
mento all’intendenza del Gruppo brigate Garibaldi Sud, accompagnando i carichi).
30-8-44. Attaccato un treno carico di tedeschi sul tratto Casarsa-Ponte del T a ­
gliamento. Nel combattimento seguente i tedeschi rispondevano brevemente al
fuoco. Non si conoscono le perdite inflitte.
28- 9-44. Sabotaggio della linea Casarsa-Sacile presso Cusano mediante brilla­
mento di mine.
5- 11-44. Sabotata la linea Casarsa-Sacile mediante brillamento di mine in lo­
calità Sile.
Dal mese di novembre al febbraio 1945 il battaglione snellisce i suoi reparti
facendoli vivere nei bunkers, preventivamente preparati, mandando a casa gli am­
malati e i non compromessi. Continuava così, restando collegato con il comando
e facendo azioni individuali di sabotaggio in attesa della primavera.
15-4-45. Attaccato il presidio ferroviario alla stazione di Casarsa per effettuare
il disarmo del comando movimento tedesco e deposito armi del treno cantiere. Nel
combattimento durato due ore i tedeschi si arrendevano, ma per il sopraggiungere
di rinforzi corazzati tedeschi, i partigiani dovettero sganciarsi combattendo.
7° Adolfo Scalpelli

2 i-4-45. Riattaccato senza successo il presidio ferroviario alla stazione di Ca-


sarsa, con parziale successo di cattura di armi e munizioni.
25-4-45. Accerchiata una colonna tedesca in località Boscat facendo circa 400 pri­
gionieri che si arrendono su intimazione.

battaglione Tridente.
Il battaglione Tridente dal dicembre 1943 al dicembre 1944 ha fatto servizio
completamente alle dipendenze della organizzazione di intendenza Montes, oppure
con reparti dei battaglioni della stessa brigata, Falce e Tazzoli. E ’ impossibile enu­
merare l ’ immensa mole di lavoro effettuato e le azioni compiute per difendere le
spedizioni ed i prelevamenti essendo smarriti i documenti ed impossibile ricostruirli.
18-3-45. Attaccato in collaborazione ad altri reparti il presidio delle carceri di
S. Vito al Tagliamento, liberando due partigiani ivi carcerati.
28-4-45. Attestamento a Sud di S. V ito al Tagliamento per la sua liberazione.
Impegnato aspro combattimento il battaglione viene respinto con alcuni partigiani
feriti. Vengono catturati io tedeschi.
In collaborazione ad altri reparti attaccato e sopraffatto il presidio tedesco e
repubblichino di Cordovado.
30-4-45. Dopo un nuovo attacco al presidio di S. Vito i tedeschi accettano la
resa ed il battaglione entra in S. Vito facendo un gran numero di prigionieri e
catturando mezzi.

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