Sei sulla pagina 1di 15

Traumdeutung

di Edoardo Sanguineti

quartetto per una voce femminile e tre voci maschili


1964

In scena, quattro sedie, e di fronte a ogni sedia un leggìo, come


per l’esecuzione di un quartetto per archi. Gli attori entrano in
scena tutti insieme, al modo degli esecutori musicali, e vestiti
come tali, recando la parte come uno spartito, che
collocheranno sopra i leggìi, dopo un breve inchino a quattro
verso il pubblico. Pausa di attesa, consultazione delle parti, ecc.

VF In principio, naturalmente, tutto era molto confuso. E


forse non è nemmeno il principio vero, questa
confusione, C’era già una serie di cose confuse, forse,
prima. E non dico cose confuse perché io me le sono
confuse dopo, ma che erano proprio già confuse così,
allora, e c’erano come delle figure che non so dire come
potevano essere, perché, così in principio, era che io, in
fondo, non vedevo niente. Ma forse la confusione non
era in quel niente che io vedevo allora, ma era in parole
che io dicevo, forse, sottovoce, così un po’ da
sonnambula, tanto per dire, un po’ come adesso. Era
come che fossi seduta, allora, quando parlavo così,
seduta sopra una sedia, e forse facevo la sonnambula
davvero, ma seduta sopra il letto, naturalmente. E mi
ricordo che a un certo punto alzavo una mano, un
braccio, molto adagio, così. Credo di aver visto un
quadro, una volta, dove c’è una donna così, che sta
seduta, e che ha il braccio un po’ alzato, così, e anche la
mano, naturalmente, e che si vede solo di profilo, la

1
donna. Ma quella doveva anche averci un ventaglio in
mano, quella del quadro, se me la ricordo bene, o una
cosa in mano, qualcosa, non so. Forse ero io, invece, che
ci avevo la cosa in mano, però, e era quella del quadro,
invece, che non ci aveva niente. Adesso che ci penso, mi
viene da dire che stavo seduta in un quadro, e che così
ero solo un profilo di donna seduta, ma seduta sopra una
sedia, e cioè stavo seduta sopra il letto, di profilo. E
adesso mi pare che non parlavo mica, ma che alzavo il
braccio, così, e alzavo la mano, e facevo come chi fa
segno che vuole parlare, e non dice niente, ancora. Così
la confusione, si vede, era proprio dentro di me, che
volevo parlare e non parlavo, e che così era la confusione
delle cose confuse che volevo dire poi, ma senza niente
poi dire, ancora. Poi guardo un po’ meglio, e forse è che
la camera si illumina un po’, o che io apro gli occhi,
magari, e ci sono tre uomini, lì vicino a me, seduti, che
mi guardano e non parlano, e forse aspettano che parlo
io, e che io, invece, non parlo ancora, niente. E poi c’è un
momento che è un momento davvero straordinario, che
quelli aprono la bocca, di colpo, e parlano tutti insieme.

VF E questo fatto, che parliamo tutti insieme, non dura


VM1 Credo che ero appena tornato in casa, e certo che per
VM2 Mettiamo allora che sono sempre in macchina, e vado
VM3 Il posto l’ho riconosciuto subito, io, ma adesso non

VF molto. Ma quello che è bello è che siamo tutti compo-


VM1 me è stata una bella sorpresa, che mi trovo tutte le luci
VM2 abbastanza in fretta. Deve essere un’autostrada, ap-
VM3 saprei mica dire bene che posto che era. Poteva essere,

VF sti così, fermi, e che adesso nessuno mi guarda più


VM1 accese, e così ho capito subito che quella era tornata di

2
VM2 punto perché vado così in fretta. Ho in testa che ci ho
VM3 ad ogni modo, una specie di santuario, come una meta

VF perché quelli hanno gli occhi che guardano come nel


VM1 nuovo. Allora incomincia che la chiamo, e vado in una
VM2 un appuntamento con una, che non è mia moglie, si ca-
VM3 di pellegrinaggi, e io lo guardavo, però, come se fosse

VF vuoto, e anche io non li guardo. Che poi, d’altra parte,


VM1 camera, e poi in un’altra, e sempre così, chiamando
VM2 pisce, ma una che conosco da tanto, ma che adesso non
VM3 anche un posto di lavoro, per me, come se io dovevo

VF non li guardavo nemmeno prima, forse, ma anche io


VM1 forte, e lei non dice niente. Dovevo aver bevuto abba-
VM2 so bene. Ma tutto il viaggio è un tormento, perché mi
VM3 poi scenderci giù, e andarci giù a lavorare, dopo, forse.

VF stavo lì con gli occhi aperti, e guardavo anche io nel


VM1 stanza, mi pare, e credo di aver fatto il giro di tante ca-
VM2 sembrava sempre di aver dimenticato qualcosa. Prima
VM3 Era in alto, però, quel posto, sopra una collina, ed

VF vuoto, e soltanto me li sentivo un po’ vicini. E allora,


VM1 mere vuote, tante volte, e di essere ritornato sempre
VM2 sono le chiavi, e allora mi cerco nelle tasche, e le trovo,
VM3 era un edificio lungo, e anche grande, tutto sommato,

VF lentamente, abbasso la mano, e poi abbasso anche il


VM1 nella stessa camera. E poi basta, che arrivo in una ca-
VM2 e poi è il portafoglio, invece, e poi un’altra cosa, come
VM3 ma io lo guardavo lo stesso dall’alto, e non so mica do-

VF braccio, naturalmente, ma poi lo sollevo ancora una


VM1 mera da letto, e mi fermo lì, davanti alla porta, così in
VM2 il fazzoletto, tanto per dire, oppure i guanti, o magari
VM3 ve potevo essere, esattamente. C’era come una piazza,

VF vuoto, e soltanto me li sentivo un po’ vicini. E allora,

3
VM1 piedi, e allora sono tutto un po’ incerto.
VM2 una valigia. Comunque, c’è un sole bellissimo.
VM3 davanti a quel posto, e lì sulla piazza,

VF volta, mi pare, il braccio, e poi di nuovo giù, così,


VM1 piedi, e allora sono tutto un po’ incerto.
VM2 una valigia. Comunque, c’è un sole bellissimo.
VM3 davanti a quel posto, e lì sulla piazza un ingresso.

VF e c’è un lungo momento di silenzio.

VM1 Non so se devo proprio entrare, perché di colpo ho capito


che lei è lì. E sto zitto un momento, e capisco di colpo
che lei parlava, prima, e che adesso sta zitta, e che
aspetta. Così siamo in due, e aspettiamo un po’, infatti.

VM3 Si sente anche come un canto di montagna, e c’è il


profumo dei fiori di montagna, e gli insetti che ronzano,
così nel sole.

VM1 E poi spingo appena la porta, che si apre tutta da sola. E


allora eccola lì, tutta vestita, che sta seduta sopra il letto,
che guarda come nel vuoto. E quando mi vede si piega
come in due, così come può, da seduta, come se avesse
mal di pancia, e geme, e geme.

VF Allora mi alzo, piangendo, e voglio parlare, e non parlo,


e piango, e mi getto per terra, lì sopra il pavimento,
rotolandomi tutta, e battendo i pugni contro il pavimento,
e mi mordo, e mi graffio, e piango, e piango.

VM2 La faccenda con lei sembra incominciare per ridere.


Perché appena la vedo, io fermo la macchina, e le dico:
“Ehi”, come per chiamarla. E le dico: “Che cosa fai?”
Dico: “Che cosa fai sulla spiaggia, eh?”

4
VM2 Insomma, faccio finta di vederla in una colonia di nu-
VM3 Devo essere sopra una collina più alta.

VM2 disti. Non so più bene come faccio a fare questo, di far-
VM3 Ma io

VM2 le capire questa cosa.


VM3 Voglio vedere meglio. E siccome c’è

VM2 Comunque di-


VM3 una specie di roccia, lì vicino, mi sembra che salgo so-

VM2 co qualcosa che si capisce soltanto così.


VM3 pra la roccia, e guardo tutto quello che si vede, lì, così,

VM1 Io l’ho
VM3 così dall’alto.

VM1 guardata un po’ e poi le ho chiesto che cosa faceva.

VM1 E lei prima non dice niente. E piange ancora


VM2 Cioè, se uno immagina
che

VM2 siamo in una colonia di nudisti, è allora che capisce. E io


le dico: “Be’, è la volta buona che ti si vede”,

VM1 Ma poi la vedo che striscia per terra, che sono sempre
VM2 o qualcosa del genere.

VM1 lì in piedi, io, fermo, vicino alla porta aperta.


VM2 E le dico, poi: “Prendi il sole?” Intanto scendo dal-
VM3 Mentre guardo

5
VM1 E striscia
VM2 la macchina, e faccio il giro, e le vengo vicino, e vedo
VM3 così, ho un po’ le vertigini e faccio per scendere.

VM1 lontano da me, come facendo un lungo giro.


VM2 che è tutta vestita.

VM2 Allora faccio un’altra cosa. Metto un piede sotto la


gonna, lì, a lei.

VM3 Ma ecco che arriva una ragazza, su per la roccia.

VM2 Così la tiro su, la gonna, e così lei resta con il sedere in
aria, che quello è davvero nudo.

VM2 E io mi curvo lì, allora, e lì sul sedere, a lei, con la ma-


VM3 L’ultimo tratto è come pianeggiante, e io la vedo che

VM2 no aperta, giù qualche bel colpo, e faccio ciàk, ciàk,


VM3 arriva di lontano, con molto sforzo, molto.

VM2 così.

VM3 E io parlo forte, ma che lei non mi sente, e dico: “È la


ragazza del mio cuore.”

VF Mentre piango e mi rotolo, arrivo sopra un tappeto, e c’è


uno degli uomini che prima erano seduti, e alzando
appena così la testa, me lo vedo lì che mi sta come sopra,
da lontano, con un pugnale in mano. E io tendo le mie
braccia, così a lui, le tendo lo stesso, le braccia, anche se
ci ha il pugnale, e gli dico:

6
VF “Perché ce l’hai con me?” E poi dico una frase strana.
VM1 L’ho quasi persa di vista,

VF Perché gli dico, ma come se fosse una cosa da dire a uno


VM1 intanto
VM3 Ma si vede che è una straniera.

VF che fa paura, e che bisogna cercare un po’ di tenerlo


VM1 intanto
VM3 Ma si vede che è una straniera.

VF che fa paura, e che bisogna cercare un po’ di tenerlo


VM1 E intanto la porta si chiude, di nuovo.
VM3 E certo mi parla in una lingua che non so.

VF buono: “Ma lo sai, tu, che cosa vuol dire Pinco Pallino?”

VM1 E io faccio tre passi indietro.


VM3 E la lingua che parla lei, a me mi sembra piuttosto

VM3 brutta. E io le faccio un gesto così, con la mano, che vuol


dire: “Ma sei matta?”

VF E allora mi sembra che mi addormento, guardando que-

VF st’uomo. Cioè mi sembra che mi addormento in sogno,


VM3 Adesso che ci penso, io capisco bene che è

VF e così sogno che dormo.


VM3 ridicolo che io le dico:

VM3 “Ma sei matta?” soltanto perché parla in una lingua che
non so, e che magari non mi piace,

7
VM2 Quella è spirito-
VM3 ma mi ricordo che faccio proprio così, e che parlo come

VM2 sa forte, anche se non è nemmeno la mia ragazza, per-


VM3 parlo.

VM2 ché la mia ragazza, intanto, è spiritosa sempre. Io le dico,


allora: “Fai l’autostop?” tanto per dire qualcosa. Poi
cerco di nuovo in tasca, per vedere se ho perso qualcosa,
e cerco proprio le chiavi, davvero, questa volta, e trovo
un pezzo di gesso rosso, mi pare. Allora mi siedo così,
sopra la ragazza, così a cavalcioni, e così le volto la
schiena, alla faccia di lei, che così ce la voltiamo tutti e
due, d’altra parte, perché lei è sempre così, con il sedere
nudo in aria, almeno, e io vedo lì il sedere di lei, nudo
come l’ho detto, ma alla rovescia, per forza.

VM1 Vado un po’ a spasso, in qua e in là, per la casa,


VM2 Così con il gesso rosso mi metto

VM1 ma adesso non


VM2 a farle dei disegni, una specie di faccia, con due occhi.

VM1 è più la casa di prima.


VM2 e la bocca, e i baffi, un po’ come fanno i bambini quan-

VM2 do fanno il sole, oppure la luna, e magari anche una


faccia vera.

VM1 È una specie di stanzone grande, come fosse questo, e io


cammino come se camminassi nel cortile di una prigione,
per la passeggiata, lungo le pareti, che sono come alte
muraglie, e senza finestre. E prima cammino adagio
adagio, e poi, un po’ per volta, mi metto al passo di

8
marcia, e faccio quella specie di quadrato, o magari di
rettangolo, come lo fa il muro, cioè le alte muraglie lì
intorno, e sopra ci sono le sentinelle. E vado al passo di
marcia, dunque, proprio come fanno gli sportivi, che si
muovono tutti in quel modo buffo. Ma poi la marcia
diventa un po’ una corsa, e poi mi sembra che volo, tanto
corro in fretta, e dimentico tutto, ma tutto, e di colpo,
mentre corro così, in fretta, e tutto felice, mi accorgo che
sopra uno dei lati del quadrato, ma che forse è un
rettangolo davvero, il muro non c’è più, e prima mi
stupisco soltanto, e poi, ogni volta che ci passo, lì dove
non c’è il muro, ho paura, e la paura diventa sempre più
forte, ma io corro sempre, e corro sempre più forte,
finché a un giro, mentre passo correndo sopra quel lato
che il muro non c’è, d’improvviso, è come se la testa mi
scoppia, e la paura mia è enorme, ma enorme, e allora,
ma con un urlo che non finisce più, ecco, io cado lì, nel
vuoto, dicendo: “Ah”.

VF Però è un incubo, quel sogno che faccio mentre dormo.

VF E mi sembra di strisciare, nel sogno, così nel sonno,


VM3 Ma quando le dicevo se non era matta, e facevo il ge-

VF come sudando tanto, e anche agitandomi tanto.


VM3 sto così, avevo ragione. Per-

VM3 ché di colpo lei si agita con le braccia, e ormai, un po’


per volta, mi è arrivata vicino, e come se avesse una
forza tremenda, allora, si aggrappa a una punta di roccia
dove sono io, che per poco non mi fa cadere per

VM2 Lei non ha l’aria molto contenta, che io le faccio


VM3 terra. E io, allora, mi metto in ginocchio, per stare più

9
VM2 i disegni così, e cerca di scapparmi un po’ di sotto, ma
VM3 sicuro, e stringo le mani per la paura, intanto, e sembro

VM2 io me la tengo ferma lo stesso, e adesso, al posto dei


VM3 proprio che prego.

VM2 disegni, faccio delle scritte, con il gesso, lì sopra il sedere


di lei, e scrivo GOTT MIT UNS. Però, anche se fa un po’ la
ribelle, così, io capisco che è spiritosa lo stesso, e che
non scappa mica sul serio. E allora mi giro piano piano,
cercando di tenerla più fermo che posso con le mani, e
me la abbraccio tutta bene, mettendomi lì stretto sopra di
lei, tutto lungo. Però c’è anche che mi tengo un po’
sollevato, e faccio un po’ come un arco, lì sopra di lei,
che con una mano continuo a scrivere sopra il sedere, a
lei, GOTT MIT UNS, GOTT MIT UNS, e questa volta scrivo
nel senso giusto, si capisce, che è il contrario della volta
prima, perché siamo nel senso giusto, proprio, adesso, e
con l’altra mano mi tengo su in equilibrio, per poter
scrivere un po’, così. E mentre sono messo così, posso
cominciare a fare

VM2 un’altra cosa. Perché, siccome io sto giù con la testa


VM3 Forse prego sul serio perché ho visto di

VF E mentre sogno, mi metto a


VM2 posso fare anche così, che le lecco un po’ la schiena,
VM3 nuovo quel posto sotto, e non sto più a guardare la

VF parlare piano. E mi metto a contare:


VM2 con la lingua lunga lunga, tutta fuori, così.
VM3 matta. E si vede che mi ricordo che è come un posto

10
VF 1, 2, 3, 4, 4, 5, 6.
VM3 sacro, che bisogna pregare, se uno lo guarda. E così

VM3 prego per un po’, a voce alta, e poi a voce altissima, e poi
grido soltanto, perché vedo dei preti, giù, lì nella
piazzetta: “Aaaaooh! Aaaaooh! Uuh! Aaaaooh! Aaaaooh!
Uuh! Uuh!”

VF Conto per molto tempo, e ci sono anche dei numeri che


VM2 Poi mi alzo, adagio, e mi alzo tutto, questa volta. E di

VF mi ricordo.
VM2 nuovo mi viene da fare come prima, di toccarla con un

VF E prima dico: 1, 2, 3, 4, 4, 5, 6,.


VM2 piede. E dico: “Ehi, non sei

VM2 mica offesa?” Dico: “Ma su, che sei spiritosa, lo sai.”
Dico: “Lo so.” Poi sto fermo.

VF Poi dico: 39, 40, 41, 42, 42, e


VM2 Sto zitto un momento. E mi curvo giù, a guardarla. E

VF forse anche 43, 43. Poi dico an-


VM2 intanto le do dei colpi, così con il piede. E allora inco-

VF cora: 113, 113, 114, 115,


VM2 mincia che mi spavento, e dico: “Ma alzati.”

VF 116, 117, e 118.


VM2 E quasi la prendo a calci, e poi mi

VF Poi
VM2 metto lì in ginocchio, lì davanti a lei, e poi mi alzo, e

11
VF ci sono due numeri isolati: 715 e 717, senza il 716.
VM2 mi metto a girarla con un piede, e lei si rovescia tutta,

VM2 e allora la vedo com’è davvero, che è bianca, tutta


bianca, e allora capisco che quella, magari, per il
dispiacere,

VF E poi ci sono dei numeri molto grandi, così all’improv-


VM2 mi è morta sul serio.

VF viso: 119 448, 119 449, 119 450, 119 451, 119 452, 119
453, 119 454, 119 455, 119 455, 119 455, 119 445, 119
456, 119 456, 119 457.

VF E mentre conto ancora, 119 458, 119 458, 119 459,


VM3 Io capisco che pregare così come prego non vuole dire

VF mi alzo tutta contenta, e faccio come dei piccoli passi


VM3 niente, e che è un effetto un po’ strano della montagna,

VF di danza, in qua e in là, e poi in qua, e poi ancora in là,


VM3 e anche del paesaggio. E così, dopo un po’, mi alzo di

VF e mi fermo, e intanto conto sempre, senza interrompe-


VM3 nuovo in piedi, e con un bel salto, giù, salto giù dalla

VF re mai, 119 460, 119 461, e mi fermo di nuovo, bal-


VM3 punta di roccia, e vado a sedermi in un angolo lì vicino,

VF lando, e conto di nuovo, e dico tanti numeri così a caso,


VM3 dove si vede una cosa tutta diversa, e cioè una ragazza

12
VF che non è nemmeno un contare, e sento come degli ap-
VM3 che balla, e io, allora, applaudo tanto, applaudo, con

VF plausi.
VM3 le mie mani.

VM1 Quando ripresi i sensi, era notte. Mi sono alzato a fa-


VM2 Sono rimasto a lun-

VM1 tica. E mi sono messo a cammi-


VM2 go immobile, guardando lei, che era tutta bianca, lì di-

VM1 nare nel buio, con passi incerti. E capivo che ero fuori
VM2 stesa. E io dicevo:

VM1 strada da un pezzo, e che mi perdevo, che ero perduto.


VM2 “Come faccio a andare dalla

VM1 Sentivo la mia voce che fa-


VM2 mia ragazza, con questa ragazza qui, invece, che è mor-

VM1 ceva come degli echi strani, come risuonando in un


VM2 ta, e che così non cammina?” E dicevo:

VM1 grande vuoto, e mi sembrava di trovarmi in un posto


VM2 “Non posso nemmeno caricarla in macchina.”

VM1 di morte, e che c’era qualcuno che mi guardava, nel


VM2 “Perché”, dicevo, “se mi ferma la polizia,

VM1 buio.
VM2 che cosa dico, allora?” E stavo lì, senza decidere nien-

13
VM1 E non sembrava nemmeno più un
VM2 te. È allora che, per la prima volta, mi viene in mente

VM1 sogno. Allora mi ricordo che ho acceso un fiammifero,


VM2 di nuovo mia moglie.

VM1 e così potevo orientarmi un po’, e almeno non cadevo per


terra. E un po’ per volta, così, camminando così, mi
sembra che posso ritrovarmi la strada giusta. E mi
accorgo, però, che c’è qualcosa che mi porto dietro, da
un po’ di tempo, una cosa pesante, che al buio mi sembra
di avere come una pietra, da portarmi dietro. Così, con
quella cosa dietro, arrivo che c’è come un muro da
scavalcare. E piano piano, con molti sforzi, prima la
metto su, la cosa pesante, e poi salgo io, e la cosa
pesante, adesso, sembra un grosso tamburo. E subito
vedo che sono in un teatro, e che il teatro è pieno di
gente, e io mi siedo lì, davanti a un leggìo, e c’è come
della musica sopra, ma che io non la so leggere. Ma io
dico, a voce alta: “Ma io suono lo stesso.”
E allora aspetto un momento, che ci sia un grande si-

VF E io, allora,
VM1 lenzio intorno. E poi, prima piano e poi sempre più
VM2 E io, allora,
VM3 E io, allora,

VF mi rimetto a ballare, e così ballando mi rimetto a


VM1 forte, mi rimetto a battere il tamburo. Tùn, tùn, tùn…
VM2 mi rimetto in macchina, e mi siedo lì davanti, ma
VM3 me la guardo che balla, e dico, a uno che è lì vi-

VF contare, e ricomincio da capo, e dico: 1, 2, 3, 4, 4, 5, 6.


VM2 non al volante, ma lì di fianco.

14
VM3 cino a me, che suona il tamburo:

VM2 al volante c’è qualcuno, e io non voglio guardare.


VM3 “Ma come balla bene quella ragazza, e come è bella,

VM3 davvero!”

VF E questa volta tutto continua di seguito: 7, 8, 9, 10,


VM2 E dentro di me ho sempre una mia paura.

VF 11, 11, 12.


VM2 E poi mi volto così all’improvviso.
VM3 E poi mi volto così all’improvviso, e guardo.

VF E vado avanti sempre in ordine, contando, e adesso


VM2 E guardo.
VM3 e gli dico: “Perché non cantiamo un pezzo?”

VF mi sembra di essere sopra una nave che ballo, e anche la


nave balla sopra il mare, e io mi fermo lì, mentre la nave
balla, e mi metto davanti al timo e dico: “Nave, balla!” E
dico: 13, 14, 15, 16 .

VF E poi dico: 17, 17, 18, 19, 20.


VM2 E io dico: “Che bella passeggiata che ci
VM3 faremo oggi.“

VF E dico ancora: 21, 22, 23, 24, 24, 25, 26, 27, 28, 29, 30.

VF, VM1, VM2, VM2 (insieme) E allora mi metto a cantare.


Giro, giro tondo, casca il
mondo…

15

Potrebbero piacerti anche