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di Edoardo Sanguineti
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donna. Ma quella doveva anche averci un ventaglio in
mano, quella del quadro, se me la ricordo bene, o una
cosa in mano, qualcosa, non so. Forse ero io, invece, che
ci avevo la cosa in mano, però, e era quella del quadro,
invece, che non ci aveva niente. Adesso che ci penso, mi
viene da dire che stavo seduta in un quadro, e che così
ero solo un profilo di donna seduta, ma seduta sopra una
sedia, e cioè stavo seduta sopra il letto, di profilo. E
adesso mi pare che non parlavo mica, ma che alzavo il
braccio, così, e alzavo la mano, e facevo come chi fa
segno che vuole parlare, e non dice niente, ancora. Così
la confusione, si vede, era proprio dentro di me, che
volevo parlare e non parlavo, e che così era la confusione
delle cose confuse che volevo dire poi, ma senza niente
poi dire, ancora. Poi guardo un po’ meglio, e forse è che
la camera si illumina un po’, o che io apro gli occhi,
magari, e ci sono tre uomini, lì vicino a me, seduti, che
mi guardano e non parlano, e forse aspettano che parlo
io, e che io, invece, non parlo ancora, niente. E poi c’è un
momento che è un momento davvero straordinario, che
quelli aprono la bocca, di colpo, e parlano tutti insieme.
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VM2 punto perché vado così in fretta. Ho in testa che ci ho
VM3 ad ogni modo, una specie di santuario, come una meta
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VM1 piedi, e allora sono tutto un po’ incerto.
VM2 una valigia. Comunque, c’è un sole bellissimo.
VM3 davanti a quel posto, e lì sulla piazza,
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VM2 Insomma, faccio finta di vederla in una colonia di nu-
VM3 Devo essere sopra una collina più alta.
VM2 disti. Non so più bene come faccio a fare questo, di far-
VM3 Ma io
VM1 Io l’ho
VM3 così dall’alto.
VM1 Ma poi la vedo che striscia per terra, che sono sempre
VM2 o qualcosa del genere.
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VM1 E striscia
VM2 la macchina, e faccio il giro, e le vengo vicino, e vedo
VM3 così, ho un po’ le vertigini e faccio per scendere.
VM2 Così la tiro su, la gonna, e così lei resta con il sedere in
aria, che quello è davvero nudo.
VM2 così.
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VF “Perché ce l’hai con me?” E poi dico una frase strana.
VM1 L’ho quasi persa di vista,
VF buono: “Ma lo sai, tu, che cosa vuol dire Pinco Pallino?”
VM3 “Ma sei matta?” soltanto perché parla in una lingua che
non so, e che magari non mi piace,
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VM2 Quella è spirito-
VM3 ma mi ricordo che faccio proprio così, e che parlo come
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marcia, e faccio quella specie di quadrato, o magari di
rettangolo, come lo fa il muro, cioè le alte muraglie lì
intorno, e sopra ci sono le sentinelle. E vado al passo di
marcia, dunque, proprio come fanno gli sportivi, che si
muovono tutti in quel modo buffo. Ma poi la marcia
diventa un po’ una corsa, e poi mi sembra che volo, tanto
corro in fretta, e dimentico tutto, ma tutto, e di colpo,
mentre corro così, in fretta, e tutto felice, mi accorgo che
sopra uno dei lati del quadrato, ma che forse è un
rettangolo davvero, il muro non c’è più, e prima mi
stupisco soltanto, e poi, ogni volta che ci passo, lì dove
non c’è il muro, ho paura, e la paura diventa sempre più
forte, ma io corro sempre, e corro sempre più forte,
finché a un giro, mentre passo correndo sopra quel lato
che il muro non c’è, d’improvviso, è come se la testa mi
scoppia, e la paura mia è enorme, ma enorme, e allora,
ma con un urlo che non finisce più, ecco, io cado lì, nel
vuoto, dicendo: “Ah”.
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VM2 i disegni così, e cerca di scapparmi un po’ di sotto, ma
VM3 sicuro, e stringo le mani per la paura, intanto, e sembro
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VF 1, 2, 3, 4, 4, 5, 6.
VM3 sacro, che bisogna pregare, se uno lo guarda. E così
VM3 prego per un po’, a voce alta, e poi a voce altissima, e poi
grido soltanto, perché vedo dei preti, giù, lì nella
piazzetta: “Aaaaooh! Aaaaooh! Uuh! Aaaaooh! Aaaaooh!
Uuh! Uuh!”
VF mi ricordo.
VM2 nuovo mi viene da fare come prima, di toccarla con un
VM2 mica offesa?” Dico: “Ma su, che sei spiritosa, lo sai.”
Dico: “Lo so.” Poi sto fermo.
VF Poi
VM2 metto lì in ginocchio, lì davanti a lei, e poi mi alzo, e
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VF ci sono due numeri isolati: 715 e 717, senza il 716.
VM2 mi metto a girarla con un piede, e lei si rovescia tutta,
VF viso: 119 448, 119 449, 119 450, 119 451, 119 452, 119
453, 119 454, 119 455, 119 455, 119 455, 119 445, 119
456, 119 456, 119 457.
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VF che non è nemmeno un contare, e sento come degli ap-
VM3 che balla, e io, allora, applaudo tanto, applaudo, con
VF plausi.
VM3 le mie mani.
VM1 nare nel buio, con passi incerti. E capivo che ero fuori
VM2 stesa. E io dicevo:
VM1 buio.
VM2 che cosa dico, allora?” E stavo lì, senza decidere nien-
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VM1 E non sembrava nemmeno più un
VM2 te. È allora che, per la prima volta, mi viene in mente
VF E io, allora,
VM1 lenzio intorno. E poi, prima piano e poi sempre più
VM2 E io, allora,
VM3 E io, allora,
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VM3 cino a me, che suona il tamburo:
VM3 davvero!”
VF E dico ancora: 21, 22, 23, 24, 24, 25, 26, 27, 28, 29, 30.
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