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In effètti, che sono stato fino a ora? Capivo forse il significato della vita? Non lo capivo, non capivo
un bel niente. Com’era la mia esistenza da scapolo?
Che significavo, io, che facevo? Vivevo, vivevo, prestavo servizio, andavo al dipartimento,
pranzavo, dormivo, in una sola parola, èro l’uomo più inutile e ordinario del mondo. Solo adesso ti
rendi conto di come siano stupidi tutti quelli che non si sposano: e, a ben vedere, quanti sono quelli
che si trovano in uno stato tale di cecità! Se mai mi capitasse di essere un sovrano, darei l’ordine di
sposarsi a tutti, proprio a tutti, in modo che nel mio regno non ci fosse nemmeno uno scapolo.
Davvero, quando ci si pensa: tra qualche minuto mi ritroverò bèllo che sposato. All’improvviso
gusterò quella beatitudine che è descritta alle vòlte soltanto nelle favole, che non si è semplicemente
in grado di esprimere, e che non trovi nemmeno le parole per esprimere. ( Dopo un breve silenzio)
Tuttavia, si dica quel che si vuole, ma se ci pensi ti viene persino paura. Legarsi per tutta la vita, per
tutta l’esistenza, qualsiasi cosa accada, e dopo non ci saranno più scuse che tengano, non ci saranno
pentimenti, niente di niente, sarà tutto fatto e finito, per sempre. E adesso non è in alcun modo
nemmeno possibile pensare di tirarsi indietro, tra un minuto mi ritroverò sull’altare: impossibile
andarsene, la carrozza è già qui, e tutto è pronto. Ma è davvero impossibile andarsene? Ma certo,
naturalmente, è impossibile. Ma la finestra è aperta: e se passassi dalla finestra? No, impossibile:
ma come, non sta bene, ed è anche alto. ( si avvicina alla finestra) Be’, non è poi così alto, solo le
fondamenta, e sono anche bassine. Ma no, ma come, non ho nemmeno il berretto con me. E come si
fa senza cappello? È imbarazzante. Ma è davvero impossibile senza cappello? E se invece ci si
provasse, eh? Ci provo?