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NORA No, non so…cioè sì…mi pare… (con gioia) Oh, Kristine! Sei proprio tu?
NORA Tanto tempo è che non ci vediamo? È vero. Questi ultimi otto anni, puoi
credermi, sono stati un periodo felice. E ora sei venuta in città? Nonostante
l’inverno hai fatto il lungo viaggio? Sei coraggiosa.
NORA Beninteso per le feste natalizie. Che bellezza! Staremo allegri. Vuoi toglierti il
soprabito? Non avrai mica freddo? (L’aiuta) Ecco, adesso ci mettiamo
tranquillamente vicino alla stufa. Lì, nella poltrona. Io mi metto sulla sedia a
dondolo. (Le prende le mani) sì, questo è il viso d’un volta, ben noto. Solo, al primo
momento…Certo Kristine, sei un po’ pallida… e forse anche un po’ più magra.
NORA Sì, forse un pochino più vecchia, ma poco poco, e non val la pena di parlarne.
(Si fa seria) Oh, che sventata! Me ne sto qui a chiacchierare! Carissima ottima
Kristine, mi puoi perdonare?
NORA Sì, una fortuna enorme. Oggi gli avvocati hanno il pane poco sicuro,
specialmente quando trattano soltanto affari onesti. Torvald, beninteso, ha sempre
fatto così e io sono perfettamente d’accordo con lui. Siamo proprio contenti. Già a
capodanno entrerà nella Banca e avrà un lauto stipendio. Da oggi possiamo vivere
molto diversamente…proprio come vogliamo. Cara Kristine, come mi sento sollevata
e felice! È davvero una gran bella cosa avere molti quattrini ed essere senza
preoccupazioni. Non ti pare?
LINDE (sorridendo) Nora, Nora, non hai ancora messo giudizio? A scuola eri una
grande sprecona.
NORA (sorridendo) Già, Torvald lo dice anche oggi. […] Dimmi un po’, è proprio vero
che non amavi tuo marito? Perché l’hai sposato allora?
LINDE Mia madre viveva ancora, era costretta a letto e senza mezzi. E poi dovevo
provvedere ai miei due fratelli minori. Mi parve fuor di luogo respingere la sua
proposta.
LINDE Era benestante. Ma si trattava di affari poco sicuri. Quando morì fu il crollo e
non rimase più niente.
NORA E poi?...
LINDE Poi dovetti cavarmela con un negozietto di mercerie, con una piccola scuola e
ogni sorta di ripieghi. Questi ultimi tre anni sono stati per me un’interrotta giornata
di lavoro senza riposo. Ora è terminata. La mia povera mamma non ha più bisogno
di me: è morta. I giovani nemmeno: hanno la loro posizione e possono provvedere a
se stessi.
NORA Ma, Kristine, sarebbe paurosamente faticoso, e hai già l’aspetto poco florido.
Sarebbe meglio andare in qualche stazione balneare.
LINDE (Alla finestra) Nora, io non ho un babbo che mi possa regalare i mezzi per il
viaggio.
LINDE Cara Nora, non essere tu in collera. Il peggio nelle situazioni come la mia è
l’amarezza che si prova. Non c’è nessuno per cui lavorare, eppure bisogna essere
sempre in attività. Bisogna pur vivere, e così si diventa egoisti. Quando mi hai
parlato del fortunato mutamento nella vostra vita, credimi, ne sono stata lieta più
per me che per te.
NORA Come mai? Cioè… comprendo. Vuoi dire che Torvald potrebbe fare qualcosa
per te.
LINDE Sì.
NORA Lo farà, Kristine. Ci penso io: troverò il modo di imbastire la cosa con
scaltrezza, di inventare qualcosa di gradevole che faccia presa su di lui. Sarei tanto
contenta di poterti aiutare.