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Introduzione
1
CAPITOLO 1. INTRODUZIONE 2
Indice
2.1 Vincoli strutturali imposti dal lanciatore . . . . . . . . . . . . . . 3
2.2 Configurazione delle masse del satellite . . . . . . . . . . . . . . . 4
3
CAPITOLO 2. CONFIGURAZIONE DEL SATELLITE 4
Carichi
Indice
3.1 Frequenze Proprie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
3.2 Carichi Quasi Statici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
3.3 Carichi Random . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9
3.4 Carichi acustici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11
3.5 Carichi da shock . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11
Il calcolo dei carichi a cui è soggetto il satellite parte direttamente dalla speci-
fiche del lanciatore da cui viene lanciato. ESMO è stato progettato per sopportare i
carichi dell’Ariane 5, e in particolare quelli trasmessi al satellite dalla struttura per
payload ausiliari descritta nel capitolo 1, ricavati da [2]. Sono stati esaminate le fre-
quenze proprie ammissibili, i carichi quasi-statici, le caratteristiche di densità spettrale
di potenza per carichi random e acustici, e i carichi da shock del lanciatore, per giungere
al dimensionamento finale della struttura.
7
CAPITOLO 3. CARICHI 8
da accelerazione si combinano per definire i carichi quasi statici (QSL - Quasi Static
Load ). A questi carichi devono essere aggiunti i carichi dinamici, i carichi da shock e i
carichi acustici tutti calcolati dalla PSD. I corrispondenti carichi limite sono riportati
nella seguente tabella 3.1 [ASAP]:
Longitudinal Lateral
Static + Dynamic Static + Dynamic
Acceleration (g) -7.5g / 5.5g ±6
Questo valore è però riferito a 1σ, quindi a una probabilità del 68.3% che le accelerazioni
superino questo livello; si effettua invece la verifica sulla base di una probabilità del
99.7%, considerando quindi 3σ che corrispondono a una accelerazione equivalente di
34.3 g. Combinando i carichi quasi-statici, con un fattore di sicurezza pari a 2 (ESMO
è un satellite studentesco e per ridurre i costi di test si procede a una verifica della
resistenza della struttura solamente per via analitica) con quelli random, attraverso la
formula: q
CarichiT OT = Carichi2QS + Carichi2RN D
si ottengono 32 condizioni di carico lungo i tre assi, riportate nella seguente tabella 3.2;
solo le ultime tuttavia verranno analizzate poiché sono le più gravose per la struttura.
L’analisi statica basata su questi valori non tiene conto della dinamica strutturale del
satellite, fondamentale per determinare la risposta del satellite ai carichi combinati,
ma solo della distribuzione di probabilità del carico random in ingresso alla struttura.
Nonostante esistano metodi approssimati, come la formula di Miles (vedi [3]), per de-
terminare la accelerazione media equivalente una volta noti i primi modi di vibrare
della struttura, si è preferito procedere all’analisi statica (paragrafo 6.2) con i valori
in tabella, che sono sicuramente conservativi, e in seguito a una completa analisi di
risposta in frequenza della struttura sollecitata dai carichi random da cui ottenere in
modo più accurato le accelerazioni equivalenti dei punti più critici della struttura, come
presentato nel paragrafo 6.3.
CAPITOLO 3. CARICHI 10
Indice
4.1 Materiali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13
4.2 Tipi di Elementi Utilizzati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13
4.3 Modello a Guscio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14
4.4 Modello con Cilindro di Spinta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18
Una analisi della configurazione interna e dei volumi del satellite ESMO ha eviden-
ziato la presenza del pesante gruppo centrale del sistema propulsivo (serbatoio di Xeno
e propulsore elettrico), dei pannelli solari laterali con aggancio concentrato al centro
dei pannelli laterali e di altri 5 elementi preponderanti in termini di massa, 4 dei quali
disposti sulla piastra inferiore; sono state dunque sviluppate due soluzioni strutturali
concettualmente molto diverse tra loro ed entrambe realizzabili dal punto di vista dei
volumi interni e delle soluzioni tecnologiche utilizzate; la prima è una classica config-
urazione a cilindro di spinta portante, che incorpora il serbatoio di Xeno, e pannelli
sandwich, mentre la seconda è di derivazione aeronautica, con 4 correnti longitudinali,
nervature sui pannelli sandwich e 5 bracci di attacco del blocco propulsore centrale. Al
fine di rendere confrontabili i due modelli si è mantenuta la stessa geometria esterna e,
per quanto possibile, la stessa configurazione interna.
Volendo effettuare un trade-off in termini di massa, entrambe le soluzioni non risultano
adatte ad analisi preliminari con metodi approssimati: un semplice dimensionamento
del cilindro di spinta con criteri di resistenza, stabilità a buckling e frequenze proprie,
pur essendo possibile non consente infatti di avere una stima sufficientemente accurata
della massa strutturale richiesta, mentre il metodo a semiguscio tipico delle strutture
aeronautiche non può essere applicato a strutture estremamente tozze come il satellite
ESMO.
Per questi motivi si è passati direttamente alla modellazione ad elementi finiti dei due
casi considerati, descritti più accuratamente nei paragrafi seguenti.
12
CAPITOLO 4. SOLUZIONI STRUTTURALI, ELEMENTI E MATERIALI 13
4.1 Materiali
Il materiale principale utilizzato è la lega di alluminio 7075, per le pelli dei pannelli
sandwich e i correnti, poiché si tratta del materiale più comunemente utilizzato per le
strutture dei satelliti, avendo ottime proprietà di rigidezza e resistenza specifiche e non
presentando problemi tecnologici.
Inoltre, per una delle due soluzioni analizzate (quella con struttura a guscio), è stato
utilizzato il titanio per il serbatoio di Xeno, in quanto consente di sostenere l’elevata
pressione interna con un risparmio in peso rispetto all’alluminio (i dati sul serbatoio
provengono dai risultati ottenuti dal gruppo di propulsione del progetto ESMO).
Le caratteristiche dei materiali utilizzate nelle schede Nastran MAT1 (materiali lineari
isotropi) sono le seguenti: E’ stato anche utilizzato un nido d’ape di alluminio per lo
strato interno dei panelli sandwich, modellato con la scheda Nastran MAT8 (materiale
lineare ortotropo), dalle seguenti caratteristiche:
elemento nei due diversi casi. Nel primo, l’elemento è riferito alla proprietà di piastra
isotropa (PSHELL) in Al 7075. La seconda scheda richiama invece la proprietà del
laminato (PCOMP) con pelli in Al 7075 e core in honeycomb d’alluminio, come definiti
nel paragrafo 4.1.
Elementi di piastra (dello spessore standard di 5 mm) sono stati anche impiegati per i 5
box in alluminio rappresentativi dei componenti più massivi installati a bordo (Batterie,
Ricetrasmettitore, IPCU, PXFA, PCDU). Per questi componenti infatti, a seguito delle
analisi preliminari svolte, l’approssimazione di massa puntiforme vincolata alla strut-
tura attraverso elementi di interpolazione, è stata ritenuta non appropriata, portando
alla richiesta di una modellazione più accurata dell’intera scatola. L’aggiunta di massa
non strutturale sulle pareti dei box è servita per simulare la massa non strutturale
dei componenti interni. Il collegamento alla struttura è garantito da elementi rigidi in
corrispondenza dei punti di fissaggio.
I restanti componenti (vedi capitolo 2) sono stati modellati come elementi di massa
puntiforme vincolati alla struttura con elementi di interpolazione RBE3. Soltanto per
il modello a guscio è stato necessario utilizzare degli elementi di trave per i 4 correnti,
per i braccetti di sostegno del serbatoio e per le nervature dei pannelli di base e dei
pannelli laterali su cui sono fissati i pannelli solari. Nel modello con cilindro di spinta,
privo di correnti e nervature, gli elementi di trave non trovano invece impiego.
più punti. Per le prove modali vincolate sono stati bloccati tutti i 6 gradi di libertà di
4 nodi per ognuno dei 12 punti di attacco della struttura del satellite con l’adattatore
ASAP 5, ottenendo cosı̀ uno stato di vincolo iperstatico (48 nodi vincolati)e simmetrico
rispetto agli assi geometrici del satellite. Nelle figure 4.1, 4.2, 4.3, 4.4 e 4.5 sono riportati
i dettagli esplicativi del modello.
Dato che il materiale è alluminio dello spessore di 1.8 mm, per tale soluzione non
appaiono grossi problemi tecnologici. All’estremità superiore del cilindro è posta una
piastra in sandwich su cui verranno installati parte dei componenti elettronici ed il
payload. Un’altra piastra, posta in basso, presenta un foro di diametro pari a quello
del cilindro per consentire il fissaggio della piastra al cilindro e per l’alloggiamento del
propulsore elettrico. Il cilindro si estende oltre la piastra inferiore per terminare con
una robusta corona circolare su cui sono presenti 12 fori per il fissaggio con l’interfaccia
del lanciatore. Nell’intorno dei fori sono disposti i vincoli. Quattro pannelli sandwich
alluminio-alluminio, che a due a due condividono i nodi del bordo, chiudono il volume
del parallelepipedo.
Da una prima analisi modale, fatta con tutti i componenti non strutturali modellati
come masse concentrate vincolate alla struttura tramite elementi rigidi, si è evidenziata
la necessità di modellare le scatole dei componenti hardware più pesanti. I 4 box di bat-
terie, IPCU, PXFA e PCDU sono disposti sulla piastra inferiore e vincolati alla piastra
ed ai pannelli laterali con elementi rigidi in prossimità di ipotetici punti di fissaggio.
In maniera analoga, sulla piastra superiore è disposta una scatola rappresentativa del
ricetrasmettitore. I restanti componenti di piccola massa sono rimasti modellati come
masse concentrate.
Figura 4.9: modello a cilindro: strut- Figura 4.10: modello a cilindro: strut-
tura esterna tura portante
CAPITOLO 4. SOLUZIONI STRUTTURALI, ELEMENTI E MATERIALI 20
Indice
5.1 Analisi modale: validazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22
5.1.1 Modello a Guscio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23
5.1.2 Modello con cilindro di spinta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29
5.2 Analisi modale: dimensionamento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34
5.2.1 Modello a Guscio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34
5.2.2 Modello con cilindro di spinta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38
22
CAPITOLO 5. VALIDAZIONE DEI MODELLI E DIMENSIONAMENTI 23
I risultati della verifica della distorsione della mesh, riportati in figura 5.3, mostrano
che elementi distorti permangono presso il foro e le calotte, tutti a causa della verifica
sugli Internal Angles (default max.: 30◦ ; distorsione massima ottenuta: 53◦ ). Tuttavia
tali elementi non si trovano in zone critiche come concentrazioni di sforzi e la percentuale
di elementi distorti è solo del 2.3%, dunque la mesh è stata ritenuta accettabile.
A conferma invece della correttezza del modello, in tabella 5.1 sono riportati le
prime 20 frequenze proprie della struttura non vincolata, che mostrano come i primi
6 siano effettivamente dei modi rigidi, mentre quelli successivi sono modi deformabili,
separati in frequenza dai precedenti di 6 ordini di grandezza. Inoltre tutti i primi modi
deformabili sono associati a modi globali della struttura, per esempio i modi 7 e 8
rappresentano i primi modi deformabili, misti assiali e flessionali dei pannelli (figura
5.4), i modi 9 e 10 rappresentano principalmente le flessioni dei bracci di supporto del
serbatoio (figura 5.5), i modi 13 e 18 rappresentano invece la prima e seconda flessione
dei pannelli laterali a cui sono vincolati i pannelli solari (figure 5.6 e 5.7). I primi modi
locali sono invece quelli dovuti alle scatole di elettronica: in assenza di specifiche ad
esse relative, tali scatole sono state modellate come già detto con elementi di piastra
dallo spessore di 5 mm di Al 7075. Con tali spessori, le dimensioni ed i vincoli imposti,
CAPITOLO 5. VALIDAZIONE DEI MODELLI E DIMENSIONAMENTI 24
a 278 Hz si ha un modo dovuto essenzialmente alla flessione locale delle pareti laterali
della scatola contenente la PCDU, il componente più massivo del satellite a esclusione
del gruppo propulsore e dei pannelli solari; si hanno altri modi locali di questo tipo a
frequenze maggiori per gli altri componenti e per le flessioni nelle varie direzioni. E’ da
notare che tali modi non sono del tutto realistici poiché le scatole dell’elettronica oltre
ad essere vincolate fisicamente ai pannelli attraverso i bulloni sono anche appoggiate ad
essi. Tale vincolo di appoggio introdurrebbe tuttavia delle non linearità e non è stato
quindi modellato, considerando anche che i modi locali delle scatole sono comunque
a frequenze molto più alte di quelle che potrebbero dare problemi di risonanza con il
lanciatore.
Figura 5.4: Analisi libera: Primo mo- Figura 5.5: Analisi libera: modo fles-
do deformabile della struttura non sionali dei bracci di supporto del
vincolata (modo 7: 118 Hz) serbatoio (modo 9: 146 Hz)
CAPITOLO 5. VALIDAZIONE DEI MODELLI E DIMENSIONAMENTI 25
Figura 5.6: Analisi libera: primo modo Figura 5.7: Analisi libera: primo modo
flessionali dei pannelli laterali (modo flessionali dei pannelli laterali (modo
13:, 192 Hz) 18: 265 Hz)
CAPITOLO 5. VALIDAZIONE DEI MODELLI E DIMENSIONAMENTI 26
I risultati dell’analisi vincolata sono invece riportati in tabella 5.2: non sono più
presenti i modi di traslazione e rotazione rigida, ma si hanno due modi deformabili a 56
e 60 Hz che non erano presenti nell’analisi libera. Tali modi sono dovuti alla flessione
nelle due direzioni della piastra di base intorno ai vincoli fissati dai bulloni (figura 5.8),
mentre il terzo modo risulta in pratica puramente assiale (figura 5.9). Si ha anche la
nascita di un modo torsionale (modo 5) sempre della piastra di base. A parte queste
differenze legate alla tipologia e alla posizione dei vincoli, i modi a frequenze superiori
risultano molto simili sia come frequenze che come forme; per esempio i modi flessionali
dei pannelli laterali (modo 8 non vincolato e modo 4 vincolato) o flessionali dei bracci
(modi 9 e 10 non vincolati e modi 6 e 7 vincolati) sono quasi uguali.
Mode Frequency Eigenvalue Radians Cycles Generalized Generalized
No Mass Stiffness
1 5.569E+01 1.224E+05 3.499E+02 5.569E+01 1.00E+00 1.224E+05
2 5.998E+01 1.420E+05 3.769E+02 5.998E+01 1.00E+00 1.420E+05
3 9.678E+01 3.698E+05 6.081E+02 9.678E+01 1.00E+00 3.698E+05
4 1.265E+02 6.327E+05 7.954E+02 1.265E+02 1.00E+00 6.327E+05
5 1.387E+02 7.604E+05 8.720E+02 1.387E+02 1.00E+00 7.604E+05
6 1.423E+02 8.001E+05 8.945E+02 1.423E+02 1.00E+00 8.001E+05
7 1.434E+02 8.125E+05 9.014E+02 1.434E+02 1.00E+00 8.125E+05
8 1.662E+02 1.091E+06 1.044E+03 1.662E+02 1.00E+00 1.091E+06
9 1.835E+02 1.330E+06 1.153E+03 1.835E+02 1.00E+00 1.330E+06
10 1.877E+02 1.391E+06 1.179E+03 1.877E+02 1.00E+00 1.391E+06
11 2.053E+02 1.665E+06 1.290E+03 2.053E+02 1.00E+00 1.665E+06
12 2.205E+02 1.919E+06 1.385E+03 2.205E+02 1.00E+00 1.919E+06
13 2.223E+02 1.952E+06 1.397E+03 2.223E+02 1.00E+00 1.952E+06
14 2.412E+02 2.297E+06 1.515E+03 2.412E+02 1.00E+00 2.297E+06
15 2.617E+02 2.705E+06 1.644E+03 2.617E+02 1.00E+00 2.705E+06
16 2.638E+02 2.748E+06 1.657E+03 2.638E+02 1.00E+00 2.748E+06
17 2.673E+02 2.821E+06 1.679E+03 2.673E+02 1.00E+00 2.821E+06
18 2.733E+02 2.949E+06 1.717E+03 2.733E+02 1.00E+00 2.949E+06
19 2.791E+02 3.075E+06 1.753E+03 2.791E+02 1.00E+00 3.075E+06
20 2.882E+02 3.281E+06 1.811E+03 2.882E+02 1.00E+00 3.281E+06
Come ultima prova di validazione del modello, è stata effettuata la verifica che le
masse del modello Femap siano quelle effettive del satellite. Nella tabella 5.3 sono ri-
portati il calcolo delle masse effettuato a mano e la massa totale riportata da Femap
(le masse totale non strutturale è costituita dalla somma delle masse di tutti i compo-
nenti elencati nel paragrafo 2.2). I due valori di massa totale coincidono, a meno degli
arrotondamenti nei calcoli, anche se Femap considera tutte le masse concentrate come
masse strutturali, e dunque la massa non strutturale di Femap è di 43.72 kg invece dei
143.64 kg effettivi, poiché comprende solamente le masse distribuite dei componenti di
cui sono state modellate le scatole.
Per quanto riguarda i requisiti in termini di proprietà inerziali del satellite, essi non
sono soddisfatti pienamente, come mostrato in tabella 5.4; per ottenere il disallinea-
mento degli assi principali d’inerzia rispetto agli assi geometrici è stata diagonalizzata
CAPITOLO 5. VALIDAZIONE DEI MODELLI E DIMENSIONAMENTI 27
Figura 5.8: Analisi vincolata: primo Figura 5.9: Analisi vincolata: primo
modo flessionale della piastra di base modo assiale della struttura (modo 3:
(modo 1: 56 Hz) 97 Hz)
la matrice d’inerzia fornita da Femap, ottenendo la matrice dei coseni direttori. E’ ev-
idente che per soddisfare il requisito sulla massa totale l’intero progetto del satellite
deve essere rivisto, poiché non è pensabile il progetto di una struttura adeguata ad
ESMO di poco più di 6 kg. Sarebbe invece possibile migliorare la disposizione interna
dei componenti finalizzata al soddisfacimento dei requisiti sulla posizione del centro di
massa, di poco fuori dalle specifiche lungo l’asse x, e sul disallineamento degli assi prin-
cipali d’inerzia. Tale sviluppo tuttavia non è l’obiettivo del presente progetto. L’entità
dei momenti principali d’inerzia risulta invece adeguata per il lancio su ASAP 5.
Il test successivo per la validazione è stato fatto sui risultati delle analisi modali
eseguite sul modello libero e sul modello vincolato. Nel primo caso, tabella 5.5, si è
evidenziata la corretta presenza dei 6 modi rigidi a frequenza dell’ordine di 10−4 e
dei successivi modi elastici con frequenze maggiori di quelle poste come vincolo ( vedi
paragrafo 3.1 ). I risultati dell’analisi con modello vincolato, riportati in tabella 5.6,
forniscono maggiori indicazioni per la validazione. Innanzitutto non sono più presenti
i modi di corpo rigido; i modi deformabili risultano più puliti nella loro forma. I primi
due modi a 51 Hz e 58 Hz sono i modi flessionali nei piani verticali xz e yz (figura
5.13. Il fatto che non siano molto separati in frequenza è ragionevole, in conseguenza
CAPITOLO 5. VALIDAZIONE DEI MODELLI E DIMENSIONAMENTI 30
Figura 5.11: analisi libera: primo mo- Figura 5.12: analisi libera: primo
do deformabile della struttura non modo deformabile della struttura non
vincolata (modo 7: 131 Hz) vincolata (modo 10: 182 Hz)
Come ultimo test per la validazione si sono confrontate le masse modellate con quelle
fornite come dato di partenza. Anche questo ha avuto esito positivo ( vedi tabella 5.7 )
CAPITOLO 5. VALIDAZIONE DEI MODELLI E DIMENSIONAMENTI 31
Tabella 5.5: Modello a Cilindro:Risultati analisi modale della struttura non vincolata
Figura 5.13: analisi vincolata: primo modo deformabile (laterale) della struttura vincolata
(modo 1: 51 Hz)
CAPITOLO 5. VALIDAZIONE DEI MODELLI E DIMENSIONAMENTI 32
Figura 5.14: analisi vincolata: primo modo assiale della struttura vincolata (modo 3: 97 Hz)
Tabella 5.6: Modello a Cilindro: Risultati analisi modale della struttura vincolata
CAPITOLO 5. VALIDAZIONE DEI MODELLI E DIMENSIONAMENTI 33
Anche in questo caso i requisiti in termini di proprietà inerziali del satellite non
sono soddisfatti pienamente, come mostrato in tabella 5.8. Si ribadisce l’impossibilità
di ottenere una struttura di massa inferiore a 6 kg. Per sopperire al disallineamento
degli assi principali d’inerzia si ritiene necessaria una non radicale revisione della config-
urazione interna. Posizione del baricentro delle masse ed entità dei momenti principali
d’inerzia risultano invece soddisfacenti.
CAPITOLO 5. VALIDAZIONE DEI MODELLI E DIMENSIONAMENTI 34
Figura 5.15: nervature piastra di base Figura 5.16: nervature piastra superiore
Figura 5.18: Sezione dei cor- Figura 5.19: Sezione dei bracci
renti longitudinali di supporto laterali
CAPITOLO 5. VALIDAZIONE DEI MODELLI E DIMENSIONAMENTI 37
Tabella 5.9: Modello a guscio: dimensionamento finale della struttura del satellite
CAPITOLO 5. VALIDAZIONE DEI MODELLI E DIMENSIONAMENTI 38
Indice
6.1 Trade-off tra le due soluzioni strutturali . . . . . . . . . . . . . . . 40
6.2 Analisi Statica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 41
6.3 Analisi dinamica: carichi random . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 49
6.4 Analisi dinamica: carichi da shock . . . . . . . . . . . . . . . . . . 55
40
CAPITOLO 6. SCELTA DELLA SOLUZIONE STRUTTURALE E VERIFICHE 41
Massimo sforzo calcolato per gli elementi di beam che come detto modellano i correnti.
Da Femap si estraggono gli output Beam EndA Max Comb Stress e Beam EndB
Max Comb Stress che danno il valore massimo di sforzo tra i 4 punti di recupero
di ogni corrente per nodo iniziale e finale di ogni elemento.
Massimo sforzo di Von Mises per gli elementi di piastra, nel nostro caso utilizzati per
modellare il serbatoio. I dati richiesti corrispondono all’output Plate Top Von-
Mises Stress e Plate Bot VonMises Stress. Vengono poi riportati anche gli sforzi
massimi nei punti estremi degli elementi e vengono indicati con PltCX VnMises
Stress.
Massimo sforzo di Von Mises per i layer dei pannelli sandwich utilizzati per modellare
la base inferiore, la base superiore e i quattro pannelli laterali. I dati corrispon-
dono agli output Lam1 VonMises Stress per la pelle superiore d’alluminio, Lam2
VonMises Stress per il core sempre in lega d’alluminio e Lam3 VonMises Stress
per la pelle inferiore anch’essa in lega dall’alluminio. Da notare che il dato relati-
vo al core è di scarsa importanza in quanto lo stesso serve solo per aumentare il
momento dell’inerzia contenendo l’aumento della massa separando le pelli, e non
ha il compito di sopportare sforzi.
La figura 6.1 riportata corrisponde alla struttura sottoposta al set di carico n◦ 25
, primo tra quelli presi in considerazione per l’analisi statica, e responsabile fra questi
del massimo valore di traslazione della struttura.
L’entità delle deformazioni sono volutamente accentuate del 10 % rispetto al valore
nominale per evidenziare ciò che accade alla struttura. La piastra inferiore è quella
che maggiormente viene deformata, è tramite questa che i carichi entrano all’interno
della struttura attraverso 12 punti di ancoraggio al lanciatore è questo il motivo per
cui si ha traslazione nulla nell’intorno del buco alla base. La componente del carico in
Z (negativa) fa si che la struttura si schiacci mentre le componenti di carico lungo X e
Y (positive) combinate con quella in Z fanno flettere i pannelli come mostrato in figura
6.1. Nelle tabelle 6.3,6.5 e 6.7 vengono riportati, per ogni set di carico, gli sforzi massimi
e minimi in Pa e viene indicata la posizione dell’elemento che subisce tali sforzi.
Per ogni elemento come già specificato bisogna fare riferimento ai limiti di sforzo
dell’alluminio 7075 in quanto è il materiale costitutivo di tutta la struttura escluso il
serbatoio per il quale è stata utilizzato la lega di titanio Ti6Al4V. Da una prima analisi
CAPITOLO 6. SCELTA DELLA SOLUZIONE STRUTTURALE E VERIFICHE 42
statica della struttura dimensionata per rispettare i limiti di frequenze proprie imposte
dal lanciatore, è risultato che per alcune delle combinazioni di carico previste alcuni
elementi beam delle nervature della piastra di base superavano il limite si sforzo pre-
visto e questo ha reso necessario un ispessimento delle stesse portandole da 2 a 4 mm,
nonché un aumento di spessore delle pelli del pannello sandwich della piastra di base
portandolo da 0.6 a 0.8 mm; con questa modifica i limiti di sforzo dei materiali ven-
gono rispettati per tutte le combinazioni di carico e per ogni elemento. Tali modifiche
portano la massa totale della struttura con modello a guscio a 19.1 kg; tale soluzione
resta dunque ampiamente conveniente rispetto a quella con cilindro di spinta. La ripe-
tizione dell’analisi modale vincolata ha evidenziato un aumento delle frequenze proprie
di pochi Hz (prima frequenza laterale a 58.3 Hz e prima frequenza assiale a 99.6 Hz)
e nessun cambiamento significativo nelle forme dei modi o nelle partecipazioni modali.
Lo sforzo massimo per gli elementi beam si registra per il set di carico 26. in questo
caso le nervature dei pannelli laterali cui sono fissati le SA e le nervature della base
raggiungo i valori massimi. Come è possibile osservare in figura 6.2, il picco massimo di
sforzo nelle trave si ha nelle vicinanze del nodo di ancoraggio delle scatole del PXFA,
IPCU, Batterie e PDCU, fissate alla piastra inferiore. Per confronto si riporta poi in
figura 6.3 l’andamento degli sforzi massimi di Von Mises per lo stesso set di carico nel
pannello sandwich di base; qui si nota maggiormente come la presenza delle scatole crei
negli elementi di piastra attigui alle zone di ancoraggio delle concentrazioni di sforzi e
deformazioni. I pannelli sandwich cui sono collegati i pannelli solari e i loro meccanismi
registrano i maggiori valori di sforzo sulle pelli per il set di carico 31. Come si può
notare da figura 6.4 e figura 6.5, gli ancoraggi delle scatole agli stessi pannelli danno
vita a zone di concentrazione di sforzi, cosı̀ come gli agganci delle nervature degli stessi
pannelli con i correnti a L che sostengono la base superiore. In tali figure sono state
volutamente riportate solo le due scatole PDCU e Batteria per permettere di vedere
ciò che accade ai pannelli altrimenti coperti dalle altre due scatole; inoltre è stato ri-
CAPITOLO 6. SCELTA DELLA SOLUZIONE STRUTTURALE E VERIFICHE 46
portato solo uno dei due pannelli laterali su cui vengono collegate le Solar Array per
permettere di visualizzare l’andamento degli sforzi lungo le nervature degli stessi; il
pannello visualizzato è comunque quello sottoposto agli sforzi più alti. Il set di carico
25 sviluppa invece gli sforzi maggiori all’interno delle braccia che collegano il serbatoio
al resto della struttura.
Figura 6.2: Risultati del set di carico 26 per la piastra di base: deformazione degli elementi
di piastra e sforzo combinato negli elementi di beam delle nervature
Infine per quanto riguarda il comportamento del serbatoio, per ogni set di carico
si ha uno sforzo sugli elementi plate che ne modellano la struttura con un notevole
margine (circa il 50 % in meno ) rispetto allo sforzo massimo sopportato dalla lega
Ti6Al4V. Per simulare la pressione all’interno del serbatoio dovuta allo Xeno che viene
stivato a 150 bar a inizio vita, si è sfruttata la proprietà di carico sugli elementi offerta
da femap e tradotta in Nastran in Pload4. In figura 6.6 e 6.7 sono riportati a titolo di
esempio la deformazione del serbatoio e gli sforzi sui bracci di sostegno e sui correnti
laterali e la distribuzione degli sforzi sulla superficie del serbatoio, sempre per il set
di carico 25. Lo sforzo minimo si registra nell’intorno dei punti di collegamento con
i bracci che reggono il serbatoio, poiché la pressione interna è bilanciata dagli sforzi
assiali trasmessi da tali bracci.
Poiché non abbiamo vincoli di deformazione massima sopportabile da alcun com-
ponente in seguito viene data solo un indicazione della traslazione di alcuni punti rap-
presentativi della struttura, traslazione che è somma della deformazione dell’elemento
strutturale cui il nodo fa riferimento della deformazione del resto della struttura. Sono
stato scelti 7 nodi, il nodo centrale di ogni pannello laterale e del pannello superficiale,
oltre a questi i due nodi posti ai vertici delle calotte sferiche del serbatoio. I risul-
tati ottenti e riportati in tabella 6.8 sono utili per valutare se la struttura sottoposta
CAPITOLO 6. SCELTA DELLA SOLUZIONE STRUTTURALE E VERIFICHE 47
Figura 6.3: Risultati del set di carico 26 per la piastra di base: sforzi di Von Mises sugli
elementi di piastra
Figura 6.4: Risultati del set di carico 31 per i pannelli laterali, lato pannelli solari: deformazione
degli elementi di piastra e sforzo combinato negli elementi di beam
CAPITOLO 6. SCELTA DELLA SOLUZIONE STRUTTURALE E VERIFICHE 48
Figura 6.5: Risultati del set di carico 31 per i pannelli laterali, lato Solar Array: sforzi di Von
Mises sugli elementi di piastra
Figura 6.6: Risultati del set di carico 25 per il serbatoio e la struttura di supporto:
deformazione degli elementi di piastra e sforzo combinato negli elementi di beam
CAPITOLO 6. SCELTA DELLA SOLUZIONE STRUTTURALE E VERIFICHE 49
Figura 6.7: Risultati del set di carico 25 per il serbatoio e la struttura di supporto: sforzi di
Von Mises sugli elementi di piastra
alle varie combinazioni i carico subisce una deformazione tale da interferire con la sua
disposizione all’interno del fairing del lanciatore.
Tabella 6.8: Spostamento dei nodi centrali dei pannelli per la verifica di interferenza con il
lanciatore
CAPITOLO 6. SCELTA DELLA SOLUZIONE STRUTTURALE E VERIFICHE 51
• calcolo della gRMS nelle 3 direzioni per ognuno dei nodi considerati:
s Z Z Z
gRM S k = ( DSPOU T 1k · df )2 + ( DSPOU T 2k · df )2 + ( DSPOU T 3k · df )2
L’analisi della risposta in frequenza è svolta da Nastran sulla base dei risultati del-
l’analisi modale; è dunque fondamentale decidere il numero di modi da considerare al
CAPITOLO 6. SCELTA DELLA SOLUZIONE STRUTTURALE E VERIFICHE 52
fine di riprodurre fedelmente la risposta della struttura; sono stati utilizzati utilizzati
tutti i modi fino al raggiungimento del 90% della frazione di massa equivalente riportata
da Nastran per tutti i 6 gradi di libertà nodali. In tabella 6.9 sono riportati i primi 60
modi di vibrare con le relative frazioni di massa ottenuti con l’analisi modale vincolata.
Come si giunge al 90% della frazione di massa lungo l’asse x al 56◦ modo (579 Hz),
lungo l’asse z al 54◦ modo (570 Hz) e lungo l’asse z già al 19◦ modo (279 Hz). Tale
differenza tra i modi laterali e quello longitudinale è dovuta principalmente al fatto che
i componenti con modi locali più significativi e che portano dunque ad alta frequenza
partecipazioni modali significative sono i pannelli laterali e le scatole dell’elettronica,
per i quali tali modi locali sono quasi esclusivamente nelle direzioni x e y. Sulla base
di queste considerazioni è stato deciso di utilizzare 56 modi per ricostruire la risposta
dinamica del sistema. Inoltre in assenza di dati sperimentali è stato scelto di utilizzare
poi uno smorzamento modale pari al 5% per tutti i modi. Tale ipotesi è sicuramente non
realistica, ma è necessario introdurla per evitare che la risposta in frequenza presenti
singolarità presso le frequenze proprie del sistema. In fasi più avanzate del progetto
sarà comunque necessaria una valutazione sperimentale accurata dello smorzamento
strutturale. Si può notare che con la mesh adottata di 25 mm di dimensione media, il
modo 19 è descritto ancora molto accuratamente, poiché la lunghezza d’onda spaziale
del modo è ancora pari alla metà della dimensione longitudinale del satellite. A fre-
quenze più alte tuttavia (dal 45◦ modo in poi) si hanno modi locali, per lo più presso
i collegamenti con le masse concentrate a sbalzo, non ben descritti con la risoluzione
spaziale scelta.
Dalla tabella 6.9 si possono anche fare alcune considerazioni riguardo ai modi e alle
frazioni di massa ad essi associati, come ulteriore conferma della validità del modello
sviluppato:
• I modi 1 e 2 sono quelli a cui è associata la maggior percentuale di massa per le
traslazioni in x e y, a conferma del fatto che essi sono modi globali laterali come
descritto nel paragrafo 5.1.1;
• anche i risultati ottenuti per la frazione in massa relativa ai gradi di libertà di
rotazione, non riportati per evitare di appesantire troppo la tabella, confermano
che i modi 1 e 2 sono fondamentali per la rotazione intorno a x e y (contributi
significativi per tali gradi di libertà vengono anche dai modi assiali 3 e 13); per la
rotazione intorno a z invece risulta determinante anche il modo 5, che rappresenta
una torsione del satellite, oltre che i primi 2 modi;
• per quanto riguarda la traslazione in z i modi più significativi sono il 3◦ , puramente
assiale, e il 13◦ che è un modo misto assiale e flessionale dei pannelli laterali in
x (si ha anche una percentuale non trascurabile di frazione di massa lungo x per
modo 13);
• i modi 6 e 7 sono significativi lungo gli assi x e y poiché rappresentano le flessioni
dei bracci di supporto, con conseguente moto del serbatoio lungo x e y.
I risultati delle analisi dinamiche svolte sono invece mostrati in tabella 6.11, che riporta
le gRM S k ottenute con la procedura descritta in precedenza. Si può notare come per
CAPITOLO 6. SCELTA DELLA SOLUZIONE STRUTTURALE E VERIFICHE 53
T1 T2 T3
Modo Freq.[Hz] Fraz. Somma Fraz. Somma Frazione Somma
1 55.69 2.86E-02 2.86E-02 6.88E-01 6.88E-01 1.69E-04 1.69E-04
2 59.996 6.45E-01 6.74E-01 3.07E-02 7.19E-01 3.91E-03 4.08E-03
3 96.781 1.85E-03 6.75E-01 1.93E-06 7.19E-01 4.04E-01 4.08E-01
4 126.60 2.76E-04 6.76E-01 3.22E-05 7.19E-01 2.04E-03 4.10E-01
5 138.79 7.29E-05 6.76E-01 2.06E-06 7.19E-01 3.38E-05 4.10E-01
6 142.37 1.60E-02 6.92E-01 4.09E-03 7.23E-01 2.03E-04 4.10E-01
7 143.47 4.82E-03 6.97E-01 1.43E-02 7.38E-01 1.12E-04 4.10E-01
8 166.30 1.93E-02 7.16E-01 1.08E-05 7.38E-01 2.51E-03 4.13E-01
9 183.56 3.45E-03 7.19E-01 6.11E-04 7.38E-01 1.65E-03 4.14E-01
10 187.72 8.80E-04 7.20E-01 1.07E-02 7.49E-01 4.03E-04 4.15E-01
11 205.40 2.29E-04 7.20E-01 1.67E-03 7.51E-01 3.33E-03 4.18E-01
12 220.52 3.66E-05 7.20E-01 1.24E-03 7.52E-01 3.35E-04 4.18E-01
13 222.38 1.79E-02 7.38E-01 3.37E-06 7.52E-01 4.31E-01 8.49E-01
14 241.23 9.67E-05 7.39E-01 3.39E-07 7.52E-01 1.69E-03 8.51E-01
15 261.77 1.66E-02 7.55E-01 3.40E-04 7.52E-01 3.01E-03 8.54E-01
16 263.86 2.81E-02 7.83E-01 1.03E-03 7.53E-01 1.31E-02 8.67E-01
17 267.34 5.66E-03 7.89E-01 1.71E-03 7.55E-01 1.38E-03 8.68E-01
18 273.35 8.74E-04 7.90E-01 1.84E-04 7.55E-01 1.33E-02 8.82E-01
19 279.11 1.41E-02 8.04E-01 5.98E-05 7.55E-01 2.94E-02 9.11E-01
20 288.29 4.29E-05 8.04E-01 1.66E-03 7.57E-01 4.79E-04 9.12E-01
21 291.37 4.47E-03 8.08E-01 1.04E-02 7.67E-01 3.12E-03 9.15E-01
22 303.05 4.57E-03 8.13E-01 1.95E-03 7.69E-01 3.00E-04 9.15E-01
23 315.31 9.48E-03 8.22E-01 4.37E-03 7.74E-01 4.99E-05 9.15E-01
24 322.24 4.70E-03 8.27E-01 4.60E-03 7.78E-01 6.65E-05 9.15E-01
25 344.68 7.15E-04 8.28E-01 1.12E-02 7.89E-01 1.23E-04 9.15E-01
26 347.45 1.98E-02 8.48E-01 1.13E-05 7.89E-01 2.04E-04 9.15E-01
27 348.30 2.85E-04 8.48E-01 2.08E-03 7.91E-01 1.01E-04 9.16E-01
28 351.67 3.34E-04 8.48E-01 3.58E-04 7.92E-01 9.09E-04 9.16E-01
29 359.65 4.04E-04 8.49E-01 5.88E-04 7.92E-01 1.43E-04 9.17E-01
30 374.02 1.43E-02 8.63E-01 6.01E-03 7.98E-01 4.92E-05 9.17E-01
...
Tabella 6.9: Primi 30 modi di vibrare della struttura: frazione di massa associata ai modi per
le tre traslazioni
CAPITOLO 6. SCELTA DELLA SOLUZIONE STRUTTURALE E VERIFICHE 54
T1 T2 T3
Modo Freq.[Hz] Fraz. Somma Fraz. Somma Frazione Somma
31 401.38 6.32E-03 8.69E-01 2.17E-04 7.99E-01 4.09E-04 9.17E-01
32 412.81 4.95E-03 8.74E-01 2.52E-03 8.01E-01 1.06E-03 9.18E-01
33 421.68 5.30E-04 8.75E-01 1.17E-02 8.13E-01 4.10E-04 9.18E-01
34 429.94 2.02E-03 8.77E-01 1.42E-04 8.13E-01 2.16E-04 9.19E-01
35 436.96 3.69E-04 8.77E-01 5.29E-03 8.18E-01 6.87E-05 9.19E-01
36 451.34 7.02E-04 8.78E-01 4.10E-03 8.22E-01 2.38E-03 9.21E-01
37 459.00 1.61E-03 8.80E-01 3.99E-03 8.26E-01 1.11E-03 9.22E-01
38 460.49 2.63E-04 8.80E-01 3.37E-03 8.30E-01 2.61E-03 9.25E-01
39 462.36 6.87E-04 8.80E-01 4.20E-03 8.34E-01 1.13E-03 9.26E-01
40 469.22 1.67E-03 8.82E-01 9.77E-03 8.44E-01 5.48E-05 9.26E-01
41 474.88 1.59E-03 8.84E-01 1.37E-03 8.45E-01 2.07E-03 9.28E-01
42 479.87 5.32E-04 8.84E-01 1.40E-04 8.45E-01 2.50E-04 9.28E-01
43 495.53 3.85E-04 8.85E-01 1.49E-02 8.60E-01 4.89E-06 9.28E-01
44 500.18 1.38E-03 8.86E-01 2.48E-03 8.63E-01 3.26E-03 9.32E-01
45 502.46 3.78E-03 8.90E-01 4.87E-03 8.67E-01 1.64E-04 9.32E-01
46 508.39 3.68E-04 8.90E-01 2.08E-03 8.70E-01 1.55E-05 9.32E-01
47 519.41 2.70E-03 8.93E-01 2.80E-03 8.72E-01 5.85E-03 9.38E-01
48 520.44 1.31E-05 8.93E-01 7.57E-05 8.72E-01 5.39E-05 9.38E-01
49 525.71 1.80E-04 8.93E-01 1.61E-02 8.88E-01 1.40E-04 9.38E-01
50 533.96 8.06E-04 8.94E-01 7.59E-05 8.89E-01 3.14E-04 9.38E-01
51 538.97 9.69E-04 8.95E-01 7.86E-04 8.89E-01 1.41E-03 9.40E-01
52 550.06 4.31E-04 8.95E-01 9.10E-03 8.98E-01 3.10E-03 9.43E-01
53 556.23 1.15E-03 8.96E-01 1.12E-04 8.99E-01 1.65E-03 9.44E-01
54 570.42 1.13E-03 8.98E-01 1.40E-03 9.00E-01 7.38E-06 9.44E-01
55 573.62 1.68E-03 8.99E-01 4.75E-04 9.00E-01 2.06E-04 9.45E-01
56 578.98 7.77E-03 9.07E-01 1.15E-03 9.02E-01 1.14E-04 9.45E-01
57 584.91 2.65E-04 9.07E-01 1.86E-03 9.03E-01 5.11E-04 9.45E-01
58 602.19 1.63E-03 9.09E-01 1.33E-03 9.05E-01 1.17E-04 9.45E-01
59 604.33 2.62E-04 9.09E-01 3.27E-03 9.08E-01 2.85E-03 9.48E-01
60 615.73 1.92E-04 9.09E-01 1.82E-03 9.10E-01 6.38E-06 9.48E-01
Tabella 6.10: Primi 30 to 60 modi di vibrare della struttura: frazione di massa associata ai
modi per le tre traslazioni
CAPITOLO 6. SCELTA DELLA SOLUZIONE STRUTTURALE E VERIFICHE 55
nessuno dei punti selezionati si superino i valori di accelerazione utilizzati per le analisi
statiche del paragrafo precedente, quindi non vi è necessità di nuove analisi statiche.
Per questa fase preliminare di progetto è dunque pienamente soddisfatto il requisito
di sostenimento dei carichi dinamici imposti dal lanciatore. Si può notare come i nodi
maggiormente sollecitati in direzione y siano quelli al centro dei pannelli perpendicolari
ad y, mentre risulta molto sollecitata la zone superiore del serbatoio lungo l’asse x.
Per quanto riguarda le sollecitazioni lungo l’asse z, esse risultano invece abbastanza
uniformi su tutta la struttura del satellite.
gRM S X [g] gRM S Y [g] gRM S Z [g]
Nodo 28 (pannelli x) 7.1 6.5 14.6
Nodo 6440 (pannelli x) 7.6 7.3 14.0
Nodo 5284 (pannelli y) 6.9 20.6 11.0
Nodo 5865 (pannelli y) 7.0 22.4 11.0
Nodo 667 (vertice piastra superiore) 9.9 10.5 12.8
Nodo 668 (vertice piastra superiore) 10.0 10.3 12.7
Nodo 6966 (vertice piastra superiore) 10.0 10.6 13.1
Nodo 760 (vertice piastra superiore) 9.9 10.6 13.9
Nodo 746 (centro piastra superiore) 9.9 10.7 10.1
Nodo 6359 (vertice piastra inferiore) 8.7 9.7 12.7
Nodo 5252 (vertice piastra inferiore) 8.8 10.0 13.4
Nodo 6942 (vertice piastra inferiore) 8.5 9.4 13.1
Nodo 1922 (vertice piastra inferiore) 9.4 10.9 13.5
Nodo 7515 (zona superiore serbatoio) 17.5 10.5 10.5
Nodo 4765 (zona inferiore serbatoio) 7.1 6.0 11.9
Tabella 6.11: risultati della risposta dinamica del satellite ai carichi random: accelerazioni
medie equivalenti dei nodi critici nelle 3 direzioni di traslazione.
Come esempio nelle seguenti figure sono riportate le funzioni di risposta in frequenza
con ingressi e uscite nelle tre direzioni per il nodo 746, al centro della piastra superiore;
si può notare come per sollecitazioni lungo gli assi x e y (figura 6.9 e 6.10) si eccitino
particolarmente i primi due modi laterali intorno ai 60 Hz, mentre per sollecitazioni
lungo l’asse z (figura 6.11) si ha un picco della risposta in z intorno ai 100 Hz del primo
modo assiale della struttura.
considerazione l’elemento 650 subito adiacente a tal nodo. Come si può notare dalla
figura 6.12 si ha un picco dello sforzo ad una frequenza di circa 220Hz con un valore
di 13.3 MPa (nel grafico l’unità di misura è il N/m2 ). Tale risultato è molto inferiore
alla σ di snervamento dell’alluminio (circa 470Mpa). Le azioni assiali nelle due direzioni
risultano comparabili come valore della risposta a tutte le frequenze, coerentemente con
il fatto che la piastra superiore e l’intero satellite sono abbastanza simmetrici rispetto
all’asse verticale, mentre lo sforzo a taglio come si può vedere può essere trascurato
rispetto alle precedenti. Ulteriori analisi non sono dunque necessarie poiché la struttura
del satellite appare ampiamente in grado di sopportare i carichi da shock dovuti alle
separazioni degli stadi e al distacco dal lanciatore.
Figura 6.12: Elemento 650 adiacente al nodo 746 (centro della piastra superiore): visual-
izzazione degli sforzi σxx (viola), σyy (rosso), σxy (azzurro) dovuti ai carichi da shock in
funzione della frequenza
Capitolo 7
Conclusioni
58
Bibliografia
59