Sei sulla pagina 1di 37

Q AMMINISTRAZIONE Q 68

68
Federica Caponi - Roberto Camporesi Federica Caponi - Roberto Camporesi

L’AZIENDA SPECIALE E LA GESTIONE DEI SERVIZI COMUNALI


Federica Caponi - Roberto Camporesi
L’AZIENDA SPECIALE
E LA GESTIONE DEI SERVIZI COMUNALI L’AZIENDA SPECIALE
L’opera illustra le caratteristiche giuridiche ed economico-contabili che
caratterizzano le aziende speciali, che rappresentano per i Comuni un
E LA GESTIONE
DEI SERVIZI COMUNALI
interessante strumento di gestione delle attività che hanno un maggior
impatto sociale sulla collettività. Di particolare rilievo è l’esonero delle
aziende speciali dalla disciplina del patto di stabilità, dai vincoli assunzionali
e dalle rigide regole del Codice degli appalti.
Il testo è utile sia per gli Enti che hanno già costituito un’azienda speciale,
Guida operativa al nuovo modello organizzativo. Con schemi di statuto
che per quelli che hanno interesse a costituirne una nuova o trasformare
una società di capitali esistente, evidenziandone le potenzialità per la
gestione di numerosi servizi, quali:
• servizi socio-assistenziali ed educativi; I edizione
• servizi scolastici e per l’infanzia;
• servizi culturali;
• farmacie comunali.
Particolare attenzione viene posta a:
• personale (gestione e modalità di assunzione);
• fiscalità;
• competenze degli organi.
Il volume comprende inoltre gli schemi di statuto dell’azienda speciale e
della farmacia comunale ed un’attenta disamina di numerosi casi pratici
oggetto di pronunce giurisprudenziali della Corte dei conti.
Il presente volume è disponibile anche nella versione e-book (formato
ePub, mobi) all’interno del portale Formula di EDK, con aggiornamento
sino al 31.12.2014.

Federica Caponi, titolare di SELF, agenzia formativa accreditata dalla


Regione Toscana, consulente di ANCI Toscana, svolge attività di formazione
e consulenza per gli EE. LL. e gli organismi partecipati. Con EDK Editore ha
pubblicato “Gli incarichi esterni degli Enti Locali”.
Roberto Camporesi, Dottore commercialista, revisore contabile, svolge
attività di consulenza e formazione per gli EE.LL. e gli organismi partecipati.

46,00 i.i. COD 94651

Disponibile anche in versione e-book


AMMINISTRAZIONE Q 68

Federica Caponi - Roberto Camporesi

L’AZIENDA SPECIALE
E LA GESTIONE
DEI SERVIZI COMUNALI
Guida operativa al nuovo modello organizzativo. Con schemi di statuto

I edizione

Disponibile anche in versione e-book


ISBN: 978-88-6368-171-0
Cod. 94651
L’azienda speciale e la gestione dei servizi comunali

I edizione 2013

© 2013 - MyO s.r.l.


Tutti i diritti riservati

MyO S.r.l. “unipersonale”


Società soggetta a direzione e coordinamento da parte di BI\Holding s.p.a.
Distributore del marchio EDK Editore
Via Santarcangiolese, 6
47825 Torriana (RN)
Tel. 0541.311311 - Fax 0541.311322
edk@myo.it
www.myo.it

Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi
mezzo elettronico, meccanico o altro senza l’autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti e dell’editore.

Finito di stampare nel mese di novembre 2013


presso la tipolitografia …
per conto di MyO s.r.l. “unipersonale”
L’AZIENDA SPECIALE E LA GESTIONE DEI SERVIZI COMUNALI INDICE

Indice

1. Introduzione ....................................................................................... Pag. 7

2. Caratteristiche dell’azienda speciale .............................................. » 11


2.1 - Strumentalità . ............................................................................ » 12
2.2 - Personalità giuridica . ................................................................. » 13
2.3 - Autonomia imprenditoriale ......................................................... » 13
2.4 - Vincoli e limiti ............................................................................. » 14
2.4.1 - L’adozione del piano triennale anticorruzione (PTPC) .. » 17
2.4.2 - Contenuto del piano triennale . .................................... » 17

3. Attuale disciplina del TUEL e organi dell’azienda .......................... » 19


3.1 - Le modifiche introdotte dal legislatore nel 2012 - 2013 ............ » 31
3.2 - La spending review e i nuovi vincoli alla costituzione di organi-
smi partecipati ........................................................................... » 43
3.3 - La pronuncia della Corte Costituzionale n. 236 del 24 luglio
2013 ........................................................................................... » 51

4. Il personale delle aziende speciali: gestione e natura del rappor-


to di lavoro e modalità di assunzione . ............................................ » 57
4.1 - Il comando, il distacco e la mobilità ........................................... » 66
4.2 - Il trasferimento di personale comunale ad azienda speciale . .... » 70
4.3 - Spesa di personale ..................................................................... » 81

5. Servizi che possono essere svolti dall’azienda speciale . ............. » 89


5.1 - Servizi socio-assistenziali ed educativi, servizi scolastici e per
l’infanzia, culturali e farmacie . ................................................... » 98

6. È possibile trasformare una società di capitali in azienda specia-


le? Alcuni spunti di riflessione ......................................................... » 105

7. Il perseguimento dell’economicità dell’azienda speciale ............. » 109


7.1 - Gli aspetti contabili ..................................................................... » 113
7.1.1 - Il piano programma . .................................................... » 116
7.1.2 - Il contratto di servizio . ................................................. » 118
7.1.3 - Il bilancio economico di previsione annuale e plurien-
nale ............................................................................. » 120
7.1.4 - Il conto consuntivo e il bilancio di esercizio ................. » 121

8. La fiscalità dell’azienda speciale ..................................................... » 123

5
INDICE L’AZIENDA SPECIALE E LA GESTIONE DEI SERVIZI COMUNALI

Modulistica
- Schema generale di statuto di azienda speciale . ............................... Pag. 125
- Schema di statuto di azienda speciale: farmacia comunale ............... » 141

Appendice normativa
- D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267 (Testo unico delle leggi sull’ordina-
mento degli Enti Locali) - Art. 114. Aziende speciali ed istituzioni ..... » 153

Giurisprudenza
- Corte Costituzionale, sentenza 24 luglio 2013, n. 236 . ...................... » 155
- Corte dei conti, Sez. contr. Lombardia, delibera 2 ottobre 2013, n. 400 . » 177
- Corte dei conti, Sez. contr. Puglia, delibera 19 settembre 2013,
n. 142 . ................................................................................................ » 193
- Corte dei conti, Sez. contr. Lombardia, delibera 17 settembre 2013,
n. 386 .................................................................................................. » 199
- Corte dei conti, Sez. contr. Umbria, delibera 8 luglio 2013, n. 116 .... » 204
- Corte dei conti, Sez. contr. Lombardia, delibera 27 giugno 2013, n. 261 .. » 211
- Corte dei conti, Sez. contr. Liguria, delibera 1 marzo 2013, n. 11 ...... » 217
- Corte dei conti, Sez. contr. Lombardia, delibera 21 gennaio 2013, n. 24 .. » 220
- Corte dei conti, Sez. contr. Lombardia, delibera 21 gennaio 2013, n. 22 .. » 228
- Corte dei conti, Sez. contr. Lazio, delibera 9 gennaio 2013, n. 2 ....... » 233
- Corte dei conti, Sez. contr. Lazio, delibera 19 luglio 2012, n. 50 . ...... » 243
- Corte dei conti, Sez. contr. Sardegna, delibera 2 dicembre 2010, n. 109 .. » 248
- Corte dei conti, Sez. contr. Lombardia, delibera 30 novembre 2010,
n. 1014 ................................................................................................ » 252
- Corte dei conti, Sez. contr. Lombardia delibera 17 settembre 2009,
n. 640 .................................................................................................. » 260

6
L’AZIENDA SPECIALE E LA GESTIONE DEI SERVIZI COMUNALI 1. introduzione

1. Introduzione

L’azienda speciale è un organismo pubblico ideato e disciplinato per la gestione


di servizi pubblici locali.
Essa può considerarsi una versione perfezionata e più evoluta dell’originaria ”azien-
da municipalizzata”, risalente alla ‘legge Giolitti’ del 1903 ed al successivo T.U. sulle
municipalizzate n. 2578/1925.
Già la L. n. 103/1903 non aveva fornito una definizione di servizio pubblico, né aveva
delineato i connotati essenziali per individuare tali attività, ma aveva fissato le con-
dizioni ed i presupposti necessari per procedere alla loro assunzione da parte dei
comuni, stabilendo una serie di regole amministrative ed organizzative per la gestione
diretta dei servizi di primaria necessità in alternativa alla concessione ai privati1.
La situazione all’epoca prevalente, caratterizzata dalla diffusa presenza di gestori
privati operanti in regime di monopolio, si era dimostrata sempre più incompatibile,
tanto con l’efficienza del sistema economico, quanto con le condizioni di vita dei
cittadini, alla luce soprattutto dei processi di industrializzazione e di accentuata ur-
banizzazione che caratterizzavano l’Italia intorno alla fine dell’ottocento2.
La citata L. n. 103/1903, nello specifico, poneva un freno alla tendenza in atto, da
parte dei comuni, a concedere gli impianti e l’esercizio di alcuni servizi a imprendi-
tori privati per sottrarsi agli investimenti notevoli, e difficilmente sopportabili dalle
finanze comunali, che l’erogazione dei servizi pubblici richiedeva, soprattutto nelle
grandi città.

1
L’art. 1 della L. n. 103/1903 enumerava in modo esemplificativo e non tassativo la maggior parte dei
servizi pubblici che i comuni potevano gestire direttamente tramite la costituzione di un’azienda speciale
distinta dall’Amministrazione comunale.
L’elenco era meramente dimostrativo; esso rimarrà, peraltro, invariato nella successiva disciplina legisla-
tiva, rappresentando la diretta conseguenza della difficoltà, derivanti dai contrasti politici fra gli orienta-
menti che ne avevano accompagnato la nascita, di fornire una definizione esatta del servizio pubblico.
Si riporta il testo dell’art. 1 “I Comuni possono assumere nei modi stabiliti dal presente testo unico, l’impian-
to e l’esercizio diretto dei pubblici servizi e segnatamente di quelli relativi agli oggetti seguenti:1) costruzione
di acquedotti e fontane e distribuzione di acqua potabile; 2) impianto ed esercizio dell’illuminazione pub-
blica e privata; 3) costruzione di fognature ed utilizzazione delle materie fertilizzanti; 4) costruzione ed eser-
cizio di tramvie a trazione animale o meccanica; 5) costruzione ed esercizio di reti telefoniche nel territorio
comunale; 6) impianto ed esercizio di farmacie; 7) nettezza pubblica e sgombro di immondizie dalle case;
8) trasporti funebri, anche con diritto di privativa, eccettuati i trasporti dei soci di congregazioni, confrater-
nite ed altre associazioni costituite a tal fine e riconosciute come enti morali; 9) costruzione ed esercizio di
molini e di forni normali; 10) costruzione ed esercizio di stabilimenti per la macellazione, anche con diritto di
privativa; 11) costruzione ed esercizio di mercati pubblici, anche con diritto di privativa; 12) costruzione ed
esercizio di bagni e lavatoi pubblici; 13) fabbrica e vendita del ghiaccio; 14) costruzione ed esercizio di asili
notturni; 15) impianto ed esercizio di omnibus, automobili e di ogni altro simile mezzo, diretto a provvedere
alle pubbliche comunicazioni; 16) produzione distribuzione di forza motrice idraulica ed elettrica e costru-
zione degli impianti relativi; 17) pubbliche affissioni, anche con diritto di privativa, eccettuandone sempre i
manifesti elettorali e gli atti della pubblica autorità; 18) essiccatoi di granturco e relativi depositi; 19) stabili-
mento e relativa vendita di semenzai e vivai di viti ed altre piante arboree e fruttifere”.
2
Le ragioni che hanno indotto il legislatore a prevedere l’azienda municipalizzata come forma di gestione
dei servizi pubblici locali sono sintetizzate dalla relazione al progetto divenuto L. n. 103/1903.

7
1. Introduzione L’AZIENDA SPECIALE E LA GESTIONE DEI SERVIZI COMUNALI

Gli obiettivi fondamentali che la L. n. 103/1903 auspicava di raggiungere erano:


- consentire ai comuni di assumere per via ordinaria la gestione diretta dei servizi
pubblici, tramite l’istituzione di aziende speciali;
- promuovere l’assunzione di responsabilità da parte dei comuni nella valutazione
della convenienza economica della gestione diretta dei servizi pubblici. Assun-
zione di responsabilità estesa ai cittadini, chiamati a pronunciarsi in merito me-
diante referendum;
- prevedere il controllo da parte delle autorità comunali, ed anche governative, sul
funzionamento e sull’andamento di gestione delle municipalizzate;
- favorire l’assunzione, da parte dei comuni, della gestione diretta dei servizi pub-
blici, mediante l’introduzione di agevolazioni finanziarie; questo anche nel caso di
riscatto di un servizio pubblico dato in concessione, successivamente revocata.
Alla L. n. 103/1903 fece seguito il R.D. 30 dicembre 1923, n. 3047, che conteneva
due importanti misure:
- si consentiva, entro limiti precisi, anche alle province l’assunzione di alcuni pub-
blici servizi;
- si autorizzava il governo a riunire e coordinare in un testo unico l’intera disciplina
della materia, anche con riguardo a norme dettate successivamente alla stessa
legge del 1923.
Fu quindi emanato il R.D. n. 2578 del 15 ottobre 1925, contenente il testo unico
sull’assunzione diretta dei pubblici servizi da parte dei comuni e delle province, il
quale di fatto ha costituito fino al 2000 la disciplina fondamentale di tale materia3.
Secondo il R.D. n. 2578/1925, le aziende municipalizzate erano strutturate come
organi dell’ente pubblico, prive di autonoma personalità, dotate soltanto di auto-
nomia gestionale, finanziaria e contabile, sottoposte peraltro ai penetranti poteri di
vigilanza da parte dell’amministrazione (artt. 16 e ss., R.D. n. 2578/1925).
Configurate in tal modo, le aziende non vivevano di vita propria, se non nell’ambito
di una limitata autonomia organizzativa e contabile.
Esse erano, dunque, legate strutturalmente e funzionalmente alle competenze pro-
vinciali e comunali e agli ambiti territoriali in cui tali competenze di esplicavano.
L’assetto istituzionale scaturito a seguito dell’entrata in vigore di tale disposizione,
in effetti, era caratterizzato da una disciplina in cui regolazione, proprietà e gestione
presentavano legami molto pregnanti, assai prossimi ad una vera e propria sovrap-
posizione presso l’Ente Locale.
L’azienda municipalizzata era, infatti, sia da un punto di vista strutturale che funzio-
nale, legata alle competenze di comuni e province ed agli ambiti territoriali in cui tali

3
Il R.D. n. 2578/1925 è norma da ritersi non più in vigore dopo l’approvazione del D.Lgs. n. 267/2000.
A tal proposito, è necessario segnalare che l’Adunanza Generale del Consiglio di Stato nel parere dell’8
giugno 2000, avente ad oggetto “Schema di testo unico in materia di ordinamento degli Enti Locali al
sensi dell’art. 31 della L. 3 agosto 1999 n. 265”, ha precisato che “la disciplina del R.D. n. 2578/1925 è
apparsa in larga parte incompatibile con l’attuale assetto dei servizi e con la figura dell’azienda speciale.
L’attribuzione all’azienda speciale della personalità giuridica, dell’autonomia imprenditoriale e dell’auto-
nomia organizzativa, comporta l’inapplicabilità di tutta la precedente normativa sul funzionamento e sugli
organi dell’azienda prevista dal t.u. n.2578/1925. Si è pertanto evidenziata l’esigenza dell’abrogazione
implicita del Testo Unico approvato con R.D. 15 ottobre 1925, n. 2578”.

8
L’AZIENDA SPECIALE E LA GESTIONE DEI SERVIZI COMUNALI 1. introduzione

competenze si esplicavano con la conseguenza che, non avendo la stessa azienda


personalità giuridica, gli atti che emanava potevano riferirsi esclusivamente all’ente
che l’aveva costituita.
Con l’azienda municipalizzata, infatti, si realizzava un semplice ampliamento della
struttura-apparato del comune, finalizzato funzionalmente alla gestione di un servi-
zio pubblico dell’ente.
La giurisprudenza era sempre stata concorde nel negare per l’azienda municipaliz-
zata il riconoscimento della personalità giuridica, mentre in dottrina c’erano coloro
ritenevano necessario riconoscere tale personalità e coloro che, invece, ritenevano
che tale personalità non potesse essere riconosciuta.
Le aziende avevano una propria capacità negoziale nel senso che, nei modi previsti
dalla legge, potevano compiere tutti i negozi giuridici necessari per raggiungere i
loro fini istituzionali. In particolare, le aziende avevano:
- una loro capacità patrimoniale, in quanto disponevano di un patrimonio proprio
e potevano essere titolari di propri diritti;
- una loro capacità processuale, in quanto potevano stare in giudizio, nella perso-
na del loro direttore, sia come legittimante attivo che passivo;
- ampia autonomia di gestione del bilancio, anche se approvato secondo la pro-
cedura dell’art. 16 del R.D. n. 2578/1925, e di assumere e licenziare personale
sulla base di una tabella numerica che doveva essere allegata al bilancio di pre-
visione.
Tali poteri però non erano sufficienti a far riconoscere la personalità giuridica in capo
all’azienda, considerato che avrebbe dovuto essere riconosciuta ex lege, anche se
alcuni casi particolari era ammesso un riconoscimento tacito della personalità.
La Corte di Cassazione, sezioni unite in una pronuncia del 1914 aveva precisato che
“è il Comune che fornisce il proprio capitale, fa suoi gli utili, risponde delle perdite; è il
Consiglio comunale che nomina il direttore e la Commissione amministratrice tecnica-
mente competente; è al Consiglio comunale che si presenta il bilancio preventivo; allo
stesso si fa capo ove occorrano provvedimenti che vincolino il bilancio oltre l’anno”4.
Da tale pronuncia ha preso avvio la posizione costante della giurisprudenza nel ne-
gare all’azienda municipalizzata una personalità giuridica propria, distinta da quella
del comune.
La normativa che disciplinava l’attività delle aziende municipalizzata attribuiva al
comune ampi poteri di vigilanza e di controllo, che si articolavano all’interno di un
rapporto interorganico di dipendenza e escludeva per la loro stessa natura la per-
sonalità giuridica delle aziende.
Soltanto con la L. n. 142/1990 alle aziende speciali, eredi delle municipalizzate, è
stata espressamente riconosciuta la personalità giuridica e l’autonomia imprendi-
toriale e organizzativa.
L’articolo 23, comma 1, della L. n. 142/1990, ha previsto che l’azienda speciale è
un ente strumentale dell’Ente Locale, dotato di personalità giuridica, di autonomia

4
Udienza 25 aprile 1914; Pres. Sabatini, Est. D’Amelio, P. M. De Notaristefani (concl. conf.); Congrega-
zione di carità di Milano (Avv. Toti, Scotti) c. Finanze dello Stato (Avv. erar. Pulvirenti). Il Foro Italiano Vol.
39, parte prima: giurisprudenza civile e commerciale (1914), pp. 1177/1178 - 1181/1182.

9
1. Introduzione L’AZIENDA SPECIALE E LA GESTIONE DEI SERVIZI COMUNALI

imprenditoriale e di proprio statuto, approvato dal consiglio comunale o provinciale.


Rispetto al T.U. del 1925, con la L. n. 142/1990 viene meno la tecnica dell’elencazio-
ne, anche se non tassativa, dei servizi pubblici locali, sostituita da un’enunciazione
definitoria polarizzata essenzialmente sugli elementi finalistici e funzionali, definiti
dall’articolo 22, comma 1, tanto di ordine oggettivo (“la produzione di beni e attivi-
tà”), quanto soggettivo, “realizzare fini sociali e promuovere lo sviluppo economico
e civile delle comunità locali”.
Tale norma non identificava i servizi locali con riguardo a specifiche attività, ma ne
dava una definizione generale, attribuendo ai singoli Enti Locali un ampio margine
di discrezionalità per decidere quali attività ricondurre, secondo le circostanze e i
bisogni locali, nell’area dei pubblici servizi.
Dopo l’entrata in vigore della L. n. 142/1990, le aziende speciali hanno acquisito
capacità di agire e una totale capacità giuridica, con la conseguenza che la natura
giuridica del rapporto tra comune e azienda è la stessa che intercorre tra due enti di
cui uno è terzo rispetto all’altro, e che riconosce all’azienda che perde il carattere di
strumentalità rispetto al comune, la sua piena autonomia imprenditoriale.
Nella L. n. 142/1990 sono rinvenibili ulteriori indici a favore dell’autonomia dell’azien-
da speciale in quanto l’articolo 23 imponeva l’obbligo di pareggio del bilancio, cir-
coscriveva il potere di ingerenza dell’Ente Locale alla nomina e revoca degli ammi-
nistratori, alla determinazione dell’indirizzo generale, nonché alla verifica dei risultati
di gestione e limitava i possibili finanziamento comunali ai soli casi di copertura
degli eventuali costi sociali.
L’autonomia dell’azienda speciale rispetto all’ente di appartenenza ha trovato ulte-
riore conferma nell’articolo 4, comma 5 della L. n. 95/1995, il quale ha previsto che
l’Ente Locale dovesse approvare un piano-programma comprendente un contratto
di servizio, tipicamente diretto a regolare i rapporti tra due soggetti distinti, vinco-
li poi trasfusi nell’articolo 114 del Testo unico sugli Enti locali (TUEL), approvato
con D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267 che, oltre a ribadire la disciplina previgente,
ha delineato l’ambito materiale del potere di vigilanza e controllo dell’Ente Locale
sull’azienda.
Tale disposizione ha stabilito che sono atti fondamentali dell’azienda:
- il piano-programma, comprendente un contratto di servizio che disciplini i rap-
porti tra Ente Locale ed azienda speciale;
- i bilanci economici di previsione pluriennale ed annuale;
- il conto consuntivo;
- il bilancio di esercizio.
L’assetto così delineato dalla L. n. 142/1990 e dalla L. n. 95/1995 è confluito nel
TUEL, tanto che l’articolo 22 dell’abrogata L. n. 142/1990 ha trovato piena corri-
spondenza negli artt. 112 e 113 dello stesso Testo Unico.
Le aziende speciali sono una delle forme previste dal Titolo V del TUEL per la ge-
stione dei servizi pubblici locali, cioè quei servizi che hanno per oggetto produzione
di beni ed attività rivolte a realizzare fini sociali e a promuovere lo sviluppo econo-
mico e civile delle comunità locali (art. 112).

10
L’AZIENDA SPECIALE E LA GESTIONE DEI SERVIZI COMUNALI 2. Caratteristiche dell’azienda speciale

2. Caratteristiche dell’azienda speciale

Il quadro legislativo di riferimento per le aziende speciali è particolarmente “scarso”,


in quanto l’unica vera norma che disciplina tali organismi è costituita dall’articolo
114 del D.Lgs. n. 267/2000.
Oltre a tale disposizione, non appare più corretto far riferimento al R.D. n. 2578/1925
in quanto con l’entrata in vigore del TUEL è norma da ritersi non più in vigore.
Per quanto riguarda la disciplina contabile la norma di riferimento è il D.P.R. n.
902/1986, concernente “Approvazione del nuovo regolamento delle aziende di ser-
vizi dipendenti dagli Enti Locali”.
Per quanto riguarda i connotati caratteristici dell’azienda speciale, come espres-
samente previsto dall’articolo 114 del TUEL, sono la strumentalità, la personalità
giuridica e l’autonomia imprenditoriale.
L’attribuzione alle aziende speciali della personalità giuridica e dell’autonomia im-
prenditoriale rappresenta, indubbiamente, il punto di arrivo di un lungo proces-
so normativo teso ad avvicinare sempre più le aziende al modello organizzativo
dell’ente pubblico economico.
In sostanza, la personalità giuridica, l’autonomia imprenditoriale e la strumentali-
tà dell’azienda speciale, rispetto all’Ente Locale conferente, evidenziano come la
scelta del legislatore sia ricaduta, per quanto attiene al modello astratto di gestio-
ne, senza dubbio sul c.d. “modello aziendale” rispetto al più arcaico sistema delle
“municipalizzate”.
L’azienda speciale, quindi, non è più vista come un organo di esecuzione delle
determinazioni dell’Ente Locale, ma è un’impresa retta da principi pubblicistici alla
quale si applica, sostanzialmente, la disciplina del codice civile.
Non vi è alcun dubbio in ordine all’ascrivibilità delle aziende speciali alla categoria
degli enti pubblici economici.
A tal proposito, è necessario ricordare infatti che sono enti pubblici quegli organismi:
- la cui la personalità giuridica è riconosciuta direttamente dalla legge, secondo
norme di diritto pubblico;
- sono diversi dallo Stato;
- sono strumentali alla P.A. di riferimento che svolge attraverso questi la propria
funzione amministrativa;
- sono idonei a essere titolari di poteri amministrativi;
- svolgono una funzione di pubblico interesse.
Per quanto riguarda le caratteristiche degli enti pubblici economici, si ricorda che
secondo quanto chiarito dall’Istituto nazionale di statistica (Istat) nella “Classifica-
zione delle forme giuridiche delle unità legali”, che ha classificato le forme giuridiche
disciplinate dal diritto privato e dal diritto pubblico5 in 16 divisioni e 62 classi, attri-

5
Le fonti giuridiche prese in considerazione per la realizzazione della classificazione sono la Costituzio-
ne della Repubblica, il codice civile e la legislazione speciale. Inoltre, per cogliere alcuni fenomeni non
riconducibili alle forme giuridiche tipiche l’ISTAT ha fatto riferimento alla giurisprudenza.

11
2. Caratteristiche dell’azienda speciale L’AZIENDA SPECIALE E LA GESTIONE DEI SERVIZI COMUNALI

buendo a ciascun organismo un codice a quattro cifre, dove la prima cifra individua
la sezione, la seconda la divisione e le ultime due la classe.
Le aziende speciali sono state inserite nella sezione 1.6 - Ente pubblico economico,
azienda speciale e azienda pubblica di servizi6.
Per quanto riguarda le aziende speciali, in dottrina e in giurisprudenza negli anni si
è consolidato l’orientamento secondo il quale sono “enti che, operando nel campo
della produzione di beni e servizi e svolgendo attività prevalentemente o esclusiva-
mente economiche, informano la propria attività al criterio della obiettiva economi-
cità, intesa quest’ultima come necessità minima di copertura dei costi dei fattori di
produzione attraverso i ricavi” (Cass., Sez. Unite, sentenza 15 dicembre 1997, n.
12654; Cass. Sez. Unite, sentenza n. 7639/2008).
È principio consolidato in giurisprudenza che “non è l’oggetto dell’attività che de-
termina il discrimine tra ente pubblico non economico, ente pubblico economico ed
azienda speciale, ma la struttura giuridica ed il modo in cui l’ente esercita la propria
attività” (Cass. Sez. Unite, sentenza n. 15661/2006).
A riprova della qualità di ente pubblico economico, l’articolo 114, comma 4 del
TUEL statuisce che l’azienda ha l’obbligo del pareggio di bilancio da perseguire
attraverso l’equilibrio dei costi e dei ricavi, compresi i trasferimenti.

2.1 - Strumentalità

La qualificazione dell’azienda speciale quale ente strumentale dell’Ente Locale rive-


la l’esistenza di un collegamento inscindibile tra l’azienda e il comune.
Il principio di strumentalità dell’attività di gestione deve essere inteso come identi-
ficazione dello scopo sociale nella cura degli interessi della comunità locale, perse-
guibili attraverso l’attività di gestione funzionalmente svolta dall’azienda nei settori
dei servizi pubblici per i quali la stessa è stata costituita (Consiglio di Stato, Sez. V,
sentenza n. 4586/2001).
L’Ente Locale “si serve” dell’azienda speciale per lo svolgimento di un servizio e,
quindi, per soddisfare un’esigenza della collettività.
In quest’ottica, spetta all’Ente Locale esclusivamente la fase “politica” della determi-
nazione degli obiettivi e della vigilanza sul perseguimento e raggiungimento di questi.
La strumentalità dell’azienda speciale e il regime normativo vigente in materia pre-
tendono, in definitiva, un collegamento molto saldo, seppur di natura “funzionale”,

6
1.6.10 - Ente pubblico economico
Gli enti pubblici economici pur essendo regolati da norme di legge, possiedono un accentuato grado di
autonomia finanziaria patrimoniale amministrativa e contabile: personalità giuridica e patrimonio proprio,
propri organi di gestione e controllo, bilanci propri (ma vi era anche un controllo esterno, contabile e di
gestione, affidato alla Corte dei conti).
1.6.20 - L’azienda speciale è ai sensi dell’art. 114 del D.Lgs. n. 267/2000
È un ente di gestione di pubblici servizi locali, dotato di autonomia imprenditoriale nonché statutaria. Tale
modalità di gestione è stata prevista quando lo svolgimento dei servizi pubblici locali implica un’attività
imprenditoriale caratterizzata dalla snellezza, managerialità.
Rappresenta una delle forme con cui gli Enti Locali possono provvedere alla gestione dei servizi pubblici
che abbiano per oggetto produzione di beni e attività rivolte a realizzare fini sociali.

12
L’AZIENDA SPECIALE E LA GESTIONE DEI SERVIZI COMUNALI 2. Caratteristiche dell’azienda speciale

tra l’attività dell’azienda e le esigenze della collettività stanziata sul territorio dell’en-
te che l’ha costituita.
I vincoli che legano l’azienda speciale al comune sono pertanto molto stretti sia sul
piano della formazione degli organi, che su quella degli indirizzi, dei controlli e della
vigilanza, da farla ritenere “elemento del sistema amministrativo facente capo allo
stesso Ente territoriale” (Corte Cost., sentenza n. 28/1996).

2.2 - Personalità giuridica

L’attribuzione della personalità giuridica, ai sensi del citato art. 114 del TUEL, rende
l’azienda speciale un soggetto a sé stante rispetto all’Ente Locale di riferimento che
l’ha costituita.
L’azienda dunque non è più un organo dell’Ente Locale a legittimazione separata,
come era l’azienda municipalizzata prevista dal R.D. n. 2578/1925.
L’attribuzione della personalità giuridica però non ha mutato la natura pubblica e
non ha trasformato l’azienda in un soggetto privato, ma l’ha solo configurata come
un nuovo centro di imputazione di situazioni e rapporti giuridici, distinto dal comu-
ne, con una propria autonomia decisionale.
Tale riconoscimento ha reso necessario che l’azienda effettui autonome scelte di tipo
imprenditoriale e organizzative, connesse ai fattori della produzione, secondo modelli
propri dell’impresa privata, compatibilmente però con i fini sociali dell’ente titolare, per il
conseguimento di un maggiore grado di efficacia, efficienza e economicità del servizio.
L’azienda speciale è soggetto istituzionalmente dipendente dall’Ente Locale ed è le-
gata a questo da stretti vincoli (sul piano della formazione degli organi, degli indirizzi,
dei controlli e della vigilanza), al punto da farla ritenere un elemento del sistema ammi-
nistrativo facente capo allo stesso ente territoriale, ovvero, pur con l’accentuata auto-
nomia derivante dall’attribuzione della personalità giuridica, anche parte dell’appara-
to amministrativo del comune (Cons. Stato, Sez. V, sentenza n. 4850/2000; sentenza
n. 2735/2000; sentenza n. 4586/2001; Corte Cost., sentenza n. 28/1996).
Il riconoscimento della personalità giuridica all’azienda speciale comporta, oltre
l’iscrizione nel registro delle imprese, alla sua assoggettabilità al regime fiscale pro-
prio delle aziende private (Cons. Stato, Sez. III, sentenza 18 maggio 1993, n. 405)
e alla disciplina di diritto privato per quanto attiene al profilo dell’impresa e per
i rapporti di lavoro dei dipendenti (Tribunale di Milano, Sez. Lavoro, sentenza n.
4776/2011; Tribunale di Ragusa, Sez. Lavoro, sentenza n. 711/2013; T.A.R. Liguria,
Sez. II, sentenza 24 maggio 1995, n. 272).

2.3 - Autonomia imprenditoriale

Con il riconoscimento dell’autonomia imprenditoriale il legislatore ha voluto evi-


denziare che l’azienda non deve essere vista come un organo di esecuzione delle
determinazioni dell’Ente Locale, ma come un’impresa alla quale si applica, salvo
eccezioni, la disciplina del codice civile.

13
2. Caratteristiche dell’azienda speciale L’AZIENDA SPECIALE E LA GESTIONE DEI SERVIZI COMUNALI

La capacità imprenditoriale non va oltre tali confini, anzi subisce restrizioni.


È sufficiente a rilevarlo il fatto che spetta al comune la fissazione delle tariffe dei
servizi prodotti dall’azienda speciale.
L’azienda speciale, comunque anche nella sua nuova configurazione, resta un sog-
getto pubblico e la sua azione è regolata dal diritto pubblico e si esprime con atti
amministrativi autoritativi.
Per l’azienda speciale, come per tutti i soggetti pubblici, anche la negoziazione pri-
vatistica è regolata da procedure di diritto pubblico, da atti amministrativi e delibe-
razioni, attraverso i quali si concretizza in forma procedimentale la volontà dell’ente
che precede la conclusione del negozio (Cons. Stato, Sez. V, sentenza n. 4850/2000
e Sez. V, sentenza n. 2735/2000).
Il patrimonio delle aziende speciali è sottoposto al regime della proprietà privata e
il rapporto di lavoro con i dipendenti rientra nella contrattazione collettiva di diritto
privato.
L’economicità della gestione, non riconducibile a un fine di lucro, pretende come
per tutti gli enti economici la copertura dei costi corrispondenti alla remunerazione
dei fattori della produzione impiegati.
L’autonomia imprenditoriale esclude che gli Enti Locali possano sostituirsi alle
aziende nelle scelte di espletamento dei servizi loro affidati, fatta eccezione per i
poteri di indirizzo, controllo e vigilanza riconosciuti all’ente di appartenenza, che ne
approva il bilancio e tutti gli atti fondamentali.

2.4 - Vincoli e limiti

L’azienda speciale deve informare la propria attività a criteri di efficacia, efficien-


za ed economicità e ha l’obbligo del pareggio di bilancio da perseguire attraverso
l’equilibrio dei costi e dei ricavi, compresi i trasferimenti.
Nell’ambito della legge, l’ordinamento ed il funzionamento delle aziende speciali è
disciplinato dallo statuto e dai regolamenti.
Dal 2013, le aziende speciali e le istituzioni sono assoggettate al patto di stabilità
interno secondo le modalità che avrebbero dovuto essere definite con un decreto
del Ministro dell’Economia e delle Finanze, da emanare entro il 30 ottobre 2012, di
cui a un anno di distanza ancora non c’è traccia, pertanto, tale vincolo risulta per-
fetto, ma non ancora efficace.
Le aziende speciali devono iscriversi e depositare i propri bilanci al registro delle
imprese o nel repertorio delle notizie economico-amministrative della camera di
commercio, industria, artigianato e agricoltura del proprio territorio entro il 31 mag-
gio di ciascun anno.
Le aziende speciali inoltre devono rispettare le disposizioni del D.Lgs. n. 163/2006
e le disposizioni che stabiliscono, a carico degli Enti Locali i riferimento, divieto o
limitazioni alle assunzioni di personale, contenimento degli oneri contrattuali e
delle altre voci di natura retributiva o indennitaria e per consulenza anche degli am-
ministratori, oltre agli obblighi e limiti alla partecipazione societaria degli Enti Locali.
Spetta agli Enti Locali conferenti vigilare sull’osservanza di tali vincoli.

14
L’AZIENDA SPECIALE E LA GESTIONE DEI SERVIZI COMUNALI 2. Caratteristiche dell’azienda speciale

Dal 2013 sono escluse da tali vincoli e limiti le aziende speciali che gestiscono
servizi socio-assistenziali ed educativi, servizi scolastici e per l’infanzia, culturali e
farmacie.
Tali vincoli e deroghe saranno approfonditi nei capitoli successivi.
Inoltre, tutte le aziende speciali, in quanto enti strumentali dell’Ente Locale, sono
assoggettate ad un vincolo di territorialità per quanto riguarda la possibilità di
svolgere attività a favore di enti diversi rispetto a quello di appartenenza.
Tale limite sussiste nel caso in cui l’azienda intenda acquisire direttamente l’affi-
damento di uno o più servizi da parte di un soggetto diverso dall’ente conferente.
L’articolo 5 del D.P.R. n. 902/1986 ha previsto che “il comune può deliberare (…)
l’estensione dell’attività della propria azienda di servizi al territorio di altri Enti Lo-
cali, previa intesa con i medesimi, sulla base di preventivi d’impianto e d’esercizio
formulati dall’azienda stessa. Con lo stesso atto deliberativo è approvato lo schema
di convenzione per la disciplina del servizio e per la regolazione dei conseguenti
rapporti economico-finanziari, fermo restando che nessun onere aggiuntivo dovrà
gravare sull’ente gestore del servizio”.
A tal proposito, è necessario ricordare che il Consiglio di Stato, in numerose sen-
tenze (tra cui, n. 6325/2004; n. 4586/2001; n. 475/1998) ha chiarito che l’estensione
dell’attività delle aziende speciali al di fuori del territorio dell’ente che le ha costitu-
ite, richiede il rispetto delle regole procedimentali e dei limiti sostanziali posti dalle
norme positive e presuppone l’interesse della collettività dell’ente confinante.
La giurisprudenza infatti ha ribadito più volte che l’azienda speciale può svolgere
attività esclusivamente per l’Ente Locale di riferimento.
Nel caso in cui il comune sottoscriva accordi con altri enti confinanti per lo svol-
gimento di servizi di interesse per i propri cittadini, gestiti dall’azienda speciale, è
possibile, previo accordo tra gli enti, che l’azienda sia affidataria da parte del pro-
prio comune, dello svolgimento delle attività anche a favore dei cittadini degli enti
aderenti all’accordo.
La giurisprudenza ha infatti da sempre richiesto un collegamento funzionale tra il
servizio eccedente l’ambito locale e le necessità della collettività locale7.
L’azienda speciale di un comune, infatti, “può anche estendere il proprio servizio in
un altro comune, ma a patto che ciò realizzi un’integrazione funzionale della propria
attività con quella del comune vicino”.
L’azienda speciale, quindi, può esercitare attività al di fuori del territorio dell’ente
costituente sulla base di specifiche convenzioni tra Enti Locali, nell’ambito delle
quali i comuni possono disporre l’affidamento di taluni servizi all’azienda speciale.
Il Consiglio di Stato ha precisato che tali limiti e possibilità per le aziende speciali
derivano dall’elemento della strumentalità e sono le stesse norme ad indicare il nes-

7
Il Consiglio di Stato, Sez. V, sentenza 23 aprile 1998, n. 475, ha chiarito che l’estensione dell’attività
delle aziende speciali comunali al di fuori del territorio dell’Ente locale che le ha costituite presuppone
comunque un collegamento funzionale - che non può essere ridotto al puro dato dell’interesse imprendi-
toriale - tra il servizio eccedente l’ambito locale e le necessità della collettività locale.
Tale collegamento funzionale sussiste, ad esempio, nel caso dell’integrazione funzionale della propria
attività con quella del Comune confinante, sicché vengono in tal modo soddisfatte anche le esigenze
della collettività stanziata sul territorio dell’Ente che l’ha costituita.

15
2. Caratteristiche dell’azienda speciale L’AZIENDA SPECIALE E LA GESTIONE DEI SERVIZI COMUNALI

so eziologico che necessariamente deve sussistere tra le funzioni, che è chiamata


ad assolvere l’azienda, quale ente strumentale del comune che l’ha costituita, e la
tutela degli interessi di cui sono portatori i cittadini residenti nel comune stesso.
L’azienda pertanto può realizzare la propria attività verso l’esterno, oltre la stretta
dimensione locale dell’ente di riferimento, solo nei casi e con le modalità previste
dalle speciali disposizioni in tema di convenzioni (ed eventualmente di consorzi), ai
sensi degli artt. 30 e 31 del TUEL e dell’articolo 5 del D.P.R. n. 902/19868.
Al contrario, al di fuori degli speciali moduli convenzionali e consorziali tra Enti Lo-
cali previsti dalle norme di legge e regolamentari, le aziende speciali non sono le-
gittimate a partecipare alle gare per l’appalto di pubblici servizi da svolgersi presso
altri Enti Locali9, in concorrenza con altri soggetti privati ed alla stregua di una qual-
siasi impresa operante sul mercato.
L’eventuale convenzione sottoscritta tra gli Enti Locali dovrà disciplinare le modalità
attuative e i rapporti economici tra gli enti.
Una tale scelta organizzativa potrà essere adottata dal comune tramite delibera del
consiglio comunale che, oltre ad approvare lo schema convenzionale, potrà dispor-
re l’affidamento del servizio alla propria azienda speciale.
Infine, considerata la natura di ente pubblico strumentale all’Ente Locale conferen-
te, le aziende speciali sono assoggettate anche alle norme in materia di anticor-
ruzione e trasparenza e l’Ente Locale conferente potrebbe disporre l’estensione
ai dipendenti dell’azienda speciale del codice di comportamento che ogni ente
dovrà approvare entro il 16 dicembre 2013, in attuazione a quanto previsto dal
D.P.R. n. 62/2013.
La L. n. 190/2012, e tutti gli atti e vincoli ad essa connessi, si applica a tutte le P.A.
di cui all’articolo 1, comma 2, del D.Lgs. n. 165/2001, agli enti di diritto pubblici
economici, enti di diritto privato in controllo pubblico, enti di diritto privato regolati
o finanziati, autorità indipendenti, tra cui, quindi, sono comprese anche le aziende
speciali, le società partecipate e le fondazioni di partecipazione costituite da Enti
Locali.
Tra i vari vincoli posti dalla L. n. 190/2012 vi è quello relativo all’adozione del Piano
Triennale di Prevenzione entro il 31 gennaio 2014.

8
Il Consiglio di Stato, Sez. V, n. 2360 del 27 aprile 2010, ha chiarito che un comune può legitti-
mamente avvalersi dell’azienda speciale di altro Comune per la gestione di un proprio servizio, a
seguito di convenzione stipulata nel contesto della normativa di cui al D.P.R. n. 902/1986, in quanto,
sulla base del combinato disposto dell’art. 5 del D.P.R. n. 902 cit. e dell’art. 24 della L. n. 142/1990,
può delinearsi un modello procedimentale tipizzato (conclusione di un’intesa disciplinante aspetti
predeterminati, deliberazione con maggioranza qualificata dell’estensione dell’attività dell’azienda
speciale al territorio dell’altro Ente Locale) per l’adozione di una formula organizzatoria alternativa
alla conclusione di contratti con imprese in concorrenza tra loro. Rispetto a tale modulo conven-
zionale rimane interdetta anche l’applicazione della disciplina comunitaria in tema di procedure di
appalto, posta a tutela del mercato e della concorrenza (Riforma della sentenza del T.A.R. Lombar-
dia - Milano, Sez. III, n. 1905/1997).
In tal senso, T.A.R. Lazio - Roma Sez. II, sentenza n. 11799/2006.
9
Il T.A.R. Sicilia - Palermo, Sez. II, con la sentenza n. 331/2005 ha ribadito che un’azienda speciale non
può partecipare ad una gara per l’affidamento della gestione di un servizio pubblico al di fuori del proprio
territorio, tranne che nei casi di avvenuta stipula di apposite convenzioni.

16
L’AZIENDA SPECIALE E LA GESTIONE DEI SERVIZI COMUNALI 2. Caratteristiche dell’azienda speciale

La CIVIT con la deliberazione n. 72/2013 ha approvato il Piano Nazionale dando


concretamente avvio alla fase di attuazione della legge anticorruzione attraverso la
pianificazione della strategia di prevenzione a livello decentrato.
Gli indirizzi contenuti nel piano riguardano anche le regioni, gli Enti Locali e gli enti
ad essi collegati e gli enti pubblici economici, quindi anche le aziende speciali.

2.4.1 - L’adozione del piano triennale anticorruzione (PTPC)

Le aziende speciali dovranno quindi approvare entro il 31 gennaio di ogni anno il


piano triennale.
La competenza all’adozione di tale atto è del Consiglio di amministrazione, in quan-
to organo competente ad approvare atti di programmazione annuali e pluriennali.
All’interno del piano dovranno, tra l’altro, essere individuate le attività nell’ambito
delle quali è più elevato il rischio di corruzione.
Il piano infatti rappresenta il documento fondamentale dell’azienda per la definizio-
ne della strategia di prevenzione al proprio interno.
In linea con quanto stabilito dalla L. n. 190/2012 e del piano nazionale anticorruzio-
ne, gli ambiti/macro settori che devono essere presenti all’interno del piano trienna-
le di ciascuna azienda sono i seguenti:
- soggetti: soggetti coinvolti nella prevenzione con i relativi compiti e le respon-
sabilità (responsabile della prevenzione, dirigenti, dipendenti che operano nelle
aree di rischio);
- aree di rischio: frutto della valutazione del rischio, tenendo conto anche delle
aree di rischio obbligatorie (ex art. 1, comma 16, L. n. 190/2012);
- misure obbligatorie e ulteriori: misure previste obbligatoriamente dalla L. n.
190/2012, dalle altre prescrizioni di legge e dal piano nazionale e quelle ulteriori
facoltative, con indicazione della tempistica e collegamento con l’ambito “sog-
getti” in relazione all’imputazione di compiti e di responsabilità;
- tempi e modalità del riassetto: tempi e le modalità di valutazione e controllo
dell’efficacia del piano triennale adottato e gli interventi di implementazione e
miglioramento del suo contenuto;
- piano triennale trasparenza: deve essere descritto il coordinamento degli
adempimenti relativi agli obblighi di trasparenza previsti nel D.Lgs. n. 33/2013
con le aree di rischio, in modo da semplificare gli adempimenti posti in essere
per le due finalità.

2.4.2 - Contenuto del piano triennale

Il piano deve presentare almeno il seguente nucleo minimo di dati e informazioni:


- processo di adozione del piano: data e documento di approvazione da parte
del consiglio di amministrazione, individuazione degli attori interni all’azienda
che hanno partecipato alla predisposizione dell’atto, di canali, strumenti e inizia-
tive di comunicazione dei contenuti del piano;

17
2. Caratteristiche dell’azienda speciale L’AZIENDA SPECIALE E LA GESTIONE DEI SERVIZI COMUNALI

- gestione del rischio: indicazione delle attività nell’ambito delle quali è più ele-
vato il rischio di corruzione;
- formazione in tema di anticorruzione: pianificazione di un percorso di forma-
zione rivolto ai dipendenti in materia di anticorruzione.
- codici di comportamento: eventuale, nel caso in cui l’Ente Locale di riferimento
abbia previsto nel proprio codice di comportamento l’estensione di alcuni prin-
cipi e vincoli anche ai dipendenti degli organismi controllati dall’ente. In tal caso,
anche l’azienda sarà obbligata a approvare un codice di comportamento per i
propri dipendenti che tenga conto di quanto previsto dal comune;
L’azienda è quindi obbligata a nominare il responsabile della prevenzione della cor-
ruzione, il quale dovrà entro il 15 dicembre di ogni anno redigere una relazione
annuale di rendiconto sull’efficacia delle misure di prevenzione definite dal piano.
Tale documento dovrà essere pubblicato sul sito istituzionale di ciascuna azienda.

18
L’AZIENDA SPECIALE E LA GESTIONE DEI SERVIZI COMUNALI 4. Il personale delle aziende speciali

4. Il personale delle aziende speciali: gestione e natura del rap-


porto di lavoro e modalità di assunzione

L’articolo 1, comma 2, del D.Lgs. n. 30 marzo 2001, n. 165 stabilisce che “Per am-
ministrazioni pubbliche si intendono tutte le amministrazioni dello Stato, ivi compre-
si gli istituti e scuole di ogni ordine e grado e le istituzioni educative, le aziende ed
amministrazioni dello Stato ad ordinamento autonomo, le Regioni, le Province, i Co-
muni, le Comunità montane, e loro consorzi e associazioni, le istituzioni universitarie,
gli Istituti autonomi case popolari, le Camere di commercio, industria, artigianato e
agricoltura e loro associazioni, tutti gli enti pubblici non economici nazionali, regio-
nali e locali, le amministrazioni, le aziende e gli enti del Servizio sanitario nazionale,
l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (ARAN) e
le Agenzie di cui al decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300”.
Come si vede la norma non richiama le aziende speciali, ma stabilisce che sono
pubbliche amministrazioni i consorzi e le associazioni di Enti Locali, nonché gli enti
pubblici non economici locali.
Ai sensi dell’articolo 114, comma 1 del D.Lgs. n. 267/2000, l’azienda speciale è ente
strumentale dell’Ente Locale dotato di personalità giuridica, di autonomia imprendi-
toriale e di proprio statuto, approvato dal consiglio comunale o provinciale.
Essa è dotata di personalità giuridica, attribuita per la prima volta dalla L. n.
142/1990.
In precedenza, infatti, le aziende municipalizzate erano “strutturate come organi
dell’ente pubblico, prive di autonoma personalità, ma dotate soltanto di autonomia
gestionale, finanziaria e contabile” (Corte di Cassazione, sentenza n. 231/1999).
Per quanto concerne la natura giuridica, richiamando l’excursus ricostruttivo del
giudice contabile in sede giurisdizionale (Corte dei conti, sezione II centrale, sen-
tenza 32/2001), è pacifico che - a seguito della L. n. 142/1990, le aziende speciali
abbiano acquistato la natura di enti pubblici economici, soggetti a regime di diritto
privato, anche se un risalente orientamento argomentava in tal senso già nell’asset-
to normativo ante L. n. 142/199053.
Come chiarito dal giudice amministrativo54, “ai fini dell’applicazione della discipli-
na di cui al D.Lgs. n. 30 marzo 2001, n. 165, recante norme generali in materia di
rapporto di lavoro alle dipendenze di amministrazioni pubbliche, non rientrano nel-
la nozione di amministrazione pubblica gli enti pubblici economici, non ricompresi
nell’elencazione contenuta nell’art. 1, comma 2, del citato decreto (che si riferisce a
“tutti gli enti pubblici non economici nazionali, regionali e locali”)”.

53
Cass., SS. UU., 15 dicembre 1997 n. 12654.
Nell’ambito dell’opinione tradizionale si discuteva, poi, se esse avessero acquistato tale natura giuridica
immediatamente per via dell’efficacia precettiva dell’articolo 23 della citata legge (Cass., SS. UU., n.
5085/1997) oppure attraverso l’approvazione del relativo statuto (Cass. SS. UU. n. 12708/1998).
54
In tal senso, Consiglio di Stato, Sez. V, Sentenza n. 641 del 7 febbraio 2012, con la quale è stata con-
fermata la sentenza del T.A.R. Lazio - Roma, Sez. II-ter, n. 931/2011.

57
4. Il personale delle aziende speciali L’AZIENDA SPECIALE E LA GESTIONE DEI SERVIZI COMUNALI

Il corollario della qualificazione delle aziende speciali quali enti pubblici economici
è che i lavoratori di dette aziende non hanno lo status di dipendente pubblico.
Questa interpretazione è stata ribadita recentemente dal Consiglio di Stato, Sez.
IV, con la sentenza n. 641 del 7 febbraio 2012, con la quale ha respinto il ricorso
presentato da alcuni dipendenti di un’azienda speciale che avevano impugnato la
deliberazione del consiglio comunale con la quale l’azienda pubblica era stata tra-
sformata in società per azioni a capitale interamente pubblico, in particolare, nella
parte in cui non era stato consentito alle dipendenti di non transitare nella nuova
s.p.a. e di essere immesse nei ruoli del comune.
Secondo le ricorrenti, infatti, il loro trasferimento alla società avrebbe determinato
una modifica peggiorativa del proprio status giuridico-economico, comportando la
perdita dello status di dipendente pubblico.
Il Consiglio di Stato ha chiarito che le ricorrenti non erano considerabili dipendenti
pubblici già quando erano in servizio presso l’azienda speciale non essendo la stes-
sa, ai sensi dell’articolo 1, comma 2 del T.U. sul pubblico impiego, un’Amministra-
zione Pubblica, giacché l’azienda speciale del comune rientra nella categoria degli
enti pubblici economici55.
La disciplina dello stato giuridico e del trattamento economico del personale di-
pendente è quella che risulta dai contratti collettivi nazionali di lavoro stipulati dalla
associazione nazionale di categoria alla quale l’azienda aderisce e dagli eventuali
contratti collettivi aziendali e per quanto in essi non stabilito dalle leggi.
L’inapplicabilità del D.Lgs. n. 165/2001 comporta altresì che l’azienda speciale non
sia vincolata alle regole su misurazione, valutazione e trasparenza della performan-
ce, merito e premi sancite dal D.Lgs. n. 150/2009.
In tal senso, si è espressa la CIVIT (Commissione indipendente per la valutazione,
la trasparenza e l’integrità delle amministrazioni pubbliche) che, nel maggio 2012, in
merito al quesito posto, relativo all’applicabilità del D.Lgs. n. 150/2009 alle aziende
partecipate dagli Enti Locali, alle aziende speciali e, più in generale, alle società a to-
tale o prevalente capitale pubblico, ha chiarito che l’ambito di applicazione del D.Lgs.
n. 150/2009 è identificato dagli articoli 1 e 2, che rinviano al D.Lgs. n. 165/2001.
Quest’ultimo definisce con precisione il proprio ambito di applicazione nell’articolo
1, comma 2, in cui non sono comprese le aziende partecipate da enti, le aziende
speciali degli Enti Locali e le società partecipate da enti pubblici.
Ciò non esclude, tuttavia, secondo la CIVIT, la possibilità di valutare l’opportunità
di adeguare i controlli esistenti ai principi del D.Lgs. n. 150/2009, tenendo anche
conto di quanto stabilito dalle regioni di appartenenza ai sensi degli articoli 16 e 31
del decreto medesimo.
Il fatto che il rapporto di lavoro dei dipendenti dell’azienda speciale non sia rego-
lato dalle norme del D.Lgs. n. 165/2001 comporta altresì la necessità che gli orga-
ni dell’azienda pongano particolare attenzione alla gestione di alcuni istituti che nel
pubblico impiego sono disciplinati delle norme derogatorie a quelle di diritto comune.
Ci si riferisce, in particolare, alla disciplina dell’incompatibilità, cumulo di impie-
ghi e incarichi che, nell’ambito del pubblico impiego è disciplinata dall’articolo 53,

55
Cass., nn. 15661/06, 14101/06, 18015/02 e 10968/01.

58
L’AZIENDA SPECIALE E LA GESTIONE DEI SERVIZI COMUNALI 4. Il personale delle aziende speciali

comma 1, del D.Lgs. n. 165/2001, secondo cui al pubblico dipendente a tempo


pieno o a tempo parziale con prestazione lavorativa superiore al 50% dell’orario di
servizio, risulta, assolutamente, precluso lo svolgimento di altre attività alle dipen-
denze di soggetti pubblici o privati, ossia rapporti di lavoro subordinato, anche a
tempo determinato, l’esercizio di attività d’impresa, commerciale e professionale,
nonché l’assunzione di cariche gestionali in società costituite a fine di lucro (e non
il mero possesso di quote).
Un simile obbligo di esclusività non è vigente per i dipendenti delle aziende speciali
in quanto non è rinvenibile nell’impiego privato.
Il codice civile infatti si limita a vietare esclusivamente attività extralavorative del di-
pendente che si pongano in concorrenza con l’attività del datore (articolo 210556 c.c.).
Solo in tale evenienza il lavoratore si espone a forme di responsabilità disciplinare
(art. 210657 c.c.), mentre ogni altro “doppio lavoro” è compatibile.
Un altro significativo elemento che differenzia il rapporto di pubblico impiego e
quello privato è costituito dalla disciplina relativa alle mansioni.
Nel pubblico impiego si applica l’articolo 5258 del D.Lgs. n. 165/2001, mentre nel

56
Art. 2105 c.c. - Obbligo di fedeltà - Il prestatore di lavoro non deve trattare affari, per conto proprio o
di terzi, in concorrenza con l’imprenditore, né divulgare notizie attinenti all’organizzazione e ai metodi di
produzione dell’impresa, o farne uso in modo da poter recare ad essa pregiudizio.
57
Art. 2106 c.c. - Sanzioni disciplinari: - L’inosservanza delle disposizioni contenute nei due articoli pre-
cedenti può dar luogo alla applicazione di sanzioni disciplinari, secondo la gravità dell’infrazione.
58
Art. 52, D.Lgs. n. 165/2001 - Disciplina delle mansioni - 1. Il prestatore di lavoro deve essere adibito alle
mansioni per le quali è stato assunto o alle mansioni equivalenti nell’ambito dell’area di inquadramento
ovvero a quelle corrispondenti alla qualifica superiore che abbia successivamente acquisito per effetto
delle procedure selettive di cui all’articolo 35, comma 1, lettera a). L’esercizio di fatto di mansioni non
corrispondenti alla qualifica di appartenenza non ha effetto ai fini dell’inquadramento del lavoratore o
dell’assegnazione di incarichi di direzione.
1-bis.  I dipendenti pubblici, con esclusione dei dirigenti e del personale docente della scuola, delle
accademie, conservatori e istituti assimilati, sono inquadrati in almeno tre distinte aree funzionali. Le
progressioni all’interno della stessa area avvengono secondo principi di selettività, in funzione delle
qualità culturali e professionali, dell’attività svolta e dei risultati conseguiti, attraverso l’attribuzione di
fasce di merito. Le progressioni fra le aree avvengono tramite concorso pubblico, ferma restando la
possibilità per l’amministrazione di destinare al personale interno, in possesso dei titoli di studio richiesti
per l’accesso dall’esterno, una riserva di posti comunque non superiore al 50 per cento di quelli messi
a concorso. La valutazione positiva conseguita dal dipendente per almeno tre anni costituisce titolo rile-
vante ai fini della progressione economica e dell’attribuzione dei posti riservati nei concorsi per l’accesso
all’area superiore.
2. Per obiettive esigenze di servizio il prestatore di lavoro può essere adibito a mansioni proprie della
qualifica immediatamente superiore:
a) nel caso di vacanza di posto in organico, per non più di sei mesi, prorogabili fino a dodici qualora siano
state avviate le procedure per la copertura dei posti vacanti come previsto al comma 4;
b) nel caso di sostituzione di altro dipendente assente con diritto alla conservazione del posto, con
esclusione dell’assenza per ferie, per la durata dell’assenza.
3. Si considera svolgimento di mansioni superiori, ai fini del presente articolo, soltanto l’attribuzione in
modo prevalente, sotto il profilo qualitativo, quantitativo e temporale, dei compiti propri di dette mansioni.
4. Nei casi di cui al comma 2, per il periodo di effettiva prestazione, il lavoratore ha diritto al trattamento
previsto per la qualifica superiore. Qualora l’utilizzazione del dipendente sia disposta per sopperire a
vacanze dei posti in organico, immediatamente, e comunque nel termine massimo di novanta giorni dalla
data in cui il dipendente è assegnato alle predette mansioni, devono essere avviate le procedure per la
copertura dei posti vacanti.

59
4. Il personale delle aziende speciali L’AZIENDA SPECIALE E LA GESTIONE DEI SERVIZI COMUNALI

settore privato l’articolo 2103 del codice civile secondo cui “il prestatore di lavoro
deve essere adibito alle mansioni per le quali è stato assunto o a quelle corrispon-
denti alla categoria superiore che abbia successivamente acquisito ovvero a man-
sioni equivalenti alle ultime effettivamente svolte, senza alcuna diminuzione della
retribuzione. Nel caso di assegnazione a mansioni superiori il prestatore ha diritto al
trattamento corrispondente all’attività svolta, e l’assegnazione stessa diviene defini-
tiva, ove la medesima non abbia avuto luogo per sostituzione di lavoratore assente
con diritto alla conservazione del posto, dopo un periodo fissato dai contratti col-
lettivi, e comunque non superiore a tre mesi. Egli non può essere trasferito da una
unità produttiva ad un’altra se non per comprovate ragioni tecniche, organizzative
e produttive”.
Pertanto, nella disciplina privatistica il sistema dello ius variandi è fondato sull’auto-
matica trasformazione delle mansioni superiori in acquisizione della posizione su-
periore ad esse corrispondente, ovvero sul consolidamento e sul conseguimento
della posizione rivestita a seguito del loro svolgimento.
Il comma 2 dell’articolo 2103 c.c., che prevede la nullità “di ogni patto contrario”,
sottolinea l’inderogabilità della disciplina.
Ciò significa, in particolare, che sia l’autonomia individuale che collettiva non pos-
sono, in linea di principio, disporre una modifica peggiorativa della mansione.
Contrariamente, tale principio non trova applicazione nel pubblico impiego, dal mo-
mento che si verrebbe a determinare un contrasto con il dettato dell’articolo 9759
della Costituzione che, al comma 3, dispone precise modalità per il reclutamento
dei dipendenti pubblici.
Ciò costituisce uno dei più significativi elementi di differenziazione tra rapporto di
lavoro pubblico e privato.
Infatti, mentre nel primo caso resta preclusa ogni rilevanza all’esercizio di fatto di
mansioni superiori60, nel rapporto di lavoro privato l’articolo 2103 c.c. prevede che

5. Al di fuori delle ipotesi di cui al comma 2, è nulla l’assegnazione del lavoratore a mansioni proprie di
una qualifica superiore, ma al lavoratore è corrisposta la differenza di trattamento economico con la qua-
lifica superiore. Il dirigente che ha disposto l’assegnazione risponde personalmente del maggior onere
conseguente, se ha agito con dolo o colpa grave.
6. Le disposizioni del presente articolo si applicano in sede di attuazione della nuova disciplina degli or-
dinamenti professionali prevista dai contratti collettivi e con la decorrenza da questi stabilita. I medesimi
contratti collettivi possono regolare diversamente gli effetti di cui ai commi 2, 3 e 4. Fino a tale data, in
nessun caso lo svolgimento di mansioni superiori rispetto alla qualifica di appartenenza, può comportare
il diritto ad avanzamenti automatici nell’inquadramento professionale del lavoratore”.
59
Articolo 97 Cost.: “Le pubbliche amministrazioni, in coerenza con l’ordinamento dell’Unione europea,
assicurano l’equilibrio dei bilanci e la sostenibilità del debito pubblico. (comma così premesso dal com-
ma 1 dell’art. 2, L.Cost. 20 aprile 2012, n. 1. Tali disposizioni si applicano, ai sensi di quanto disposto dal
comma 1 dell’art. 6 della stessa, a decorrere dall’esercizio finanziario relativo all’anno 2014) I pubblici
uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e
la imparzialità dell’amministrazione. Nell’ordinamento degli uffici sono determinate le sfere di competen-
za, le attribuzioni e le responsabilità proprie dei funzionari. Agli impieghi nelle Pubbliche Amministrazioni
si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge.
60
Infatti, le mansioni superiori svolte dai dipendenti pubblici rispetto a quelle dovute sulla base del prov-
vedimento di nomina o di inquadramento, sono del tutto irrilevanti ai fini sia economici, sia di progressio-
ne di carriera, in mancanza di apposita norma di legge (cfr. Cons. Stato, Ad. Plen., nn. 22/99 e 3/2006 e,

60
L’AZIENDA SPECIALE E LA GESTIONE DEI SERVIZI COMUNALI 4. Il personale delle aziende speciali

dallo svolgimento di mansioni superiori scaturisca non solo il diritto alla retribuzione
corrispondente, ma anche l’inquadramento nella qualifica superiore.
Tale condizione comporta, inevitabilmente, che sia prestata particolare attenzione
alla gestione delle mansioni dei dipendenti dell’azienda, al fine di evitare possibili
contenziosi.
Ancora più differenziate, rispetto alla disciplina pubblicistica, sono le disposizioni
in tema di recesso.
Mentre nel pubblico impiego trovano applicazione le norme degli articoli 55 e se-
guenti del D.Lgs. n. 165/2001, il nucleo della normativa in tema di licenziamento
individuale del dipendente privato è rinvenibile nell’articolo 7 dello Statuto dei la-
voratori, negli articoli 2118 e 2119 del codice civile, nonché nella L. 15 luglio 1966,
n. 604 recante “Norme sui licenziamenti individuali”, oltre che nelle disposizioni del
CCNL di riferimento.
La risoluzione del rapporto di lavoro deve trovare fondamento, eccetto le ipotesi
residuali di cui all’articolo 2118, in un motivo socialmente giustificato, dipendente
dalla condotta del lavoratore (c.d. licenziamento per giusta causa o per giustificato
motivo soggettivo) o da ragioni legate all’attività produttiva o all’organizzazione del
lavoro (c.d. licenziamento per giustificato motivo oggettivo).
Infatti, l’articolo 1 della L. n. 604/1996 stabilisce che “nel rapporto di lavoro a tempo
indeterminato, intercedente con datori di lavoro privati o con enti pubblici, ove la
stabilità non sia assicurata da norme di legge, di regolamento e di contratto collet-
tivo o individuale, il licenziamento del prestatore di lavoro non può avvenire che per
giusta causa ai sensi dell’articolo 2119 del Codice civile o per giustificato motivo”.
Particolare attenzione, inoltre, dovrà essere prestata relativamente alla gestione
del personale a tempo determinato.
La facoltà di utilizzo da parte delle pubbliche amministrazioni del contratto di lavoro
a termine, quale possibile strumento di flessibilità nel reclutamento del personale, è
prevista dall’articolo 36, comma 2 del D.Lgs. n. 165/2001.
La c.d. “specialità” del rapporto di lavoro pubblico determina l’inapplicabilità della
regola della “conversione” del contratto a termine illegittimo in contratto a tempo
indeterminato, nell’ipotesi in cui il giudice accerti la nullità della clausola appositiva
del termine (ad esempio, per l’insussistenza delle esigenze temporanee ed eccezio-
nali, per l’inosservanza della forma scritta, per la violazione delle norme in materia di
proroga del contratto a termine), regola che è, al contrario, pacificamente ammessa
per il contratto a termine concluso nel settore privato.
Sotto questo profilo, infatti, il legislatore stabilisce che “la violazione di disposizioni
imperative riguardanti l’assunzione o l’impiego di lavoratori, da parte della P.A., non
può comportare la costituzione di rapporti di lavoro a tempo indeterminato” (art. 36,
comma 5, primo periodo, D.Lgs. n. 165/2001).

da ultimo, Cons. Stato, Sez. V, nn. 545/2007, 1382/2010 e 4236/2010).


Ciò in quanto il rapporto di pubblico impiego non è assimilabile al rapporto di diritto privato, perché
gli interessi coinvolti non sono disponibili e anche perché l’attribuzione delle mansioni e del relativo
trattamento economico devono avere il loro presupposto indefettibile nel provvedimento di nomina o
di inquadramento, non potendo tali elementi costituire oggetto di libere determinazioni dei funzionari
amministrativi.

61
L’AZIENDA SPECIALE E LA GESTIONE DEI SERVIZI COMUNALI Modulistica

Modulistica

SCHEMA GENERALE DI STATUTO DI AZIENDA SPECIALE

TITOLO I - COSTITUZIONE DELL’AZIENDA ED OGGETTO SOCIALE

Art. 1 - Costituzione dell’Azienda

1. È costituita ai sensi dell’art. 114 del D.Lgs. n. 267/2000 e s. m. i. l’Azienda spe-


ciale del Comune di …, d’ora in poi denominata “Azienda”.
2. L’Azienda è ente strumentale del Comune per l’esercizio dei servizi ad essa af-
fidati, è dotata di personalità giuridica, di autonomia imprenditoriale, patrimoniale,
finanziaria, gestionale e negoziale, secondo quanto stabilito dalla normativa vigente
e dalle leggi speciali di settore e dal presente Statuto.
3. (nel caso di trasformazione da società ad azienda speciale) L’Azienda deriva dalla
trasformazione delle società “…” alla quale è subentrata in tutti i rapporti senza
soluzione di continuità.
4. Il Comune determina gli indirizzi generali, controlla i risultati, esercita la vigilanza,
conferisce il capitale di dotazione e provvede alla copertura dei costi sociali even-
tualmente imposti all’Azienda.

Art. 2 - Sede e durata dell’Azienda

1. L’Azienda ha sede legale in …


2. L’Azienda opera, di regola, nel territorio del Comune di …, ma può, al fine di
soddisfare esigenze riconducibili alla comunità locale o per il perseguimento delle
finalità economiche previste dal piano programma, svolgere la propria attività anche
al di fuori del detto territorio.
3. Il Comune può deliberare l’estensione dell’attività dell’Azienda al territorio di altri
enti locali previa approvazione dello schema di convenzione ex art 30 del D.Lgs. n.
267/2000 e del contratto generale di servizio.
4. La durata dell’Azienda viene determinata con scadenza al __/__/20__ e tale ter-
mine potrà essere prorogato con delibera del Consiglio comunale del Comune.

Art. 3 - Oggetto dell’azienda

1. L’Azienda ha per oggetto le seguenti attività:


a) …;
b) …;

125
Modulistica L’AZIENDA SPECIALE E LA GESTIONE DEI SERVIZI COMUNALI

c) …;
d) …;

TITOLO II - ORGANI AZIENDALI

Art. 4 - Organi aziendali

1. Sono organi dell’Azienda:


a) il Consiglio di Amministrazione;
b) il Presidente del Consiglio di Amministrazione;
c) il Direttore generale;
d) l’organo di revisione legale dei conti.
2. Le rispettive competenze sono stabilite dal presente Statuto.

Art. 5 - Consiglio di Amministrazione: composizione, nomina e revoca

1. Il Consiglio di Amministrazione, è costituito da 3/5/7 (da stabilire nello statuto, te-


nuto conto della natura e dell’importanza del servizio a questa affidato) componenti
compreso il Presidente e dura in carica per … anni e comunque per un periodo non
superiore a quello del mandato del Sindaco.
2. I componenti del Consiglio di Amministrazione ed il Presidente sono nominati dal
Sindaco sulla base degli indirizzi stabiliti dal Consiglio comunale.
3. Il Consiglio di amministrazione elegge fra i suoi componenti, su proposta del
Presidente, un Vice Presidente che sostituisce il Presidente stesso in caso di tem-
poranea assenza od impedimento.
4. Non possono essere eletti alle cariche predette coloro che ricoprono nel Comune
le cariche di Consiglieri comunali e di Revisori dei conti.
5. La qualifica degli amministratori è subordinata al rispetto di quanto previsto agli
artt. 87, 58 e 59 del TUEL e del D.Lgs. n. 39/2013.
6. Tutti i componenti devono possedere i requisiti di eleggibilità e di compatibilità
previsti dall’ordinamento per i Consiglieri Comunali e specifiche competenze pro-
fessionali stabilite dalle norme vigenti e non devono trovarsi in alcuna condizione di
incompatibilità ed inconferibililità previste dalla legge.
7. Non possono essere nominati alla carica di amministratore e, se nominati deca-
dono dall’ufficio, coloro che si trovano nelle condizioni previste dall’art. 2382 c.c. e
coloro che …
8. La mancanza dei requisiti o l’esistenza di una delle cause ostative di cui ai prece-
denti commi comporta la decadenza dalla carica di Consigliere di Amministrazione
che è dichiarata dal Sindaco, anche su proposta del Consiglio di Amministrazione
dell’Azienda.
9. In caso di anticipato scioglimento del Consiglio comunale, il Consiglio di Ammi-
nistrazione rimane in carica sino alla nomina dei successivi componenti, da parte
del sindaco.

126
L’AZIENDA SPECIALE E LA GESTIONE DEI SERVIZI COMUNALI Modulistica

10. La carica di componente del Consiglio di Amministrazione si perde per, deca-


denza, revoca o dimissioni.
11. Si ha decadenza in caso di:
a) incompatibilità o ineleggibilità, di cui al Capo II del D.Lgs. n. 267/2000;
b) assenza ingiustificata a tre sedute consecutive del Consiglio di Amministrazione.
La decadenza è dichiarata dal Sindaco su comunicazione del Presidente del Con-
siglio di Amministrazione ed ha effetto dall’esecutività del relativo provvedimento.
12. Il Presidente ed i singoli membri del Consiglio di Amministrazione possono es-
sere revocati in ogni tempo dal Sindaco.
13. Costituisce giusta causa di revoca dalla carica di componente del consiglio di
amministrazione l’avere deliberato l’approvazione di bilanci esercizio che presenti-
no perdite per due esercizi consecutivi.
14. In tutti i casi di cessazione dalla carica di membro del Consiglio di Amministra-
zione, il Sindaco provvede alla surroga dei consiglieri cessati. I nuovi consiglieri
rimangono in carica per il periodo residuo di tempo in cui sarebbero rimasti in carica
i loro predecessori.
15. Le dimissioni di ciascun componente il Consiglio di Amministrazione hanno ef-
fetto immediato a prescindere da qualsiasi provvedimento di presa d’atto
16. La carica di componente del Consiglio di Amministrazione è onorifica.

Art. 6 - Consiglio di Amministrazione: attribuzioni

1. Il Consiglio di Amministrazione, nell’ambito dei poteri ad esso conferiti per l’am-


ministrazione dell’Azienda, esercita tutte le funzioni che la legge o lo Statuto non
attribuiscono espressamente al Presidente o al Direttore.
2. Il Consiglio può attribuire speciali incarichi, anche con poteri di rappresentanza
esterna, ad uno o più dei suoi membri, compreso il presidente ovvero il Direttore.
Le deleghe di potere con poteri di rappresentanza esterna, attribuite dal Consiglio
di amministrazione, che abbiano ad oggetto categorie di atti sono depositati al
Registro delle Imprese. Il Consiglio di Amministrazione può attribuire procure per
singoli atti e/o categorie di atti anche al Direttore Generale, Dirigenti o dipendenti
dell’Azienda.
3. Il Consiglio di Amministrazione delibera:
a) i regolamenti, l’ordinamento e il funzionamento dell’Azienda;
b) il piano programma, il bilancio triennale ed annuale di previsione ed il conto con-
suntivo unitamente alla relazione gestionale;
c) sull’organizzazione dell’Azienda e sull’applicazione dei contratti collettivi di lavo-
ro, anche agli accordi sindacali aziendali;
d) sulle azioni da promuovere o sostenere in giudizio, dispone sulle transazioni
giudiziarie ed extra giudiziarie, salvo quelle riservate dai regolamenti interni al
Direttore;
e) le proposte di modifica del presente Statuto;
f) sulla contrazione dei mutui, approva gli schemi di contratti e le spese secondo i
limiti dei poteri attribuiti allo stesso.

127
Modulistica L’AZIENDA SPECIALE E LA GESTIONE DEI SERVIZI COMUNALI

4. Le deliberazioni del Consiglio di Amministrazione sono immediatamente esecu-


tive e sono inviate, all’Amministrazione Comunale entro 15 giorni dall’adozione, ai
fini dell’esercizio del potere di vigilanza.

Art. 7 - Convocazione del Consiglio di Amministrazione

1. Il Consiglio è convocato dal Presidente ogni qualvolta lo reputi necessario e al-


meno una volta a trimestre. Può riunirsi, altresì, su richiesta motivata e contenente
gli argomenti da trattare, di almeno due consiglieri, del Direttore, del Sindaco ovvero
del Revisore dei conti. La riunione, in questi casi, deve essere fissata non oltre 10
giorni dalla richiesta.
2. Il Consiglio si riunisce, di regola, nella sede della Azienda o in altro luogo indicato
nell’avviso di convocazione.
3. Alla convocazione del Consiglio di Amministrazione provvede il Presidente me-
diante avviso di convocazione contenente il giorno, l’ora, il luogo della riunione e
l’indicazione degli oggetti da trattarsi nell’adunanza.
4. L’avviso di convocazione deve essere inviato ai componenti il Consiglio di Ammi-
nistrazione e per conoscenza al Revisore dei Conti nella loro residenza anagrafica
salva diversa indicazione da comunicarsi per iscritto al Direttore.
5. Gli avvisi di convocazione devono pervenire ai consiglieri mediante avviso, da
recapitarsi a mezzo fax, email o per raccomandata del servizio postale almeno 3
giorni prima della riunione, ovvero. In caso di urgenza il termine è ridotto a 24 ore.
6. Il Consiglio di Amministrazione può deliberare su argomenti che non siano inclusi
nell’ordine del giorno, purché siano presenti e consenzienti tutti i componenti.

Art. 8 - Interventi alle sedute del Consiglio di Amministrazione

1. Le sedute del Consiglio di Amministrazione non sono pubbliche. Esse sono valide
con la presenza della maggioranza dei componenti in carica, compreso il Presidente.
2. Le deliberazioni sono assunte con il voto favorevole della maggioranza dei pre-
senti, salvo i casi nei quali sia prevista una maggioranza diversa. A parità di voti
prevale il voto del Presidente.
3. Il Direttore Generale, ad eccezione del caso in cui si tratti su materie che lo ri-
guardino personalmente, interviene alle sedute con diritto di voto consultivo ed ha,
altresì, diritto di fare inserire a verbale le proprie dichiarazioni.
4. Il Consiglio di Amministrazione può invitare a partecipare alle sedute chiunque
ritenga opportuno per fornire chiarimenti o comunicazioni relative agli oggetti con-
tenuti nell’ordine del giorno.
5. Il Revisore può assistere alle sedute del Consiglio di Amministrazione con l’obbli-
go di partecipare alle sedute nelle quali si discutono i Bilanci ed i Piani economico-
finanziari.
6. I processi verbali delle adunanze del Consiglio di Amministrazione sono redatti
dal Direttore o da un dipendente con funzioni di segretario; in mancanza del Di-

128
L’AZIENDA SPECIALE E LA GESTIONE DEI SERVIZI COMUNALI Modulistica

rettore o del segretario, i verbali sono redatti da uno dei membri del Consiglio di
Amministrazione all’uopo designato dal Presidente.
7. Le deliberazioni constano di verbali sottoscritti dal Presidente e dal segretario, o
da chi ne ha esercitato le funzioni.
8. La pubblicità delle deliberazioni è regolata dalla legge. Ad ogni modo copia delle
deliberazioni può essere rilasciata a chi ne abbia interesse, previa autorizzazione
del Presidente. Le copie dei verbali, anche per la produzione in giudizio, sono di-
chiarate conformi dal Direttore o dall’impiegato da lui delegato
9. Ciascun Consigliere di amministrazione ha diritto, per l’effettivo esercizio delle
sue funzioni, di prendere visione di tutti gli atti relativi ai provvedimenti adottati o da
adottarsi.

Art. 9 - Responsabilità dei componenti del Consiglio di Amministrazione

1. I componenti del Consiglio di Amministrazione devono adempiere ai doveri ad


essi imposti dalla legge e dal presente Statuto e sono solidamente responsabili
verso l’Azienda stessa dei danni derivanti dall’inosservanza di tali doveri e degli
obblighi inerenti alla conservazione dell’integrità del patrimonio.
2. In ogni caso i componenti del Consiglio di Amministrazione sono solidamente
responsabili se non hanno vigilato sul generale andamento della gestione o se,
essendo a conoscenza di atti pregiudizievoli, non hanno fatto quanto potevano per
impedirne il compimento o eliminare o attenuarne le conseguenze dannose.
3. Le responsabilità per gli atti o le omissioni dei componenti del Consiglio di
Amministrazione non si estendono a quello tra essi che, essendo immune da
colpa, abbia fatto annotare senza ritardo il suo dissenso nel libro delle adunanze
e delle deliberazioni del Consiglio, dandone immediata notizia scritta al Revisori
dei conti.
6. I componenti del Consiglio di Amministrazione non possono prendere parte a
sedute in cui si discutono o si deliberino atti o provvedimenti nei quali abbiano inte-
resse personale essi stessi o i loro congiunti od affini entro il quarto grado.

Art. 10 - Presidente

1. Il Presidente rimane in carica per la stessa durata prevista per il Consiglio di Am-
ministrazione ed è rieleggibile.
2. Il Presidente è sostituito, in ogni caso di assenza, dal Vice Presidente Vicario, se
espressamente nominato dall’Assemblea, ovvero dall’amministratore più anziano
in carica.
3. Il Presidente ha la rappresentanza istituzionale dell’Azienda nei rapporti con gli
Enti Locali e con le autorità statali e regionali, ed inoltre:
a) convoca, coordina e presiede il Consiglio di Amministrazione, previa formulazio-
ne dell’ordine del giorno;
b) firma gli atti e la corrispondenza del Consiglio;

129
Modulistica L’AZIENDA SPECIALE E LA GESTIONE DEI SERVIZI COMUNALI

c) vigila sulla esecuzione delle deliberazioni prese dal Consiglio e cura l’esecuzione
degli incarichi a lui affidati;
d) svolge funzioni di iniziativa e stimolo al miglioramento della conduzione azienda-
le dell’apparato;
e) vigila sull’operato del Direttore e riferisce al Consiglio sull’andamento dell’Azienda;
f) attua le iniziative di informazione e di partecipazione dell’utenza e più in genera-
le della cittadinanza secondo quanto previsto dal presente Statuto o da quello
Comunale;
g) esercita tutte le altre funzioni prescritte dalla legge e dai regolamenti.
4. In caso di eccezionale e giustificata urgenza, e sotto la sua responsabilità, il Pre-
sidente adotta i provvedimenti di carattere cautelare o conservativo che si rendes-
sero necessari per la tutela dell’interesse dell’Azienda, anche se relativi a materie di
competenza di altri organi della stessa. In tal caso, i suddetti provvedimenti sono
portati a conoscenza del Consiglio di Amministrazione alla prima riunione utile.
5. Il Presidente può delegare, anche in via temporanea, al Vice Presidente e ad uno
o più componenti del Consiglio di Amministrazione parte delle proprie competenze.
6. Il presidente può essere incaricato dal Consiglio di particolari incarichi anche con
poteri di rappresentanza esterna, come previsto al precedente articolo 6.
7. All’insediamento del Consiglio di Amministrazione viene assunta un delibera di
consiglio che definisce le deleghe di potere con rappresentanza esterna che deb-
bono essere esercitate con firma congiunta dal Presidente e dal Direttore.

Art. 11 - Il Direttore Generale

1. Il direttore dell’Azienda è nominato dal Consiglio di Amministrazione, tra soggetti


in possesso di comprovata professionalità e competenza nel settore dei servizi ge-
stiti dall’Azienda, anche tra personale dipendente della stessa.
2. Nel caso in cui tra il personale dipendente non vi siano professionalità idonee
a svolgere tale incarico, il consiglio può nominare soggetti esterni, previo esple-
tamento di procedure selettive o almeno comparative, nel rispetto dei principi di
imparzialità e trasparenza.
3. L’incarico di direttore è legato alla durata del Consiglio di Amministrazione ed è
rinnovabile.
4. La deliberazione di nomina o rinnovo dell’incarico di direttore deve essere adot-
tata dal Consiglio di Amministrazione con l’intervento di almeno due terzi dei suoi
componenti e deve essere congruamente motivata.
5. La revoca dell’incarico può essere disposta per giusta causa o per mancato rag-
giungimento degli obiettivi assegnati dal consiglio di amministrazione. Costituisce
giusta causa la presenza di perdite di esercizio riportate in due bilanci esercizio
consecutivi. I motivi di licenziamento dovranno essere contestati per iscritto all’in-
teressato, a cura del Presidente, con invito a presentare le difese entro trenta giorni,
trascorsi i quali ed esaminate le eventuali contra deduzioni, il Consiglio di Ammini-
strazione deciderà in via definitiva.
6. Il Direttore può nominare un Vice Direttore che lo sostituisca in caso di assenza

130
L’AZIENDA SPECIALE E LA GESTIONE DEI SERVIZI COMUNALI Modulistica

o impedimento, anche temporaneo, oppure lo stesso può essere individuato dal


Consiglio di Amministrazione.
7. L’incarico di direttore è incompatibile con qualsiasi altro impiego, commercio,
industria, professione o incarichi professionali esterni anche temporanei, se non
autorizzati espressamente dall’Azienda.
8. L’incarico di direttore è regolato ai sensi del CCNL applicato dall’Azienda.

Art. 12 - Il Direttore Generale: competenze

1. Il Direttore ha la rappresentanza legale e la responsabilità gestionale dell’Azienda.


2. Il Direttore ha, nell’ambito delle proprie funzioni e nel rispetto delle competenze
attribuite per legge o dal presente Statuto agli altri organi dell’Azienda, la piena
autonomia decisionale.
3. In particolare il Direttore:
- sovrintende all’attività tecnico-amministrativa ed economico-finanziaria dell’Azienda;
- informa il Consiglio di Amministrazione sull’andamento dell’Azienda;
- elabora e presenta proposte in ordine agli argomenti di propria competenza por-
tati all’attenzione del Consiglio di Amministrazione;
- dirige il personale dell’Azienda ed esercita il potere disciplinare nei modi e con i
limiti previsti dalle leggi e dai contratti collettivi vigenti;
- sottopone al Consiglio di Amministrazione lo schema dei piani e dei programmi
d’intervento, anche connessi alla gestione del personale, del bilancio plurienna-
le, del bilancio preventivo annuale e del conto consuntivo;
- prende parte con funzione consultiva obbligatoria alle riunioni del Consiglio di
Amministrazione e ne esegue le deliberazioni;
- in caso di urgenza e nell’impossibilità di convocare entro il giorno successivo il
Consiglio di Amministrazione, il Direttore può prendere decisioni non procrasti-
nabili. Tale decisione dovrà essere ratificata dal CDA nella adunanza immediata-
mente successiva.
4. Entro i limiti e nei modi stabiliti dal Consiglio di Amministrazione, con apposito re-
golamento, provvede direttamente, sotto la propria responsabilità agli acquisti e alle
spese ed opere necessarie per il normale ed ordinario funzionamento della Azienda,
sottoponendo poi allo stesso Consiglio il relativo rendiconto.

Art. 13 - Direttore Servizio Farmaceutico (solo in caso di azienda speciale per


gestione farmacia)

1. Il Consiglio di Amministrazione nomina per l’Area Farmaceutica un responsabile


in possesso dei requisiti richiesti dalla L. 1 ottobre 1951, n. 1084, delegandogli i
poteri necessari per l’esercizio delle attività ad esso affidate.
2. Il responsabile dell’Area Farmaceutica opera, per le attività di sua competenza,
di concerto con il Direttore e nell’ambito delle direttive del Consiglio di Ammini-
strazione.

131
Modulistica L’AZIENDA SPECIALE E LA GESTIONE DEI SERVIZI COMUNALI

Art. 14 - Revisore / Collegio dei revisori

1. Il controllo sulla regolarità contabile e la vigilanza sulla gestione economica-finan-


ziaria è affidata ad un Revisore dei conti/Collegio dei revisori, nominato dal Sinda-
co/ Consiglio comunale.
2. Il Revisore dei conti deve essere scelto tra coloro che sono abilitati a svolgere
questo compito, iscritti all’Albo dei Revisori contabili.
3. Il Revisore resta in carica sino al 31 maggio del terzo anno successivo a quello di
nomina e comunque fino alla nomina del subentrante, non può essere revocato se
non per giusta causa ed è rieleggibile una sola volta.
4. Non può essere nominato Revisori dei conti, e se nominato decade, colui che
si trova nelle condizioni di ineleggibilità e di incompatibilità previste per i sindaci
revisori della società per azioni, nonché i componenti del Consiglio comunale e del
Consiglio di Amministrazione, il coniuge, i parenti e gli affini entro il quarto grado
degli amministratori dell’Azienda e del Direttore, coloro che sono legati all’Azienda
da un rapporto continuativo di prestazione d’opera retribuita, coloro che sono pro-
prietari, comproprietari e soci illimitatamente responsabili, dipendenti di imprese
esercenti lo stesso servizio cui è destinata l’Azienda o industrie connesse al servizio
medesimo o che hanno stabili rapporto commerciali con l’Azienda o liti pendenti
con la stessa.
Vale, inoltre, per il Revisori dei conti dell’Azienda, l’ipotesi di incompatibilità ed ine-
leggibilità e i limiti stabiliti dagli artt. 236 e 238 del D.Lgs. n. 267/2000.
5. Al Revisore dei conti è corrisposta una adeguata indennità il cui ammontare è
deliberato dal Comune, secondo quanto previsto dalla normativa in vigore per i re-
visori dei conti dell’Ente. Ai revisori spetta altresì il rimborso delle spese vive soste-
nute per l’espletamento della loro funzione, nonché in caso di missione per conto
dell’Azienda, il rimborso delle spese di viaggio e trasferta.
6. Le modalità di revoca e decadenza sono disciplinate dal D.Lgs. n. 267/2000.
7. Il Revisore dei conti redige un verbale delle riunioni, ispezioni, verifiche, determi-
nazioni e decisioni adottate.

Art. 15 - Compiti dell’organo di revisione

1. Il Revisore dei conti deve accertare la regolare tenuta dei libri e delle scritture
contabili, l’osservanza delle norme tributarie ed attestare nella relazione al conto
consuntivo la corrispondenza del rendiconto alle risultanze della gestione.
2. Il Revisore vigila sulla gestione economico-finanziaria ed a questo fine:
a) esamina i progetti dei bilanci preventivi annuali e pluriennali, nonché le loro va-
riazioni, esprimendo eventuali motivate osservazioni entro quindici giorni dal ri-
cevimento dei documenti;
b) esamina, con frequenza almeno trimestrale, la documentazione relativa alla si-
tuazione economica e finanziaria dell’Azienda e la relazione sulla verifica perio-
dica dello stato di attuazione del Piano Programma, formulando eventuali moti-
vate osservazioni e proposte al Consiglio di Amministrazione;

132
L’AZIENDA SPECIALE E LA GESTIONE DEI SERVIZI COMUNALI Modulistica

c) esprime il proprio parere su specifiche questioni attinenti alla gestione econo-


mico-finanziaria sottopostegli dal Consiglio di Amministrazione e, in specie,
sui progetti di investimento, sull’impiego fruttifero delle disponibilità di cassa,
sull’acquisto di azioni o quote societarie.
3. I revisori possono in qualsiasi momento procedere, anche individualmente agli
accertamenti di competenza.
4. Al Revisore viene assicurato l’accesso agli atti e documenti dell’Azienda che sia-
no di interesse per l’espletamento delle sue funzioni.
5. Qualora nell’espletamento delle proprie funzioni il Revisore riscontri gravi ir-
regolarità nelle attività dell’Azienda ha il dovere di riferire immediatamente al
Consiglio di Amministrazione, consegnando al Presidente dello stesso una det-
tagliata relazione.
6. Il Revisore può partecipare alle sedute del Consiglio di Amministrazione senza
diritto di voto, relativamente alla discussione e deliberazione del bilancio d’esercizio
comprendente il conto consuntivo, a quelle aventi ad oggetto decisioni o provvedi-
menti di particolare rilevanza economico-finanziaria, nonché a tutte le altre sedute
a cui venga inviato dal Consiglio stesso.
7. Il Revisore deve presentare al Comune ogni triennio una relazione sull’andamento
della gestione contenente rilievi e valutazioni sulla efficienza, efficacia ed economi-
cità dei diversi servizi aziendali.

Art. 16 - Funzionamento e responsabilità dell’organo di revisione

1. Il Revisore dei conti deve riscontrare, almeno ogni trimestre, la consistenza di


cassa e l’esistenza dei valori e dei titoli di proprietà aziendale o ricevuti dall’Azien-
da in pegno, cauzione o custodia, riferendone le risultanze al Consiglio di Ammi-
nistrazione.
2. Le relazioni dell’Organo di Revisione sono inviate al Presidente del Consiglio di
Amministrazione, al Direttore dell’Azienda e, per conoscenza, al Sindaco.
3. Il Revisore deve adempiere ai loro doveri con la diligenza del mandatario,
sono responsabili della verità delle loro attestazioni e devono conservare il
segreto sui fatti e sui documenti di cui hanno conoscenza per ragioni del loro
ufficio.

TITOLO III - GESTIONE DEL PERSONALE

Art. 17 - Struttura organizzativa

1. La struttura organizzativa e le sue variazioni vengono determinate con delibera-


zione del Consiglio di Amministrazione.
2. Tale struttura deve definire le aree funzionali di intervento sulla base dei servizi
affidati dal consiglio comunale, le principali funzioni delle unità organizzative e le
principali mansioni dei responsabili di tali unità.

133
L’AZIENDA SPECIALE E LA GESTIONE DEI SERVIZI COMUNALI Modulistica

SCHEMA DI STATUTO DI AZIENDA SPECIALE: FARMACIA COMUNALE

TITOLO I - COSTITUZIONE DELL’AZIENDA ED OGGETTO SOCIALE

Art. 1 - Costituzione e obiettivi della Società

È istituita l’Azienda Speciale farmaceutica del Comune di … denominata …


L’Azienda Speciale è costituita ai sensi dell’art. 114 del D.Lgs. 18 agosto 2000, n.
267 (Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali) e dell’art. 9 della L.
2 aprile 1968, n. 475 (Norme concernenti il servizio farmaceutico) nel rispetto dei
principi generali dell’ordinamento giuridico, nonché dello Statuto del Comune di
… L’attività dell’Azienda è regolata dalla normativa vigente e dalle leggi speciali di
settore e dal presente statuto.
L’azienda è ente strumentale del Comune per l’esercizio dei servizi ad essa affidati
ed è dotata di personalità giuridica, di autonomia imprenditoriale.

Art. 2 - Sede dell’Azienda

L’Azienda ha sede legale a …o in via …


L’Azienda opera, di regola, nel territorio del Comune di … ma può, al fine di soddi-
sfare esigenze riconducibili alla comunità locale o per il perseguimento delle finalità
economiche previste dal piano programma, svolgere la propria attività anche al di
fuori del detto territorio.

Art. 3 - Oggetto dell’Azienda

L’Azienda ha per oggetto:


1. L’esercizio diretto delle Farmacie di cui il Comune è titolare con:
- la distribuzione intermedia di prodotti farmaceutici, parafarmaceutici, presidi
medici, nonché di ogni altro prodotto di cui è consentita la vendita in farmacia
(elenco contenuto nell’allegato del D.M. n. 375/1998 e sue successive modi-
ficazioni)
- la fornitura di materiale di medicazione, presidi medico-chirurgici, reattivi e
diagnostici;
2. L’erogazione di ogni altro prodotto o servizio collocabile per legge attraverso il
canale della distribuzione al dettaglio o all’ingrosso nel settore farmaceutico e
parafarmaceutico;
3. La produzione di prodotti officinali, omeopatici, di altre specialità medicinali, di
prodotti di erboristeria, di profumeria, dietetici, integratori alimentari e di prodotti
affini ed analoghi

141
Modulistica L’AZIENDA SPECIALE E LA GESTIONE DEI SERVIZI COMUNALI

4. L’effettuazione di test diagnostici


5. La promozione, la partecipazione e la collaborazione ai programmi di medicina pre-
ventiva, di informazione ed educazione sanitaria e di aggiornamento professionale
6. L’attività di aggiornamento professionale e ricerca nei settori farmaceutico e so-
ciosanitario, anche mediante la gestione diretta delle necessarie attività
7. La gestione di attività affidate dalla amministrazione comunale per la tutela della
salute e per lo sviluppo del benessere socio-sanitario della collettività
8. La gestione di servizi e attività collaterali delle Aziende Sanitarie Locali e Aziende
Ospedaliere.

TITOLO II - ORGANI AZIENDALI

Art. 4 - Organi aziendali

Sono organi dell’Azienda:


a. il Consiglio di amministrazione;
b. il Presidente;
c. il Direttore Generale;
d. l’organo di revisione legale dei conti.

Art. 5 - Consiglio di amministrazione: composizione, nomina e revoca

Il Consiglio di amministrazione è l’organo deliberante dell’Azienda cui compete l’at-


tività di indirizzo e di controllo della gestione aziendale.
Il consiglio è composto dal Presidente e da due membri nominati dal Sindaco, tra
i non appartenenti al Consiglio comunale e chi, ai sensi dell’articolo 1, comma 734
della L. 27 dicembre 2006 n. 296 (Legge Finanziaria 2007) avendo ricoperto nei
cinque anni precedenti incarichi analoghi, abbia chiuso in perdita tre esercizi conse-
cutivi. La qualifica degli amministratori è subordinata al rispetto di quanto previsto
all’art. 87, 58 e 59 del TUEL.
Tutti i componenti devono possedere i requisiti di eleggibilità e di compatibilità pre-
visti dall’ordinamento per i Consiglieri comunali e specifiche competenze profes-
sionali stabilite dalle norme vigenti e non devono trovarsi in alcuna condizione di
incompatibilità previste dalla legge.
I componenti del Consiglio di amministrazione rimangono in carica per il periodo cor-
rispondente al mandato del sindaco e non possono essere nominati per più di due
mandati consecutivi. Il Consiglio di amministrazione decade dal mandato nel caso in
cui, anche nel corso del quinquennio, sia insediato un nuovo Consiglio Comunale.
I componenti del Consiglio di amministrazione che, per qualsiasi causa, cessano
dalla carica durante il mandato, vengono sostituiti dal Sindaco entro 45 gg.
I Componenti che non intervengono, senza giustificato motivo, a tre sedute conse-
cutive sono dichiarati decaduti: la decadenza è pronunciata dal Sindaco, su propo-
sta del Presidente o di un altro membro del Consiglio di amministrazione.

142
L’AZIENDA SPECIALE E LA GESTIONE DEI SERVIZI COMUNALI Modulistica

Costituisce giusta causa di revoca dalla carica di componente del consiglio di am-
ministrazione l’avere deliberato l’approvazione di bilanci di esercizio che presentino
perdite per due esercizi consecutivi.
Il compenso spettante ai componenti del Consiglio di amministrazione è fissato dal
Consiglio Comunale.
Il Consiglio di amministrazione elegge fra i suoi componenti, su proposta del Presi-
dente, un Vice Presidente che sostituisce il Presidente stesso in caso di tempora-
nea assenza od impedimento.

Art. 6 - Consiglio di amministrazione: attribuzioni

Il Consiglio di amministrazione è investito dei più ampi poteri di ordinaria e straor-


dinaria amministrazione, nel rispetto degli indirizzi programmatici stabiliti dall’am-
ministrazione comunale. In particolare, il Consiglio di amministrazione determina le
linee e le strategie imprenditoriali dell’Azienda e delibera tutti i provvedimenti per
raggiungere i fini aziendali, che per legge, per Statuto o per regolamento non siano
riservati al Presidente o al Direttore Generale.
Il Consiglio può attribuire speciali incarichi, anche con poteri di rappresentanza
esterna, ad uno o più dei suoi membri, compreso il presidente ovvero il Direttore.
Le deleghe di potere con poteri di rappresentanza esterna, attribuite dal Consiglio
di amministrazione, che abbiano ad oggetto categorie di atti sono depositati al Re-
gistro delle Imprese.
I Consiglieri non possono prendere parte in nessuna fase a provvedimenti nei quali
abbiano interesse personale, oppure l’abbiano il coniuge od i loro parenti e affini
entro il IV grado civile.

Art. 7 - Convocazione del Consiglio di amministrazione

Il Consiglio di amministrazione si riunisce, di regola, negli uffici amministrativi


dell’Azienda.
Il Consiglio di amministrazione è convocato dal Presidente. Può riunirsi, altresì, an-
che su richiesta di almeno due Consiglieri o del Direttore Generale ovvero del Sin-
daco, che devono indicare gli argomenti da porre all’ordine del giorno. In caso di
inerzia del Presidente provvede il Sindaco. La riunione, in questi casi, deve essere
fissata non oltre dieci giorni dalla richiesta.
Alla convocazione del Consiglio di amministrazione provvede il Presidente median-
te avviso, contenente l’elenco degli argomenti da trattare posti all’ordine del giorno.
L’avviso deve essere recapitato al domicilio dei Consiglieri almeno tre giorni prima
della data fissata per l’adunanza.
Il recapito avviene a mezzo di raccomandata a mano, nell’ambito del territorio co-
munale, e a mezzo del servizio postale, al di fuori del territorio comunale. A tali
sistemi è equiparata la convocazione a mezzo fax.
L’avviso di convocazione deve essere inviato ai componenti del Consiglio di ammi-

143
Modulistica L’AZIENDA SPECIALE E LA GESTIONE DEI SERVIZI COMUNALI

nistrazione e dell’organo di revisione legale dei conti nella loro residenza anagrafica,
salva diversa indicazione da comunicarsi per iscritto al Direttore Generale.
In caso di urgenza si provvede alla comunicazione della convocazione e del relativo
ordine del giorno mediante telegramma, fax o fonogramma, posta elettronica (e
mail). In tal caso è sufficiente che l’avviso pervenga almeno ventiquattro ore prima
della riunione.
Il Consiglio di amministrazione può deliberare su argomenti che non siano inclusi
nell’ordine del giorno, purché siano presenti e consenzienti tutti i componenti.

Art. 8 - Interventi alle sedute del Consiglio di amministrazione

Le sedute del Consiglio di amministrazione non sono pubbliche. Esse sono valide
con la presenza della maggioranza dei componenti in carica, compreso il Presidente.
Il Direttore Generale, ad eccezione del caso in cui si tratti su materie che lo riguardi-
no personalmente, interviene alle sedute con diritto di voto consultivo ed ha, altresì,
diritto di fare inserire a verbale le proprie dichiarazioni.
Il Consiglio di amministrazione può invitare a partecipare alle sedute chiunque riten-
ga opportuno per fornire chiarimenti o comunicazioni relative agli oggetti contenuti
nell’ordine del giorno.
Il Revisore può assistere alle sedute del Consiglio di amministrazione con l’obbligo
di partecipare alle sedute nelle quali si discutono i Bilanci ed i Piani economico-
finanziari.

Art. 9 - Svolgimento, verbalizzazione e pubblicità delle sedute

Il Presidente verifica che il collegio sia regolarmente costituito, regola la discussione


e stabilisce le modalità di votazione.
Ciascun componente il Consiglio di amministrazione ha diritto di fare risultare nel
verbale le proprie osservazioni e dichiarazioni, nonché il proprio voto ed i motivi del
medesimo.
I Consiglieri hanno l’obbligo di astenersi qualora si debba discutere o deliberare in
ordine a provvedimenti o atti nei quali essi stessi o i loro congiunti ed affini, fino al
quarto grado, abbiano interesse personale.
Le deliberazioni del Consiglio di amministrazione risultano da processi verbali re-
datti dal Direttore Generale o da un dipendente dell’ Azienda nominato dal Consiglio
di amministrazione con funzioni di Segretario. In mancanza del Direttore Generale o
del Segretario i verbali sono redatti da uno dei componenti il Consiglio stesso. Tali
verbali, trascritti in un libro appositamente istituito sono firmati dal Presidente e da
chi ha esercitato le funzioni di Segretario.
La pubblicità delle deliberazioni è regolata dalla legge. Ad ogni modo copia delle
deliberazioni può essere rilasciata a chi ne abbia interesse, previa autorizzazione
del Presidente. Le copie dei verbali, anche per la produzione in giudizio, sono di-
chiarate conformi dal Direttore o dall’impiegato da lui delegato.

144
L’AZIENDA SPECIALE E LA GESTIONE DEI SERVIZI COMUNALI Modulistica

Ciascun Consigliere di amministrazione ha diritto, per l’effettivo esercizio delle sue


funzioni, di prendere visione di tutti gli atti relativi ai provvedimenti adottati o da
adottarsi.
Il Consiglio di amministrazione delibera a maggioranza dei presenti. A parità di voti
prevale il voto del Presidente.

Art. 10 - Presidente

Il Presidente è nominato dal Sindaco del Comune di … e il Consiglio, in base a


quanto previsto all’art. 5, può nominare un Vice Presidente che sostituisce il Presi-
dente in caso di assenza o impedimento di quest’ultimo.

Art. 11 - Compiti del Presidente

Il Presidente rappresenta l’azienda nei rapporti con le autorità locali, regionali e sta-
tali, assicura l’attuazione degli indirizzi del Consiglio comunale.
Inoltre, al Presidente spettano le seguenti funzioni:
a) convocare e presiedere il Consiglio di amministrazione, previa formulazione
dell’ordine del giorno;
b) vigilare sull’esecuzione delle deliberazioni adottate dal Consiglio di amministra-
zione;
c) vigilare sull’andamento dell’Azienda e sull’operato del Direttore Generale, pro-
ponendo al Consiglio di amministrazione i provvedimenti del caso;
d) sottoscrivere gli atti del Consiglio di amministrazione e la corrispondenza affe-
rente alle sue attribuzioni;
e) eseguire gli incarichi affidatigli dal Consiglio di amministrazione;
f) adottare, sotto la propria responsabilità, in caso di necessità ed urgenza, le de-
liberazioni che spetterebbero al Consiglio di amministrazione. Tali deliberazioni
dovranno essere ratificate dal Consiglio di amministrazione nella prima adunan-
za successiva alla loro adozione;
g) promuovere iniziative indirizzate ad assicurare l’integrazione dell’attività
dell’Azienda con le realtà sociali, economiche e culturali delle comunità locali
presso cui essa opera;
h) attuare iniziative di informazione e di partecipazione dell’utenza previste dal pre-
sente statuto;
i) esercitare tutte le altre attribuzioni conferitegli dalla legge e dai regolamenti.
Il Presidente può delegare, anche in via temporanea, al Vice Presidente e ad uno o
più componenti del Consiglio di amministrazione parte delle proprie competenze.
Il presidente può essere incaricato dal Consiglio di particolari incarichi anche con
poteri di rappresentanza esterna, come previsto al precedente articolo 6.
All’insediamento del Consiglio di amministrazione viene assunta un delibera di con-
siglio che definisce le deleghe di potere con rappresentanza esterna che debbono
essere esercitate con firma congiunta dal Presidente e dal Direttore.

145
Modulistica L’AZIENDA SPECIALE E LA GESTIONE DEI SERVIZI COMUNALI

Art. 12 - Il Direttore Generale

La direzione dell’Azienda è affidata al Direttore Generale scelto a seguito di selezio-


ne pubblica o per chiamata diretta.
L’assunzione per chiamata diretta è disposta dal Consiglio di amministrazione con
deliberazione motivata da adottarsi con voto unanime dei suoi componenti.
Il Direttore Generale deve possedere i seguenti requisiti:
- cittadinanza di uno Stato membro della Comunità economica europea;
- requisiti dell’età minima e massima, il titolo di studio e gli altri ritenuti necessari
per la nomina sono stabiliti dal Consiglio di amministrazione, fatta salva comun-
que l’iscrizione all’albo dei farmacisti.
Il Direttore Generale dell’Azienda è nominato con incarico triennale e può essere
confermato di triennio in triennio.
La deliberazione di mancata conferma deve essere congruamente motivata e noti-
ficata al Direttore Generale.
Il Trattamento economico, normativo e previdenziale del Direttore Generale è rego-
lato dai contratti collettivi di lavoro e dalle leggi vigenti in materia.
Il rapporto con il Direttore Generale può essere anche assimilato a quelli di lavoro
autonomo con remunerazione sia fissa che rapportata anche ai risultati economici
dell’azienda.
Le funzioni del Direttore Generale sono incompatibili con qualsiasi altro impiego e
con l’esercizio di ogni tipo di commercio, industria o professione.
Il Direttore Generale che contravvenga al divieto previsto nel precedente comma
deve essere diffidato dal presidente a cessare dalla situazione di incompatibilità.
Decorsi quindici giorni dalla diffida, senza che la causa di incompatibilità sia venuta
meno, il Consiglio di amministrazione provvede a dichiarare la risoluzione del rap-
porto di lavoro.

Art. 13 - Il Direttore Generale: sostituzione

Il Consiglio di amministrazione stabilisce, con propria deliberazione, il diri-


gente, dipendente dell’Azienda o, quanto ciò risulti possibile od opportuno, la
persona esterna, in possesso dei necessari requisiti professionali, cui affidare
le funzioni di direttore in caso di vacanza del posto o di assenza temporanea
del titolare.
La risoluzione del rapporto di lavoro del Direttore generale, nel corso del periodo
contrattuale, può aver luogo solo per giusta causa e deve essere deliberato dal
Consiglio di amministrazione con voto unanime dei suoi componenti. Costituisce
giusta causa la presenza di perdite di esercizio riportate in due bilanci esercizio
consecutivi. I motivi di licenziamento dovranno essere contestati per iscritto all’in-
teressato, a cura del Presidente, con invito a presentare le difese entro trenta giorni,
trascorsi i quali ed esaminate le eventuali contra deduzioni, il Consiglio di ammini-
strazione deciderà in via definitiva.

146

Potrebbero piacerti anche