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Pantelleria (Pantiḍḍṛaría in siciliano[3]) è un comune italiano di 7 759 abitanti[2] del libero

consorzio comunale di Trapani in Sicilia.

Il comune copre l'intera isola di Pantelleria che è estesa più di 80 km² (4 volte circa l'isola di
Lampedusa) e si trova a 110 km a sud ovest della Sicilia e a 65 km a nord est della Tunisia, la cui
costa è spesso visibile a occhio nudo.[4] Il suo territorio è di origine vulcanica. L'ultima eruzione è
avvenuta, nel 1891, sul pendio nord-occidentale, nella parte sommersa. Sono tuttora presenti molti
fenomeni di vulcanesimo secondario, prevalentemente acque calde e soffioni di vapore.

L'isola raggiunge un'altitudine di 836 m sul livello del mare con la Montagna Grande.

Il porto dell'isola permette il collegamento regolare con i porti di Trapani e Mazara del Vallo.
Pantelleria è dotata di un aeroporto ed è collegata all'Italia continentale con voli di linea.

Indice
 1Geografia fisica
o 1.1Territorio
o 1.2Flora
o 1.3Fauna
o 1.4Clima
 2Storia
o 2.1Preistoria
o 2.2Età antica
o 2.3Età medievale
o 2.4Età contemporanea
 3Monumenti e luoghi d'interesse
o 3.1Aree naturali
o 3.2Siti archeologici
o 3.3Arte e monumenti
 4Società
o 4.1Evoluzione demografica
o 4.2Etnie e minoranze straniere
o 4.3Lingue e dialetti
 5Geografia antropica
 6Economia
 7Infrastrutture e trasporti
 8Gastronomia
 9Amministrazione
o 9.1Altre informazioni amministrative
o 9.2Principali centri abitati
 10Galleria d'immagini
 11Note
 12Bibliografia
 13Voci correlate
 14Altri progetti
 15Collegamenti esterni
Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Campi

Localizzazione di Pantelleria rispetto alla Sicilia

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Nota per la sua centralità nel Mar Mediterraneo, scalo intermedio tra Africa e Sicilia e caposaldo
per il commercio col Levante, Pantelleria si caratterizza per la singolarità del suo paesaggio, nel
quale agli elementi naturali (colate laviche a blocchi, cale e faraglioni) si aggiungono i manufatti
creati dall'uomo: muri a secco, con la quadruplice funzione di spietrare il fondo, contenere il
terreno, delimitare la proprietà fondiaria e proteggere dal vento; giardini panteschi, costruzioni
quasi sempre cilindriche in muratura di pietra lavica a secco con la duplice funzione di proteggere
gli agrumi dal vento e di controllare gli effetti micro-climatici per un giusto apporto di acqua alla
pianta, laddove l'isola ne è naturalmente sprovvista; dammusi, fabbricati rurali con spessi muri a
secco, cubici, con tetti bianchi a cupola ed aperture ad arco a tutto sesto, atavici esempi di
architettura bio-climatica.

Flora[modifica | modifica wikitesto]

La flora autoctona dell'isola è costituita dalla macchia mediterranea, assai rigogliosa nelle regioni
sud-orientali. Gli elementi dominanti questo paesaggio sono costituiti dalla ginestra, dal corbezzolo,
dal pino marittimo e dalle piante aromatiche tipiche della gariga (timo, rosmarino, lavanda, origano,
mentuccia). Sulle cime più alte si sviluppa il bosco di pini, che a quote più basse è sostituito da lecci
(localmente detti balluti). La scarsità di acqua che non sia piovana ha reso impossibile lo sviluppo
dell'agricoltura irrigua. Cresce spontanea una varietà di cappero, che oggi rappresenta anche una
delle principali coltivazioni dell'isola, insieme con quella della vite e dell'ulivo (con la varietà detta
biancolilla), quest'ultimo coltivato basso e ramificato in ampiezza per proteggerlo dal vento. Sono
rari gli agrumi, coltivati con particolare cura e protetti dai venti. Introdotte dall'uomo sono anche
numerose varietà di palme, tra le quali è stranamente assente la palma nana, che su altre isole
mediterranee, tra le quali la Sicilia, si associa alla macchia.

Fauna[modifica | modifica wikitesto]

Pantelleria costituisce un punto di transito per la migrazione di molte specie aviarie tra Europa e
Africa. Tra i volatili stanziali si segnalano svariate specie di rapaci, compresi il falco pellegrino, il
barbagianni, la poiana e la berta maggiore. Già data per estinta, ma forse ancora esistente, è la foca
monaca. Gli altri mammiferi, tutti di piccola taglia, sono costituiti dalla crocidura mediterranea, da
arvicole e dal punto di vista numerico, soprattutto conigli, introdotti dall'uomo, i quali, non avendo
nemici naturali, si riproducono in modo incontrollato, a Pantelleria come in molti altri siti
(notissimo il caso dei conigli australiani).

Forse introdotte dall'uomo e poi rinselvatichite sono molte altre specie: il colubro sardo, unica
specie di serpente presente sull'isola, la capra, che nel medioevo popolava il paesaggio ma oggi è
estinta, e il gatto selvatico, che vive in piccole colonie tra i boschi della regione sud-orientale.

Tra i mammiferi di taglia maggiore, oltre a pochi bovini e ovini allevati in stalla per la produzione
casearia, e in piccolo numero riinselvatichiti, la fauna di Pantelleria annovera la presenza di una
sottospecie autoctona di equide, detta asino pantesco. Già estintosi, grazie ad un'iniziativa della
Regione Siciliana è stato sviluppato un progetto per ricostituire la razza Pantesca in purezza, in
seguito al quale dal 2003 si annoverano alcuni esemplari. La presenza di tale asino è nota da tempi
remoti. Molto diffuso fino a metà del XX secolo e molto forte, l'asino di Pantelleria venne
selezionato dall'Esercito Italiano, durante la Grande Guerra, per la produzione di muli militari.

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: stazione meteorologica di Pantelleria.

Il clima è di tipo mediterraneo caldo, temperato da venti marini che soffiano impetuosi in ogni
stagione, tra i quali prevalgono scirocco e maestrale.

Storia[modifica | modifica wikitesto]


Preistoria[modifica | modifica wikitesto]

L'isola venne sicuramente frequentata sin dal Neolitico, come dimostrano i rinvenimenti della sua
caratteristica ossidiana in tutto il bacino del Mediterraneo occidentale. Si data alla fine
dell'Eneolitico un gruppo di vasi, forse di un corredo funerario, rinvenuto casualmente a Bugeber.
Per quanto noto ad oggi, il più antico stanziamento è il villaggio fortificato con mura ciclopiche di
Mursìa, dell'età del Bronzo, databile ad un periodo compreso tra il XXII e il XV secolo a.C., di cui
sono note numerose capanne, le più antiche delle quali dalla curiosa planimetria che ricorda lo scafo
di un'imbarcazione, ed un imponente muro di fortificazione, tra i meglio conservati del
Mediterraneo preistorico, il quale, spesso circa 10 metri e alto almeno altrettanto, circonda
l'insediamento sul suo lato est per una lunghezza di 300 metri.

Assai caratteristiche sono anche le tombe, dette sesi (termine di oscura etimologia, esclusivo del
dialetto pantesco), delle quali sopravvive un centinaio di esemplari sparsi nell'aspra contrada
Cimillia che forma il retroterra orientale dell'abitato. I sesi sono costruzioni in pietra lavica murata a
secco, a pianta circolare con spiccato emisferico o troncoconico, talora a gradoni. Al loro interno si
cela un numero variabile di celle (da due a dodici) a pianta circolare con volta a cupola ogivale, cui
si accede da uno stretto e basso cunicolo. Gli scavi archeologici condotti nell'insediamento hanno
restituito una notevole quantità di oggetti importati da svariate regioni del Mediterraneo (Micene ed
Egitto), che testimoniano il ruolo centrale dell'isola in una fitta rete di scambi che aveva come
principale obiettivo i principali metalli, rame e stagno, necessari alla produzione del bronzo.

Età antica[modifica | modifica wikitesto]

Dopo un considerevole lasso di tempo, durante cui l'isola rimase apparentemente disabitata, i fenici
vi fondarono una colonia, Cossyra, i cui resti archeologici si trovano sulle colline di San Marco e
Santa Teresa nell'immediato retroterra dell'attuale capoluogo. Cossyra entrò presto nell'orbita della
vicina potenza cartaginese, della quale seguì i destini. Al periodo punico si fanno tradizionalmente
risalire le centinaia di cisterne che costellano il territorio dell'isola. Pantelleria venne più volte
occupata dai romani durante le guerre puniche, nel corso del terzo secolo a.C., fino alla definitiva
conquista avvenuta nel 217 a.C. I Romani diedero un forte impulso all'economia dell'isola come
dimostrano i numerosi insediamenti sparsi nel suo territorio e i rinvenimenti nello stesso sito di
Cossyra, tra i quali tre ritratti in marmo raffiguranti Cesare, Tito ed una donna identificata con
Antonia minore.

Ad epoca tardo-antica (V-VI secolo d.C.) risalgono alcuni insediamenti, di cui rimangono le
necropoli costituite da tombe a fossa scavate nella roccia ed una caratteristica produzione ceramica,
detta pantellerian ware, rinvenuta in vari luoghi del Mediterraneo. Conquistata dall'ammiraglio
bizantino Belisario nel 540, per conto dell'imperatore Giustiniano, Pantelleria conobbe un periodo
di profonda decadenza, durante la quale venne usata, come forse già in epoca romana, quale luogo
di esilio di importanti personaggi. Risale a questo periodo, se non l'introduzione, almeno la
profonda cristianizzazione della sua gente:le fonti storiche citano anche un monastero di cui si
ignora il sito. All'epoca bizantina risale anche il nome attuale dell'isola, che nella sua forma
originaria Patelareas, Πατελαρέας, compare per la prima volta nella regola di questo monastero.

Età medievale[modifica | modifica wikitesto]

Saccheggiata dagli Arabi a partire dal 700, fu da essi stabilmente occupata probabilmente dall'845,
nel contesto della Conquista araba della Sicilia divenendo parte dell'Emirato di Sicilia[5]. Agli Arabi
si attribuisce per tradizione l'arrivo di gran parte degli elementi caratteristici del suo attuale
paesaggio, tra i quali i dammusi. Certamente gli Arabi introdussero la coltivazione del cotone e la
loro lingua che, con una variante locale simile al maltese, rimarrà in uso fino agli inizi del XIX
secolo e che ancora oggi influenza profondamente il siciliano che si parla localmente. Nel 1123
l'isola fu conquistata dai Normanni di Ruggero I di Sicilia ed annessa al Regno di Sicilia, del quale
seguirà i destini fino ad oggi. Nel 1311 una flotta aragonese, al comando di Luigi di Requesens, vi
conseguì una notevole vittoria; la famiglia Requesens ottenne in seguito il principato dell'isola.

Nel giugno del 1488 fu saccheggiata da una squadriglia di 11 fuste turche, le quali portarono via
schiavi 80 dei 250 abitanti che Pantelleria allora contava e inoltre razziarono tutta la produzione di
cotone e di tele, in quei tempi principale ricchezza dell'isola (J. Zurita, Anales de Aragon. T. 2-2, l.
XX, cap. LXXIX. Saragozza, 1579). A causa della sua vicinanza con le coste africane, Pantelleria
venne poi ripetutamente saccheggiata anche dai corsari barbareschi. Particolarmente cruenta fu
l'incursione che nella metà del XVI secolo vi condusse il corsaro Dragut: il capoluogo venne
completamente distrutto e la popolazione massacrata, con circa mille persone tratte in schiavitù.
Allo stesso periodo risale l'assetto attuale del Castello Barbacane, che ancora oggi domina il porto
del capoluogo, anche se probabilmente il primo impianto era di epoca normanna. I sovrani
borbonici trasformarono l'isola in colonia penale, funzione che mantenne anche sotto i Savoia e che
è cessata del tutto solo con la caduta del fascismo.

Età contemporanea[modifica | modifica wikitesto]

Negli anni '30 l'isola venne fortificata per diretta volontà di Mussolini, su progetto dell'architetto
Pierluigi Nervi, che vi edificò, fra le altre cose, un gigantesco hangar sotterraneo. Durante la
seconda guerra mondiale nelle acque di Pantelleria si verificò uno dei due scontri della battaglia di
mezzo giugno. Nel 1943 la conquista di Pantelleria fu ritenuta di importanza strategica dalle truppe
alleate che si preparavano ad invadere la Sicilia, tanto che l'isola fu pesantemente bombardata dal
mare e dal cielo, per preparare lo sbarco delle truppe, nell'ambito di un'operazione anfibia chiamata
Operazione Corkscrew.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]


Aree naturali[modifica | modifica wikitesto]

Mappa di Pantelleria

Nell'isola si trova la riserva naturale orientata Isola di Pantelleria e un ampio lago (lo specchio di
Venere) il cui bacino occupa i resti di una caldera vulcanica. Nel 2016 la riserva e un'ampia
porzione dell'isola sono stati inseriti nel Parco nazionale dell'Isola di Pantelleria.

Siti archeologici[modifica | modifica wikitesto]

Pantelleria conserva numerosi resti monumentali della sua storia antica. I più importanti ed esclusivi
sono quelli che compongono l'area di Mursìa e Cimillia, ovvero l'abitato capannicolo dell'età del
Bronzo, con un monumentale muro di fortificazione, e la relativa necropoli dei sesi. Numerose sono
anche le testimonianze dell'antica Cossyra, visibili sulle collinette di San Marco e Santa Teresa.

Nel 2003 sono state rinvenute tre teste di statue romane risalenti al I secolo d. C.[6]

Arte e monumenti[modifica | modifica wikitesto]


Sull'isola non vi sono edifici storici di particolare pregio, anche a causa della radicale distruzione
del suo capoluogo avvenuta durante i bombardamenti anglo-americani. L'unica eccezione è il
castello Barbacane, un severo maniero di aspetto rinascimentale formato da un corpo a pianta
irregolarmente quadrangolare con corte interna, cui si unisce una torre quadrata che in origine
doveva essere separata. Nel 1488, secondo il succitato Zurita, il castello di Pantelleria così appariva:
... il castello aveva quattro torri, le quali erano molto alte e sottili, ed era molto angusto e tanto
debole che con un'artiglieria appena mediocre si sarebbe potuto demolire; pertanto l'isola si
poteva considerare priva di difese (ib.). Da qualche anno vi sono custodite le teste di Pantelleria.

Sull'isola vi sono numerose chiesette, quasi sempre costruite con il medesimo aspetto dei
caratteristici dammusi locali, che rappresentano la vera specialità architettonica di Pantelleria.

Le principali opere d'arte di arredo mobile si trovano nel Santuario della Margana, dove è possibile
ammirare un pregevole crocifisso ligneo di scuola siciliana e una icona di aspetto bizantino, ma più
volte ridipinta, raffigurante la Vergine che allatta il Bambino.

Si può considerare un capolavoro dell'architettura moderna, per tanti aspetti unico nel suo genere, il
gigantesco hangar sotterraneo di Pierluigi Nervi, ancora oggi usato per scopi militari.

A Pantelleria è stato girato nell'estate del 2014 il film A Bigger Splash, di Luca Guadagnino, uscito
nelle sale nel 2015[7].

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