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La nascita della Storiografia

Cristiana

Sergio Oliva
1. Introduzione
Questo lavoro vuole illustrare il contesto storico e le ragioni che hanno portato alla
nascita nel IV secolo della Storiografia Cristiana. Analizzeremo, nel secondo
capitolo, la situazione storica agli albori del IV secolo e come questa sia stata un
terreno fertile per la nascita della storiografia cristiana.

Esamineremo successivamente nel terzo capitolo le caratteristiche di questa


storiografia e le principali differenze rispetto a quella greca.

Il quarto e quinto capitolo saranno poi dedicati ai due principali esponenti di


questi inizi: Lucio Celio Firmiano Lattanzio ed il più importante Eusebio di
Cesarea.

1. STORIA E STORIOGRAFIA
Conviene premettere ad una trattazione sulla storiografia una chiarificazione sui
due principali termini: storia e storiografia.

Nel lessico popolare, il termine storia viene usato indifferentemente per almeno
due significati principali:

 Il primo riguarda i fatti, gli eventi in sé, quelli che i latini chiamavano res
gestae
 Il secondo riguarda le narrazioni dei fatti, degli eventi fatti da un cronista o
uno scrittore

Se il primo caso può essere classificato come storia, per il secondo il termine
proprio è storiografia.

L’enciclopedia Treccani definisce il termine storiografia in questi modi:

1. Scienza e pratica dello scrivere opere relative a eventi storici del passato, in
quanto si possano riconoscere in essa un’indagine critica e dei principî
metodologici: i metodi della s.; storia della s., che ha per oggetto l’evolversi
del metodo storico.
2. Il complesso delle opere storiche scritte in un determinato periodo o
relative a un determinato argomento o basate su un determinato metodo: la
s. greca, romana.

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2. IL CONTESTO STORICO
1. LE PERSECUZIONI
Il periodo successivo alle persecuzioni dell’imperatore Valeriano (253-260) fu
caratterizzato inizialmente da una relativa calma.

Con il progredire della diffusione del Cristianesimo nel mondo orientale si


acuirono però i contrasti con la cultura dominante pagana. In particolare, Porfirio
di Tiro, un filosofo neoplatonico, scrisse un libro Contro i Cristiani, probabilmente
intorno al 270, in cui sosteneva che i cristiani erano un pericolo per la cultura,
provocando la reazione virulenta di studiosi quali Apollinare di Laodicea ed un
giovane Eusebio di Cesarea.

La persecuzione di Diocleziano, l’ultima e la più violenta delle ondate persecutorie


romane, che durò fino al 311-312, bloccò momentaneamente questi primi processi
che ripresero successivamente all’Editto di Milano, nel 313, che revocava gli editti
persecutori e apriva alla tolleranza verso la religione cristiana.

La rivincita cristiana fu completata da Costantino con la piena legittimazione del


Cristianesimo e con il farne la base del suo consenso pubblico. Questo processo
diede vita quindi ad una analisi storiografica degli eventi passati considerati nella
riflessione storica come il compiersi del volere divino sugli imperatori pagani e
come memoria delle persecuzioni subite.

2. SINOSSI CRONOLOGICA
Data Evento Atteggiamento verso i Cristiani
253 Inizio dell’impero di Dopo un primo periodo di clemenza,
Valeriano riprende la politica persecutoria dei Cristiani.
260 Inizia nel 257, comminando esilio e confisca
Fine dell’impero di
dei beni. Nel 258, un nuovo decreto prevede
Valeriano
la morte per chi si rifiuta di sacrificare agli
dei, il tutto per rimpinguare le casse dello
Stato. Quando viene catturato dai persiani,
suo figlio Gallieno restituisce i beni alle
268 Uccisione di Gallieno chiese e richiama dall’esilio molti cristiani,
inaugurando un quarantennio di tranquillità
Valeriano muore prigioniero del re Sapore I

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284 Inizio dell’impero di Diocleziano non fu inizialmente
Diocleziano anticristiano. In circa 18 anni, il
Cristianesimo prosperò relativamente bene
fino a coinvolgere importanti funzionari.
D’altra parte, i costumi cristiani andarono
man mano a corrompersi e la disciplina del
clero si allentò. Il Cristianesimo si diffuse
286 Massimiano governa così sempre di più, anche se in forme meno
con Diocleziano rigide disciplinarmente.
Ciò provocò una sensazione di pericolo nei
tetrarchi Massimiano e Galerio, che
attuarono prima velate forme di
persecuzione nei loro territori fino a
coinvolgere poi un riluttante Diocleziano
nella più violenta delle persecuzioni. In una
305 Fine dell’impero di riunione, di cui non ci sono pervenuti gli atti,
Diocleziano e Galerio accusò i Cristiani di aver creato uno
Massimiano Stato nello Stato e convinse Diocleziano a
perseguitarli.
A danneggiare inoltre ulteriormente i
rapporti con i Cristiani furono due incendi
nel palazzo di Diocleziano che esacerbarono
l’animo dell’imperatore.
La persecuzione fu anticipata da un editto
contro i Manichei nel 297, ma la data
ufficiale di inizio della persecuzione fu il
primo editto nel 303. Pochi mesi dopo, con
un secondo editto, Diocleziano ordinò
l’arresto di tutto il clero per distruggere
completamente la struttura ecclesiale.
Seguirono un terzo ed un quarto editto,
all’inizio del 304
Eusebio parla di una vera e propria guerra
con crudeltà inaudite in Italia e in Oriente
(territori rispettivamente di Massimiano e
Galerio) mentre la persecuzione ebbe portata
più limitata in Britannia (amministrata da
Costanzo Cloro, padre di Costantino)
305 Inizio dell’impero di Con l’abdicazione di Diocleziano e la morte
Galerio e Costanzo di Massimiano, la persecuzione si ridusse in
Cloro Occidente a causa delle lotte di potere che

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306 Fine dell’impero di tolsero energie ed interesse verso i Cristiani.
Cloro In Oriente invece, nei territori di Galerio la
persecuzione continuò fino al 311 quando fu
306 Ascesa di Costantino menato il decreto di tolleranza.
311 Fine del regno di Nonostante tutto però il suo successore,
Galerio (Oriente) Massimino Daia riprese le persecuzioni per
311 Inizio del regno di alcuni mesi.
Massimino Daia
(Oriente)
313 Fine del regno di
Massimino Daia
(Oriente)
28 Battaglia di Ponte Costantino prima della battaglia di Ponte
ottobre Milvio e vittoria di Milvio, secondo una leggenda, vede una
312
Costantino su Croce con scritto “In hoc signo vinces”.
Massenzio Acquisito definitivamente il potere conferma,
313 Editto di Milano insieme a Licinio, l’editto di Galerio con
l’Editto di Milano.
Costantino inizia quindi a prendere posizioni
anche in ambito cristiano combattendo i
donatisti in Africa
325 Concilio di Nicea
337 Morte di Costantino
380 Editto di Tessalonica Emesso dagli imperatori Graziano, Teodosio
I e Valentiniano II, dichiara il Cristianesimo
di Nicea come religione di Stato. Vieta
l’arianesimo ed i culti pagani. Si richiede la
confessione di fede ai cristiani secondo il
credo niceno

3. DOCUMENTI
Editto di Milano

«Quando noi, Costantino e Licinio imperatori, ci siamo incontrati a Milano e


abbiamo discusso riguardo al bene e alla sicurezza pubblica, ci è sembrato che, tra le
cose che potevano portare vantaggio all'umanità, la reverenza offerta alla Divinità
meritasse la nostra attenzione principale, e che fosse giusto dare ai Cristiani e a tutti
gli altri la libertà di seguire la religione che a ciascuno apparisse preferibile; così che

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quel Dio, che è seduto in cielo, possa essere benigno e propizio a noi e a tutti quelli
sotto il nostro governo. Abbiamo quindi ritenuto una buona misura, e consona a un
corretto giudizio, che a nessun uomo sia negata la facoltà di aderire ai riti dei
Cristiani, o di qualsiasi altra religione a cui lo dirigesse la sua mente, cosicché la
Divinità suprema, alla cui devozione ci dedichiamo liberamente, possa continuare ad
accordarci benevolenza e favore.

Di conseguenza vi facciamo sapere che, senza riguardo per qualsiasi ordine


precedente riguardante i Cristiani, a tutti coloro che scelgono di seguire tale
religione deve essere permesso di rimanervi in assoluta libertà, e non devono essere
disturbati in alcun modo. E crediamo che sia giusto ribadire che, tra le cose affidate
alla tua responsabilità, l'indulgenza che abbiamo accordato ai Cristiani in materia
religiosa è ampia e senza condizioni; e che tu capisca che allo stesso modo l'esercizio
aperto e tranquillo della propria religione è accordato a tutti gli altri, alla stessa
maniera dei Cristiani. Infatti è opportuno per la stabilità dello stato e per la
tranquillità dei nostri tempi che a ogni individuo sia accordato di praticare la
religione secondo la propria scelta; e su questo non prevediamo deroghe, per l'onore
dovuto a ogni religione.

Inoltre, per quanto riguarda i Cristiani, in passato abbiamo dato certi ordini
riguardanti i luoghi di cui essi si servivano per le loro assemblee religiose. Ora
desideriamo che tutte le persone che hanno acquistato simili luoghi, dal fisco o da
chiunque altro, li restituiscano ai Cristiani, senza per questo chiedere denaro o un
altro prezzo, e che questo sia fatto senza esitazione. Desideriamo anche che quelli
che hanno ottenuto qualche diritto su questi luoghi come donazione, similmente
restituiscano tale diritto ai Cristiani: riservando sempre il diritto a costoro, che
hanno acquistato per un prezzo o ricevuto gratuitamente, di fare domanda al giudice
del distretto per ottenere un bene equivalente dalla nostra benevolenza. Tutti quei
luoghi devono, in virtù del tuo intervento, essere restituiti ai Cristiani subito e senza
indugio. E dato che sembra che, oltre ai luoghi dedicati ai riti religiosi, i Cristiani
possedessero altri luoghi che non appartenevano a singole persone ma alla loro
comunità, ovvero alle loro chiese, tutte queste cose vogliamo che siano comprese
nella legge espressa qui sopra, e desideriamo che siano restituite alla comunità e alle
chiese senza esitazione né controversia: sempre restando ferma la possibilità, da
parte di quelli che restituiscono senza domandare prezzo, di chiedere un'indennità
affidandosi alla nostra benevolenza. Nel mettere in pratica tutto ciò in favore dei
Cristiani, dovrai usare la massima diligenza, affinché i nostri ordini siano eseguiti
senza indugio, e soddisfatto il nostro obiettivo di assicurare la tranquillità pubblica.
E così possa il favore divino, di cui abbiamo già goduto negli affari della più grave
importanza, continuare ad accordarci il successo, per il bene della cosa pubblica. E

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affinché questo editto sia noto a tutti, desideriamo che facendo uso della tua autorità
tu faccia sì che sia pubblicato ovunque.»1

Editto di Tessalonica

«GLI IMPERATORI GRAZIANO, VALENTINIANO E TEODOSIO AUGUSTI.


EDITTO AL POPOLO DELLA CITTÀ DI COSTANTINOPOLI.

Vogliamo che tutti i popoli che ci degniamo di tenere sotto il nostro dominio
seguano la religione che san Pietro apostolo ha insegnato ai Romani, oggi professata
dal Pontefice Damaso e da Pietro, vescovo di Alessandria, uomo di santità apostolica;
cioè che, conformemente all'insegnamento apostolico e alla dottrina evangelica, si
creda nell’unica divinità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo in tre persone
uguali. Chi segue questa norma sarà chiamato cristiano cattolico, gli altri invece
saranno considerati stolti eretici; alle loro riunioni non attribuiremo il nome di
chiesa. Costoro saranno condannati anzitutto dal castigo divino, poi dalla nostra
autorità, che ci viene dal Giudice Celeste.

DATO IN TESSALONICA NEL TERZO GIORNO DALLE CALENDE DI MARZO, NEL


CONSOLATO QUINTO DI GRAZIANO AUGUSTO E PRIMO DI TEODOSIO
AUGUSTO»2

1
Lattanzio, De mortibus persecutorum, cap. 48,2-12
2
Codice teodosiano, xvi.1.2

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3. Differenti prospettive tra mondo greco e cristiano
1. IL CONCETTO DI STORIA
La storiografia non può prescindere dal diverso concetto di storia tra gli autori
greci e la letteratura giudaico-cristiana.

Il teologo e storico Oscar Cullmann3 ha osservato che per l’ellenismo l’espressione


simbolica del tempo è il cerchio, mentre per il cristianesimo, come per il
giudaismo, è la linea: un’immagine efficace, ma che come tutte le immagini può
comportare una esemplificazione eccessiva. Infatti, per quanto riguarda il mondo
greco, la gamma di posizioni degli storici classici è più ricca e variata. Alcuni non
concepiscono la storia in termini di cicli, ma fondano il discorso sulla base
dell’ordine necessario dell’universo a cui l’uomo è legato, altri sulla base di una
visione razionale della realtà, altri ancora, e mi riferisco in special modo agli storici
romani, applicano all’esposizione i canoni della retorica, abbellendo la narrazione,
con il rischio di non più tenere nel conto dovuto la “verità” proposta dai documenti:
per loro la storia diventa moralismo.

Diversamente la concezione ebraica e cristiana ha propria base nella Scrittura: essa


costituisce una rottura radicale rispetto all’orizzonte delle culture contemporanee
e reca in sé tre nozioni4:

1. La nozione di unicità di Dio che comporta la sua signoria su tutti i tempi e


su tutti i popoli;
2. La libertà dell’uomo, che gli consente con il suo orgoglio di opporsi al
disegno di Dio sulla storia.
3. Lo scandalo dell’“unicità”: eventi significativi e determinati, che accadono
una sola volta ne segnano il percorso; unicità che si oppone totalmente
all’idea dell’eterno ritorno propria delle società arcaiche.

Inoltre, è evidente la differenza di intenti tra il mondo pagano e quello giudaico-


cristiano: i pagani sono rivolti verso il passato cercando nell’esaltazione della
grandezza di alcuni uomini motivi che consentano di ritrovare fiducia nel presente
e speranza per il futuro, i cristiani invece si interessano solo alla storia con una
visione che abbraccia insieme tutto il passato e tutto il futuro dell’uomo, partendo
dalla creazione dell’uomo (non dalla fondazione di Roma, come Tito Livio o

3
O.Cullmann, Cristo e il tempo. La concezione del tempo e della storia nel
Cristianesimo primitivo, EDB
4
R.Niebuhr, Fede e storia - studio comparato della concezione cristiana e della
concezione moderna della storia, Il Mulino

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dall’inizio della guerra del Peloponneso come Tucidide) e proiettandosi sino alla
fine di tutti i tempi.

Se quindi un greco legge la storia per avere indicazioni sul presente, un cristiano
vede la storia essenzialmente come “storia di salvezza”, dispiegarsi cioè dell’amore
eterno di Dio nella storia quotidiana di ogni uomo, il cronos dei pagani diventa
kairos, tempo favorevole, occasione propizia.

Anche dal punto di vista semplicemente cronografico, diverse sono le prospettive


tra mondo pagano e cristiano. I cristiani credono che l’umanità, creata da Dio, ha
avuto un inizio e avrà una fine: la storia si svolge secondo una linea retta verso la
conclusione finale, mentre per i pagani l’impero di Roma ha avuto un inizio ma
non avrà mai una fine. La cronografia cristiana, il tentare cioè di stabilire date certe
per tutti gli eventi, compreso l’inizio e la fine del mondo, risponde all’esigenza di
mostrare l’antichità della fede cristiana e di fornire ai cristiani un efficace
strumento da contrapporre ai pagani. L’altra esigenza, a cui risponde la cronografia
cristiana, riguarda l’attesa della fine del mondo e il bisogno di sapere quando
esattamente questo nostro mondo finirà.

2. LE PREMESSE DELLA STORIOGRAFIA CRISTIANA


È Eusebio di Cesarea ad essere considerato il padre della storiografia cristiana. Ma
già negli scritti del Nuovo Testamento, è evidente un intento storiografico:

«Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono
compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni
oculari, così anche io ho deciso di fare accurate ricerche su ogni circostanza, fin
dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato (…) in modo che tu possa renderti
conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto»5

Il centro della storia cristiana diventa l’evento della Passione, Morte e Risurrezione
di Gesù:

«Vi ho trasmesso prima di tutto quanto anch’io ho ricevuto, che Cristo è morto per i
nostri peccati, secondo le Scritture, che fu sepolto e risuscitò il terzo giorno»6

Sono fatti presentati come base di fede, ma che non disconoscono un intento
storico.

5
Lc 1,1-4
6
1 Cor 15,3

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Non ci stupiamo quindi ad evidenziare che i primi tratti della storiografia cristiana
siano cronografie. È l’intento di pensare l’evento Cristo all’interno della
successione della storia dalla protologia (lo studio degli antenati) fino
all’escatologia (la fine del mondo): Cristo centro della storia.

Già nel II-III secolo Teofilo di Antiochia, Sesto Giulio Africano, Ippolito e Clemente
di Alessandria offrono composizioni di tale genere. Esse intendono mettere in luce
l’antichità del messaggio cristiano (che affonda le proprie radici nella storia ebraica)
e insieme la sua novità e, non di rado, correlano i fatti secolari con quelli della
storia della Salvezza<

Un esempio di tale impostazione è quella di Quinto Giulio Ilariano, un autore


minore del IV secolo. Partendo dalla Bibbia, i sei giorni della creazione e il settimo
come riposo di Dio, e dal salmo 89 citato in 2 Pt 3,8, per cui per il Signore un
giorno solo è come 1000 anni, Ilariano ipotizza che gli uomini vivranno 6000 anni,
poi ci sarà la prima risurrezione dei giusti e quindi, dopo un altro millennio, al
compimento della settimana cosmica, la risurrezione della carne ed il trionfo
definitivo di Dio.

La sua cronografia prevedere le seguenti principali scansioni temporali:

 dalla creazione di Adamo al diluvio universale: 2257 anni;


 dalla creazione del mondo alla liberazione degli Ebrei dalla schiavitù di
Egitto: 3699 anni;
 dalla creazione del mondo a quando Samuele unse re Saul: 4300 anni;
 dalla creazione del mondo all’inizio della cattività degli Ebrei a Babilonia:
4814 anni;
 dalla creazione del mondo alla morte di Gesù Cristo: 5530 anni.

La prima resurrezione dei giusti sarebbe quindi avvenuta al compimento del 470°
anno dopo la morte di Gesù.

È chiara in questa impostazione cronografica come la storia propriamente umana


(il diluvio, Samuel, la cattività a Babilonia) perdono il loro significato proprio e
diventano semplici tappe nella storia di Dio. Le cause umane dei fatti lasciano il
posto in Ilariano ad eventi tutti prefigurati nelle Scritture.

Le prospettive di pace, apertesi, con l’Editto di Milano e la politica di Costantino


pongono però le basi per la nascita della vera e propria storiografia. La pax
costantiniana dava ai cristiani la sensazione della vittoria definitiva, mentre
tendeva a far accantonare il problema della fine futura; invitava a riflettere sul
passato e a ripercorrere le fasi dolorose delle persecuzioni, per rilevarne tempi e

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modi e rendere ragione della conclusione vittoriosa. È la prospettiva dell’opera di
Lattanzio ed Eusebio di Cesarea, rispettivamente per l'Occidente e l'Oriente.

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4. L’opera di Lattanzio
1. VITA
Lucio Cecilio Firmiano Lattanzio nasce probabilmente a Cirta, in Africa nel 250 da
genitori pagani. Forse alunno di Arnobio, intorno al 290, fu chiamato da
Diocleziano come insegnante di retorica latina a Nicomedia di Bitinia, sede
ufficiale dell'imperatore, ma a causa delle preponderanza culturale greca nella città,
la sua scuola ebbe pochi adepti. In ogni caso, fu a Nicomedia che si convertì al
Cristianesimo. Per evitare le persecuzioni si allontanò dal paese, dove ritornò nel
313 dopo l'editto di Milano.

Fu successivamente chiamato in Gallia, a Treviri, nel 317, come precettore del figlio
di Costantino, Crispo. Lì morì nel 327.

2. OPERE
Tra le opere principali, tutte scritte dopo la conversione, ricordiamo:

De opificio Dei (303-305)

Lattanzio esalta la sapienza divina nella creazione della natura, in particolare


dell'uomo e dell'anima, con argomentazioni di stampo aristotelico e ciceroniano.

Divinae institutiones (304-314)

Composta da 7 libri, è la sua opera più importante:

 Libri 1 e 2: difendono il monoteismo e criticano il politeismo


pagano,ricercando nella filosofia antica l'origine di tale fede religiosa;
 Libro 3: contro la filosofia, ritenuta incapace di procurare agli uomini la
saggezza di cui hanno bisogno;
 Libro 4: verte sulla figura del Cristo, portatore di sapienza;
 Libri 5-6: affrontano i temi della giustizia e della teologia cristiana;
 Libro 7: dedicato alla fine del mondo, al giudizio finale e al destino delle
anime.

De ira Dei (314)

Confuta la dottrina stoica dell'indifferenza di Dio riguardo ai fatti umani e postula


la necessità dell'ira di Dio contro i malvagi

De mortibus persecutorum

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E' l'opera che ne evidenzia l'intento storiografico. In passato non era attribuita a
Lattanzio per la violenza e la ferocia della sua trattazione. Lattanzio rilegge la
storia delle persecuzioni compiacendosi con affermazioni a tinte fosche sulla
morte degli imperatori malvagi (in contrapposizione a quelli "buoni", come
Costantino) e mettendo in connessione tale fine miserrima con il loro intento
persecutorio dei cristiani.

De ave phoenice

Di dubbia attribuzione, presenta la fenice, che risorge dalle ceneri, come simbolo
di Cristo

3. OSSERVAZIONI
Lattanzio fu il tipico esponente di dell'intellettualità pagana che si sentiva attratta
dal cristianesimo per esigenze soprattutto di rigore morale ed esalta
conseguentemente il confronto con la morale e la cultura pagane.

E' per questo che la sua trattazione, soprattutto all'inizio, tratta essenzialmente
temi apologetici, con moduli stilistici di stampo ciceroniano e caratterizzandosi
per l'ambizione di utilizzare in una problematica tradizionale modalità più ampie e
esaustive di composizione.

Permane un notevole legame con schemi argomentativi e teorici della cultura


classica, ma è uno scrittore elegante, dal lessico selezionato e dallo stile chiaro e
piano.

Per quanto riguarda però la trattazione di schemi eminentemente religiosi, si


evidenzia però la sua scarsa formazione cristiana, con una certa approssimazione
dottrinale e scarse conoscenze scritturistiche.

Certamente quindi le migliori argomentazione provengono dall'ambito morale in


cui è più evidente il legame con la cultura classica, in particolare stoica.

Il De mortibus persecutorum, a differenza dei primi scritti apologetici, ha un


ambito di carattere essenzialmente storiografico, anche se il quadro generale è
compromesso dal forzatura pregiudiziale di vedere la morte degli imperatori come
punizione per le persecuzioni contro i Cristiani. Da apprezzare comunque il suo
intento di riflettere più strettamente sul rapporto con l'Impero.

4. DOCUMENTI
«Il senso di umanità e di comprensione è il più stretto vincolo che possa esistere fra
gli uomini, e chi lo infrange e lo rinnega è un malvagio e un colpevole. Se tutti

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deriviamo e abbiamo origine da un solo uomo che Dio creò, siamo fra noi certamente
legati da un vincolo di sangue e perciò dobbiamo giudicare colpa gravissima odiare
l'uomo, anche se colpevole. E Iddio ordinò che noi dobbiamo cercare di non suscitare
giammai inimicizie; ma invece far di tutto per dirimerle [... ] Bisogna conservare e
tenere vivo questo principio di umanità, se noi vogliamo avere il diritto di essere
chiamati uomini. E in che cosa consiste mantenere questo senso di umanità, se non
nell'amare il nostro simile, perché ogni uomo è perfettamente quello che siamo noi?
Questa è la perfetta e assoluta giustizia, questa che regola e conserva l'umana
società. »7

7
Lucio Cecilio Firmiano Lattanzio, Divinae Institutiones, 6,10-12

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5. Eusebio di Cesarea e la sua Historia Ecclesiastica
1. VITA
Eusebio nasce probabilmente a Cesarea intorno al 260, formandosi sui libri della
biblioteca che Origene, fuggito da Alessandria, aveva fondato.

Partecipa, come vescovo di Cesarea, nel 325 al Concilio di Nicea, sottoscrivendone


il Credo ed in particolare l'affermazione della piena divinità del Figlio, anche se
successivamente fu accusato di appartenere ad una corrente di vescovi che, senza
aderire ad Ario, lo difendevano e uardavano con sospetto alla definizione di
"homousion" per Cristo.

Sincero ammiratore di Costantino, ne divenne consigliere, celebrandone la


grandezza sia nelle sue opere che nei discorsi di anniversario. morì intorno al 339,
pochi anni dopo la morte di Costantino.

2. OPERE MINORI
Tra le opere minori di Eusebio, ricordiamo:

Opere di carattere storico:

 Chronicon o Chronici Canones


E' un importante testo che riassume la cronologia universale e biblica. La
versione originale è perduta, ma ne rimane una traduzione integrale in
lingua armena ed una parziale in latino, fatta da San Girolamo. Eusebio
copre il periodo temporale da Abramo (collocato intorno al 2016 a.C. ) al
303 d.C. Girolamo la prolungherà fino al 378 d.C.
 Vita Costantini
Panegirico in onore dell'imperatore Costantino

Altre opere di carattere storico sono: De martyribus Palaestinae, De laudibus


Constantini

Opere di carattere apologetico:

 Preparatio evangelica
Opera in quindici libri, concepita come introduzione al Cristianesimo per i
pagani, ma che conserva importanti frammenti di opere di Porfirio e di altri
filosofi che , altrimenti, sarebbero andate perse.
 Demonstratio evangelica
Opera in 20 libri (rimangono i libri 1-10 e il 15) per dimostrare perché i
cristiani non sono rimasti ebrei.

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Altre opere di carattere apologetico sono: Generalis elementaria
introductio, Eclogae propheticae, Contra Hieroclem, Theophania

Scrisse inoltre opere esegetiche (Canones evangelici, Onomasticon,


Quaestiones evangelicae ad Stephanum, Quaestiones evangelicae ad
Marinum, Commentarii in Psalmos, Commentarii in Isaiam) e polemiche
(Contra Marcellum, de ecclesiastica theologia).

Perdute, tranne frammenti, le seguenti opere: Apologia pro Origene (il primo
libro rimane nella traduzione latina di Rufino), scritta con Panfilo, Vita
Pamphili, Contra Porphyrium, De solemnitate pascali e un’opera sulla
poligamia e le famiglie dei patriarchi.

3. HISTORIA ECCLESIASTICA
Il titolo ᾿Εκκλησιαστικὴ ἱστορία è tradotto generalmente dai moderni con ‘Storia
della Chiesa’. Il senso per Eusebio però è più una storia delle chiese, delle
comunità di fedeli sparse, considerato però come un unico popolo.

Eusebio vuole esporre la storia del mondo che, illuminata dal Logos incarnato,
spinge l'umanità ad accogliere la conoscenza di Dio. Per cui il fine originario può
definirsi apologetico: mostrare che l'esistenza della Chiesa non danneggia il
mondo, ma serve al suo bene.

Avendo iniziato a scriverla in tempo di persecuzioni, fu solo la vittoria di


Costantino che "costrinse" quasi Eusebio a vedere nell'opera di Costantino
l'adempimento del volere divino di una Chiesa cristiana protetta e quasi guidata da
un imperatore cristiano.

In una udienza in Piazza San Pietro, papa Benedetto XVI afferma che la prospettiva
fondamentale della storiografia di Eusebio è "una storia «cristocentrica», nella
quale si svela progressivamente il mistero dell’amore di Dio per gli uomini."8

Benedetto XVI fa anche notare il ruolo etico della storiografia eusebiana: l'analisi
storica non è fine a se stessa ma deve spingere il pagano a conversione ed il
cristiano ad un degna testimonianza di fede.

Da notare inoltre nella Historia Ecclesiastica, l'intento dell'autore di mostrare la


sincronia tra le vicende dell'Impero ed il Cristianesimo.

8
Udienza in Piazza S. Pietro del 13.06.2007, http://w2.vatican.va/content/benedict-
xvi/it/audiences/2007/documents/hf_ben-xvi_aud_20070613.html

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Nonostante l'importanza di Eusebio in questi campi e nel riportare testi e dati che
altrimenti sarebbero stati consegnati all'oblio, la sua figura non è stata immune da
critiche.

Tra le principali quella di essere di una certa tendenza all'arianesimo e di essere


praticamente un cortigiano di Costantino.

Per quanto riguarda la tendenza all'arianesimo, si può comunque controbattere


che Eusebio ha approvato il testo del credo niceno e che forse il suo filoarianesimo
è stato spesso frainteso e preso a pretesto per screditarlo.

Per quanto riguarda la sua estrema condiscendenza verso Costantino, occorre


pensare che in lui Eusebio vede, come si è detto, il compimento di una volontà
divina per cui la figura di Costantino è considerata quasi messianica, un po' come
Ciro re di Persia in Is 45.

Studioso impegnato e colonna della storiografia cristiana, il lavoro di Costantino,


lungi dall'essere solo una reminiscenza del passato deve spingere ogni cristiano a
chiedersi: "Qual è il senso della storia del mondo? C'è un contenuto nascosto al di
là dei singoli eventi? E qual è il senso della mia storia personale?"

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6. Bibliografia

1. TESTI
 O.Cullmann, Cristo e il tempo. La concezione del tempo e della storia nel
Cristianesimo primitivo, EDB, 2005
 R.Niebuhr, Fede e storia - studio comparato della concezione cristiana e della
concezione moderna della storia, Il Mulino, 1996
 P.Siniscalco, Il senso della storia, studi sulla storiografia cristiana antica,
Rubbettino Editore, 2003
 L. Perrone, La Storia Ecclesiastica di Eusebio: alle origini della storiografia
cristiana
(https://www.academia.edu/1329278/La_Storia_Ecclesiastica_di_Eusebio_al
le_origini_della_storiografia_cristiana)
 Umberto Diotti, Lezioni di storia antica e medievale. Con espansione online.
Vol. 2, De Agostini
(https://s.deascuola.it/minisiti/storiadiotti/PDF/03_Roma/Crollo_di_Roma
/Cristianesimo/storiografia.pdf)
 G.Mura (a cura di) La teologia dei Padri, volume 5

2. SITI WEB

Generali

 https://it.wikipedia.org/wiki/Storiografia
 http://letteraturacristianachepassione.over-blog.com/2015/11/in-quale-
contesto-si-sviluppo-la-storiografia-cristiana.html
 http://www.storiadellachiesa.it/glossary/storiografia-eta-antica-e-la-chiesa-
in-italia/

Persecuzioni e storia romana

 https://it.wikipedia.org/wiki/Imperatori_romani#Elenco_cronologico_degli
_imperatori_romani
 https://it.wikipedia.org/wiki/Persecuzione_dei_cristiani_nell%27Impero_ro
mano
 https://it.wikipedia.org/wiki/Editto_di_Milano
 https://it.wikipedia.org/wiki/Editto_di_Tessalonica

PAGINA 17
Lattanzio

 http://www.treccani.it/enciclopedia/firmiano-lattanzio/
 http://www.sapere.it/sapere/strumenti/studiafacile/letteratura-
latina/adriano/tertulliano/Lattanzio.html
 https://www.tesionline.it/appunto/644/21/Lattanzio-e-la-storiografia-
cristiana-
 https://le-citazioni.it/frasi/212569-lucio-cecilio-firmiano-lattanzio-il-senso-
di-umanita-e-di-comprensione-e-il-piu-str/

Eusebio

 http://www.treccani.it/enciclopedia/genere-storico-la-storiografia-di-
eusebio-di-cesarea_%28Enciclopedia-Costantiniana%29/
 http://w2.vatican.va/content/benedict-
xvi/it/audiences/2007/documents/hf_ben-xvi_aud_20070613.html
 https://it.wikipedia.org/wiki/Eusebio_di_Cesarea
 http://www.treccani.it/enciclopedia/eusebio-di-cesarea/
 https://it.wikipedia.org/wiki/Chronicon_(Eusebio_di_Cesarea)

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7. Sommario
1. Introduzione............................................................................................................ 1
2. Storia e storiografia.......................................... Error! Bookmark not defined.
3. La nascita di una nuova scienza......................Error! Bookmark not defined.
1. Il contesto storico.............................................Error! Bookmark not defined.
2. Sinossi cronologica................................................................................................. 2
3. Documenti...............................................................................................................4
4. Differenti prospettive tra mondo greco e cristiano............................................ 7
1. Il concetto di storia.................................................................................................7
2. Le premesse della storiografia cristiana...............................................................8
5. L’opera di Lattanzio............................................................................................... 11
1. Vita..................................................................... Error! Bookmark not defined.
2. opere.................................................................. Error! Bookmark not defined.
3. GIUDIZIO STORICO....................................... Error! Bookmark not defined.
4. DOCUMENTI....................................................Error! Bookmark not defined.
6. Eusebio di Cesarea e la sua Historia Ecclesiastica............................................. 14
7. Conclusioni....................................................... Error! Bookmark not defined.
8. Bibliografia............................................................................................................. 17
1. Libri....................................................................Error! Bookmark not defined.
2. Siti web................................................................................................................... 17
Generali....................................................................................................................... 17
Persecuzioni e storia romana.................................................................................... 17
Lattanzio.....................................................................................................................18
Eusebio........................................................................................................................ 18

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