I tumori primitivi del cuore sono rari, al contrario le metastasi cardiache si verificano
in circa il 5% dei pazienti che muoiono di cancro.
- Mixomi
- Fibromi
- Lipomi
- Fibroelastomi papillari
- Rabdomiomi
- Angiosarcomi
- Altri sarcomi.
Le cinque forme più comuni sono tutte benigne e rappresentano insieme l’80-90%
dei tumori primitivi del cuore.
Mixoma
I mixomi sono i più comuni tumori primitivi del cuore negli adulti. Sono neoplasie
benigne spesso associate ad anomalie clonali dei cromosomi 12 e 17 che si ritiene
prendano origine dalle cellule mesenchimali multi potenti primitive. Sebbene
possano insorgere in ognuna delle quattro camere, circa il 90% è localizzato negli
altri, con un rapporto sinistra-destra di 4:1.
Circa il 10% dei pazienti affetti da mixoma ha una sindrome familiare, nota come
complesso di Carney, caratterizzata da trasmissione autosomica dominante, mixomi
multipli a localizzazione cardiaca e spesso extracardiaca, lesioni cutanee pigmentate
e iperattività endocrina.
Lipoma
I lipomi sono tumori benigni localizzati, ben circoscritti, composti da cellule adipose
mature che possono presentarsi nel sub endocardio, sub epicardio o nel miocardio.
Possono essere asintomatici, produrre ostruzioni valvolari a palla o aritmie.
Accumuli di tessuto adiposo maturo sono più spesso localizzati nel ventricolo
sinistro, nell’atrio destro o nel setto interatriale e non sono necessariamente di
natura neoplastica.
Fibroelastoma papillare
Sono strane lesioni che si diagnosticano in genere per via accidentale, più spesso in
sede autoptica, malgrado possano embolizzare e quindi diventare rilevanti
clinicamente. Nella loro eziopatogenesi si riconoscono anomalie citogenetiche
clonali, il chè suggerisce che siano tumori benigni.
Rabdomioma
Sono i più frequenti tumori cardiaci dell’infanzia e vengono spesso scoperti durante
il primo anno di vita, a causa dell’ostruzione di un orifizio valvolare o di una camera
cardiaca. Questi sono spesso associati alla sclerosi tuberosa, una malattia causata da
difetti nei geni oncosoppressori TSC1 e TSC2, la cui anomalia provoca una crescita
incontrollata dei miociti. Poiché spesso regrediscono spontaneamente, i
rabdomiomi, secondo alcuni, andrebbero considerati come amartomi, che vere e
proprie neoplasie.
Istologia: sono composti da bizzarri miociti piuttosto grandi, il cui citoplasma assume
spesso la forma di trame o trecce sottili che collegano la membrana citoplasmatica
al nucleo, spiegando così il nome di “cellule a ragno” dato a questi miociti.
Sarcoma
- La deposizione di immunocomplessi
- La presenza di anticorpi anticitoplasma dei neutrofili
- La presenza di anticorpi anticellule endoteliali
In molti pazienti con vasculite è possibile rilevare anticorpi circolanti, che reagiscono
contro gli antigeni citoplasmatici dei neutrofili, i cosiddetti ANCA, che vengono
comunemente suddivisi in base ai loro antigeni bersaglio in anti-mieloperossidasi
(MPO-ANCA), definiti anche p-ANCA, o gli anti-proteinasi-3 (PR3-ANCA), definiti c-
ANCA.
È la forma più comune di vasculite nei soggetti anziani, in USA ed in Europa, consiste
in un’infiammazione cronica, spesso granulomatosa, delle arterie di qualsiasi calibro.
Le arterie principalmente colpite sono quelle craniche (in particolar modo quelle
temporali), ma sono interessate anche la vertebrale e l’oftalmica, e poiché il
coinvolgimento di quest’ultima può comportare una cecità permanente, questa
forma di arterite rappresenta un’emergenza medica.
Arterite di Takayasu
Si manifesta con ispessimento fibroso trans murale dell’arco aortico e dei grandi
vasi, e grave restringimento luminale delle diramazioni vascolari maggiori. Per via
della somiglianza delle lesioni con l’aortite gigantocellulare, per convenzione i
soggetti oltre i 50 anni presenteranno l’aortite, quelli al di sotto l’arterite di
Takayasu. La causa e la patogenesi sono sconosciute.
La sede classica è l’arco aortico, ma in un terzo dei casi possono essere colpiti anche
gli altri tratti dell’arteria e le sue diramazioni.
Morfologia: c’è un ispessimento irregolare della parete dei vasi con iperplasia
intimale, tanto da provocare un restringimento stenotico quasi occlusivo del lume.
La stenosi spiega l’indebolimento dei polsi periferici. Si riscontrano infiltrati di cellule
mononucleate a livello dell’avventizia, soprattutto intorno ai vasa vasorum, e
infiltrati infiammatori granulomatosi ricchi di cellule giganti e di necrosi a chiazze a
livello della media. Con il progredire della malattia ci può essere una cicatrizzazione
collagena e, sul piano clinico, una complicanza associata è l’insufficienza aortica.
Caratteristiche cliniche: i sintomi iniziali sono astenia, calo ponderale e febbre, con
l’avanzare della malattie compaiono i segni strettamente vascolari, come un
indebolimento dei polsi e delle pressione alle estremità superiori; disturbi visivi,
quali una diminuzione della acuità visiva, emorragie retiniche e cecità totale, e
deficit neurologici. Un interessamento dei tratti distali dell’aorta può comportare
una claudicatio degli arti inferiori, mentre quello dell’arteria polmonare
un’ipertensione polmonare. Il restringimento degli osti coronarici può provocare
infarto del miocardio, mentre il coinvolgimento delle arterie renali causa
ipertensione sistemica in circa la metà dei pazienti.
Poliarterite nodosa
È una vasculite sistemica delle arterie muscolari di medio o piccolo calibro, che
colpisce in modo caratteristico i vasi renali e viscerali, risparmiando quelli
polmonari. È stata suggerita un’eziologia mediata da immunocomplessi, anche se la
causa effettiva rimane ad oggi ignota.
Malattia di Kawasaki
Sebbene l’eziologia sia incerta, si pensa che la vasculite sia il risultato di una
reazione ritardata da ipersensibilità delle cellule T ad un antigene ancora non
caratterizzato. Ciò porta alla formazione di autoanticorpi diretti contro le cellule
endoteliali e le cellule muscolari lisce, con conseguente vasculite acuta. L’ipotesi
ricorrente è che diversi agenti infettivi possano innescare la malattia in persone
geneticamente predisposte.
Granulomatosi di Wegener
Morfologia: le lesioni del tratto superiore vanno dalla sinusite infiammatoria con
granulomi nella mucosa a lesioni ulcerative del naso, del palato o della faringe,
circondate da granulomi con necrosi centrale a carta geografica accompagnati da
vasculite. I granulomi necrotizzanti sono circondati da una zona di proliferazione
fibroblastica con cellule giganti e infiltrato leucocitario, e più elementi possono
fondersi tra di loro, andando incontro a cavitazione.
È possibile osservare uno spettro di lesioni renali, tra cui nelle fasi precoci della
malattia, una necrosi focale dei glomeruli, con trombosi di anse capillari glomerulari
isolate. Le lesioni glomerulari più avanzate sono caratterizzate da una necrosi diffusa
e da proliferazione di cellule parietali con successiva formazione di semilune.
Tromboangioite obliterante
Patogenesi: si ritiene che la forte correlazione con il fumo di sigaretta sia dovuta ad
un danno tossico diretto delle cellule endoteliali da parte di alcune componenti del
tabacco o ad una risposta immune idiosincrasia agli stessi agenti. La maggior parte
dei pazienti presenta un’ipersensibilità all’iniezione intradermica di estratti di
tabacco e una compromissione della vasodilatazione endotelio-dipendente in
risposta alla somministrazione di acetilcolina. È stata suggerita anche una
predisposizione genetica.
Morfologia: questa patologia è caratterizzata da vasculite acuta o cronica,
nettamente segmentale, delle arterie di medio e piccolo calibro, in particolare degli
arti. Microscopicamente, si riscontra infiammazione acuta e cronica, accompagnata
da trombosi del lume. Tipicamente, il trombo contiene microascessi composti da
neutrofili circondati da un processo infiammatorio granulomatoso, si può
organizzare ed andare incontro a ricanalizzazione. Il processo si estende alle vene e
ai nervi che decorrono contigui, cosicchè nel tempo la tre strutture vengono
incapsulate all’interno del tessuto fibroso.
Vasculite infettiva
Arteriti localizzate possono essere dovute alla diretta invasione da parte di agenti
infettivi, solitamente batterici o miceti, in particolare specie di Aspergillus e Mucor.
L’infezione vascolare può essere parte di un’infezione tissutale localizzata o, più
raramente, può essere causata da disseminazione ematogena di batteri in corso di
setticemia o in seguito a embolizzazione settica a partenza da endocarditi infettive.