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Il paese dei bambini perduti

Trascrizione Episodio 1

Tra il 1997 e il 1998, in due paesi dellEmilia Romagna, 16 bambini furono


allontanati dalle
loro famiglie e affidati ai servizi sociali della zona.

Laccusa era delle pi gravi: i genitori, i parenti e alcuni vicini avevano abusato
sessualmente di loro per mesi, coinvolgendoli in una lunga serie di rituali satanici
allinterno dei cimiteri.

Gli adulti vennero condannati a decine di anni di carcere e non rividero mai pi i
loro figli.
I bambini crebbero in nuove famiglie e non tornarono mai pi a casa.

Quando ho sentito parlare per la prima volta di questa vicenda, mi ha subito


incuriosito,
perch vivo di storie, il mio lavoro, la mia passione.

Ma questa in particolare mi ha ossessionato profondamente.


Forse perch sono anche un padre e non riesco a spiegarmi come certe cose
possano
accadere.

Perci sono andato l, in quei luoghi, venti anni dopo.


Per capire.
Perch le storie, anche quando sembrano chiuse, in realt non lo sono mai.
I protagonisti cambiano, si trasformano, vanno avanti, oppure continuano a
rivivere il
passato, proprio come il nastro di una cassetta da riavvolgere.

Vi ricordate le vecchie cassette, no?


Quelle che si infilavano nello sportellino dello stereo e che a volte dovevi
riavvolgere con la
biro...
Quelle con il lato A e il lato B.
Proprio come questa che ho in mano adesso.
Se metto in play il lato A...
Live: ITS A MIRACLE.

Sul lato B invece c la voce di una delle bambine abusate, registrata dalla polizia
davanti
ad un cimitero.

Live:
Uomo 1: Come si accende questo bottoncino?

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Uomo 2: Deve premere REC e PLAY.
Uomo 1: REC e PLAY acceso, quindi gi a posto cos?
Donna: Ma il microfono acceso?
Uomo 2: S s lho acceso io, dietro c scritto ON
Uomo 1: Quindi questa strada mi dicevi che la conosci?
Bambina: S
Uomo 1: Scegli tu i posti dove vuoi che vuoi andare a vedere
Bambina: Dritto
Uomo 1: I posti che ci vuoi raccontare diciamo, indicare
Donna: Possiamo andare al cimitero?
Bambina: S
Donna: Ci fai vedere dove si va? Quando non vuoi pi, che hai paura, lo devi
dire,
altrimenti noi non possiamo capire
Uomo 2: C qualche posto particolare, che ti ricorda qualcosa?
Bambina: Quello l
Uomo 2: Questo ponte? perch di l che facevate?
Bambina: L ammazzavano dei bambini e o ballavamo facevamo tutti quei
gesti
brutti con i vestiti poi
Uomo 2: Ammazzavano i bambini come?
Bambina: Con quella saetta non so quella per tagliare le teste
Uomo 1: Questo succedeva di giorno o di notte?
Bambina: Quando cera buio. Poi quel pratino L, se mi ricordo bene, hanno
scavato dei
bimbi, e hanno messo dei bambini l.
Uomo 2: Ti ricordi chi ci stava quando succedevano queste cose?
Bambina: Mio padre, tutti i bambini, qualche volta mia madre, e...

Sono Pablo Trincia, e quella che state ascoltando Veleno, una serie audio a
puntate che
ricostruisce un caso di cronaca nera sparito dalle pagine della stampa nazionale e
locale.

E rimasto l, a prendere polvere nel dimenticatoio delle storie inspiegabili, finch


assieme
ad Alessia Rafanelli non labbiamo trovata e ricostruita.

In questa serie non ci sono attori. Sentirete solo voci vere, di chi questa storia lha
vissuta,
di chi era l in quel momento.
Sono tre anni che indaghiamo e ci sono capitate cose strane, alle quali stiamo
ancora
cercando di dare un senso.

Labbiamo intitolata Veleno perch l per l non te ne accorgi


Poi per, piano piano

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Provate a immaginarvi un paesino di appena 4mila abitanti circondato in tutte le
direzioni
da chilometri di pianura e campi coltivati.

Il paese non ha nulla di diverso rispetto a migliaia di altri suoi simili.


Case basse, poche strade.
C la piazzetta con il bar e i tavolini allaperto.
Ci sono i pensionati che giocano a carte a due passi dal monumento ai caduti. C
la
parrocchia, il campanile, la scuola li vedete?
La nebbia, per buona parte dellanno cos fitta che basta quasi farci un passo
dentro per
sparire nel nulla.
Per strada si salutano tutti.
Il paese sa chi sei.
Sa chi era tuo nonno, comera tuo padre da piccolo, dove ha conosciuto tua
madre. Sa che
tua sorella aspetta il secondo figlio, ma dal nuovo compagno.
Sa doveri due sere fa, con chi eri, cosa hai bevuto, con chi hai parlato, se eri triste
o allegro.

Il paese ti guarda, ti guarda sempre.


Conosce i tuoi piccoli peccati, i tuoi segreti.
E come un occhio che si muove di continuo, un orecchio costantemente
allascolto, a cui
non sfugge nulla.

Ma anche il paese ha un suo segreto.


Di sera (dir poi l'accusa) accadono cose strane. Cose che nessuno vede e nessuno
sente.
Quando le strade si svuotano, un uomo incappucciato esce di casa assieme a una
donna.
Con loro ci sono dei bambini.

Pochi portoni pi in l, altri due uomini incappucciati si infilano in una stradina


assieme
ad una figura pi piccola.
E poi ancora altri, e altri ancora, adulti e bambini, finch una processione
silenziosa di
cinquanta ombre sfila attraverso il piazzale buio, oltre la Banca Popolare e
lUfficio Postale,
quello prima del curvone, quello in cui tutti sono andati a sbattere almeno una
volta.

Puntano dritto verso il cimitero.


Ad aspettarli davanti al cancello dingresso, sotto a un salice piangente, c un
uomo

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accanto a un furgone bianco.
Indossa una tunica, anchessa bianca.

Luomo tira fuori un mazzo di chiavi e apre.


I primi a entrare sono i bambini. Sono spaventati, si guardano intorno per
cercare la
mamma. Alcuni indossano ancora il pigiama.
Gli adulti li spingono dentro. Qualcuno ha in mano una pala.
Luomo con la tunica bianca indica un gruppo di bare vicino al colonnato della
cappella, a
pochi passi da un prato e ordina scavate.

Questa storia comincia ventanni fa, il 23 febbraio del 1997.


E una domenica quasi primaverile, ci sono 16 gradi.

In tutto il mondo i media danno ampio risalto allannuncio della prima


clonazione di un
mammifero, la pecora Dolly.
La sera prima il Festival di Sanremo ha decretato campioni il gruppo dei Jalisse, e
il
mondo del calcio attende con apprensione il risultato della capolista la
Juventus di
Marcello Lippi contro la Fiorentina.

E sera e al piano terra di una palazzina gialla, in mezzo alla campagna modenese,
c un
bambino che gioca in cucina.

Ha sette anni, i capelli biondi e gli occhialetti rotondi.


Lo chiameremo Dario.
Con lui ci sono i genitori e i due fratelli pi grandi.

Arriva una macchina e si ferma sul vialetto davanti a casa.


Scendono un uomo e una donna sono i nuovi genitori di Dario e sono venuti a
prenderlo.

Dario infatti non abita con la sua famiglia naturale, solo andato a trovarli per il
fine
settimana.
Da qualche tempo stato dato in affidamento alla coppia, perch suo padre e sua
madre
vivono in condizioni disagiate.

Qualcuno in paese dice che, oltre a essere molto poveri, sono anche strani. Che
dicono e
fanno cose strane.
Dario saluta il pap e la mamma e gli d appuntamento al prossimo weekend.

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Quello che loro ancora non sanno che proprio quel 23 febbraio sar lultimo
giorno in cui
lo rivedranno, perch gi da tempo, a loro insaputa, i servizi sociali e il tribunale
dei minori
hanno azionato i meccanismi del procedimento per sospendere del tutto i rientri
del
bambino.
Dario infatti ha cominciato a raccontare alla maestra e poi anche alla mamma
affidataria
e a una psicologa dei servizi sociali che lo segue di alcuni gravi episodi che si
verificano
durante le visite nella casa gialla, dove abita la sua famiglia naturale.
I genitori e suo fratello maggiore abusano di lui. Ma non solo.

Lo portano in alcuni appartamenti del paese, dove lo vendono ad altre persone in


cambio
di denaro e poi gli fanno delle fotografie con una di quelle macchine che fa le foto
subito,
come le chiama lui. Lo costringono anche a pratiche sadomaso.

La psicologa che lo segue allibita.


Ma non succede solo a me, spiega Dario. Nel giro ci sono anche altri bambini.
Cosa? Chi? Dove? Quando?.

La Polizia comincia a indagare e ad effettuare perquisizioni a raffica.


Nella casa gialla dei genitori naturali di Dario vengono trovati dei giornaletti
pornografici.
Da una vicina invece gli inquirenti sequestrano una macchina Polaroid.

Ma Dario non si ferma.


E preciso e puntuale, e riesce addirittura a fare dei nomi e a descrivere dei tratti
somatici. I
lineamenti, i colori degli occhi, dei capelli.
Alcuni bambini, dice, parlano una lingua strana.
Poi coinvolge unaltra bambina di un paese della zona.
Anche lei viene ascoltata attentamente. I suoi racconti sono molto simili.
Sua madre la vende a delle persone cattive, amici di famiglia, che hanno altri due
bambini,
anche loro vittime di abusi.

Passano alcune settimane, ed ecco venir fuori altre storie.


Genitori, nonni e zii che abusano di figli e nipoti, e poi iniettano loro sostanze
strane con
delle siringhe.
Altri sei bambini cominciano a parlare.

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La notizia arriva ai giornali locali. Il caso esplode.
Il paese si riscopre sotto shock, infettato da un nuovo virus, la pedofilia, tanto
violento da
non avere nemmeno i mezzi per elaborarlo nel proprio sistema.

Live voci di paese


Donna: Qui si vive una vita molto tranquilla. Era qualcosa al di fuori delle
nostre
giornate normali
Uomo: Noi del posto, piccoli paesi, ci si conosce tutti. Conoscendo la famiglia,
nessuno
pensava che potessero succedere queste cose
Pablo: Che famiglie erano?
Uomo: Mah io li conoscevo, e per erano persone normalissime insomma. Non
ci
pensavo neanche che succedesse poi tutto quello che successo
Donna: Erano famiglie che erano un po particolari, che vivevano una vita un
po
particolare, per cui era possibile...

Le bocche dei bambini sono torrenti in piena.


Ognuno di loro fa il nome di qualcun altro, e di altri adulti coinvolti in un quello
che piano
piano sembra prendere la forma di un network clandestino di pedopornografia
che ha
diramazioni ancora sconosciute, nonostante cresca giorno dopo giorno, settimana
dopo
settimana.

Alcune di queste persone vengono da quella zone grigie fatte di povert, di


dinamiche
familiari strane o ambigue, e di arretratezza culturale.

Live voci di paese


Donna: Cera una famiglia qui in mezzo che erano capaci di tutto secondo me.
Ma
soprattutto avevano molta fantasia
Donna 2: Beh certo non avevano una vita tranquilla, sicuramente. Si parlava di
loro
come gente che gi trafficava, che s percui per due soldini disposti a tutto

Ma nel giro ci sono anche persone conosciute, apprezzate e assolutamente


insospettabili.

Live voci di paese


Donna: Poi si parlava di un prete, che noi conoscevamo bene. Lavevo avuto
come

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insegnante di religione quando ero a scuola io. Era un prete simpaticissimo, un
lavoratore, percui noi non ci credevamo, almeno io non ci ho creduto allinizio.
Per lei lo
sa bene che c sempre il dubbio

Persino il prete (secondo l'accusa) ha una doppia vita.


Persona stimatissima di giorno, che recita la messa, celebra matrimoni, si
rimbocca le
maniche e aiuta tutti girando di frazione in frazione, sempre a salutare dal suo
furgoncino
bianco.
Ma di notte si trasforma e diventa il capo di una banda di pedofili.
I bambini hanno terrore di lui.
Se lo ricordano con la tunica e gli stivaletti col tacco mentre impartisce ordini in
mezzo alle
tombe in un cimitero.

Aspetta. Un cimitero, ha detto?


Oh s, dice Dario. I nostri genitori ci portavano l di notte ad assistere a dei
finti
funerali.

Cosa?

Poco a poco, i ricordi dei piccoli alzano il velo su quello che i loro psicologi
speravano di
non dover scoprire.
Il cuore nero della setta.
Il culto di Satana, praticato con lunghe sessioni notturne tra tombe e loculi di ben
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cimiteri della zona.

Alcuni bambini ricordano minacce con coltelli e punteruoli.


Altri parlano di sacrifici di animali, in particolare di gatti, eseguiti dai loro stessi
genitori.

Spuntano descrizioni e cartine dettagliate: i bambini conoscono i cimiteri a


memoria, come
il loro parco giochi.

Tutti raccontano la stessa storia.

Ecco quindi che sul paese si allunga lombra del sospetto pi terribile: quello che
dentro ai
cimiteri avvengano sacrifici umani.

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I pedofili si trasformano in assassini. Ed sempre lo stesso prete a guidarli, come
una sorta
di pifferaio magico che di notte risveglia la bestia latente nei genitori, in nome del
diavolo e
del denaro perch - raccontano sempre i bambini - tutto viene fotografato e
filmato.
E quelle immagini andranno poi molto lontano.
Ma dove? Forse in Belgio, dove proprio in quel periodo veniva arrestato
lassassino dei
bambini Marc Dutroux, che aveva scioccato lEuropa ammettendo di far parte di
un
colossale network di pedofili?
E soprattutto, chi questo prete?

Dentro casa sua viene ritrovato un computer, lunico della parrocchia con la
connessione
ad internet.
Un perito scopre che tra le ultime ricerche effettuate dal sacerdote ce ne sono tre
un po
strane: prima solo bimba, poi hard, infine amici dei bambini.
Gli investigatori trovano anche degli stivali, gli stessi descritti da Dario nei suoi
racconti.
E infine, in un cassetto, un libro che parla di satanismo.

Il cerchio si stringe sempre di pi. Il paese sconvolto.


Ma come? Il fruttivendolo? Il meccanico? Il ceramista? La maestra dasilo? Che
sta
succedendo?

Live voci di paese


Donna: Se eri di Massa Finalese eri una brutta persona. Nessuno si sedeva a
fianco a te.
Questo era il clima che cera. E il paese dei pedofili, punto.

E cos a Massa Finalese, polizia e carabinieri cominciano a bussare alle porte


delle case e a
scardinare lorganizzazione, pezzo dopo pezzo.
Il tribunale dei minori emette ordini di allontanamento per portare in salvo i
bambini, che
trovano alloggio presso famiglie affidatarie o in un centro gestito da suore.

Quello degli adulti invece trascina i genitori, i parenti e i complici davanti al


banco degli
imputati.
Nessuno di loro rivedr mai pi i propri figli.

E la fine di un incubo.

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Oppure linizio di uno nuovo?

Com possibile che cos tanti bambini abbiano raccontato tutti la stessa storia,
ma il Paese
non abbia n visto n sentito nulla?
Eppure erano a pochi passi dalle case.
Perch nessuno li ha salvati?
Erano tutti complici?

E se non fosse mai accaduto nulla?


E se i genitori non fossero diavoli, ma degli innocenti che stanno ancora
aspettando i loro
figli?

Ricordate? Lato A e Lato B.

Live
Pablo: Tu sei un pedofilo?
Scotta: Assolutamente no, non lo sono, mai stato
Pablo: Sei mai stato nei cimiteri a compiere riti satanici sui bambini?
Scotta: Assolutamente no
Donna: Mio marito, tre giorni prima di morire, davanti al crocefisso mi ha
detto che non
ha mai fatto del male ai suoi figli
Giacco: Io voglio a mia figlia la voglio vedere, anche un giorno, per
mezzora perch
noi non abbiamo fatto niente di male

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