IMMIGRAZIONE
E INTEGRAZIONE:
CHI HA PAURA
DELLO STRANIERO?
I migranti nel mondo sono pari
a circa il 3% della popolazione. LEu-
ropa resta la destinazione principa-
le verso cui si orienta circa un terzo
dei migranti (32,6%), mentre il 28%
interessa lAsia ed il 23% lAmerica
settentrionale. A partire dagli anni
duemila la pressione migratoria ha
progressivamente assunto un con-
notato sociale legato allaggravarsi
In Europa la grande
maggioranza degli
stranieri (circa il 72,4%)
si distribuisce in 5 Paesi,
alcuni con una lunga
tradizione di accoglienza,
come Germania (20,3%),
Gran Bretagna (13,1%)
e Francia (10,6%) e altri,
come Spagna (15,2%) e
Italia (13,2%)
P O L I T I C A S O C I E T C U L T U R A
delle condizioni di vita nei paesi di
origine. La crescita dei movimenti
migratori diretti in Europa il risul-
tato della combinazione di diverse ti-
pologie di flussi che, soprattutto negli
ultimi anni, sono meno legati alla do-
manda di lavoro non soddisfatta dalla
forza lavoro nazionale e sempre pi
conseguenti alle pressioni migratorie
dovute a condizioni di povert o ad
esodi generati da conflitti.
In Europa la grande maggioran-
za degli stranieri (circa il 72,4%) si
distribuisce in 5 Paesi, alcuni con
una lunga tradizione di accoglien-
za, come Germania (20,3%), Gran
Bretagna (13,1%) e Francia (10,6%)
e altri, come Spagna (15,2%) e Italia
(13,2%), con una storia pi recente di
immigrazione. Sono proprio Spagna
ed Italia i Paesi che fanno registra-
re la crescita pi significativa. Fatto
cento il numero di stranieri presente
nel 2002, a dieci anni di distanza lau-
 DOSSIER_IMMIGRAZIONE E INTEGRAZIONE / 53

mento superiore ai 250 punti percen- trasmissione automatica da parte del

tuali per la Spagna e ai 211 per lItalia. genitore straniero divenuto cittadino
Se la crescita demografica che ha inte- italiano al minore convivente, per ele-
ressato lItalia negli ultimi anni stata
complessivamente modesta, quella del-
la popolazione straniera, come si visto, Se la crescita
stata imponente. Nel 2003 ammonta- demografica che ha
va a 1,5 milioni, e gi nel 2010 aveva su- interessato lItalia negli
perato ampiamente la quota dei quattro ultimi anni stata
milioni, per arrivare nel 2012 a rappre- complessivamente
sentare il 7,9% della popolazione totale.
La crescita ha riguardato in modo si-
modesta, quella della
gnificativo il Nord e il Centro, mentre popolazione straniera
nel Mezzogiorno stata decisamente stata imponente.
pi contenuta ed importante sottoli-
neare che senza il contributo della po- zione da parte dei 18enni nati in Italia
polazione straniera non ci sarebbe stata e regolarmente residenti ininterrotta-
crescita demografica. In particolare 2,3 mente dalla nascita, per ius sanguinis.
milioni di stranieri extracomunitari ri- Nelle pagine seguenti pubblichiamo
siedono nel Nord del Paese (65%), men- un importante contributo del mini-
tre nel Centro (23%) e nel Mezzogiorno stro per lIntegrazione, Ccile Kyen-
(12%) risiede poco pi di un terzo dei ge, e due storie di integrazione che
cittadini extracomunitari regolarmente arrivano da due regioni distanti e dif-
soggiornanti. ferenti: il Veneto e la Calabria.
Fra le regioni del Nord la Lombardia
(26,8%) e lEmilia Romagna (12,5%)
sono le principali destinazioni, mentre,
nel Centro Italia, sono il Lazio (11,6%) e
la Toscana (7,8%) le regioni pi attratti-
ve. Le cittadinanze prevalenti sono Ma-
rocco, Albania, Cina, Ucraina e Filip-
pine. Infine risulta in aumento anche il
numero degli stranieri che acquisiscono
la cittadinanza italiana. Nel 2012 sono
stati 65.383, il 16,4% in pi rispetto
allanno precedente. Il dato compren-
de le acquisizioni della cittadinanza per
matrimonio, per naturalizzazione, per

P O L I T I C A S O C I E T C U L T U R A
 DOSSIER_IMMIGRAZIONE E INTEGRAZIONE / 54
IMMIGRAZIONE, UNA RISORSA
Ccile Kyenge
Ministro per lIntegrazione
L a parola integrazione, essa ha,
a mio avviso, tre principali significati
che potrebbero essere visti come tre
momenti di un processo. Questi signi-
ficati sono:
1. Adeguamento;
2. Interazione;
3. Perfezionamento.
In accordo al primo significato inte-
grazione un processo di adattamen-
to attivo e creativo, significa riuscire a
star bene in una situazione nuova.
Secondo questo significato lintegra-
zione non riguarda solo gli immigrati.
Qualsiasi essere vivente che si trova in
un contesto nuovo o mutato deve so-
stenere la sfida dellintegrazione.
Pensate al bambino che per la prima
volta mette piede a scuola. Questo
piccolo scolaro deve orientarsi in un
ambiente diverso da quello familiare,
imparare le nuove regole, adattarsi a
nuovi ritmi e abitudini, superare il di-
spiacere di stare lontano dai genitori,
fare nuovi amici, apprezzare i cibi che
propone la mensa e che sono diversi da
P O L I T I C A S O C I E T C U L T U R A
quello che mangia a casa, sostenere la
fatica e la gioia di imparare molte cose
nuove.
Ma lintegrazione non un processo
a senso unico, il lavoro di adattamen-
to non spetta solo al bambino, anche
la scuola deve fare la sua parte. Cos
come una comunit politica deve pre-
vedere dei percorsi di inclusione del
nuovo o del diverso, cio di tutti, per-
ch nessuno normale.
La scuola deve provvedere a creare un
ambiente accogliente, deve valorizza-
re il bambino per ci che senza im-
porgli un modello standard di allievo,
deve aver rispetto dello stile educativo
dei genitori che pu differire da quello
della scuola, deve garantire che la sua
personalit e i suoi talenti possano es-
sere coltivati, comprendendo lo sforzo
che il bimbo sta facendo per integrar-
si in quel nuovo contesto.
Da questo punto di vista integrazione
non assimilazionismo. Lassimilazio-
nismo chiede alla persone di perdere la
propria differenza, di tradire le radici
e uniformarsi alla maggioranza. Ma in
 DOSSIER_IMMIGRAZIONE E INTEGRAZIONE / 55
questo modo si fa violenza alle perso-
ne e si perde in ricchezza e variet.
La mia idea di integrazione richiede
una reciprocit di impegno dellindivi-
duo e della comunit. Ad entrambi
chiesto di aprirsi al nuovo e di accet-
tare un cambiamento che per pu di-
ventare crescita.
La ricchezza culturale dellItalia non
esisterebbe se gli autoctoni non aves-
sero accolto il nuovo che proveniva
dai vari popoli con i quali entravano
in contatto. Cosa sarebbe stata Roma
Antica senza lapporto culturale dei
Greci? Cosa sarebbe stata la scienza e
la tecnologia senza il contributo della
civilt araba? Cosa sarebbe stata lItalia
se si fosse chiusa allarrivo di quella re-
ligione mediorientale che il Cristia-
nesimo? Cosa sarebbe la meravigliosa
cucina italiana se non si fossero voluti
usare ingredienti un tempo esotici, ar-
rivati dalle Americhe, come il pomo-
doro e il mais? In tempi pi recenti
cosa sarebbe il nostro quotidiano se
cancellassimo tutti i prodotti ideati o
costruiti altrove?
Voglio, per, precisare che per me in-
tegrazione non significa relativismo
indiscriminato. Non va tutto bene. La-
pertura allaltro e al nuovo non deve ri-
nunciare ad un atteggiamento critico.
Una societ plurale ha comunque bi-
sogno di fondarsi su alcuni principi
che non possono essere negoziati.
Allinterno degli stati democratici,
questi principi sono espressi nella Co-
stituzione.
Il secondo significato del termine in-
tegrazione anche interazione coo-
perativa.
P O L I T I C A S O C I E T C U L T U R A
Ad esempio, quando si parla di un
progetto integrato significa che varie
istituzioni, diverse parti sociali, esper-
ti con differenti competenze lavorano
insieme per risolvere un problema co-
mune, un problema complesso che ha
bisogno di essere compreso e affronta-
to da molti punti di vista.
La societ e la vita ci pongono sempre
problemi complessi che dobbiamo ri-
solvere insieme con gli altri e per farlo
dobbiamo interagire e cooperare. Se ci
riusciamo allora uno pi uno non far
due, ma un risultato molto pi alto.
Questa la forza dellintegrazione: au-
menta il valore e la forza di ciascuno.
La nostra popolazione infatti con-
trapposta in molti modi, negli ultimi
anni poi la disuguaglianza cresciu-
ta pericolosamente mettendo cos a
repentaglio giustizia e pace sociale.
Dobbiamo lavorare per integrare la so-
ciet, per affrontare i diversi conflitti
in maniera democratica, per debellare
la guerra tra poveri e dichiarare una
battaglia congiunta contro quelli che
sono i veri mali: come le mafie, la di-
soccupazione, la precariet, la violen-
za e la dispersione scolastica, ecc.
Con il mandato che ho ricevuto in-
tendo favorire questo processo di in-
clusione, soprattutto combattendo la
marginalit sociale. Perch un Paese
plurale e coeso un Paese pi forte.
Vogliamo che realt diverse cooperino
insieme per sviluppare idee e pratiche
innovative che finalmente scalfiscano
vecchi problemi oramai cronicizzati.
Faccio un esempio. Gi dagli anni 80
in Italia la questione rom stata af-
frontata costruendo i famosi campi
nomadi, dei luoghi di marginalit e
 DOSSIER_IMMIGRAZIONE E INTEGRAZIONE / 56
segregazione che hanno aumentato la
sofferenza dei rom e aggravato i com-
portamenti antisociali.
Questo approccio stato inefficace,
perch al posto di diminuire linsicu-
rezza lha accresciuta, ed anche co-
stata moltissimo.
Invece con la Strategia nazionale di
inclusione dei Rom, Sinti e Caminan-
ti che abbiamo inaugurato vogliamo
perseguire uneffettiva azione parte-
cipativa. La politica dellintegrazione,
al contrario della politica dellemargi-
nazione, una forma di prevenzione
delle patologie sociali e individuali. In-
vestire sullintegrazione ha un doppio
vantaggio: ottiene pi risultati e costa
meno.
Per costruire dei percorsi di integra-
zione di successo dobbiamo certa-
mente cambiare il paradigma: lotta
allemarginazione non significa guerra
agli emarginati. Non vanno bene le po-
litiche che colpiscono i deboli e le vitti-
me, che addossano loro responsabilit
che sono prima delle istituzioni.
Nel terzo significato integrazione vuol
dire completare una cosa incompleta,
perfezionare una cosa imperfetta.
Ecco, credo che questo debba essere lo
spirito dellaccoglienza. Se arriva una
persona nuova dobbiamo rapportarci
come se fosse lelemento che manca-
va per completarci, quel tassello che
permetter alla comunit di diventare
migliore.
Qualcuno mi accuser di buonismo.
Ma fare in modo che le persone possa-
no essere un valore aggiunto e non un
costo in bilancio la scommessa della
buona politica, ci che permetter di
P O L I T I C A S O C I E T C U L T U R A
fare la differenza.
Siamo abituati a vedere i diritti come
se fossero un bene ad esaurimento,
come una torta: pi grande la tua
fetta, pi piccola la mia. Ma i diritti
sono un bene comune che si accresce
quanto pi sono distribuiti.
Fare integrazione significa anche ide-
are politiche che, al posto di contrap-
porre interessi, permettano alle diver-
se componenti della societ di avere
diritti e interessi sinergici e con van-
taggi che addirittura si accrescono nel-
la collaborazione.
Faccio degli esempi. Laccoglienza dei
rifugiati, non necessariamente un
costo, ma pu divenire una chance di
sviluppo locale. Questo lhanno ben
capito alcuni comuni della Calabria
come Riace, Caulonia e Acquaformo-
sa. Il loro motto aiutando ci aiutia-
mo. Queste cittadine erano spopolate
e invecchiate a causa di una forte emi-
grazione, le scuole erano state chiuse,
i servizi ridotti e gli edifici rovinati
dallabbandono; ma sono rifioriti gra-
zie al fatto di aver voluto accogliere i
profughi. I migranti hanno recuperato
le case abbandonate, hanno rianimato
leconomia locale, le scuole sono state
riaperte e nelle piazze sono tornate le
voci dei bambini, cooperative di per-
sone locali e rifugiati hanno dato vita
a piccole botteghe per il recupero dei
vecchi mestieri e cos tornato an-
che il turismo. Inoltre proprio perch
la comunit ha affrontato il problema
nello spirito dellintegrazione e non
della segregazione, non si mai verifi-
cato nessun problema di sicurezza.
Le politiche per lIntegrazione sono di-
 DOSSIER_IMMIGRAZIONE E INTEGRAZIONE / 57

ventate, dunque, una specifica respon-

sabilit politica e governativa. Il mio
ruolo istituzionale importante al fine
di concorrere a trovare una migliore
convivenza nazionale e promuovere
una maggiore collaborazione e capaci-
t di collegamento tra i tanti soggetti
pubblici e privati coinvolti.

Per concludere pi uguaglianza signi-

fica pi giustizia, stabilit e crescita.
La gran parte degli economisti sosten-
gono che luguaglianza aiuta la cresci-
ta economica. Estirpare la marginali-
t infatti significa pi istruzione, pi
competenza professionale e impren-
ditoriale, meno devianza, minor spesa
sociale e una popolazione pi capace
di partecipare alla vita pubblica. Tutte
condizioni per la crescita di un paese.

P O L I T I C A S O C I E T C U L T U R A
 DOSSIER_IMMIGRAZIONE E INTEGRAZIONE / 58
VENETO, LE STORIE DI MASSER E SAID
Giorgia Gay
Giornalista
S ono oltre 530 mila gli immigra-
ti stranieri in Veneto, stando ai dati
dellultimo rapporto sullimmigrazio-
ne elaborato dalla Regione, relativi al
2012. Con un tasso di 25mila nuovi
residenti lanno, il Veneto si colloca al
terzo posto in Italia per presenza stra-
niera, a pari merito con Emilia Roma-
gna e preceduto solo da Lombardia e
Lazio. Lincidenza sul totale della po-
polazione del 10 per cento: ci signi-
fica che mediamente un cittadino ogni
dieci di origine straniera. Sono nu-
meri che testimoniano quanto sia di-
ventata centrale la partita dellintegra-
zione, che interessa ogni ambito della
vita quotidiana: dalla scuola al lavoro,
dal tempo libero alla partecipazione.
Dietro i numeri, le stime e le percen-
tuali ci sono storie di vita, esperienze
di impegno e di integrazione sul cam-
po, sfide vinte e traguardi raggiunti.
Dietro i numeri ci sono nomi come
quello di Masser Diane o Said Chaibi,
sinonimi di impegno e di voglia di fare
la differenza.
Masser Diane di origine senegalese.
P O L I T I C A S O C I E T C U L T U R A
Quarantanni, sposato con due figlie,
in Italia dal 2001 e oggi si occupa di
immigrazione per la Cisl di Venezia.
La sua storia iniziata, come quella di
molti altri, nel segno dellirregolarit.
Da allora ha fatto molta strada, fino a
diventare referente del sindacato con
lobiettivo di aiutare altri lavoratori,
immigrati ma anche italiani. Appe-
na arrivato in Italia ho trascorso nove
mesi come venditore ambulante. Poi,
nel 2002, ho avuto la fortuna di incon-
trare una persona che mi ha voluto
come collaboratore per la sua azien-
da che vende macchinari e strumenti
alberghieri a Venezia. In occasione
della sanatoria del 2003 arrivata la
regolarizzazione, con un contratto a
tempo determinato fino al 2006. A
quel punto ho intrapreso un percorso
di formazione come saldatore e ho la-
vorato come metalmeccanico carpen-
tiere fino al 2008. Una volta concluso
anche questo contratto sono rientrato
nella prima azienda che mi aveva as-
sunto, a Venezia, e ho ottenuto un con-
tratto a tempo indeterminato. La mia
 DOSSIER_IMMIGRAZIONE E INTEGRAZIONE / 59
mansione di gestione dei trasporti e
del magazzino. Nel 2005, intanto, ar-
riva liscrizione alla Cisl per far fronte
a un problema di discriminazione sul
posto di lavoro, sfociato in una de-
nuncia per mobbing e concluso con
lallontanamento dal posto di lavoro
dellautrice di discriminazione. Da
allora ho iniziato a impegnarmi attiva-
mente nel sindacato e grazie a questa
esperienza sento di essermi arricchito
tanto, dal punto di vista lavorativo ma
anche umano. Ora conosco i miei di-
ritti e i miei doveri e riesco ad aiuta-
re concretamente le persone, essendo
diventato un punto di riferimento per
amici e colleghi. C una grande neces-
sit di aiuto, sostegno, orientamento
tra i lavoratori, maggiore rispetto al
passato. Sono molti gli immigrati che
stanno affrontando una situazione non
facile. So di molti che avendo perso
il lavoro ed essendo privi di un punto
di appoggio sono stati costretti a tor-
nare a casa. Alcuni di quelli che erano
a ricongiungersi con i propri famigliari
hanno dovuto rimandarli in Senegal.
Limpegno di Diane non si esaurisce
nel sindacato: Sono presidente di
una parte di comunit senegalese. Dal
2006 al 2010 sono stato co-presidente
dellassociazione Oltre le frontiere e
dal 2010 al 2012 ho rivestito la carica
di vicepresidente della consulta per
limmigrazione della provincia di Ve-
nezia. Mi fa piacere dare una mano alla
comunit, mi d soddisfazione aiutare
le persone che hanno bisogno. Certo,
difficile combinare lavoro, impegno
religioso, sociale e familiare ma un
impegno che sto portando avanti con
passione.
P O L I T I C A S O C I E T C U L T U R A
Torniamo per un attimo ai numeri. Dei
530 mila immigrati stranieri in Veneto
248mila sonooccupati (il 12 per cen-
to del totale). Limpatto della crisi si
fatto sentire con particolare violenza:
le assunzioni di stranieri sono calate
dalle 200 mila del 2008 alle 180 mila
del 2011. Il numero di disoccupati
arrivato a 28 mila e un quinto degli
ammortizzatori sociali servito a co-
prire la mobilit a lavoratori immigra-
ti. Dallintero arco della crisi il saldo
di 10 mila lavoratori stranieri in meno
e del 5 per cento in meno dei posti di
lavoro dipendente. Questo perch gli
stranieri sono presenti soprattutto nei
comparti pi colpiti, come le costru-
zioni e il manifatturiero.
Eppure il contributo economico resta
rilevante: nel Nordest le quasi 100mila
imprese condotte da imprenditori
stranieri concorrono alla produzione
del 6,4% del Pil complessivo dellarea,
per un ammontare di 19 miliardi di
euro. Anche questa integrazione.
Molto diversa, per ragioni anagrafiche
ma anche di settore di impegno, la
storia di Said Chaibi. Il suo a Treviso
sinonimo di cambiamento: il primo
consigliere comunale immigrato eletto
nella recente tornata elettorale. Al suo
fianco un altro nome simbolo, quello
di Pretty Gorza, avvocatessa di origi-
ne indiana anchessa eletta in Comune.
Ventitr anni ancora da compiere, Said
nato in Italia da genitori marocchini.
Italiano e orgogliosamente trevigia-
no - si definisce nella sua pagina Face-
book -. Un nuovo cittadino o come
preferisco, un ragazzo italiano come
tanti. Mi sono da sempre impegnato
in prima persona per il cambiamento
 DOSSIER_IMMIGRAZIONE E INTEGRAZIONE / 60

in positivo della mia, nostra, citt. di stato una tesina sulle seconde gene-
Dando unocchiata ai risultati delle vo- razioni che si chiudeva con il racconto
tazioni, si scopre che Said eletto tra della nostra esperienza. Ne sono mol-
le fila di Sel nella coalizione Treviso to contento e mi metto a disposizione
Bene Comune - ha ottenuto il doppio di questi ragazzi per dare una spinta
delle preferenze del sindaco uscen- a cambiamento di Treviso, per con-
te Gobbo. E in una citt come Trevi- trastare la deriva xenofoba con buone
so, ad alto tasso di immigrazione ma pratiche e buona politica. A pochi
anche roccaforte leghista, pi che un mesi dallinsediamento della nuova
cambiamento questo sembra una vera amministrazione molto gi in cantie-
e propria rivoluzione. Ho fatto il mio re. Puntiamo a un sistema educativo
ingresso in politica a 15 anni a segui- non monoculturale. Sociale, scuola,
to di un piccolo episodio di razzismo informatizzazione. Stiamo costruen-
a scuola - racconta -. Tornando a casa, do un percorso di educazione senti-
disperato, son passato davanti alla sede mentale e anti discriminazione. Nelle
di Rifondazione e mi sono iscritto. Da scuole elementari Coletti dal terzo
allora limpegno nella vita della citt anno insegneremo unora a settimana
stato costante. Molte le soddisfazioni di arabo, extracurricolare. Lo ritenia-
e le occasioni di crescita, soprattut- mo un modo utile per far conoscere
to in occasione dellultima campagna la cultura di una parte degli alunni ai
elettorale vinta dallattuale sindaco Pd propri compagni di banco.
Giovanni Manildo. Non sono manca-
ti, per, gli attacchi personali: Sono
stato preso pi volte di mira da parte
di colleghi leghisti che hanno cercato
di mettermi in difficolt. Ho ricevuto
offese costanti su Facebook. Ma alla
fine il risultato arrivato. In generale
adesso le persone riconoscono il ruo-
lo di consigliere, anche se non detto
che non sia solo un atteggiamento di
facciata. passato ancora troppo poco
tempo per capire se davvero Treviso
abbia fatto un passo avanti. Certamen-
te la mia presenza e quella di Pretty
Gorza un segnale importante. in-
negabile che siamo diventati un sim-
bolo. I simboli sono importanti, ma
ora dobbiamo riempirli di contenuto
e per questo dobbiamo dare il meglio.
Mi stato riferito che una ragazza del
liceo classico ha realizzato per lesame

P O L I T I C A S O C I E T C U L T U R A
 DOSSIER_IMMIGRAZIONE E INTEGRAZIONE / 61
CALABRIA, LA LEZIONE DELLA CITT
DEI BRONZI
Filarete
I l mare. Dimenticatelo come trap-
pola mortale per chi va alla ricerca di
un futuro migliore, pi dignitoso. Il
mare anche libert, riscatto sociale,
coraggio, orgoglio, rinascita. E questo
vale non solo per i tanti fortunati che
sono riusciti, dopo un avventuroso e
rischioso viaggio in barcone, a sbar-
care su lidi meno ostili. Questo vale
anche per le mte dei loro viaggi: i mi-
granti costituiscono un valore aggiun-
to per le societ che li accolgono. Una
ricchezza non solo culturale, perch
da che mondo e mondo le differenze
arricchiscono. Ma sono anche una ric-
chezza materiale, perch i migranti
sono forza-lavoro, svolgono mansioni
importanti, accettano lavori trascurati
dagli italiani, preziosi per il loro va-
lore sociale, come accade per le tante
straniere che accudiscono gli anziani,
una presenza di importanza vitale, una
presenza insostituibile. Gli stranieri
oramai fanno parte del nostro tessuto
culturale ed imprenditoriale, con buo-
na pace della Lega e dei movimentu-
coli xenofobi che ogni tanto si fanno
P O L I T I C A S O C I E T C U L T U R A
sentire.
Il mare, per esempio, ha costituito la ri-
nascita per Riace, un Comune del reg-
gino arroccato su un costone roccio-
so che dalla costa ionica si raggiunge
percorrendo 7 chilometri di tornanti,
con tuttintorno un paesaggio a tratti
lunare. Questo piccolo paese, famoso
in tutto il mondo per i Bronzi, era let-
teralmente destinato a morire per via
di quei fenomeni cos diffusi nei piccoli
centri italiani, al sud in particolare: in-
vecchiamento della popolazione, forte
emigrazione, spopolamento dellabita-
to con abbandono di case e terre. Oggi,
invece, Riace conosciuta in tutto il
mondo anche per essere la citt sim-
bolo dellaccoglienza. qui, infatti, che
il sindaco Mimmo Lucano ha ospitato
centinaia di profughi e rifugiati politici
sbarcati sulla costa ionica, assegnando
loro le case del centro storico abban-
donate dai riacesi.
La straordinaria storia di Riace la
protagonista del film Il volo di Wim
Wenders, che ha raccontato la grande
attenzione della comunit riacese per
 DOSSIER_IMMIGRAZIONE E INTEGRAZIONE / 62
il recupero dellantico borgo storico,
listituzione di borse lavoro, lattiva-
zione di un laboratorio permanente
per la valorizzazione e il recupero di
arti e mestieri, che sono espressione
della specificit del territorio. Grazie
al lavoro del Comune stato possibile
ricreare il tessuto economico tradizio-
nale, valorizzando la micro-economia,
recuperando gli antichi mestieri, il
credito etico, il consumo responsabile
e il turismo etico. Il tutto affidato a mi-
granti e abitanti del luogo insieme, in
una felice sinergia.
La rinascita di Riace, dunque, arri-
vata dal mare. Riace tornata a nuova
vita, e lo ha fatto nel momento in cui,
sulle splendide coste del mar Ionio,
finito lavventuroso viaggio delle car-
rette del mare cariche di profughi e
rifugiati politici. Centinaia, migliaia di
donne, uomini e bambini alla ricerca
di una vita pi dignitosa. Per loro lo
sbarco sulle spiagge incantevoli della
costa calabrese non ha rappresentato
un punto di arrivo, la fine di un per-
corso, piuttosto linizio di un viaggio
difficile e avventuroso alla ricerca di un
lavoro, di un tetto sotto il quale dormi-
re, di una citt accogliente nella quale
rinascere.
I riacesi non ci hanno pensato due vol-
te: li hanno accolti nella loro comunit
e ospitati, assegnando loro le case del
centro storico, oramai abbandonate.
Un esempio di solidariet e integrazio-
ne di una semplicit, genuinit ed effi-
cacia disarmanti. Riace e il suo sindaco
Mimmo Lucano, con ladesione alla
rete dei Comuni Solidali, hanno scelto
di intraprendere una politica di inte-
grazione ed accoglienza: la cittadina
P O L I T I C A S O C I E T C U L T U R A
diventata luogo di ospitalit diffusa e
laboratorio permanente per valorizza-
re le tradizioni del territorio.
Un modello positivo di accoglienza
ed integrazione, peraltro in una realt
difficile come quella della Locride, che
fa di Riace un vero laboratorio socia-
le. Che per ha attirato le attenzioni
dei farneticanti di turno, che hanno
minacciato pesantemente il sindaco
Lucano ma anche la ministra per lIn-
tegrazione Ccile Kyenge, ed hanno
annunciato di avere come obiettivo
lespulsione dal territorio italiano di
tutti i cittadini di razza e sangue afri-
cano sbarcati sulle coste italiane. Au-
tori della missiva sono i responsabili
del Partito Nazionalista Italiano, un
gruppetto sparuto ma dalle idee ben
confuse, indispettito dagli ottimi pro-
positi del sindaco e dalla grande atten-
zione delle istituzioni al caso-Riace,
con le recenti visite della stessa mini-
stra Kyenge e del Presidente della Ca-
mera, Laura Boldrini.
Ci dispiace deludere tutti gli italiani
animati da sentimenti xenofobi, razzi-
sti, fascisti, ma le loro battaglie pseudo
nazionaliste, con slogan farneticanti
che ricordano quelli che animavano
i seguaci del Ku Klux Klan, non solo
sono destinate a fallire, ma provoca-
no lindignazione di milioni di italiani,
senza distinzioni di sorta. Ci dispiace
tanto, ma non si possono fermare la
voglia di libert, di rivincita, lorgoglio,
il coraggio. Non si pu fermare il mare!