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Il laterizio un materiale per definizione sostenibile, grazie ad una materia prima naturale e
abbondante in natura, ed a prestazioni che assicurano elevati livelli di risparmio energetico,
comfort, salute e igiene ambientale, ma anche opportuni requisiti di sicurezza strutturale nei
confronti del fuoco e degli eventi sismici. Negli ultimi anni queste caratteristiche si sono abbinate,
grazie a politiche innovative di settore, a stimolanti esiti di ricerca che hanno consentito impieghi
fortemente all'avanguardia di un materiale con radici antichissime, ma che dimostra di reggere
benissimo la sfida della modernit.
In edilizia, l'innovazione difficilmente scaturisce dalla ideazione ma , piuttosto, il frutto di
sinergie diverse (progettisti, produttori, esecutori) che devono confrontarsi con il mercato e le sue
dinamiche per verificare la possibilit di affermarsi.
L'innovazione che deriva dal nuovo modo di utilizzare materiali noti e di uso consolidato,
attraverso la scoperta di potenzialit inesplorate offerte anche da nuove procedure di
trasformazione della materia prima in prodotti finiti, simultaneamente a scelte costruttive e di
assemblaggio, sicuramente in grado di garantire anche nel nuovo gli elevati standard qualitativi e
la durata tipica delle costruzioni tradizionali. Anche un settore dalla storia lunga e stratificata, come
quello del laterizio, si pone continuamente nuovi traguardi: per migliorare la qualit, rendere la
produzione pi efficiente, sviluppare prodotti che vengano incontro alle mutate necessit.
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INDICE
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4.5 RIPARTIZIONE DEL CARICO SUGLI ELEMENTI PERIMETRALI....................... 35
4.5.1 Premessa ......................................................................................................... 35
4.5.2 Criteri di modellazione globale .......................................................................... 36
5 LE PROVE DI CARICO ............................................................................................... 39
5.1 OSSERVAZIONI GENERALI ............................................................................... 39
5.2 OSSERVAZIONE SULLA RIGIDEZZA DELLO SCHEMA STRUTTURALE.......... 39
5.3 OSSERVAZIONE SULLA DEFORMAZIONI DEL CAMPO DI SOLAIO ................ 41
5.4 OSSERVAZIONE SULLA RIPARTIZIONE DEL CARICO .................................... 44
5.5 OSSERVAZIONE SULLA SOVRARESISTENZA PER TAGLIO ........................... 46
5.6 OSSERVAZIONE SULLA MODALIT DI DISTACCO DEI TRAVETTI ................. 46
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1 INTRODUZIONE
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2 IL SOLAIO MONODIREZIONALE IN LATERO-
CEMENTO
Esistono diverse varianti del prodotto (tra le pi note il Celersap e il Bausta), studiate per
accogliere le molteplici esigenze del costruito legate alla variabilit di geometrie, luci e
sovraccarichi.
Figura 2. Tipologie di solaio in latero-cemento: (a) a travetti tralicciati; (b) a pannelli prefabbricati
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Figura 3. Tipologie di solaio in latero-cemento: (c) a lastra in cls (predalles); (d) a doppi travetti
tralicciati
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Conseguentemente al largo uso, la prassi progettuale ormai consolidata, tanto che le
verifiche e gli esecutivi sono spesso demandati direttamente al Fornitore, invece che dimensionati
dal Progettista Strutturale.
Ci comporta, in molti casi, la non completa coerenza tra le scelte progettuali e gli
orizzontamenti effettivamente messi in opera, con un atteggiamento a volte non sufficientemente
critico da parte dei Tecnici rispetto ad un elemento il cui comportamento una delle ipotesi
fondamentali nella progettazione di una struttura.
Lingegneria moderna, coadiuvata dal nuovo impianto normativo contenuto nelle recenti
Norme Tecniche per le Costruzioni, va, invece, nella direzione di unattenta selezione di carichi,
dimensioni e rigidezze degli elementi strutturali e non, in modo da ottimizzare il comportamento
della costruzione sotto lazione dei carichi verticali e degli eventi naturali (sisma, vento, neve, ecc.).
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3 IL SOLAIO BIDIREZIONALE ORTOSAP
Nel solco della tradizione dei solai tradizionali in latero-cemento si inserisce la novit del
solaio bidirezionale Ortosap.
Questo nuovo tipo di solaio ricalca sostanzialmente la tecnologia usuale, mantenendone
inalterati tutti i pregi elencati in precedenza, e la integra aggiungendo la possibilit di un
comportamento bidirezionale, che supplisce alla forzata monodirezionalit della tecnologia
classica.
Lidea innovativa del solaio Ortosap rispetto al classico monodirezionale consta
essenzialmente di tre componenti:
la formazione di travetto ortogonale alla direzione di estrusione delle pignatte;
locclusione dei fori delle pignatte durante il getto;
larmatura di questi travetti con barre appositamente dimensionate.
I paragrafi successivi illustrano in dettaglio questi elementi.
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3.2 GLI ELEMENTI CARATTERIZZANTI IL SOLAIO ORTOSAP
La formazione del travetto ortogonale alla direzione di estrusione delle pignatte avviene nello
spazio ricavato tra due pignatte attraverso linterposizione di tavella ribassata di larghezza
variabile, preferibilmente, dai 10 ai 20 cm.
Al loro interno viene posizionata larmatura in direzione ortogonale ai travetti tralicciati,
composta da barre sia superiori che inferiori; il copriferro idoneo per le barre garantito in maniera
esatta dalle nervature presenti sul laterizio ribassato,
Tutte le operazioni di posa in opera rimangono analoghe al solaio tradizionale
monodirezionale.
3.2.2 IL PARAGETTO
Per impedire al cls di riempire le pignatte in fase di getto, inoltre, stato elaborato il concetto
di paragetto, da applicare in modo semplice e immediato durante il montaggio dei laterizi di
alleggerimento.
Il paragetto realizzato in polistirolo termoformato da uno stampo appositamente realizzato
sulla base della forma delle pignatte sulle quali applicato:
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Questi concetti possono essere comunque applicati in modo efficace anche ai classici solai
monodirezionali in corrispondenza dei rompitratta o delle zone con pignatte ribassate, in quanto
possibile adattare gli stampi a qualunque tipo di pignatta presente sul mercato dei laterizi estrusi.
Inoltre, pure possibile tarare la profondit degli incavi in corrispondenza dei fori o
addirittura lasciare aperti alcuni spazi per favorire lingranamento tra pignatta e cls e migliorare il
comportamento a taglio.
Il perfetto serraggio del paragetto alla pignatta garantito dalla deformazione plastica delle
protuberanze poste ai bordi degli incavi.
La presenza inoltre di irrigidimenti garantisce unefficace presidio alle azioni in fase di getto
del calcestruzzo.
La posa in opera delle tavelle ribassate viene realizzata ogni due o tre pignatte, secondo lo
schema di progetto; in particolare, importante che sia ben definita la posizione dei travetti
tralicciati e delle armature ortogonali.
Ci rende conveniente, come logica conseguenza, disporre gli elementi componenti il solaio
a partire dalla mezzeria del vano.
Figura 7. Estensione del concetto bidirezionale a tutte le tipologie con laterizio estruso di tipo
autoportante con paragetto: (a) solaio bidirezionale Ortosap con travetto tralicciato singolo e travetto
ortogonale ogni 3 pignatte; (b) solaio bidirezionale Ortosap con travetto tralicciato doppio e travetto
ortogonale ogni 2 pignatte
Figura 8. Estensione del concetto bidirezionale a tutte le tipologie con laterizio estruso di tipo
autoportante con paragetto: (c) solaio bidirezionale Ortosap tipo Bisap; (d) solaio bidirezionale
Ortosap a lastra in cls (predalles)
Quando si arriva in prossimit dei bordi del vano, essendo non pi necessaria da calcolo per
il solaio Ortosap la fascia piena agli appoggi, vengono previste delle pignatte speciali preforate
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per agevolarne il taglio a misura con tradizionale martellina, in modo da ripulire il perimetro del
campo di solaio, per ovviare al malcostume di tagli improvvisati e irregolari che possono portare
anche a significativi aumenti di peso proprio non previsti in progetto dovuti al riempimento con il
getto di cls dei fori dei laterizi e nei tagli mal eseguiti.
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3.2.4 GLI SCHEMI DI MONTAGGIO
Nella figura seguente si riporta lo schema di montaggio di una maglia tipo di solaio
bidirezionale Ortosap:
Figura 11. Schema tipo della disposizione in pianta del solaio bidirezionale Ortosap Modulo 2 con
asse di simmetria in corrispondenza dei travetti tralicciati principiale e ortogonale
Figura 12. Schema tipo della disposizione in pianta del solaio bidirezionale Ortosap Modulo 2 con
asse di simmetria in corrispondenza della pignatta e del travetto tralicciato ortogonale
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Figura 13. Schema tipo della disposizione in pianta del solaio bidirezionale Ortosap Modulo 3 con
asse di simmetria in corrispondenza dei travetti tralicciati principiale e ortogonale
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3.3.3 POSSIBILIT DI MODULAZIONE DELLE ALIQUOTE DI CARICO SUGLI
ELEMENTI PORTANTI
l 2 t 0 0
Mu = 1
0.85f [7.8.2]
2 d
dove:
Mu il momento corrispondente al collasso per pressoflessione
l la lunghezza complessiva della parete (inclusiva della zona tesa)
t lo spessore della zona compressa della parete
0 la tensione normale media, riferita allarea totale della sezione (= P/(lt), con P
forza assiale agente positiva se di compressione). Se P di trazione, Mu = 0
fd = fk / M la resistenza a compressione di calcolo della muratura
1.50 d 0
Vt = l t 1+ [8.7.1.1]
b 1.50 d
dove:
l la lunghezza del pannello
t lo spessore del pannello
0 la tensione normale media, riferita allarea totale della sezione (= P/lt, con P forza
assiale agente, positiva se di compressione)
ftd e 0d sono, rispettivamente, i valori di calcolo della resistenza a trazione per fessurazione
diagonale e della corrispondente resistenza a taglio di riferimento della muratura (ft
= 1.5 0d ); nel caso in cui tale parametro sia desunto da prove di compressione
diagonale, la resistenza a trazione per fessurazione diagonale ft si assume pari al
carico diagonale di rottura diviso per due volte la sezione media del pannello
sperimentato valutata come t(l+h)/2, con t, l e h rispettivamente spessore, base,
altezza del pannello.
b un coefficiente correttivo legato alla distribuzione degli sforzi sulla sezione,
dipendente dalla snellezza della parete. Si pu assumere b = h/l, comunque non
superiore a 1,5 e non inferiore a 1, dove h l'altezza del pannello.
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3.3.4 PIENO SFRUTTAMENTO DELLE CAPACIT RESISTIVE DEL SOLAIO
La soluzione Ortosap, in estrema sintesi e nel quadro di una generale rivisitazione critica
del vecchio solaio monodirezionale, rilegge in maniera estensiva sul piano strutturale leffetto del
rompitratta, peraltro gi noto e conosciuto laddove si pongono problemi di eccessiva
deformabilit per solai autoportanti con getto di completamento in opera.
Il limite di tale utilizzo risiede, tuttavia, nellincremento non controllato di peso
dellorizzontamento dovuto al parziale riempimento delle pignatte adiacenti al rompitratta in fase
di getto, che viene superato nella proposta del solaio Ortosap attraverso il concetto generico di
paragetto; inoltre, lelemento rompitratta non viene mai considerato nel calcolo sia del solaio che
globalmente della struttura, mentre nel caso del solaio Ortosap se ne sfruttano appieno anche le
caratteristiche di resistenza.
Questo concetto era peraltro gi presente anche in un altro ambito tipologico, sia pure non
afferente alla tipologia della soluzione in esame (propria dei solai monodirezionale e bidirezionali
parzialmente autoportanti con getto di completamento in opera), ovvero quello dei solai
bidirezionali non autoportanti e casseratura continua con alleggerimento in laterizio e tappo di
occlusione delle pignatte in laterizio.
Loriginalit del solaio bidirezionale Ortosap sta nel fatto di applicare il concetto della
bidirezionalit ai solai in latero-cemento parzialmente autoportanti grazie a elementi prefabbricati
quali travetti tralicciati o lastre.
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3.3.6 RIDUZIONE DELLE MONCONATURE AGGIUNTIVE PER MOMENTO NEGATIVO
Dalle calcolazioni effettuate si constata che in molti casi a momento negativo potrebbe non
essere necessaria la monconatura aggiuntiva, in quanto la stessa rete elettrosaldata comunque
presente allestradosso del solaio potrebbe risultare sufficiente.
Figura 15. Specializzazione delle fasce centrali nei solai con luci importanti
Figura 16. Soluzione per le zone di sovrapposizione delle armature e banchinaggio esteso
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DIMENSIONI CARICHI RISULTATI SLU RISULTATI SLE
8.00
Q = 200 daN/m2 fmax,2 = 1.3 cm < L/500
MEd,P = 3745 daNm
9.00 MRd,P = 3810 daNm
MEd,S = 3196 daNm
MRd,S = 3365 daNm
Figura 17. Esempio di calcolo di un solaio bidirezionale su luci sfidanti
Nel caso di destinazioni duso particolarmente gravose, con alto grado di affollamento,
questa tecnologia consente ancora di sfruttarne tutti i suoi vantaggi senza dover obbligatoriamente
passare a tipologie di solai pi complesse, con tutti gli oneri che ne conseguono. Si veda in tal
senso lesempio riportato di seguito:
Bidirezionale modulo 2 no fascia piena incremento del 10% del peso proprio
effettivo - incremento del 200% del carico accidentale
Figura 18. Confronto di calcolo tra un solaio monodirezionale e un solaio bidirezionale a parit di
altezza della sezione e a parit di luci di calcolo
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DIMENSIONI CARICHI RISULTATI
G1 = 270 daN/m2
G2 = 350 daN/m2
Q = 200 daN/m2 fMAX = 0.37 cm
----------------------------
qSLE = 680 daN/m2
G1 = 325 daN/m2
G2 = 350 daN/m2
Q = 200 daN/m2
----------------------------
fMAX = 0.29 cm
qSLE = 735 daN/m2
qSLE,S = 333 daN/m2
qSLE,P = 402 daN/m2
Bidirezionale modulo 2 effetto piastra riduzione della freccia massima del 20%
Figura 19. Confronto di calcolo tra un solaio monodirezionale e un solaio bidirezionale nelle condizioni
di esercizio
Loriginalit di Ortosap sta nel fatto di applicare il concetto della bidirezionalit ai solai in
latero-cemento parzialmente autoportanti grazie a elementi prefabbricati quali travetti tralicciati o
lastre.
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costruttivi al fine di raggiungere una duttilit globale delle strutture, che intrinsecamente rispondono
a idealizzati comportamenti non lineari tanto dei materiali (calcestruzzo e acciaio) quanto delle
sezioni sismo-resistenti: travi, pilastri, setti (diagrammi momento-curvatura bilineari con ramo
anelastico).
La necessit quindi di correlare valutazioni cos ingegneristicamente naturali a calcoli
numericamente complessi comporta molto spesso scelte strutturali economicamente
svantaggiose.
Lesempio pi banale quello della trave intermedia di un portale pluripiano impostato su
due pilastri che deve sopportare carichi di progetto supponiamo di elevata intensit.
La progettazione pi corretta richiederebbe la progettazione di sezioni di opportuna rigidezza
con braccio delle forze interne adeguato a sopportare dal punto di vista capacitivo la domanda di
progetto.
Ci comporta tuttavia la definizione di sezioni alte che presentano momenti resistenti elevati
nelle sezioni di estremit della trave stessa.
Lintroduzione del concetto di capacity design fa si che necessariamente i pilastri, dovendo
essere pi resistenti delle travi (in quanto lo sforzo normale su di essi agente ne riduce la duttilit),
presentino sezioni pi grandi e pi armate di quelle della trave su di essi impostata.
La possibilit di contare su unadeguata ripartizione dei carichi, uniformandola sugli elementi
orizzontali di sostegno - le travi -, comporta una maggiore omogeneit sia delle sezioni che delle
armature dei pilastri.
Ad oggi la presenza sul mercato di sistemi di impalcato prevalentemente costituiti da solai
latero-cementizi che presentano travetti tralicciati nervati monodirezionali specializza in pratica, nei
grigliati bidirezionali della struttura sismoresistente, travi principali e travi secondarie.
Questo aspetto non aiuta a progettare elementi gerarchicamente omogeneizzabili, infatti
nelle due direzioni principali della sezione dei pilastri ci sar uno sbilancio delle armature e delle
dimensioni geometriche della sezione dovuto a differenti necessit capacitive.
Il solaio Ortosap, mediante la bidirezionalit delle nervature, garantisce una ripartizione
praticamente equa, viste le dimensioni correnti delle maglie dei telai degli edifici in c.a. (maglie
aventi in pianta dimensioni dei lati o rigidezze delle nervature costituenti il solaio Ortosap
paragonabili), delle caratteristiche di sollecitazione agenti nelle travi dambito.
Questo aspetto presenta due grandi vantaggi.
Il primo, dovendo applicare le formule della Gerarchia delle Resistenze prima per il
dimensionamento delle travi e poi per quello dei pilastri, risulta essere quello che consente di
ricoprire i momenti sollecitanti agenti sulle travi mediante quantitativi di armatura inferiori dando
luogo a momenti resistenti di sezione che non si discostano significativamente nelle due direzioni
principali della struttura (travi equamente caricate da un punto di vista statico, limpegno sismico
dipender dalla configurazione plano-altimetrica dei telai sismoresistenti nelle due direzioni);
questo aspetto consente di gerarchizzare pi facilmente le resistenze per meccanismi fragili (il
taglio) in quanto i momenti di estremit delle singole travi presenteranno valori pi contenuti
rispetto al caso di solai orditi monodirezionalmente.
Le stesse travi presenteranno anche, essendo caricate dal solaio Ortosap in misura
inferiore - grazie alla bidirezionalit del solaio -, sezioni trasversali pi contenute; ci consente di
rispondere senza problemi a quanto previsto al 7.4.6.1.1 del D.M. 14/01/2008 che richiede che
La larghezza b della trave deve essere 20 cm e per le travi basse comunemente denominate a
spessore, deve essere non maggiore della larghezza del pilastro, aumentata da ogni lato di met
dellaltezza della sezione trasversale della trave stessa, risultando comunque non maggiore di due
volte bc, essendo bc la larghezza del pilastro ortogonale allasse della trave.
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Figura 20. C7.2.1: Equilibrio dei momenti per il calcolo delle sollecitazioni di taglio di calcolo VEd
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Allaumentare della compressione aumenta la resistenza a flessione e taglio.
Il valore medio della tensione ultima di taglio fvu nella sezione orizzontale del muro pu
essere espresso attraverso la seguente relazione presente nellEurocodice 6:
fvu = fv0 + y
con:
fv0 = resistenza al taglio di pareti non caricate verticalmente
= coefficiente di attrito
y = tensione verticale.
Come si evince dallespressione riportata sopra, allaumentare dello sforzo normale agente
su una parete si registra anche un incremento della tensione verticale agente sulla sezione di
riferimento, questo fa s che proporzionalmente aumenti anche la resistenza ultima a taglio della
parete stessa.
Questo aspetto determinante al fine di migliorare la risposta sismica nel piano dei pannelli
murari aumentandone in termini capacitivi il comportamento locale e contestualmente, se reso
omogeneo, quello dinsieme della fabbrica muraria.
Lomogeneizzazione nella distribuzione degli stati tensionali verticali resa possibile
attraverso lutilizzo di sistemi bi-direzionali di ripartizione dei carichi gravitazionali (permanenti
strutturali, permanenti non strutturali e carichi variabili).
In questo contesto il solaio bidirezionale Ortosap fornisce eccellenti risposte.
Il solaio bidirezionale Ortosap associa una ottimale distribuzione dei carichi sulle murature
dambito ad un efficace incatenamento dei singoli pannelli murari conferendo una elevata
scatolarit strutturale alledificio in muratura.
Il beneficio, oltre ad essere legato allincremento della resistenza ultima nei confronti delle
azioni taglianti, anche quello di caricare in maniera pi opportuna i setti per azioni ortogonali al
piano dei pannelli diminuendo le parzializzazioni nelle sezioni centrali ove convenzionalmente si
riportano i carichi agenti per effetto del vento e del sisma.
A questo duplice effetto si lega laspetto che la doppia orditura ortogonale garantisce una
realistica risposta a diaframma nonch una tenace cucitura del solaio agli elementi sismo-resistenti
perimetrali, molto importante nel caso di pareti, sulle quali va veicolato il taglio di piano.
In ultimo la bidirezionalit diminuisce la spinta della copertura sugli elementi perimetrali,
soprattutto quando risulta necessario ordire l'orizzontamento nel verso della pendenza.
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risulta necessario aggiungere ai costi le armature dei travetti ortogonali, ma si ha
sicuramente a compensazione una diminuzione delle armature dei travetti tralicciati.
Se consideriamo, invece, lintera struttura, i vantaggi indubbi dei solaio bidirezionale
Ortosap stanno, oltre al netto miglioramento del comportamento strutturale, anche
nellottimizzazione delle dimensioni e delle armature degli elementi portanti in c.a. (travi e pilastri) o
dello spessore delle pareti portanti in muratura.
Il risparmio vero sta proprio in questo secondo aspetto, che probabilmente quello che ha
pi risentito, a livello economico, dellimpatto con le nuove normative sulle costruzioni.
A supporto di questa tesi stato svolto un esempio di calcolo in cui si confrontano il
comportamento statico e sismico di due edifici a struttura intelaiata bidirezionale in c.a. aventi
stessa geometria plano-altimetrica ma realizzati con differenti tipologie di impalcato: solaio a
travetto tralicciato monodirezionale (a) e bidirezionale (b).
I due edifici presentano maglie strutturali, sezioni geometriche e caratteristiche plano-
altimetriche esattamente identiche.
Tuttavia gli stessi si differenziano per la tipologia di impalcato costituente le strutture
orizzontali di sostegno dei carichi verticali e con funzione di ripartizione dei taglianti di piano,
sommatorie crescenti dallalto verso il basso delle forzanti sismiche generate dal prodotto tra le
masse inerziali di impalcato e le accelerazioni dovute allamplificazione crescente del moto sismico
in ingresso dalle fondazioni.
La differenza in termini di peso proprio G1 tra il solaio mono ed il solaio bidirezionale pari a
circa 50 daN/m2 (a vantaggio del solaio monodirezionale a parit di spessore tra i due), fermo
restando che i permanenti portati G2 e i carichi variabili Q rimangono identici in entrambe le
situazioni; ci comporta una minima riduzione delle masse inerziali.
Si vuole tuttavia dimostrare che ledificio (b), quello con solai bidirezionali, presenta - a parit
di quantitativi di calcestruzzo necessari alla realizzazione della struttura - uno sfruttamento pi
uniforme delle sezioni strutturali di travi e pilastri, deformate pi contenute e comportamento
dinamico pi coerente con i principi propri delle conoscenze in materia antisismica.
Figura 21. Edificio (a) con solai Figura 22. Edificio (b) con solai bidirezionali
monodirezionali
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3.6.1 COMPORTAMENTO EDIFICIO A SOLAI MONODIREZIONALE
Figura 23. Edificio (a) con solai monodirezionali: deformata massima circa 8.75 mm
Figura 24. Edificio (a) con solai monodirezionali: sfruttamento aste sbilanciato
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3.6.2 COMPORTAMENTO EDIFICIO B SOLAI BIDIREZIONALE
Figura 25. Edificio (b) con solai bidirezionali: deformata massima circa 5.48 mm
Figura 26. Edificio (b) con solai bidirezionali: sfruttamento aste bilanciato
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Elementi Strutturali CLS (m ) ACCIAIO (daN)
TRAVI 86,4 18000
PILASTRI 25,4 9375
Tabella 2. Edificio tipo (b) con solai bidirezionali: computo materiali
Dal confronto dei risultati dei due modelli, confronto meramente numerico in quanto il
modello (a) con solai monodirezionali porta quantitativi di armatura in termini di rapporto
geometrico che supera i limiti prescritti al 7.4.6.2.1 delle NTC 08 (risultati gi non conformi), si
evince che il comportamento dinsieme migliore nel caso di utilizzo di solai bidirezionali in quanto
sia in termini di deformate che di sfruttamento delle sezioni, legato allincidenza dei pesi delle
armature sulla cubatura del calcestruzzo, il modello (b) vincente sul modello (a).
Infatti, in termini percentuali, il dato pi rilevante riguarda una deformata massima della
struttura per carichi verticali ridotta del 37%; ci implica un miglior comportamento a lungo termine
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per effetti di fluage del calcestruzzo e, in generale, migliori performance nei confronti delle verifiche
agli stati limite di esercizio.
Inoltre, per ci che concerne i pilastri, si ottengono armature pi bilanciate nelle due direzioni
principali della struttura legate ad una distribuzione pi omogenea dei momenti flettenti sulle travi
nella combinazione sismica.
Tale aspetto, inserito nel contesto del capacity design e nellapplicazione del metodo della
Gerarchia delle Resistenze, produce un significativo risparmio di armatura.
Figura 27. Confronto armatura pilastri: Edificio (a) con solai monodirezionali e Edificio (b) con solai
bidirezionali
Nel caso specifico, passando dalledificio con solai monodirezionali a quello con solai
bidirezionali, si ha un risparmio nel quantitativo di armatura dei pilastri pari a circa l8%.
Per ci che concerne le travi, pur non essendovi sostanziali variazioni in termini di armatura,
nel caso del telaio con solai monodirezionali, limpegno delle travi principali risulta tale da non
garantire il rispetto del massimo quantitativo di armatura previsto al 7.4.6.2.1 delle NTC 08.
In virt di quanto sopra esposto, il non rispetto normativo del modello (a) con solai
monodirezionali, tessuti tutti nella stessa direzione, comporta che il confronto non risulti fattibile tra
i due modelli (a) e (b), anche se come dimostrato il modello (b) risponde a tutti i dettami normativi
con un migliore sfruttamento dei materiali in piena conformit con le NTC 2008.
Ci fa s che necessariamente si debba passare a modificare le sezioni geometriche dei
solai monodirezionali del modello (a), aumentandone lo spessore, al fine di ottenere travi pi alte e
pi larghe a parit di sezione geometrica dei pilastri al fine di ottemperare a quanto richiesto
dalle limitazioni geometriche in zona sismica per le travi definite al 7.4.6.1.1 delle NTC 2008.
Tuttavia questa modifica comporta necessariamente, oltre ad un aumento dei carichi con
conseguente aggravio sulla statica strutturale, anche un aumento delle masse inerziali e quindi
delle sollecitazioni sismiche con crescita della richiesta capacitiva e ovviamente dei quantitativi dei
materiali.
In ultimo, per non modificare il modello di partenza, si testato un modello con solai
monodirezionali orditi a scacchiera in modo da uniformare limpegno statico delle travi di
impalcato.
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Figura 28. Piano tipo del modello (c) con solai monodirezionali disposti a scacchiera
Tale scelta ha prodotto i risultati che ci si aspettava dal punto di vista delle deformate
elastiche con valori prossimi agli abbassamenti registrati nello studio del modello (b) avente solai
bidirezionali.
Il quantitativo di armatura delle travi del modello (c), in virt delluniformit nella distribuzione
dei carichi, risultato prossimo a quello del modello (b).
Tuttavia lassenza di specializzazione di telai principali e secondari ha prodotto situazioni
locali di sbilancio nel quantitativo di armatura di alcuni pilastri.
Infatti, nonostante vi sia un quantitativo di armatura inferiore nelle travi del modello (c) pari a
circa l1,3% rispetto al modello (b), il quantitativo di armatura dei pilastri del modello (b) con solai
bidirezionali risulta inferiore rispetto allultimo modello (c) studiato di una percentuale pari a circa il
4%.
In conclusione si pu asseverare che:
il modello con solai bidirezionali fa s che vi sia una pressoch perfetta ripartizione dei carichi
tra i telai longitudinali e i telai trasversali della struttura che non specializza telai cosiddetti principali
da telai secondari;
i pilastri risultano essere armati in maniera ingegneristicamente pi efficace secondo i
criteri del capacity design senza congestionare le armature nelle sezioni, fatto questo che
potrebbe dar luogo ad effetti locali non prevedibili;
il modello (c), essendo costituito da nervature monodirezionali di luce prossima ai 6 metri,
potrebbe necessitare di fasce piene per la ripresa delle azioni taglianti agenti nei solai con
conseguenti aumenti dei costi dei materiali, dei pesi strutturali e delle masse inerziali che
potrebbero dar luogo anche a significative variazione in termini di sollecitazioni e di
armature non computate in questo modello.
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4 I CRITERI DI CALCOLO
4.1 SIMBOLOGIA
LP Luce parallela allorditura dei travetti principali
LS Luce parallela allorditura dei travetti secondari
c Lunghezza pignatta
bP Larghezza equivalente travetto principale
hP Altezza travetto principale
bS Larghezza travetto secondario
hS Altezza travetto secondario
s Spessore soletta
n Modulo solaio Ortosap
iP Interasse travetti principali
iS Interasse travetti secondari [ iS = n c + bS ]
q Carico uniformemente distribuito a m2 sul campo di solaio (SLU - SLE)
qP Carico uniformemente distribuito a metro lineare sulla striscia centrale unitaria di travetti
principali (SLU)
qS Carico uniformemente distribuito a metro lineare sulla striscia centrale unitaria di travetti
secondari (SLU)
kP Coefficiente di vincolo e di inerzia flessionale dei travetti principali
kS Coefficiente di vincolo e di inerzia flessionale dei travetti secondari
E Modulo elastico del calcestruzzo
JP Momento di inerzia equivalente della striscia centrale unitaria di travetti principali (SLU)
JS Momento di inerzia equivalente della striscia centrale unitaria di travetti secondari (SLU)
j Rapporto tra momento di inerzia equivalente della striscia centrale unitaria di travetti
principali e secondari (SLU)
MEd,P Momento sollecitante agente sulla striscia centrale unitaria di travetti principali (SLU)
MEd,S Momento sollecitante agente sulla striscia centrale unitaria di travetti secondari (SLU)
VEd,P Taglio sollecitante agente sulla striscia centrale unitaria di travetti principali (SLU)
VEd,S Taglio sollecitante agente sulla striscia centrale unitaria di travetti secondari (SLU)
JP* Momento di inerzia equivalente della striscia centrale unitaria di travetti principali (SLE)
JS* Momento di inerzia equivalente della striscia centrale unitaria di travetti secondari (SLE)
*
qP Carico uniformemente distribuito a metro lineare sulla striscia centrale unitaria di travetti
principali (SLE)
*
qS Carico uniformemente distribuito a metro lineare sulla striscia centrale unitaria di travetti
secondari (SLE)
*
j Rapporto tra momento di inerzia equivalente della striscia centrale unitaria di travetti
principali e secondari (SLE)
L* Minima luce del campo di solaio [L* = min(LP, LS)]
fmax Freccia massima di inflessione del solaio (SLE)
qp Carico totale gravante sugli elementi perimetrali paralleli allorditura principale
qs Carico totale gravante sugli elementi perimetrali paralleli allorditura secondaria
28
4.2 CALCOLO DELLA PORTATA
4.2.1 PREMESSA
Quando invece la differenza fra le due dimensioni piuttosto limitata (rapporti di luce
compresi tra 1 e 1.7, cos come noto dalla letteratura), in presenza di unarmatura resistente in
entrambe le direzioni, gli appoggi perimetrali influenzano il comportamento flessionale del solaio,
che presenta cos due piani di flessione fra loro ortogonali: in questo caso si dice che il solaio ha
un comportamento a piastra o lastra (Figura 30).
29
che per ci che concerne la ripartizione dei carichi sugli elementi perimetrali. In particolare, la
verifica del solaio sar condotta confrontando la resistenza delle nervature nelle due direzioni, con
sollecitazioni derivanti dallapplicazione della teoria di Grashof sul metodo di calcolo delle lastre.
Si specifica che tutte le seguenti considerazioni si riferiscono ad un singolo campo di solaio,
trascurando linfluenza dei campi contigui sullo schema statico di riferimento ed assumendo
cautelativamente opportuni diagrammi inviluppo delle sollecitazioni (tale metodo stato
ampliamente comprovato per i solai tradizionali monodirezionali). In tale modo il vantaggio dato
dalla bidirezionalit del solaio stato affidato, in favore di sicurezza, alla differente aliquota di
carico gravante nelle due direzioni, escludendo il contributo benefico della soletta e delle
interazioni torcenti delle due nervature ed inviluppando gli effetti delle possibili condizioni di vincolo
al contorno.
La verifica della sicurezza nei riguardi degli stati limite ultimi sar condotta confrontando i
valori resistenti con le sollecitazioni di progetto, cos come indicato al punto 2.3 delle NTC 2008.
R d Ed [7.4.4]
Si ritiene necessario specificare che gli approcci semplificati con cui vengono condotte le
verifiche, potranno essere oggetto di ulteriori approfondimenti, in tutti i casi per cui tali
approssimazioni risultano non applicabili o eccessivamente cautelative.
k P qP LP 4 = k S qS L S 4 [a]
5 1
kP =
384 EJP [b1]
5 1
kS =
384 EJ S [b2]
30
q = qP + q S
[c]
possibile ricavare laliquota di carico gravante sulle strisce centrali di un metro del solaio:
LS 4
qP = q
1
LP 4 + L S 4
j [d1]
4
LP
qS = q 4 4
L S j + LP [d2]
dove j il rapporto tra il momento di inerzia della striscia unitaria centrale in direzione
principale ( JP ) e il momento di inerzia della striscia unitaria centrale in direzione secondaria ( JS ).
Si specifica che i momenti di inerzia delle strisce unitarie di solaio sono stati calcolati trascurando,
in favore di sicurezza, il contributo della soletta.
In particolare con riferimento alla Figura 31 si ha:
b P hP 3
JP =
12 iP [e1]
3
bS hS
JS =
12 i S [e2]
31
G1 G1 + G2 G 2 + Q1 Q k1 + Q2 02 Q k 2 + Q3 03 Q k 3 + ... [2.5.1]
Tali schemi derivano dallipotesi di poter fare affidamento in un certo grado di incastro
prodotto dagli elementi perimetrali.
Le sollecitazioni flettenti e di taglio derivanti dallinviluppo degli schemi precedenti risultano
quindi pari a:
qP L P 2
MEd,P =
12 [f1]
2
qS L S
MEd, S =
12 [f2]
qP L P
VEd,P =
2 [g1]
qS L S
VEd,S =
2 [g2]
32
sicurezza, anche nel caso in cui lipotesi di appoggio rigido decada; in tal caso infatti, i travetti
maggiormente sollecitati sono quelli in corrispondenza delle strisce laterali.
Per quanto riguarda il calcolo delle caratteristiche di sollecitazioni resistenti delle nervature
principali stato fatto riferimento alle schede tecniche dei travetti tralicciati tipo Celersap FBM,
che forniscono i valori di momento e taglio resistente, in funzione delle varie altezze del solaio e
delle diverse tipologie di travetto (con le relative armature di confezionamento), in riferimento ad
una striscia di un metro di solaio.
Il calcolo delle caratteristiche di sollecitazioni resistenti delle nervature secondarie del solaio
bidirezionale Ortosap effettuato nellipotesi cautelativa di non collaborazione della soletta e di
armatura di confezionamento simmetrica, applicando i metodi descritti al punto 4.2.1.1 delle NTC
2008, sempre con riferimento alla striscia centrale di un metro. In particolare, si specifica che la
verifica a taglio viene condotta con riferimento alle indicazioni riportate al punto 4.1.2.1.3.1 delle
NTC 2008, relativo alla resistenza degli elementi privi di armature trasversali a taglio.
4.3 DEFORMABILIT
4.3.1 PREMESSA
Le verifiche allo stato limite di esercizio sono svolte confrontando la freccia massima del
solaio bidirezionale Ortosap con le limitazioni indicate al punto 4.1.2.2.2 dellNTC 2008. Per
quanto riguarda la salvaguardia dellaspetto e della funzionalit dellopera la freccia a lungo
termine del solaio, calcolata sotto la condizione quasi permanente dei carichi, non dovrebbe
superare il limite di 1/250 della luce; mentre per quanto riguarda lintegrit delle pareti divisorie e di
tamponamento portate, tale limite diventa 1/500 della luce, ma la freccia totale calcolata pu
essere depurata della quota parte di deformazione presente prima dellesecuzione delle pareti.
Come indicato al punto C4.1.2.2.2 della Circolare applicativa delle NTC 2008, per solai
bidirezionali la luce di riferimento quella minore.
Si specifica, di nuovo, che tutte le seguenti considerazioni si riferiscono ad un singolo campo
di solaio, trascurando cautelativamente linfluenza dei campi contigui sullo schema statico di
riferimento. In tale modo il vantaggio dato dalla bidirezionalit del solaio, in termini deformativi,
viene affidato sia alla differente aliquota di carico gravante sulle nervature poste nelle due
direzioni, sia al fatto di poter effettuare il calcolo della deformazione sulla luce pi corta.
Occorre precisare che in condizione SLE si deciso di tenere in conto del contributo
inerziale della soletta per il calcolo della deformabilit del solaio.
La ripartizione del carico sulle nervature del solaio, con riferimento alle strisce centrali di un
metro, si basa di nuovo sulla teoria di calcolo delle piastre di Grashof, presentata nel paragrafo
4.2.2.
Nelle equazioni di riferimento dovranno essere sostituiti ai valori JP e JS i momenti di
inerzia delle strisce centrali unitarie comprensivi del contributo della soletta ( JP * e J S * ).
Con riferimento alla Figura 34 si ha:
33
b h 3 i s3
JP * = P P + P + i P s y GS y G ( )2 + bP hP (y G yG )2 i1 [h1]
12 12 TP
P
b S h S 3 iS s 3
JS *
= + (
+ i S s y GS y G )2 + b S hS (y G yG )2 i1 [h2]
12 12 TS
S
Laliquota di carico gravante sulle strisce centrali di un metro del solaio risulta quindi pari a:
LS4
qP * = q [i1]
1
LP 4 * + L S 4
j
4
* LP
qS = q 4 4
[i2]
L S j* + LP
dove j* il rapporto tra il momento di inerzia della striscia unitaria centrale in direzione
principale ( JP * ) e il momento di inerzia della striscia unitaria centrale in direzione secondaria
( JS * ).
Per il calcolo della freccia massima si agisce considerando la striscia centrale unitaria nella
direzione corta con uno schema statico di semplice appoggio per entrambe le estremit e soggetta
ad un carico uniformemente distribuito dato dalla [i1] o [i2], ed utilizzando la combinazione di carico
quasi permanente (SLE).
34
Figura 35. Schema di calcolo freccia massima Verifiche SLE
4
5 q * (L* ) L*
fmax = [l]
384 E J* (L* )
dove q*(L*) e J*(L*) sono rispettivamente il carico e il momento di inerzia relativi a L*, ovvero la
luce pi corta del solaio bidirezionale Ortosap.
Si specifica inoltre che, in favore di sicurezza, si considera un valore del modulo elastico del
calcestruzzo (E) fessurato al 50%.
4.5.1 PREMESSA
Con riferimento alle considerazioni fatte nei paragrafi precedenti per le verifiche di resistenza
e deformabilit del solaio Ortosap, in cui il comportamento statico del solaio risulta assimilabile a
quello di una piastra nervata, si ritiene applicabile lutilizzo di un approccio semplificato analogo per
una corretta imputazione nei modelli di calcolo delle aliquote di carico gravanti sulle travi
perimetrali costituenti il campo di solaio in esame, derivanti dal comportamento bidirezionale dello
stesso.
Con riferimento allEurocodice 2, paragrafo 5.3.1 punto 6, si ha infatti:
(6) Nellanalisi strutturale pu non essere necessario scomporre in elementi discreti le
solette nervate o alleggerite, purch lala o la parte superiore strutturale e le nervature trasversali
siano dotate di adeguata rigidezza torsionale. Tale assunzione valida se:
il passo delle nervature non eccede 1 500 mm;
laltezza della nervatura, al di sotto dellala, non superiore a 4 volte la sua larghezza;
35
lo spessore dellala uguale o superiore al maggior valore tra 1/10 della luce netta tra le
nervature e 50 mm;
sono presenti nervature trasversali distanti tra loro non pi di 10 volte lo spessore totale
della soletta.
Lo spessore minimo di 50 mm dellala pu essere ridotto a 40 mm nel caso di blocchi inclusi
permanentemente tra le nervature.
Per tutte le configurazioni geometriche che soddisfino tali requisiti, risulta pertanto applicabile
una idealizzazione a piastra del solaio. Si osserva come tali requisiti siano rispettati per la quasi
totalit delle configurazioni del solaio Ortosap (indicativamente fino a modulo 4 o 5 in funzione
delle dimensioni delle nervature, dellaltezza complessiva del solaio e della soletta).
Rimane comunque evidente che lo spingersi verso grandi interassi per le nervature
secondarie (considerato che gli interassi delle nervature principali sono in genere fissi) pu
produrre un notevole aumento delle sollecitazioni nelle stesse, spingendone oltretutto il
funzionamento verso un comportamento di tipo trave piuttosto che nervatura, con il rischio della
richiesta di unarmatura specifica a taglio.
Per casi specifici pi complessi come ad esempio luci sfidanti, variazione di modulo od
interasse nelle due direzioni allinterno dello stesso campo, maglie fortemente irregolari, o nel caso
generale in cui fossero disattesi i requisiti di cui sopra, si rimanda alla sensibilit del progettista e
ad analisi pi approfondite che possono richiedere anche la modellazione discreta degli elementi
costituenti il solaio.
Alla luce delle considerazioni fatte nelle premesse, si propone di seguito alcune delle
possibili soluzioni per una corretta imputazione, nellambito della distribuzione dei carichi sulle travi
perimetrali, allinterno dei modelli di calcolo con riferimento alle varie possibilit dei software in
commercio.
Per tutti i casi in cui siano rispettati i requisiti per lidealizzazione a piastra del solaio
Ortosap il pi semplice ed universalmente riconosciuto criterio di ripartizione risulta essere quello
che produce una ripartizione per aree dinfluenza, ottenuto secondo il ben noto procedimento
grafico descritto di seguito (vedi Figura 36).
Dato un campo di solaio generico si tracciano le bisettrici degli angoli fino a farle convergere
due a due. Successivamente si traccia un segmento che collega i due vertici cos individuati,
definendo in generale 4 aree distinte che rappresentano le cosiddette aree di influenza di ciascuna
trave perimetrale per le quali vale:
36
(2LP L S ) L S
qP = q 2
se L P > L S 2
[m1]
q = q L S
S 2
L 2
qP = q P
2
se L P < L S [m2]
q = q (2L S L P ) L P
S 2
A questo punto il carico pu essere imputato nella struttura secondo i seguenti metodi.
In questo caso va specificato che il carico effettivamente trasmesso alle travi perimetrali
rappresenterebbe il carico a metro distribuito uniforme equivalente al carico (trapezoidale o
triangolare) di cui al punto precedente. Tale configurazione di carico produce complessivamente la
37
medesima massa sismica del precedente, ma sottostima leggermente i momenti massimi in
mezzeria delle travi in combinazioni statiche.
38
5 LE PROVE DI CARICO
T1 T2 T3 T4 T5 T6 T7
3 3 3 3 3 3 3
(kN/m ) (kN/m ) (kN/m ) (kN/m ) (kN/m ) (kN/m ) (kN/m )
920.9 810.8 761.7 2460.6 977.4 763.2 1935.5
Tabella 3. Rigidezze per il ramo di primo carico per il solaio mododirezionale
I valori di rigidezza calcolati per il ramo di primo carico per il solaio "Ortosap" sono riportati
nella tabella seguente. I valori sono stati calcolati considerando il valore di deformazione misurato
all'esaurimento degli incrementi.
T1 T2 T3 T4 T5 T6 T7
3 3 3 3 3 3 3
(kN/m ) (kN/m ) (kN/m ) (kN/m ) (kN/m ) (kN/m ) (kN/m )
1553.8 1216.8 1172.9 5416.7 1560.0 1180.0 6000.0
Tabella 4. Rigidezze per il ramo di primo carico per il solaio Ortosap
39
I rapporti tra le rigidezze del solaio "Ortosap" e quelle del solaio monodirezionale sono
riportati nella tabella successiva per quanto riguarda il ramo di primo carico.
T1 T2 T3 T4 T5 T6 T7
1.69 1.50 1.54 2.20 1.60 1.55 3.10
Tabella 5. Rapporti tra le rigidezze del solaio Ortosap e del solaio monodimensionale per il
ramo di primo carico
Si osserva che mediamente l'incremento di rigidezza mostrato dal solaio "Ortosap" pari a
circa 1.5 se si fa riferimento alla risposta della porzione di solaio. L'incremento che si manifesta
risulta pari a 2-3 volte se si considera la risposta delle travi di appoggio (strumenti T4 e T7).
Le valutazioni sono ripetute facendo riferimento al ramo relativo alla seconda fase di carico.
I valori di rigidezza calcolati per il ramo di secondo carico per il solaio mododirezionale sono
riportati nella tabella seguente. I valori sono stati calcolati considerando il valore di deformazione
misurato all'esaurimento degli incrementi.
T1 T2 T3 T4 T5 T6 T7
3 3 3 3 3 3
(kN/m ) (kN/m ) (kN/m ) (kN/m ) (kN/m ) (kN/m ) (kN/m3)
1349.5 1180.0 1097.0 4193.5 1413.0 1089.4 2888.9
Tabella 6. Rigidezze per il ramo di secondo carico per il solaio mododirezionale
I valori di rigidezza calcolati per il ramo di secondo carico per il solaio "Ortosap" sono riportati
nella tabella seguente. I valori sono stati calcolati considerando il valore di deformazione misurato
all'esaurimento degli incrementi.
T1 T2 T3 T4 T5 T6 T7
3 3 3 3 3 3 3
(kN/m ) (kN/m ) (kN/m ) (kN/m ) (kN/m ) (kN/m ) (kN/m )
1776.8 1645.6 1315.3 10000.0 2125.3 1306.5 10400.0
Tabella 7. Rigidezze per il ramo di secondo carico per il solaio Ortosap
I rapporti tra le rigidezze del solaio "Ortosap" e quelle del solaio monodirezionale per quanto
riguarda il ramo di secondo carico sono riportati nella tabella successiva.
T1 T2 T3 T4 T5 T6 T7
1.32 1.39 1.20 2.38 1.50 1.20 3.60
Tabella 8. Rapporti tra le rigidezze del solaio Ortosap e del solaio monodimensionale per il
ramo di secondo carico
Facendo riferimento al ramo di carico relativo alla seconda fase di carico, successiva al
primo scarico, si osserva che mediamente l'incremento di rigidezza mostrato dal solaio "Ortosap"
pari a circa 1.33 se si fa riferimento alla risposta della porzione di solaio. L'incremento che si
manifesta risulta pari a circa 3 volte se si considera la risposta delle travi di appoggio (strumenti T4
e T7).
Il primo effetto osservato a proposito della risposta del solaio "Ortosap" quindi la sua
maggiore rigidezza nei confronti dei carichi verticali.
Tale maggiore rigidezza si manifesta con una minore deformabilit del campo di solaio e
della struttura nel suo complesso, nonch con un irrigidimento delle stesse travi di bordo.
40
5.3 OSSERVAZIONE SULLA DEFORMAZIONI DEL CAMPO DI SOLAIO
Per il solaio mododirezionale i valori di freccia di inflessione del solo campo di solaio, ovvero
depurati delle deformazioni delle travi di appoggio, con riferimento alla direzione della luce
maggiore (longitudinale) sono riportati nella tabella successiva per le varie situazioni di carico.
Abbassamento Abbassamento
in mezzeria agli appoggi Freccia
T3-T6 T4-T7 longitudinale
(mm) (mm) (mm)
1 applicazione carico 9.00 3.21 5.80
esaurimento 1 applicazione carico 10.23 3.60 6.63
esaurimento scarico 4.14 1.51 2.63
2 applicazione carico 6.62 2.17 4.45
esaurimento 2 applicazione carico 7.14 2.28 4.86
Tabella 9. Freccia longitudinale per il solaio mododirezionale
Per il solaio "Ortosap" i valori di freccia di inflessione del solo campo di solaio, ovvero
depurati delle deformazioni delle travi di appoggio, con riferimento alla direzione della luce
maggiore (longitudinale) sono riportati nella tabella successiva per le varie situazioni di carico.
Abbassamento Abbassamento
in mezzeria agli appoggi Freccia
T3-T6 T4-T7 longitudinale
(mm) (mm) (mm)
1 applicazione carico 5.94 1.21 4.74
esaurimento 1 applicazione carico 6.63 1.37 5.26
esaurimento scarico 2.60 0.71 1.90
2 applicazione carico 5.63 0.74 4.90
esaurimento 2 applicazione carico 5.95 0.77 5.19
Tabella 10. Freccia longitudinale per il solaio Ortosap
Per il solaio mododirezionale i valori di freccia di inflessione del solo campo di solaio, ovvero
depurati delle deformazioni delle travi di appoggio, con riferimento alla direzione della luce minore
(trasversale) sono riportati nella tabella successiva per le varie situazioni di carico.
Freccia
T6 T3 T2 T1 TR
longitudinale
(mm) (mm) (mm) (mm) (mm) (mm)
1 applicazione carico -9.05 -8.96 -8.43 -7.71 -6.29 -2.71
esaurimento 1 applicazione carico -10.22 -10.24 -9.62 -8.47 -6.18 -4.05
esaurimento scarico -4.11 -4.17 -3.97 -3.64 -2.91 -1.23
2 applicazione carico -10.77 -10.75 -10.08 -8.97 -6.75 -4.01
esaurimento 2 applicazione carico -11.27 -11.28 -10.58 -9.42 -7.07 -4.20
Tabella 11. Freccia trasversale per il solaio mododirezionale
Per il solaio "Ortosap" i valori di freccia di inflessione del solo campo di solaio, ovvero
depurati delle deformazioni delle travi di appoggio, con riferimento alla direzione della luce minore
(trasversale) sono riportati nella tabella successiva per le varie situazioni di carico.
41
Freccia
T6 T3 T2 T1 TR
longitudinale
(mm) (mm) (mm) (mm) (mm) (mm)
1 applicazione carico -5.95 -5.93 -5.73 -4.30 -1.84 -4.10
esaurimento 1
applicazione carico -6.61 -6.65 -6.41 -5.02 -2.54 -4.09
esaurimento scarico -2.59 -2.61 -2.56 -2.47 -2.27 -0.33
2 applicazione carico -8.26 -8.20 -6.98 -6.57 -5.22 -3.01
esaurimento 2
applicazione carico -8.56 -8.54 -7.30 -6.86 -5.41 -3.14
Tabella 12. Freccia trasversale per il solaio Ortosap
I valori delle tabelle precedenti, relativi alla deformata trasversale, sono riportati graficamente
nelle figure successive.
La figura successiva illustra graficamente l'andamento delle deformate trasversali del solaio
monodirezionale, a partire dalle posizioni dei due strumenti a cavallo della mezzeria (T6 e T3) fino
all'asse della trave di bordo. La curva 1 rappresenta la deformata corrispondente alla 1a
applicazione del carico, la curva 2 rappresenta la deformata corrispondente all'esaurimento delle
deformazioni della 1a applicazione carico, la curva 3 rappresenta la deformata corrispondente
all'esaurimento delle deformazioni dopo il primo scarico, la curva 4 rappresenta la deformata
corrispondente alla 2a applicazione del carico, la curva 5 rappresenta la deformata corrispondente
all'esaurimento delle deformazioni della 2a applicazione carico.
-2.00
2
-3.00 y= - 0.068- 4.157
0.39x x 9
-4.00
3
-5.00
-6.00
2 y = 1.17x2 + 0.004x - 10.298
y= + - 9.031
-7.00 0.63x 0.28x 9 y = 1.09x2 + 0.124x - 10.818
-9.00
1
-10.00
2
-11.00
4
5
-12.00
42
Per ciascuna curva sono riportati i valori corrispondenti alle letture effettuate e la curva
(polinomiale di secondo grado) che meglio approssima l'andamento sull'intera semiluce del solaio.
La figura successiva illustra graficamente l'andamento delle deformate trasversali del solaio
bidirezionale "Ortosap", a partire dalle posizioni dei due strumenti a cavallo della mezzeria (T6 e
T3) fino all'asse della trave di bordo. La curva 1 rappresenta la deformata corrispondente alla 1a
applicazione del carico, la curva 2 rappresenta la deformata corrispondente all'esaurimento delle
deformazioni della 1a applicazione carico, la curva 3 rappresenta la deformata corrispondente
all'esaurimento delle deformazioni dopo il primo scarico, la curva 4 rappresenta la deformata
corrispondente alla 2a applicazione del carico, la curva 5 rappresenta la deformata corrispondente
all'esaurimento delle deformazioni della 2a applicazione carico.
Per ciascuna curva sono riportati i valori corrispondenti alle letture effettuate e la curva
(polinomiale di secondo grado) che meglio approssima l'andamento sull'intera semiluce del solaio.
-2.00
y = 0.11x2 - 0.028x - 2.6054
-3.00
3 y = 0.19x2 - 0.1x - 2.6994
2
-7.00
-8.00
4
-9.00 5
-10.00
Figura 40. Andamento delle deformazioni trasversali del solaio bidirezionale tipo Ortosap
Per quanto riguarda i valori delle frecce di deformazione del solo campo di solaio si osserva
che i valori misurati nelle due strutture non sono molto differenti.
Il solaio "Ortosap" per caratterizzato da una minore deformazione trasversale, certamente
effetto della presenza dei travetti trasversali.
Sulla base delle osservazioni riguardanti le deformazioni globali, svolte in precedenza, e di
quelle riguardanti le deformazioni del solo campo di solaio, ora svolte, risulta che l'effetto
irrigidente della doppia orditura molto pi rilevante sulle strutture principali, ovvero sulle travi
perimetrali ed in particolare su quelle "lunghe" su cui si intestano i travetti trasversali.
I valori delle frecce al di sotto delle travi perimetrali sono risultati pari a circa il doppio di quelli
calcolati sul modello numerico utilizzando per il valore nominale del modulo elastico del
calcestruzzo. Il maggiore valore da attribuire alla minore rigidezza delle sezioni resistenti
43
associata alla fessurazione del calcestruzzo, effetto che in genere viene mediamente stimato
proprio con una riduzione di rigidezza (modulo elastico) pari al 50%.
Per quanto riguarda le frecce del campo di solaio il modello numerico fornisce una freccia di
7.4 mm in direzione longitudinale e di 6.0 in direzione trasversale per il solaio monodirezionale. Per
il solaio "Ortosap" dal modello numerico risultano invece frecce pari a 5.0 mm in direzione
longitudinale ed a 3.2 mm in direzione trasversali. Tali valori concordano con quelli forniti dalle
prove sperimentali.
p L4
f calc =
384 EJ (E J)
44
totale agente sulla trave, nonch la percentuale che tale carico rappresenta rispetto al carico
verticale complessivamente applicato al solaio.
Si osserva una significativa ridistribuzione del carico anche a carico delle travi "lunghe",
ovvero delle travi sulle quali si intestano i travetti della seconda orditura. Infatti il carico
complessivamente applicato al solaio risulta approssimativamente distribuito al 50% tra i due ordini
di travi.
Tali valori di ripartizione desunti, pur con le assunzioni gi presentate, secondo la procedura
illustrata appaiono in linea con quelli risultanti da analisi numeriche svolte su un dettagliato modello
ad elementi finiti del solaio con il quale si ottengono aliquote di carico pari a 55% sulle travi
"lunghe" ed a 45% sulle travi "corte".
I valori di ripartizione ricavati dall'analisi dei risultati di prova sono applicabili nell'analisi
strutturale delle strutture costituite da solai bidirezionali di tipo "Ortosap".
Nel caso dei solai monodirezionali non sar in alcun caso consentito di operare una
ripartizione tra le due orditure di travi perimetrali del carico agente sul solaio. Ci in quanto non
esistono sistemi strutturali che possano garantire tale ridistribuzione.
Tutto ci premesso stata comunque valutata, anche per il solaio monodirezionale, la
ridistribuzione del carico agente come risulta dalle prove. Per il solaio monodirezionale la tabella
successiva riporta i valori dei parametri di calcolo ed i valori risultanti per i carichi uniformi
equivalenti agenti sulle travi perimetriche. Per ciascuna tipologia di trave perimetrale anche
riportato il parametro P che rappresenta il carico totale agente sulla trave, nonch la percentuale
che tale carico rappresenta rispetto al carico verticale complessivamente applicato al solaio.
Si osserva che anche per il solaio monodirezionale risulta una certa ridistribuzione del carico
anche a carico delle travi "lunghe", ovvero delle travi sulle quali si intestano i travetti della seconda
orditura. Infatti il carico complessivamente applicato al solaio risulta approssimativamente
distribuito tra i due ordini di travi con il 63% sulle travi corte ed il 37% sulle travi lunghe.
Tali valori di ripartizione desunti, pur con le assunzioni gi presentate, secondo la procedura
illustrata appaiono in linea con quelli risultanti da analisi numeriche svolte su un dettagliato modello
ad elementi finiti del solaio con il quale si ottengono aliquote di carico pari a 35% sulle travi
"lunghe" ed a 65% sulle travi "corte".
45
Trave Lunga Trave Corta
5 5
L (mm) 5000 3500
EJ 0.2 0.2
E (MPa) 28500 28500
J (mm4) 1333333333 1333333333
p (N/mm) 5.70605568 14.0024856
fcalc (mm) 6.11 3.6
fprova (mm) 6.11 3.6
In merito alla ripartizione del carico sulle travi perimetrali si evidenzia che nel caso di solaio
monodirezionale l'effetto si verificato in quanto il livello di sollecitazioni di prova relativamente
basso e consente lo svilupparsi di effetti secondari, quali la collaborazione della soletta superiore e
dei laterizi nella direzione trasversale, che danno luogo alla ridistribuzione. Nella evoluzione dello
schema di collasso, caratterizzato dal distacco dei singoli travetti longitudinali, gli effetti secondari
trasversali scompaiono e non si pu avere, a rottura, una efficace ripartizione trasversale. Pertanto
il progettista, in ottemperanza peraltro della norma, non potr tenere conto di un effetto di
distribuzione trasversale a carico del solaio monodirezionale.
La ripartizione del carico sulle travi perimetrali nel caso di solaio bidirezionale "Ortosap"
deriva invece dalla presenza strutturale dei travetti trasversali e quindi pienamente legittimo e
corretto portarla in conto nelle valutazioni di sicurezza della struttura. Peraltro, in questo caso, il
meccanismo di collasso che si pu sviluppare tendenzialmente quello "di piastra" quindi con un
effetto di ridistribuzione in condizioni "ultime" anche maggiore rispetto a quello calcolato con il
modello numerico in campo elastico ed a quello risultante dalle prove che sono state interrotte
prima del collasso.
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Le evidenze delle fessurazioni presenti gi al livello dei carichi di prova applicati consentono
di definire una evoluzione del meccanismo di collasso che per il solaio monodirezionale appare
caratterizzata dal distacco dei singoli travetti e dal loro funzionamento parallelo, mentre per il
solaio bidirezionale appare indirizzata verso un meccanismo "a piastra" con formazione di
macroaree nel piano del solaio separate da cerniere plastiche lineari.
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