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¢ formano le menti, ev out J Giornali disseminano le idee 7 ™ ‘ / d (mm 4444S 2 vanni: "I soldati, vedendo che Gesu era gia morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati, con una lancia, gli colpi il fianco Chi ha visto ne da testimo- nianza ... Un passo della Scrittura dice: Volgeranno fo sguardo a colui che hanno trafitto” (Gv 19,33-37) | soldati videro, il testimone ha visto, altri vedranno. Non ci sono parole: nel silenzio com- mosso degli astanti, solo lo sguardo parla. Un dialogo di sguardi. Giovanni, testimone oculare, vede quello che gli altri hanno visto senza com- prendere; annuncia quello che altri, nella fede, vedranno. E noi, che siamo questi “altri cosa vediamo? Un trafitto, un ebreo condannato dai romani, colpito da un anonimo soldato Cosa vediamo? Gest, il Na- Zareno, Vicona di Dio tra noi Lui, il Figlio, ora é glorificato. Lui, ora, mostra la gloria del 2-3 spRTTUALTA ‘na Mi 4-5 VOCATION! 6 ASSOCIAZIONE LAICALE 7 BLOCNOTES 8 Profil Padre. Un costato aperto da cui sgorgano sangue ed acqua: il segno dei segni! La nostra fede cerca sempre dei segni che la confortino nelle inevi- tabili domande che percuotono la nostra coscienza. Anche noi fajoviamo la ferita della lancia, proprio nel profondo della nostra esistenza, quando la morte, il dolore nostro e del mondo, le piaghe, le calamita, le folli guerre, la pazzia della natura devastata ci gridano in faccia j loro perché. “Chi ha visto ne da testimonianza” Anche noi, che vediamo senza comprendere, abbiamo bisogno della testimonianza della Chiesa per accogliere il mistero del Figlio di Dio e Figlio del- Ftuomo che resta nella storia, rivelazione della presenza di un Amore che @ il senso ultimo di ‘ogni dolore. Alla nostra incredulita, come a quella di Tommaso, ‘si offre Vopportunita del “giorno ottavo", la Pasqua, per vedere il Trafitto e gridare " Mio Si- gnore e mio Dio!” 7 CeO eC Rete Cg eR Say PT Ce Ue ia LOR enc Recent Sc unger estasiati ed ebbri d/amore ... con quella forza che avevano gli Apostoli quando, ricevuto lo Spirito, uscirono dal Cenacolo, correrem niece as grideremmo: Venite tutti al Cuore di Ges”. (Agostin aU Meee EM tL NELLA DOLCE STAGIONE DI PRIMAVERA eed Uge om Nella dolce stagione di primavera 2 risorto il Signore quando la terra incomincia a ritomare alla vita era giusto che risorgesse il creatore dell'universo. Mentre tutto esulta 2 sisorto il Signore i prati s’ammantano d'erba, si copron di fronde gli alberi e coi fiori diffondono profiumi d’ogni sorta. Trascorso ormai I'inverno 2 rsorto il Signore alle invincibili gioie della vita eterna che non conoscono tristeza alcuna. Per rinnovare ogni cosa 6 risorto il Signore e come se di questa gioia Ja terra fosse consapevole, con il corpo del Signore anch’essa é fiorita, GIORNATA DEL MALATO 11 febbraio 2011 Anche in Casa di Cura “Hospital Piccole Figlie” abbiamo cercato di sensibilizzare gli operatori, i fami gliari, i malati a vivere questa gior- rata in modo diverso dalla quoti- dianita. Nel pomeriggio, nel reparto di medicina e riabilitazio- ne, abbiamo celebrato I'Eucarestia presieduta da padre Gino missiona- rio saveriano, “Abbiamo sentito la Parola del Signore proprio adatta, alla nostra situazione” ha commen- tato il sacerdote, Anche noi, come il sordomuto, siamo stati portati qui per essere curati, | medici, gli infermieri, gli operatori, i nostri ca- ri con le loro cure premurose, le loro attenzi Pietro Abelardo (1079-1142), dialettico ¢ teologo, visse una vita avventurosa ¢ inguieta, segnata dolorosamente dalla romantico- scandaloso storia d’amore con la giovane Eloisa e da una serie di conflitti teologici che gli costarono censure ¢ condanne per “eresie” Lesistenza tumultuosa di quest’uomo orgoglioso, arrogante e pugnace termind nel silenzio ¢ nell’umilta di un convento, nel fiducioso abbandono alla misericordia di quel Dio nel quale aveva sempre creduto con fede apertamente professata. Fattosi monaco dopo la fine della sua storia con Eloisa e diventato “uomo nuovo”, visse un’esperienza di profonda spiritualita che lo condusse a scrivere per le monache del Paracleto (il piccolo convento “Consolatore” da lui donato alla comunita eretta da Eloisa) un Innario destinato a fornire a quelle religiose testi «© canti appropriati per tutto Varco dell’anno liturgico. L'innario é opera di alto valore spirituale: preghiera liturgica percorsa da una vibrante ispirazione religiosa, ¢ insieme composizione letteraria illuminata da non rari momenti di autentica poesia, Ne fa parte questo raffinato inno-meditazione pasquale. I loro affetto, il | toria ha voluto unirsi a lui dicendo loro “tocco", ci aiutano a ripren- derci, a vivere meglio questo tem- po importante della nostra vita: la malattia. E c’é chi, con la sua pre- senza, con la sua parola, ci fa pen- aiuta ad alzare lo squardo al Signore, perché Lui ci conforti, i rassereni: Dopo Fomelia, Antonic ricoverato che ormai @ anziana e questo Sa- cramento @ anche per lei. E stato un momento di emozione edi gioia anche per tutti i presenti, che erano veramente tant Di tutto questo ringraziamo il Si- gnore che ci dona la Grazia di po- ter fare un po’ di bene, di poter aiutare tante persone in questo momento difficile della loro vita e di quella dei loro cari . cramento dei Malati. La moglie Vit- Adele 2 una mamma che ha trascorso le due ultime settimane di vita in Hospice. Cecilia, la figlia che ha accompagnata in questo periodo, ha donato al Centro di Cure Palliative questa poesia: Mia Madre Mia Madre é andata via dalla vita terrena sono sincera mi manca e mi manchera per sempre. Mia Madre sara per sempre nei miei ricordi, nel mio cuore, lei & parte di me, nel mio spirto. Non dimenticherd mai il suo sortiso, la sua saggezza, la sua bonta, Ia sua generosita e il suo rispetto verso il prossimo. Ha lasciato un grande yuoto nella mia vita. Nessuno riuscira a sostituirla. Sono sicura che lei mi guidera da lassi, sari il mio protettore di vita rrccove ricue [2] Fes. arn 2011 un anniversario prezioso A140 anni dalla morte di Anna Micheli, Cofondatrice della nostra Congregazione. [ida is rina a condividere con don Agostino Chieppi il tormento ‘ora dolce, ora lacerante del medesi- mo progetto divino. In una lettera piena di dolore del § agosto 1873, il Fondatore - a due anni dalla morte di Anna Micheli - fissa immagine pid vera di lei La prima Direttrice, anima santa, dopo avere con lui (parla di se stesso in terza persona) fondata questa Unione, tanto caldeggiata, incomin- ciato appena il collegio, spirava vit- tima di carita e sorridente, per esse- re assistita fino agli ultimi istanti dal padre dell'anime sua, come diceva” Cosi la tratteggia la Cronaca della Congregazione: [Anna Micheli] semplice nella vita come nei modi, con grande amore istruiva le prime consorelle; le consigliava allo scopo di renderle capaci di aiutarla nel suo ideale di formare una societa, la quale potes- se giovare al prossimo, specialmente alla gioventi e ai poveri infermi". E ancora: “Non era molto letterata, ma aveva ingegno, criterio, avve- dutezza”. Soprattutto & messo in rilievo che “esercitava il fascino della bellezza morale di un animo auste- ramente cortese, calmo, col sorriso sul volto, mai oscurato neppure nei travagli e nelle pene, quel sorriso buono, che @ l'espressione dell'in- nocenza e di quell'unione con Dio che rende liberi e santamente operosi" Portava avanti dei fatti Ferma in Dio, forte in Cristo Gesi, domava nella sua volonta, con atti di abbandono, i moti del cuore, E si metteva a fare, Non diceva: il mondo va in ro- vina, ma “piena di fede in Dio, mandava le giovani in qualche casa ove sapeva esservi delle povere ed in- ferme per consolarle e sol- levarle dalla miseria Le mandava... presso qual- che famiglia povera, ove sapeva esservi pericolo per qualche giovanetta... onde convincerle di portarsi nel- la sua casa di Borgo San Quirino n. 10, almeno al- meno nelle domeniche, avendo in animo di co- minciare l'oratorio festivo", Non si adagiava nella facile giustificazione: ho provato tante volte, con certi tipi non c’é niente da fare! per conclu- dere di tirarsi comodamente indie- tro, ma “non @ a dire con Quanta bonta e carita la buona Micheli trat- ‘tava quelle povere fanciulle affidate alle sue cure... come le accoglieva. con quell’animo aperto a tutto cid che era bene! Percid col suo cuore materno e ardente di carita, non si risparmiava di aiutarle moralmente”. "Col suo sguardo benevolo, con le sue maniere affettuose, con la sua parola dolce e serena, riusciva a cor- reggere il piu delle volte anche quel- le che naturalmente erano indocil, e le rendeva Buone"” Non cedeva alla sottile tentazione: @ inutile parlare di Dio a chi ha fame di pane. Ma mentre lasciava trasparire Dio con la sua benevolen- za, sfamando con il pane materiale che spesso lei stessa aveva elemosi- ato, non trascurava di soddisfare la fame di Dio; non solo nelle alun- ne interne: "... i Parroci della citta indirizzavano volentieri le loro fan- clulle parrocchiane all'oratorio di Sant’Apollonia, persuasi che sotto la guida della Micheli venivano istruite e ben preparate per acco- starsi ai $S. Sacramenti, perché essa era assai istruita nel catechismo” 1 Vangelo alla lettera Nessuno ha un amore pill grande di questo: dare la vita per i propri amici, amore di Madre Anna Mi- cheli non era mai sazio, Lei prende il Vangelo alla lettera, mentre ne vive integralmente e in profondita 10 spirito. Lettera e spirito. Visita una fanciulla colpita da una malat- tia contagiosa, la veste con i suoi abiti, levandoli dalla sua persona. si ammala di polmonite. Quattro giorni prima della sua morte, quan- do tutti, lei compresa, si erano resi conto della gravité del male, le die- dero la notizia che il conte Simo- neta - benefattore dell'Istituto - aveva messo a disposizione buona parte del suo palazzo per l'opera di don Chieppi. Il che significava possibilita di sistemazione per altre ragazze povere, di ridare a loro, con tuna casa, un po'di amore e, con es- 50, il senso alla loro vita. Esclama serenamente, senza rammarico di dover lasciare ad altre la realizzazio- ne di quello per cui aveva tanto sof- ferto € lavorato: "Deo gratias! ma io sono chiamata altrove, sono chia- mata a Dio e si compia il divino vo- lere. Ho anzi bisogno che tutti mi aiutino a ringraziarlo per il doppio be- nneficio”. Cosi, la ragazza che era stata la causa indiretta della sua malattia, potra essere ricoverata. Lo s2 la buona Madre e con il suo stile di sempre, dimen- tica di sé, dice: “... quanto sono contenta! Perché spero che quest’anima sia salva, € poi ne entrera un’altra, Gli “altri* sono diventati un "tutt’uno” con lei. Son di- ventati suo corpo, suo spi- rito. Per me vivere @ Cristo nel suo spogliamento. Per me vivere @ la Chiesa, suo corpo, sono i fratelli, con le loro necessita “Si compia il divino vole- rel” Voblazione sacrificale @ tutta consumata. Gli “altri” hanno la vita. Ma- dre Anna Micheli aveva 43 anni. 7 [Masia -semenics det buon Pastore”, si celebra la Giornata Mon- diale di Preghiera per le Vocazioni che ebbe inizio, con profetica intui- zione, con papa Paolo VI nel 1964. I! ‘tema che il Santo Padre, Benedetto- XVI, propone alla riflessione e alla preghiera delle comunita cristiane &: “L’annuncio-proposta vocazionale nella chiesa locale”. Cid significa risco- prire la comunita cristiana come un fuoco che arde e dona luce e calore, ‘esprimendo con gioia la propria inte- Fiore vitalita e coerenza di vita I Papa scrive, al cuore del proprio messaggio: “E una proposta, impegnativa ed esaltante, quella che Gesu fa a colo- roa cui dice “Seguimi!”: Ii invita ad entrare nella sua amicizia, ad ascol- tare da vicino la sua Parola e a vive- re con Lui; insegna loro la dedizione totale a Dio e alla diffusione del suo Regno secondo la legge del Vange- lo: "Se il chico di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto” (Gv 12,24); Ii invita ad uscire dalla loro volonta chiusa, dalla loro idea di autorealizzazione, per im- mergersi in un‘altra volonta, quella di Dio e lasciarsi guidare da essa; fa vivere loro una fraternita, che nasce da questa disponibilita totale a Dio (cfr Mt 12,49-50), e che diventa il tratto distintivo della comunita di Gesii: "Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avete amore ali uni per gli altri" (Gv 13,35) Quanti pani avete? Andate a vedere...” @ lo slogan scelto dal Centro Nazionale Vocazioni-CEl, che prende lo spunto dal Vangelo di Marco 6, 33-44, in cui si racconta il miracolo della “moltiplicazione dei pani e dei pesci" E’ un invito rivolto a ciascuno e a ‘tutta la comunita per verificare i pa- ni (cio@ i doni ricevuti!), di cui ognu- no @ portatore, in un cammino di discernimento e di condivisione umi- le, disponibile e feconda Il vero problema del nostro mondo non é solo la poverta del pane (che comunque drammaticamente esi- ste!), ma @ soprattutto la poverta di quel lievito che possa essere fermen- to di Dio capace di sollevare ogni vita, Per questo invochiamo oggi il UN’ESPERIENZA FA ecaicame sat cai a vgaio stilato da Rosanna ed altri amici della parrocchia milanese di Santa Maria alla Fontana: «ll trasferimen- to a Bukavu é stato in funzione del- la grande festa di Domenica 6 feb- braio nella Cattedrale, per la professione perpetua di sr Sifa e sr Pascasie. Una cerimonia commeven- te: coloratissima di fiori, di costumi vivaci, presieduta dal vicario gene- rale della diocesi di Bukavue conce- lebrata da 25 sacerdoti, tra cui don Roberto e don Massimo. Commo- vente in oltre la presenza di bambi- ne biancovestite e di maschietti che, in costume locale, hanno dan- zato e cantato; il tutto diretto dalla regia di sr Alba, ¢ durato circa tre ‘ore e mezzo. £’ seguita la festa nel salone arcivescovile dove le due neo-suorine hanno ricevuto in do- no dai famigliari ben 3 mucche, 5 capre, una bibbia in swali e tanti altri regali utili per il loro impegno apostolico». Cosi sr Pascasie ci parla della sua gioia: «Non posso che ringraziare per essere arrivata a questo grande impegno nella sequela di Cristo. Pronunciando il mio si con i voti ho proclamato I'amore e la fedelta di Dio con il quale mi sono legata in segno d’alleanza Tutto il mio itinerario vocazionale ha trovato il suo compimento in questo si per sempre, pronunciato come risposta all'amore di Dio che mi ha preceduta e mi ha avolta Sono certa di essere giunta a que- sto impegno definitivo non grazie ai miei meriti, ma per la fiducia che ho messo in Dio, che ha agito in Sono consapevole che questo im- pegno mi chiede una piu grande responsabilita per una vita donata interamente al Signore e ai fratel- lis, . Signore, affinché don’ il pane a chi ha fame, ma susciti anche la fame di Lui che possa esprimersi in scelte di vita coraggiose, totali e radica per vivere la pienezza dell’Amore e del Dono. . DA RACCONTARE e? Antate a \ ( A.) (1 dD t La testimonianza di sr Sifa ‘TUTTO E” GRAZIA ! E’ veramente cosi che posso leggere la mia vita, Tutto @ grazia e quello che io sono oggi & solo dono di Dio. Guardando la mia vita fino ad oggi mi rendo conto che il Signore mi ha amata di un amore particolare: mi ha dato dei genitori meravigliosi, mi ha preservato da tante insidie per la mia vocazione, e mi ha colmata della sua grande misericordia, I miei genitori sono stati un dono grande di Dio perché é da loro che ho avuto un’educazione cristiana im- pegnata. Mi hanno fatto conoscere @ amare il Signore nelle piccole cose della casa e nell’impegno della vita cristiana nella comunita di base, Ave- vo capito che non si pud essere cri- stiani solo a parole ma bisognava mettersi al servizio degli altri e con- dividere con loro la stessa fede. Incoraggiata dai miei genitori in Par- rocchia, frequentavo alcuni gruppi di spiritualita che mi hanno aperto ad una dimensione spirituale piu forte dandomi la possibilita di incontrare il Signore nella preghiera e soprat- tutto nel servizio dei pit: poveri. Sentivo in me il desiderio del vivere insieme agli altri e di imparare da loro. E questi gruppi di spiritualita hanno contribuito molto alla mia formazione umana e cristina. La mia voglia di imparare si manife- stava con la sete di Parola di Dio. In Parrocchia P. Ermanno Piccinini, ave- va iniziato un corso biblico ed io non ero mai stata assente, malgrado le difficolta della distanza. Quel corso aveva suscitato in me sete e gusto della Parola di Dio da vivere og giorno, Provavo ammirazione per i Missionari Saveriani che lavoravano in Parrocchia e cominciavo a sentire in me il desiderio di consacrare inte- ramente la mia vita al Signore al ser- vizio dei poveri che mi avrebbe fatto incontrare lungo il cammino. Un’esperienza vissuta prima e dopo la guerra (1995-1997) mi aveva dato la convinzione che il Signore aveva un progetto su di me da scoprire. Molti funzionari di Stato e capi militari ave- vvano invaso i! nostro villaggio e pren- devano tutte le ragazze che c'erano, facendo loro regali e dando denaro ai genitori. Non poche sono andate con questi militari. Le mie tre amiche del cuore dalle quali non mi separavo mai e con le quali condividevo tutto, gicie, speranze e sofferenze, anche loro si erano fatte attirare dai regali e da una vita di ricchezze possibili.Erano partite per seguire i loro rispettivi mariti e in Seguito ho saputo che erano morte rnei bombardamenti di Kisangani: Anch’io avevo avuto molte proposte di matrimonio e non so da dove mi era venuta la forza per rinunziarvi con tutti i regali e vincere la tentazio- ne presente in quei momenti che sta- vo perdendo l’occasione giusta per sistemarmi in un buon matrimonio. Questa esperienza dolorosa mi ha permesso di riflettere e meditare sul senso della vita e farmi illuminare da quella frase evangelica che dice: a che serve all’'uomo di guadagnare Vruniverso se poi perde la sua anima? E mi convincevo ancora di pit! che per guadagnare la vita bisogna saperla perdere per il Signore e per gli altri Certamente il Signore mi aveva pre- servata per un progetto che Lui aveva su di me Da questo momento che ho comin- ciato a pensare in modo pits determi ato alla possibilita di consacrarmi definitivamente al Signore e ho scel- to la nostra Congregazione delle Pic- cole Figlie dei Sacri Cuori di Ges e Maria per potere realizzare il mio so- Dio, Padre di ogni creatura, da fe abbiamo riceouta il dono straordinario della vita rendici generosi nel rispondere alla tua chiamata per condividere «com i nostri frateli 4 “pani” che abbiamo ricevuto. Cristo Gesiy, fratello nostro, che ti sei fatto per noi pane di vita, rinnova il prodigio della tmoltiplicazione dei pani ¢ rendi le nostra esistenza sun dono di grazie perenne Spirito Santo, fedle amico del nostro camino, sostienici con Ia forza del two amore ‘per annunciare etestimoniare, lungo le strade del mondo, la bellezza della vita come vocazione. 4gno e il progetto di Dio su di me, Nel mio cammino le difficolta non sono mai mancate e neanche i dubbi se fosse proprio questo il progetto di Dio su di me, Ma mi sono lasciata portare dalla grazia del Signore e dall’aiuto dei suoi ministri che ha messo sul mio cammino. Una cosa & certa: sono felice di essere stata scelta dal Signore come sua pro- prieta, e di essere stata accolta dalla Congregazione come sua figlia. Lesperienza di vita nella Casa Madre di Parma, prima dei voti perpetui, mi ha dato entusiasmo e mi ha incorag- giato ad andare avanti senza paura Al nostro arrivo alla Casa madre, il vedere tutte le nostre sorelle anche le pit: anziane, venire fuori a salutarci con gioia, mi ha proprio toccato il ‘cuore e mi sono sentita subito di fa- miglia, Anche 'esperienza a Parma & stata una grazia di Dio: visitare le no- stre numerose case e incontrare le nostre sorelle pitt anziane mi ha fatto conoscere e gustare le origini della nostra famiglia religiosa; ammirare il grande lavoro fatto al servizio dei pils Poveri con molta dedizione e spirito di sacrificio mi ha fatto scoprire l’at- ‘tualita del nostro carisma religioso e mi ha trasmesso la voglia di fare al- trettanto nella nostra terra d'Africa, on 'impegno di amare il Signore so- pra ogni cosa, di testimoniarlo nel servizio dei pid poveri e di trasmette- re anche ad altre ragazze la bellezza del nostro carisma . Prossimo appuntamento Esercizi spirituali “Lo Spirito Santo negli Atti degli Apostoli”” presso I’Eremo 9-14 Luglio 2011 jenno (BS) Bsr Ta rs educarci aia responsabilita eala Corresponsabilita Educare alla vita buona del Vangelo gli orienta menti pastorali della Cei per il prossimo decennio sono quest’anno al centro della nostra riflessione, guidata da don Franco Perazzolo. E’ stato un in contro fruttuoso quello dello scorso marzo a Ro- ma, che ci ha dato la pos sibilita di prendere co- scienza della nostra responsabilita come cri- stiani e quindi come tes moni dell’amore di Dio nella vita quotidiana “Nel corso dei secoli Dio ha educato i! suo popolo, trasformando l'awicen- darsi delle stagioni dell'uomo in una storia della salvezza. Di questa storia noi ci sentiamo partecipi. La guida di Dio, in tutta la sua forza e tenerezza, si é fata pienamente e definitivamente visibile in Gesu di Nazaret, il “maestro e il redentore dell’'umanita"(n.1). Gesu Cristo indica che una “vita buona” @ possibile. La sua proposta, accolta nella vera liberta, diventa non solo proposta di vita ma invito alla missione, perché chiama a por- tare nel mondo il fermento della fede. In tal modo si vogliono ricreare le condizioni per riportare Dio al cen- tro della vita dell'uomo a partire da un rinnovato impegno di tutta la comunita ecclesiale. La comunita cristiana, soprattutto attraverso due forme privilegiate costituite dalle famiglie e dalle par- rocchie, pud essere “luogo”, comu- nita educante (cap. 4) Ricordiame il nostro fondatore, Agostino Chieppi, che era ferma- mente convinto che dall’educazione dipendesse il bene sociale e che Fawenire della societa fosse il risul- tato dell’impegno di tutti e delle scelte fatte dagli uomini con la loro liberta, in modo responsabile e con aiuto della grazia di Dio. Don Agostino sapeva bene che so- prattutto la famiglia é investita di sione educativa che viene Riteneva essenziale che i ge- per primi, fossero consapevo- li di cosa significasse “educare alla scuola de! Vangelo” per far giunge- re i figli a comprendere amore di Dio Padre, rivelato nella vita e nell’insegnamento di Gesu e nel- Mesperienza purificante ed illumi- nante dello Spirito, posto nel cuore di tutti Si rivolgeva in particolare ai giovani @ raccomandava loro con insistenza lo studio, anche se cid comportava impegno e sacrificio: “I! fine del vo- stro studio vuol essere per accresce- re la carita, amore di Dio”. Don Agostino @ stato un uomo at- tento, propositivo, partecipe fino a dare la sua testimonianza vissuta di fedelta a Cristo e alla Chiesa. Oltre a svolgere il compito di sacerdote e teologo della Cattedrale di Parma, era molto attento ai problemi del suo tempo e svolgeva la maggior parte del suo apostolato nel campo giornalistico e nel mondo della scuola e dell'associa- zionismo. Non si fermava solo all'ambiente scolasti- co, ma si occupava molto, della cura spirituale della gioventu, sostenendo limportanza dell’asso- ciazionismo per unire le forze giovanili in un cam- mino di bene. Nel 1865, con la nascita della Congregazione delle Piccole Figlie dei Sacri Cuori di Gest @ Maria, si dedicava alla cura dei pit poveri e bisognosi. La vita con- sacrata diventava cosi un mezzo pri- vilegiato di evangelizzazione. Egli insisteva sull'amore alla cultura co- me mezzo di apostolato: “Voi, mie figlie, dovete procurare... di acqui- stare la pit! alta cultura che si possa 2 voi convenire. Voi siete chiamate ad istruire e ad educare e a questi compiti non potrete attendere sen- za sapere” (Regole delle PP.FF). La nostra Associazione laicale cammina ancora oggi accanto alle Suore; formata oggi da uomini e donne che si impegnano a vivere quotidianamente la spiritualita del- la Congregazione e contribuiscono alle opere dell'istituto. Nel documento della CE! (n.43) @ sottolineato che le associazioni sono per natura educative, sanno scrivere con il linguaggio degli uomini ogni parola di fede e la traducono in percorsi progettuali. Rendono Fesperienza credente accessi tutte le eta e a tutte le situazioni. Formano alla corresponsabi- lita e non solo alla collabo- razione. Sono il cuore dello sforzo educative di una co- munita cristiana e per questo vanno sostenute e spinte ad osare anche di piu nella qualificazione degli educatori e nella interazione con il territorio. La nostra esperienza associa tiva si radica sulla partecipa- zione agli incontri di forma- Zione, sia di zona che a livello nazionale, che favoriscono e rafforzano la familiarita tra gli associat stessi e il senso di ap- partenenza alla famiglia religiosa Siamo chiamati inoltre alla missio- ne, secondo le esigenze dell’oagi, a testimoniare nella vita quotidiana il Carisma e rendere visibile la no- stra Associazione nell’ambiente fa miliare, lavorativo, parrocchiale, so- ciale Con l'invito del nostro Fondatore “Camminare coi tempi", continuiamo il nostro cam- mino associativo sentendoci chiamati tutti a partecipare, impegnandoci in modo attivo e propositivo. Guardiamo a Maria, alla sua fede che re- golava la sua mente, il suo cuore e le sue opere ed é per noi modello di santita “Abbiamo in Maria un mo- dello perfetto di imitazione i Gest Cristo. Siccome Ella 6 stata pid unita a Gesu Cristo avendone avuto sotto gli oc- chi i suoi esempi dalla sua Incarnazione fino al suo trionfo nel

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