DIFFIDA DELLE

no 3, anno 5
Aprile 2017 IMITAZIONI!

Libero volantino a cura del Collettivo 10 Maggio di Picerno (PZ)

<< Cari compagni, ora tocca a noi. Andiamo a raggiungere gli altri gloriosi
compagni caduti per la salvezza e la gloria d'Italia. Voi sapete il compito
che vi tocca. Io muoio, ma l'idea vivr nel futuro, luminosa, grande e
bella. Siamo alla fine di tutti i mali. Questi giorni sono come gli ultimi
giorni di vita di un grosso mostro che vuol fare pi vittime possibile. >>
(LETTERA DEL PARTIGIANO MIRKO DESTINATO ALLA MORTE, 04/05/1944)

NAPOLI, la POPOLAZIONE caccia il

nazi-fascismo!
Quando si parla di PARTIGIANI in
Italia si fa riferimento ai combat-
tenti che, pi o meno contempora-
neamente allarmistizio di Cassibile,
si adoperarono in tutta la penisola
per porre fine al regime e cacciare
linvasore. Troppo spesso per ci
si dimentica che anche al Sud ci
furono dei focolai di resistenza,
seppur differentemente dal resto
dItalia date le condizioni socio-
economiche differenti e per la
storia che propria del meridione.
Fatto sta che mentre ci accingiamo
a festeggiare la Liberazione nella
ricorrenza del 25 aprile 1945,
quando gli Alleati arrivarono a
Napoli il 1 ottobre 1943 trovarono
la citt gi liberata dai nazifascisti,
cacciati dalla popolazione, stanca
delloppressione fascista ma anche
delle morti degli stermini ad opera
di tedeschi e di quelle dovute ai
bombardamenti degli stessi Alleati
che da tre anni oramai mietevano
vittime, edifici storici ed interi
quartieri. Furono questi i motivi
che indussero i cittadini di Napoli
a ribellarsi, per primi in Italia e
senza laiuto degli Alleati n tanto-
meno dei militari italiani lasciati
allo sbando dopo larmistizio, a ci
che restava del regime fascista e
allinvasore tedesco in quattro
giornate, dal 27 settembre (1943),
giorno in cui iniziarono gli scontri IN QUESTO
dopo che 8.000 abitanti furono
catturati in una retata tedesca, al
NUMERO:
30 dello stesso mese quando i
Napoli, la popolazione
tedeschi iniziarono lo sgombero
caccia il nazi-fascismo
della citt e permisero agli alleati
di trovare una citt LIBERA, stanca,
DONNE, protagoniste
stremata da venti anni di regime e
della resistenza
sfruttamenti, decimata e con intere
zone rase al suolo, ma LIBERA!
Le conseguenze
Bisogna parlare delle Quattro
dellAmnistia Togliatti
Giornate di Napoli perch
evidente pi che mai la natura di
Scopri il disegno, colora
resistenza civile e popolare e il
la figura
concreto e nobile esempio di dife-
sa sociale per mezzo di sabotaggi
Partecipa, discuti, lotta!
(il rifiuto della militarizzazione del-
la vita civile, rifiuto del lavoro for-
zato e la creazione di organismi
paralleli) e scontri armati con gran-
di sacrifici umani, grazie ai quali
un'intera citt seppe liberarsi da
sola dall'occupante. E questa la
storia Partigiana di Napoli che sen-
za dubbi si rispecchia nella storia
odierna di una citt che rigetta i
rigurgiti nazifascisti abbraccian-
do laccoglienza, che favorisce so-
vranit popolare e diritto al lavoro
e si presta come alternativa socia-
le, economica e politica.
 DONNE, protagoniste della resistenza!
Durante la Resistenza partigia-
na, i ruoli ricoperti dalle donne
furono di fondamentale impor-
tanza. La prima Brigata di don-
ne combattenti sorse in Pie-
monte verso la met del 44,
chiamata Brigata Garibaldina,
ne seguirono altre, quali la GAP
e la SAP, alle quali presero par-
te molte donne. Durante la resi-
stenza, nacquero giornali fem-
minili, qui si potevano leggere
tra i vari titoli anche
noi siamo scese in campo op-
pure tutte le donne hanno
preso il loro posto in battaglia.
La crescita del ruolo politico
della donna nella resistenza, fu
ampliato dai GDD ( gruppi di
difesa delle donne) cio un
gruppo alla quale facevano par-
te donne di qualsiasi cultura,
religione e ceto sociale, che si
univano e lottavano per la li-
bert e la giustizia. Perch
quindi il ruolo ricoperto dalle
donne stato di fondamentale
importanza? Esse sostituirono
gli uomini nel mondo economi-
co - produttivo dovendo pren-
dere il loro posto nelle fabbri-
che, ove organizzavano rivolte
e manifestazioni contro il regi-
me fascista, e non solo, curava-
no e accudivano i feriti che fa-
cevano rientro dal fronte, orga-
nizzavano propagande antifa-
scista, raccoglievano fondi per
assistere i partigiani e parteci-
pavano attivamente e politica-
mente alle riunioni e alle azioni
da loro organizzate. Tra i mol-
teplici ruoli gi riportati, quello
pi diffuso e pericoloso era la
Staffetta: donne e ragazzine,
con lo scopo di raggiungere i
partigiani per mantenere i con-
tatti tra loro e le famiglie e per
portare messaggi importanti,
disarmate e quindi impossibili-
tate a difendersi, ammantate di
paura attraversavano, a piedi o
in bicicletta, la montagna insi-
diata dai pericoli del monte alla
quale si aggiungevano quelli
delle ronde e delle vedette fa-
sciste pronti a sparare alle
spalle o peggio ancora alla cat-
tura e alla tortura. Tra le tante
donne che ricoprivano questo
importante ruolo, da ricorda-
re Carla Capponi, una delle
staffette che rientrava nel
gruppo della resistenza roma-
na, alla quale i suoi grandi sfor-
zi sono stati premiati con la
consegna della medaglia doro
al valor militare, la donna in
questione si spenta nel 2000.
Come lei, altre 18 sono state
riconosciute e premiate con
medaglia doro a valor militare,
ma le donne partigiane che
operavano come combattenti
partecipando alla resistenza,
sono state oltre 35.000, delle
quali ( un numero stimato )
4563 arrestate, torturate e con-
dannate dai tribunali fascisti.
Tra le donne sopravvissute, la
maggior parte di loro stata
dimenticata, finita la guerra
sono ritornate nelle loro case,
hanno ripreso i loro lavori do-
mestici e hanno continuato la
loro vita rimanendo per molti
nellanonimato. Questa una
resistenza taciuta, dato che per
decenni il contributo delle don-
ne alla resistenza non mai
stato adeguatamente ricono-
sciuto, ricoprendo sempre un
ruolo secondario, che riportava
una visione in cui anche la lotta
di liberazione veniva
declinata al maschile, ma le
donne utilizzando le armi alle-
poca, invasero un mondo pret-
tamente maschile e non lo fece-
ro per sentirsi importanti, fu
una questione di necessit, una
situazione dove era giusto col-
laborare per una causa che toc-
cava tutti, indifferentemente
dal sesso : in qualche modo
consapevoli che lemancipazio-
ne femminile non era una que-
stione di genere ma di classe.
La Resistenza Taciuta continua
ancora oggi: altre donne hanno
scelto di imbracciare le armi
contro l'oppressione del terro-
rismo islamico, le donne curde.
Nel silenzio cercano di liberare
il loro Paese da una violenza
che sta colpendo pian piano
tutto il mondo; appartengono
ad un'organizzazione creata
per garantire l'autonomia del
Kurdistan siriano dinanzi al
regime di Assad e all'Isis, la
Ypg. Insieme ai loro uomini
hanno abbandonato tutta la
loro vita per combattere i loro
nemici comuni e per sostenere
la causa del popolo curdo: si
stima che le donne facente par-
te dell'Unit di Protezione Cur-
da siano diecimila, ossia un ter-
zo dei combattenti. Hasrad
una donna curda, orgogliosa di
quello che sta facendo per il
suo popolo, che dichiara: sono
fiera di lottare contro il terrori-
smo, contro uomini che stupra-
no e vendono donne. Saremmo
capaci di suicidarci per non di-
ventare schiave. Qui non sono
libera ma lotto e resisto per
esserlo. In un reportage della
Bbc, la ventenne Pervin Agri, ha
raccontato: Prima di Kobane la
gente non credeva nelle donne.
Pensavano che fossimo inutili
nella guerra contro Isis. Invece
vincendo abbiamo dimostrato
che non cos. Le donne lotta-
no e proteggono.
[ continua a pag 3]
 [continua da pagina 2]
Le donne daranno vita ad una
nuova generazione a Rojava
(Kurdistan siriano). Il fine di
queste donne non si limita
solo alla sconfitta dei regimi
fondamentalisti e dell'Isis, lo-
ro vogliono ricostruire una
societ nuova con il recupero
delle radici tradizionali, da
troppo tempo ormai quasi di-
menticate sotto l'enorme peso
della societ di oggi. Si tratta
di donne degne di medaglie al
valore e di riconoscimenti per-
ch hanno scelto di non rima-
nere imprigionate, in silenzio,
nelle catene di una sistema
che ha annientato la libert
civile e soprattutto quella del-
le donne. Hanno deciso di di-
ventare protagoniste del cam-
biamento. Si sono armate fino
ai denti per garantire la loro
sicurezza e quella dei cittadi-
ni, gettando le basi per co-
struire un nuovo orizzonte
politico radicato nellugua-
glianza, nella libert e nella
giustizia, valori minacciati
tanto dai fondamentalismi
quanto dalloccidente neolibe-
rista.

Le conseguenze dellAmnistia
Togliatti
Le ombre del provvedimento varato per chiudere i conti con
i reati del regime fascista

Il 22 giugno 1946 Palmiro
Togliatti firma lamnistia per i
detenuti politici, un provvedi-
mento di quelli epocali. In
quei drammatici anni di rico-
struzione post bellica cera
bisogno di fare piazza pulita
del passato. Altri Paesi euro-
pei, Germania in testa, scelse-
ro di fare i conti con la propria
storia; lItalia invece decise di
nascondere la polvere sotto il
tappeto. Le conseguenze di
quella scelta scellerata le pa-
ghiamo ancor oggi, quando
Mussolini viene definito
grande statista o si dice che
il fascismo mandava la gente
in vacanza nelle isole. La ve-
rit riguardo quel provvedi-
mento viene fatta emergere
dallo storico Mimmo Franzi-
nelli che nel suo libro
Laministia Togliatti, pubblica-
to nel 2006,che lascia intendere ,
in sostanza, che i comunisti,
che uscivano da quindici anni
di clandestinit, avevano biso-
gno di ritrovare i collegamenti
persi allinterno della societ
italiana, il Pci voleva trasfor-
marsi in partito di massa, e
aveva la necessit di rompere
il ghiaccio con quei settori
della societ italiana che ave-
vano servito il regime.
Si calcola che tra lamnistia e il
condono verranno liberati o
avranno ridotta la pena 30 mi-
la persone. Le prime persone
a beneficiare del provvedimen-
to furono i gerarchi di pi alto
grado, che avevano i soldi a
disposizione per pagare i mi-
gliori avvocati e per oliare i
meccanismi della macchina
giudiziaria. Per quanto riguar-
da invece il dopo-amnistia,
bisogna ricordare come negli
anni seguenti i due terzi della
base parlamentare del Msi sa-
r costituito da parlamentari
amnistiati. Questo perch in
Italia, a differenza di altri pae-
si europei, lamnistia non pre-
vide lesclusione dalle cariche
pubbliche per i collaborazioni-
sti, come erano di fatto i ge-
rarchi della Rsi. Inevitabile la Lettera dei partigiani bellunesi
reazione di ex partigiani e co-
munisti, evidente da questa
lettera, recapitata allallora
ministro Togliatti:
"Signor Ministro, Le inviamo la
seguente istanza perch siamo
certi che ci comprender essendo
un comunista come noi, Lei si-
gnor Ministro ha fatto scarcerare
tutti i fascisti con delitti sulle loro
coscienze, gente che sicuramente
andr a rafforzare le fila dei neo-
fascisti. Ci domandiamo noi parti-
giani: giustizia questa? Noi ab-
biamo combattuto i fascisti per-
ch? I nostri sacrifici non sono
certamente da Lei riconosciuti, i
nostri Martiri non sono vendicati!
Signor Ministro! Tutti i partigiani
d'Italia vogliono i loro compagni
scarcerati [...] come avete fatto
scarcerare tutti i fascisti, Signor
Ministro, fate scarcerare tutti i
partigiani che ancora si trovano
in prigione, per qualsiasi motivo
essi lo siano. Questo il vostro
dovere di Comunista, di ministro
e di uomo. [...] Scusi per il modo
in cui scritta la lettera ma que-
sto il grido che si leva da tutti i
partigiani d'Italia".
al ministro Palmiro Togliatti
(28 Giugno 1946)
[ i dati sono forniti da La Stam-
pa, 1946, dati dallo stesso
storico Franzinelli ]
 Scopri la figura
In questo non troverete cruci-
verba o puzzle ma un disegno
di cui dovrete colorare gli spazi
che al loro interno contengono
i puntini.
Probabilmente vi state chieden-
do cosa rappresenti il dise-
gno, quindi vi diamo qualche
suggerimento:
Il protagonista nasce a Predap-
pio nel 1883 e muore nel 1945,
a Mezzegra. Politico, giornali-
sta e maestro, abile oratore,
qui raffigurato in una delle
pose che pi lo hanno reso
famoso ai postumi

Partecipa,
discuti, lotta!
Stiamo cercando di costruire qualcosa che
vada oltre laggregazione e la protesta gio-
vanile, estendendo la nostra azione a tutti i
livelli e a tutte le fasce det del popolo
picernese. Ma per fare ci
ABBIAMO BISOGNO DI TE !
Che tu sia studente, lavoratore, disoccupato
o pensionato, scrivici! Unisciti al lato ribelle
del paese, a chi non vuole morire di povert,
inquinamento ed emigrazione. A chi ha de-
ciso di unirsi, di creare le forze necessarie
per fare in modo che un passato e un pre-
CONTATTATECI: sente di sfruttamento non diventino domani
un futuro di morte per questo territorio e
Facebook: Collettivo Dieci Maggio per i suoi abitanti.
Abbiamo bisogno di partecipazione, suppor-
Blog: collettivo10maggio.wordpress.com to legale, finanziario e politico.
Tutti possiamo fare la differenza; abban-
E-mail: collettivo10maggio@live.it doniamo le lamentela, rimbocchiamoci le
maniche e cambiamo il nostro paese, la
nostra regione, il nostro Mondo.
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