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A.

WOLTERSDORFBerlino, 20 luglio 1898REGOLE PER GLI ESERCIZI DEL PIANISTA

1. Studia il passaggio con la diteggiatura pi difficile; quando sei arrivato a


dominarlo, allora suona con quella pi facile.
2. Se il carattere tecnico di un passaggio ti presenta delle difficolt speciali,
ripassa tutte le figurazioni simili di altri pezzi, di cui ti ricordi; - troverai cos il
sistema adatto per suonare quella data figurazione.
3. Collega sempre lo studio tecnico con quello interpretativo: la difficolt
spesso non sta nelle note ma nella sfumatura dinamica prescritta.
4. Non sperperare mai la tua forza, lasciandoti trasportare dal temperamento;
ne derivano zone sporche nella pagina, che non si possono pi ripulire.
5. Non ti irrigidire a voler vincere dei pezzi che hai studiato male in altri tempi
e che perci non ti riescono; per lo pi lavoro buttato. Ma se nel frattempo
hai cambiato completamente il tuo modo di studiare, riprendi a studiarli dal
principio, come se tu non li conoscessi affatto.
6. Studia tutto e ogni cosa come se fosse la cosa pi difficile; cerca di
affrontare gli studi di scuola dal punto di vista del virtuoso. Vedrai con sorpresa
quanto difficile suonare uno Czerny, un Cramer o soprattutto un Clementi.
7. Bach la base del pianoforte, Liszt la cima. Questi due insieme ti
renderanno possibile Beethoven.
8. Parti dal presupposto che sul pianoforte tutto possibile, anche quel che ti
sembra impossibile o che lo realmente.
9. Abbi cura della tua preparazione tecnica in modo da essere ferrato per ogni
e qualsivoglia caso, cos nello studio di un nuovo pezzo potrai concentrare tutta
la tua attenzione sul suo contenuto spirituale; i problemi tecnici non ti
arresteranno.
10. Non suonare mai senza cura, anche se nessuno ti ascolta, o se l'occasione
ti sembra insignificante.
11. Non trascurare di ripetere sempre un passo che ti mal riuscito; se non lo
puoi fare in presenza d'altri, fallo pi tardi.
12. Non lasciar passare giorno, possibilmente, senza toccare il tuo pianoforte.
Ci che si richiede al pianista
Ferruccio Busoni (Minneapolis, 1910)Articolo per la rivista berlinese "Signale fr die
musikalische Welt"

No, la tecnica non e non sar mai l'alfa e l'omega dell'arte pianistica, e nemmeno di
qualunque altra. Tuttavia, com' naturale, ai miei allievi raccomando: fatevi una tecnica, e
di fondamenta solide. Per formare un grande artista si devono realizzare molteplici
condizioni, e appunto perch questo dato solo a pochi un vero genio costituisce una tale
rarit.
Una tecnica in s e per s perfetta la troviamo in tante pianole ben costruite. Eppure un
grande pianista dev'essere prima di tutto un forte tecnico; ma la tecnica, che dell'arte
pianistica solo una parte, non sta solo nelle dita e nei polsi, oppure nella forza e nella
resistenza: la pi grande tecnica risiede nel cervello, si compone di geometria, valutazione
delle distanze e disposizione sapiente. Ma anche con ci siamo appena al principio,
perch alla vera tecnica appartiene anche il tocco e soprattutto l'uso del pedale.

Al grande pianista occorre inoltre intelligenza non comune, cultura, vasta educazione in
tutte le discipline musicali e letterarie, e nelle questioni della vita umana. L'artista deve
anche avere carattere. Se una di queste qualit manca, la lacuna si manifester in ogni
frase che egli esegue. Si aggiungano sentimento, temperamento, fantasia, poesia, e infine
quel magnetismo personale che a volte rende capaci di portare allo stesso stato d'animo
quattromila persone estranee, riunite per caso. Inoltre si esige ancora presenza di spirito,
dominio sulle proprie sensazioni in condizioni ambientali irritanti, capacit di tener desta
l'attenzione del pubblico, e infine di dimenticare il pubblico nei "momenti psicologici".

Dovremo ancora aggiungere il senso della forma, dello stile, la virt del buon gusto e
dell'originalit? Come elencare tutto ci che si pu richiedere? Ma prima di tutto si tenga
presente una qualit essenziale: colui per la cui anima non passata una vita non
dominer mai il linguaggio dell'arte

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