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E SOCRATICA
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GNU Free Documentation License 2013
Filosofia presocratica e socratica
Principali autori:
Awaya, Hippias, Ramac e altri utenti anonimi
In copertina:
Stanza dei filosofi nei Musei Capitolini di Roma, immagine di pubblico
dominio disponibile allindirizzo
http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Filosofi_Capitolini.jpg
GFDL (2013)
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Questo libro ii
Presentazione vi
2 I naturalisti ionici 6
2.1 La ricerca del principio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6
2.2 Talete . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
2.3 Anassimandro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
2.4 Anassimene . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
3 Pitagora e i pitagorici 10
3.1 Il numero come principio della realt . . . . . . . . . . . 10
3.2 Lordine del cosmo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12
3.3 Anima e corpo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12
4 Eraclito 13
4.1 Il divenire . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13
4.2 La dottrina dei contrari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14
4.3 Il fuoco e il logos . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14
5 Senofane 15
iii
6 Parmenide e leleatismo 17
6.1 Le tre vie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17
6.2 Caratteristiche dellessere . . . . . . . . . . . . . . . . . 18
6.3 Dottrina della conoscenza . . . . . . . . . . . . . . . . . 19
6.4 Leleatismo dopo Parmenide . . . . . . . . . . . . . . . . 19
6.4.1 La dialettica di Zenone . . . . . . . . . . . . . . . 19
6.4.2 Melisso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20
7 I pluralisti 22
7.1 Empedocle . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22
7.1.1 Le quattro radici . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22
7.1.2 La purificazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23
7.2 Anassagora . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23
7.2.1 La dottrina dei semi . . . . . . . . . . . . . . . . 24
7.2.2 Lintelletto ordinatore . . . . . . . . . . . . . . . 24
7.2.3 Dottrina della conoscenza . . . . . . . . . . . . . 25
7.3 Democrito e latomismo antico . . . . . . . . . . . . . . 25
7.3.1 Gli atomi e le loro propriet . . . . . . . . . . . . 25
7.3.2 La conoscenza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26
7.3.3 Politica ed etica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27
8 I sofisti 28
8.1 Caratteri generali della sofistica . . . . . . . . . . . . . . 28
8.2 Protagora . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29
8.3 Gorgia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30
8.4 Altri sofisti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31
8.4.1 Ippia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31
8.4.2 Prodico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32
8.4.3 Antifonte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32
8.4.4 Trasimaco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32
8.4.5 Crizia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33
8.4.6 Callicle . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33
8.5 Eristica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33
9 Socrate 34
9.1 La questione socratica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34
9.2 La centralit delluomo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 35
9.3 Il metodo socratico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36
9.3.1 Lignoranza socratica . . . . . . . . . . . . . . . . 36
9.3.2 Lironia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 37
9.3.3 La maieutica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 37
9.4 Lidentificazione di virt e sapere . . . . . . . . . . . . . 38
9.5 Il processo e la morte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38
iv
10 I socratici minori 40
10.1 Antistene e la scuola cinica . . . . . . . . . . . . . . . . . 40
10.2 Aristippo e la scuola cirenaica . . . . . . . . . . . . . . . 41
10.3 Euclide e la scuola megarica . . . . . . . . . . . . . . . . 42
Bibliografia 43
Cronologie 44
Licenza 53
v
Presentazione
vi
La nascita della filosofia in Grecia
1
La Grecia alla fine del VII secolo a.C. si presentava come un insieme
di poleis, citt-stato legate da affinit linguistiche e culturali ma prive
di unit politica, distribuite nella parte meridionale della penisola
balcanica. Oltre a queste, varie colonie, politicamente indipendenti
dalla madrepatria, erano state fondate nel Mediterraneo, in una vasta
area compresa tra la Spagna, il mar Nero e la costa settentrionale
dellEgitto.
Con la fine del medioevo ellenico nel IX secolo a.C. si era avviato
il processo che aveva portato alla crisi della societ micenea e allaf-
fermarsi di regimi aristocratici nelle poleis. NellVIII secolo luso della
moneta metallica sostitu il baratto, mentre le strutture politiche cittadi-
ne furono scosse da conflitti sociali, che portarono a differenti risposte
istituzionali: a Sparta vi fu la riforma oligarchica di Licurgo, mentre in
molte altre poleis durante il VII secolo si instaurarono delle tirannidi.
Pi complessa fu la situazione di Atene, dove alla legislazione di
Dracone (620 a.C.) seguirono la riforma oligarchica di Solone (593), la
tirannide di Pisistrato (560) e la costituzione democratica di Clistene
(508). Cioffi et al., pagg.
26-32
1
1. La nascita della filosofia in Grecia 2
1.2.1 Larte
Fu soprattutto la poesia a influenzare la filosofia, e in particolare
Omero, Esiodo e la poesia lirica. Omero possiede un grande senso
dellarmonia e della proporzione, cerca le cause dei fatti accaduti (per
quanto siano ragioni mitico-storiche) e tenta di rappresentare la realt
nella sua totalit. Limportanza di Esiodo deriva dal fatto che fu il Reale, pagg. 35-36
primo a cercare il principio primo da cui tutto ebbe inizio, ma lo fece
attraverso il mito. Infine, i poeti lirici influirono ponendo il concetto di Reale, pagg. 65-66
limite, di giusta misura, quel conosci te stesso del tempio di Apollo
che diventer il motto di Socrate.
1.2.2 La religione
Quando si parla di religione greca si pensa a Zeus, Apollo e in
generale agli di della tradizione omerica. Questa per solo una
faccia della religiosit greca, poich la religione pubblica si fondava
unamplificazione e idealizzazione delluomo comune, e riconduceva
a divinit antropomorfe (possedenti vizi e virt umani) tutti gli av-
venimenti della natura. Questo elemento naturalistico della religione
greca, daltra parte, influenzer la filosofia, che allinizio sar anchessa
naturalistica. Reale, pag. 39
Molte persone per non erano soddisfatte da tale religione, senten-
dola lontana. Per questo si diffusero i misteri, tra i quali i pi influenti
sono quelli orfici. Questi ebbero grande influenza sulla filosofia, poich
introdussero il dualismo tra il corpo, destinato a perire, e lanima. Ma
tale anima era in realt un dmone, caduto nel corpo per una colpa
originaria, destinato a sopravvivere e a reincarnarsi. I misteri orfici
promettevano di liberare lanima dal corpo attraverso una purificazione,
affermando che gli iniziati avrebbero avuto un premio dopo la loro
morte. Lobiettivo finale era il ricongiungimento con gli di. I misteri
orfici ebbero una forte influenza su Pitagora, Eraclito, Empedocle e
soprattutto Platone. Reale, pagg. 41-42
Inoltre lassenza di libri sacri, dogmi e di una casta sacerdotale
furono ostacoli in meno affinch la filosofia potesse affermarsi. Reale, pagg. 39-40
6
2. I naturalisti ionici 7
2.2 Talete
Per una consuetudine risalente allantichit, Talete considerato lini-
ziatore della filosofia greca e il fondatore della scuola ionica. Le date di
nascita e di morte ci sono sconosciute, ma sappiamo che lapice della
sua attivit stato verso lanno 585 a.C., quando riusc a prevedere
uneclissi.
Pur non avendo scritto nulla, il suo pensiero arrivato fino a noi Reale, pag. 71
tramite le parole di Aristotele, secondo il quale Talete fu liniziatore
della filosofia della physis, in quanto fu il primo a ricondurre tutta la
realt a un principio originario, che identific con lacqua. Le ragioni di
tale congettura secondo Aristotele risiedono nel fatto che il nutrimento
dogni cosa umido, e persino si genera e vive nellumido [. . . ] ed
anche perch i semi di tutte le cose hanno una natura umida e lacqua
[. . . ] il principio della loro natura. Reale afferma che il principio Metafisica A, 3,
lacqua, perch tutto viene dallacqua, sorregge la propria vita con 983b
lacqua, finisce nellacqua. Reale, pag. 74
Tuttavia bisogna precisare che con acqua Talete non intende
semplicemente il liquido ma un vero e proprio dio, un elemento
divinizzato che si supponeva governasse il mondo. una nuova
concezione della divinit, intesa con la ragione e destinata a soppiantare
la vecchia religione pubblica. inoltre un dio che pervade tutto,
implicando che ogni cosa abbia unanima (panpsichismo), come il
magnete che manifesta la sua anima attirando il ferro. Reale, pagg. 75-76
2.3 Anassimandro
Anassimandro, molto probabilmente discepolo di Talete, fu il primo
a introdurre il termine arch nella ricerca del principio, che identific
con lapeiron. Questo non un principio naturale come lacqua, ma
di natura infinita. Il termine stesso a-peiron significa privo di limiti
(peras) esterni e interni. Nella prima accezione, lapeiron linfinito
quantitativo, spaziale, mentre nellaltra accezione linfinito qualitativo,
senza limitazioni di qualit.
2. I naturalisti ionici 8
2.4 Anassimene
Anassimene di Mileto, forse discepolo di Anassimandro, raggiunse
lapice della sua attivit nel 546-545 a.C. In un certo senso, corregge la
teoria del maestro: il principio, larch, s infinito in quantit e qualit,
ma non indeterminato, e viene identificato con laria.
Nellaria Anassimene vede la forza in incessante movimento che
anima il mondo. Nella sua concezione il cosmo intero un unico essere
vivente che respira, e laria il suo respiro e la sua anima. Alcuni Abbagnano, pag. 37
studiosi ipotizzano invece una possibile derivazione della teoria di
Anassimene dallosservazione della natura, poich dallaria, infinita e
illimitata allocchio umano, scendono la pioggia (lacqua) e i fulmini (il
fuoco), e a esso salgono i vapori e le altre esalazioni. Reale, pag. 86
Anassimene spiega anche come la realt derivi dallaria attraverso
il processo di condensazione e di rarefazione (la rarefazione d origine
al fuoco, la condensazione allacqua e alla terra); allo stesso modo il
freddo la materia che si contrae mentre il caldo la materia dilata
e allentata (Plutarco). DK 13 B 1
Limportanza di Anassimene sta nellaver spiegato razionalmente
come da una differente quantit del principio originale possa derivare
2. I naturalisti ionici 9
10
3. Pitagora e i pitagorici 11
Per i pitagorici a ogni numero corrisponde una figura: luno il
punto, il due la linea, il tre il triangolo, il quattro il tetraedro. Da ci
venivano ricavate corrispondenze magiche e religiose tra i numeri
e alcuni fenomeni, come per esempio lintelligenza, rappresentata
dalluno, o lopinione, raffigurata dal due. Particolare importanza
aveva il tetrakts, una figura composta dai primi quattro numeri
naturali disposti a triangolo, la cui somma dieci. A questo veniva
attribuito un valore divino, in quanto concentrato del potere generativo
di tutti i numeri e simbolo dellorigine della bellezza. Il dieci infatti il
numero perfetto, poich contiene la stessa quantit di numeri pari (2,
4, 6, 8) e dispari (3, 5, 7, 9). Cioffi et al., pag. 72
3. Pitagora e i pitagorici 12
4.1 Il divenire
Eraclito ricordato come il filosofo del divenire perch proprio sul
dinamismo del divenire concentr la sua ricerca. Riteneva che la realt
fosse in continuo movimento: nulla resta immobile ma tutto si muove,
cambia, trasmuta senza eccezione (panta rhei, tutto scorre).
In un frammento divenuto ormai celebre afferma che a chi di-
scende nello stesso fiume sopraggiungono acque sempre nuove, noi
scendiamo e non scendiamo nello stesso fiume, noi stessi siamo e non
siamo: il fiume sembra essere sempre lo stesso, ma in realt fatto DK 22 B 12, 49a
di acqua sempre diversa; e siccome, mentre ci immergiamo, siamo
diventati diversi da quando siamo entrati in acqua, e lacqua stessa
non pi quella in cui ci siamo immersi, Eraclito dice che entriamo e
non entriamo nel fiume; e allo stesso modo siamo e non siamo, perch
13
4. Eraclito 14
dobbiamo non essere quello che non eravamo prima: le cose non hanno
una realt se non nel divenire delle cose, che la forma dellessere. Abbagnano, pag. 42
15
5. Senofane 16
pensa tutto senza fatica, e soprattutto non si muove. Allimmobilit Reale, pag. 131
del dio-cosmo fa per da contraltare la mutevolezza delle cose che
popolano il mondo, le quali nascono, si trasformano e muoiono. Ci
quindi lo allontana, oltre che dagli ionici, anche da Parmenide e dalla
sua fisica delle apparenze. Reale, pag. 133
Parmenide e leleatismo
6
Con Parmenide (c. 515/510 c. 590 a.C.) la ricerca cosmologica dei
presocratici viene rivoluzionata radicalmente. Nato a Elea in Magna
Grecia da una famiglia aristocratica, fu iniziato alla filosofia dal pitago-
rico Amina e a sua volta fond una scuola nella citt natale. Risultato DK 28 A 1
della sua speculazione un poema intitolato Sulla natura (Per physeos),
nel quale per primo affronta il problema dellessere, gettando le basi
dellontologia. Le sue conclusioni sullunit e immutabilit di ci che Reale, pag. 135
segneranno profondamente i filosofi a lui contemporanei e successivi,
e daranno vita a un vivace dibattito tra i sostenitori della sua posizione
(tra cui spiccano gli allievi Zenone e Melisso) e chi invece difender
lesistenza del mutamento e della molteplicit degli enti (i cosiddetti
pluralisti [ 7]).
17
6. Parmenide e leleatismo 18
6.4.2 Melisso
Melisso nacque tra la fine del VI e linizio del V secolo a.C., e oltre che
filosofo fu anche un politico e un uomo di mare. Pu essere definito il
sistematore della dottrina di Parmenide, alla quale per apporta un Reale, pag. 152
proprio originale contributo. A differenza delleleate, infatti, Melisso
pensa lessere come infinito, in quanto non mai nato n morto, e
quindi non circoscrivibile entro dei limiti. Questo comporta che
lessere diventa una sostanza dotata di caratteristiche quasi fisiche.
Mentre per il maestro lessere era una realt immobile e al di fuori
del tempo, per Melisso infinito nello spazio e nel tempo, senza
6. Parmenide e leleatismo 21
7.1 Empedocle
Discendente da una famiglia aristocratica di Agrigento, Empedocle (c.
481 c. 421 a.C.) oltre che filosofo fu anche poeta, mistico, taumaturgo,
medico e politico di indirizzo democratico. Secondo alcune fonti fu il
primo a dare lezioni di eloquenza, ed ebbe come allievo Gorgia [
8.3]. Su di lui si narrano varie leggende, come per esempio che abbia
resuscitato una donna morta da un mese e che si sia suicidato gettandosi
in un cratere dellEtna. In realt, testimonianze pi attendibili affermano
che sarebbe morto nel Peloponneso, esiliato dai ceti aristocratici con
cui era entrato in contrasto.
22
7. I pluralisti 23
7.1.2 La purificazione
Nel pensiero di Empedocle ricopre un ruolo importante laspetto
religioso. Uno dei suoi poemi, le Purificazioni, tratta del tema della
divinit, intesa come una mente in grado di muoversi per lintero
universo a una velocit istantanea, non coglibile attraverso i sensi.
Lanima delluomo invece un dmone cacciato dallOlimpo per
una colpa originaria, il quale potr per ritornavi in seguito a una
purificazione, attraverso una serie di incarnazioni in vite via via sempre
pi nobili. Reale, pagg. 167-168
7.2 Anassagora
Con Anassagora (c. 496 c. 428 a.C.), originario di Clazomene in
Asia Minore, la filosofia si trasferisce dalle colonie ad Atene. Svolse Cioffi et al., pag. 166
infatti la sua attivit di filosofo nella capitale dellAttica, dove fu
7. I pluralisti 24
7.3.2 La conoscenza
Democrito spiega la percezione delle cose sensibili partendo dal pre-
supposto che anche lanima composta da atomi, corpuscoli particolari
di natura ignea, sferici ed estremamente mobili. Gli atomi provenienti
dal mondo esterno entrano in contatto con quelli dei nostri organi di
senso, creando uno stampo che riflette le caratteristiche delloggetto.
Anche la vista spiegata attraverso un contatto fisico: continuamente
atomi che riproducono la struttura delloggetto si staccano e riempiono
laria circostante. La percezione quindi uninterazione tra uomo e
realt.
7. I pluralisti 27
28
8. I sofisti 29
8.2 Protagora
Protagora (c. 490 - c. 420 a.C.) fu tra i primi e pi importanti sofisti.
Originario di Abdera in Tracia, giunse ad Atene nel 444-443 a.C. e
strinse amicizia con Pericle, che lo incaric di scrivere la costituzione
per la colonia panellenica di Turi. Comp molti viaggi e scrisse diverse
opere, tra cui le Antilogie, la Verit, Intorno allessere e Intorno agli di.
Stando alle fonti, questultima gli valse unaccusa di empiet, poich
vi affermava che delle divinit non si pu dire nulla, nemmeno se
esistano oppure no. Sempre secondo la tradizione mor durante un
naufragio, e le sue opere furono date al rogo nellagor di Atene.
Il pensiero di Protagora pu essere riassunto dalla celebre massima
secondo cui luomo misura di tutte le cose, di quelle che sono in
8. I sofisti 30
quanto sono, di quelle che non sono in quanto non sono. Il sofista DK 80 B 1
propone una nuova nozione di verit, considerata a partire dalla sua
connessione con lesperienza e priva di qualsiasi significato sacrale.
Lindividuo pu conoscere solo ci che cade nel suo orizzonte di
esperienza, e la distinzione tra vero e falso avviene allinterno della
relazione tra uomo e mondo - questultimo inteso sia come realt
sensibile sia come ambiente creato dalluomo stesso attraverso le
tecniche, e in particolare la politica. Ci comporta che la verit non
pu essere assoluta, e la sua ricerca avviene a partire dalluomo e dal
suo ambiente (cio la polis).
Per Protagora infatti c uno stretto nesso tra verit e prassi, e
conoscere il mondo significa migliorarlo. La stessa retorica ha un
decisivo ruolo educativo nella polis democratica, perch in grado di
rendere i cittadini pi giusti facendo accettare loro le opinioni migliori,
cio pi utili alla vita civile della comunit. A questo aspetto formativo
della sua attivit di sofista si associa linteresse per la comunicazione e il
linguaggio. Come afferma nelle Antilogie, riguardo ciascun argomento
esistono due logoi (intesi come discorsi, ragionamenti), uno a favore
e uno contro. Il logos non in grado di stabilire la verit delluna o
dellaltra tesi tra loro contraddittorie, e la conseguenza che luomo
non potr conoscere la natura profonda della realt, ma solo valutare
la validit delle opinioni in base alla loro utilit e universalit, cio alla
loro diffusione nella comunit degli uomini. Cioffi et al., pagg.
182-183
8.3 Gorgia
Altro celebre sofista fu Gorgia (c. 483 - c. 376 a.C.), che secondo le fonti
fu allievo di Empedocle [ 7.1]. Nato a Leontini (lodierna Lentini) DK 82 A 2
in Sicilia, lasci la Magna Grecia per svolgere lattivit di insegnante
e oratore. Ebbe vari allievi, tra cui Isocrate e Alcidamante. Fu tra i
sofisti pi ricercati e meglio pagati (per le sue lezioni chiedeva 100
mine doro), e mor ultracentenario.
Nel suo trattato Sul non essere o sulla natura, Gorgia attacca leleatismo
[ 6] sostenendo che
1. niente esiste
8.4.1 Ippia
Ippia (443? - 399? a.C.) nacque a Elide nel Peloponneso, e svolse varie
ambascerie in molte citt della Grecia. Ebbe grande fama nellantichit
per la sua capacit mnemonica e per la polymathia: vantava infatti di
riuscire a ricordare unintera lista di nomi dopo averla ascoltata una
volta sola, e coltivava interessi in varie arti e scienze, dalla tessitura
alla pittura, dalloreficeria alla musica. Fu astronomo, mitologo e un
valente matematico (a lui si deve la quadratrice), e compose unopera
di carattere enciclopedico intitolata Synagogh (Raccolta). Per quanto
riguarda la sua riflessione politica, oppose alla convenzionalit della
legge della polis luniversalit e la necessit del diritto naturale, e
sostenne lintroduzione nella vita civile di norme comuni coincidenti
con quelle non scritte della physis.
8. I sofisti 32
8.4.2 Prodico
Di Prodico (c. 460 380? a.C.), originario dellisola di Ceo nelle Cicladi,
si ricordano la sinonimica, cio la capacit di discernere il corretto
significato di un termine, e lapologo morale di Eracle al bivio, in cui
leroe, ancora adolescente, deve scegliere se seguire la via della Virt
o quella del Vizio. Prodico inoltre tent di spiegare razionalmente DK 84 B 2
lorigine della religione con la divinizzazione di elementi naturali (il
sole, la luna, i fiumi) e degli inventori delle cose utili alluomo (per
esempio Dioniso per il vino), anticipando levemerismo.
8.4.3 Antifonte
Sullidentit di Antifonte in corso un dibattito tra i filologi, intor-
no allipotesi se il sofista debba essere identificato con Antifonte di
Ramnunte, il retore e oligarca di cui parla Tucidide. A ogni modo, dai
frammenti giunti fino a noi, sappiamo che il sofista Antifonte coltiv
interessi naturalistici, e in particolare studi la medicina ippocratica.
Inoltre, sulla scorta della riflessione di Protagora, entr nel merito del-
lantitesi tra nomos e physis, sostenendo che la legge impedisce alluomo
di soddisfare appieno i propri bisogni naturali, negandogli quindi il
raggiungimento del suo utile e della felicit. Non per questo, per,
lecito dare libero sfogo ai propri istinti; al contrario si deve sfruttare la
propria intelligenza per compiere, a seconda delle situazioni, la scelta
migliore.
8.4.4 Trasimaco
Poco o nulla sappiamo di Trasimaco (fl. 427 413 a.C.), se non che
nacque a Calcedonia in Bitinia e fu un brillante oratore, che introdusse
luso dello stile medio. Gran parte della sua fama si deve a Platone,
che lo sceglie come interlocutore di Socrate nel Libro I della Repubblica.
Qui il sofista sostiene la tesi secondo cui il bene lutile del pi forte,
dalla quale deduce per via retorica che rispettando la legge i cittadini
fanno del bene a chi governa e non a se stessi. Ogni forma di governo,
infatti, promulga leggi allo scopo di conservare il proprio potere, e
rispettandole i cittadini non fanno altro che rafforzare chi governa. La Repubblica
questione se queste teorie politiche risalgano al Trasimaco storico o 338c-341a
siano state a lui attribuite da Platone ancora aperta. Dai frammenti
del suo scritto Sulla costituzione, in cui auspica un ritorno ai valori
dellepoca di Solone, sappiamo comunque che era vicino agli ambienti
delloligarchia ateniese. DK 85 B 1
8. I sofisti 33
8.4.5 Crizia
Sebbene non possa considerarsi propriamente un sofista, visto che non
insegn mai retorica, Crizia (460 - 403 a.C.), zio di Platone e leader
dei Trenta Tiranni, fu molto vicino alla riflessione politica di questi
pensatori. Autore di opere teatrali, anchegli critic aspramente il nomos,
mostrandone la fragilit e opponendolo alla necessit della physis e
alla forza di un carattere nobile. La legge pu infatti essere distorta e
aggirata da un abile oratore, mentre un saldo carattere (chrestos) resiste
a qualsiasi tentativo di corruzione. La sua critica arrivava a colpire
anche la religione: celebre la sua tesi secondo cui gli di sarebbero
uninvenzione dei governanti, usata per controllare i cittadini anche
nei momenti pi privati della vita, laddove lo Stato non pu arrivare
per fare rispettare le leggi.
8.4.6 Callicle
Scarse sono le notizie che abbiamo di Callicle, un giovane ateniese che
ci sarebbe ignoto se non fosse stato scelto da Platone come interlocutore
di Socrate nel Gorgia, dialogo nel quale portavoce di tesi politiche
influenzate dalle riflessioni dei sofisti, in particolare Antifonte. Callicle
afferma che per natura i pi forti, in quanto migliori, dominano sui pi
deboli. Tuttavia questi ultimi, essendo pi numerosi, si sono tutelati
attraverso le leggi, che impediscono ai pochi migliori di elevarsi. I
migliori vengono paragonati a giovani leoni (immagine poi ripresa
da Nietzsche) incantati tenuti a bada attraverso leducazione, che per
un giorno si libereranno dalle costrizioni della morale e si imporranno
secondo la legge di natura. Inoltre, incalzato da Socrate, il giovane Gorgia 438a-484b
arriva a sostenere che il bene coincide con il piacere, e che la felicit
consiste nel soddisfare ogni desiderio, per quanto grande possa essere.
La moderazione invece, ancora una volta, uninvenzione dei deboli,
che non sono in grado di raggiungere il piacere al massimo grado. Gorgia 491e-492c
8.5 Eristica
La parola eristica deriva dal verbo erizein, che significa battagliare, e
viene utilizzata per indicare la tecnica messa in pratica da alcuni sofisti
che sfruttavano le ambiguit del linguaggio per vincere negli agoni
oratori. Si tratta di una degenerazione della sofistica, che porta allestre-
mo la dialettica confutatoria degli eleati e le antilogie di Protagora. Tra Cioffi et al., pag. 206
i pi celebri eristi si ricordano Eutidemo e Dionisodoro, i due fratelli
originari di Chio immortalati da Platone nellEutidemo, dove fanno
sfoggio di artifici retorici attraverso i quali inducono linterlocutore a
contraddirsi, negando quando ha appena affermato.
Socrate
9
La vicenda umana e filosofica di Socrate (469 - 399 a.C.) fortemente
legata alla situazione ateniese in quegli anni. Come gi ricordato, la
capitale dellAttica fior nei decenni successivi alla seconda guerra
persiana, e nei trentanni di governo del democratico Pericle assunse
un ruolo di primo piano nella lega delio-attica. Contemporaneamente,
anche la rivale Sparta aveva ampliato la sua egemonia nel Pelopon-
neso. Le tensioni tra le due poleis sfociarono infine nella guerra del
Peloponneso (431 404 a.C.), che si risolse con la sconfitta di Atene,
a cui gli spartani imposero il governo oligarchico dei Trenta tiranni.
Questo ebbe per vita breve: fu rovesciato dai democratici durante
la battaglia di Munichia (403), nella quale mor anche Crizia, leader
del regime. Si insedi cos il governo di Trasibulo, che si proponeva di
restaurare la democrazia e le sue tradizioni. Cioffi et al., pagg.
Socrate conobbe quindi let doro della polis ateniese, la crisi dei 33-34
valori e le incertezze dovute alla guerra. Fu contemporaneo dei sofisti,
ma anche degli ultimi filosofi naturalisti, come latomista Democrito
[ 7.3] e il pitagorico Filolao [ 3]. Il suo pensiero segn una svolta nel
campo della filosofia morale, concentrandosi sullo studio delluomo in
quanto tale e sul concetto di aret (virt). Reale, pag. 217
34
9. Socrate 35
dai sofisti, e allo stesso tempo in polemica con loro - abbia mutato il
proprio pensiero. Reale, pag. 268
Da varie testimonianze sappiamo che Socrate amava dialogare con
le persone che incontrava durante la giornata: per lo pi si trattava
di giovani e artigiani, ma parlava anche con aristocratici, poeti e altri
filosofi. Coerente con la sua preferenza per loralit non scrisse niente,
e tutto ci che sappiamo del suo insegnamento arriva a noi per via
indiretta, attraverso il filtro delle rappresentazioni che ne hanno lasciato
nei loro scritti altri autori. Le principali fonti sono:
Platone, che fu allievo del filosofo negli ultimi otto anni della
sua vita e che lo scelse come personaggio principale di molti suoi
dialoghi. In particolare, linfluenza di Socrate maggiormente
ravvisabile nella prima fase della sua produzione.
9.3.2 Lironia
Di Socrate celebre lironia pungente, di cui faceva largo uso durante le
discussioni. La funzione dellironia socratica allinterno della dialettica
di criticare e distruggere le opinioni sbagliate e i pregiudizi, attraverso
lelenchos (confutazione). Si tratta della prima fase del suo metodo,
mirante a mettere in discussione le credenze preacquisite e preparare
il campo per la parte costruttiva del dialogo. Cioffi et al., pag. 285
Come gi ricordato, Socrate iniziava ogni dialogo chiedendo di
definire largomento che si voleva trattare. La definizione veniva
quindi analizzata dettagliatamente, mettendone in luce le debolezze
e le contraddizioni. Dopo essersi resi conto che la definizione data Reale, pag. 289
non porta da nessuna parte, la discussione prosegue nel tentativo di
trovarne unaltra soddisfacente. Come scrive Reale, fu probabilmente
questo aspetto del suo metodo dindagine, teso a generare ulteriori
domande e dubbi nellinterlocutore, che gli alien le simpatie di molti
e provoc laccusa di praticare la sofistica. Reale, pag. 291
9.3.3 La maieutica
In un celebre passo del Teeteto di Platone, Socrate paragona se stesso
alla madre Fenarete, che essendo una levatrice praticava larte della
maieutica, cio assisteva le donne gravide nel momento del parto.
Allo stesso modo, anche il filosofo fa partorire le anime, riconoscendo
durante la discussione i ragionamenti corretti da quelli che sono meri
fantasmi, e aiutando di conseguenza linterlocutore a portar fuori da
s la verit. Questa, come gi detto, non arriva alluomo dallesterno
ma dallinterno: il filosofo non insegna nulla ai discepoli, ma piuttosto
li aiuta scoprire la verit che hanno gi dentro di s attraverso la
maieutica, ponendo domande e ricevendo risposte. Inoltre, come la Cioffi et al., pagg.
levatrice pu esercitare questo compito essendo gi avanti con gli anni 285-286
e ormai incapace di generare, cos anche Socrate pu farlo perch
ignorante e non ha conoscenze preacquisite. Teeteto, 148b-151d
La maieutica caratterizza la seconda parte del metodo socratico:
dopo aver mostrato gli errori di ragionamento mediante lironia (pars
destruens), si passa a cercare una risposta razionale e condivisa per
largomento della discussione (pars costruens).
9. Socrate 38
40
10. I socratici minori 41
intesa come somma dei piaceri particolari. Inoltre, il saggio non ricerca
assiduamente il piacere, ma si limita a coglierlo quando gli si presenta:
in caso contrario il piacere non sarebbe pi dolce ma diventerebbe
un dolore. Reale, pagg. 322-323
43
Cronologie
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Cronologie 45
Copertina
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I naturalisti ionici
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Pitagora e i pitagorici
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Eraclito
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Senofane
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Parmenide e leleatismo
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I pluralisti
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I sofisti
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Socrate
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