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L'ASCATARE DE VIADZO 1 - IL QUADERNO DI VIAGGIO 1 -

27/06/2010 27/06/2010

eud Marzia Rey di Marzia Rey

Nou oureus- Tsatel de la marqueza 27 giugno, prima tappa


Adelaide de Souiza, trouveun dedzò Susa - Moncenisio
ad ateundrenos le diviseus roudzeus
de lou soucours alpin de la stasioun Ore 9, Castello della Marchesa
de Souiza. A nou oureus parteun dou tsatel avè Adelaide di Susa, troviamo già ad aspettarci alcuni
46 amis que soun venuu tsaminee avè nos. Se membri del Soccorso Alpino stazione di Susa
squerse es tsante e se tsamine, ariveun a Venò, mentre intravediamo delle sagome rosse che si
aioun Dante Alpe ou nou couèinte del pastis dou avvicinano. Alle 9.30 parte dal Castello un gruppo
t.a.v., le batalheus que iot itaie. Propre a Venò tot di 46 magliette rosse dlou tsamin, si scherza e si
la Val Souiza lhot dèifenduu soun teritore, pa per chiacchera, l'atmosfera è allegra e la gente
rifiute lou progres ma per ina rèizoun dzeusta. A determinata. Arriviamo a Venaus, dove Dante
Nouvalèiza nous ateun Matteo, de Nouvalèiza, que Alpe racconta del Tav/Tac, dei sondaggi e delle
ou garde la lèinga è la cultura dou pai, ou l'ot lotte dei valsusini che proprio a Venaus nel 2005
èitudia seun! Ou nous ateun d'in lou paii aioun le si sono riuniti all'imbocco della Val Cenischia per
dzeun sortoun de mesò nou salutoun è nou fan fermare l'avvio dei lavori. In quell'occasione tutta
lh'augure per lou tsamin, Lucia entusiasmà dou la Val di Susa si è data appuntamento per
group lhe vien avè nos, lhotn stant'an, lhe difendere il proprio territorio, forti delle proprie
tsamine queme in tsamoun. Aloura peioeun pa radici e convinti a difendere il proprio futuro nella
fare bruta figura, lhe nou couèinte de can lhe propria terra, non "trogloditi che rifiutano il
venet antsan a le vatseus, aro li pra soun catsa de progresso" dice ridendo Dante. Proseguiamo il
booc. Pouieun per lou tsamin real, que porte aou cammino sotto il sole a fianco del Cenischia,
Mounseni, pasave de pelegrin, pasave de tot. Li sembra quasi inverosibile trovarsi davvero a
marrons que portavoun li ric an pourtantina. camminare oggi, finalmente, dopo tutto il lavoro
Coumanseun a seuntre la fatiga ma le batueus e di organizzazione. Anovalesa ci aspetta Matteo,
le racanheleus de li tsaminaire nou portoun anout. novalicense che ha fatto della tutela e sviluppo del
Pasa la Fariera ariveun desu lou tsamin de patois e della cultura locale il proprio lavoro e
Napoleoun que quiteun pèina apré per tsape torna studio.
lou tsamin real, tsu le traseus dou trenin dla Fell Ci accompagna nel paese dove incontriamo la
ariveun a la Gran Croue. Seun arivà, coumanse a gente che esce dalla Messa e si ferma a salutarci e
ploure, grela è èiva, iot alanous béin! ad augurarci buon cammino. Lucia, entusiasmata
dalla compagnia decide di seguirci e con la forza
dei suoi settant'anni sale come un camoscio
facendoci vergognare per le nostre lamentele.
Questa strada la faceva con le mucche e racconta
del magone che le viene ora, a vedere il bosco
invadere i prati. Salutiamo il fondo valle per
iniziare la salita della Strada Reale che porta al
valico del Moncenisio, abbiamo posato i piedi sulle
stesse pietre calpestate da centinaia di pellegrini,
soldati di ogni epoca, contadini, marrons, i
portatori di lettiga he accompagnavano i viandanti
benestanti a superare il valico. La fatica della
salita si fa sentire, ma ad ogni tappa un sorriso e
le battute dei compagni fanno tornare il sorriso e
la forza per continuare. Si accenna anche qualche
canzone, finchè dura il fiato. Superata la Ferrera
proseguiamo per la Strada Napoleonica e
attraversiamo le gallerie della Ferrovia Fell
quando, finalmente, intravediamo la nostra meta,
la Gran Croce.
Siamo arrivati, inizia a diluviare, acqua e
grandine! Questa volta è andata bene!

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