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LA REPUBBLICA
La congiura di Catilina
(65-63 a.C.)
Catilina: la prima congiura - Cicerone unico console La proposta di legge agraria di Servilio Rullo - La seconda congiura di Catilin
a Tentativo di uccidere Cicerone - Allontanamento di Catilina Il caso degli ambasciatori Allbrogi - La fine di Catilina
pose una legge agraria che preveva la vendita dei terreni pubblici per finanziar
e l'acquisto di terre da vendere a basso costo ai ceti pi poveri. Tale legge era
evidentemente irrealizzabile (poich privava l'erario di ogni riscossione sui terr
eni del demanio pubblico), tuttavia le ragioni della legge erano altre.
La legge prevedeva infatti la costituzione di un decemvirato di controllo e di a
ttuazione della legge i cui membri dovevano restare in carica per 5 anni, decemv
irato che avrebbe avuto poteri straordinari in caso di necessit, compreso quello
di comandare truppe. L'intenzione era di far entrare nel decemvirato Crasso e Ce
sare, i quali avrebbero goduto di enormi possibilit d'azione.
Gli ottimati non poterono che accorgersi di tali intenzioni, essi volevano evita
re ad ogni costo una dittattura democratica, che fosse stata di Crasso, Cesare o
Catilina. Cicerone, facendo uso della sua abilit oratoria, si scagli contro la le
gge e fece in modo che fosse ritirata.
La seconda congiura di Catilina
Ma Catilina non si arrendeva, egli propose nuovamente la sua candidatura a conso
le per il 62. Questa volta, come ordine del giorno della campagna elettorale pro
pose l'annullamento dei debiti, cosicch riusc a crearsi un vasto seguito di sosten
itori, dalla plebe, ai reduci di Mario, sino ai senatori indebitati pi influenti.
Tuttavia, a fronte della campagna ufficiale, Catilina tesseva le fila della con
giura sotterranea. Da nord a sud i cospiratori cercavano di reclutare truppe anc
he tra gli schiavi, Crasso e Cesare si erano probabilmente defilati, mentre le e
lezioni si svolesero in un clima di guerra (si dice che Cicerone, circondato dal
la sua guardia armata, indossasse una corazza sotto la toga).
Tuttavia, anche questa volta Catilina non fu eletto, vennero eletti consoli Lici
nio Murena e Giunio Silano. La cospirazione decise di passare alle vie di fatto:
i piani erano di far sollevare l'Etruria a nord e Capua e la Puglia a sud, occu
pando Preneste. Infine, l'attacco doveva portare i rivoltosi alla conquista di R
oma.
Cicerone venne a conoscenza della congiura per mezzo della delazione di un'amant
e di uno dei congiurati. Pur non potendo arrestare nessuno (non aveva alcuna pro
va ufficiale) mise in allarme Preneste e le guarnigioni nelle zone a rischio. La
congiura fu rimandata, tuttavia i rivoltosi dell'Etruria a capo di Caio Manlio
non fecero in tempo a venirne a conoscenza e attaccarono la citt senza ottenere a
lcun risultato (la fortezza era gi stata allertata).
Tentativo di uccidere Cicerone
A questo punto Catilina cambi piano: il 7 novembre i cospiratori si riunirono per
organizzare l'uccisione di Cicerone. Il piano consisteva nel mandare due cospir
atori a casa di Cicerone in veste di visitatori del mattino, essi avrebbero ucci
so il console. Nello stesso momento Catilina avrebbe raggiunto l'Etruria e le tr
uppe di Manlio per marciare su Roma, dove i cospiratori, nel frattempo, si sareb
bro occupati dell'uccisione dei senatori ostili. Il potere sarebbe quindi passat
o nelle mani di Catilina.
Cicerone venne per a sapere della riunione sempre da Fulvia, la stessa donna che
lo aveva avvertito della precedente cospirazione. Cicerone circond la casa con le
sue guardie e interruppe le visite, in questo modo il piano dei cospiratori fal
l nuovamente.
Allontanamento di Catilina
L'8 novembre del 62 a.C. Cicerone convoc i senatori in seduta straordinaria nel t
empio di Giove sul Palatino. Furono adottate imponenti misure di sicurezza, Cice
rone intendeva convincere, con la sua capacit oratoria, i senatori ad allontanare
Catilina da Roma: egli non aveva nessuna prova della congiura, ugualmente i sen
atori ascoltarono le parole di Cicerone (egli pronunci la celebre frase: "Fino a
quando, dunque, Catilina, abuserai della nostra pazienza?") e decisero di presta
re ascolto al console. Catilina fu allontanato da Roma tra la contestazione gene
rale dei senatori, il cospiratore si rifugi in Etruria da Manlio.
Il caso degli ambasciatori Allbrogi
I cospiratori rimasti a Roma non si mossero invece con la dovuta intelligenza. G
iunta a Roma un'ambasciata di Galli della trib degli Allbrogi, tentarono di portar
li dalla parte della rivolta con la promessa dell'annullamento dei loro debiti.
Il capo dei Galli, Sanga, prese tempo e invece di pensare unirsi alla cospirazio
ne decise di riferire tutto a Cicerone.
A Cicerone si presentava cos l'occasione per incastrare i cospiratori con prove f
inalmente documentate. Ordin a Sanga di fingere di accettare la proposta dei rivo
ltosi, in modo da farli trovare in flagranza di reato (alcuni senatori della cos
pirazione furono cos azzardati da firmare una lettera che provava tale incontro).
Il piano ebbe successo. I senatori, dopo un processo alquanto veloce, furono co
ndannati alla pena capitale.
La fine di Catilina
Catilina intanto preparava le sue truppe in Etruria assieme a Manlio. Cicerone a
veva improntato un esercito per contrastarlo alla guida del quale fu posto il co
nsole Caio Antonio. Catilina in un primo momento rifugg lo scontro diretto perch i
mpegnato ad organizzare le sue legioni. Accade per che dopo il fallimento della c
ospirazione romana molti dei suoi uomini disertarono. Con gli uomini rimasti Cat
ilina tent di passare l'Appennino per dirigersi in Gallia, ma Antonio lo intercet
t e lo accerchi presso Pistoia. Catilina si gett su Antonio con eroismo, ma trov la
morte e il suo esercito fu sconfitto.
A Roma la repressione delle residue sacche di cospiratori da parte degli ottimat
i fu decisa e puntuale. Gli stessi Cesare e Crasso, implicati nelle prime fasi d
ella congiura e poi prudentemente ritiratisi quando il movimento si stava radica
lizzando e cedendo all'anarchia, si eclissarono dalla vita politica romana per u
n certo periodo di tempo: Cesare divenne governatore della Spagna ulteriore (61
a.C.), lo stesso Crasso, per lasciarlo andare, pag un'ingente somma di denaro per
suo conto reclamata dai debitori.