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Roth nacque a Brody, in Galizia orientale, il 2 settembre 1894.

Apparteneva ad una famiglia


ebraica. Studi germanistica e filosofia a Leopoli prima e a Vienna poi. Prese parte alla Prima
Guerra Mondiale come volontario e venne fatto prigioniero dei russi. Al termine del conflitto
lavor come giornalista a Vienna, Berlino e Francoforte. Nel 1933, a causa dell'avvento di
Hitler, lasci la Germania e si trasfer a Parigi dove mor, alcolizzato, il 27 maggio 1939
GIOBBE
Giobbe un patriarca, una delle figure centrali dellAntico Testamento. Emblematica per Ebrei,
Cristiani e Musulmani. Incarna la figura del giusto perseguitato, del credente la cui fede viene
messa duramente alla prova da Dio. Luomo che, seppur retto, onesto e fedele, viene colpito
da immense sventure.
Il Giobbe di cui Roth ci racconta la parabola si chiama Mendel Singer. E un ebreo russo, vive
nella cittadina di Zuchnow. Maestro di Talmud, uomo devoto, semplice, timoroso, sfuggente,
pensoso. Sua moglie si chiama Deborah e gli ha dato tre figli: Jonas, Schemarjah e Mirjam. Il
quarto bambino che la donna mette al mondo, Menuchim, per un minorato. E sembra
proprio che con la nascita di Menuchim inizi per Mendel la stessa sorte di Giobbe.
Deborah non si d pace, capisce che il suo ultimo figlio malato, diverso, sfortunato, ma
lei crede di poter avere una parola di conforto dal rabbi. Va dal santo uomo che le fa dono di
una sorta di profezia: Il dolore lo far saggio, la deformit buono, lamarezza mite e la
malattia forte. I suoi occhi saranno grandi e profondi, le sue orecchie limpide e piene di
risonanza. La sua bocca tacer ma le labbra, quando si apriranno, annunceranno il bene.
Mendel sa che il fato non stato magnanimo con lui n con la sua famiglia. Ah, al povero le
cose vanno male se ha peccato, e gli vanno male se malato. Bisogna sopportare il proprio
destino! E il destino, infatti, porta i suoi due figli sani a dover partire per diventare soldati
dello zar. Jonas parte volentieri, Schemarjah si allontana, ma sceglie una strada diversa:
disertore. Gli anni trascorrono e Mendel scopre che sua figlia Mirjam, ragazza bellissima, va
con i cosacchi. Un disonore e un affronto pesante per un ebreo come lui.
Schemarjah, attraverso un suo amico, fa sapere ai suoi genitori di essere arrivato in America e
di aver avuto fortuna. Adesso Mendel e Deborah devono decidere se partire, lasciare la Russia
e con essa il povero Menuchim, per raggiungere gli Stati Uniti. Mirjam va con un cosacco, in
Russia pu ben farlo, ma in America non ci sono cosacchi. La Russia un paese triste,
lAmerica un paese libero, un paese allegro. I Singer partono. E con il loro viaggio, Roth,
racconta e descrive un moderno esodo, quello di nuovi ebrei erranti che lasciano la terra delle
origini e vanno altrove. Un paio di centinaia di anni prima un avo di Mendel Singer era venuto
probabilmente dalla Spagna in Volinia. Egli ebbe un destino pi felice, pi comune, in ogni
caso meno memorando del suo discendente . Ma anche negli Stati Uniti, la sorte di
Mendel/Giobbe viene a compiersi: luomo destinato a subire altre drammatiche perdite e a
conoscere la solitudine e labbandono totali.
E come il Giobbe biblico, Mendel rompe il suo legame con Dio. Lunico legame che gli resta da
rompere. Raccoglie tutte le sue cose: i filatteri, i suo tald e i libri di preghiera. Vuole bruciarli.
Accende un fuoco, cieco di rabbia, in collera con Dio, ma non riesce a bruciare lastuccio di
velluto rosso. I suoi amici accorrono e riescono a calmarlo anche se Mendel a loro dice
esplicitamente: Voglio bruciare Dio.
Come Giobbe anche Mendel bestemmia Dio. Ed esattamente come era accaduto a Giobbe,
anche per Mendel, dopo un periodo di silenzio e di allontanamento da Dio, qualcosa si compie.
Quel miracolo che tocca e salva, che giunge inaspettato a rivoluzionare una vita che sembra
gi persa. Dio restituisce a Mendel ci che lui non osa neanche immaginare, lo ripaga, come
fece con Giobbe, di tutte le sofferenze e le sventure subite. Dice Mendel: Grandi peccati ho
commesso, il Signore ha chiuso gli occhi. Un isprawnik io lho chiamato. Lui si tappato gli
orecchi. E cos grande, che la nostra cattiveria diventa piccolissima.

Una storia di riconciliazione dalle radici antichissime, affondate addirittura nella Bibbia, ma
palesi e dichiarate, fin dal titolo. Roth ha semplicemente attualizzato la storia di Giobbe,
facendo intendere che chiunque potrebbe incarnare la figura del giusto perseguitato. Il cuore
di un uomo semplice che trova la sua quiete solo grazie ad un miracolo, lunico atto in grado
di riportarlo alla fede.
Libro intenso e sicuramente piacevole da leggere, una narrazione che spesso procede per
anafore e qualche allitterazione. Ripetizioni che sembrano replicare un rituale, quindi
rassicurano ed insegnano. Un po come fa Mendel quando insegna i versetti biblici ai suoi
piccoli allievi.

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