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Ascanio Bernardeschi: La teoria marxiana del valore.

Le confutazioni

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Ascanio Bernardeschi: La teoria marxiana del valore. Le confutazioni


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La teoria marxiana del valore. Le confutazioni


di Ascanio Bernardeschi
Se si legge Marx con le lenti di Ricardo, la sua teoria appare contraddittoria. Occorre invece avere chiara la sua netta rottura con
l'economia classica
La difficolt o l'impossibilit di misurare gli oggetti non implica che essi non
esistano o che non siano regolati da determinate leggi. Nella meccanica
quantistica, per esempio, secondo il principio di indeterminazione di
Heisenberg, impossibile misurare con precisione, nello stesso istante, sia
la posizione che la velocit di una particella. Per la teoria di Marx stata
criticata per via della difficolt di misurare il lavoro sociale necessario a
produrre una merce oppure di stabilire a quanto tempo di lavoro semplice
corrisponde un'ora di un lavoro complesso, maggiormente specializzato.
agevole rispondere che per Marx il mercato a stabilire il tempo lavoro
necessario a produrre una merce. Se la misura immanente del valore il
tempo di lavoro, quella fenomenica esterna il denaro, quale
rappresentante di ricchezza astratta e quindi di un certo tempo di lavoro. il
mercato che verifica se e in che misura il lavoro prestato lavoro
socialmente necessario. Cos pure, Marx non si mai sognato di cercare di
risolvere il puzzle [1] della riduzione del lavoro complesso a lavoro
semplice, limitandosi casomai a indicare come ci sia possibile in via teorica. Anche nei suoi esempi numerici, ha quasi sempre
utilizzato il denaro come misura del valore. La sua teoria non serve a determinare in vitro il valore delle merci, ma a scoprire le
leggi di movimento del modo di produzione capitalistico e metterne a nudo le contraddizioni. Essa deve essere valutata sulla base
della sua capacit o meno di raggiungere questo obiettivo e naturalmente sulla base della sua coerenza interna.
Le critiche pi diffuse all'impianto teorico marxiano, si riferiscono invece a una presunta contraddizione fra il primo e il terzo libro
del Capitale, fra i valori e i prezzi di produzione. I secondi sarebbero derivati in maniera erronea, o non sarebbero affatto
derivabili, dai primi.
Appena due anni dopo la pubblicazione da parte di Engels del terzo libro del Capitale, un economista austriaco, Eugen von
Bhm-Bawerk, denunci tale contraddizione [2]. A lui parve che. nell'avanzamento dell'analisi di Marx, con l'introduzione dei prezzi
di produzione, fosse superata, la teoria esposta nel primo libro. Il povero Eugen non sapeva che la stesura dei manoscritti
pubblicati da Engels come terzo libro era anteriore alla redazione per la stampa del primo libro, scritto quindi quando Marx
conosceva gi gli sviluppi della sua analisi sulla concorrenza, sul saggio di profitto e sulla trasformazione. Se insistette a parlare
di valore, evidentemente non considerava questa idea superata.
Il '900 fu invece caratterizzato da obiezioni di carattere logico. A dare involontariamente manforte a queste critiche fu un
notissimo scritto [3] dell'economista italiano Piero Sraffa, noto anche per il suo profondo legame di amicizia con Antonio Gramsci.
Con questo libro si intendeva esplicitamente porre le basi per una critica agli economisti marginalisti fornendo, attraverso uno
schema matematico formalmente assai rigoroso, una spiegazione dei prezzi che, come in Ricardo, fosse basata su elementi
oggettivi, quali i costi di produzione, e non sulla psicologia e sulle preferenze dei capitalisti, dei consumatori ecc. Traendo
ispirazione da precedenti lavori di economisti russi, utilizz un sistema di equazioni lineari in cui i coefficienti erano dati dalla
tecnica (quantit di merci che figuravano negli input di capitale come mezzi di produzione e beni-salario e quantit dei prodotti
risultanti, o output). I prodotti sono merci dello stesso tipo e prezzo di quelle impiegate nella produzione. Le incognite sono
quindi questi prezzi identici per gli input e per gli output e il saggio del profitto. Il sistema risolvibile purch venga scelta come
numerario una merce, per esempio l'oro, e quindi tutti gli altri prezzi siano espressi in termini di questa. In tal modo il numero di
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incognite (prezzi di n-1 merci e il saggio del profitto) pari al numero delle equazioni (una per ogni prodotto). La determinazione
simultanea dei prezzi dimostrerebbe che impossibile attribuire una produttivit marginale e una conseguente remunerazione ai
fattori produttivi senza conoscerne prima il rispettivo valore.
Il titolo dell'opera allude al fatto che la soluzione richiede di conoscere solo le quantit di merci immesse nel processo produttivo
e di quelle che ne escono. Anche i profitti risultano dal sovrappi di merci prodotte rispetto a quelle immesse nel ciclo
produttivo. vero che nella stessa opera si mostra come saggio del profitto e salario varino in direzione opposta (aumentando
l'uno diminuisce l'altro e viceversa e quindi si riconosce l'esistenza di interessi di classe contrapposti) e che viene mostrato un
metodo per ricostruire, partendo dai coefficienti tecnici, le quantit di lavoro attuale e passato necessarie alla produzione, ma
rimane il fatto che conoscere dette quantit non indispensabile per determinare prezzi e saggio del profitto o, come ci si
esprime in sede accademica, il sistema dei valori-lavoro (espressione mai usata da Marx!) ridondante, rispetto alle
informazioni di cui abbiamo bisogno. Inoltre, la critica rivolta agli economisti marginalisti pare perfettamente cucita su misura
anche nei confronti di Marx: il prezzo di costo conoscibile solo dopo la trasformazione e quindi non pu essere il dato di
partenza. Marx ne era talmente consapevole che ebbe a scrivere: un errore sempre possibile quando, in una determinata
sfera di produzione, il prezzo di costo della merce viene identificato col valore dei mezzi di produzione in essa consumati.
L'indagine [] non richiede che ci si addentri in un esame pi particolareggiato di questo punto [4]. Questa frase stata dai pi
interpretata come un'ammissione da parte dell'autore dell'imprecisione del proprio procedimento e una sottovalutazione delle
relative conseguenze. Pur essendo il manoscritto solo un abbozzo, anche in altri passi precedenti quello qui riportato si insiste sul
fatto che gli elementi del capitale costante e variabile, debbono essere considerati, nel procedimento di trasformazione, in termini
di prezzi.
Per anni, tuttavia, le repliche alle confutazioni impostate sulla base del sistema di Sraffa, nel frattempo divenuto un oggetto che
ha fatto scuola, sono state deboli e interne alla logica di quel lavoro e inoltre concentrate sugli aspetti quantitativi della faccenda
perdendo di vista la ricchezza delle determinazioni qualitative della teoria marxiana e la sua rottura con l'economia classica.
Non c' spazio qui per riportare la vasta letteratura dei tentativi di salvare qualcosa della teoria di Marx su quelle basi. Sta di fatto
che su di essi stata posta una pietra tombale dal premio Nobel dell'economia Paul Samuleson [5], il quale, ben conscio che nel
sistema sraffiano i prezzi sono determinati indipendentemente dai valori, si fatto beffe di simili tentativi proclamando: (1)
scriviamo le relazioni di valore; (2) prendiamo una gomma e cancelliamole; (3) finalmente scriviamo le relazioni di prezzo,
completando cos il cosiddetto processo di trasformazione".
La procedura marxiana corretta solo se il saggio generale del profitto (rapporto fra plusvalore sociale complessivo e capitale
complessivo impiegato) calcolato prima della trasformazione dei valori in prezzi di produzione corrisponde a quello calcolato ex
post. Dopo la trasformazione debbono quindi realizzarsi, a livello aggregato per l'intero sistema economico, le seguenti identit:
1) tra plusvalore e profitto; 2) tra il valore del capitale impiegato e il corrispondente costo in termini di prezzi dei mezzi di
produzione e della forza lavoro; 3) come conseguenza di 1) e 2) tra il prodotto lordo misurato in termini di valore e quello
misurato in termini di prezzi. A questo proposito stato dimostrato [6] che la somma del valore totale dei prodotti solo per caso
pu eguagliare la somma dei loro prezzi. Cos come non tornano le somme degli elementi aggregati del capitale e le relative
composizioni di valore. Pertanto il saggio generale di profitto calcolato in termini di valore diverso da quello calcolato in termini
di prezzo e di conseguenza non possibile determinarlo partendo dal sistema dei valori. La stessa grandezza del plusvalore
cambia qualora si passi da un sistema di valutazione all'altro in quanto il salario monetario differisce di norma dal lavoro sociale
contenuto nei mezzi di sussistenza dei lavoratori e pertanto anche l'eccedenza, il lavoro non pagato, cambia. Tutto questo,
sempre vedendo le cose con le lenti di Sraffa/Ricardo, le cui conseguenze sono micidiali anche nei confronti della legge della
caduta tendenziale del saggio del profitto. Infatti su quella base stato dimostrato che le innovazioni tecnologiche determinano un
aumento del saggio del profitto e non una caduta. Senza smarrirci nelle complesse dimostrazioni matematiche di questo teorema,
tale esito intuitivo. I prezzi sono determinati dalle quantit fisiche degli input, a prescindere dal tempo di lavoro, e quindi il
saggio del profitto deriva dal confronto fra il sovrappi di merci prodotto e le merci consumate nella produzione. Le innovazioni
sono introducibili vantaggiosamente solo se consentono di produrre una certa merce riducendo le quantit dei fattori produttivi
occorrenti o di produrne una quantit maggiore a parit di impiego di tali fattori. Quindi aumenta il sovrappi per unit di capitale
impiegato, qualsiasi ne sia la composizione, cio il saggio del profitto.
Da qualche decennio, grazie anche ai nuovi studi filologici nell'ambito della MEGA2 [7], sono apparse nuove interpretazioni del
sistema marxiano [8] che, pur differenziandosi tra di loro per aspetti non secondari, sembrano convergere nel considerare il
prezzo di costo che il capitalista sostiene come determinato da: a) il valore del capitale variabile, inteso come tempo di lavoro
rappresentato dal denaro occorrente per retribuire i lavoratori che coincide con il costo sul mercato dei mezzi di sussistenza dei
lavoratori; e b) dal valore del capitale costante, corrispondente ugualmente al tempo di lavoro contenuto negli esborsi di denaro
necessari per acquisire sul mercato, ai loro prezzi, i mezzi di produzione. Per Marx infatti il processo di produzione concatenato
con il processo di circolazione del capitale, D-M...P...M'-D'. Si parte quindi da un esborso di denaro e si termina con la
realizzazione di una maggiore somma di denaro. La trasformazione dei valori degli elementi del capitale in prezzi di produzione
gi avvenuta nell'ambito del precedente ciclo produttivo, visto che per acquisire tali fattori debbo andare la mercato e sborsare
una somma di denaro corrispondente ai loro prezzi. Quel denaro rappresenta una determinata quantit di tempo di lavoro sociale
astratto. Aggiungendo al valore del capitale costante cos definito il tempo di lavoro impiegato nella produzione ottengo il valore
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complessivo del prodotto. Il plusvalore dato dalla differenza fra il tempo di lavoro prestato e quello rappresentato dai salari
monetari. In questo modo posso determinare a priori il saggio generale del profitto e determinare i nuovi prezzi di produzione
applicando tale margine al prezzo di costo (denominazione non casuale!).
Questo modo di procedere supera il dualismo fra sistema dei prezzi e dei valori, in quanto il valore del capitale definito in
termini di prezzi monetari. Per questo i fautori di un simile approccio parlano di Single System. Tuttavia fra di essi non c' piena
concordanza di vedute in quanto alcuni di essi, tra cui Duncan Foley e Fred Moseley, continuano a ritenere che anche il valore
degli elementi del capitale debba essere determinato simultaneamente al prezzo dei prodotti, mentre altri, tra cui Alan Freeman,
Guglielmo Carchedi e Andrew Kliman, considerano il valore del capitale un dato storico, risultante dai precedenti cicli produttivi,
che pertanto non ha necessit e non deve essere determinato insieme ai prezzi di produzione dei nuovi prodotti.
L'approccio simultaneo vine giustificato dalla necessit che i prezzi debbano riflettere anche il costo di riproduzione del capitale,
cio il costo che le imprese debbono sostenere per rinnovare le rispettive dotazioni di fattori produttivi al fine di avviare un nuovo
processo produttivo. Cos per non si superano alcuni dei problemi incontrati utilizzando il modello sraffiano. Per l'altra scuola,
una simile procedura esclude dall'analisi il fattore tempo e il fatto che gli esborsi effettivi sostenuti dai capitalisti sono misurati in
termini di prezzi provenienti dal passato e non di prezzi risultanti alla fine del ciclo produttivo. Quest'ultima tesi, che rappresenta
anche una rottura pi risoluta col modello di Sraffa, denominata Temporal Single System Interpretation (Tssi). Si pu dimostrare
che, perdurando nel tempo una situazione statica di costanza della tecnica, i risultati dei due approcci convergerebbero.
cruciale invece il diverso modo di trattare la realt dinamica del modo di produzione capitalistico.
Per finire c' da segnalare che numerose ricerche empiriche [9] convergono nel rilevare una forte correlazione fra i prezzi di
mercato e i valori marxiani i quali spiegano efficacemente i movimenti dei prezzi, al netto di una componente di disturbo
rappresentata dalle oscillazioni di mercato. Sempre l'evidenza empirica ci dice che pur tra oscillazioni importanti e di lunga durata,
il saggio del profitto ha teso nei secoli a diminuire. Perch si verifichi questo stato di cose costituisce un mistero per la scienza
economica ortodossa.
________________________________________________
Note:
[1] Il termine stato utilizzato da un economista che andato per la maggiore anche negli ambienti dell'ultrasinistra, salvo poi approdare ad altri lidi,
Gianfranco La Grassa. Il suo esplicito abbandono della legge del valore lo ha portato a ridurre il modo di produzione capitalistico a un generico modo
di dominio, a negare il ruolo cruciale dell'accumulazione di ricchezza astratta e della disponibilit dei mezzi di produzione, conseguentemente del
conflitto tra capitale e lavoro. Cfr G. La Grassa, Fuori della corrente. Decostruzione-ricostruzione di una teoria critica del capitalismo, Ed. Unicopli,
Milano 2002 e Gli strateghi del capitale. Una teoria del conflitto oltre Marx e Lenin, Ed. Manifestolibri, 2005.
[2] E. von Bhm-Bawerk, Karl Marx and the Close of His System (1896).
[3] P. Sraffa, Produzione di merci a mezzo di merci. Premesse a una critica della teoria economica, Einaudi 1960.
[4] Il Capitale, Libro III, gi citato nei precedenti articoli, pag. 206.
[5] P. Samuelson, The Transformation from Marxian Values to Competitive Prices: A Process of Rejection and Replacement, 1970
[6] Per esempio da Ian Steedman, Marx dopo Sraffa, Editori Riuniti, 1987.
[7] Si tratta della nuova edizione critiche delle opere di Marx e di Engels di cui ha trattato tral'altro Roberto Fineschi in un'intervista a questo giornale
(http://www.lacittafutura.it/dibattito/la-cassetta-degli-arnesi-di-marx-in-parte-ancora-sconosciuta-intervista-a-roberto-fineschi-partei.html% 20e% 20http:/www.lacittafutura.it/dibattito/la-cassetta-degli-attrezzi-di-marx-intervista-a-roberto-fineschi-parte-ii.html).
[8] Una rassegna delle diverse posizioni contenuta negli atti del seminario internazionale sul III volume del Capitale, tenutosi dal 15 al 17 dicembre
1994 all'Universit di Bergamo, Marxian Economics a Rappraisal Essays on Volume III of Capital, Macmillian Press 1998. Una rassegna delle posizioni
aderenti alla TSSI presente invece nel volume a cura di A. Freeman e G. Carchedi, Marx and Non-equilibrium Economics, Edward Elgar Publishing
Company, 1996. Per chi non ha dimestichezza con la lingua inglese consigliamo la rassegna a cura di Luciano Vasapollo, Un vecchio falso problema.
La trasformazione dei valori in prezzi nel capitale di Marx, Media Print Edizioni, Roma 2002.
[9] Tra questi ricordiamo quelle di A. Shaikh, E. Ochoa, P. Cockshot e P. Cottrell. Il contributo di Ochoa disponibile anche in italiano nel volume
Prezzi, valori e saggio del profitto. Problemi di teorie economica marxista oggi (atti convegno del 20/3/88 organizzato dal CITEP e da Centro K.Marx),
Ed. Vicolo del Pavone, 1989.

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