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C Creato: 29 Gennaio 2016
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La Questione dOriente, lInfelicit araba e il Daesh


di Fabio Alberti
Oriente, questione d Complesso dei problemi politici internazionali aperti dalla progressiva decadenza dellimpero
ottomano. La questione dO. interess le cancellerie europee dalla fine del sec. 17, dopo la sconfitta dellesercito turco a
Vienna (1683). Limpero ottomano divenne oggetto delle ambizioni delle potenze occidentali.(Dizionario di storia,
Enciclopedia Treccani)

Linfelicit araba ha questo di particolare: la provano quelli che altrove parrebbero risparmiati, e ha a che fare, pi che con
i dati, con le percezioni e con i sentimenti. (Samir Kassir)

Il modo in cui funziona locchio umano d luogo al quel fenomeno per il quale
lilluminazione di un oggetto impedisce la vista di ci che vi sta intorno. E
cos che la luna nasconde il firmamento e che i fari dellautomobile
impediscono di vedere ci che sta ai lati della strada. Cos vale anche per la
cronaca, che nasconde la storia ed impedisce di comprendere i fatti. Per
questo, prima di ricostruire i minuti, i giorni, o gli anni che precedono gli
attentati di Parigi (e del Sinai, di Beirut, di Bamako, di Tunisi)
occorrerebbe volgere lo sguardo ai secoli che li precedono.

Verso la fine del 17 secolo quella vasta area geopolitica che va dal
Maghreb allAzerbaigian, dai Balcani allo Yemen[1]
(https://fabioalberti.wordpress.com/#_edn1), allora controllata dallimpero
ottomano, comincia ad andare in crisi. Con la perdita di centralit nel
commercio mondiale, dovuto allapertura delle rotte marittime ed il ritardo
tecnologico rispetto allarea europea, si avvia un declino economico che favorisce lemergere di spinte centrifughe dal variegato
mosaico di popoli che la componevano.

E da allora che tra le cancellerie europee si discute la Questione dOriente come modalit di spartizione delle sue future
spoglie. Se ne parler gi al Congresso di Vienna, a latere dei negoziati sul ripristino dellordine monarchico seguito allavventura
napoleonica, e terr impegnate le cancellerie europee per tutto il XIX secolo.

Appoggiandosi alle rivendicazioni dei nascenti nazionalismi, in particolare nei Balcani[2] (https://fabioalberti.wordpress.com
/#_edn2), e con loccupazione coloniale diretta nel Maghreb[3] (https://fabioalberti.wordpress.com/#_edn3), le potenze europee
procedono alla sua disgregazione/annessione nel corso dell800 e poi, con la Prima Guerra Mondiale, alla definitiva dissoluzione.

Nei territori europei sorgeranno stati-nazione indipendenti, progressivamente integrati nello spazio europeo, mentre in Medio
oriente si proceder alla pura e semplice spartizione coloniale. Il Maghreb era gi stato occupato.

I fatti sono noti. Dallaccordo, nel 1916, tra il francese Franois Georges-Picot e il britannico Mark Sykes, al patto scellerato tra
Abd Al Aziz Saud e Roosvelt a bordo dellincrociatore Quincy, nel 1945, tutta larea centrale del fu impero ottomano pass sotto
controllo diretto o indiretto europeo[4] (https://fabioalberti.wordpress.com/#_edn4).

Per le potenze europee, la Questione dOriente era chiusa.

Unarea geografico/politico/culturale, che per secoli era stata tra i primi attori sul palcoscenico mondiale, viene espulsa dalla
storia ed integrata come appendice funzionale alla economia europea. Diventa un non luogo.

Lordine coloniale, con alterne vicende, con linserimento della Russia tra i contendenti e sopravvivendo, nella sostanza, al
processo di decolonizzazione, ha dominato tutto il secolo seguente, mentre la lotta per il controllo dei paesi chiave per
lapprovvigionamento energetico ne fa il luogo dei conflitti per eccellenza.

A distanza di un secolo il mondo arabo-islamico il luogo al mondo con la pi bassa crescita sia dellIndice di Svilupo Umano

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(HDI) che del PIL e dove domina la sensazione di non contare nulla[5] (https://fabioalberti.wordpress.com/#_edn5).

Samir Kassir, giornalista e intellettuale libanese, in un preziosissimo pamphlet, scritto nel 2004 poco prima di morire per mano
jiadista, Considerazioni sulla infelicit araba, descrive questa condizione come il tratto dominante in una popolazione che aveva
avuto un ruolo centrale nelleconomia mondiale e una fiorente produzione culturale e si trovava ormai a non essere pi padrone
del proprio destino e con un irrisolto rapporto con la modernit[6] (https://fabioalberti.wordpress.com/#_edn6).

E da allora che nel mondo arabo-islamico si susseguono e si intrecciano cruenti conflitti per legemonia e per il potere, con
tentativi di riaprire in forma autonoma la Questione dOriente e di rispondere alla sfida della modernit.

Gi alla fine dell800, in particolare nel mondo arabo, emerge una corrente politico-culturale, che prender il nome di Nahda
(Rinascita o risveglio), che persegue la modernizzazione e avvia una riforma religiosa. La Nahda stata spazzata via
dallistaurazione di regimi monarchici reazionari sotto protezione europea e dalloccupazione coloniale, alla quale si opponeva.
Divenne chiaro che i principi dellilluminismo, non illuminavano la sponda sud del Mediterraneo perch lEuropa proiettava la sua
ombra.

Su un altro versante nel 1928 un insegnante egiziano, Hasan Al-Banna, fonda una associazione per la tutela dei lavoratori arabi
impegnati nello scavo del canale di Suez, sostiene che solo con un ritorno allislam, e non con la modernizzazione, sar possibile
ricostruire unit e dignit delle popolazioni arabe. Nasce la Fratellanza musulmana che adotta una via nazionale e pacifica e si
dedica a reislamizzare la societ dal basso come strategia di lungo periodo. La Fratellanza oggi la pi diffusa e potente
corrente dellislam politico. Ma anche in questo caso la redenzione promessa non d frutti.

Dal panarabismo di Nasser, al socialismo arabo del Baath, al libro verde di Geddafi il processo cosiddetto di decolonizzazione[7]
(https://fabioalberti.wordpress.com/#_edn7) si risolve con lavvento al potere di dittature laiche, che finiscono presto per tornare
sotto il controllo o la tutela di potenze occidentali, per colpo di stato o assorbimento nellorbita sovietica, n riescono a
promuovere un vero sviluppo economico.

Intanto la monarchia saudita, forte della rendita petrolifera e della protezione statunitense, combatte la propria lotta per
legemonia sul mondo islamico diffondendo Wahhabismo[8] (https://fabioalberti.wordpress.com/#_edn8) e Kalashnikov, risorse
che verranno poi ampiamente utilizzate da tutti i movimenti jiadisti che apertamente si rifanno al Wahhabismo e che, per la loro
disponibilit alla guerra, verranno ampiamente utilizzati anche dai paesi occidentali, dallAfganistan in poi.

E in questo contesto che si sviluppato il totalitarismo[9] (https://fabioalberti.wordpress.com/#_edn9) salafita-jadista come


ideologia e come proposta politica, che fonda la propria sfida egemonica nel mondo arabo-islamico su una radicale, ma
modernissima, rottura culturale con la metropoli coloniale e su una rottura politica con tutte le correnti che lhanno preceduta[10]
(https://fabioalberti.wordpress.com/#_edn10),.

Daesh non che lultima manifestazione di una corrente politica che trae linfa proprio dal modo con cui la Questione dOriente
stata chiusa: nella sua follia totalitaria Daesh d una risposta alla infelicit araba[11] (https://fabioalberti.wordpress.com
/#_edn11).

Per rendersene conto basta guardare i video di reclutamento diffusi da Daesh o leggere la dichiarazione di proclamazione del
califfato di Al Baghdadi: O musulmani, voi oggi avete uno Stato che vi restituir dignit, potere, diritti, e leadership Presto
verr il tempo per camminare eretti ed in dignit[12] (https://fabioalberti.wordpress.com/#_edn12).

E parziale concentrarsi sulle condizioni nelle Banlieu. Questo pu spiegare la capacit di reclutamento in Europa, che comunque
contribuisce per una piccola parte. Ma si tratta di carne da macello. Come in tutte le guerre la carne da macello reclutata tra la
povera gente. Dietro allaffermazione del jiadismo vi sono potenti lobby economiche e vasti ceti commerciali e professionali e non i
disperati delle Banlieu.

Prima che in Iraq e in Siria il jiadismo salafita emerso come forza di governo, sia pure con organizzazioni diverse, in Somalia, in
Afganistan, in Algeria, ha una forte presenza in tutti i paesi a maggioranza islamica (dallIndonesia, al Marocco) fino a contagiare
numerosi paesi dellafrica nera. Cresce sia dove stato appoggiato dagli Stati Uniti che dove vi stato combattuto.

Daesh non una quindi una creazione americana, ma un prodotto della storia. Lappoggio turco/saudita, piuttosto che il cinismo
americano, lo hanno favorito, ma non fatto nascere. Daesh non , innanzitutto, unorganizzazione terroristica, ma una proposta
politica. Ed lunica proposta politica con una visione di lungo periodo e che appare oggi vincente alle masse popolari
mediorientali.

Essa si nutre dellaccordo Skyes-Picot ben pi che delle armi statunitensi, delle conseguenze dei piani di aggiustamento
strutturale del Fondo Monetario, pi che della vendita di petrolio.

E proprio perch non una creazione americana, ma un frutto della storia, Daesh non potr essere sconfitto con la guerra, che
invece, come successo nel ventennio passato, lo alimenter. Potr forse essere privato ed tutta da dimostrare di
territorio, o anche smembrato nellorganizzazione, come gi successo in Iraq nel 2006/2008, ma riemerger inevitabilmente
magari in nuove forme se non sar battuto sul campo ideologico da una proposta politica in grado di dare una risposta efficace
allInfelicit araba.
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Ci implica il dare una nuova soluzione alla Questione dOriente che permetta al mondo arabo-islamico di riprendere un posto
autonomo nella storia.

Purtroppo e lo testimoniano il modo in cui sono condotti i negoziati sulla Libia e sullaSiria, piuttosto che lacuirsi del confronto tra
Arabia Saudita e Iran la Questione dOriente si effettivamente riaperta dopo il crollo dellordine mondiale dello scorso
secolo, ma nei termini di contesa tra potenze. Gi in Libia lintervento militare francese stato pi anti-italiano che contro
Geddafi. E in Siria la guerra ha attualmente molto pi a che vedere con la presenza militare russa nel Mediterraneo, con (ancora)
le rotte del petrolio e il controllo strategico del Medio Oriente, che con Daesh o con Assad[13]
(https://fabioalberti.wordpress.com/#_edn13), per non parlare dei veri motivi della guerra in Iraq.

Le primavere arabe, sviluppatesi dalla Tunisia alla Siria, soprattutto nella loro componente giovanile e libertaria e nellinedita
alleanza tra settori di sinistra e di islamismo liberale, hanno provato a riprendere, coniugando libert, giustizia sociale e diritti
umani, ma anche autonomia dalloccidente, il discorso interrotto della Nahda.

Lignavia dei governi occidentali, che hanno preferito utilizzarla per regolare gli equilibri tra loro, e la reazione islamo-reazionaria o
laico-reazionaria lhanno, per ora, quasi soffocata, ma essa rimane una possibilit, forse lunica, per sconfiggere sul piano storico
e politico il totalitarismo jadista.

Cos come la proposta di confederalismo democratico[14] (https://fabioalberti.wordpress.com/#_edn14), formulata da Ochalan,


appare una risorsa importante. Essa, critica alla radice la concezione, di importazione europea, dello stato-nazione e assumendo
il fallimento del nazionalismo in medio oriente ne propone il superamento ipotizzando una forma di autogoverno decentrato e
confederale che in prospettiva vanifichi anche le frontiere artificiali tracciate dal colonialismo. Si pone cio sullo stesso piano della
proposta del Califfato. Inoltre valorizzando la soggettivit femminile e inserendo la lotta contro il patriarcato allapice delle priorit
politiche, contrasta Daesh sul suo stesso terreno ideologico. La proposta del confederalismo democratico ha gi dato dei risultati
ispirando, pur con tutte le imperfezioni che la storia concreta comporta, lesperienza di autogoverno del Rojava.

La guerra di Daesh essenzialmente una guerra di potere dentro il mondo a maggioranza islamica e laffermarsi di una proposta
politica alternativa non pu che darsi dallinterno di questo mondo[15] (https://fabioalberti.wordpress.com/#_edn15). Ma il
cosiddetto occidente pu favorirne lemergere, scegliendo con decisione di sostenere la societ civile, e soprattutto costituire le
condizioni perch possa avere successo sul piano dello sviluppo economico e della giustizia sociale ad esempio con la revisione
dei trattati commerciali euro-mediterranei, che dovrebbe essere messa in cima alle priorit anche per limitare lemigrazione
forzata.

Purtroppo le speranze che ci avvenga non sono molte.

Non sembra infatti che gli attori del nuovo ordine multipolare siano intenzionati a considerare il mondo arabo-islamico altro che un
campo di battaglia, una fonte di materie prime energetiche, un esercito industriale di riserva o, al pi, un mercato per lindustria
degli armamenti.

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Note

1 https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/e/e6/Principales_ciudades_de_el_imperio_otomano.png (https://upload.wikimedia.org/wikipedia
/commons/e/e6/Principales_ciudades_de_el_imperio_otomano.png)

2 Le rivolte nazionalistiche, appoggiate dalle potenze europee, porteranno alla nascita di Grecia (1829), Romania (1877), Serbia, Montenegro e
Bulgaria (1878), Albania (1912)

3 La Francia occup lAlgeria nel 1830, la Tunisia divenne protettorato francese nel 1881, il Marocco nel 1912, lItalia occup la Libia nel 1911, lEgitto
divenne di fatto un protettorato britannico, il Sahara della Spagna.

4 Con il trattato di Sevres (1922) tutta la penisola arabica, e i territori degli odierni stati di Siria, Iraq, Palestina Libano e Giordania vengono assoggettati
ai mandati francese e inglese, secondo laccordo Syke-Picot. Vengono istituiti il Kurdistan e lArmenia, poi cancellati a Losanna nel 1923. La
dichiarazione Balfour (del 1917), che promette un focolare ebraico in Palestina, viene inserita nei trattati.

5 Tra il 2010 e il 2013. Human Development Report 2014, UNDP.

6 Limpotenza, innegabilmente, oggi la cifra dellinfelicit araba. Impotenza a essere ci che si ritiene di dover essere. Impotenza ad agire per
affermare la propria volont di esistere, se non altro come possibilit, di fronte allaltro che ti nega, ti disprezza e, adesso, nuovamente ti domina.
Impotenza a reprimere la sensazione di essere ormai unentit trascurabile sullo scacchiere planetario quando in casa tua che si gioca la partita; un
sentimento, per la verit, irreprimibile da quando la guerra in Iraq ha riportato loccupazione straniera in terra araba. E, come contraccolpo, ha
trasformato lepoca delle indipendenze in una parentesi, Samir Kassir Linfelicit araba, Einaudi, 2006

7 Nel Maghreb, negli anni 50 viene riconosciuta lindipendenza di Egitto, Tunisia, Libia, Algeria e Marocco. Tutti i paesi, ad eccezione del Marocco che
tuttora una monarchia, passando per regimi monarchici o esperimenti democratici, divengono dittature.

8 LArabia Saudita, per sostenere migliaia di scuole coraniche e stampare milioni di volumi che diffondono la pi reazionaria interpretazione del
Corano, ha speso nel ventennio passato una cifra valutata, a seconda delle fonti, tra i 50 e 100 miliardi di dollari.

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9 La definizione di totalitarismo, piuttosto che di terrorismo, mi sembra maggiormente in grado di descrivere, sulla scorta della definizione che ne d
Hanna Arendt, le caratteristiche di un movimento che non si limita allesercizio sistematico del terrore come metodo di governo, ma ambisce a
controllare ogni aspetto della vita dellessere umano e costruisce un mondo virtuale nel quale farlo vivere e allinterno del quale d una spiegazione
dei movimenti storici e giustifica la propria missione. Cfr: Hanna Arendt, Le origini del totalitarismo, 1951.

10 Nei documenti ufficiali del Daesh vi una condanna radicale del nazionalismo, del panarabismo, della democrazia, del pacifismo, dei diritti umani,
cos come della Fratellanza Musulmana.

11 Lislamismo jihadista inteso come pensiero organico, non affatto lideologia dominante che ci fanno spesso immaginare i media occidentali.
Non di meno ha una forte capacit di suggestione, probabilmente perch oggi lunico movimento a offrire una via duscita alternativa al ruolo di
vittime che gli arabi si compiacciono di coltivare., Samir Kassir Linfelicit araba, Einaudi, 2006

12 La dichiarazione del Califfato riportata in Dabiq, n.1, ottobre 2014: O Muslims everywhere, glad tidings to you and expect good. Raise your head
high, for today by Allahs grace you have a state and Khilafah, which will return your dignity, might, rights, and leadership. It is a state where the
Arab and non-Arab, the white man and black man, the easterner and westerner are all brothers. It is a Khilafah that gathered the Caucasian, Indian,
Chinese, Shami, Iraqi, Yemeni, Egyptian, Maghribi (North African), American, French, German, and Australian. Allah brought their hearts together, and
thus, they became brothers by His grace, loving each other for the sake of Allah, standing in a single trench, defending and guarding each other, and
sacrificing themselves for one another. Their blood mixed and became one, under a single flag and goal, in one pavilion, enjoying this blessing, the
blessing of faithful brotherhood. If kings were to taste this blessing, they would abandon their kingdoms and fight over this grace. So all praise and
thanks are due to Allah. Soon, by Allahs permission, a day will come when the Muslim will walk everywhere as a master, having honor, being
revered, with his head raised high and his dignity preserved. Anyone who dares to offend him will be disciplined, and any hand that reaches out to
harm him will be cut off. So let the world know that we are living today in a new era. Whoever was heedless must now be alert. Whoever was sleeping
must now awaken. Whoever was shocked and amazed must comprehend. The Muslims today have a loud, thundering statement, and possess heavy
boots. They have a statement to make that will cause the world to hear and understand the meaning of terrorism, and boots that will trample the idol of
nationalism, destroy the idol of democracy, and uncover its deviant nature.

13 E probabile che Putin abbandonerebbe tranquillamente Assad al suo destino se avesse assicurazioni sulla permanenza e sicurezza della base
militare marittima di Tartus.

14 http://www.uikionlus.com/wp-content/uploads/Confederalismo_democratico.pdf (http://www.uikionlus.com/wp-content/uploads
/Confederalismo_democratico.pdf)

15 La narrazione colonialista, ma anche quella anticoloniale, nel basarsi esclusivamente sulla dicotomia nord/sud nasconde le fratture che
attraversano sia il nord che il sud: non esiste un mondo islamico, ma molti, cos come non esiste un solo occidente.

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