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Storia

Un'ipotesi toponomastica vuole il nome formato da "Nova" (in latino "nuova") ed "ara" ("altare"),
col significato di "Nuovo altare" dunque. Molto pi accreditata l'ipotesi che il nome originario di
"Novaria" derivasse per traslazione diretta da "Novalia", che in epoca romana rappresentavano le
nuove terre colonizzate, sottratte all'incolto e rese coltivabili.
Storicamente, la citt fu fondata attorno all'anno 89 a.C. come colonia di diritto latino, in occasione
della concessione della cittadinanza latina alle trib celtiche della Gallia Transpadana. In et
imperiale Novaria era un importante municipium ed era situata sulla strada tra Vercellae (Vercelli) e
Mediolanum (Milano). La sua pianta a strade perpendicolari (tuttora intatta) risale al tempo dei
Romani. Dopo che la citt venne distrutta nel 386 da Magno Massimo per aver parteggiato per il
suo rivale Valentiniano II, venne ricostruita da Teodosio I. In seguito venne saccheggiata da
Radagaiso (nel 405) e da Attila (nel 452).
Durante la dominazione dei Longobardi Novara, probabilmente molto decaduta, non fu sede di un
ducato. Con Carlo il Grosso il novarese divenne una contea. La citt si svilupp, diventando poi un
libero comune. nel 1167 fece parte della Lega Lombarda. Tra la fine del XII e gli inizi del XIII
secolo il Comune di Novara si assicur il controllo di buona parte del Novarese, con l'eccezione
dell'enclave vescovile della Riviera di San Giulio. Alla fine del XII secolo accett la protezione di
Milano e divenne cos dominio dei Visconti e poi degli Sforza.
Nel 1706 Novara, venne occupata dalle truppe dei Savoia. Con la Pace di Utrecht, (1713)la citt,
insieme a Milano, divenne parte dell'Impero Asburgico. Dopo l'occupazione del 1734 da parte di
Carlo Emanuele III, pass, nell'anno successivo, a Casa Savoia.
Dopo la campagna in Italia di Napoleone Bonaparte, Novara fu capitale del Dipartimento
dell'Agogna, per poi essere riassegnata alla Casa Savoia nel 1814. L'8 aprile 1821 fu luogo di una
battaglia in cui le truppe regolari sarde e austriache sconfissero i liberali costituzionali piemontesi;
nell'ancora pi tremenda Battaglia di Novara del 23 marzo 1849, l'esercito piemontese fu sconfitto
dagli austriaci del maresciallo Radetzky; questo fatto port all'abdicazione di Carlo Alberto di
Savoia ed alla occupazione della citt da parte degli austriaci. La sconfitta dei Piemontesi pu
essere vista come l'inizio del Risorgimento italiano.

Monumenti e luoghi d'interesse


L'antico nucleo cittadino di Novara, di forma pressoch pentagonale, situato su un modesto rilievo
collinare (oggi Centro Storico, sede dell'omonima circoscrizione) e conserva ancora per gran parte,
nonostante le pesanti manomissioni in chiave moderna e le molte architetture neoclassiche, l'antico
impianto medievale con strade ciottolate e piccole piazze (piazza delle Erbe e piazza della
Repubblica).
Anticamente la citt era dotata di una cinta muraria avente un perimetro di 2200 metri, innalzata
alla fine del I secolo d.C. durante l'et imperiale. Parzialmente distrutte nel 1110 le mura furono
successivamente ricostruite ed infine demolite agli inizi del Novecento per permettere lo sviluppo
cittadino. Due tratti delle antiche mura romane, tornate alla luce a seguito di scavi archeologici,
sono visibili oggi presso largo Cavour e nell'area verde alle spalle del Conservatorio-ex Collegio

Gallarini, tra via Solaroli e via Dominioni. Esse appaiono realizzate con la tecnica dell'opus mixtum
utilizzando ciottoli di fiume legati tra loro con malta, posti di piatto e intervallati da basse fasce
orizzontali in mattone.
Dopo il loro abbattimento, le mura hanno lasciato posto agli attuali "baluardi", grandi viali alberati
che circondano il centro storico.

Centro storico
Il monumento pi celebre di Novara la Basilica di San Gaudenzio, costruita tra fine Cinquecento
ed inizio Seicento, e caratterizzata dall'imponente cupola neoclassica a pinnacolo (alta 121 metri)
progettata da Alessandro Antonelli e aggiunta al corpo della chiesa nella seconda met del XIX
secolo, da molti considerata la pi alta al mondo in mattoni.[5]
Di particolare interesse anche il campanile di Benedetto Alfieri (zio del pi famoso Vittorio Alfieri)
e soprattutto, all'interno della chiesa, il bellissimo Polittico di Gaudenzio Ferrari.(1480-1546)

Porticato della piazza del Duomo


Centro della vita religiosa cittadina l'imponente Duomo, in stile neoclassico, progettato anch'esso
da Alessandro Antonelli e costruito a met del XIX secolo sui resti di una preesistente cattedrale
romanica (sorge infatti nello stesso punto in cui si trovava anticamente il tempio di Giove), della
quale appartengono ancora la parte inferiore del campanile, il Chiostro della Canonica e l'Oratorio
di San Siro.

DUOMO E LA CAPPELLA DI SAN SIRO


tra le quali un ampio frammento del pavimento a mosaico del presbiterio. Decora la navata centrale
una serie di arazzi fiamminghi, intessuti intorno al 1565, che narrano episodi della Vita di
Salomone. Fra i dipinti spiccano opere di Bernardino Lanino e Lo sposalizio di santa Caterina di
Gaudenzio Ferrari (XVI secolo); fra le sculture un Cristo crocifisso (XV secolo).
Attigua alla sacrestia si trova la cappella di San Siro, edificata nella seconda met del XII secolo
come oratorio privato del vescovo. Sulle tre pareti dell'aula sono raffigurate scene della Vita di san
Siro e sulla volta il Cristo in Maest, dipinti nella seconda met del XII secolo (1180 circa); sulla
parete di fondo si trova una Crocifissione dei primi del XIV secolo.
L'Arengo del Broletto

il palazzo del Comune (XII secolo) a nord, il palazzo dei Paratici (XII secolo) ad ovest, il palazzo
del Podest a sud e il palazzo dei Referendari ad est (entrambi fine XIV-inizio XV secolo).
Il Broletto fu anche sede delle carceri, poi delle corporazioni artigiane e ospita oggi i Musei Civici,.
Non lontano da piazza della Repubblica (gi piazza Duomo) si trovano la triangolare e caratteristica
come piazza delle Erbe). Essa costituisce il centro perfetto della citt di Novara che indicato da
una piccola mattonella triangolare sul selciato, riconoscibile perch differente dalla altre che
costituiscono la pavimentazione della piazza.
Nella piazza intitolata a Giacomo Matteotti situato Palazzo Natta-Isola, sede della Provincia e
della Prefettura, caratterizzato dalla bella Torre dell'Orologio, si trova Palazzo Cabrino, sede degli
uffici amministrativi del Comune.
La piazza pi grande piazza Martiri della Libert dominata dalla statua equestre intitolata a
Vittorio Emanuele II, primo re d'Italia, incoronato proprio a Novara. Su piazza Martiri si affacciano
poi il Castello Visconteo-Sforzesco, opera dei signori milanesi e il Teatro Coccia. Il Castello, un
tempo molto pi vasto del complesso oggi rimasto, circondato dall'Allea, uno dei pi grandi
giardini pubblici di Novara.
Altre piazze importanti sono:

piazza Cavour, dominata dalla statua omonima

piazza Garibaldi, la piazza della stazione di Novara, anch'essa restaurata, caratterizzata dalla
statua omonima, da quella alla mondina e da una fontana.

piazza Gramsci, gi piazza del Rosario, che ospita, dopo il restauro del 2005, la particolare
statua ad Icaro.

piazza Puccini, situata tra il lato est del Teatro Coccia e l'entrata della Canonica. Ospita la
statua a Carlo Emanuele III, primo sovrano sabuado a governare Novara.

Architetture religiose
Chiesa di Ognissanti
Abbazia di San Nazzaro della Costa
Oltre al Duomo ed alla Basilica di San Gaudenzio, le principali chiese della citt sono:

Chiesa di Ognissanti (inizio XII secolo), l'unica chiesa romanica superstite della citt, gi
citata nel 1124.

Chiesa di Santa Maria delle Grazie, meglio conosciuta come chiesa di San Martino (seconda
met del XV secolo), costruita a partire dal 1477 dai canonici lateranensi,

Chiesa di San Pietro al Rosario (1599-1618), situata in piazza Gramsci fu la sede novarese
dell'Ordine Domenicano prima delle soppressioni napoleoniche. Si presenta internamente a
navata unica con sei cappelle laterali. Conserva alcune opere di rilievo come la statua della

Madonna del latte, risalente al XV secolo ma ricavata da un preesistente monumento di


epoca romana, la Vergine del Rosario di Giulio Cesare Procaccini (1625) ed il ciclo di
affreschi sulla vita di San Pietro di Giovanni Mauro Della Rovere (1637).

Chiesa di San Marco (XVII secolo), costruita su disegno di Lorenzo Binago a partire dal
1607. Conserva all'interno importanti opere del XVII e XVIII secolo di artisti quali Giulio
Cesare Procaccini, Daniele Crespi ed il Moncalvo, oltre a raffinate opere di intaglio quali
sono i confessionali ed il pulpito. Nel 1634 le si affianc un convento, attuale sede della
Banca d'Italia.

Chiesa-Oratorio di San Giovanni Decollato (1637-1657), sede della confraternita di San


Giovanni Battista Decollato.

Chiesa di Sant'Eufemia (1666-1698).

Chiesa del Carmine (XVIII-XIX secolo), situata nei pressi della basilica di San Gaudenzio,
possiede il pi antico campanile romanico della provincia.

Architetture civili

Casa Della Porta e Casa Rognoni (seconda met del XV secolo), in stile gotico.

Palazzo Tornielli-Bellini (inizio XVI secolo), dal 1905 la sede centrale della Banca
Popolare di Novara.

Palazzo Natta-Isola (XVI secolo), costruzione attribuita a Pellegrino Tibaldi, ampiamente


rimaneggiato nel XIX secolo con la sopraelevazione di un piano, ospita oggi gli uffici
dell'amministrazione provinciale e della prefettura. Spiccano il grande scalone d'onore che
porta al piano superiore, gli affreschi delle saloni del primo piano ed il cortile interno
racchiuso da colonne d'ordine dorico. All'angolo sinistro si erge la torre civica dell'orologio
di origine medioevale.

Ospedale Maggiore della Carit, edificato a partire dal 1628 ed ampliato nei secoli
successivi ad opera di vari architetti tra i quali Alessandro Antonelli, a met dell'Ottocento.

Palazzo Cabrino (1661-1664 e secoli successivi), era un palazzo nobiliare edificato in stile
barocco dalla famiglia Cabrino. Alcune sale del primo piano sono decorate con affreschi
settecenteschi di Giovanni Stefano Danedi.

Barriera Albertina (1837), complesso di due edifici neoclassici identici, ad un solo piano,
posti simmetricamente l'uno di fronte all'altro. Si trova al termine dell'antica strada regia
proveniente da Vercelli, l'attuale viale XX settembre, e costituiva la porta occidentale
d'ingresso alla citt (gi Porta Torino). La costruzione fu realizzata abbattendo l'antico
torrione d'ingresso[4]. Gli edifici, destinati originariamente a sedi della guardia e del dazio,
furono progettati da Antonio Agnelli ed inaugurati nel 1837; essi sono di forma
quadrangolare arricchiti da un pronao con sei colonne di ordine gotico; il timpano decorato
con statue allegoriche, scolpite da Giuseppe Argenti, raffiguranti virt o attivit civiche.

Palazzo del Mercato (1817-1842), opera dell'architetto Luigi Orelli era sede del foro per la
contrattazione dei grani ed oggi sede della Borsa dell'agricoltura. un edificio a pianta
quadrata di semplice architettura, arricchito da un loggiato che corre lungo tutti i lati. Sorge
sul lato settentrionale di Piazza Martiri ma la facciata principale quella rivolta su corso
Italia, caratterizzata da due rampe di scale ed un frontone decorato con un altorilievo in
arenaria e marmo.

Palazzetto del Corpo di guardia, situato sul lato occidentale di piazza della Repubblica, a
lato del battistero del duomo, cos chiamato perch fu sede delle truppe della polizia
urbana. Fu edificato a partire dal 1835, su progetto dell'Architetto Aresi, ed inaugurato il 4
novembre 1837.

Stazione ferroviaria di Novara (1854).

Casa Bossi (XIX secolo), grande casa padronale disegnata da Alessandro Antonelli.

Collegio Gallarini (XIX secolo), ospita il Conservatorio di musica Guido Cantelli.

Teatro Coccia (fine del XIX secolo), inaugurato il 22 dicembre 1888. L'attuale edificio sorge
sulle spoglie del settecentesco teatro Morelli (poi dedicato a Carlo Coccia), abbattuto per
permettere la nuova costruzione, opera dell'architetto Giuseppe Oliverio. Oltre a personaggi
illustri come Arturo Toscanini e il compianto Guido Cantelli, in anni pi recenti ha ospitato
il programma televisivo Bravo Bravissimo, condotto da Mike Bongiorno. Tutt'oggi un
apprezzato teatro di Tradizione, che ospita stagioni d'opera di alto livello.

Casa Quaroni (XX secolo), testimonianza di stile liberty a Novara.

Casa Fiorentini, edificata tra il 1907 ed il 1910 su progetto dell'ingegnere Roberto Passeri,
sorge all'angolo tra via XX settembre e via Dante Alighieri e rappresenta uno dei pi
interessanti esempi di architettura liberty novarese. La facciata, sormontata tre balconi ricchi
di ornamenti, si trova nella zona d'angolo e segue un andamento curvilineo. Di notevole
pregio ed impatto visivo la decorazione esterna.

Palazzo "Renzo Piano", progettato dallo studio dell'architetto genovese e realizzato tra il
1985 e il 1987, si trova nel quartiere di Sant'Agabio, ad est del centro storico.
Originariamente pensato come sede per l'Istituto Sperimentale Metalli Leggeri appartiene
oggi alla Provincia di Novara ed sede della Fondazione Novara Sviluppo ed ospita il Polo
Scientifico Tecnologico novarese. Il complesso costituito da due edifici: lungo la strada si
eleva l'edificio principale di 3 piani destinato agli uffici che si sviluppa per una lunghezza di
85 metri; la struttura composta da un profilo in alluminio irrigidito da elementi reticolari al
fine si sfruttare al massimo le potenzialit di tale materiale; la facciata modulare continua
realizzata con le vetrate semplicemente incollate e non fissate meccanicamente alla struttura.
Dopo il cortile interno si trova ledificio secondario, destinato ad officina, rivestito
frontalmente e sul lato nord con una lamiera dacciaio nervato.[6][7]

Architetture militari

Il Castello di Novara

Castello Visconteo-Sforzesco (XIII-XV secolo).

Castello di Casalgiate (XV secolo), sorge al centro dell'omonima localit a ovest della citt,
fu costruito probabilmente nel 1470 sui resti di un precedente castello distrutto dalla
Compagnia Bianca negli anni 1361-63. Ha pianta irregolare a quattro lati con cortile interno,
ancora parzialmente circondato da un fossato ed in parte da un giardino. L'ingresso posto
alla base di un torrione sul lato meridionale dove visibile lo stemma della famiglia
Avogadro, cui il castello appartenne per lungo tempo. La propriet pass nel 1779
all'Ospedale Maggiore di Novara che ne detiene oggi la met insieme ad un privato.
Attualmente in stato di abbandono.[8]

Altri monumenti

La Piramide-ossario della Bicocca

L'Ossario della Bicocca, con caratteristica forma piramidale, sorge nel quartiere omonimo in
memoria dei caduti della storica battaglia del 23 marzo 1849 tra piemontesi ed austriaci.

Musei

Musei della canonica del duomo

Musei civici, ospitati presso il palazzo del Broletto

Museo di storia naturale "Faraggiana Ferrandi".

Museo del Risorgimento

La struttura del battistero

Di fronte al duomo, si accede al battistero, la cui fondazione fatta risalire all'inizio del V secolo,
forse gi negli ultimi anni dell'episcopato di San Gaudenzio[1]. Fu elevato su un sito gi occupato in
epoca romana, come attestato dai reperti venuti alla luce sotto il livello del pavimento.
Risparmiato dalla ristrutturazione della piazza operata dall'Antonelli, il battistero, costruito in
mattoni,
L'edificio presenta (com' consuetudine per i battisteri) un'aula a pianta ottagonale, contornata
alternativamente da absidiole semicircolari e da edicole rettangolari.
La copertura originale era a tetto; il tiburio e la cupola che vediamo al suo interno nella forma
attuale risalgono all'XI secolo, quando l'edificio venne innalzato per portarlo a dimensioni coerenti
con quelle del duomo.
All'interno, l'aula ottagonale circondata da edicole radiali semicircolari culminanti in un catino,
alternate da edicole rettangolari con volta a botte, secondo il modello delle aule imperiali romane.
Ai lati di ciascuna cappella sono poste otto colonne in marmo, sormontate da capitelli corinzi. Si
tratta di manufatti romani provenienti dalle rovine di qualche edificio del II secolo, impiegati come
elementi ornamentali, mentre la funzione portante svolta dalle strutture in muratura.
Tracciando idealmente i prolungamenti delle quattro edicole rettangolari si ottiene, al centro
dell'aula, un quadrato in cui posto il fonte battesimale. I restauri eseguiti tra il 1959 ed il 1966
hanno riportato alla luce i resti della vasca in mattoni paleocristiana di forma ottagonale, che doveva
essere a quel tempo ricoperta di marmi: in essa il rito battesimale veniva celebrato "per
immersione".
Al posto della vasca originale, gi in epoca medievale fu impiegato come contenitore di acqua
destinata alla celebrazione del battesimo un manufatto romano in pietra di forma cilindrica: si tratta
di un'urna funeraria risalente al II secolo che porta una iscrizione di dedica ad una certa Umbrena
Polla fatta da una liberta chiamata Doxa. Dopo gli scavi che hanno riportato alla luce il fonte
originale, l'urna stata collocata nella nicchia sul lato ovest.
La pavimentazione originaria era in opus sectile, con l'impiego di marmi bianchi e neri: sono
rimasti solo alcuni frammenti che non lasciano intuire la antica eleganza decorativa.

La decorazione
Dell'originaria decorazione musiva paleocristiana del battistero rimane traccia nello spessore della
finestra meridionale.
I restauri degli anni sessanta hanno invece riportato alla luce, , affreschi romanici di grande
interesse realizzati nel primo quarto dell'XI secolo, subito dopo la costruzione del tiburio stesso. Il
ciclo di affreschi si dispone in tre zone distinte, delle quali solo quella mediana si presenta oggi in
forma sufficientemente leggibile. Si tratta di otto scene (corrispondenti agli otto lati della
costruzione), racchiuse da fasce che raffigurano scene dell'Apocalisse. stato possibile riconoscervi
le immagini corrispondenti all'apertura del settimo sigillo del libro tenuto dallAngelo e alla
comparsa dei sette Angeli con le trombe al cui squillo si annunciano i flagelli che colpiranno
l'umanit. La prima scena raffigura lAngelo all'Altare degli incensi (Ap 8,3-5), poi le scene dei
sette flagelli: il fuoco e la grandine (Ap 8,7), il monte incandescente nel mare (Ap 8,8), la caduta
della stella Assenzio nelle acque (Ap 8,10), l'oscurarsi di un terzo del sole, della luna e degli astri
(Ap 8,12-13), il pozzo dell'abisso con le cavallette (Ap 9,1-12); seguiva poi la scena del sesto
squillo con i quattro cavalieri della distruzione (Ap, 9,13-21) (ricoperta nel XV secolo da un nuovo
affresco raffigurante il Giudizio Universale); infine la scena de la donna e il drago (Ap 11), con la
donna che assume le sembianze di Maria, madre di Cristo: il significato simbolico quello della
Chiesa che con l'aiuto divino sar vittoriosa contro il male.
Nel registro sottostante, ai lati di ciascuna finestra, figure di profeti recanti in mano cartigli.
Anche la cupola era ricoperta da affreschi di ispirazione apocalittica. Le deboli tracce superstiti

lasciano intravedere i quattro esseri viventi, un leone, un vitello, un uomo ed un'aquila (Ap 4,7) le
quattro figure sono intervallate da Angeli che hanno una moltitudine di occhi sulle ali.
L'ignoto autore degli affreschi (convenzionalmente chiamato Maestro dellApocalisse di Novara)
mostra di padroneggiare una notevole qualit pittorica. La sua collocazione artistica rimane incerta:
sono state segnalate affinit con la cultura della corte imperiale germanica e la scuola del monastero
di Reichenau[2]; ma anche elementi di comunanza con cicli presenti in Lombardia ed in Piemonte
(ad es. con i dipinti della Chiesa di San Michele ad Oleggio), assieme a punti di incontro con alcune
miniature del tempo (a cominciare dal Sacramentario di Warmondo ad Ivrea)[3].

La grande rappresentazione del Giudizio Universale (che ricopre anche una delle scene
dellApocalisse) opera quattrocentesca di Giovanni de Campo,(1440-1483) artista di gusto tardo
gotico operante nel novarese. Vi si osserva la figura del Cristo giudicante, posto in una mandorla di
luce e circondato da presenze angeliche; pi sotto i dodici apostoli che tengono in mano i cartigli
del Credo, ed infine, separate tra loro, le schiere dei beati e quelle dei dannati.
A partire dalla prima met del Seicento l'apparato decorativo dell'edificio venne profondamente
modificato: in cinque delle otto absidiole vennero realizzati affreschi con il chiaro intento di
contestualizzare gruppi scultorei in terracotta policroma riproducenti i momenti salienti della
Passione di Ges.
di questo ciclo pittorico rimangono solo l'affresco che faceva da sfondo alla cappella della
Flagellazione, e quello della cappella della Salita al Calvario realizzato da Pier Francesco Gianoli
da Campertogno.
I cinque pregevoli gruppi scultorei, uno dei quali, la Deposizione, realizzato da Giovanni d'Enrico,
sono oggi esposti all'interno delle sale dei Musei della canonica del duomo di Novara.

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