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La Stampa (ITA)
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LATAMm
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12 Giugno 2016
Universit
in declino:
studenti
infuga
e caro-tasse
Dal 2004 perse
66 mila matricole
L'Italia unico Paese
a tagliare risorse
durante la crisi
-I- ,
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Articolo per uso esclusivo del destinatario. Sono vietate la riproduzione e la ridistribuzione
allo studio. Ne sa qualcosa Lorenzo Guastalli,classe 1991, studente diingegneria a Pisa che da
un anno all'altro si visto scipparc la borsa di studio. Colpa del
nuovo Isee, 1' indice della situazione economica familiare che
dal 2015 include nel calcolo miche il patrimonio immobiliare.
Mio padre cassintegrato, mia
madre non lavora. Per hanno
rivalutato il nostro appartamento manco fosse una casa di lusso.
E co&i ho perso la borsa di studio, anche se il mio Isee rimasto bassissimo, ben sotto la soglia richiesta dei 20 mila euro.
Lorenzo viene da Piombino, citt ammaccata dalla recessione,
e per lo Stato la sua casalo rende
magicamente ricco: Ho perso
soldi, mensa e alloggio. Adesso
abito in una doppia,a 200euro al
mese.Qualcosa mid mio padre,
ma per mantenermi faccio ripetizioni. Ovviamente in nero.
Dopo le proteste, qualche mese
fa gli studenti sono riusciti a ottenere le variazione delle soglie
Isee ed Ispe per permettere a
molti pi studenti di rientrare
nei requisiti.Come Lorenzo altri
30 mila hanno perso la borsa di
studio. Qualcuno non ha resistito, per, come ha fatto lui, e ha
abbandonato gli studi.
Le Regioni e i soldi
In Italia esiste anche una strana
figura di studente che l"sidoneo non beneficiano. Sono il
25% dei meritevoli che per non
percepiscono un euro.In Sicilia
e in altre regioni del Sud la proporzione ribaltata: tre aventi
diritto su quattro non ottengono la borsa. Mentre in altre regioni il 100% degli idonei incassa il dovuto. A garantire il diritto allo studio dovrebbero essere
gli appositi enti, che invece dalla Sardegna alla Sicilia alle
Marche vengono continuamente investiti da inchieste giudiziarie e commissariamenti. In
Puglia l'ente non ha erogato
molte borse perch non ha ricevuto fondi dalla Regione, spiega Silvia Savino, rappresentante degli studenti a Bari che racconta di studentesse pronte a
lasciare se non avranno aiuti.
Il diritto allo studio in Italia
sempre meno un diritto. Ed il
punto debole del sistema. L'impoverimento progressivo delle
famiglie non ha avuto compensazioni per tutelare la crescita
culturale dei figli: borse di studio, alloggi, mensa, trasporti e
servizi allo studente. Dall'inizio
della crisi molti Paesi europei
hanno potenziato le risorse destinate agli studenti bravi ma
privi dimezzi,l'Italia no.Da noii
borsisti sono scesi del 9%, in
Spagna sono aumentati del 55%,
iii Francia del 36%,in Germania
del 32%. In Italia solo il 12% beneficia della borsa. In Francia
il 25,6%.E pensare che tra chi riceve la borsa c' un tasso cli abbandono (altissimo in Italia:
45%)del 13% in meno di chi non
la riceve. Coi il mito della meritocrazia si va a far friggere?
Qualunque politica legata al
merito non pu essere immaginata senza una base che d a
tutti le stesse opportunit dice
Francesco Ubertini, rettore dell'Universit di Bologna.
I principali colpevoli del naufragio del diritto allo studio costituzionalmente garantito sono le
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Articolo per uso esclusivo del destinatario. Sono vietate la riproduzione e la ridistribuzione
studio venga gestito a livello centrale. E non solo loro. Il sottosegretario all'istruzione Davide Faraone ci ha provato in occasione
della riforma costituzionale suscitando l'ira dei governatori:
Sono favorite le milversit pi
forti, e i soldi vanno dove ce n'
meno bisogno. Mentre la situazione cliIsole e Sud devastante.
Non sar un caso se le ultime ricerche fotografano una realt
in cui le immatricolazioni calano soprattutto tra i diplomati
degli istituti tecnici e professionali che alle spalle hanno famiglie economicamente pi svantaggiate.Stesso discorso a livello geografico. Meno matricole
nelle isole e al Sud. La sola universit di Catania le ha dimezzate. lii questi anni a essere aumentata invece la mobilit
hmgo lo Stivale: mi quinto dei
diplomati meridionali si iscrivono in facolt del Centro Nord.
Anche perch al Nord il diritto
allo studio garantito davvero.
Le Regioni pagano, le borse di
studio ci sono, mensa e alloggi
pure, i trasporti funzionano. A
Bari, Antonio Uricchio, rettore
di uno degli atenei con il pi
basso indice di valutazione,
scorifortato: Questa universit
dovrebbe svolgere un ruolo sociale in un territorio difficile e
invece non solo ha meno entrate ma riceve pure meno risorse
attraverso meccanismi di ridistribuzione all'inverso)). Cos ci
si arrangia e Uricchio per non
perdere numeri e per acquisire
uno spessore internazionale
andato a Tirana a cercare studenti e intese: Ormai l'Albania
la nostra seconda casa. Ogni
ateneo,per,ha i suoi problemi.
Anche i migliori. A Bologna
T.Jbertini alle prese con i mille
vincoli della burocrazia: Ve ne
racconto uno su tutti: avendo lo
Ai lettori
Assieme all'italia
che funziona c'
anche un'italia
che non va.
Segnalateci tutto
ci su cui a vostro avviso vale
la pena di indagare scrivendo a:
inchieste@
lastampa.it
I sussidi
il diritto allo
studio,
affidato dalla
Costituzione
alle Regioni,
comprende
borse di
studio,
alloggio,
posto mensa
e servizi agli
studenti
meno
abbienti
28
posto
L'Italia
all'ultimo
posto su 28
Paesi europei
per numero di
laureati under
34: il 23,9%.
Percentuale
che rende
impossibile
raggiungere
l'obiettivo Ue
del 40% entro
il 2020
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Articolo per uso esclusivo del destinatario. Sono vietate la riproduzione e la ridistribuzione
Sono cari?
Gli atenei
corrono
ai ripari
Di fronte al
calo delle immatricolazioni le universit italiane
stanno correndo
ai ripari con bonus e sconti. Per
esempio la Sapienza di Roma ilduce le tasse per i
fratelli e la Statale
di Milano taglia la
prima rata.
L'Italia uno dei
Paesi con le tasse
universitarie pi
alte e con le percentuali pi basse
di beneficiari di
borse di studio: il
12%. Dall'inizio
della crisi le tasse
sono aumentate
del 50% e si attestano in media attorno ai 1.200 euro. In Europa per
solo la Gran Bretagna ha una tassazione universitaria ben pi elevata, con rette
chevannooltrei 5
mila euro l'anno.
In Austria, Cipro,
Danimarca, Finlandia, Grecia,
Malta, Norvegia,
Scozia e Svezia le
tasse non si pagano.In Germania si
pagano solo in
Baviera e Bassa
Sassonia. In Francia si pagano ma
sono molto pi
basse. In Croazia,
Lituania e Slovenia le pagano solo
ipi ricchi
IM MATRICOLAZIO N I
jUniversit
riconosciute
Universit
te lematiche
2O,4i
fli
immatricolati l'anno.
l
Si passati da 326 mila
nel 2004, anno del massimo
storico, a 260 mila nel 2015
Catania l'universit
che ha perso pi matricole
in termini assoluti: -47,4%
Lll
-66 mila
Dal 57,6%
a146,8h
la diminuzione
della quota
di matricole diciannovenni
(quindi al netto del calo
demografico) tra il 2004
e il 2015
________
La riduzione
delle immatricolazioni
dal 2003 al 2015.
Piccola inversione
di tendenza nell'ultimo
anno(+1,6%)
Il calo ha riguardato
maggiormente i diplomati
degli istituti tecnici(47%)
e professionali (-44%)
Resistono i licei: +1%
A livello geografico
ha colpito di pi
le isole (-30,2%)
/ /
e il Sud (-25,5%)
-
1,antimatri
23,9% di laureati
sotto i 34 anni.
LItalia ultima in Europa
37% media Ue
41% media Ocse
49% in Svezia
25% in Romania
68% in Corea
4O% di laureati sotto
i 34 anni: l'obiettivo
europeo per il 2020
L'italia lo ha
ridimensionato al 26%
LA STAMPA
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1,7%
di studenti
che si sposta no
all'estero
assorbiti dalle
universit
italiane
COSI' IN EUROPA
Spagna
13%
Regno Unito
Francia
6% Francia
Germania
+36%
+32%
0,8%
del Pii la
spesa pubblica
per l'istruzione
universitaria
in Italia
1,6%
la media
dei Paesi Ocse
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25%
gli idonei, cio quelli
aventi diritto,
che non beneficiano
della borsa di studio
(I beneficiari sono
139 mila a fronte
di 188 mila idonei).
Il dato sale al 60%
al Sud
75%
degli studenti
che ne avrebbe diritto
ma non beneficiano
della borsa di studio
sono nelle universit
meridionali.
In Valle d'Aosta le borse
di studio sono garantite
al 100% degli studenti
idonei))
cb
*
fr Skia
2%
degli studenti
assegnatario
di alloggio.
Al Sud il dato
si dimezza
45%
il tasso di abbandono
universitario.
La media Ocse il 30%
+50%
l'aumento
del le tasse
universitarie
dal 2005 al 2015
(+5% dal 2014)
In 10 anni
si passati da
736,91 euro
di media
a 1.112 euro
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