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DA PINO, CON SENTIMENTO


GUBBIO - Pino Daniele pizza e blues, e Umbria Jazz diventa un affollato
concerto rock. Diecimila spettatori, forse pi, hanno trasformato per una sera
il volto solitamente compunto, assorto del pubblico jazz. Ieri sera il bis a
Roma. Gi nei giorni scorsi a Orvieto c' era stato l' exploit popolare del
vecchio e un po' sfocato B.B. King. Ma gioved sera nella piana di Gubbio, in
una coreografia naturale resa ancor pi suggestiva dalle rovine del Teatro
Romano, Pino Daniele ha sedotto tutti con un' esibizione raccolta,
semi-acustica come vuole l' onda, ma capace di puntare dritto al cuore dei
suoi tanti ammiratori. Dev' essere affezionato a Umbria Jazz Daniele, perch
la terza volta che viene qui a suonare. E poi ha scelto Gubbio come tappa
di partenza per il suo tour estivo. Niente di radicalmente nuovo nello show:
Pino rivisita con passione alcuni dei successi pi amati di carriera, con l'
acquisizione di un pugno di brani dall' ultimo album Che Dio ti benedica.
Nessuna scenografia speciale, all' infuori dell' immancabile cartellone di
"Umbria Jazz 93", normalissime luci e tanto sentimento. Pino Daniele canta
con la sua inconfondibile voce strascicata, a tutto feeling. E suona la chitarra,
doppiandola spesso col suo strano scat, un po' alla maniera di George
Benson. Simbiotico ormai l' affiatamento con i due complici Carol Steel alle
percussioni e Antonio Annona alle tastiere. Una sintonia perfettamente
armonica, che spesso riesce a nascondere anche i limiti dei singoli. Tra le
canzoni riproposte con entusiasmo crescente da Pino Daniele a Gubbio,
molte ballate, spruzzate di una "saudade" quasi brasiliana, e parecchi titoli
familiari: A me me piace o' blues, Anna verr, Napul, O' scarrafone, Yes I
Know, Invece no... Dal suo album pi recente, inevitabile la spavalda
riaffermazione di Sono un cantante di blues, ma anche di Fatte ' na pizza,
Occhi blu non mi mollare, Sicily e della goliardica, pecoreccia e
sostanzialmente volgare Che Dio ti benedica, con quella rima maramalda tra
sacro e profano. Se si dovesse giudicare solo da questa canzone l' attuale
stato di salute creativa del bravo musicista napoletano, si potrebbe dire che
in deciso ribasso. Ma sarebbe ingiusto verso uno dei cantautori pi musicali
e di temperamento che abbiamo in Italia. Un beniamino del nostro pubblico
che anche a Gubbio, come sempre, ha ricevuto ovazioni epicamente trionfali.
Lontano anni luce dai clamori tecnologici e dai watt sparati a mille, il "Tributo
a Django Reinhardt" stato un' oasi di serena e nostalgica vacanza tra gli
altri appuntamenti del festival. Tra delicatezze acustiche e vecchi,
languidissimi temi d' annata, il concerto di mercoled a Citt di Castello ha
messo in gioco esclusivamente strumenti a corda per ricordare il grande
chitarrista zingaro. Il trio francese del gitano Christian Escoud esibiva una
line-up di tre-chitarre-tre. I "corridori" olandesi del Rosenberg Trio, tre fratelli
giovanissimi e ipervirtuosi, due chitarre e un contrabbasso. Mentre la
"all-stars" finale, era ancora una volta un trio, con Bucky Pizzarelli alla
chitarra, Jon Burr al contrabbasso e, applauditissimo dalla folla di padri e figli
riuniti per una volta fianco a fianco, il patriarca Stephane Grappelli al violino.

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12/04/2015 23:02

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A 85 anni ben portati, il partner leggendario dell' altrettanto leggendario


Django sprigiona ancora quel suono antico e di conturbante vocazione
sentimentale, ma corroborato da uno swing impeccabile, d' irresistibile malia.
Il suo violino ricama arabeschi d' inaudita tenerezza, senza falsi pudori: per
Grappelli una ballad una ballad, nel pi melodico e romantico dei modi. Ma
quando c' da staccare il ritmo pi scanzonato e danzante, Stephane lo fa
con una soavit sbarazzina da caff-concerto. Fra tanti emuli dichiarati del
genio Reinhardt, Stephane Grappelli era ovviamente l' unico a non fare
revival. Riproponendo anche al pianoforte sempreverdi come Night and Day,
I Get A Kick Out of You, Someone to Watch Over Me, I Got Rhythm,
Fascinating in Rhythm, Shine o Sweet Georgia Brown, Stephane Grappelli
suona la musica che ha sempre suonato. E per questo stato, a ragione,
uno dei protagonisti pi festeggiati di Umbria Jazz 93.
dal nostro inviato GIACOMO PELLICCIOTTI

17 luglio 1993

sez.

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