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Direttore artistico Matteo D’Amico

ANGELIKA
KIRCHSCHLAGER
& SCHUMANN

giovedì 9 febbraio ore 21


TEATRO ARGENTINA
Il concerto è inserito nella rassegna
“La musica da camera dal barocco al contemporaneo“
sostenuta dalla

Regione Lazio - Assessorato alla Cultura e Politiche giovanili

ed è realizzato in collaborazione con

TEATRO NAZIONALE

direttore ANTONIO CALBI

La stagione della Accademia Filarmonica Romana


è realizzata con il contributo di
Angelika Kirchschlager mezzosoprano
Julius Drake pianoforte

Robert Schumann (1810 - 1856)

Die Soldatenbraut op. 64 n. 1


Die Lotosblume op. 25 n. 7
Liebeslied op. 51 n. 5
Sag’an, o lieber Vogel mein op. 27 n. 1
Dem roten Röslein gleicht mein Lieb op. 27 n. 2
Was soll ich sagen? op. 27 n. 3
Jasminenstrauch op. 27 n. 4
Volksliedchen op. 51 n. 2
Verratene Liebe op. 40 n. 5
Die Löwenbraut op. 31 n. 1
Mädchen-Schwermut op. post. 142 n. 3
Die Kartenlegerin op. 31 n. 2
Die Nonne op. 49 n. 3
Blondel’s Lied op. 53 n. 1

durata prima parte 45’ circa

Frauenliebe und Leben op. 42


1. Seit ich ihn gesehen
2. Er, der Herrlichste von allen
3. Ich kann’s nicht fassen
4. Du Ring an meinem Finger
5. Helft mir, ihr Schwestern
6. Sußer Freund, du blickest
7. An meinem Herzen
8. Nun hast du mir den ersten Schmerz gethan

durata seconda parte 25’ circa


Fiori, lacrime e compiacenti stelle
di Simone Ciolfi

I testi poetici dei Lieder, brani per canto e pianoforte che animarono i salotti dalla
fine del Settecento all’inizio del Novecento, sono fondamentali per capire l’universo
musicale romantico, sia vocale sia strumentale. Le emozioni che vi si descrivono,
i personaggi che vi compaiono, il rapporto particolare tra uomo e natura, differente
da quello solare del Settecento, l’intreccio tra solitudine, aspirazione verso l’assoluto
e amore, sono elementi emblematici e chiarificatori della passione e del tormento
romantici. I testi poetici ci svelano i protagonisti e gli aspetti di un magma incande-
scente che la musica strumentale spesso trasfigurava. Il Lied è quindi un punto di
incontro privilegiato tra contenuto poetico e dimensione sonora, e di ciò erano co-
scienti i compositori romantici, che si applicarono con dedizione alla loro compo-
sizione.
Robert Schumann fu tra i più raffinati autori di Lieder. I poeti che egli scelse furono
spesso i lirici tedeschi all’epoca più ammirati: Eduard Mörike, Wolfgang Goethe,
Friedrich Rückert, Heinrich Heine, Adelbert von Chamisso, autore di tutte le poesie
della raccolta Frauenliebe und Leben (Amore e vita di donna) op. 42. Per questi
poeti la notte è la dimensione dell’intimità: alla luce della luna fiorisce l’amore,
spesso simboleggiato da un fiore, loto, rosa o gelsomino che sia. In Die Lotosblume
(Il fiore di loto) op. 25 n. 7 della raccolta intitolata Myrthen e composta nel 1840, la
fanciulla è paragonata a un fiore di loto «che aspetta sognando la notte, […] profuma
e piange e trema per amore». In Dem roten Röslein gleicht mein Lieb (Il mio amore
è come una piccola rosa rossa) op. 27 n. 2, una piccola rosa fiorisce alla luna di
giugno, mentre in Jasminenstrauch (Il gelsomino) op. 27 n. 4, si descrive la muta-
zione di colore di un gelsomino nel passaggio dalla notte al mattino.
Entrambi sono presenti in una raccolta del 1840. La rosa ricorre anche in Die Nonne
(La suora) op. 49 n. 3, sempre del 1840, dove una suora contempla il vivido colore
del fiore, che le ricorda il pallore del suo stato di donna nubile. Dello stesso anno è
anche Verratene Liebe (Testimoni d’amore) op. 40 n. 5, dove protagonista è ancora
la notte, testimone di un primo bacio d’amore. Fiori bagnati di lacrime e compiacenti
stelle ricorrono anche in Mädchen-Schwermut (Malinconica ragazza) op. 142 n. 3,
del 1842.
Lo stupore di fronte alla potenza dell’amore fa tremare molte figure di queste poe-
sie, e nel Liebeslied (Canto d’amore) op. 51 n. 5, del 1842, la protagonista intende
dedicare tutta la propria vita alla venerazione dell’amato lontano, lontananza che
si trasforma in devozione e attesa in Die Soldatenbraut (La ragazza del soldato)
op. 64 n. 1, pubblicato nel 1847. Altro esempio simile è Was soll ich sagen? (Cosa
dovrei dire?) op. 27 n. 3, dove l’impossibilità di parlare di fronte alla forza dell’inna-
moramento è il tema conduttore della poesia.
Temi e simboli ricorrenti, dunque, immersi in situazioni e parole sempre diversi, non
interessati, però, a mutare la costanza di certi elementi. Il poeta che riesce a dare
sfumature sempre nuove a questi materiali è sicuramente Von Chamisso. L’amore
diventa anche morte e forza istintiva in Die Löwenbraut (La sposa del leone) op. 31
n. 1, mentre la cartomanzia vela di mistero e casualità le gioie amorose in Die Karten-
legerin (La cartomante) op. 31 n. 2, entrambi del 1840. Non a caso Schumann
scelse questo poeta per una delle sue più note raccolte di Lieder, Frauenliebe und
Leben op. 42, ancora del 1840. Questo anno, che ricorre così spesso, è quello del
matrimonio con Clara Wieck, unione a lungo contrastata e alla fine coronatasi. L’op.
42 è raccolta che riflette sulla felicità e la profondità di quel momento: l’unione di
canto e pianoforte è quasi simbolica dell’unione dei due sposi e dei loro ideali arti-
stici, pienamente romantici. Voce e tastiera, in Frauenliebe und Leben, sono alla
pari, si scambiano melodie ma hanno anche vita indipendente, possono entrare in
contrasto dialettico, un discorso valido anche per i Lieder precedenti. Schumann
sceglie alcune delle poesie di Von Chamisso pubblicate nel 1830, col fine di co-
struire il diario intimo di una fanciulla, dal fidanzamento fino alla morte dell’amato,
placata, tuttavia, dal ricordo di un’unione profondissima. Molto, però, ce lo dice la
musica, che ha un ruolo di amplificazione e definizione delle atmosfere evocate
dalla poesia. Il grande potere della musica in effetti è quello di far spiccare il volo al
testo, di immergerlo in una dimensione onirica, di farci vivere le sensazioni poetiche
come fossero nostre, come fossimo noi i protagonisti. Canto e pianoforte ricreano
una dimensione intima, magica e fresca, dove la genialità ritmica della musica di
Schumann (si ascolti il primo Lied della raccolta) dà tutto il senso del momento tra-
sgressivo e nuovo dell’innamoramento. Lo splendore dell’amante è, poi, musicato
da Schumann con piglio un poco eroico: il canto del secondo Lied si dipana in stile
parlato, realistico si potrebbe dire. Quasi non sembra canto, anche nel terzo Lied.
Più lirico il quarto brano, dedicato all’anello nuziale. Nel quinto Lied colpisce il ruolo
del pianoforte, quasi evocante un gioco infantile che contrasta la scelta della ra-
gazza di maturare come donna nella condivisione d’amore. La meraviglia dell’in-
timità fra amanti anima il sesto Lied, dove l’andamento discreto del pianoforte sem-
bra evocare l’unicità del momento. Il settimo e l’ottavo Lied sono invece dedicati,
rispettivamente, alla maternità e alla morte dell’amato. Tanto è dinamico, evane-
scente, il primo, quanto addolorato e dubitoso il secondo. In questo ultimo Lied
torna, però, la melodia del primo brano della raccolta, quasi fosse un dolce ricordo,
un nuovo inizio che ci testimonia come la musica rifiorisca portando consolazione
e speranza ai nostri cuori.
Die Soldatenbraut (1847) La fidanzata del soldato
testo di Eduard Mörike
da Romanzen und Balladen (Heft 4) op. 64 n. 1

Ach, wenn’s nur der König auch wüßt’, Ah, se anche solo il re sapesse,
Wie wacker mein Schätzelein ist! quanto valoroso è l’amor mio!
Für den König, da ließ’ er sein Blut, Per il suo re darebbe il suo sangue,
Für mich aber eben so gut. così come farebbe per me.

Mein Schatz hat kein Band und kein’ Stern, Il mio tesoro non ha nastri né stelle,
Kein Kreuz wie die vornehmen Herrn, né croci come i gran signori,
Mein Schatz wird auch kein General; il mio tesoro non diventerà generale;
Hätt’ er nur seinen Abschied einmal! almeno fosse a casa in licenza!

Es scheinen drei Sterne so hell Ci sono tre stelle che brillano


Dort über Marien-Kapell; luminose sopra la cappella mariana;
Da knüpft uns ein rosenrot’ Band, là ci annoda un nastro rosa,
Und ein Hauskreuz ist auch bei der Hand. e anche una croce è a portata di mano.

Die Lotosblume (1840) Il fiore di loto


testo di Heinrich Heine
da Myrthen op. 25 n. 7

Die Lotosblume ängstigt Il fiore di loto è una fanciulla che ha paura


Sich vor der Sonne Pracht dello splendore del sole
Und mit gesenktem Haupte e col capo reclinato
Erwartet sie träumend die Nacht. aspetta sognando la notte.

Der Mond, der ist ihr Buhle Il dio della luna, che è il suo amante
Er weckt sie mit seinem Licht, la desta con la sua luce,
Und ihm entschleiert sie freundlich e lei gli svela amico
Ihr frommes Blumengesicht, il suo viso devoto di fiore.

Sie blüht und glüht und leuchtet Fiorisce e arde e brilla


Und starret stumm in die Höh’; e guarda muta verso l’alto;
Sie duftet und weinet und zittert profuma e piange e trema
Vor Liebe und Liebesweh. per amore e pena d’amore.

Liebeslied (1842) Canto d’amore


testo di Johann Wolfgang von Goethe
da Lieder und Gesänge (Heft II) op. 51 n. 5

Dir zu eröffnen mein Herz verlangt mich; Di palesarti il cuore mio ho grande brama;
Hört’ ich von deinem, danach verlangt mich; di sapere di te, mi prende il desiderio;
Wie blickt so traurig die Welt mich an! come mi pare triste il mondo!
In meinem Sinne wohnet mein Freund nur. Nell’animo mio vive solo il mio amico.

Und sonsten keiner und keine Feindesspur. E poi nessun altro, né traccia nemica alcuna.
Wie Sonnenaufgang ward mir ein Vorsatz! Come sorge il sole, così in me nasce questo proposito!
Mein Leben will ich nur zum Geschäfte Voglio che la mia vita sia solo occupata dal suo
Von seiner Liebe von heute an machen. amore, da oggi in poi.
Ich denke seiner, mir blutet das Herz. Io penso a lui, il cuore mi fiorisce in petto.
Kraft hab’ ich keine als ihn zu lieben, Non ho forza alcuna se non per amarlo,
So recht im Stillen. Was soll das werden! così risoluto e tranquillo. Che cosa ne sarà?
Will ihn umarmen und kann es nicht. Voglio abbracciarlo e non lo posso fare.

Sag’ an, o lieber Vogel mein (1847) Dimmi, o mio caro uccello
testo di Friedrich Hebbel
da Lieder und Gesänge (Heft I) op. 27 n. 1

“Sag’ an, o lieber Vogel mein, “Dimmi, o mio caro uccello,


Sag’ an, wohin die Reise Dein?” dimmi dove il tuo viaggio ti porterà?”
Weiß nicht, wohin, Io non so dove,
Mich treibt der Sinn, ma la mia fantasia mi guida,
Drum muß der Pfad wohl richtig sein! pertanto, la strada deve sicuramente essere giusta!

“Sag’ an, o liebster Vogel mir, “Dimmi, o mio caro uccello,


Sag’, was verspricht die Hoffnung Dir?” dimmi cosa ti promette la Speranza?”
Ach, linde Luft Ah, aria mite
Und süßen Duft e la dolce fragranza
Und neuen Lenz verspricht sie mir! e una nuova primavera è quello che mi promette!

“Du hast die schöne Ferne nie “Hai mai visto le terre lontane,
Gesehen, und Du glaubst an sie?” e tu credi ancora in loro?”
Du frägst mich viel, Mi chiedi molto,
Und das ist Spiel, e non è che un gioco per te,
Die Antwort aber macht mir Müh’! ma le risposte mi fanno stanco!

Nun zog in gläubig-frommem Sinn Ora via nella fede e nello spirito pio
Der Vogel über’s Meer dahin, l’uccello ha attraversato il mare,
Und linde Luft e l’aria mite
Und süßer Duft, e la dolce fragranza
Sie wurden wirklich sein Gewinn! erano veramente la sua giusta ricompensa!

Dem roten Röslein gleicht mein Lieb Il mio amore è come una piccola
(1840) rosa rossa
testo di Wilhelm Christoph Leonhard Gerhard,
da Robert Burns
da Lieder und Gesänge (Heft I) op. 27 n. 2

Dem rothen Röslein gleicht mein Lieb, Il mio amore è come una piccola rosa rossa,
Im Junimond erblüht; che fiorisce nella luna di giugno,
Mein Lieb ist eine Melodei, il mio amore è una melodia,
Vor der die Seele glüht. che accende l’anima.

Wie schön du bist, geliebte Maid! Tu sei bello, mio diletto!


Wie wird das Herz mir schwer! Il mio cuore mi pesa,
Und lieben wird’s dich immerdar, e io sempre ti amerò,
Bis trocken Strom und Meer! fino a quando il fiume e il mare saranno asciutti.

Und würden trocken Strom und Meer, E il fiume e il mare siano a secco,
Und schmölzen Fels und Stein: e la roccia e pietra si fondano,
Ich würde dennoch lebenslang ti amo ancora
Dir Herz und Seele weihn! il cuore e l’anima.

Nun, holdes Liebchen, lebe wohl! Ora, mio unico amore, addio!
Leb’ wohl, du süße Maid! Addio, mia dolce amica!
Bald kehr’ ich wieder, wär’ ich auch Presto tornerò, anche se sono
Zehn tausend Meilen weit! a diecimila miglia.

Was soll ich sagen? (1840) Cosa dovrei dire?


testo di Adelbert von Chamisso
da Lieder und Gesänge (Heft I) op. 27 n. 3

Mein Aug’ ist trüb, mein Mund ist stumm. I miei occhi sono turbati, la mia bocca è muta.
Du heißest mich reden, es sei darum. Mi dici di parlare, eppure rimane così.

Dein Aug’ ist klar, dein Mund ist rot, I tuoi occhi sono chiari, la tua bocca è rossa,
Und was du nur wünschest, das ist ein Gebot. e ciò che solo desideri è un mio ordine.

Mein Haar ist grau, mein Herz ist wund, I miei capelli sono grigi, il mio cuore è ferito,
Du bist so jung, und bist so gesund. sei così giovane, e così sano.

Du heißest mich reden, und machst mir’s so Mi hai offerto di parlare, e reso ciò così
schwer. difficile.
Ich seh’ dich so an, und zittre so sehr. Ti osservo, e tremo.

Jasminenstrauch (1840) Il gelsomino


testo di Friedrich Rückert
da Lieder und Gesänge (Heft I) op. 27 n. 4

Grün ist der Jasminenstrauch Verde è il gelsomino


Abends eingeschlafen, quando la sera va a dormire,
Als ihn mit des Morgens Hauch ma quando il respiro del mattino
Sonnenlichter trafen, incontra la luce del sole,
Ist er schneeweiß aufgewacht: si risveglia e diventa bianco come la neve:
“Wie geschah mir in der Nacht?” “Cosa mi è successo nella notte?”
Seht, so geht es Bäumen, Capisci: questo è quello che succede agli alberi,
Die im Frühling träumen. come sognano in primavera.

Volksliedchen (1840) Canzone popolare


testo di Friedrich Rückert
da Lieder und Gesänge (Heft II) op. 51 n. 2

Wenn ich früh in den Garten geh’ Presto, quando esco in giardino
In meinem grünen Hut, nel mio cappello verde,
Ist mein erster Gedanke, il mio primo pensiero è
Was nun mein Liebster tut? cosa sta facendo il mio amato in questo momento?

Am Himmel steht kein Stern, Non vi è alcuna stella nei cieli,


Den ich dem Freund nicht gönnte. che me lo faccia rimpiangere.
Mein Herz gäb’ ich ihm gern, Il mio cuore vorrei volentieri dargli,
Wenn ich’s heraus tun könnte. se potessi portarlo fuori dal mio petto.

Verratene Liebe (1840) Testimoni dell’amore


testo di Adelbert von Chamisso,
da Claude Charles Fauriel
da Fünf Lieder für eine Singstimme und Klavier
op. 40 n. 5

Da nachts wir uns küßten, o Mädchen, Quella notte ci siamo baciati, o fanciulla,
Hat keiner uns zugeschaut. nessuno ci stava osservando.
Die Sterne, die standen am Himmel, Le stelle, che si trovavano in cielo,
Wir haben den Sternen getraut. confidavamo solo in quelle stelle.

Es ist ein Stern gefallen, È stata una stella che è caduta,


Der hat dem Meer uns verklagt, che lo ha detto al mare,
Da hat das Meer es dem Ruder, poi il mare lo ha detto ad un remo,
Das Ruder dem Schiffer gesagt. ed il remo lo ha detto ad un marinaio.

Da sang der selbige Schiffer Lo stesso marinaio lo ha cantato


Es seiner Liebsten vor. alla sua innamorata.
Nun singen’s auf Straßen und Märkten Ora, per le strade e al mercato
Die Knaben und Mädchen im Chor. i ragazzi e le ragazze lo cantano in coro.

Die Löwenbraut (1840) La sposa del leone


di Adelbert von Chamisso
da Drei Gesänge op. 31 n. 1

Mit der Myrte geschmückt und dem Adorna di mirto e in abito nuziale
Brautgeschmeid, la figlia del guardiano, la rosea fanciulla,
Des Wärters Tochter, die rosige Maid, entra nella gabbia del leone, che giace ai piedi
Tritt ein in den Zwinger des Löwen; er liegt della sua amata, a lei sottomesso.
Der Herrin zu Füßen, vor der er sich schmiegt.

Der Gewaltige, wild und unbändig zuvor, La belva possente fino a poco prima selvaggia e
Schaut fromm und verständig zur Herrin empor; aggressiva, volge lo sguardo verso l’amata,
Die Jungfrau, zart und wonnereich, mansueta e giudiziosa.
Liebestreichelt ihn sanft und weinet zugleich: La fanciulla delicata e deliziosa
lo accarezza dolcemente, mentre piange.

“Wir waren in Tagen, die nicht mehr sind, “Nei giorni che non sono più,
Gar treue Gespielen wie Kind und Kind, eravamo compagni fedeli, come due bambini.
Und hatten uns lieb und hatten uns gern; Ci amavamo e ci piacevamo,
Die Tage der Kindheit, sie liegen uns fern. ma il tempo della nostra infanzia ormai è lontano.

Du schütteltest machtvoll, eh wir’s geglaubt, Prima che potessimo immaginarlo,


Dein mähnen-umwogtes, königlich Haupt; mentre tu scuotevi la tua maestosa, ondeggiante,
Ich wuchs heran, du siehst es, ich bin regale criniera, io ti crescevo vicino e tu lo vedevi.
Das Kind nicht mehr mit kindischem Sinn. Ora, non sono più la bambina dall’animo
infantile.
O wär ich das Kind noch und bliebe bei dir, O se solo fossi ancora quella bambina e potessi
Mein starkes, getreues, mein redliches Tier; restare con te, mio forte, fedele e nobile animale.
Ich aber muß folgen, sie taten mir’s an, Ma devo seguire lo straniero in una terra straniera,
Hinaus in die Fremde dem fremden Mann. così mi hanno costretto.

Es fiel ihm ein, daß schön ich sei, Si è reso conto che ero bella,
Ich wurde gefreit, es ist nun vorbei; sono stata promessa ed ora è tutto compiuto:
Der Kranz im Haar, mein guter Gesell, ho una ghirlanda nei capelli, mio fedele compagno,
Und vor Tränen nicht die Blicke mehr hell. le lacrime mi offuscano la vista.

Verstehst du mich ganz? Schaust grimmig dazu; Mi capisci davvero? Tu sembri rabbioso,
Ich bin ja gefaßt, sei ruhig auch du; dort seh ich io sono rassegnata e devi calmarti anche tu;
Ihn kommen, dem folgen ich muß, lo vedo venire, ora, colui che devo seguire e così,
So geb ich denn, Freund, dir den letzten Kuß!” amico, ti darò l’ultimo bacio”.

Und wie ihn die Lippe des Mädchens berührt, Quando le labbra della ragazza sfiorarono il leone,
Da hat man den Zwinger erzittern gespürt, la gabbia tremò. Quando il giovane uomo
Und wie er am Zwinger den Jüngling erschaut, guardò verso la gabbia,
Erfaßt Entsetzen die bangende Braut. il terrore afferrò l’inquieta sposa.

Er stellt an die Tür sich des Zwingers zur Wacht, Si mette a guardia della porta della gabbia,
Er schwinget den Schweif, er brüllet mit Macht; agita la coda, ruggisce con tutta la sua forza:
Sie flehend, gebietend und drohend begehrt desiderosa di andarsene, lei implora, comanda,
Hinaus; er im Zorn den Ausgang wehrt. minaccia; come una furia, il leone le sbarra l’uscita.

Und draußen erhebt sich verworren Geschrei. Fuori si leva un clamore confuso.
Der Jüngling ruft: “Bringt Waffen herbei; Il giovane uomo grida: “Portate le armi,
Ich schieß ihn nieder, ich treff ihn gut”. gli sparerò, colpirò dritto il bersaglio”.
Aufbrüllt der Gereizte, schäumend vor Wut. Il leone impazzito, ruggisce, schiumando di rabbia.

Die Unselige wagt’s, sich der Türe zu nahn, L’infelice tenta di raggiungere la porta, ma,
Da fällt er verwandelt die Herrin an; trasformato, il leone attacca la sua amata,
Die schöne Gestalt, ein gräßlicher Raub, la sua bella figura, una preda mostruosa
Liegt blutig zerrissen, entstellt in dem Staub. giace sanguinante, sfigurata, nella polvere.

Und wie er vergossen das teure Blut, Dopo che ha versato il sangue adorato,
Er legt sich zur Leiche mit finsterem Mut, giace accanto al corpo, con l’animo tetro,
Er liegt so versunken in Trauer und Schmerz, nell’angoscia e nel dolore,
Bis tödlich die Kugel ihn trifft in das Herz. fino a quando la pallottola fatale lo colpisce al cuore.

Mädchen-Schwermut (1840-52) Malinconica ragazza


testo di Lily Bernhard
da Vier Gesänge op. post. 142 n. 3

Kleine Tropfen, seid ihr Tränen Piccole gocce, stai piangendo


An den Blumenkelchen da? sui calici di quei fiori?
Oder war’s des Herzens Sehnen, O sono i sospiri del mio cuore,
Das die Blumen weinen sah? che vedono i fiori piangere?

Frühlingssäuseln, wehst die Klagen Le brezze di primavera diffondono lamenti


In das zarte junge Grün? nella delicata tenerezza del verde?
Oder hör’ nur ich es fragen: O soltanto ti sento chiedere:
Wo sind deine Freuden hin? dove sono finite le tue gioie?

Gottes Augen seid ihr nimmer, Non siete gli occhi di Dio,
Sternlein in dem Himmelszelt! piccole stelline nel baldacchino del cielo!
Ach, es strahlt kein Trostesschimmer Ah, senza luccichio la consolazione brilla
In die freudenlose Welt! in questo mondo senza gioia!

Die Kartenlegerin (1840) La cartomante


di Adelbert von Chamisso
da Drei Gesänge op. 31 n. 2

Schlief die Mutter endlich ein Dorme la mamma infine


Über ihrer Hauspostille? sopra il suo breviario?
Nadel, liege du nun stille, Ago, giaci pure tranquillo,
Nähen, immer Nähen, nein, cucire, sempre cucire, no:
Legen will ich mir die Karten, voglio leggermi le carte,
Ei, was hab ich zu erwarten, ah, per sapere che cosa aspettarmi,
Ei, was wird das Ende sein? ah, per sapere come andrà a finire.

Trüget mich die Ahnung nicht, Se non mi inganna la mia sensazione,


Zeigt sich einer, den ich meine, si mostrerà colui che ho in mente,
Schön, da kommt er ja, der eine, bene!, eccolo che arriva,
Coeur-Bub kannte seine Pflicht. il fante di cuori ha fatto il suo dovere.
Eine reiche Witwe? Wehe. Una ricca vedova? Ahimé.
Ja, er freit sie, ich vergehe, Sì, le si promette in sposo, è finita!,
O verruchter Bösewicht. o iniquo e malvagio uomo.

Herzeleid und viel Verdruß, Pena di cuore e rabbia molta,


Eine Schul’ und enge Mauern, una scuola e mura strette,
Karo-König, der bedauern il re di quadri, che mi conforta
Und zuletzt mich trösten muß. e mi deve dare fiducia.
Ein Geschenk auf artge Weise, Un regalo fatto con cura
Er entfuhrt mich, eine Reise, mi porta, e un viaggio,
Geld und Lust im Überfluß. oro e piacere in abbondanza.

Dieser Karo-König da Questo re di quadri


Muß ein Fürst sein oder König dev’essere un principe oppure un re
Und es fehlt daran nur wenig, e poco dunque mancherà
Bin ich selber Fürstin ja. a far di me una principessa.
Hier ein Feind, der mir zu schaden Qui c’è un nemico, che per farmi vergogna
Sich bemüht bei seiner Gnaden, si adopera presso il suo signore,
Und ein Blonder steht mir nah. e qui c’è anche un uomo biondo.

Ein Geheimnis kommt zu Tage, Viene in luce un segreto,


Und ich flüchte noch beizeiten, e io fuggo appena in tempo,
Fahret wohl, ihr Herrlichkeiten, addio, onori del mondo,
O, das war ein harter Schlag. ah!, questo è stato un duro colpo.
Hin ist einer, eine Menge Via quell’uno, una moltitudine
Bilden um mich ein Gedränge, mi si affolla intorno,
Daß ich sie kaum zählen mag. tanto che io riesco appena a contarli.
Dieser hier im grauen Haar Questo qui coi capelli grigi
Ist ein Junker wohl vom Lande, è un ricco proprietario terriero,
Sprode halt’ ich ihn am Bande cedevole, lo lego a me
Und ich fuhr’ ihn zum Altar. e lo porto fino all’altare.
Nach Paris! – Ein lustig Leben! A Parigi! – che vita allegra!
Brummt der Mann, so lach’ ich eben, Lui borbotta, e io rido appena,
Bleibt doch alles, wie es war. rimane tutto com’era prima.

Kommt das dumme Fraungesicht, Giunge uno stolido viso di donna,


Kommt die Alte da mit Keuchen, giunge la vecchia tutta anelante,
Lieb und Lust mir zu verscheuchen, per scacciare amore e gioia da me,
Eh’, die Jugend mir gebricht? prima che la gioventù mi abbandoni?
Ach, die Mutter ist’s, die aufwacht, Ah, è la mamma, che si sveglia
Und den Mund zu schelten aufmacht. e apre la bocca per criticarmi.
Nein, die Karten lugen nicht. Niente da fare: le carte non mentono.

Die Nonne (1840) La suora


testo di Abraham Emanuel Fröhlich
da Romanzen und Balladen (Heft 2) op. 49 n. 3

Im Garten steht die Nonne Nel giardino sta la suora


Bei Rosen in der Sonne, con le rose al sole,
Die ihr ein Kränzlein flechten che le intrecciano una ghirlanda
Zur Linken und zur Rechten. a sinistra e a destra.

Herüber aus dem Saale Di fronte a lei dal salone


Erklingt vom Hochzeitsmahle riecheggiano di una festa nuziale
Das Tanzen und das Singen; i balli e i canti;
Die Braut möcht jeder schwingen. ognuno a turno vorrebbe danzare con la sposa.

Sie kühlet hold umfangen Teneramente abbracciata si rinfresca


Am Fenster sich die Wangen; le guance alla finestra;
Die Nonne schaut herüber, la suora guarda di là,
Ihr gehn die Augen über: posa i suoi occhi su di lei:

“Wie glüht im Rosenglanze “Come risplende radiosa come una rosa


Sie unterm weißen Kranze, sotto il velo bianco,
Und unter roter Rose e sotto le rose rosse
Erbleich ich Freudenlose” io senza gioia impallidisco”.

Blondel’s Lied (1840) La canzone di Blondel


testo di Johan Gagriel Seidl
da Romanzen und Balladen (Heft 3) op. 53 n. 1

Spähend nach dem Eisengitter Sbirciando attraverso grate di ferro


Bei des Mondes hellem Schein, al bagliore lucente della luna,
Steht ein Minstrel mit der Zither sta un menestrello con la cetra
Vor dem Schlosse Dürrenstein; davanti al castello di Dürrenstein;
Stimmt sein Spiel zu sanfter Weise accorda la sua musica in tono gentile
Und beginnt sein Lied dazu, e inizia la sua canzone,
Denn ein Ahnen sagt ihm leise: finché uno spirito premonitore gli sussurra leggero:

“Suche treu, so findest du!” “Cerca con fiducia, e troverai!”


König Richard, Held von Osten, Re Riccardo, eroe dell’oriente,
Sankst du wirklich schon hinab? sei davvero sprofondato nella terra?
Muß dein Schwert im Meere rosten, Deve la tua spada arrugginire nel mare,
Oder deckt dich fern ein Grab? o sei coperto distante da una tomba?
Suchend dich auf allen Wegen, Cercandoti in tutti i modi,
Wallt dein Minstrel ohne Ruh’, il tuo menestrello viaggia senza riposo,
Denn ihm sagt ein leises Regen: finché una pioggia leggera gli dice:
“Suche treu, so findest du!” “Cerca con fiducia, e troverai!”

Gehst du lebend noch hienieden? Hai intenzione di vivere anche qui sotto terra?

Stellt vielleicht ein Feind dir nach, Forse un nemico ti perseguita


Um in Ketten dich zu schmieden, per ridurti in catene,
Der so viele Ketten brach? tu che spezzasti così tante catene?
Oder liegst du schon gebunden, Oppure giaci già legato,
Stolzer Löw’, in schnöder Ruh’?– fiero leone, in vile immobilità? –
Hoffnung ruft zu allen Stunden: La speranza richiama a tutte le ore:
“Suche treu, so findest du!” “Cerca con fiducia, e troverai!”

Hoffe, Richard, und Vertraue! Speranza, Riccardo, e fiducia!


Treue lenkt und leitet mich; Lealtà mi guida e mi conduce;
Und im fernen Heimatgaue e nel lontano paese natale
Betet Liebe still für dich. l’amore prega in silenzio per te.
Blondel folget deinen Bahnen, Blondel segue le tue tracce,
Margot winkt dir sehnend zu, Margot ti fa un cenno con bramosia,
Deinem Minstrel sagt ein Ahnen: uno spirito premonitore dice al tuo menestrello:
“Suche treu, so findest du!” “Cerca con fiducia, e troverai!”

Horch! da tönt es leise, leise Oh! Qualcosa suona dolcemente, dolcemente


Aus dem Burgverließ empor, dalle segrete del castello,
Eine wohlbekannte Weise un motivetto conosciuto
Klingt an Blondel’s lauschend Ohr. risuona nelle orecchie in ascolto di Blondel.
Wie ein Freundesruf, ein trauter, Come il richiamo di un amico, un beneamato amico,
Schallt sein eigen Lied ihm zu, la sua stessa canzone gli fa eco,
Und sein Ahnen sagt ihm lauter: e il suo spirito premonitore gli dice più forte:
“Suche treu, so findest du!” “Cerca con fiducia, e troverai!”

Was er sang, das singt er wieder, Quello che cantava, lo canta di nuovo,
Wieder tönt es ihm zurück, ancora gli torna indietro l’eco,
Süßes Echo klingt hernieder – una dolce eco risuona in basso –
Keine Täuschung! – sichres Glück! nessun inganno! – Fortuna assicurata!
Den er sucht auf seinen Bahnen, Colui che cercava le sue tracce,
Ach sein König ruft ihm zu; anche il suo re lo chiama;
Nicht vergebens war sein Ahnen: la sua premonizione non è stata vana:
“Suche treu, so findest du!” “Cerca con fiducia, e troverai!”
Heimwärts fliegt er mit der Kunde, Vola a casa con la notizia,
Da war Leid und Freude groß, di grande dolore e gioia,
Fliegt zurück mit edler Runde, al ritorno vola con un nobile ospite,
Kauft den teuren König los. riscatta il prezioso re.
Rings umstaunt vom frohen Kreise Mentre un circolo gioioso lo osserva con meraviglia
Stürzt der Held dem Sänger zu; l’eroe si precipita verso il cantante;
Gut bewährt hat sich die Weise: la canzone ha trovato la strada giusta:
“Suche treu, so findest du!” “Cerca con fiducia, e troverai!”

Frauenliebe und Leben op. 42 (1840) Amore e vita di donna


testi di Adelbert von Chamisso

1. Seit ich ihn gesehen 1. Da quando lo vidi


Seit ich ihn gesehen, glaub’ ich blind zu sein; Da quando lo vidi, mi sembra di essere cieca;
Wo ich hin nur blicke, seh’ ich ihn allein; dovunque io guardi, vedo solo lui;
Wie im wachen Traume schwebt sein Bild mir come in un sogno cosciente mi sta davanti la sua
vor, immagine,
Taucht aus tiefstem Dunkel, heller nur empor. dalle profonde tenebre, sorge più chiara.

Sonst ist licht- und farblos alles um mich her, Tutto il resto è senza luce e senza colore intorno a me,
Nach der Schwestern Spiele nicht begehr’ ich i giochi delle sorelle non mi interessano
mehr, più,
Möchte lieber weinen, still im Kämmerlein; preferisco piangere in silenzio, nella mia cameretta;
Seit ich ihn gesehen, glaub’ ich blind zu sein. da quando lo vidi, mi sembra di essere cieca.

2. Er, der Herrlichste von allen 2. Lui, il più splendido di tutti


Er, der Herrlichste von allen, Lui, il più splendido di tutti,
Wie so milde, wie so gut! così dolce, così buono!
Holde Lippen, klares Auge, Labbra soavi, occhi limpidi,
Heller Sinn und fester Muth. sensibile e coraggioso.

So wie dort in blauer Tiefe, Come là nel profondo azzurro,


Hell und herrlich, jener Stern, è chiara e splendida quella stella,
Also er an meinem Himmel, così lui nel mio cielo,
Hell und herrlich, hoch und fern. è chiaro e splendido, sublime e lontano.

Wandle, wandle deine Bahnen; Cammina, cammina per le tue vie;


Nur betrachten deinen Schein, solo guardare la tua luce,
Nur in Demuth ihn betrachten, solo guardarla con devozione,
Selig nur und traurig sein! è la mia gioia e il mio dolore!

Höre nicht mein stilles Beten, Non ascoltare la mia tacita preghiera,
Deinem Glücke nur geweiht; dedicata solo alla tua fortuna;
Darfst mich niedre Magd nicht kennen, non puoi conoscere me, umile fanciulla,
Hoher Stern der Herrlichkeit! tu alta stella dello splendore!

Nur die Würdigste von allen Solo la più degna di tutte


Soll beglücken deine Wahl, deve fare felice la tua scelta,
Und ich will die Hohe segnen, ed io benedirò l’eletta
Segnen viele tausend Mal. mille e mille volte.
Will mich freuen dann und weinen, Sarò lieta allora e piangerò,
Selig, selig bin ich dann, beata, beata sarò allora,
Sollte mir das Herz auch brechen, se anche mi si spezzasse il cuore,
Brich, o Herz, was liegt daran? spezzati, cuore, che importa?

3. Ich kann’s nicht fassen 3. Non posso capirlo


Ich kann’s nicht fassen, nicht glauben, Non posso capirlo, non posso crederlo,
Es hat ein Traum mich berückt; un sogno mi ha affascinata;
Wie hätt’ er doch unter allen come potrebbe lui, fra tutte,
Mich Arme erhöht und beglückt? avere scelto e fatto felice me, poverina?

Mir war’s, er habe gesprochen: Mi pare che mi abbia detto:


“Ich bin auf ewig dein” “Io sono tuo in eterno”.
Mir war’s, ich träume noch immer, Mi pare di sognare ancora sempre,
Es kann ja nimmer so sein. non può mai essere vero.

O laß im Traume mich sterben, Oh, vorrei morire in questo sogno,


Gewieget an seiner Brust, cullata sul suo petto,
Den seligsten Tod mich schlürfen che io beva la felice morte
In Thränen unendlicher Lust. in lacrime di gioia infinita.

4. Du Ring an meinem Finger 4. Tu anello al mio dito


Du Ring an meinem Finger, Tu anello al mio dito,
Mein goldnes Ringelein, mio anellino d’oro,
Ich drücke dich fromm an die Lippen, io ti premo come cosa sacra alle labbra,
Dich fromm an das Herze mein. al mio cuore.

Ich hatt’ ihn ausgeträumet, Avevo finito di sognare,


Der Kindheit friedlich schönen Traum, il bel sogno quieto della fanciullezza,
Ich fand allein mich, verloren mi trovai sola, persa
Im öden, unendlichen Raum. nel desolato spazio senza fine.

Du Ring an meinem Finger, Tu anello al mio dito,


Da hast du mich erst belehrt, ora tu mi hai insegnato,
Hast meinem Blick erschlossen hai aperto al mio sguardo
Des Lebens unendlichen Werth. il valore infinito, profondo della vita.

Ich werd’ ihm dienen, ihm leben, Voglio servirlo, vivere per lui,
Ihm angehören ganz, appartenergli intera,
Hin selber mich geben und finden darmi a lui e trovarmi
Verklärt mich in seinem Glanz. trasfigurata nella sua luce.

5. Helft mir, ihr Schwestern 5. Aiutatemi, sorelle


Helft mir, ihr Schwestern, Aiutatemi, sorelle,
Freundlich mich schmücken, voi che mi amate, ad adornarmi,
Dient der Glücklichen heute mir. oggi servite me, la fortunata.
Windet geschäftig Datevi da fare per legarmi
Mir um die Stirne alla fronte
Noch der blühenden Myrte Zier. l’ornamento del mirto fiorito.

Als ich befriedigt, Quando io lieta,


Freudigen Herzens, col cuore gioioso,
Dem Geliebten im Arme lag, stavo fra le braccia dell’amato,
Immer noch rief er, lui sempre invocava,
Sehnsucht im Herzen, col cuore pieno di desiderio,
Ungeduldig den heut’gen Tag. questo giorno.

Helft mir, ihr Schwestern, Aiutatemi, sorelle,


Helft mir verscheuchen aiutatemi a scacciare
Eine thörichte Bangigkeit; una stolta paura;
Daß ich mit klarem ché io con limpido
Aug’ ihn empfange, sguardo lo accolga,
Ihn, die Quelle der Freudigkeit. lui, la fonte della gioia.

Bist, mein Geliebter, Sei tu, mio amato,


Du mir erschienen, sei tu che mi sei apparso,
Giebst du, Sonne, mir deinen Schein? sei tu, sole, che mi dai la tua luce?
Laß mich in Andacht, Lascia che in raccoglimento,
Laß mich in Demuth, lascia che in devozione,
Mich verneigen dem Herren mein. lascia che mi inchini al mio signore.

Streuet ihm, Schwestern, Spargete per lui, sorelle,


Streuet ihm Blumen, spargete fiori per lui,
Bringt ihm knospende Rosen dar. portategli boccioli di rose.
Aber euch, Schwestern, Ma voi, sorelle,
Grüß’ ich mit Wehmuth, saluto con rimpianto,
Freudig scheidend aus eurer Schaar. felice separandomi dalla vostra schiera.

6. Süßer Freund, du blickest 6. Dolce amico, tu mi guardi meravigliato


Süßer Freund, du blackest mich verwundert an, Dolce amico, tu mi guardi meravigliato,
Kannst es nicht begreifen, wie ich weinen kann; non puoi capire, come io possa piangere;
Laß der feuchten Perlen ungewohnte Zier lascia che l’insolito ornamento di umide perle
Freudenhell erzittern in den Wimpern mir. tremi gioioso e chiaro nei miei occhi.

Wie so bang mein Busen, wie so wonnevoll! Come è pauroso il mio cuore, come è felice!
Wüßt’ ich nur mit Worten, wie ich’s sagen soll; Se solo sapessi dirlo a parole;
Komm und birg dein Antlitz hier an meiner Brust, vieni e nascondi il tuo viso qui sul mio petto,
Will in’s Ohr dir flüstern alle meine Lust. all’orecchio ti sussurrerò tutta la mia gioia.

Weißt du nun die Thränen, die ich weinen kann? Se tu sai ora le lacrime, che posso versare,
Sollst du nicht sie sehen, du geliebter Mann; non devi forse vederle, sposo amato?
Bleib’ an meinem Herzen, fühle dessen Schlag, Resta sul mio cuore, sentine il battito,
Daß ich fest und fester nur dich drücken mag. che io stringa sempre più forte solo te.

Hier an meinem Bette hat die Wiege Raum, Qui vicino al mio letto c’è posto per la culla,
Wo sie still verberge meinen holden Traum; dove quieto si nasconda il mio dolce sogno;
Kommen wird der Morgen, wo der Traum erwacht, verrà il mattino ove il sogno si sveglia,
Und daraus dein Bildniß mir entgegen lacht. e di là la tua immagine mi sorride.

7. An meinem Herzen 7. Sul mio cuore


An meinem Herzen an meiner Brust, Sul mio cuore, sul mio petto,
Du meine Wonne, du meine Lust! tu mia delizia, tu mia felicità!
Das Glück ist die Liebe, die Lieb’ ist das Glück, Gioia è l’amore, l’amore è gioia,
Ich hab’ es gesagt und nehm’s nicht zurück. io l’ho detto e non me ne pento.
Hab’ überglücklich mich geschätzt Sono fuori di me dalla gioia,
Bin überglücklich aber jetzt. sono tanto, tanto felice, ma ora.
Nur die da säugt, nur die da liebt Solo chi allatta, solo chi ama
Das Kind, dem sie die Nahrung giebt; il bimbo che nutre;
Nur eine Mutter weiß allein, solo una madre sa
Was lieben heißt und glücklich sein. che significa amare ed essere felice.

O, wie bedaur’ ich doch den Mann, Oh, come compiango l’uomo,
Der Mutterglück nicht fühlen kann! che non può provare la gioia della maternità!
Du schauest mich an und lächelst dazu, Tu mi guardi e sorridi,
Du lieber, lieber Engel, du! tu caro, caro angelo!
An meinem Herzen, an meiner Brust, Al mio cuore, al mio seno,
Du meine Wonne, du meine Lust! è la mia gioia, la mia gioia!

8. Nun hast du mir den ersten Schmerz gethan 8. Ora per la prima volta mi hai fatto male
Nun hast du mir den ersten Schmerz gethan, Ora per la prima volta mi hai fatto male,
Der aber traf. è stato un duro colpo.
Du schläfst, du harter, unbarmherz’ger Mann, Tu dormi, crudele sposo senza pietà,
Den Todesschlaf. il sonno della morte.

Es blicket die Verlass’ne vor sich hin, L’abbandonata guarda davanti a sé,
Die Welt ist leer. il mondo è vuoto.
Geliebet hab’ ich und gelebt, ich bin Ho amato e vissuto,
Nicht lebend mehr. ora non sono più viva.

Ich zieh’ mich in mein Inn’res still zurück, Mi ritiro in silenzio nella mia intimità,
Der Schleier fällt, il velo cade;
Da hab’ ich dich und mein vervang’nes Glück, qui ho te e la mia felicità perduta,
Du meine Welt! tu mio mondo!

Si ringrazia la GOG – Giovine Orchestra Genovese per la gentile concessione della traduzione dei testi
Nata a Salisburgo, Angelika Kirchschlager ha studiato al Mozarteum
e poi a Vienna, con Gerhard Kahry e Walter Berry. È considerata
una delle artiste piu importanti dei nostri giorni, con una carriera in-
ternazionale che la vede dividersi tra recital e opera in tutto il mondo,
ed una delle interpreti di riferimento per le opere di Richard Strauss
e Mozart.
La sua vasta discografia per Sony Masterworks le ha valso i piu im-
portanti premi internazionali, tra i quali un Grammy; recentemente
ha inciso CD di Lieder di Wolf, duetti ed arie da operette ed uno con
arie di Händel.
È stata in tournée in Europa e negli Stati Uniti con i pianisti Julius
Angelika Drake, Helmut Deutsch, Graham Johnson e Roger Vignoles; canterà
Kirchschlager Schumann a Parigi, Vienna, Londra e Amburgo insieme a Dorothea Ro-
schmann, Ian Bostridge e Thomas Quasthoff; inoltre, nella sua residenza
presso la Wigmore Hall di Londra, ha cantato in duo con Felicity Lott e con
Simon Keenlyside. Per quanto riguarda l’opera, è stata ospite al Théâtre
des Champs-Elysées (Sette peccati capitali e Mahagonny di Kurt Weill),
al Metropolitan Opera House (Hänsel in Hänsel und Gretel di Humper-
dinck), all’Opera di Stato di Baviera (Principe Orlofsky in Die Fledermaus
di J. Strauss) e all’Opera di Vienna (Clairon in Capriccio di R. Strauss).
Nel 2007 è stata nominata dal governo austriaco “Kammersängerin”
della Wiener Staatsoper; è professore ospite sia presso il Mozarteum di
Salisburgo che alla Royal Academy of Music di Londra, della quale è
anche membro onorario.

È considerato uno dei massimi pianisti al mondo specializzati nella


difficile arte di accompagnare il canto. Riprova ne sia l’elenco dei can-
tanti che desiderano lavorare con Drake e tra i quali ricordiamo al-
meno Thomas Allen, Olaf Bär, Philip Langridge, Angelika Kirchschla-
ger, Sergei Leiferkus, Felicity Lott, Christopher Maltman, Mark Pad-
more, Christoph Prégardien, Amanda Roocroft, José Van Dam,
Lorraine Hunt, Thomas Quasthoff, Willard White, Gerald Finley,
Joyce Di Donato, Simon Keenlyside, Diana Damrau, Ian Bostridge.
Drake è stato direttore artistico del Festival internazionale di musica
da camera di Perth in Australia; è inoltre direttore artistico di un Fe-
stival di musica da camera in Galles e del Festival “Julius Drake and
Julius Friends” a Londra.
Drake Da alcuni anni tiene una propria serie di concerti alla Wigmore Hall di Lon-
dra e viene invitato regolarmente a dirigere rassegne di Liederabend per
il Concertgebouw di Amsterdam, la BBC di Londra e altri importanti festival
e teatri. È professore alla Royal Academy of Music in Londra e visiting
professor al Royal Northern College of Music. Tiene regolari masterclass
ad Amsterdam, Bruxelles, Oxford, Parigi, all’Istituto Schubert a Baden,
a Vienna e dal 2010 è professore all’Università di Graz.
Ha inciso ed incide regolarmente con i maggiori cantanti e strumentisti di
oggi, per le principali case discografiche; molti suoi CD hanno ricevuto i
massimi riconoscimenti internazionali.
Julius Drake vive a Londra con la moglie Belinda e le due figlie.
TEATRO ARGENTINA GIOVEDÌ 16 fEbbRAIO ORE 21
I SOLISTI AQUILANI
Alessandro De Luca pianoforte Sibelius Andante festivo
Andrea Di Mario tromba Cardi “La follia” per viola d’amore e archi *
Luca Sanzò viola Šostakovič Concerto per pianoforte, tromba
ed orchestra d’archi n. 1 op. 35
I Solisti Aquilani Čajkovskij Serenata in do maggiore
per archi op. 48
* prima esecuzione assoluta

Torna alla Filarmonica, in una veste rinnovata, uno degli ensemble italiani
più celebri della seconda metà del Novecento. Tenendo fede alla
tradizione di apertura ai repertori più diversi, che contraddistingue da
sempre questa formazione, il programma spazierà dalla musica di Sibelius
a quella di Čajkovskij e Šostakovič, con una novità di Mauro Cardi.
Tel.+39 06 32 01 752
Via Flaminia 118 • 00196 Roma

www.filarmonicaromana.org

Il programma di sala è a cura di Sara Ciccarelli • Finito di stampare nel mese di febbraio 2017 • Stampa O.GRA.RO. - Roma • Progetto grafico e impaginazione Studio Sismondo - Roma

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