ANGELIKA
KIRCHSCHLAGER
& SCHUMANN
TEATRO NAZIONALE
I testi poetici dei Lieder, brani per canto e pianoforte che animarono i salotti dalla
fine del Settecento all’inizio del Novecento, sono fondamentali per capire l’universo
musicale romantico, sia vocale sia strumentale. Le emozioni che vi si descrivono,
i personaggi che vi compaiono, il rapporto particolare tra uomo e natura, differente
da quello solare del Settecento, l’intreccio tra solitudine, aspirazione verso l’assoluto
e amore, sono elementi emblematici e chiarificatori della passione e del tormento
romantici. I testi poetici ci svelano i protagonisti e gli aspetti di un magma incande-
scente che la musica strumentale spesso trasfigurava. Il Lied è quindi un punto di
incontro privilegiato tra contenuto poetico e dimensione sonora, e di ciò erano co-
scienti i compositori romantici, che si applicarono con dedizione alla loro compo-
sizione.
Robert Schumann fu tra i più raffinati autori di Lieder. I poeti che egli scelse furono
spesso i lirici tedeschi all’epoca più ammirati: Eduard Mörike, Wolfgang Goethe,
Friedrich Rückert, Heinrich Heine, Adelbert von Chamisso, autore di tutte le poesie
della raccolta Frauenliebe und Leben (Amore e vita di donna) op. 42. Per questi
poeti la notte è la dimensione dell’intimità: alla luce della luna fiorisce l’amore,
spesso simboleggiato da un fiore, loto, rosa o gelsomino che sia. In Die Lotosblume
(Il fiore di loto) op. 25 n. 7 della raccolta intitolata Myrthen e composta nel 1840, la
fanciulla è paragonata a un fiore di loto «che aspetta sognando la notte, […] profuma
e piange e trema per amore». In Dem roten Röslein gleicht mein Lieb (Il mio amore
è come una piccola rosa rossa) op. 27 n. 2, una piccola rosa fiorisce alla luna di
giugno, mentre in Jasminenstrauch (Il gelsomino) op. 27 n. 4, si descrive la muta-
zione di colore di un gelsomino nel passaggio dalla notte al mattino.
Entrambi sono presenti in una raccolta del 1840. La rosa ricorre anche in Die Nonne
(La suora) op. 49 n. 3, sempre del 1840, dove una suora contempla il vivido colore
del fiore, che le ricorda il pallore del suo stato di donna nubile. Dello stesso anno è
anche Verratene Liebe (Testimoni d’amore) op. 40 n. 5, dove protagonista è ancora
la notte, testimone di un primo bacio d’amore. Fiori bagnati di lacrime e compiacenti
stelle ricorrono anche in Mädchen-Schwermut (Malinconica ragazza) op. 142 n. 3,
del 1842.
Lo stupore di fronte alla potenza dell’amore fa tremare molte figure di queste poe-
sie, e nel Liebeslied (Canto d’amore) op. 51 n. 5, del 1842, la protagonista intende
dedicare tutta la propria vita alla venerazione dell’amato lontano, lontananza che
si trasforma in devozione e attesa in Die Soldatenbraut (La ragazza del soldato)
op. 64 n. 1, pubblicato nel 1847. Altro esempio simile è Was soll ich sagen? (Cosa
dovrei dire?) op. 27 n. 3, dove l’impossibilità di parlare di fronte alla forza dell’inna-
moramento è il tema conduttore della poesia.
Temi e simboli ricorrenti, dunque, immersi in situazioni e parole sempre diversi, non
interessati, però, a mutare la costanza di certi elementi. Il poeta che riesce a dare
sfumature sempre nuove a questi materiali è sicuramente Von Chamisso. L’amore
diventa anche morte e forza istintiva in Die Löwenbraut (La sposa del leone) op. 31
n. 1, mentre la cartomanzia vela di mistero e casualità le gioie amorose in Die Karten-
legerin (La cartomante) op. 31 n. 2, entrambi del 1840. Non a caso Schumann
scelse questo poeta per una delle sue più note raccolte di Lieder, Frauenliebe und
Leben op. 42, ancora del 1840. Questo anno, che ricorre così spesso, è quello del
matrimonio con Clara Wieck, unione a lungo contrastata e alla fine coronatasi. L’op.
42 è raccolta che riflette sulla felicità e la profondità di quel momento: l’unione di
canto e pianoforte è quasi simbolica dell’unione dei due sposi e dei loro ideali arti-
stici, pienamente romantici. Voce e tastiera, in Frauenliebe und Leben, sono alla
pari, si scambiano melodie ma hanno anche vita indipendente, possono entrare in
contrasto dialettico, un discorso valido anche per i Lieder precedenti. Schumann
sceglie alcune delle poesie di Von Chamisso pubblicate nel 1830, col fine di co-
struire il diario intimo di una fanciulla, dal fidanzamento fino alla morte dell’amato,
placata, tuttavia, dal ricordo di un’unione profondissima. Molto, però, ce lo dice la
musica, che ha un ruolo di amplificazione e definizione delle atmosfere evocate
dalla poesia. Il grande potere della musica in effetti è quello di far spiccare il volo al
testo, di immergerlo in una dimensione onirica, di farci vivere le sensazioni poetiche
come fossero nostre, come fossimo noi i protagonisti. Canto e pianoforte ricreano
una dimensione intima, magica e fresca, dove la genialità ritmica della musica di
Schumann (si ascolti il primo Lied della raccolta) dà tutto il senso del momento tra-
sgressivo e nuovo dell’innamoramento. Lo splendore dell’amante è, poi, musicato
da Schumann con piglio un poco eroico: il canto del secondo Lied si dipana in stile
parlato, realistico si potrebbe dire. Quasi non sembra canto, anche nel terzo Lied.
Più lirico il quarto brano, dedicato all’anello nuziale. Nel quinto Lied colpisce il ruolo
del pianoforte, quasi evocante un gioco infantile che contrasta la scelta della ra-
gazza di maturare come donna nella condivisione d’amore. La meraviglia dell’in-
timità fra amanti anima il sesto Lied, dove l’andamento discreto del pianoforte sem-
bra evocare l’unicità del momento. Il settimo e l’ottavo Lied sono invece dedicati,
rispettivamente, alla maternità e alla morte dell’amato. Tanto è dinamico, evane-
scente, il primo, quanto addolorato e dubitoso il secondo. In questo ultimo Lied
torna, però, la melodia del primo brano della raccolta, quasi fosse un dolce ricordo,
un nuovo inizio che ci testimonia come la musica rifiorisca portando consolazione
e speranza ai nostri cuori.
Die Soldatenbraut (1847) La fidanzata del soldato
testo di Eduard Mörike
da Romanzen und Balladen (Heft 4) op. 64 n. 1
Ach, wenn’s nur der König auch wüßt’, Ah, se anche solo il re sapesse,
Wie wacker mein Schätzelein ist! quanto valoroso è l’amor mio!
Für den König, da ließ’ er sein Blut, Per il suo re darebbe il suo sangue,
Für mich aber eben so gut. così come farebbe per me.
Mein Schatz hat kein Band und kein’ Stern, Il mio tesoro non ha nastri né stelle,
Kein Kreuz wie die vornehmen Herrn, né croci come i gran signori,
Mein Schatz wird auch kein General; il mio tesoro non diventerà generale;
Hätt’ er nur seinen Abschied einmal! almeno fosse a casa in licenza!
Der Mond, der ist ihr Buhle Il dio della luna, che è il suo amante
Er weckt sie mit seinem Licht, la desta con la sua luce,
Und ihm entschleiert sie freundlich e lei gli svela amico
Ihr frommes Blumengesicht, il suo viso devoto di fiore.
Dir zu eröffnen mein Herz verlangt mich; Di palesarti il cuore mio ho grande brama;
Hört’ ich von deinem, danach verlangt mich; di sapere di te, mi prende il desiderio;
Wie blickt so traurig die Welt mich an! come mi pare triste il mondo!
In meinem Sinne wohnet mein Freund nur. Nell’animo mio vive solo il mio amico.
Und sonsten keiner und keine Feindesspur. E poi nessun altro, né traccia nemica alcuna.
Wie Sonnenaufgang ward mir ein Vorsatz! Come sorge il sole, così in me nasce questo proposito!
Mein Leben will ich nur zum Geschäfte Voglio che la mia vita sia solo occupata dal suo
Von seiner Liebe von heute an machen. amore, da oggi in poi.
Ich denke seiner, mir blutet das Herz. Io penso a lui, il cuore mi fiorisce in petto.
Kraft hab’ ich keine als ihn zu lieben, Non ho forza alcuna se non per amarlo,
So recht im Stillen. Was soll das werden! così risoluto e tranquillo. Che cosa ne sarà?
Will ihn umarmen und kann es nicht. Voglio abbracciarlo e non lo posso fare.
Sag’ an, o lieber Vogel mein (1847) Dimmi, o mio caro uccello
testo di Friedrich Hebbel
da Lieder und Gesänge (Heft I) op. 27 n. 1
“Du hast die schöne Ferne nie “Hai mai visto le terre lontane,
Gesehen, und Du glaubst an sie?” e tu credi ancora in loro?”
Du frägst mich viel, Mi chiedi molto,
Und das ist Spiel, e non è che un gioco per te,
Die Antwort aber macht mir Müh’! ma le risposte mi fanno stanco!
Nun zog in gläubig-frommem Sinn Ora via nella fede e nello spirito pio
Der Vogel über’s Meer dahin, l’uccello ha attraversato il mare,
Und linde Luft e l’aria mite
Und süßer Duft, e la dolce fragranza
Sie wurden wirklich sein Gewinn! erano veramente la sua giusta ricompensa!
Dem roten Röslein gleicht mein Lieb Il mio amore è come una piccola
(1840) rosa rossa
testo di Wilhelm Christoph Leonhard Gerhard,
da Robert Burns
da Lieder und Gesänge (Heft I) op. 27 n. 2
Dem rothen Röslein gleicht mein Lieb, Il mio amore è come una piccola rosa rossa,
Im Junimond erblüht; che fiorisce nella luna di giugno,
Mein Lieb ist eine Melodei, il mio amore è una melodia,
Vor der die Seele glüht. che accende l’anima.
Und würden trocken Strom und Meer, E il fiume e il mare siano a secco,
Und schmölzen Fels und Stein: e la roccia e pietra si fondano,
Ich würde dennoch lebenslang ti amo ancora
Dir Herz und Seele weihn! il cuore e l’anima.
Nun, holdes Liebchen, lebe wohl! Ora, mio unico amore, addio!
Leb’ wohl, du süße Maid! Addio, mia dolce amica!
Bald kehr’ ich wieder, wär’ ich auch Presto tornerò, anche se sono
Zehn tausend Meilen weit! a diecimila miglia.
Mein Aug’ ist trüb, mein Mund ist stumm. I miei occhi sono turbati, la mia bocca è muta.
Du heißest mich reden, es sei darum. Mi dici di parlare, eppure rimane così.
Dein Aug’ ist klar, dein Mund ist rot, I tuoi occhi sono chiari, la tua bocca è rossa,
Und was du nur wünschest, das ist ein Gebot. e ciò che solo desideri è un mio ordine.
Mein Haar ist grau, mein Herz ist wund, I miei capelli sono grigi, il mio cuore è ferito,
Du bist so jung, und bist so gesund. sei così giovane, e così sano.
Du heißest mich reden, und machst mir’s so Mi hai offerto di parlare, e reso ciò così
schwer. difficile.
Ich seh’ dich so an, und zittre so sehr. Ti osservo, e tremo.
Wenn ich früh in den Garten geh’ Presto, quando esco in giardino
In meinem grünen Hut, nel mio cappello verde,
Ist mein erster Gedanke, il mio primo pensiero è
Was nun mein Liebster tut? cosa sta facendo il mio amato in questo momento?
Da nachts wir uns küßten, o Mädchen, Quella notte ci siamo baciati, o fanciulla,
Hat keiner uns zugeschaut. nessuno ci stava osservando.
Die Sterne, die standen am Himmel, Le stelle, che si trovavano in cielo,
Wir haben den Sternen getraut. confidavamo solo in quelle stelle.
Mit der Myrte geschmückt und dem Adorna di mirto e in abito nuziale
Brautgeschmeid, la figlia del guardiano, la rosea fanciulla,
Des Wärters Tochter, die rosige Maid, entra nella gabbia del leone, che giace ai piedi
Tritt ein in den Zwinger des Löwen; er liegt della sua amata, a lei sottomesso.
Der Herrin zu Füßen, vor der er sich schmiegt.
Der Gewaltige, wild und unbändig zuvor, La belva possente fino a poco prima selvaggia e
Schaut fromm und verständig zur Herrin empor; aggressiva, volge lo sguardo verso l’amata,
Die Jungfrau, zart und wonnereich, mansueta e giudiziosa.
Liebestreichelt ihn sanft und weinet zugleich: La fanciulla delicata e deliziosa
lo accarezza dolcemente, mentre piange.
“Wir waren in Tagen, die nicht mehr sind, “Nei giorni che non sono più,
Gar treue Gespielen wie Kind und Kind, eravamo compagni fedeli, come due bambini.
Und hatten uns lieb und hatten uns gern; Ci amavamo e ci piacevamo,
Die Tage der Kindheit, sie liegen uns fern. ma il tempo della nostra infanzia ormai è lontano.
Es fiel ihm ein, daß schön ich sei, Si è reso conto che ero bella,
Ich wurde gefreit, es ist nun vorbei; sono stata promessa ed ora è tutto compiuto:
Der Kranz im Haar, mein guter Gesell, ho una ghirlanda nei capelli, mio fedele compagno,
Und vor Tränen nicht die Blicke mehr hell. le lacrime mi offuscano la vista.
Verstehst du mich ganz? Schaust grimmig dazu; Mi capisci davvero? Tu sembri rabbioso,
Ich bin ja gefaßt, sei ruhig auch du; dort seh ich io sono rassegnata e devi calmarti anche tu;
Ihn kommen, dem folgen ich muß, lo vedo venire, ora, colui che devo seguire e così,
So geb ich denn, Freund, dir den letzten Kuß!” amico, ti darò l’ultimo bacio”.
Und wie ihn die Lippe des Mädchens berührt, Quando le labbra della ragazza sfiorarono il leone,
Da hat man den Zwinger erzittern gespürt, la gabbia tremò. Quando il giovane uomo
Und wie er am Zwinger den Jüngling erschaut, guardò verso la gabbia,
Erfaßt Entsetzen die bangende Braut. il terrore afferrò l’inquieta sposa.
Er stellt an die Tür sich des Zwingers zur Wacht, Si mette a guardia della porta della gabbia,
Er schwinget den Schweif, er brüllet mit Macht; agita la coda, ruggisce con tutta la sua forza:
Sie flehend, gebietend und drohend begehrt desiderosa di andarsene, lei implora, comanda,
Hinaus; er im Zorn den Ausgang wehrt. minaccia; come una furia, il leone le sbarra l’uscita.
Und draußen erhebt sich verworren Geschrei. Fuori si leva un clamore confuso.
Der Jüngling ruft: “Bringt Waffen herbei; Il giovane uomo grida: “Portate le armi,
Ich schieß ihn nieder, ich treff ihn gut”. gli sparerò, colpirò dritto il bersaglio”.
Aufbrüllt der Gereizte, schäumend vor Wut. Il leone impazzito, ruggisce, schiumando di rabbia.
Die Unselige wagt’s, sich der Türe zu nahn, L’infelice tenta di raggiungere la porta, ma,
Da fällt er verwandelt die Herrin an; trasformato, il leone attacca la sua amata,
Die schöne Gestalt, ein gräßlicher Raub, la sua bella figura, una preda mostruosa
Liegt blutig zerrissen, entstellt in dem Staub. giace sanguinante, sfigurata, nella polvere.
Und wie er vergossen das teure Blut, Dopo che ha versato il sangue adorato,
Er legt sich zur Leiche mit finsterem Mut, giace accanto al corpo, con l’animo tetro,
Er liegt so versunken in Trauer und Schmerz, nell’angoscia e nel dolore,
Bis tödlich die Kugel ihn trifft in das Herz. fino a quando la pallottola fatale lo colpisce al cuore.
Gottes Augen seid ihr nimmer, Non siete gli occhi di Dio,
Sternlein in dem Himmelszelt! piccole stelline nel baldacchino del cielo!
Ach, es strahlt kein Trostesschimmer Ah, senza luccichio la consolazione brilla
In die freudenlose Welt! in questo mondo senza gioia!
Gehst du lebend noch hienieden? Hai intenzione di vivere anche qui sotto terra?
Was er sang, das singt er wieder, Quello che cantava, lo canta di nuovo,
Wieder tönt es ihm zurück, ancora gli torna indietro l’eco,
Süßes Echo klingt hernieder – una dolce eco risuona in basso –
Keine Täuschung! – sichres Glück! nessun inganno! – Fortuna assicurata!
Den er sucht auf seinen Bahnen, Colui che cercava le sue tracce,
Ach sein König ruft ihm zu; anche il suo re lo chiama;
Nicht vergebens war sein Ahnen: la sua premonizione non è stata vana:
“Suche treu, so findest du!” “Cerca con fiducia, e troverai!”
Heimwärts fliegt er mit der Kunde, Vola a casa con la notizia,
Da war Leid und Freude groß, di grande dolore e gioia,
Fliegt zurück mit edler Runde, al ritorno vola con un nobile ospite,
Kauft den teuren König los. riscatta il prezioso re.
Rings umstaunt vom frohen Kreise Mentre un circolo gioioso lo osserva con meraviglia
Stürzt der Held dem Sänger zu; l’eroe si precipita verso il cantante;
Gut bewährt hat sich die Weise: la canzone ha trovato la strada giusta:
“Suche treu, so findest du!” “Cerca con fiducia, e troverai!”
Sonst ist licht- und farblos alles um mich her, Tutto il resto è senza luce e senza colore intorno a me,
Nach der Schwestern Spiele nicht begehr’ ich i giochi delle sorelle non mi interessano
mehr, più,
Möchte lieber weinen, still im Kämmerlein; preferisco piangere in silenzio, nella mia cameretta;
Seit ich ihn gesehen, glaub’ ich blind zu sein. da quando lo vidi, mi sembra di essere cieca.
Höre nicht mein stilles Beten, Non ascoltare la mia tacita preghiera,
Deinem Glücke nur geweiht; dedicata solo alla tua fortuna;
Darfst mich niedre Magd nicht kennen, non puoi conoscere me, umile fanciulla,
Hoher Stern der Herrlichkeit! tu alta stella dello splendore!
Ich werd’ ihm dienen, ihm leben, Voglio servirlo, vivere per lui,
Ihm angehören ganz, appartenergli intera,
Hin selber mich geben und finden darmi a lui e trovarmi
Verklärt mich in seinem Glanz. trasfigurata nella sua luce.
Wie so bang mein Busen, wie so wonnevoll! Come è pauroso il mio cuore, come è felice!
Wüßt’ ich nur mit Worten, wie ich’s sagen soll; Se solo sapessi dirlo a parole;
Komm und birg dein Antlitz hier an meiner Brust, vieni e nascondi il tuo viso qui sul mio petto,
Will in’s Ohr dir flüstern alle meine Lust. all’orecchio ti sussurrerò tutta la mia gioia.
Weißt du nun die Thränen, die ich weinen kann? Se tu sai ora le lacrime, che posso versare,
Sollst du nicht sie sehen, du geliebter Mann; non devi forse vederle, sposo amato?
Bleib’ an meinem Herzen, fühle dessen Schlag, Resta sul mio cuore, sentine il battito,
Daß ich fest und fester nur dich drücken mag. che io stringa sempre più forte solo te.
Hier an meinem Bette hat die Wiege Raum, Qui vicino al mio letto c’è posto per la culla,
Wo sie still verberge meinen holden Traum; dove quieto si nasconda il mio dolce sogno;
Kommen wird der Morgen, wo der Traum erwacht, verrà il mattino ove il sogno si sveglia,
Und daraus dein Bildniß mir entgegen lacht. e di là la tua immagine mi sorride.
O, wie bedaur’ ich doch den Mann, Oh, come compiango l’uomo,
Der Mutterglück nicht fühlen kann! che non può provare la gioia della maternità!
Du schauest mich an und lächelst dazu, Tu mi guardi e sorridi,
Du lieber, lieber Engel, du! tu caro, caro angelo!
An meinem Herzen, an meiner Brust, Al mio cuore, al mio seno,
Du meine Wonne, du meine Lust! è la mia gioia, la mia gioia!
8. Nun hast du mir den ersten Schmerz gethan 8. Ora per la prima volta mi hai fatto male
Nun hast du mir den ersten Schmerz gethan, Ora per la prima volta mi hai fatto male,
Der aber traf. è stato un duro colpo.
Du schläfst, du harter, unbarmherz’ger Mann, Tu dormi, crudele sposo senza pietà,
Den Todesschlaf. il sonno della morte.
Es blicket die Verlass’ne vor sich hin, L’abbandonata guarda davanti a sé,
Die Welt ist leer. il mondo è vuoto.
Geliebet hab’ ich und gelebt, ich bin Ho amato e vissuto,
Nicht lebend mehr. ora non sono più viva.
Ich zieh’ mich in mein Inn’res still zurück, Mi ritiro in silenzio nella mia intimità,
Der Schleier fällt, il velo cade;
Da hab’ ich dich und mein vervang’nes Glück, qui ho te e la mia felicità perduta,
Du meine Welt! tu mio mondo!
Si ringrazia la GOG – Giovine Orchestra Genovese per la gentile concessione della traduzione dei testi
Nata a Salisburgo, Angelika Kirchschlager ha studiato al Mozarteum
e poi a Vienna, con Gerhard Kahry e Walter Berry. È considerata
una delle artiste piu importanti dei nostri giorni, con una carriera in-
ternazionale che la vede dividersi tra recital e opera in tutto il mondo,
ed una delle interpreti di riferimento per le opere di Richard Strauss
e Mozart.
La sua vasta discografia per Sony Masterworks le ha valso i piu im-
portanti premi internazionali, tra i quali un Grammy; recentemente
ha inciso CD di Lieder di Wolf, duetti ed arie da operette ed uno con
arie di Händel.
È stata in tournée in Europa e negli Stati Uniti con i pianisti Julius
Angelika Drake, Helmut Deutsch, Graham Johnson e Roger Vignoles; canterà
Kirchschlager Schumann a Parigi, Vienna, Londra e Amburgo insieme a Dorothea Ro-
schmann, Ian Bostridge e Thomas Quasthoff; inoltre, nella sua residenza
presso la Wigmore Hall di Londra, ha cantato in duo con Felicity Lott e con
Simon Keenlyside. Per quanto riguarda l’opera, è stata ospite al Théâtre
des Champs-Elysées (Sette peccati capitali e Mahagonny di Kurt Weill),
al Metropolitan Opera House (Hänsel in Hänsel und Gretel di Humper-
dinck), all’Opera di Stato di Baviera (Principe Orlofsky in Die Fledermaus
di J. Strauss) e all’Opera di Vienna (Clairon in Capriccio di R. Strauss).
Nel 2007 è stata nominata dal governo austriaco “Kammersängerin”
della Wiener Staatsoper; è professore ospite sia presso il Mozarteum di
Salisburgo che alla Royal Academy of Music di Londra, della quale è
anche membro onorario.
Torna alla Filarmonica, in una veste rinnovata, uno degli ensemble italiani
più celebri della seconda metà del Novecento. Tenendo fede alla
tradizione di apertura ai repertori più diversi, che contraddistingue da
sempre questa formazione, il programma spazierà dalla musica di Sibelius
a quella di Čajkovskij e Šostakovič, con una novità di Mauro Cardi.
Tel.+39 06 32 01 752
Via Flaminia 118 • 00196 Roma
www.filarmonicaromana.org
Il programma di sala è a cura di Sara Ciccarelli • Finito di stampare nel mese di febbraio 2017 • Stampa O.GRA.RO. - Roma • Progetto grafico e impaginazione Studio Sismondo - Roma