Dopo aver parlato di solidariet marinara rivolgiamo ora lattenzione ad un altro aspetto importante per chi va per mare per diporto: saper viver il mare comportandosi secondo le tradizioni, rispettando gli altri e salvaguardando lambiente. Lo sviluppo della nautica da diporto ha comportato laffievolimento di quelle tradizioni del saper vivere marinaro, che caratterizzavano lo yacthing fino alla prima met del secolo scorso. I navigatori per diporto di quei tempi costituivano una lite, che si distingueva non tanto per il censo, ma per il comune sentire della solidariet marinara, derivante dalla passione condivisa e dalla ricerca della comune sicurezza. Ci si traduceva anche in uno stile di vita a bordo, in porto e ed in mare, improntato sul rispetto e sulla comunanza di sentimenti.
Il possesso di una imbarcazione da diporto oggi costituisce troppo spesso uno
status symbol, espressione di insano arrivismo e di malinteso potere, anzich la 4-
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realizzazione di un modo di vita ispirato dal fascino del mare. Ritroviamo in molti di coloro che governano spavaldi le loro imbarcazioni sospinte da centinaia di HP o da centinaia di metri quadri di vela, o semplicemente che cavalcano un rumoroso quanto noioso scooter di mare, la stessa protervia di quegli automobilisti che ci sovrastano con i loro gipponi, o ci sfrecciano accanto pericolosamente con le loro decappottabili, o ci piroettano attorno con le loro moto. Ma sono gli stessi frustrati incivili che nei condom ni conoscono solo presuntuosi e pretestuosi diritti, ignorando dove finisce il proprio ego per dare spazio al diritto altrui.
2.4.1. Cortesia in porto
Ricordo anzitutto il comportamento quando si sale a bordo di una imbarcazione. E opportuno, se non si fa parte dellequipaggio, chiedere il permesso di salire a bordo allarmatore, o al comandante o a chi sia al momento sullimbarcazione. Ottenuta lautorizzazione, lospite, se a terra vi lapposito cestino accanto alla passerella di accesso, si toglie le scarpe e le depone; in caso contrario, salita la passerella si toglie le scarpe sia che resti in coperta, sia che si rechi nei locali sottocoperta. Sulle imbarcazioni in vetroresina, di pi facile manutenzione di quelle in legno, invalso luso di mantenere calzate le scarpe. Tuttavia bisogna pulire bene le suole prima di salire a bordo e comunque non devono mai essere calzate scarpe con suola dura o colorata, o addirittura con tacchi alti, che possano danneggiare la coperta ed il pagliolato. Spesso, in estate, nei porticcioli affollati dove gli ormeggi sono in seconda o terza fila, occorre transitare su imbarcazioni altrui per andare a terra o rientrare a bordo. Occorre farlo il meno possibile e sempre con la massima discrezione, chiedendo il permesso a chi in coperta, passando possibilmente da prora anzich dal pozzetto o da poppa. Se occorre imbarcare consistenti quantit di materiale, in particolare se sporco o foriero di detriti, bene trasferirsi in altro ormeggio provvisorio, da cui sia possibile recarsi direttamente in banchina. Stando allormeggio in luoghi ove non sia possibile disporre di servizi individuali, ricordarsi di usare lo stretto tempo indispensabile le scarse risorse 4-
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in comune, quali locali igienici, prese dacqua o di corrente, provvedendo poi a pulire e rassettare tutto, chiudere portelli e botole (insidiosi trabocchetti) e ad addugliare (arrotolare) bene manichette e cavi (pericolosi per linciampo). Non si devono lasciare mai in banchina materiali ingombranti, che possano costituire impedimento o pericolo al transito, in particolare in ore notturne, n tanto meno sacchi di rumenta (immondizia) maleodorante. Quando si allormeggio buona norma evitare la messa in moto superflua dei motori di potenza, per non inondare di fumo e stordire di rumore i poveri vicini. Se fosse indispensabile farlo per prove o per caricare le batterie, consiglio di avvisare preventivamene chi vi sta attorno ed eventualmente di concordare lorario di minore danno altrui. Comunque nelle ore notturne i motori ed i generatori devono essere tenuti spenti, per non disturbare
laltrui
riposo. Ricordo
anche
che i barbecues e le fritture in coperta o in banchina, pur se siano per chi le fa iniziative molto
appetitose
gradite,
costituiscono
una noiosa interferenza per la tranquillit altrui. Analogamente i cenoni a
poppa eccessivamente vocianti e schiamazzanti, nonch gli allegri e possenti canti notturni (peggio se arricchiti da stereo al massimo volume), sono motivo di insano disturbo per i malcapitati vicini di ormeggio o per gli altri diportisti che condividano la fonda nella stessa baietta.
2.4.2. Cortesia in fase di ormeggio
Lormeggio, il disormeggio, lingresso e luscita dai porti sono fasi delicate dellandar per mare, in cui il diportista deve dimostrare la propria abilit di manovra, in particolare in situazioni di condimeteo avverse, ed ancora una volta esprimere il proprio senso di civismo. 4-
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Entrando o uscendo da un porto, oltre a rispettare le precedenze prescritte dalle norme per prevenire gli abbordi in mare, bisogna come sempre rispettare gli altri, sia che navighino su bastimenti pi grossi del proprio, sia che si godano il mare su imbarcazioni minori, sia che peschino o facciano il bagno tranquillamente in costa. Pertanto, per prima cosa non interferire con chi in entrata o uscita dal porto, evitando di intralciare la manovra ai grossi bastimenti. Se si su una imbarcazione a motore, occorre procedere a bassa velocit in tutta larea di prossimit al porto, rinunciando allinsano ingaggio con altre imbarcazioni per guadagnare gli ultimi posti disponibili in banchina, o per raggiungere il mare aperto qualche minuto prima. Navigare a velocit moderata indispensabile per non provocare onda, causa spesso di gravi danni a persone a riva e ad imbarcazioni allormeggio. Ricordo che larmatore responsabile in solido dei danni causati con il moto ondoso provocato dallimbarcazione. Ma senza arrivare a livello danno, se si evita di fare onda, si evita anche di beccarsi gli accidenti dei pescatori e dei bagnanti, il che non guasta. Limbarcazione a vela deve rinunciare ai virtuosismi della manovra a vela di ingresso o uscita dai porti: ormai, con laffollamento odierno dei porti e dei marina, non pi il tempo di queste esibizioni di capacit marinaresca, da riservare a qualche bella fonda in baie solitarie. Peraltro in quasi tutti i porti prescritto il divieto di navigazione a vela, tollerata solo per le piccole imbarcazioni molto manovriere e prive di motore ausiliario. Arrivando allormeggio bene prestare attenzione alla via che fanno catene e corpi morti altrui, in modo da evitare di sovrapporre i propri cavi o catene determinando un intrico inestricabile. Conviene sempre, se possibile e se non si dispone di un posto riservato, effettuare un giro di ricognizione preliminare prima di eseguire la manovra di ormeggio, eventualmente chiedendo delucidazioni a chi allormeggio. Con imbarcazioni non troppo grandi, bene condurre la fase finale dellormeggio sospingendosi a mano, anzich farsi largo fra le altre imbarcazioni sculettando o infilandosi di prua con prepotenti colpi di motore. Infine, nel passare i cavi di ormeggio in
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banchina occorre far via sotto quelli delle imbarcazioni vicine, in modo da consentir loro il disormeggio senza restar bloccati. Quando invece di attori si spettatori di una manovra di ormeggio o disormeggio, non bisogna restare passivi, eventualmente stravaccati in coperta a prendere il sole, criticando laltrui inesperienza o disavventura. Le consuetudini di cortesia e solidariet marinara prescrivono di rendersi parte attiva, collaborando fattivamente nella stesura e nel recupero dei cavi, filando la cima del corpo morto o la catena dellancora per fare largo allormeggio, passando un cavo guardiano se laltra imbarcazione costretta a prolungare il disormeggio per districare unancora incattivata. In caso di condimeteo avverse e in assenza di ormeggiatori, se si ha un gommone a mare con motore, pu essere opportuno offrire assistenza diretta con il proprio gommone e, se necessario, rendersi disponibili per recarsi a bordo dellaltra imbarcazione a dare una mano, qualora lequipaggio in difficolt fosse di scarsa capacit o entit (ad esempio due sole persone).