In merito alla perimetrazione delle aree di cui all’art.
7 comma 4, si osserva come la cartografia
allegata alla proposta di delibera includa in queste aree da destinare ad Edilizia Residenziale Sociale, semplicemente tutte le aree dove sia applicabile la normativa. In pratica ovunque sia possibile perché non impedito dall’applicazione dei vincoli, si propone Edilizia Residenziale Sociale. Sono incluse aree rurali, zone agricole di aperta campagna, zone paesaggisticamente rilevanti. Non si comprende come questo possa avvenire e come possa essere proposta una variante di PRG volta, come recita l’Art. 7 alla Riqualificazione di aree urbane degradate interessando territorio non urbanizzato. La norma punta a favorire la risoluzione di problematiche particolarmente sentite quali il disagio abitativo ed il recupero urbanistico ed edilizio degli ambiti urbani degradati, stimolando l’intervento dei privati attraverso un consolidato modello perequativo di partenariato pubblico-privato. Il perno essenziale dell’Art. 7 è la riqualificazione dell’edilizia residenziale pubblica. Individuando, come fatto da molti Comuni (come il Comune di Massa Lubrense) aree ERS adiacenti alle zone di Edilizia Economica e popolare o convenzionata sarebbe possibile incrementare fino al 50% la volumetria esistente nel caso di interventi di demolizione e ricostruzione e ristrutturazione urbanistica riguardanti edifici con destinazione residenziale pubblica (case popolari). Vengono incentivati in tal modo la rigenerazione del patrimonio immobiliare residenziale pubblico e gli interventi di riqualificazione urbana. Nel caso in cui non siano disponibili aree destinate a edilizia residenziale sociale, le amministrazioni comunali, anche in variante agli strumenti urbanistici vigenti, possono individuare gli ambiti contenenti solo aree da utilizzare per edilizia residenziale sociale, da destinare prevalentemente a giovani coppie e nuclei familiari con disagio abitativo E’ ovvio che anche in questo caso la logica vorrebbe che siano identificate aree immediatamente adiacenti alle zone PEEP esistenti, oppure, ad esempio in alcune frazioni, potrebbero essere identificate aree di densificazione del centro urbano, per evitare un ulteriore consumo di territorio in un Comune che vuole evitare di divenire totalmente urbanizzato e confermare la sua vocazione turistica. Va notato che il nostro Comune ha già un numero di vani notevolmente superiore al fabbisogno abitativo, in conseguenza del notevole numero di vani abusivi. Ora, il problema casa a Vico Equense è relativo non al numero di vani, ma alla distribuzione degli stessi, in quanto non è prevista, per gli effetti dell’Anagrafe Edilizia, nuova edificazione popolare o convenzionata per le categorie (giovani coppie, sfrattati, meno abbienti) indicati come oggetto di ERS. Non ha senso distribuire in ambienti rurali e senza urbanizzazioni aree ERS. Non si sanerebbe la necessità dei cittadini e si aprirebbe la possibilità, data l’enormità delle superfici interessate, dello sviluppo di nuovi fenomeni speculativi. Altro aspetto è l’esclusione di alcune aree, prospicienti il mare, ad esempio le proprietà De Rosa e Savarese alla Marina d’Equa o la proprietà Mormone a Capo La Gala, dai vincoli di non applicazione della Legge. Il Comune non ha inteso ampliare in alcun modo oltre le aree vincolate da vincoli idrogeologici o urbanistici gli ambiti di esclusione. Si ritiene che debbano essere salvaguardate almeno le aree prospicienti il mare, come la collina di Montechiaro, già ampiamente edificata in modo abusivo e tutte le aree prospicienti il mare.
Per quanto sopra esposto si chiede al Consiglio Comunale di deliberare
In relazione alla proposta di delibera sull’individuazione degli ambiti di esclusione e su quelli nei quali è possibile realizzare ERS così come previsto dalla LR 19/2009 si chiede: • Posticipare la delibera, al fine di consentire un confronto pubblico con le categorie e i cittadini portatori di interessi, essendo il termine indicato dalla Regione (60gg.) non perentorio; • Verificare e dimostrare da parte dell’ufficio tecnico (anche avvalendosi di qualificata consulenza), l’effettiva vigenza sul territorio comunale della LR 19/2009, stanti i vincoli ambientali e paesaggistici che su di esso insistono; • Indicare ulteriori ambiti di esclusione dall’applicazione della Legge, per salvaguardare almeno le aree prospicienti il mare e le aree indicate dalla cartografia PTCP come rilevanti dal punto di vista paesaggistico • Delimitare gli ambiti ERS in rapporto alla effettive esigenze insediative e demografiche, opportunamente dimostrate e secondo i criteri sopra esposti (aree urbane di densificazione o adiacenti aree PEEP); • Dare priorità ad ambiti che ricadono su aree che, in base alla vigente pianificazione, presentino destinazione edificatoria o sulle cosiddette zone bianche; • Fissare un lotto minimo per gli interventi ERS per evitare una frammentazione privatistica delle scelte. • Precisare i modi, i tempi e il tipo di variante urbanistica si intende eseguire per dare attuazione agli amiti ERS (art.7, comma 4) e se gli ambiti ERS individuati fanno riferimento solo al comma 4 dell’art.7 o anche al comma 2. • Si ricorda infine, com’è prassi e com’è specificamente indicato dalla stessa LR 19/2009, che ogni scelta dell’amministrazione deve essere opportunamente motivata e dimostrabile nella sua fattibilità e sostenibilità economica, politica e ambientale.
ATTO DI QUERELA DEL SINDACO DI ISOLA DELLE PROFESSORE GASPAREPORTOBELLO NEI CONFRONTI DEL BLOGGER GIUSEPPE CIAMPOLILLO PERL’ARTICOLO “LA KUPOLA DELLA POLITIKA A ISOLA DELLE FEMMINE” APPARSOSULLA RIVISTA “IL VESPRO EDIZIONE APRILE 2010