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ANNO ACCADEMICO 2011 - 2012

CORSO DI
MECCANICA DELLE TERRE

LEZIONE 5

INDAGINI E PROVE IN SITU

Prof. Ing. Geol. Eugenio Castelli


Dipartimento di Ingegneria Civile ed Architettura
Universit degli studi di Trieste

Programmazione delle indagini


Ogni opera di ingegneria civile interagisce con una parte del sottosuolo, detta volume significativo.
Il comportamento dellopera dipende, oltre che dai carichi applicati, dalla geometria e dalle propriet fisicomeccaniche dellopera e dalle caratteristiche del sottosuolo allinterno del volume significativo.
La geometria e le propriet fisico meccaniche dellopera sono generalmente dati del problema, noti con
buona approssimazione e modificabili in fase di progetto. Ad esempio si pu variare lo spessore di un solaio,
o la classe di un calcestruzzo, o la pendenza dei fianchi di un rilevato. Le caratteristiche del volume
significativo di sottosuolo sono invece quasi sempre immodificabili e sono tutte da determinare.
Lo scopo delle indagini in sito identificare le condizioni stratigrafiche e di falda allinterno del volume
significativo di sottosuolo, e di caratterizzare, congiuntamente con le indagini di laboratorio, il
comportamento meccanico delle diverse formazioni presenti.
Nella programmazione e interpretazione delle indagini in sito sono di valido aiuto le conoscenze di geologia,
ma ancora pi importanti, anzi essenziali, sono le conoscenze ingegneristiche dellopera da realizzare. Infatti
la progettazione geotecnica passa attraverso la definizione di un modello geotecnico, ovvero di uno schema
semplificato della realt fisica, che concili quanto pi possibile variabilit e complessit naturale con
procedure e metodi di calcolo che conducano ad una soluzione quantitativa affidabile, anche se non esatta,
del problema ingegneristico.

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Le indagini geotecniche in sito e di laboratorio hanno vantaggi e limiti opposti, e non sono pertanto
alternative ma complementari. Le indagini in sito sono insostituibili per il riconoscimento stratigrafico,
interessano volumi di terreno molto maggiori, molte di esse consentono di determinare profili pressoch
continui con la profondit delle grandezze misurate, sono pi rapide ed economiche, sono quasi lunico
mezzo per caratterizzare dal punto di vista meccanico i terreni incoerenti, il cui campionamento
indisturbato molto difficile ed economicamente oneroso. Di contro le condizioni al contorno sono
difficilmente individuabili e incerte, la modellazione della prova spesso incerta e schematica per cui
linterpretazione talvolta affidata a relazioni empiriche o semi-empiriche. Per ottenere dai valori delle
grandezze misurate con prove in sito i valori numerici dei parametri
geotecnici utili nella progettazione, si utilizzano correlazioni, che a seconda della prova possono essere:
correlazioni primarie, con cui il parametro geotecnico ottenuto dal risultato della prova utilizzando una
solida base teorica con poche ipotesi da verificare (ad es. la stima di G0 da misure di VS);
correlazioni secondarie, con cui il parametro geotecnico ottenuto dal risultato della prova utilizzando
una base teorica, ma con approssimazioni e ipotesi sostanziali, e in genere con parametri intermedi (ad es.
la stima di cu da qc);
correlazioni empiriche, con cui il parametro geotecnico ottenuto dal risultato della prova senza
giustificazione teorica (ad es. la stima di qlim di fondazioni su sabbia da NSPT).

Al contrario le prove di laboratorio hanno condizioni al contorno (di carico, di vincolo, di drenaggio), ben
definite e controllabili, ed i risultati possono essere interpretati con modelli matematici appropriati, ma i
campioni possono non essere rappresentativi delle reali condizioni in sito, sia a causa della variabilit
intrinseca del terreno naturale, sia per linevitabile disturbo di campionamento.
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Le indagini geotecniche vanno condotte su quella parte di sottosuolo che verr influenzata dalla costruzione
dellopera o che ne influenzer il comportamento (ovvero sul volume significativo).

Indicazioni sul volume significativo del


sottosuolo a seconda del tipo e delle dimensioni
del manufatto, nel caso di terreno omogeneo (da
Raccomandazioni sulla programmazione ed
esecuzione
delle
indagini
geotecniche
dellAssociazione Geotecnica Italiana (AGI,
1977))
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Il grado di approfondimento dellindagine geotecnica nel volume significativo del sottosuolo dipende
dalla fase di progettazione (di fattibilit, definitiva o esecutiva), dalla complessit delle condizioni
stratigrafiche e geotecniche, e dallimportanza dellopera. Secondo lEurocodice per lingegneria
geotecnica (EC7) le opere da realizzare possono essere classificate in tre categorie geotecniche (GC) di
importanza crescente, cui ovviamente corrispondono gradi di approfondimento crescenti dellindagine
geotecnica.

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Per le opere di categoria GC1 che ricadono in zone note, con terreni di fondazione relativamente omogenei e
di buone caratteristiche geotecniche, ove gi esistono strutture analoghe che hanno dato buona prova di s,
etc.., lindagine pu essere limitata alla raccolta delle informazioni esistenti, e la relazione geotecnica
(sempre necessaria) pu giustificare le scelte progettuali su base comparativa, per esperienza e similitudine.
Al contrario per opere di categoria GC3 occorre un piano di indagine molto approfondito e dettagliato, curato
da specialisti del settore, che si estenda nel tempo (prima, durante e dopo la realizzazione dellopera),
comprendente prove speciali, da affidare a ditte o enti altamente qualificati, mirate allanalisi dei problemi
specifici e particolari dellopera in progetto.

In tutte le altre situazioni si considerano le indagini geotecniche per opere di categoria GC2.

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Per identificare le condizioni stratigrafiche del sottosuolo allinterno del volume significativo,
possono essere eseguite prove geofisiche (sismica - elettrica), scavi, trincee, sondaggi e prove
continue (o quasi) lungo verticali di esplorazione (ad esempio prove CPT, DMT etc..).
Scavi e trincee di esplorazione hanno il vantaggio di mettere in luce ampie sezioni verticali del
sottosuolo, e quindi consentono una descrizione di dettaglio della successione stratigrafica ed il
prelievo di campioni anche di grandi dimensioni con minimo disturbo. Il loro maggiore limite
consiste nella modesta profondit di indagine.
I sondaggi stratigrafici e geotecnici consentono di verificare direttamente la successione stratigrafica
lungo una verticale di esplorazione, di prelevare campioni per le analisi di laboratorio, e di eseguire
prove meccaniche e idrauliche a fondo foro, durante la perforazione.
Le prove continue (o quasi) lungo verticali di esplorazione consentono di identificare la successione
stratigrafica e di stimare alcune propriet geotecniche in modo indiretto mediante correlazioni con le
grandezze misurate.
Dunque, nella maggior parte dei casi, le informazioni raccolte con le indagini geotecniche sulla
successione stratigrafica e sulle propriet meccaniche e idrauliche dei terreni presenti nel sottosuolo
si riferiscono a verticali di esplorazione.

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I sondaggi sono delle perforazioni generalmente ad asse verticale, che consentono di riconoscere la
successione e la natura dei terreni attraverso il prelievo di campioni rimaneggiati e indisturbati; nei
fori di sondaggio possono essere eseguite prove in situ di vario tipo e possono essere installate
apparecchiature di misura quali piezometri, assestimetri, inclinometri, ecc.

I1 prelievo di campioni rimaneggiati, cio di campioni che permettono l'esecuzione delle prove di
classificazione e a volte la determinazione del contenuto d'acqua, non presenta particolari difficolt e non
richiede il ricorso ad attrezzature e tecniche particolari. I1 prelievo di campioni indisturbati, cio di campioni
che mantengono la struttura e il contenuto d'acqua del terreno in situ, richiede l'utilizzazione di campionatori
adeguati ai diversi tipi e situazioni dei terreni. quasi impossibile prelevare campioni indisturbati di
materiali granulari incoerenti.
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La densit e la qualit dellindagine devono tener conto, oltre che della categoria geotecnica
dellopera in progetto, della complessit e variabilit del terreno di fondazione e del rapporto
costi/benefici. Unindagine estesa e approfondita, che consenta di definire un modello geotecnico
affidabile, pu giustificare scelte di progetto pi coraggiose ed economiche. Viceversa se i dati di
progetto sono poco affidabili o incerti, anche le soluzioni tendono ad essere pi prudenti e
conservative, e quindi pi costose.

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Categorie di sottosuolo
Per definire lazione sismica di progetto, si valuta leffetto della risposta sismica locale (RSL)
mediante specifiche analisi. In assenza di tali analisi, per la definizione dellazione sismica si pu
fare riferimento ad un approccio semplificato, che si basa sullindividuazione di categorie di
sottosuolo di riferimento (Tab. 3.2.II e 3.2.III) e sulle condizioni topografiche.

Risposta sismica locale lazione sismica quale emerge in superficie a seguito delle modifiche in
ampiezza, durata e contenuto in frequenza, subte trasmettendosi dal substrato rigido.

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I mezzi di indagine in sito per la caratterizzazione del volume significativo di sottosuolo, sono molti e di
diversa complessit. I pi diffusi sono: le perforazioni di sondaggio, le prove SPT (Standard Penetration
Test), le prove penetrometriche statiche (CPT), le prove con piezocono (CPTU), le prove dilatometriche
(DMT).

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Nelle prove penetrometriche dinamiche l'utensile viene infisso, a percussione e si registra il numero di
colpi necessario per ottenere un avanzamento prefissato. L'utensile pu essere cavo e costituito da un
campionatore standard (Standard Penetration Test o SPT) o a punta conica chiusa (SCPT). Nelle prove
penetrometriche statiche (Cone Penetration Test o CPT) si infigge nel terreno una punta con
avanzamento controllato; viene misurata in superficie la pressione esercitata sulle aste di manovra nei
penetrometri meccanici e direttamente sulla punta nei penetrometri elettrici.
In questi ultimi anni si anche messa a punto e utilizzata la prova penetrometrica con piezocono
(CPTU) con la quale, attraverso una punta penetrometrica opportunamente modificata, possibile
misurare anche la pressione dell'acqua nel terreno durante l'avanzamento.
Vi sono poi le prove scissometriche (indicate anche come Field Vane Test) con le quali viene infisso nel
terreno un utensile avente all'estremit quattro alette poste a croce, utensile che viene fatto ruotare
tagliando il terreno e misurando il momento torcente corrispondente; questa prova viene utilizzata
principalmente in terreni argillosi a bassa consistenza ricavandone la resistenza al taglio senza
drenaggio cu.
Nelle prove dilatometriche (DMT) viene infisso nel terreno, con le stesse modalit delle prove
penetrometriche statiche, un utensile formato da una lama che ha su una faccia una membrana piana di
forma circolare che viene fatta dilatare misurando la pressione corrispondente all'inizio del moto della
membrana e quella corrispondente ad uno spostamento prefissato.

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Le prove pressiometriche sono delle prove di carico realizzate installando nel terreno alla profondit voluta
una sonda cilindrica dilatabile, facendola poi espandere gradualmente e misurando nel contempo le
pressioni applicate e le deformazioni corrispondenti. Con il pressiometro tipo Menard (MPM), ideato per
primo, la sonda viene posizionata in un foro di sondaggio appositamente eseguito.
Con i pressiometri autoperforanti (SBP) la prova viene eseguita rimuovendo con lo stesso attrezzo il
terreno corrispondente al volume della sonda e limitando quindi l'effetto del disturbo nel terreno.
Le prove di carico con piastra sono usate spesso in superficie, specialmente nel campo delle costrwzioni
stradali, ma talvolta anche in profondit; con queste prove si determinano prevalentemente le
caratteristiche di deformabilit. A questo tipo di prove appartengono quelle con piastra ad elica (screw
plate) con le quali vengono misurati i cedimenti di una piastra ad elica avvitata nel terreno e poi caricata.
Vi sono infine prove geofisiche, nelle quali si misura la velocit di propagazione delle onde sismiche, e fra
queste si ricordano quelle cross-hole, quelle down-hole e le prove geoelettriche nelle quali si misura la
resistivit del terreno.

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Perforazioni di sondaggio
Per sondaggio stratigrafico si intende una perforazione del terreno, in genere in direzione verticale, che
consente di riconoscere la successione stratigrafica, mediante lesame visivo e lesecuzione di alcune prove
di riconoscimento sul materiale estratto. Se la perforazione permette, oltre al riconoscimento stratigrafico,
anche il prelievo di campioni indisturbati di terreno e lesecuzione di prove in foro per la determinazione
delle propriet geotecniche dei terreni in sede, il sondaggio detto geotecnico. Durante la perforazione
possibile installare apparecchi di misura quali piezometri, assestimetri, inclinometri, etc..
Con le perforazioni di sondaggio possibile attraversare qualunque tipo di terreno, anche a grande profondit
e sotto falda, ed eseguire indagini anche sotto il fondo di fiumi o del mare.
Esistono diverse tecniche di perforazione:
a percussione,
a rotazione,
con trivelle ad elica.

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Tecniche di perforazione

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Se lo scopo della perforazione solo quello di raggiungere una data profondit, ad esempio per installare uno
strumento di misura, e non interessa il riconoscimento stratigrafico o il prelievo di campioni rappresentativi,
il sondaggio detto a distruzione.

Se invece si vuole identificare in dettaglio la successione stratigrafica occorre eseguire una perforazione di
sondaggio a carotaggio continuo. Le carote estratte nel corso del sondaggio sono sistemate in apposite
cassette catalogatrici (in legno,
metallo o plastica), munite di scomparti divisori e coperchio apribile a cerniera. Le cassette devono essere
conservate, per tutto il tempo necessario, al riparo dagli agenti atmosferici.

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La tecnica di perforazione attualmente pi utilizzata


per i sondaggi a carotaggio continuo a rotazione. Il
terreno perforato da un utensile spinto e fatto ruotare
mediante una batteria di aste. Lutensile di
perforazione un tubo dacciaio (carotiere) munito
allestremit di una corona tagliente di materiale
adeguato. Per evitare che il terreno campionato venga
a contatto con la parte rotante e sia almeno
parzialmente protetto dal dilavamento del fluido di
circolazione, il cui impiego si rende talvolta
necessario per lesecuzione del foro, possono
utilizzarsi carotieri a parete doppia, di cui solo quella
esterna ruota.
Il diametro dei fori di sondaggio in genere compreso
tra 75 e 150mm.

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Per assicurare la stabilit della parete e del fondo del foro, ove necessario, si utilizza una batteria di tubi di
rivestimento oppure un fluido costituito in genere da una miscela di acqua con una percentuale del 3 5% di
bentonite (fango bentonitico). La bentonite unargilla di origine vulcanica molto plastica (IP = 50 100). Il
fango bentonitico caratterizzato da un peso di volume di poco superiore a quello dellacqua e da tixotropia,
ovvero da una viscosit molto elevata in stato di quiete e molto minore in stato di moto. Tali caratteristiche
rendono il fango bentonitico particolarmente adatto non solo a sostenere le pareti e il fondo degli scavi
durante lesecuzione, ad esempio, di pali trivellati e di diaframmi ma anche a svolgere una funzione di
trasporto del materiale scavato. Mantenendo il livello del fango superiore a quello della falda si impedisce
lentrata dellacqua nel foro e se ne assicura la stabilit. Tuttavia sulla superficie del foro viene a formarsi una
pellicola impermeabile che non consente lesecuzione di prove di permeabilit e di misure piezometriche.

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I risultati di una perforazione di sondaggio vengono riportati in una scheda stratigrafica ove, oltre ai dati
generali relativi al cantiere e alle attrezzature impiegate, rappresentata graficamente la successione degli
strati con la descrizione di ciascuno di essi, la profondit della falda, la profondit dei campioni estratti, la
profondit ed i risultati delle prove eseguite nel corso della perforazione, etc..

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I campioni estratti durante la perforazione possono avere diverso grado di disturbo in funzione sia della
tecnica e degli strumenti utilizzati per il prelievo, sia della natura del terreno stesso. In particolare con gli
usuali mezzi e tecniche di prelievo non possibile estrarre campioni indisturbati di terreno incoerente. Le
principali cause di disturbo derivano dallesecuzione del sondaggio (disturbo prodotto dalla sonda o
dallattrezzo di perforazione), dallinfissione ed estrazione del campionatore, e dalla variazione dello stato
tensionale. Nei provini sottoposti a prove di laboratorio, ulteriori cause di disturbo derivano dal trasporto e
dalla non perfetta conservazione del campione, dalle operazioni di estrusione del campione dalla fustella,
dalla cavitazione e ridistribuzione del contenuto in acqua, dalle operazioni di formazione del provino (ad
esempio al tornio) e dal montaggio nellapparecchiatura di prova.
Per i campioni di terreno si distinguono 5 classi di qualit, crescente da Q1 a Q5, ottenibili con campionatori
e terreni di tipo diverso.

Classi di qualit dei campioni


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I campioni rimaneggiati (di qualit Q1 e Q2) sono ottenibili con i normali utensili di perforazione. I
campioni a disturbo limitato o indisturbati (Q4 e Q5) sono ottenibili con utensili appropriati, scelti in
relazione alle esigenze del problema ed alle caratteristiche del terreno.

Classi di qualit dei campioni ottenibili con campionatori di tipo diverso

I campionatori pi utilizzati per il prelievo di campioni di buona qualit sono i campionatori a parete
sottile e a pistone infissi a pressione e il campionatore a rotazione a doppia parete con scarpa
avanzata. Il tubo infisso nel terreno per il prelievo, ha lunghezza minima di 600mm e diametro
minimo 100mm, impiegato anche come contenitore e pertanto deve essere di acciaio di buona
qualit, inossidabile oppure zincato, o cadmiato o termoplastificato.
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PROVE PENETROMETRICHE DINAMICHE


Come gi stato detto l'utensile di percussione pu essere
cavo (SPT) o con punta conica chiusa (SCPT) (figura 1). Nello
Standard Penetration Test (SPT), molto usato negli Stati Uniti
d'America ed in Inghilterra, si misura il numero di colpi
necessario per infiggere il campionatore standard (figura la)
per 30 cm (1 piede) di profondit battendo con un maglio di
peso di 63,5 kg (140 libbre) e con un'altezza di caduta di 76,2
cm (30 pollici). La prova viene eseguita sul fondo del foro di
sondaggio infiggendo il campionatore per 45 cm e tenendo
conto dei colpi relativi agli ultimi 30 cm di infissione.
Sebbene la prova sia relativamente rozza, da parte di studiosi
ed amministrazioni pubbliche americane, sono state approntate
tabelle e diagrammi che correlano prevalentemente i risultati
della prova standard con le caratteristiche dei terreni granulari,
per i quali d'altra parte i risultati delle prove penetrometriche
sono pi attendibili.
All'aumentare della profondit oltre i 20 m i risultati sono
meno attendibili in relazione anche alla diminuzione
dell'energia trasmessa alla punta.

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Prova penetrometrica dinamica S.P.T.


La prova penetrometrica dinamica S.P.T. (Standard Penetration Test), ideata negli Stati uniti nel 1927, la
prova in sito pi diffusa ed utilizzata in tutto il mondo, sia per la semplicit operativa e il basso costo, sia per
la vasta letteratura tecnica esistente sullinterpretazione dei risultati.
La prova consente di determinare la resistenza che un terreno offre alla penetrazione dinamica di un
campionatore infisso a partire dal fondo di un foro di sondaggio o di un foro appositamente eseguito con
diametro compreso tra 60 e 200mm, e subordinatamente di prelevare piccoli campioni disturbati del terreno
stesso (utilizzati ad esempio per prove di classificazione).

Il diametro del foro dovrebbe essere


preferibilmente compreso tra 65 e 115mm.
Per diametri maggiori opportuno
moltiplicare il valore misurato dellindice
NSPT per un fattore di correzione pari a
1,05 per diametro di perforazione di
150mm e pari a 1,15 per diametro di
perforazione di 200mm.

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La prova S.P.T. consiste nel far cadere ripetutamente un maglio, del peso di 63,5 kgf, da unaltezza di 760
mm, su una testa di battuta fissata alla sommit di una batteria di aste alla cui estremit inferiore avvitato un
campionatore di dimensioni standardizzate, registrando durante la penetrazione:
il numero di colpi di maglio N1 necessario a produrre linfissione per i primi 15cm (tratto di avviamento)
inclusa leventuale penetrazione quasi statica per gravit,
il numero di colpi di maglio N2 necessario a produrre linfissione per altri 15cm,
il numero di colpi di maglio N3 necessario a produrre linfissione per ulteriori 15cm.

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Determinazione dei parametri geotecnici sulla base dei risultati delle prove SPT

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Complessivamente, durante la prova, il campionatore sar infisso di 15+15+15=45cm.


Si assume quale resistenza alla penetrazione il parametro:
NSPT = N2 + N3
Se con N1=50 lavanzamento minore di 15cm linfissione sospesa e la prova conclusa annotando la
relativa penetrazione (ad es. N1=50/13cm).
Se con N2 + N3=100 non si raggiunge lavanzamento di 30cm linfissione sospesa e la prova conclusa
annotando la relativa penetrazione.
Se la prova eseguita in terreni molto compatti o ghiaiosi, la scarpa del campionatore SPT pu essere
sostituita con una punta conica (diametro esterno 51mm, apertura 60 ).
Se la prove eseguita sotto falda, il livello di acqua o di fango nel foro deve essere mantenuto pi alto di
quello della falda freatica nel terreno per evitare un flusso dacqua dallesterno verso linterno del foro.
I risultati della prova S.P.T. sono utilizzati soprattutto per la stima indiretta, mediante correlazioni empiriche,
della densit relativa e della resistenza al taglio delle sabbie. Meno significative e pi incerte sono le
correlazioni per la stima della resistenza al taglio non drenata dei terreni a grana fine. Un importante
campo di impiego della prova S.P.T. la stima della resistenza alla liquefazione dei depositi di terreno
incoerente sotto falda in condizioni sismiche.
Dato il carattere empirico dei metodi di interpretazione dei risultati della prova S.P.T. assolutamente
necessario seguire in modo scrupoloso la procedura di riferimento per lesecuzione della prova emessa
dallAssociazione Internazionale di Ingegneria Geotecnica (ISSMFE, 1988). I risultati della prova sono
infatti influenzati dalle caratteristiche del campionatore, dalle dimensioni delle aste, dal sistema di battitura,
dalla tecnica di perforazione e dalle dimensioni del foro.

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Una prima correlazione si ha tra la densit relativa Dr e i valori di NSPT, numero di colpi misurati nella prova
SPT, correlazione gi indicata in via qualitativa da Terzaghi e Peck nel 1948 e poi in via quantitativa con
prove in cella di calibrazione da Gibbs e Holtz (1957) (tabella). Questa correlazione valida per le sabbie
normalconsolidate mentre sembra sopravvalutare Dr per le sabbie sovraconsolidate.

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Si trovano:
correlazioni (figura 2, Schmertmann, 1977) tra l'angolo d'attrito e la densit relativa Dr(%) per terreni con
differenti granulometrie;
diagrammi (figura 3) che correlano il numero di colpi NSPT e la pressione verticale effettiva v0 con l'angolo
di attrito di picco ' per sabbie non cementate e mediamente compressibili.
Per quanto riguarda la deformabilit le correlazioni con NSPT appaiono poco accettabili.

Figura 3

Figura 2

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Terreni sabbiosi
Stima della densit relativa
I metodi di stima della densit relativa
attualmente
pi
utilizzati
sono
la
correlazione di Gibbs e Holtz (1957), valida
per sabbie quarzose NC non cementate,
graficamente rappresentata in Figura, che
corrisponde allequazione:

Stima di DR da NSPT
secondo Gibbs e
Holtz (1957)

in cui pa la pressione atmosferica


(pa=100 se v0 espresso in kPa)

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La correlazione di Bazaara (1967), pi adatta a sabbie sovraconsolidate o costipate in cantiere, graficamente


rappresentata in Figura, che corrisponde allequazione:

Stima di DR da NSPT secondo


Bazaara (1967)
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la correlazione di Marcuson e Bieganousky (1977):

in cui OCR il grado di sovraconsolidazione e U il coefficiente di uniformit della sabbia

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la correlazione di Skempton (1986):

in cui Ncor il valore corretto dellindice NSPT per tener conto della pressione litostatica
efficace.

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Stima dellangolo di resistenza al taglio


Langolo di resistenza al taglio di picco pu essere
stimato a partire dal valore della densit relativa con
le correlazioni proposte da Schmertmann (1977) per
differenti granulometrie, graficamente rappresentate
in Figura. Correlazioni dirette tra e NSPT, che
evitano le approssimazioni dovute al doppio
passaggio, sono (fra le tante):
La correlazione di Peck, Hanson e Thornburn (1974),
approssimabile con la seguente equazione (Wolff,
1989):

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la correlazione di Schmertmann (1975) graficamente rappresentata in , che corrisponde allequazione


(Kulhawy e Mayne, 1980):

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Introduzione di fattori correttivi:


CN( v) = fattore correttivo per pressione di confinamento;
Er = Em / (0,6Ef) dove Em lenergia impressa alla massa battente ed Ef lenergia che la stessa massa
avrebbe se fosse lasciata in caduta libera.

Fattori correttivi per SPT (Skempton, 1986)


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la correlazione di Hatanaka e Uchida (1996) graficamente rappresentata in Figura, che corrisponde


allequazione:

Stima di da NSPT secondo Hatanaka e Uchida (1996)

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Lesistenza stessa di molte correlazioni un chiaro segno delle incertezze e delle approssimazioni insite
nelle procedure empiriche di stima. Per tale motivo pu essere opportuno confrontare i valori stimati con le
diverse correlazioni, ed utilizzare come valore di progetto dellangolo di resistenza al taglio di picco di uno
strato di sabbia, la media delle stime, escludendo eventuali valori anomali. Si tenga presente che, poich il
terreno non omogeneo, i valori di NSPT ottenuti nella stessa
formazione possono essere anche sensibilmente diversi fra loro, e che la presenza di ciottoli e ghiaia pu
determinare valori di NSPT erratici e inaffidabili.

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Terreni a grana fine


Stima della resistenza al taglio non drenata
La resistenza al taglio non drenata di unargilla non sensitiva pu essere approssimativamente stimata dai
risultati di prove S.P.T. con la correlazione di Stroud (1974):

in cui f1 un coefficiente funzione dellindice di


plasticit .
f1 ha valori compresi tra 3,5 e 6,5 kPa, e
mediamente vale 4,4 kPa, come mostrato in Figura,
dove possibile rilevare la dispersione dei dati
sperimentali su cui si basa la correlazione.

Correlazione fra NSPT e cu per argille non sensitive secondo Stroud (1974)
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Unaltra correlazione per la stima di cu da NSPT la seguente (Hara et al., 1971):

stata anche proposta una correlazione per la stima del grado di sovraconsolidazione dellargilla da prova
S.P.T. (Mayne e Kemper, 1988):

con v0 espresso in MPa.

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PROVE PENETROMETRICHE STATICHE(CPT)


Nella prova penetrometrica statica, una punta conica viene infissa nel terreno, mediante una
batteria d'aste a velocit costante, misurando in continuo o ad un prefissato intervallo la resistenza
alla penetrazione della punta. La forza totale, che agisce sul cono Qc divisa per l'area della
proiezione inferiore del cono Ac fornisce la resistenza alla punta qc. La forza totale che agisce sul
manicotto Fs, divisa per la superficie del manicotto, As fornisce la resistenza laterale fs. Nel
piezocono la pressione interstiziale misurata mediante un elemento poroso, chiamato filtro e
situato in una posizione scelta tra: il vertice della parte conica o la base del cono.

a. Electric Cone Penetrometer, CPT; b. e c. Piezocone Penetrometer, CPTU;


d. Seismic piezocone, SCPTU
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PROVE PENETROMETRICHE STATICHE(CPT)


Con i penetrometri statici di tipo meccanico la prova viene
condotta agendo su un piccolo cono che ha generalmente un'area
di base di 10 cm2 ed posto all'estremit di un'asta protetta
esternamente da un tubo; alternativamente vengono spinti nel
terreno il cono ed il tubo di rivestimento con velocit lenta e
costante (~ 20 mm/s) registrando le pressioni alla punta e lo
sforzo totale.
I penetrometri statici meccanici sono stati usati estensivamente in
Olanda e Belgio e ivi messi a punto. Attualmente si usa
prevalentemente la punta dotata di un manicotto (figura) che
consente di misurare, oltre alla resistenza di punta qc anche la
resistenza di attrito laterale locale fs. Nei penetrometri elettrici la
resistenza di punta e la resistenza laterale locale vengono
misurati direttamente con trasduttori montati nella punta.
Per infiggere il penetrometro necessario avere un contrasto,
che pu essere ottenuto o installando il penetrometro all'interno
di un camion e zavorrando opportunamente il veicolo, oppure
ancorando il telaio di forza del penetrometro al terreno con dei
vitoni. L'utilizzazione dei penetrometri statici possibile per le
terre a grana fine e per le sabbie.

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PROVA PENETROMETRICA STATICA C.P.T.


La prova penetrometrica statica C.P.T. (Cone Penetration Test) un mezzo di indagine molto diffuso in Italia
poich, ad un costo modesto, permette lidentificazione della successione stratigrafica lungo una verticale, e
la stima di molti parametri geotecnici sia in terreni a grana fine che in terreni
a grana grossa (ghiaie escluse).
La prova autoperforante, ovvero non richiede lesecuzione di un foro di sondaggio, e consiste
nellinfissione a pressione nel terreno, a partire dal p.c. ed alla velocit costante di 20 mm/sec (con una
tolleranza di 5mm/sec), di una punta conica avente diametro 35,7 mm e angolo di apertura 60 , collegata al
dispositivo di spinta mediante una batteria di tubi.
Il contrasto necessario ad infiggere il penetrometro di norma ottenuto col peso dellautocarro,
eventualmente zavorrato, su cui installata lattrezzatura

Il penetrometro statico, ideato in Svezia nel 1917 (anche se


comunemente chiamato penetrometro olandese), ha subito
nel tempo modifiche e miglioramenti.
Attualmente ne esistono due tipi, con caratteristiche
geometriche e procedure di prova normate a livello
internazionale (ISSMFE, 1989):
a) il penetrometro meccanico con manicotto dattrito,
b) il penetrometro elettrico.

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Nei penetrometri meccanici con manicotto dattrito la punta conica solidale con una batteria di aste
coassiali ad una tubazione di rivestimento. La parte finale, ovvero pi prossima alla punta, della tubazione
di rivestimento mobile, e costituisce il manicotto di attrito.

Punta di un penetrometro meccanico con manicotto dattrito (punta Begemann) (a) e posizioni assunte
durante linfissione (b)
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In Figura sono rappresentate la punta di un penetrometro meccanico


con manicotto dattrito e le posizioni che assume durante
linfissione.
1) Inizialmente, esercitando una forza F1 sulle aste interne collegate
alla punta, si fa avanzare a velocit costante la sola punta per una
lunghezza di 40 mm. Larea della punta : Ap = ( 3,57 2)/4 = 10
cm2 e la pressione media alla punta durante lavanzamento
(resistenza di punta) vale: qc = F1/Ap.
2) Al termine della corsa di 40mm, viene agganciato il manicotto
dattrito, che ha una superficie laterale: As = 150 cm2
e si continua a far avanzare la punta a velocit costante per altri 40
mm (che nella penetrazione si trascina dietro il manicotto).
Se si indica con F2 la forza necessaria a fare avanzare il
penetrometro in questa seconda fase, e se si fa lipotesi che la
resistenza di punta non sia variata rispetto al tratto precedente,
possibile calcolare la tensione tangenziale media lungo la superficie
del manicotto (resistenza laterale locale) con la relazione: fs = (F2F1)/As.
3) In una terza fase la spinta viene applicata alle aste esterne che, a
punta ferma, raggiungono prima il manicotto e poi la punta, e infine
fanno avanzare lintero sistema.
Le operazioni sopradescritte sono ripetute ogni 20cm.

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I risultati della prova vengono rappresentati in un diagramma nel quale in ordinata riportata la
profondit e in ascissa la resistenza di punta, indicata con RP o con qc e la resistenza di attrito laterale
indicata con Rl o fs espresse in kg/cm2 o in MPa.
Le misure con il penetrometro statico meccanico in genere sono attendibili per il campo di terreni
compresi tra le sabbie e le argille, per profondit sotto il piano campagna sino a circa 25 30 m e per
resistenze massime alla punta qc dell'ordine di 20 25 MPa. Con resistenze di punta e profondit
maggiori di quelle sopraindicate, i dati raccolti devono essere riguardati con cautela, poich entrano in
gioco vari fattori quali la compressione elastica delle aste interne quando si devono attraversare strati
compatti e profondi, il peso delle aste quando si attraversano strati profondi argillosi di bassa resistenza,
l'attrito che si sviluppa tra le aste interne ed il rivestimento e la deviazione dalla verticale.

I dati raccolti quando si incontrano strati alternati e di piccolo spessore (dell'ordine di decimetri o
centimetri) di terreni diversi devono essere riguardati con cautela.
L'introduzione della punta elettrica, con trasduttori montati sulla punta, ha praticamente ovviato a quasi
tutti i fattori negativi prima indicati. Con il penetrometro elettrico vi anche la possibilit di avere la
restituzione dei dati sia in forma grafica che digitale e quindi di applicare metodologie statistiche ai dati
registrati; inoltre possibile installare nella punta anche altri sensori, come ad esempio quello per la
misura delle pressioni interstiziali.

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I risultati della prova sono rappresentati in grafici (e tabelle) aventi in ordinata la profondit e in
ascissa le misure di qc e di fs ogni 20cm .

Esempio di rappresentazione dei risultati


di una prova CPT
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Gli eventuali errori del penetrometro elettrico dipendono principalmente dalle componenti elettroniche
dell'apparecchiatura e sono legati alla non linearit e isteresi delle celle di pressione, alla sensibilit alle
variazioni di temperatura e alla calibrazione. Dai risultati delle prove penetrometriche statiche si possono
ricavare utili indicazioni per la costruzione del profilo stratigrafico delle zone interessate dalle prove. Gi
sulla base della resistenza alla punta qc si pu valutare la presenza di terreni sabbiosi e di terreni argillosi
di media e bassa consistenza.

Per le prove penetrometriche eseguite con la


punta che misura anche l'attrito laterale f, sono
state proposte da vari studiosi delle
correlazioni (figura) tra il rapporto fs/qc e la
classificazione dei terreni.
Queste correlazioni sono relativamente
accettabili per terreni sotto falda e per strati di
spessore non inferiore a 50 cm.

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Avendo a disposizione stratigrafie determinate con sondaggi, l'interpretazione dei risultati delle prove
penetrometriche diventa pi facile e si possono determinare profili stratigrafici accurati e sicuri. Parecchi
studi sono stati eseguiti per determinare correlazioni empiriche tra la resistenza al taglio senza drenaggio cu
dei terreni coesivi e la resistenza di punta qc.
La relazione base empirica derivata dalle formule di capacit portante del singolo palo pu essere cos
espressa:
nella quale cu la resistenza al taglio senza drenaggio, qc la resistenza di punta, v0 la pressione verticale
alla profondit di prova dovuta al terreno sovrastante, Nc un fattore di capacit portante dipendente dalla
profondit relativa e dall'angolo di apertura del cono del penetrometro.
Vi sono vari approcci di carattere teorico-sperimentale per la definizione di Nc; dai dati sperimentali raccolti
sembra che Nc possa variare tra 5 e 21 e con un andamento che decresce all'aumentare dell'indice di plasticit
IP.
Indicativamente si pu fare riferimento per argille normalmente consolidate (NC) a valori tra 10 e 15 e per
argille sovraconsolidate (OC) tra 15 e 25.
Molti studi sono stati rivolti a stabilire correlazioni tra l'angolo d'attrito delle sabbie non cementate e la
resistenza di punta qc. Si tratta di ricerche piuttosto difficili, poich devono tenere conto dei fattori che
influenzano la resistenza alla penetrazione della punta quali il processo di rottura progressiva, il livello di
deformazione, la compressibilit del mezzo, a sua volta dipendente dallo stato tensionale, ecc. Si pu fare
anche qui riferimento alla relazione per la capacit portante del singolo palo qc = v0 Nq per la quale per vi
difficolt nel quantificare Nq che cresce all'aumentare della densit relativa Dr e decresce all'aumentare
della pressione verticale effettiva v0. Attualmente si fa abbastanza spesso riferimento a diagrammi che
correlano qc con Dr e a diagrammi che correlano Dr e la granulometria a ' come si gi visto per NSPT.
LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU

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Vi sono vari diagrammi che fanno riferimento al primo tipo di correlazione Dr- qc - v0 e qui si riportano
quelli proposti da Schmertmann (1976) e Baldi e altri (1981-1986) per sabbie NC e sabbie OC (figura 7a,
b).

LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU

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Inoltre si hanno a disposizione, per sabbie fini non cementate, diagrammi che legano direttamente qc

- v0 (figura).

LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU

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Nonostante l'importanza che la conoscenza dei moduli di deformazione riveste dal punto di vista progettuale
per il dimensionamento delle fondazioni, la loro determinazione risulta difficile a causa delle note difficolt
di prelevare campioni indisturbati dai depositi sabbiosi e sabbioso-ghiaiosi; pertanto non potendosi utilizzare
le prove di laboratorio risulta evidente l'interesse che da molti anni rivolto alle correlazioni tra moduli di
deformazione e risultati delle prove penetrometriche di vario tipo, pur tenendo presenti le limitazioni legate
alle prove in posto.
Per le prove penetrometriche statiche sono state proposte da vari ricercatori relazioni del tipo:
o
Per quelle del primo tipo sono stati indicati valori di variabili in un campo molto vasto che va da valori
minimi di 1,3 e 1,5 a valori massimi di 20 e 40. Per quelle del secondo tipo si ha pure un campo molto
ampio con 1 variabile tra 1,5 e 6,6 e 2 variabile tra 4,5 e 26,5.
indubbio che le caratteristiche di deformazione di un terreno dipendono dalla storia, intesa nel senso pi
largo, delle tensioni e delle deformazioni del deposito, dal livello della tensione effettiva media, dal livello
delle deformazioni di taglio indotte, dal percorso delle tensioni effettive e dal tempo; qc invece dipende
principalmente dal comportamento del terreno a rottura cio nel campo delle grandi deformazioni di taglio.

LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU

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Con riferimento a studi recenti eseguiti in camera di calibrazione, si vede (figura) che , per il primo tipo di
relazione, diminuisce all'aumentare della densit relativa Dr e aumenta con il grado di sovraconsolidazione
OCR.
Tenendo conto delle considerazioni sopraesposte
sembra si possa fare riferimento a valori di
compresi tra 3 e 8 e crescenti al diminuire della
densit relativa. Per le relazioni del secondo tipo
sembra ci si possa riferire a valori di 1 compresi tra
3 e 6 e di 2 compresi tra 9 e 26. Per le fondazioni
dirette vi sono diagrammi che mettono in relazione qc
con la pressione ammissibile.

L'utilizzazione dei risultati delle prove penetrometriche


statiche per il calcolo dei pali battuti abbastanza
diffusa e fa riferimento principalmente alle esperienze
degli olandesi, sia nei riguardi della profondit
d'infissione nel banco sabbioso che nel trascurare o
meno l'apporto della resistenza d'attrito laterale.

LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU

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LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU

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Il penetrometro meccanico uno strumento semplice e


robusto, che pu operare in un campo di
terreni che va dalle argille alle sabbie grosse, fino a
profondit dellordine di 40m e oltre. I suoi principali limiti
derivano dal fatto che le resistenze alla penetrazione sono
dedotte da misure di forza eseguite in superficie, e quindi
sono affette da errori dovuti al peso proprio e alla
deformabilit delle aste, ed agli attriti tra le varie parti
dellattrezzatura. Inoltre la profondit delle misure desunta
dalla lunghezza delle aste e quindi soggetta ad errori
derivanti dalla deviazione dalla verticale (Figura). Infine le
misure di resistenza alla punta, qc, e di attrito laterale locale,
fs, non sono indipendenti fra loro e si riferiscono a profondit
leggermente diverse, per cui la presenza di terreni fittamente
stratificati pu condurre a errori di stima.

Effetto della deviazione dalla verticale sul profilo della resistenza di punta di un penetrometro
meccanico
LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU

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Il penetrometro elettrico la naturale evoluzione del penetrometro meccanico


Nel penetrometro elettrico le misure di pressione alla punta e di tensione
laterale locale sono eseguite localmente ed in modo fra loro indipendente
con trasduttori elettrici che inviano un segnale alla centralina posta in
superficie.
Un inclinometro alloggiato nelle aste permette di misurare la deviazione
dalla verticale e di correggerne gli errori conseguenti. La frequenza delle
misure pu essere anche molto ridotta, tipicamente ogni 2-5cm, e i dati
sono direttamente acquisiti in forma numerica e rappresentati graficamente
anche durante lesecuzione della prova. I limiti del penetrometro a punta
elettrica risiedono nel maggiore costo dello strumento, e negli errori
derivanti dalle componenti elettroniche (non linearit e isteresi delle celle
di pressione, sensibilit alle variazioni di temperatura, calibrazione).

LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU

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LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU

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Interpretazione dei risultati di prove C.P.T


Lanalisi dei risultati di prove C.P.T. consente in primo luogo il riconoscimento litologico dei terreni
attraversati e la ricostruzione della successione stratigrafica.
Questa prima fase interpretativa essenziale e necessaria per ogni ulteriore interpretazione geotecnica. Infatti
durante la prova vengono misurate le resistenze di punta e di attrito laterale opposte dal terreno nelle
condizioni di rottura determinate dalla penetrazione dello strumento con una velocit imposta e costante di 2
cm/sec. A seconda della permeabilit del terreno attraversato la rottura avviene in condizioni drenate o non
drenate. Pertanto il modello interpretativo del fenomeno della rottura condizionato dal tipo di terreno cui si
riferiscono i dati di resistenza misurati.

LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU

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Riconoscimento stratigrafico
La resistenza penetrometrica di punta offerta da un
terreno sabbioso , di norma, nettamente superiore alla
resistenza offerta da terreni argillosi di media e bassa
consistenza.
Pertanto molte volte il solo esame del profilo di qc pu
dare una prima idea della successione stratigrafica.
Tuttavia le migliori correlazioni proposte per
lindividuazione della natura del terreno attraversato
fanno uso, oltre che della resistenza di punta, qc, anche
della resistenza dattrito laterale, fs.
In particolare la carta di classificazione pi accreditata
per il penetrometro statico meccanico quella di
Schmertmann (1978), rappresentata in Figura, che ha in
ascissa il rapporto adimensionale:

detto rapporto dattrito o di frizione o delle


resistenze, in scala naturale, ed in ordinata la
Carta di classificazione per il penetrometro statico
resistenza di punta qc [FL-2] in scala logaritmica

meccanico (Schmertmann)

LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU

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LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU

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Per il penetrometro elettrico si pu fare riferimento alla carta di Robertson (1990), rappresentata in Figura ,
che ha in ascissa il rapporto dattrito normalizzato:

e in ordinata la resistenza di punta normalizzata:

entrambe le variabili in scala logaritmica.


I campi in cui diviso il grafico di Figura sono
contraddistinti da numeri cui corrispondono
i seguenti tipi di terreno:
1. Terreno sensitivo a grana fine.
2. Terreno organico, torba.
3. Argille. Da argille ad argille limose.
4. Limi. Da limi argillosi a argille limose.
5. Sabbie. Da sabbie limose a limi sabbiosi.
6. Sabbie. Da sabbie pulite a sabbie limose.
7. Da sabbie ghiaiose a sabbie.
8. Da sabbie molto dense a sabbie argillose fortemente
sovraconsolidate o cementate.
9. Materiali fini granulari molto duri, fortemente
sovraconsolidati o cementati.
Carta di classificazione per il penetrometro statico elettrico (Robertson, 1990)
LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU

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Interpretazione di prove CPT in terreni sabbiosi


Lavanzamento del penetrometro statico in terreni sabbiosi avviene generalmente6 in condizioni drenate, ed
quindi possibile interpretarne i risultati in termini di tensioni efficaci.
Per la stima dei parametri geotecnici dei terreni sabbiosi si utilizza comunemente la densit relativa, come
parametro intermedio, sebbene sia stato dimostrato che anche la compressibilit della sabbia (che dipende
dalla mineralogia) e lo stato di tensione in sito (che dipende dalla profondit, dal rapporto di
sovraconsolidazione e dallet del deposito) siano fattori molto influenti sulla resistenza penetrometrica di
punta.
Le correlazioni fra resistenza penetrometrica e densit relativa dei terreni sabbiosi sono state studiate con
prove di laboratorio in camera di calibrazione
Una delle correlazioni pi note e utilizzate, valida
per sabbie silicee, non cementate, di recente
deposizione, normalmente consolidate, la
seguente:

con qc e v0 espressi in t/m2 (1 t/m2 10 kPa).


Lequazione rappresentata in Figura, ove
evidenziata linfluenza della compressibilit, che
pu condurre ad un errore di +/-12% sulla stima
della densit relativa.
LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU

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Unaltra correlazione, pi generale, quella proposta da Baldi (1986):


in cui
C0, C1 e C2 sono costanti, qc la resistenza penetrometrica di punta (espressa in kPa), e (espressa
anchessa in kPa) la tensione efficace (verticale o media) alla profondit della misura.
In particolare per sabbie silicee moderatamente compressibili, normalmente consolidate, di recente
deposizione e non cementate, per le quali di assume K0=0,45, le costanti valgono:
e la tensione efficace di riferimento quella verticale ( = v0).
Per sabbie sovraconsolidate, per le quali occorre stimare preventivamente K0, le costanti valgono:
e la tensione efficace di
riferimento

quella
media ( = m = (v0
+ 2 h0)/3).

Le due relazioni derivate


dalla correlazione sopra
riportata sono graficamente
rappresentate nelle Figure
seguenti.

LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU

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PROVE PENETROMETRICHE
CON PIEZOCONO (CPTU)

STATICHE

Le prove penetrometriche CPTU differiscono dalle


prove penetrometriche con punta elettrica
particolarmente nella preparazione dell'elemento
poroso di misura della pressione neutrale e dal fatto
che vengono eseguite in terreni saturi al di sotto del
livello di falda. In queste prove l'impiego del
piezocono permette di identificare strati con
differenti caratteristiche di permeabilit basandosi
sulla misura contemporanea di qc e della pressione
neutrale u.

LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU

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LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU

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Come si pu vedere nella figura, in corrispondenza delle sabbie, dove la penetrazione avviene in condizioni
praticamente drenate, si hanno valori relativamente alti di qc associati a valori di u corrispondenti alle
condizioni di equilibrio iniziale della falda; nell'argilla invece la penetrazione avviene in condizioni non
drenate cosicch si ha un notevole aumento della pressione neutrale u e valori bassi di qc caratteristici delle
argille NC.

LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU

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Con il piezocono inoltre, poich la misura delle pressioni neutrali u pi sensibile di quella della
resistenza qc alle variazioni del tipo di terreno anche per piccoli spessori, si vedono bene anche
stratificazioni sottili e intercalazioni che sono importanti in problemi di filtrazione e di
consolidazione. Con il piezocono si possono eseguire anche prove di dissipazione; in queste prove si
arresta la penetrazione del piezocono nel terreno affinch la pressione dei pori u in eccesso, dovuta
alla penetrazione si possa dissipare e si misura la velocit di riduzione della pressione fino ad un
abbattimento del 60 80%. Questa velocit di dissipazione dipende dal processo di consolidazione
orizzontale ed quindi possibile determinare il coefficiente di consolidazione orizzontale ch e quello
di permeabilit orizzonta le kh.

LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU

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LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU

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PROVE CON DILATOMETRO MARCHETTI (DMT)


I1 dilatometro piatto ideato da Marchetti formato da una lama di acciaio dello spessore di 14 mm avente su
una faccia una membrana circolare pure di acciaio del diametro di 60 mm. La lama viene generalmente spinta
a pressione nel terreno mediante un penetrometro statico e arrestata ogni 20 cm per eseguire la prova.
Mediante una centralina di misura con cavo pneumatico e un conduttore elettrico, che passano attraverso le
aste di spinta, si aumenta gradualmente la pressione del gas a tergo della membrana; a mezzo di un avvisatore
acustico, l'operatore rileva i valori della pressione p0 alla quale la membrana inizia ad espandersi contro il
terreno e della pressione p1 alla quale la membrana ha subito unespansione molto piccola e prefissata contro
il terreno (spostamento del centro membrana pari a 1,l m).

LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU

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Le pressioni p0 e p1 opportunamente corrette per tenere conto della resistenza iniziale del
diaframma, insieme con una stima della tensione verticale effettiva v0 e della pressione dei pari in
situ u0 alla stessa profondit, permettono la determinazione di alcuni indici significativi.
Il primo l'indice del materiale:
che permette una classificazione del terreno secondo la tabella proposta da Marchetti.

LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU

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LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU

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Si ha poi l'indice di tensione orizzontale:


e il modulo dilatometrico:
I risultati dell'indagine eseguita con il dilatometro vengono generalmente rappresentati riportando
(figura) i k e indici in funzione della profondit.

LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU

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Questi tre indici possono essere correlati con varie caratteristiche di compressibilit e resistenza del
terreno. Il modulo edometrico M = 1/mv pu essere correlato con il modulo dilatometrico Ed con la
relazione:
nella quale RM dato dalle seguenti relazioni:
per Id 0,6 allora RM = 0,14 + 2,36 1ogKd;
per Id 3 allora RM = 0,5 + 21ogKd ;
se Id compreso tra 0,6 e 3 allora RM = RM0+(2,5- RM0)1ogKd con RM0 = 0,14 + 0,15 (Id - 0,6);
se Kd > 10 si ha RM = 0,32 + 2,18 log Kd;
in ogni caso RM 0,85.
Come si vede RM dedotto con riferimento all'indice di tensione orizzontale Kd e varia principalmente
tra 0,85 e 3,5.
Altri moduli per il calcolo del cedimento immediato possono essere correlati con il modulo dilatometrico
Ed con la relazione:
nella quale F assume i valori riportati nella seguente tabella e desunti dalle ricerche di vari studiosi.

Tabella .
Valori del fattore F da usare
nella relazione E=FEd

LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU

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Per argille altamente sovraconsolidate per ottenere il modulo iniziale Ei stato suggerito per F il
valore di 1,4. Da Marchetti stata suggerita la seguente correlazione tra il coefficiente a riposo K0
e Kd:
La correlazione abbastanza valida per terreni coesivi, ma sulla base dei risultati di studi recenti
sembra che i valori di K0 siano sopravvalutati specialmente per valori di Kd compresi tra 1,5 e 4.
Per quanto riguarda le sabbie la formula sopravvaluta K0 per sabbie dense e molto dense e lo
sottovaluta per sabbie sciolte. Si deve d'altro lato osservare che le difficolt di legare K0 e Kd sono
anche dovute al fatto che difficile ottenere i valori di K0 di riferimento.
Per i terreni coesivi da Marchetti stata anche proposta la seguente relazione tra Kd e il grado di
sovraconsolidazione QCR:

sembra per che OCR venga sopravvalutato e da Lacasse e Lunne (1988) suggerita la relazione:
con m variabile tra 1,35 e 1,67 passando da argille plastiche ad argille di bassa plasticit.

LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU

102

VANE TEST O PROVE CON SCISSOMETRO


La prova consiste nell'infiggere nel terreno un'asta con quattro alette all'estremit poste a croce e nel farla
ruotare tagliando in situ il cilindro di terreno corrispondente e misurando la coppia di torsione. Durante la
prova non possibile alcun drenaggio e quindi questa prova pu essere assimilata alla prova triassiale senza
drenaggio. I1 rapporto H/D deve essere pari a 2 con diametro da 40 a 70 mm e la prova va eseguita con
velocit di rotazione standardizzata di 6 gradi/minuto (0,1 gradi/secondo); aumentando la velocit si
ottengono valori maggiori di cu. Si hanno apparecchi per prove in foro di sondaggio e apparecchi
autoperforanti (vane-borer) per profondit fino a 30 m.

LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU

103

La resistenza al taglio che si sviluppa sulla superficie di rotazione provoca una coppia resistente formata dalla
resistenza sulla superficie laterale del cilindro cu * D H x D/2 e da quella sulle basi del cilindro cu * D2/4 x
2/3 D/2.
La somma di questi due termini eguale alla coppia di torsione che si deve esercitare sull'asse di rotazione
per provocare il taglio.
In genere vengono misurati il valore massimo e quello finale e si ricava quindi la resistenza al taglio senza
drenaggio cu corrispondente a queste due situazioni.
Questa prova usata per determinare la resistenza al taglio di argille di bassa consistenza (cu < 100 kPa) e
specialmente di argille molli sensibili, in quanto per queste ultime in particolare l'operazione
di prelevamento e preparazione dei campioni provoca un notevole disturbo.
I1 valore di cu misurato con lo scissometro deve
generalmente essere corretto per tenere conto di vari
fattori; Bjerrum (1972) ha proposto (figura) un
coefficiente correttivo dipendente dall'indice di
plasticit, che tiene conto dell'anisotropia iniziale e della
velocit di deformazione.
Se si vuole una misura della sensibilit del terreno
occorre misurare cu dopo almeno 10 25 rotazioni
determinando cos la resistenza al taglio dopo
rimaneggiamento.

LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU

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LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU

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PROVE PRESSIOMETRICHE (MPM E SBP)

Nelle prove pressiometriche si riproduce il fenomeno di deformazione di una cavit cilindrica verticale
facendo espandere radialmente una sonda cilindrica dilatabile, introdotta in un foro, a mezzo di un aumento
graduale della pressione nella sonda fino a raggiungere, se necessario e possibile, il limite di rottura del
terreno. La sonda formata da una parte centrale (cella di misura) e da due celle alle estremit, celle che
hanno lo scopo di garantire un'espansione radiale ed una pressione uniforme in corrispondenza della cella di
misura. La cella centrale piena d'acqua viene fatta espandere, aumentando la pressione e misurando la
variazione di volume d'acqua corrispondente. Le celle di guardia sono mantenute ad una pressione quasi
eguale a quella della cella di misura. Per i controlli dei volumi d'acqua iniettati e delle pressioni si ha un
complesso di dispositivi raggruppati in uno strumento di superficie e connessi con tubazioni alla sonda.

LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU

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L'utilizzazione della classica attrezzatura Menard richiede un foro di sondaggio apposito nel quale viene
calata la sonda per eseguire le prove alle varie profondit richieste. Sui risultati della prova si ripercuotono i
vari tipi di disturbo che si hanno nell'esecuzione del foro, per i diversi tipi di terreno. Per ovviare almeno in
parte agli effetti dei disturbi sono state messe a punto delle apparecchiature autoperforanti, quali ad esempio,
il pressiometro inglese Camkometer e quello francese Pafsor che sono caratterizzati anche da altre
attrezzature e modalit di controllo delle pressioni e delle deformazioni.

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Per costruire il diagramma pressione-volume, rappresentativo della risposta reale del terreno, sono
necessarie alcune correzioni; infatti per la pressione vi differenza di livello tra misuratore e sonda e
resistenza della membrana, e per il volume si ha l'espansione delle tubazioni e dell'attrezzatura di
misura e la compressione del fluido.

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Si pu quindi costruire nel diagramma la curva pressiometrica corretta (figura) che si basa sui valori
misurati alla fine di ogni incremento di pressione.
Si distinguono nella curva tre tratti:
a) uno iniziale curvilineo concavo verso l'asse p delimitato
dalla pressione p0 corrispondente alla fase di
ricompressione del terreno e collegato ai disturbi prima
indicati. Al punto A si dovrebbero ristabilire le condizioni a
riposo del terreno e quindi il V0 al quale corrisponde la
pressione p0 dato dalla relazione V0 = 0 + Vc dove 0
l'ascissa del punto A e Vc il volume della cella di misura,
quando la lettura al volumenometro zero, e rappresenta il
volume iniziale della cavit cilindrica. Questo primo tratto
di ricompressione del terreno si riduce notevolmente per le
prove eseguite con pressiometri autoperforanti;

b) un tratto quasi rettilineo di deformazione pseudo-elastica,


che va dal punto A al punto B al quale corrisponde una
pressione pf detta di fluage o creep.
c) un tratto curvilineo concavo verso l'asse corrispondente
alla fase plastica, tratto che inizia in B e tende a diventare,
con grandi deformazioni della cavit, asintotico alla
direzione orizzontale.
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La pressione limite pl definita da Menard come la pressione necessaria per raddoppiare il volume iniziale
della cavit e corrisponde a Vl = Vc + 20 .
I dati raccolti con la prova vengono utilizzati per determinare vari parametri.
Cos con riferimento alla relazione che descrive l'espansione radiale di una cavit cilindrica in un mezzo
elastico

e, osservando che si ha
dove:

, si pu ricavare il modulo di deformazione:

e il modulo di Poisson.
Menard ha scelto per il valore di 0,33 e cos il corrispondente modulo pu essere scritto:
Si anche ricavare il modulo di taglio G:
E quindi EM= 2.66 GM
Si pu determinare direttamente il modulo di taglio G con la relazione:

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La prova pressiometrica pu essere condotta dando luogo anche a dei cicli di scarico e carico
particolarmente nel tratto pseudoelastico (figura 18).
Pertanto oltre al modulo EM, determinato per il tratto AB precedentemente indicato nella prova
pressiometrica, si possono valutare dei moduli E e G iniziali, secanti e corrispondenti ai cicli di scarico
e carico. In genere i moduli ricavati con il pressiometro hanno valori decisamente pi elevati di quelli
ricavati dalle prove di laboratorio, e pi in accordo con quelli determinati con prove di carico con
piastra o con l'analisi a elementi finiti del comportamento reale di opere; fra i vari moduli sembrano pi
attendibili quelli ricavati dai cicli di scarico e carico nel tratto pseudoelastico.
Dalle prove pressiometriche anche possibile
ricavare, per i terreni coesivi saturi, la resistenza al
taglio senza drenaggio cu che spesso per con tali
prove viene sopravvalutata.
Menard ha sviluppato anche relazioni semiempiriche
basate sui risultati delle prove pressiometriche, in
particolare con riferimento alla pressione limite pL per
la progettazione di fondazioni dirette e profonde, e per
pali caricati lateralmente.

Figura 18
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PROVE DI CARICO CON PIASTRA


Le prove di carico con piastra sono usate principalmente per i problemi inerenti alle pavimentazioni
stradali e aeroportuali e in misura minore per le fondazioni. Nel campo delle pavimentazioni, sia rigide
che flessibili, le prove di carico con piastre, generalmente circolari, sono utilizzate per la progettazione e
per il controllo della deformabilit o della portanza dei terreni in posto, degli strati di fondazione e della
pavimentazione completa.
Vengono usate piastre circolari di diametro variabile tra 160 e 760 mm che con i carichi applicati danno
luogo alle pressioni unitarie e alle aree d'impronta corrispondenti o equivalenti alle situazioni reali. In
genere il carico applicato con un martinetto idraulico e le misure degli abbassamenti della piastra
vengono eseguite con almeno tre micrometri sorretti da travi o da un traliccio avente gli appoggi
sufficientemente lontani dalle aree caricate.

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Il carico viene mantenuto fino a che si raggiunge una velocit di


deformazione molto bassa dell'ordine di 0,05 mm/min 0,02 mm/min o
anche minore; a questo punto si applica un nuovo carico e si procede
eventualmente fino a rottura con un unico ciclo di carico (figura a).
Abbastanza spesso interessa conoscere l'entit delle deformazioni
permanenti e di quelle elastiche e allora si procede con cicli di carico e
scarico (figura b). Talora si procede anche ripetendo uno stesso carico
pi volte per valutare l'effetto della ripetizione dei carichi
sull'incremento della deformazione permanente (figura c)
Con le prove di carico si possono determinare dei moduli che sono
variamente denominati. Si pu fare riferimento al modulo di reazione
Kr dato dal rapporto tra pressione e cedimento corrispondente:

Questo modulo viene convenzionalmente determinato con una piastra


di 760 mm di diametro in corrispondenza di una pressione di 70
kN/m2 o di un cedimento di 1,25 mm.
Si pu fare riferimento a quello che viene anche chiamato modulo
svizzero, o modulo di deformazione ME dato dalla relazione:
Seguendo le norme svizzere e utilizzando una piastra di 300 mm
di diametro si determina questo modulo.
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Le prove su piastra possono essere usati per il calcolo dei cedimenti elastici di fondazioni dirette
Se si fa riferimento al semispazio elastico, isotropo o omogeneo, il cedimento di una fondazione dato
da:
dove:
s = cedimento; p = incremento di pressione medio; B= dimensione piastra o fondazione (diametro o
lato); = rapporto di Poisson; Iw =fattore di influenza che dipende dalla forma e dalla rigidezza della
fondazione; E =modulo di deformazione elastica lineare.
Da questa relazione si vede che il cedimento proporzionale al diametro o al lato della fondazione
circolare o quadrata; poich con materiale elastico isotropo e omogeneo vi proporzionalit dei
cedimenti, si potrebbe estrapolare il cedimento di una fondazione da quello di una piastra con la
relazione:
Nella realt solo terreni coesivi molto sovracconsolidati e rocce tenere possono, per campi di tensioni
abbastanza bassi, essere considerati come materiale elastico, isotropo e omogeneo.
Per le sabbie Terzaghi e Peck hanno proposto la relazione empirica:

che lega il cedimento della fondazione a quello della piastra.

Le prove di carico con piastra sono utilizzate raramente per le fondazioni, in quanto le condizioni di prova si
differenziano nettamente da quelle reali di esercizio, a causa delle dimensioni ridotte dell'area caricata nella
prova rispetto alle dimensioni dell'area reale
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La presenza frequente di terreni stratificati pu inficiare completamente i risultati della prova. Infatti,
come risulta chiaramente dalla figura, mentre la piastra interessa un volume significativo contenuto nel
terreno 1, la fondazione interessa un volume significativo che coinvolge anche il terreno 2.

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INDAGINI GEOFISICHE
Tra le indagini in situ si hanno anche prove indirette non distruttive che impiegano alcuni dei metodi
geofisici classici e prevalentemente quelli sismici e quelli elettrici. Questi metodi sono basati sulla
determinazione di alcune caratteristiche fisiche dei terreni (velocit di propagazione delle onde elastiche,
resistivit elettrica, densit, ecc.).
Nelle indagini con metodi sismici si misura la velocit di propagazione delle onde sismiche.
Dalla misura delle velocit di propagazione Vp delle onde elastiche di compressione e Vs delle onde elastiche
trasversali, possibile calcolare i moduli dinamici di Young (E) e di taglio (G) con relazioni valide per un
mezzo continuo omogeneo e isotropo. I moduli dinamici derivano dalle equazioni di equilibrio dinamico e
corrispondono a livelli di deformazione estremamente bassi.
Attraverso il procedimento detto di inversione, basato sulla modellazione numerica della propagazione delle
onde di superficie in un mezzo stratificato, possibile risalire al profilo della rigidezza con la profondit che
meglio avvicina i risultai sperimentali a quelli della modellazione numerica.

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Tra le indagini con metodi sismici vi sono le prove cross-hole nelle quali si misura la velocit di
propagazione tra due perforazioni su percorsi orizzontali. Le onde vengono generate, con impulsi prodotti ad
una certa profondit, in una perforazione mediante opportuni generatori e gli arrivi delle onde elastiche
vengono rilevati da un ricevitore (geofono) posizionato nell'altra perforazione alla stessa profondit.

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Nelle prove down-hole le onde elastiche sono generate in superficie con un'apposita attrezzatura e sono
raccolte, da un ricevitore in una perforazione di modo che si hanno percorsi suborizzontali.
Recentemente sono state applicate le tecnologie cross-hole e down-hole alle prove penetrometriche
statiche attrezzando opportunamente l'apparecchiatura penetrometrica. Sempre fra i metodi sismici vi
quello (SASW) dell'analisi spettrale delle onde di superficie o di Rayleigh che permette di ottenere un
profilo della velocit delle onde di taglio con la profondit e quindi alla determinazione del modulo
dinamico G, sempre in funzione della profondit. Ci viene ottenuto registrando le onde superficiali
generate da una sorgente di eccitazione applicata in superficie e ricostruendo un profilo della velocit
delle onde al variare della lunghezza donda.

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Vi sono poi le prove con metodi elettrici che generalmente misurano la resistivit.
Una corrente elettrica viene inviata nel terreno con due elettrodi e si misura la caduta di potenziale. Il
flusso della corrente attraverso il terreno dovuto principalmente allazione elettrolitica e dipende quindi
dalla concentrazione di sali disciolti nell'acqua dei pori, mentre le particelle solide sono dei bassi
conduttori di corrente. La resistivit di un terreno decresce all'aumentare del contenuto d'acqua e della
concentrazione di sali. Le indagini geofisiche devono essere generalmente accoppiate a indagini dirette,
quali sondaggi e prove penetrometriche, in modo da avere verticali di riferimento sicure.

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