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A corpo libero

sport, animazione e gioco Capitolo 1


1.1 Corpo e corporeit
Per secoli stata negata la valenza del corpo e ne stata misconosciuta la portata centrale per l'essere
umano e questa una negazione che ha accentuato solo gli aspetti di godimento e di gioia dei sensi e ha visto
proprio in questi ultimi le tracce del limite e della costruzione nella possibile conquista della leggerezza e
della purezza dell'anima.
Nella filosofia del Novecento, Edmund Husserl (1859-1938) e Maurice Merleau-Ponty (1908-1961)
hanno offerto spunti di riflessione e anatomie esistenziali del corpo tese a restituire valore alla corporeit
come dimensione essenzialmente costitutiva dell'uomo;
l'uomo il suo corpo, l'uomo corpo.
corpo spesso visto come limite, ostacolo, zavorra della mente e dell'anima, persino come ostacolo
alla conoscenza, diviene, grazie ai contributi della fenomenologia, il centro stesso della persona
senza il quale non possibile alcune esperienza
Riportare il corpo e la corporeit al centro delle riflessioni sullo sport, sul gioco sportivo di animazione,
sulle attivit motorie rappresenta un tentativo di inscrivere in maniera forte nella pedagogia e nella
pedagogia sociale le pratiche che hanno come fine e come centro la dimensione corporea, sfuggendo al
rischio di oggettivare il corpo e di tecnologizzarlo attraverso prassi che ne riducono il significato alla
dimensione puramente organica/fisica.
pedagogia sociale intreccia la questione del corpo e della sua educazione con la possibilit di essere
date dalla dimensione comunitaria, dalle prospettive del benessere inteso come un
processo in cui si intersecano le dimensioni sociali, politiche, dalla socializzazione
e dell'integrazione con la pedagogia del corpo.
rappresentazioni del corpo nell'odierna societ massmediatica e caratterizzata
dalla liquidit agiscono come tracce persistenti che
definiscono spesso un a-priori del corpo fuori da
una dimensione di vissuto, di esperienza, di alterit
e li circoscrivono entro la cornice di una corporeit
bidimensionale
Balduzzi il corpo vissuto/vivente non teme di essere nuovamente zittito da una realt, quella virtuale,
che per definizione sembra esistere proprio in virt della propria incorporeit. Nuovamente
trova la propria risorsa energetica e virtuale nella sua capacit di dotare di senso il mondo al
quale di apre nel proprio progetto esistenziale, di tutta una vita
Il corpo diventa il luogo di una trasformazione senza transito che traccia e modella il corpo, dandogli una
nuova forma: un corpo ad immagine bidimensionale sempre uguale a se stesso, ma privo dell'identit che
invece frutto di continue, perenni e profonde trans-formazioni, di mutamenti che sono la coincidenza della
persona con il suo essere esperienza, progetto, deriva, erranza, fatica, gioia...
Prendendo ad esempio l'arte, si pu affermare che la bellezza anche carnalit del corpo, e non solo
astrattezza, e quindi necessita di essere esplorata attraverso tutte le sue forme;
fisico = uomo-macchina nei suoi aspetti di efficacia ed efficienza
corpo = essere stesso come storia e come progetto nel divenire persona, possibilit di incontro,

comunicazione di relazione
La tridimensionalit del corpo la sua dimensione per eccellenza della persona come originaria
apertura al mondo e nel suo essere la dimensione per eccellenza dalla persona come originaria apertura al
mondo e nel suo essere trama di infinite relazioni con il mondo delle cose e con quello delle persone e dei
corpi sociali.
La terza dimensione del corpo rifiuta l'appiattimento del corpo rifiuta l'appiattimento della persona alla sua
immagine se questa non viene inscritta nella relazione con un corpo che parola.

distrurbi psichiatrici il corpo coincide con la parola e grida il suo disagio e la


sua disperazione: anoressia e bulimia

parole inscritte nel corpo


che trasformano l'immagine
in linguaggio e in relazione
paradossale con il mondo e
con gli altri
La negazione della tridimensionalit del corpo nella bidimensionalit di un corpo-immagine esplode nel
corpo della bulimica e dell'anoressica, quale metafora di un corpo che questo, ma anche quello e non vuole
subire riduzioni o semplificazioni.
esistenzialismo-fenomenologia-pedagogia fenomenologia hanno ridato spessore al corpo,
considerato come estrema lucidit

Husserl

Trai i corpi di questa natura io


trovo il mio corpo nella sua
peculiarit unica, cio come
l'unico a non essere mero corpo
fisico (Krper), ma proprio corpo
vivente (Leib)
Galimberti ingenuit il senso del corpo, non ha nulla a che fare con una riduzione semplicistica
del corpo stesso e la sua conseguente banalizzazione verso le derive del
senso comune o alle deteriorazioni cui sottoposto il concetto di ingenuit
corpo ingenuo nativo, naturale, originale e libero
corpo che torna alla sua forma e alla sua condizione originaria che
intenzionalit: l'intenzionalit del corpo umano, la sua originaria
apertura al mondo, il suo esporsi e attendere dal mondo indicazioni per
s attestato dalla sua struttura anatomica
corporeit elemento che d forma ed cos che allora si impone sul piano di una corretta metodologia
pedagogica il recupero educativo di un'attenzione prioritaria verso la corporeit ingenua

1.2 Corporeit: per una pedagogia del corpo


corporeit concetto dinamico, pluridimensionale e storico/culturale;
costituisce il fulcro e l'asse portante di una riflessione teorica che dovrebbe portare
all'educazione corporea come particolare attenzione pedagogica sia trasversale sia
specifica;
la traccia/fine/fulcro di una educazione del corpo, con il corpo e per il corpo;

il risultato personale di una complessa interazione intersoggettiva di co-costruzione di


senso e di una dinamica che vede interagire diversi fattori in termini complessi e non
sempre simmetrici

Il rapporto si esprime sempre al presente, ma si articola in relazione ad un passato e ad un futuro come


capacit di includere la ricchezza, la diversit e la pluridimensionalit dell'essere un corpo che cambia.
La corporeit rimanda al senso che ogni cultura d alla persona che si storicizza, cio che si fa persona:
la cultura diventa occasione di crescita, di revisione del valore della persona/corpo anche all'interno di
processi educativi/formativi.
Inoltre la corporeit il nucleo fondamentale dell'identit, determinata, oltre che dalla soggettivit del
singolo, anche dal contesto lo sostiene ed alimenta.
La corporeit, come epressione di un rapporto diacronico/sincronico, implica la considerazione di altri 3
fattori che orientano le considerazioni riguardanti la pedagogia del corpo: si tratta di considerare la portata
della coscienza del corpo, in rapporto ad un corpo che in relazione con gli altri corpi e con il mondo e che
si definisce/realizza come valore.
pedagogia del corpo attraverso la costruzione di un'educazione del corpo, con il corpo e per il
corpo, concentra la sua attenzione sull'immissione della persona in un processo
che alimenti la sua capacit di costruirsi come persona a partire dal proprio
corpo come possibilit data e da venire, come ci che sono e potr essere in
rapporto alla mia coscienza di essere corpo, di relazionarmi attraverso il corpo e
di assumerlo quale valore, quindi come fine e mai come mezzo della mia
realizzazione umana.

fine = il benessere non in senso esclusivamente personale, ma in una


visione fortemente sociale e politica

OMS definizione di salute

la salute lo stato di completo


benessere fisico, mentale e sociale e
non consiste in un'assenza di malattia o
di infermit;
la salute, quale benessere, emerge come
processo complesso e dinamico in cui
interagiscono diversi fattori, soprattutto
quelli ambientali e le politiche di
promozione e di difesa della salute e del
benessere


benessere

stato ottimale di salute di individui e


gruppi. Due sono gli aspetti
fondamentali: la realizzazione del
pieno potenziale fisico, psicologico,
sociale, spirituale, ed economico di un
individuo e l'apparato delle proprie
aspettative di ruolo nella famiglia,
nella comunit, nel luogo di culto, nel
posto di lavoro e in altri contesti di
vita
benessere soggettivo ed oggettivo allo stesso tempo: oggettivo perch rimanda alle possibili
opportunit sociali, ambientali e comunitarie che possono favorire una migliore condizione
di vita dal punto di vista fisico, mentale e sociale, e alla necessit di intraprendere azioni
che promuovano benessere, attraverso l'interazione di diversi sistemi in una costruzione a
maglia reticolare e a cerchi concentrici degli interventi sulla persona da promuovere
Il concetto di benessere pu essere letto come un vero e proprio diritto: si tratta quindi di promuovere reti
di sostegno e politiche per l'inclusione sociale che si declina come possibilit di partecipare alla vita
quotidiana e come esercizio della cittadinanza attiva, il cui sfondo costituito dalla promozione di capacit
di autogoverno e di costruzione della comunit, con una visione che declini anche gli aspetti spirituali del
benessere, in un'armonica unit della persona.
In questa prospettiva, come gi detto, il benessere il fine, ma non costituisce un semplice traguardo
finale, bens un progressivo equilibrio costruito dal soggetto e dalle reti di sostegno in relazione alla propria
possibilit di essere in un'ottica di giustizia sociale che implica la lotta alla povert e al disagio.
3 dimensioni della corporeit

coscienza del corpo


corpo come relazione
corpo come valore

queste tre dimensioni intessono una trama


di possibilit educative, didattiche ed
esistenziali che aprono all'ipotesi del
benessere come una delle dimensioni che
accompagnano la libert da/di/per

la liberazione di una persona passa


attraverso il corpo (libert da) in
quanto comunicazione, ma
richiede anche la possibilit di
potersi fare (libert di) che si
intreccia con una libert solidale
(libert per) in cui la
responsabilit si apre alla
solidarit e il mio progetto di
persona diviene progetto per la
comunit

Freire benessere+ liberazione+coscientizzazione si definiscono reciprocamente verso una


dimensione solidale e comunitaria;
non vi pu essere vero benessere se non a
partire dall'analisi della propria condizione di
vita
corpo diventa il fine della community care

una comunit che si prende cura


e che finalizza le proprie azioni

all'empowerment, cio al
processo di potenziamento
delle persone e a farle diventare
protagoniste sia del proprio
progetto di vita, sia della loro
liberazione da condizionamenti
e da situazioni di oppressione o
di disuguaglianze sociali e di potere

La dimensione umanistica dell'attivit motoria, il suo essere espressione della totalit della persona, fa
comprendere come essa sia anche e soprattutto una pratica sociale che le persone realizzano interagendo tra
loro con gli altri gruppi umani e con l'ambiente in cui vivono e che promuove l'inclusione.
sport entrato in pieno titolo tra le attivit che promuovono benessere e che hanno effetti positivi tra i
ragazzi svantaggiati o a rischio o con i soggetti vulnerabili
Belgio ha analizzato, attraverso un'indagine qualitativa, l'influenza della pratica delle arti marziali sui
ragazzi vulnerabili: dai dati emersi si rileva che questo sport aiuta a rafforzare l'autostima e il
senso di autoefficacia
Si deve sottolineare che, non solo le arti marziali, ma gli sport in genere sono uno strumento positivo,
anche se gli studi a riguardo non sono ancora abbastanza approfonditi, nonostante siano stati in parte
dimostrati i benefici effettivi degli sport nel favorire inclusione sociale, nel permettere la socializzazione,
l'esperienza e l'apprendimento della diversit.
La ricerca ha messo in luce che i risultati variano in base al singolo individuo e al contesto e risentito in
particolare di alcuni fattori: una forte corrispondenza tra gli obiettivi previsti dai programmi di attivit e le
effettive esigenze e gli interessi degli allievi.

1.3 La memoria del corpo


Mrai il corpo ricorda nella sua forma tattile, il corpo una memoria indelebile e nel gusto e
nell'olfatto tale memoria diventa traccia primitiva, richiamano alla nostra
infanzia.
Non solo il corpo come strumento per ricordare, per favorire persino la memoria in funzione di
apprendimento, ma il corpo come matrice dei propri ricordi, come trama complessa e spessa delle tracce del
proprio Io, della propria storia, dei propri percorsi che sono anche nella percezione del nostro corpo nel

contatto con la pelle dell'altro, con le carezze, con i dialoghi intessuti nei profumi che avvolgono i corpi.
La memoria del corpo resta giovane anche quando questi invecchia: l'Io corporeo non soltanto una
superficie ma un volume, non solo un contenente ma anche un contenuto, uno spazio interiore che emette
sensazioni e vissuto nell'immaginario inconscio come la sostanza dell'Io, senza la sua pelle solo involucro
vuoto.
-----------Maurice Merleau-Ponty
Filosofo francese appartenente alla corrente fenomenologica. I suoi studi sulla percezione e sul corpo hanno
contribuito la dualit tra coscienza e corpo e a ricondurre la coscienza al vissuto, al corpo inteso come
relazione con il mondo e con gli altri nell'intersoggettivit.
Edmund Husserl
Filosofo tedesco fondatore della fenomenologia come corrente filosofica. Docente di filosofia ad Halle e in
seguito a Gottinga e Friburgo. Tra suoi discepoli si ricorda Max Scheler e Martin Heiddegger.
Fenomenologia
Si fa riferimento alla corrente filosofica inaugurata da Husserl, il quale intendeva riscoprire la capacit
dell'essere umano di leggere e di interpretare la realt ponendo come obiettivo quello di un ritorno alle cose
stesse, al fenomeno cos come si presenta, riconoscendo all'essere umano la capacit, attraverso l'
esperienza vissuta della coscienza, di intenzione verso la realt e cio di darle un senso.
L'intenzionalit il fulcro del suo pensiero, ha un carattere intersoggettivo grazie al quale possibile la
riflessione scientifica.
In Italia rappresentanti di questa corrente sono stati Banfi e Paci e Bertolini
Pedagogia sociale
Inizialmente la pedagogia sociale si posta come una branca della pedagogia generale che aveva come suo
principale oggetto di studio la dimensione sociale dell'educazione, in particolare lo sviluppo della socialit
nell'individuo. Il termine venne introdotto da Mager nel 1844 e fu ripreso successivamente da Diersterweg
nel 1850e diffuso e approfondito da Natorp nel 1899.
Attualmente le si riconosce stretta interdipendenza con la pedagogia generale.
La pedagogia sociale pone al centro dell'educazione la questione di giustizia e dei diritti, primo fra tutti
quello dell'educazione, dialetticamente costruiti attraverso la compartecipazione attiva dei soggetti e dei
corpi sociali orientati dall'idea regolativa della comunit educante, come comunit che si pone in relazione
critica nella costruzione e nella promozione dell'educabilit umana in ogni cittadino.
Umberto Galimberti (1942-in vita)
Docente universitario di Filosofia, Psicologia e Psicoanalisi dell'Universit Ca' Foscari di Venezia. Membro
ordinario dell'International Association of Analitical Psychology dal 1983. Inizia il suo percorso accademico
come docente di Filosofia della storia, successivamente insegna Psicologia dinamica. Dal 2003 anche
vicepresidente dell'Associazione Italiana per le Consulenza Filosofica Phronesis.
OMS
L'acronimo OMS sta per Organizzazione Mondiale della Sanit. possibile trovare anche l'acronimo
WHO che corrisponde all'inglese World Health Organization. Si tratta di un'agenzia organizzata dell'ONU

deputata ad occuparsi di tematiche relative alla promozione e alla difesa della salute a livello mondiale.
stata fondata nel 1948, ha sede a Ginevra e ne sono membri tutti i 193 stati appartenenti all'ONU.
L'impegno dell'OMS si indirizzato fin dall'inizio ad azioni di promozione dell'educazione alla salute e
promozione del benessere.
Coscientizzazione
il processo attraverso il quale, secondo Freire, possibile favorire nelle persone oppresse una presa di
coscienza del loro stato e della loro condizione storica che inneschi un progressivo e continuativo circolo che
dalla coscienza porti alla prassi attraverso il dialogo per il cambiamento. Questo processo sta alla base di
ogni intervento che abbia come finalit l'empowerment e che punti alla creazione di cittadini attivi e solidali.
Paulo Freire (1921-1997)
Pedagogista brasiliano e teorico dell'educazione; ha teorizzato un sistema educativo per l'alfabetizzazione dei
contadini brasiliani finalizzato alla loro liberazione e coscientizzazione che successivamente divenuto un
modello di educazione degli adulti e un approccio educativo che ha aperto le porta ad una nuova epoca della
cooperazione internazionale.
Concetto chiave del suo pensiero la reciprocit (che attinge da Buber) e una pedagogia interconnessa con
la politica. Nella sua prospettiva il cambiamento per le masse oppresse attraverso la liberazione avviene a
partire dalla possibilit di sperimentare un rapporto di parit in cui ciascuno apprende dall'altro.
Community care
Indica la logica con la quale si intende interpretare il fine delle azioni sociali finalizzate al benessere
soggettivo e comunitario nella prospettiva della societ che si prende cura e nella prospettiva della solidariet
che promuove cittadinanza
Empowerment
Concetto introdotto in ambito sociale da Rappaport; un processo dell'azione sociale attraverso il quale le
persone, le organizzazioni e le comunit acquisiscono competenza sulle proprie vite, al fine di cambiare il
proprio ambiente sociale e politico per migliorare l'equit e la qualit di vita.
Autostima
(In psicologia) indica la considerazione che un individuo ha di se stesso ed un processo che, seppur
interiore, fortemente influenzato dalle interazioni che il soggetto ha con l'ambiente esterno
Autoefficacia
Si tratta di un costrutto psicologico che stato introdotto da Bandura e viene definito come la valutazione
che il soggetto fa della propria capacit di saper gestire differenti situazioni della vita quotidiana; le fonti del
senso di autoefficacia risiedono nelle esperienze positive (successo), in quelle vicarie (osservazione di
persone di successo) e nella persuasione verbale (incoraggiamento da parte di altre persone)

Capitolo 2 Le trame dell'educazione alla corporeit Milani 2.1 Dalla pedagogia per il corpo all'educazione del corpo, con il corpo e per il corpo
Alla significativa attenzione al tema del corpo, in particolare negli anni Sessanta/Settanta, con una
riscoperta del corpo, della sua centralit e della necessit di una sua liberazione, non ha fatto seguito,
nell'ultimo decennio, una pi ampia e articolata riflessione pedagogica che pone al centro il corpo e la
corporeit.
Tuttavia questi recenti studi, se da un lato assegnano al corpo la giusta rilevanza, tuttavia rischiano, dal
punto di vista pedagogico, di eccedere di specialismi senza trovare un punto fermo tra le diverse discipline su
ci che il corpo deve essere e pu essere in relazione al divenire persona e al divenire comunit.
Dovrebbe essere condotta la ricerca tenendo bene a mente di non separare le considerazioni riguardanti la
sfera emotiva, affettiva, razionale e spirituale che compongono la persona.
pedagogia del corpo richiede di non alienare il corpo nella ripetitivit/standardizzazione, ma di
ricondurlo a progetto

da intendersi fenomenologicamente
come trascendenza corporea che non
ha un carattere metafisico, poich
sempre espressione di un trascendersi
verso il mondo e verso le altre presenze
che avvertiamo nella sfera dell'esperienza
fulcro assumere il corpo e la corporeit come il senso del progetto educativo
il suo centro e il suo fine nelle 3 dimensioni

- coscienza
- relazione
- valore
prendendo ad esame anche le 3 problematiche connesse

- identit
- cultura
- contesto
Iori Qualunque progetto educativo si apre all'interno dell'affettivit dell'essere corpo e non pu
ignorarne i vincoli. Il soggetto umano esiste in quanto non si consegna alla propria biologicit
corporea, ma assume il corpo come il suo destino. L'effettivit ineliminabile, biologica, corporea,
naturale la situazione concreta e fattuale da cui procede il progetto
Nel tentativo di proporre una lettura complessiva dei 3 assi portanti di una pedagogia del corpo
(educazione del/con/per il corpo) bisogna considerare l'interpretazione che si fonda sull'idea di corporeit
in senso diacronico e sincronico e che prevede che vi siano interventi educativi articolati e compositi
orientati al benessere, personale e sociale, e alla promozione dell'intelligenza del corpo.

Gardner

teoria della intelligenze multiple

parte dall'analisi della mente umana per


poi concentrarsi anche sul corpo, sulla

base della constatazione che esiste una


sinergia tra le diverse intelligenze della
mente
intelligenza corporeo-cinestetica/corporea invita a coltivare progetti educativi che alimentino la
conoscenza/destrezza/coordinamento del corpo in quanto
aspetto irrinunciabile della condizione e della
comprensione umana
Tipica di tale intelligenza la
capacit di usare il proprio
corpo in modi molto differenti
e abili, per fini espressivi oltre
che concreti

questa intelligenza si differenzia


e si intreccia con le altre
(intrapersonale/interpersonale)
Inoltre bisogna ricordare che la riflessione riguardante il corpo conduce inevitabilmente a quella riguardante
la competenza corporea di ogni uomo e,quindi, al concetto di identit

Gardner Il corpo anche ricettacolo del senso individuale del S, dei propri sentimenti
e aspirazioni pi personali, oltre che quell'entit a cui altri rispondono in modo
speciale a causa delle loro qualit unicamente umane
Sviluppare l'intelligenza del corpo non pu che favorire un migliore processo di conoscenza di S, di
conoscenza delle proprie capacit, delle proprie risorse e dei propri limiti e comporta la consapevolezza sia
delle proprie competenze motorie sia di quelle affettivo-emotivo-relazionali, in quella totale unit che il
corpoe che impegna gli educatori a favorire un processo di consapevolezza unito a quello di autoefficacia e
di valorizzazione reciproca.
Operare dal pinto di vista educativo su uno di questi assi portanti significa inevitabilmente agire anche
sugli altri perch la persona un sistema il cui tutto non la somma delle parti.

2.2 Educare il corpo


Educare il corpo comporta per gli educatori/educatori sportivi/allenatori di focalizzare gli interventi verso
una delle sue peculiarit: motricit come capacit di muoversi coscientemente per uno scopo.

ci che accomuna sport, gioco,


danza e teatro
movimento concetto molto complesso, numerose definizioni e considerazioni

Arnold le dimensioni educative del movimento si articolano circa/attraverso/dentro il movimento


e ciascuna di queste dimensioni pu attraversare un curriculum formativo;
di tratta di pensare ad un movimento che va verso il mondo e verso gli altri, anche quando si
esprime nel gioco competitivo o in quello estetico-espressivo
Il corpo si realizza anche attraverso la sua staticit il corpo fermo comunque in movimento perch il
cuore pulsa e sono attivi tutti i movimenti vitali;
stare fermi richiede il controllo motorio e dei
muscoli volontari che ci fanno mantenere la
posizione statica attraverso il tono muscolare;
quando rivolta ad altri corpi pu essere interpretata

come ascolto/chiusura/attesa/apertura
L'esperienza del corpo anche l'esperienza delle sensazioni (sensorialit) che esso vive-percepiscedecodifica

Gemelli Gli animali ci mostrano l'istinto naturale della madre a leccare il cucciolo: grooming;
si ritiene che riguardi bisogni comunicativi e affettivi pi profondi, consentendo lo stabilirsi
di un rapporto di indispensabile fiducia nei confronti dell'altro, e svolga una funzione
rilassante
Il corpo anche tutti gli altri sensi bisogna porre attenzione allo sviluppo e all'educazione dei sensi
certamente la premessa per una migliore prestazione del corpo
stesso, ma soprattutto di una pi corretta percezione di s e delle
possibilit di relazione del s e delle possibilit di relazione con s,
con gli altri e con il mondo.
La possibilit di prendere coscienza del proprio schema corporeo manifesta un'alleanza sinergica con lo
sviluppo della coscienza di s e la coscienza dell'altro, che sono in strettissima relazione e che si sviluppano a
partire dal proprio s corporeo e all'accettazione di questo.
Parlebas ha introdotto sia il concetto di psicomotricit che quello di sociomotricit

un'area pi attenta alle dimensioni


che costruiscono spazi di interazione
tra le persone che rivaluta le attivit
di gioco e di sport considerandole
attivit formative e importanti per
l'individuo

per l'educatore diventa quindi importante


la scoperta e la gestione delle dinamiche
di gruppo, della rete di interrelazioni che
si strutturano in una situazione ludica, del
leader e dei sottogruppi

2.3. Educare con il corpo


Con la coscienza di s e con l'accettazione di s si giunge alla dimensione correlata della relazione nella
prospettiva dell'educare con il corpo, che ha funzione relazionale, un corpo che si relaziona, che
relazione, che esiste nella relazione e attraverso la relazione.
Il corpo che stringe legami, a partire dai bisogni biologici/fisici, rimanda alla natura sociale dell'uomo e al
corpo come soggetto che genera e coltiva legami affettivi.
Possono costruirsi trame educative a partire dal relazionarsi dell'adulto con il bambino o con l'adolescente
per un riconoscimento dell'altro da s e del suo potersi fare nella relazione con l'altro libera e non dipendente
svincolando dal mero dato biologico la relazione per attingere ad un trascendersi che include l'Altro come
possibilit di moltiplicare il proprio essere originario.
Per una vera possibilit di relazione si rende necessario voler bene a se stessi, nella propria profondit;
in questa dimensione il corpo si fa linguaggio, comunicazione, espressione: necessario recuperare la voce
del corpo che usi una parola sussurrata, taciuta, sibilata, balbettata, gridata...comunica, esprime e segna lo
spazio dell'Io-Tu con voci nuove, in cui le emozioni, le sensazioni e i vissuti costruiscono trame finissime di
possibilit e di aperture, ma anche possibili rifiuti e indelebili tracce di negazione.
In questa dimensione sono da recuperare la ricchezza della danza moderna del teatro degli oppressi
(Boal) e del teatro povero(Grotowski).
linguaggio espressivo il corpo si svolge attraverso grammatiche precostituite, sempre segnato da
una parola della societ ed sempre socialmente costruito;
c' la possibilit che gli altri sguardi definiscano il corpo e lo scolpiscano in
relazione ai propri timori, alle proprie paure, alle proprie difficolt oppure ai
propri canoni, alle proprie attese, ai propri desideri e interessi.
Il corpo approda alla ricerca come possibilit unica di accedere al mondo naturale e sociale, come
possibilit di esplorare ci che presentificato dai sensi e della percezione. In questa dimensione, la ricerca
si apre all'accettazione del mondo come possibilit e come risorsa che definiscono il corpo come sensibilit,
percezione, attenzione e concentrazione capaci di dirigersi intenzionalmente per costruire progetti e percorsi
di senso.
pedagogia del corpo si pone in questo contesto come costruttrice di percorsi e di avventure possibili e
come decostruttrici di disegni o di vie gi tracciate, spingendo la persona e la
comunit a percorrere l'ignoto, il non noto e a rivisitare luoghi consueti verso il
disvelamento del non detto e lo smantellamento dei pregiudizi e del gi detto per
incontrare corpi nel loro spessore e nella loro tridimensionalit.

2.4 Educare per il corpo


dignit del corpo assume dimensione centrale, chiama in causa 2 questioni

1- politiche del corpo


2- diritto della persona
1. intrecciano la questione del benessere come problema non unicamente soggettivo, ma come possibilit ad
accedere e a usufruire delle risorse nel territorio per la piena realizzazione di s;
piano educativo corpo = valore nel senso di un riconoscimento a tutto tondo della sua dignit
e della necessit che esso sia preso in considerazione nn solo da
chi fa del corpo il senso/significato di una professione, ma da
tutti coloro che educano.

cura diviene il corollario principale del corpo come


valore e del valore del corpo;

la promozione della salute appare il primo focus sul


quale dirige la cura del corpo come valore;

la promozione della salute resta un compito


essenziale e altamente politico-sociale connesso al
riconoscimento del valore del corpo di ciascuno

occorrono interventi legislativi che consentono


davvero la promozione della salute come obiettivo
sociale e di interesse della e per la societ

bisogna promuoivere la cultura del benessere non


intesa come assenza di malattia/disagio, ma come
equilibrio dinamico e ricco tra creazione di risorse e
di progetti per una migliore possibilit della persona
di essere

2 fronti principali

1. attuazione di progetti e di attivit educative che


abbiano al centro il corpo e il benessere in una
serie olistica ed ecologico-sistemica
2. messa in atto di politiche che pongano al centro la
cultura del benessere e la promozione di tutte
quelle attivit che possono favorire un benessere
sociale, fisico e mentale
1. necessario insistere su una formazione rigorosa e robusta di tutti coloro che svolgono attivit educative
centrate primariamente sul corpo; vi la promozione di stili di vita che siano incentrati su una buona
attivit fisica/sportiva e questo problema si intreccia con le politiche sociali
2. possono favorire piani di educazione e di promozione della salute e del benessere oltre la semplice
riabilitazione e prevenzione, mediante interventi e percorsi atti a migliorare la qualit di vita delle persone,
il diritto al benessere, alla salute e all'accesso alle strutture che permettono un miglioramento e un
potenziamento della propria corporeit nelle direzioni da noi disegnate
La resilienza la capacit della persona di resistere agli urti della vita nonostante le difficolt e di svilupparsi
positivamente divenendo una persona sufficientemente equilibrata e pro-sociale. Il processo molto
complesso e non dipende unicamente dalle caratteristiche della persona.

fattori coinvolti

- natura dell'evento traumatico


- contesto di vita
- caratteristiche individuali
- competenze
- risorse
- stima e fiducia
- progetto
- storia dei successi e dei fallimenti
Le attivit di movimento contribuiscono a contenere i fattori negativi, favorendo la socializzazione,
permettendo quindi di ampliare la rete sociale dell'individuo, consentendo la fuoriuscita dall'isolamento e
dalla solitudine e creando un beneficio effetto a catena che implementa le occasioni di socializzazione e la

possibilit di accedere a nuove risorse umane e concrete, incentivando la capacit della persona di coltivare
un progetto concentrandosi su qualcosa di positivo, di costruttivo e di concreto.
Una politica della promozione del benessere diviene una politica di inclusione della persona nelle reti
sociali e nella community care.

perch la promozione
del benessere una
questione sociale e
politica di promozione
dell'empowerment OMS processo generale di rinforzo, crescita e responsabilizzazione
personale e sociale
delle persone e della comunit perch diventino sempre pi
capaci di svolgere la loro funzione sociale

empowerment

diviene strumento politico di


difesa, da parte del cittadino e
delle comunit, delle proprie
possibilit e delle proprie
risorse per la promozione di un
benessere per tutti
La promozione della salute passa attraverso l'adozione di politiche pubbliche coordinate e tese a favorire e
sviluppare beni e servizi pi sani, ambienti igienici e non pericolosi, cambiamenti legislativi coerenti,
mutamenti nell'organizzazione sociale e ambientale.

2.5 Uno schema di lettura delle attivit che pongono al centro la corporeit
Le possibili piste di riflessione circa la connessione tra sport veri e propri, attivit motorie non sportive,
attivit ludiche e attivit espressivo/comunicative/estetiche che hanno tutte in comune la centralit sulla
corporeit e richiedono tutte, sicuramente, la mobilitazione dell'intelligenza corporea-cinestesica.
Il loro tratto comune certamente l'uso del corpo e del movimento, ma con funzioni differenti.
attivit motorie non sportive corporeit recupera soprattutto il rapporto corpo-mente, l'equilibrio
psicofisico, il movimento come controllo e postura,
come capacit di sentire il proprio corpo;
questo genere di attivit si differenzia dallo sport in cui
si ha soprattutto la competizione con se stessi o con gli
altri, ma anche la sponsorizzazione, il tifo,
un'associazione che sostiene e un pubblico
sport chiede alla persona una prestazione finalizzata alla competizione e il corpo lo strumento di
questo obiettivo; vi grande attenzione anche all'aspetto relazionale dei giochi di squadra
finalizzato all'obiettivo del gioco;
danza l'aspetto motorio funzionale all'aspetto espressivo/comunicativo e al rapporto spazio-tempo
determinato dallo spazio scenico e dalla musica
teatro anche in questo caso viene valorizzato l'aspetto espressivo/comunicativo e al rapporto spaziotempo determinato dallo spazio scenico e dal ritmo della narrazione nonch dai luoghi/tempi
evocati dalla rappresentazione
attivit ludica le spetta un posto a parte;
si esprime sia attraverso il gioco libero sia attraverso quello di squadra;
gioco esercizio motorio particolare, mosso unicamente dal piacere del

movimento e della creativit/espressivit insita nel momento ludico

-----------Howard Gardner (1943- in vita)


Professore di scienze dell'educazione presso l'universit di Hardward. Allievo di Bruner, si interessato di
psicologia dell'et evolutiva e di neuropsicologia. conosciuto per gli studi sulle intelligenze multiple:
logico-matematica, linguistica, spaziale, musicale, corporeo-cinestetica, interpersonale, intrapersonale,
naturalistica e esistenziale
Schema corporeo
la rappresentazione che ciascun individuo elabora e possiede del proprio corpo, risultato delle percezioni e
delle sensazioni che il soggetto prova provenienti dall'interno o dall'esterno e che gli consentono di percepirsi
come un S unitario; il concetto stato introdotto da Schilder: un'immagine tridimensionale che ciascuno
ha di se stesso, non semplicemente percezione, ma comporta schemi e rappresentazioni mentali, pur non
essendo semplicemente una rappresentazione.
Psicomotricit
Mette in evidenza il parallelismo dello sviluppo motorio e dello sviluppo intellettuale nei disabili mentali
(studi di Piaget, di Schider). Non si tratta pi solamente di una constatazione applicabile ai disabili mentali,
ma di un processo generale di sviluppo delle facolt mentali a partire dall'esperienza motoria, in tutti i
bambini. una tecnica pedagogica che partendo dal vissuto senso-motorio, porta gradualmente alla
percezione e alla rielaborazione in concetti e, recuperando il concetto di schema corporeo, favorisce nei
bambini la sua strutturazione e l'orientamento spazio-temporale.
Sociomotricit
Concentra la sua attenzione sulle potenzialit psicomotorie e sociali dei giochi di squadra, che sono
un'importante occasione per far enmergere bisogni comunicativi e relazionali.
Viene introdotta l'idea di inconscio motorio, una sorta di predisposizione innata ad un tipo di motricit e di
sport, ed evidenzia il carattere emotivo del movimento e favorisce la presa di coscienza.

Capitolo 3 Condotte motorie, gioco e sport Bortolotti, Ceciliani 3.1 Il gioco tra natura e cultura (Bortolotti)
L'educazione altro non che un sistema di tecniche le quali fondano la propria efficacia sull'applicazione
della loro materialit ad un sistema di corpi (Mass); ci appare tanto pi vero quanto pi l'azione
pedagogica e didattica si rivolge esplicitamente al corpo, come nel caso dell'educazione fisica/motoria: a
questo livello ci che conta esplicitare che la dimensione corporea sempre implicata nella vita didattica,
per il semplice fatto che noi siamo innanzitutto esseri corporei.
Risulta fondamentale connettersi ad alcune tappe basilari di un percorso, certamente non del tutto lineare,
ma che in qualche modo le interseca e collega tra loro, e che fanno riferimento al pensiero di alcuni autori
classici che hanno dato il loro contributo a diversi livelli

- occorre senz'altro analizzare la funzione biologica e adattativa del gioco,


all'interno della quale la dimensione motoria assume un'importanza basilare,
nel senso letterale del termine, nello sviluppo umano (Groos)
- nel gioco appaiono anche forme simboliche in grado di fare da sfondo a scambi
significativi a livello sociale (Mead)
- rispetto al fenomeno della suddivisione del gioco in categorie, il riferimento
obbligato appare il disegno di matrice sociologica proposto da Caillois, che
identifica le pi disparate forme conosciute di giochi, le collega organicamente
in dimensioni fondanti
- la categoria principale che definisce il fenomeno ludico, che risiederebbe nel paradosso
(Bateson)

L'istinto del gioco: il contributo fondamentale di Karl Groos


Groos gioco di fondamentale importanza, tra i suoi scritti, ci sono le questioni dell'istinto del gioco
in funzione adattativa e del ruolo della motricit corporea nell'attivit ludica
non imitazione, piuttosto premonizione delle occupazioni serie dell'individuo;
il gioco dei bambini rappresenta uno sforzo preparatorio che appare prima di ogni
attivit seria, ed evidentemente finalizzato al prepararli alla vita adulta

attivit ludica pre-esercizio


motricit+corpo origine stessa del fenomeno ludico;
L'autore sottolinea che il gioco non prerogativa umana, dal momento che anche gli animali
giocano: si pu sostenere con certezza che il gioco nato con il corpo, grazie allo sperimentare che
si applica primariamente al corpo;
nel processo evolutivo, che pi che essere reso possibile dal gioco si dipanato proprio come tale,
esisterebbe una successione ben stabilita di attivit importanti per la vita dell'animale superiore,
come per quella dell'uomo, che portano al controllo assoluto del proprio corpo.

compiti speciali

1. controllo completo dei mezzi di locomozione per cambiare luogo, tipici della

specie
2. grande agilit nell'inseguire la preda, appostarsi, inseguire, afferrare, colpire,
sfuggire a nemici...
3. speciale abilit nel combattere, specialmente nella lotta con i propri simili nel
corso della lotta per il corteggiamento
l'impulso istintuale interviene
in tutte queste forme adattative
Ci che appare di importanza basilare che se il processo evolutivo dell'esperienza favorito dal gioco, ci
stato possibile a partire dallo sperimentare corporeo.

Uno sguardo culturale sul gioco: l'interazionismo simbolico


Il gioco, oltre alle componenti naturali, ha anche componenti di tipo culturale.
Bruner gioco l'impiego principale dell'infanzia, il suo veicolo di improvvisazione e
combinazione, l'induttore primario di sistemi regolativi, mediante i quali alle spinte
impulsive viene a sostituirsi il mondo dei freni culturali
Caillois 2 tendenze ludiche

- paidia: improvvisazione e disordine


- ludus: norma (induttore primario dei sistemi regolativi)
Dal punto di vista socio-culturale gli autori che hanno dato contributi fondamentali al gioco come
paradigma di valori sono Huizinga e Caillois, mentre Piaget ha dato la descrizione dei meccanismi di
trasformazione da impulso ludico biologico a gioco formale in un'ottica ontogenetica, infine, altre
considerazioni in chiave comunicativa, sono state date da Bateson.
Nonostante questi numerosi contributi al tema ludico, stato Mead a ritagliare per il gioco un ruolo
fondamentale.
Mead interazionismo simbolico i soggetti sono circondati da oggetti cui vengono attribuiti dei
significati in modo tale che il loro comportamento non risponde
tanto all'oggetto in s quanto al suo significato, che viene
elaborato su basi simboliche
interazionismo poich il significato si costruisce in
interazione con gli altri
simbolico dal momento che veicolato da segni, gesti
significativi, codici, linguaggi..
Mead fa una distinzione netta tra
gesto e simbolo

- gesto atto che agisce da stimolo e richiama risposte prestabilite


- simboli sono utilizzati dagli uomini per instaurare interazioni:
ci consente agli individui di interagire in modo
reciproco
Nel contesto sociale il meccanismo primario per accedere ai significati altrui costituito da quel fenomeno
che l'autore chiama assunzione del ruolo dell'altro: in questo caso sono fondamentali il gioco imitativo e
di ruolo.

L'esperienza ludica permette la strutturazione del s sociale, un passaggio che si percepisce


linguisticamente nel momento in cui il bambino designa se stesso attraverso il pronome me, che indica
l'avvenuta distinzione di un punto di vista diverso da quello evidenziato dal pronome io.
Mead sottolinea la strutturazione di un'altra fondamentale capacit: altro generalizzato, concetto che
richiama quello di gruppo di riferimento/comunit.
Infatti il bambino intorno agli 8/9 anni comincia a partecipare ai giochi organizzati, perch pronti a capire
il funzionamento delle regole dei giochi ai quali prende parte, a cogliere i valori etici, a regolare il proprio
comportamento non per acquisizione meccanica, ma anticipando i comportamenti altrui e adattando il
proprio comportamento a quello altrui.
Mead, con la sua teoria, supera il determinismo sociale di stampo positivista.

L'Homo Ludens in un'isola incerta


Huizinga gioco ne coglie le caratteristiche all'interno delle istituzioni sociali: riesce facilmente a
dimostrare che la societ umana sorge e si sviluppa nel gioco, come gioco al punto
che ogni azione umana appare un mero gioco.
natura dell'uomo = culturale, tale natura intrisa di gioco
L'approccio di Huizinga emico si interessa allo spirito del giocatore adulto

infatti non considera il gioco


dei bambini
L'autore inoltre individua una cifra ludica in ogni forma culturale: linguaggio, poesia, mito,
religione, diritto, guerra, filosofia, arte, sport
Caillois riprende e completa l'opera iniziata da Huizinga;
intreccia i contributi di sociologia, etnologia, filosofia, pedagogia, storia e ha il pregio di
disporre le sue riflessioni all'interno di un quadro estremamente vario ma rigorosamente
delineato;
elabora un sistema di classificazione, per il quale conia, sulla base dei propri adottati, pi
termini specifici, tra i quali paidia e ludus

descrive la trasformazione in termini


di passaggio dalla turbolenza alla regola,
evidenziando lo straordinario valore del
gioco in senso sia biologico e naturale,
sia culturale e simbolico

all'origine del gioco c' una libert prima,


originaria, che esigenza di distensione e
insieme distrazione e fantasia. Questa
libert il motore indispensabile del gioco
e rimane all'origine delle sue forme pi
complesse e pi rigorosamente organizzate
All'origine della sua classificazione stanno la caratteristica naturale e biologica della
dimensione ludica;
l'autore costruisce un quadro unitario, coerente e completo delle varie forme di gioco, nel
quale prospetta, oltre alla doppia articolazione costituita dalle dimensioni della paidia e del
ludus, una suddivisione in quattro principali categorie, da lui individuate sulla base dei
principi ispiratori dei giochi stessi

- Agon competizione

- Alea caso
- Mimicry maschera/simulacro
- Ilinx vertigine
per ognuna di queste dimensioni
si possono identificare sia giochi
legati alle caratteristiche biologiche,
che trovano quindi espressione in
atteggiamenti tipici degli animali,
sia l'esistenza di una doppia
articolazione costituita dalle
dimensioni della paidia e del ludus,
che complessivamente danno vita a
espressioni ludiche che si trovano in
continuum, ma che si declinano in
fenomeni che vanno da un tasso
estremamente alto di imprevedibilit
Strutturazione
BASSA-PAIDIA
chiasso
agitazione

AGON

ILINX

MIMICRY

ALEA

Corse e
Rotazioni infantili
combattimenti liberi altalena
giostra

Imitazioni infantili
travestimenti
maschere

Filastrocche
conte
testa o croce

Boxe
scherma
calcio

Teatro
arti e spettacolo

Scommesse
roulette
lotterie

solitari
Cruciverba

ALTA-LUDUS

Danza
acrobazie
alpinismo

scacchi

Il messaggio paradossale questo un gioco


Una delle imprese pi difficoltose nei confronti dei tentativi di comprensione profonda del fenomeno
ludico sia costituita dalla sua definizione; stato ben evidenziato che la natura oscillatoria del gioco lo
rende una sorta di struttura in grado di conciliare una serie di rapporti caratterizzati da coincidentia
oppositorum (= far dialogare tra loro elementi antitetici).
L'autore a cui bisogna fare riferimento per approfondire questa tematica Bateson

ha analizzato la natura logica del gioco

questo un gioco = stabilisce un quadro


paradossale come il
paradosso di
Epimenide

dimostrabile che
ogni sviluppo di tipo
logico porta a
conclusioni che
risultano in
contraddizione con
le premesse

Bateson paradosso gli esseri viventi sono capaci di produrre delle condotte ludiche solo nel
momento in cui riescono a metacomunicare, a scambiarsi segnali che
veicolano un messaggio relativo o al linguaggio-oggetto o a dei
comportamenti.
Il linguaggio permette di esprimere 3 livelli di comunicazione

- linguaggio-oggetto: stato di base


- simulazione dei messaggi del
linguaggio-oggetto
- livello metacomunicativo
Un individuo che gioca simula un comportamento che si distingue da quello reale non tanto per la sua
forma esteriore, ma in quanto egli segnala attraverso un metamessaggio che il suo comportamento fosse stato
di base, ovvero di non-gioco. La distinzione tra gioco e non-gioco/fantasia o non-fantasia possibile solo
da messaggi di tipo metacomunicativo, che consentono appunto la distinzione tra attivit
primaria/secondaria, come nel caso dei messaggi che risultano quelli di base: nasce cos il messaggio questo
un gioco, che patrimonio degli esseri evolutivamente pi sviluppati.

- i messaggi/segnali scambiati nel gioco sono in un certo


senso veri o non sono quelli che si hanno in mente
- ci che viene denotato da questi segnali inesistente
Con le sue sofisticate analisi, Bateson conferma che il gioco una terra di confine, luogo di
contaminazione per eccellenza, destinato non solo a vivere in paradossi, ma anzi ad alimentarsi di questi;
appare un insieme intrinseco di comportamenti che mescolano posture aggressive e atteggiamenti gioiosi,
comunicazioni di tipo primario e secondario, meta-messaggi, e che finisce per risultare un fenomeno quanto
mai complessa ma, proprio per questo, affascinante e pieno di vita.

3.2 Dal gioco allo sport con...educazione. La continuit tra gioco e sport (Ceciliani)
Il passaggio dal gioco allo sport non un processo da considerare scontato ma un percorso educativo
intenzionale, soprattutto oggi dove la specializzazione precoce e la tecnologia invitano il bambino ad attivit
tecniche che tolgono spazio alla naturale e piacevole espressione del movimento.
bambino nelle varie fasi di et si rapporta in modo differente al gioco

lo interpreta prevalentemente come divertimento nell'infanzia,


e come risultato nell'adolescenza

il rischio odierno che venga anticipata la tendenza a vedere il


gioco come mezzo per raggiungere un risultato prestativo anche
con i bambini
gioco pu contenere molti aspetti esaltati dallo sport e pu preparare gradualmente l'ingresso del
bambino nella pratica della disciplina sportiva; tale passaggio deve avvenire nel tempo perch
richiede una personalit evoluta e non pi infantile
Queste riflessioni devono ricondurre la pratica sportiva, il gioco che diventa sport, in ambiti formativi
condivisibili dove il saper attendere lo sviluppo del bambino deve guidare, in modo pedagogicamente
corretto, la didattica dell'educatore sportivo: la rilevanza pedagogica non riguarda indifferentemente tutto lo
sport, ma soprattutto quella parte di esso che coinvolge i soggetti in et giovanile, a partire dal momento in
cui un/a bambino/a entrano in un'organizzazione sportiva per praticare e imparare una determinata disciplina
a livello individuale o di squadra.
L'adulto nel suo ruolo di educatore chiamato ad assoggettarsi alle esigenze dei bambini, deve spiegare la

sua idea di gioco e di sport a quella di attivit piacevole, varia e divertente; l'approccio allo sport deve essere
gestito da chi d importanza agli aspetti educativi e sociali.

Giocare bene, giocare male


Giocare bene e giocare male sono due aspetti riconducibili al gioco in generale e allo sport in particolare: il
bambino che gioca bene, che d importanza al processo e non al risultato, si diverte, sorride, scherza sui
suoi errori e difficolt, sempre pronto a riprovare o a ri-giocare; il bambino che gioca male sempre teso
perch proiettato gi al finale, tanto da non godersi il processo che la parte coinvolgente e divergente.
Spesso il passaggio dal gioco allo sport viene vissuto male proprio perch si passa dal giocare bene al
giocare male.
gioco principale finalit ricerca del piacere, del divertimento, dell'appagamento motorio, della
propria soddisfazione;
anche uno strumento di riequilibrio emotivo che nell'infanzia aiuta il
bambino a mediare e controllare il distacco materno e l'assunzione
dell'identit sessuale.
sport diviene area transazionale perch addomestica il piano della realt rendendolo controllabile,
accettabile, contribuendo cos allo sviluppo dell'autostima

a) Il gioco-sport
Le indicazioni nazionali per il curriculo del ciclo primario del 2007 intitolano l'ambito dell'Educazione
fisica/motoria come Corpo, Movimento e Sport sostengono la necessit di partire dalla corporeit per
identificare il movimento come base di tutte le altre attivit.
corpo tramite la sua percezione consapevole divengono un elemento imprescindibile per poter
realizzare il movimento finalizzato, raffinato ed efficace;
La senso-motricit deve essere perseguita non solo nell'infanzia, ma anche nel resto della vita e deve essere
affiancata anche dalla dimensione emotiva, che si rif fondamentalmente al momento di confronto con gli
altri giocatori e al raggiungimento degli obiettivi: il gioco-sport diventa educativo solo se viene dato il tempo
ad ogni bambino di sviluppare la propria intelligenza emotiva.
gioco-sport rappresenta l'ambito privilegiato in cui le intelligenze multiple possono essere esercitate
integrandosi negli aspetti corporeo-cinestetici, spazio-temporali, interpersonali ma anche
intrapersonale;
si collega ai giochi popolari, giochi dal carattere tradizionale, derivanti e trasmessi da
attivit ludiche di carattere ancestrale e locale ;
si pone come attivit di collegamento tra giochi di paidia e di ludus
caratteristiche del gioco-sport

- non deve essere un avviamento precoce allo sport in quanto non un mini-sport, ma gioco-sport, che
si adatta al bambino e non viceversa
- non prevede un addestramento classico, direttivo: sono attivit strutturate sulla ripetizione dei gesti
tecnici, scarso coinvolgimento cognitivo, scarsa motivazione, apprendimenti scarsamente consapevoli,
scarsa competenza di transfer motorio
- la predominanza dell'aspetto ludico-giocoso: tutte le proposte devono avere carattere di esperienza

divergente, coinvolgente, che trova nel gioco e nelle applicazioni ludiche la qualit base delle esperienze
proposte e la possibilit di realizzare situazioni di tipo addestrativo che raggiungono gli stessi obiettivi
del metodo tradizionale senza annoiare/demotivare il bambino
- didattica indiretta con cui l'educatore pu orientare gli apprendimenti, senza togliere la partecipazione
attiva e soggettiva del bambino, attraverso l'uso prevalente dei metodi induttivi
- concetto di variabilit che si condensa nei modulatori principe dell'attivit motoria infantile:
multilateralit e la polivalenza
- riguarda la competizione dei bambini: il gioco da sempre competizione nel senso di confronto con se
stessi, con gli altri e non contro gli altri, un lottare insieme;
competere costituisce un livello raffinato di relazione sociale
L'atteggiamento pedagogico dell'educatore riassumibile principalmente nella pazienza di saper attendere,
con una didattica graduale e adeguata, i tempi di sviluppo di ciascun bambino.

b) Giocare lo sport
Il passaggio dal gioco allo sport pu avvenire in modo efficace attraverso la presentazione di forme di
gioco abbastanza semplici e adatte ai principianti, ma gi orientate a permettere l'apprendimento di abilit
tipiche dello sport.
L'idea di fondo non quella di preparare tecnicamente i bambini allo sport, piuttosto lo scopo di aiutarli a
comprendere la natura del gioco attraverso forme divertenti e piacevoli che richiamano, in prima istanza, le
forme di gioco libero che i bambini adottano da soli.
pratica giocata/play practice ci propone di insegnare e consolidare la tecnica sportiva in et pi
tardive rispetto a quelle del primo avviamento allo sport.
Tale approccio richiede agli educatori abilit educative aggiornate e
una conoscenza profonda delle attivit;
questo tipo di gioco si collega alle attivit ludiche tradizionali dando
cos la possibilit ad ognuno di prendervi parte
Giocare lo sport non la chiave di volta di tutta la pratica sportiva,
ma rappresenta un approccio pedagogicamente accettabile nelle
situazioni di passaggio dal gioco del bambino al primo avviamento
sportivo; senza dubbio un approccio di questo tipo richiede agli
educatori pazienza, tempo e di essere abile conoscitore della disciplina;
Launder Teach through the game and in the game 3 processi azione educativa

- shaping play/modellamento del gioco attraverso gli universali ludici possibile


modellare il gioco adattandolo alle esigenze dei
bambini; possibile manipolare le variabili e
sviluppare molte situazioni estreme di
apprendimento che si orientano verso gli
elementi specifici della prestazione richiesta
- focussing play/focalizzazione del gioco una volta che la transizione dal gioco infantile
allo sport avvenuta gli educatori devono
evidenziare la specificit dello sport praticato
insegnando nel gioco;
il focussing manipola le regole secondarie
fissandone di primarie

- enhancing play/sviluppo del gioco riguarda la pratica vera e propria della disciplina
sportiva e viene rimandata a letture specifiche
rispetto alle diverse tipologie di sport
sport per essere educativo non deve perdere la dimensione del gioco, la sua identit ludica che
avvicina la natura del bambino e le sue esperienze originarie.
Deve evolvere in linea con il gioco spontaneo del bambino, nella trasformazione dello apirito
agonistico in competizione, cio nella capacit di mettersi in gioco nel rispetto delle regole
dando il meglio di s nel momento che conta.
-----------Karl Groos (1861-1946)
Professore di Filosofia dell'Universit di Basilea, per primo si occupato in modo approfondito dei
comportamenti istintuali nel gioco sia degli animali che dell'uomo (XIX secolo).
Grazie a questi lavori egli rappresenta una vera e propria pietra miliare, e ha riscosso particolare attenzione
nel dibattito scientifico transalpino, tanto che studiosi a lui successivi nei loro scritti hanno spesso interagito
con il suo pensiero, citandolo ampiamente.
George H. Mead (1863-1931)
Filosofo e studioso delle scienze sociali, amico e collega di J. Dewey, brillante conferenziere; tuttavia non ha
lasciato scritti, ma vi sono raccolte di appunti delle sue lezioni. Di dedic anche alla pedagogia, ma
successivamente se ne allontan occupandosi degli studi che gli diedero fama.
Roger Coillois (1913-1978)
Sociologo, scrittore e critico letterario francese, si interessato a diversi e numerosi argomenti, tra cui il
gioco e lo sport. Nel suo volume I giochi e gli uomini. La maschera e la vertigine, per evitare
fraintendimenti riguardo al classificazione proposta, preferisce non adottare termini noti o gi utilizzati in
modo simile, ma coniarne di nuovi.
Gregory Bateson (1904-1980)
Studioso di amplissimi interessi che spaziano dall'antropologia alla sociologia, dalla linguistica alla
cibernetica. considerato il padre dalla Terapia familiare ad orientamento sistemico e colui che ha
inaugurato un approccio olistico allo studio della mente umana e dei problemi umani e ha dato l'impulso allo
studio della teoria dei sistemi umani.
Paradosso
una contraddizione che deriva dalla deduzione corretta di premesse coerenti;
dalle ricerche del Menthal Research Institute di Palo Alto stato elaborato per spiegare alcune dinamiche
della pragmatica della comunicazione umana.
Competizione
Deriva dal latino comptere, andare insieme, ed la modalit tipica in cui si presentano molti sport/gare
anche in forma ludica: in questi contesti va intesa nel senso di confronto con gli altri per la scoperta di s.

Principio della multilateralit


Scelta di mezzi e di esercizi, pi diversi possibile: in tal modo si attivano e si affinano il maggior numero
possibile di schemi motori e si costruiscono abilit motorie specifiche delle discipline sportive.
Principio di polivalenza
Consiste nello stimolare gli schemi motori integrandoli con le altre aree della personalit, in modo che
l'applicazione motoria possa assumere valenza e validit diverse e non standardizzate.
Universali ludici
Si intendono quegli elementi tipici che caratterizzano le diverse forme di gioco e che costituiscono, nel loro
insieme, una sorta di intelaiata del gioco stesso definendone la possibilit ludica.
Sono considerati universali ludici: il modello di gioco, il punteggio, i ruoli e sottoruoli, lo spazio, la
comunicazione.
Regole primarie e secondarie
Le regole primarie sono quelle che non possono essere modificate senza alterare l'essenza stessa del gioco;
le regole secondarie sono quelle che si possono alterare senza modificare il gioco stesso.

Capitolo 4 Animazione, corpo e attivit motorie Deluigi 4.1 Animare lo sport fra relazione interpersonale e movimento
Creare una interazione fra l'animazione socio-culturale e lo sport significa attribuire, riscoprire e
valorizzare la potenzialit educativa della dimensione sportiva che coinvolge indifferentemente persone di
tutte le et, naturalmente con proposte differenziate.
animazione socio-culturale metodologia formativa globale che mira ad una crescita e ad un
evoluzione armonica dell'individuo considerato un'unit indivisibile e non
una somma di parti o funzioni. Questa crescita/maturazione passa
attraverso la presa di coscienza che l'individuo e i gruppi sociali vivono in
un modo simbolico e devono sviluppare la loro capacit di apprendere,
utilizzare concretamente e creare sistemi simbolici
Bisogna considerare, in relazione a questa tematica, le caratteristiche dell'animazione: essa si costituisce
come metodologia basata sulla relazione fra la riflessione e le azioni pensate per rendere partecipi i soggetti a
cui ci si rivolge.
L'animazione non pretende di risolvere le difficolt personali e della convivenza, ma piuttosto svolge la
funzione di accompagnamento nella ricerca di autotonomia da parte dei singoli nella costruzione della
propria identit.
sviluppo continuo l'elemento che crea dinamicit e flessibilit all'interno di una metodologia che
agisce nel quotidiano, in una trama che include il singolo e i gruppi di riferimento
cui la persona appartiene
L'animazione costruisce luoghi e tempi di crescita di crescita per il soggetto non come somma di elementi
distinti, ma come entit composta e non suddivisibile in sfera affettiva, relazionale, cognitiva.
Anche nel contesto sportivo, possibile attuare strategie volte a promuovere l'apprendimento continuo dei
singoli che condividono un'esperienza di gruppo nella quale si impiegano e si creano sistemi simbolici di

riferimento: gli apprendimenti acquisiti all'interno dell'ambito sportivo hanno notevoli ricadute sulla struttura
della personalit e sulle modalit di approccio anche al di fuori della prassi sportiva.
Vale la pena di investire sull'animazione come veicolo e stile di educazione nella proposta sportiva in cui i
soggetti, con libera scelta, possono sperimentare esperienze tipiche dell'approccio animativo come il
protagonismo personale e le dinamiche di gruppo.

il gruppo un luogo di
comunicazione educativa

i rapporti che si creano devono


possedere una tale intensit da
consentire a qualsiasi osservatore
di riconoscere che essi sono diversi
da quelli che ogni membro del gruppo
ha con le persone che appartengono
all'ambiente sociale in cui il gruppo
inserito
caratteristiche per costruire una squadra = gruppo

- coesione
- orientamento al compito
- cooperazione
L'animazione richiede che l'approccio educativo sia fondato sulla relazionalit e sul contributo che ciascun
soggetto coinvolto nel processo di sviluppo continuo e condiviso pu apportare con la sua presenza attiva;
il dialogo necessita di spazi di condivisione e di confronto in quipe per progettare e per agire creativamente,
mettendo al centro il soggetto e i soggetti a cui ci si rivolge.
Come possono incontrarsi animazione e sport?
animare lo sport significa connettere fra loro diverse dimensioni della persona in una dinamica
continua: la relazione, il mettersi in ascolto, il saper fare proposte diversificate e la
partecipazione;
porsi nell'ottica dell'animazione sportiva scelta e responsabilit dell'allenatore e
dell'quipe di allenatori che prendono in considerazione la sfera relazionale e quella
dell'attuazione di proposte diversificate: in merito alla struttura di proposte sportive
diversificate, bene tenere a mente i criteri di adeguatezza al contesto in cui si
agisce, la variet di sfumature che possono essere espresse dalle attivit progettate,
l'importanza di disporre di una struttura flessibile e di essere professionisti
competenti e in grado di modulare la proposta a seconda delle necessit e delle
variabili che entrano in gioco.
ascoltare solo attraverso l'ascolto attento della persona che si possono tracciare le linee di
intersezione fra relazione e attivit sportive messe in campo;
ascoltare implica porre attenzione e interessarsi all'altro: forma di accoglienza che permette
e facilita l'espressione in un ambiente aperto alla fiducia e non giudicante.
ascolto attivo tale ascolto pone le basi per una comunicazione efficace e richiede la
capacit di accogliere l'altro nella complessit del suo essere nella
relazione
Gordon sottolinea l'importanza educativa del saper accogliere e valorizzare la
comunicazione altrui, creando un clima di di fiducia non giudicante, attribuendo
la giusta importanza al messaggio condiviso
Tenere congiunte le prospettive della comunicazione, della relazione e del gruppo all'interno del contesto

sportivo richiede di lasciare spazio alla partecipazione (quarto polo della nostra rappresentazione)
All'interno di uno spazio di sport gestito in modo animato possibile per i soggetti giocarsi un ruolo
diverso, fare emergere capacit e competenze che non trovano espressione all'esterno, generare una
canalizzazione positiva delle energie talora inascoltate o male interpretate e dar voce al proprio s con il
linguaggio corporeo; diventa necessario interrogarsi sulla possibilit di costruire tali esperienze.
Tutto ci richiede essenzialmente capacit creativa all'allenatore perch sappia non farsi intrappolare dalla
routine.

4.2 Fra gruppo e squadra: l'importanza delle dinamiche relazionali


interessante notare come sia necessario prestare attenzione al singolo e al gruppo che si trasforma in
squadra.
Mantegazza sottolinea che nello sport il gruppo diventa squadra, la quale mobilita di miti e i rituali, e
soprattutto aggrega creando un dentro e un fuori;
Alcuni legami interpersonali all'interno della squadra possono infatti garantire continuit e riuscita alle
proposte sportive, altri ne determinano il disinvestimento e la conflittualit irrisolta;
altro punto fondamentale riguarda l'obiettivo condiviso

generalmente chiaro a tutti i partecipanti


e che viene perseguito attraverso strategie che
fanno evidente riferito all'esperienza comune
e in cui si sperimentano elementi come la fatica,
l'impegno, il riconoscimento, il confronto e la
sinergia
La capacit di saper lavorare in gruppo non data per scontata e, in un certo senso, si pu parlare della
creazione di una responsabilit diffusa, che rinvia alla dimensione comunitaria in continuo sviluppo dove
il contributo di ciascun individuo parte irrinunciabile della costruzione di benessere condiviso.
Occorre definire dei ruoli per attuare le linee di azione di cui si parla: i ruoli assegnati dall'allenatore si
intrecciano con il reale riconoscimento da parte del gruppo ed entrano in gioco dinamiche di attribuzione di
ruolo anche da parte della squadra che pu scardinarle dal punto di vista relazionale.
Bisogna mettere in luce la funzione che ciascun ruolo riveste e che pu caratterizzare la peculiarit dei
singoli giocatori.
L'allenatore deve prestare attenzione e integrare entrambi gli spettri, per consentire risultati significativi per
il singolo, per il gruppo, per l'atleta e per la squadra.
altra dinamica intersoggettiva alternanza cooperazione-competizione

all'interno della squadra vi sar


cooperazione per raggiungere
l'obiettivo condiviso, mentre, nei
confronti del fuori e della
squadra avversaria vi sar competizione

anche all'interno della propria squadra


esiste competizione tra i singoli per
l'esigenza di ognuno di emergere al
fine di dimostrare le proprie capacit
e avere un ruolo di rilievo e riconosciuto
dagli altri

autorevolezza in questo contesto bisogna fare riferimento alla dimensione dell'autorevolezza, in cui i
ruoli sono riconosciuti e rispettati e allo stesso tempo vi spazio di dialogo e di
cooperazione
Inoltre dal contesto di gruppo di una squadra possono nascere anche legami significativi e rivalit che non
si esauriscono nello spazio di gioco, ma che vengono trasposte nel quotidiano.
Gestire i conflitti prevede che si intreccino aspetti differenti di diverse linee educative e l'autonomia
decisionale dei soggetti: pu essere utile lavorare sul riconoscimento del dentro e fuori dello spazio della
partita e della dimensione del quotidiano al di l dello sport.
Non bisogna trascurare che si parla di gioco di squadra anche in contesti di agonismo professionale,
abbinando la dimensione ludica e quella del gruppo e orientano i membri a situarsi in un contesto in continuo
mutamento dove il tempo scandisce e contiene gli avvenimenti.

4.3 Tempi e spazi dello sport


Lo sport come spazio e luogo di partecipazione e di espressione della persona va reso accessibile a tutti e
ci richiede di attivare garanzie perch tale condizione si verifichi anche in contesti in cui le risorse materiali
scarseggiano.
L'attivit fisica ha bisogno di spazi anche informali garantiti e a costo zero, in cui potersi ri-creare.

trascorrere il tempo libero in


modo significativo e darsi
nuova forma perch ci si
riappropria di una dimensione
pi personale del tempo a
disposizione
Progettare il proprio tempo libero consente al soggetto di orientarsi verso una vera e propria liberazione dal
tempo stesso e, quindi, scegliere di fare sport significa avere a disposizione tempi e spazi fruibili con
un'offerta diversificata a seconda dell'interesse e delle fasce d'et.
Garantire il diritto allo sport per tutti e ovunque

- adeguate politiche di promozione dell'attivit sportiva e del tempo libero bisogna sottolineare
anche la dimensione
ludica dello sport e non
solo quella agonistica
- corretta considerazione dell'eterogeneit della popolazione a cui si propone la pratica sportiva
- corretta informazione sulle occasioni possibili per fare sport e divulgazione di altre discipline
- promozione e riscoperta dei luoghi in cui praticare sport legati alla quotidianit
Parallelamente nella dimensione del tessuto urbano sono garantiti spazi aperti allo sport e alla libera attivit
fisica; necessario condurre una riflessione che conduca ad intercettare spazi fruibili gi esistenti.
La citt diventa educativa.
Nelle attivit rivolte a bambini-adolescenti e ad anziani vi sono degli aspetti comuni e peculiarit su cui
poter lavorare dal punto di vista dell'animazione.
La dimensione sportiva assume molteplici forme e spetta a chi costruisce proposte di sport e attivit
motoria intrecciate in modo efficace queste prospettive per generare spazi significativi di crescita continua e
gratificazione personale.
Vivere e attribuire significato alle esperienze consente di creare un terreno di appartenere e di reciprocit,
elemento costitutivo della relazione fra allenatore-animatore e gruppo. Il significato diventa evento di
confronto tra le esperienze dei membri del gruppo consentendo la costruzione di un'area di significati comuni
tra i membri del gruppo.
Il dialogo di articola attraverso la comunanza di esperienze o la comunanza di significati

4.4 Sport e intercultura


Bisogna anche analizzare il rapporto tra animazione e sport in ambito interculturale, come tessuto socioculturale problematico e tuttora in via di costruzione.
prospettiva interculturale considera le persone come percorse da cambiamenti continui, modulari,
adattamenti, innovazioni e identit in movimento

cultura+identit sono concetti in divenire, non dati una volta per tutte,
continuamente aggiornabili e permeabili ad influenze
esterne
dialogo interculturale + costruzione di interazioni sono le linee costitutive dell'accoglienza in modo
da costruire esperienze di reciprocit positiva;
emerge perci l'esigenza di una progettualit
pedagogica capace di sostenere forme relazionali
talvolta deboli e frammentate, pronte a svanire a
fronte di conflittualit incentrate sulla
sottolineatura delle diversit rispetto a quella
della comunanza
intercultura si fonda sulla capacit dell'uomo di essere dinamico nel suo pensare e pensarsi
appartenente al contesto anch'esso in movimento; il contributo che ciascun soggetto pu
dare attraverso il dialogo sostiene processi di cambiamento;
l'interazione fra soggettivit consente di costruire percorsi interculturali in cui sapersi
interrogare, riconoscendo il valore della reciprocit e restituendo dignit ad ogni persona
e alla sua identit in una dimensione comunitaria.
L'attivit sportiva formale e informale apre canali di dialogo inaspettati e offre spazi di incontro in cui tutti
si mettono in gioco per raggiungere un obiettivo comune.
Si generano uguaglianza e interazione a livello orizzontale, cos data la possibilit di contribuire un
obiettivo comune.
Il bisogno di essere accettati dai pari richiede reciprocit e mediante le pratiche proprie dell'animazione e
dello sport si pu creare un ambiente di comunicazione in cui si facilitano le relazioni interpersonali con la
possibilit di rafforzare valori indispensabili nella quotidianit.
Affinch queste esperienze siano incanalate in modo positivo necessario che vi siano adulti che si
facciano garanti di spazi, tempi, luoghi in cui ogni soggetto possa esprimere le proprie capacit, confrontarsi
con i vissuti della riuscita e del fallimento, venire a contatto con dinamiche di gruppo positive in cui gestire
elementi di conflittualit.
educatori-animatori attuano diverse funzioni affinch lo sport svolge una funzione educativa

- diversa modalit di comunicazione fra le diversit quando si instaurano


dinamiche di collaborazione fra tutti i componenti di una squadra
- da parte dell'allenatore necessaria una buona gestione delle regole
- ogni partecipante ha la possibilit di mettere in gioco nel vero senso
del termine
- alternanza fra momenti rivolti al gruppo e al singolo in modo da
potenziare sinergicamente le competenze di tutti e di ciascuno
- ricerca di un adeguato equilibrio fra gesto sportivo, agonismo e
divertimento
- si colgono diversi sguardi all'interno dell'allenamento

- si va al desiderio di giocare dei ragazzi con una progettazione volta


all'apprendimento e allo sviluppo continuo tecnico-sportivo e
relazionale
-----------Sviluppo continuo
Erikson teorizza un processo di crescita cumulativo che si svolge attraverso gli stadi di sviluppo
psicosociale. Ognuno di essi caratterizza un dato periodo dell'esistenza, permanendo in forme differenti
lungo tutto l'arco della vita e pu anche essere affrontato dal soggetto in tempi diversi.
Dinamica di gruppo
L'autore di riferimento Lewin, il quale descrive l'ambiente di vita dell'uomo attraverso una terminologia
topologica in cui la realt un campo, una totalit in cui si possono individuare differenti regioni, attraverso
le quali possibile studiare e comprendere le diverse dinamiche comportamentali.
Dimensione comunitaria e sviluppo di comunit
La dimensione comunitaria e lo sviluppo di comunit fanno riferimento al protagonismo di ogni soggetto e
alle relazioni fra le diversit che si incontrano promuovendo partecipazione e democrazia. La comunit non
un noi statico, ma definito dal suo farsi secondo una direzionalit condivisa. Le comunit sono luoghi di
identit e nessuna identit totale e pu esaurire in s tutte le altre.
Autorevolezza
Il termine racchiude in s una prospettiva educativa fondata sul rispetto, sulla fiducia e sul riconoscimento
reciproco. Essere autorevoli significa ad un tempo evitare la gratuit delle norme che regolano il rapporto
interpersonale, e offrirsi all'educando come una valida testimonianza di alterit che se per un verso
rappresenta un limite alle proprie azioni, per un altro verso costituisce la dimostrazione delle possibilit che
un determinato comportamento in grado continuamente di aprire verso una fondamentale autorealizzazione.
Citt educativa
Con questo termine si fa riferimento ad una struttura sociale che richiama la dimensione della comunit come
riferimento per ogni cittadino. In essa, si crede nell'educabilit dei soggetti, nella possibilit di divenire
protagonisti, nel prendersi cura delle relazioni all'interno di strutture sociali mutevoli. La citt educativa in
continuo fermento grazie ad un attento intreccio fra teoria e prassi pedagogico-sociale, al fine di generare
spazi di autonomia e di crescita continua.
Intercultura
un concetto divenuto centrale nelle riflessioni pedagogiche di fronte all'evidenza di una societ sempre pi
multiculturale e multietnica. Tale concetto si fonda sull'ipotesi, il riconoscimento e la valorizzazione delle
interazioni reciproche e considera le diverse culture non come chiuse e monolitiche, ma sempre percorse da
da processi di cambiamento e trasformazione in quanto costruite da identit in movimento.

Capitolo 5 Lo sport professionistico Refrigeri sport professionistico anche in questo contesto indispensabile soffermarsi su una questione
preliminare, senza la cui analisi non risulterebbe efficace e produttivo
intraprendere qualsiasi discorso;
indispensabile delineare nettamente il fondamento teorico e il ruolo sociale di
questo tipo di sport

5.1 L'identit dello sport professionistico e delle altre accezioni


Bisogna analizzare altre 3 accezione dello sport ben distinte fra esse

1. sport militare: attivit paramilitari


2. sport igienico-medico: attivit di movimento attivo e di movimento passivo
3. sport-gioco: attivit ludica
Lo sport professionistico come sublimazione di attivit belliche
Questo tipo di sport pu essere identificato come espressione diretta della guerra, pi specificatamente
come una forma di sublimazione bellica, da intendersi in senso freudiano, operata per finalit di dinamica
sociale piuttosto complesse.
aggressivit lo stato primordiale di eccitazione che spinge il soggetto all'azione, che talora di
sublima.

processo di sublimazione all'interno del contesto sportivo molto generale e


coinvolge ogni aspetto e ogni soggetto interessato;
sul campo di battaglia si traduce in stadio che ne riproduce
tutte le caratteristiche: si traducono in attivit si spettacolo;
per questo processo variabile in intensit da sport e da
cultura a cultura: oscilla tra 2 estremit

- violenza
- rivalit
e a seconda di come ci si colloca pi o meno elevato risulta
il grado di sublimazione: tanto pi ci si allontana dalla
posizione di azioni di guerra tanto pi elevato risulta il
grado di sublimazione e viceversa
Questo spiega il fenomeno della violenza sportiva se il grado della sublimazione tanto debole o non si
verifica affatto, lo spettacolo sportivo rimane
pressoch allo stesso livello di violenza della guerra
guerreggiata (es. spettacoli circensi, pugilato);
viceversa in altre circostanze la sublimazione risulta
molto elevata per cui si danno spettacoli sportivi
pacifici, amichevoli, piacevoli, rilassanti, del tutto
simili a quelli artistici/teatrali, ove la violenza e la
brutalit della guerra si sublimano nei gradi pi
elevati dell'ironia, del sarcasmo, dell'invettiva, del
battibecco, del sorridente distacco
La ublimazione un fenomeno sociale onnipresente nella vita associata e anche se apparentemente odioso,
svolge una funzione di grande rilievo per il mantenimento dei rapporti fra individui e gruppi.

Questo vale anche per lo sport professionale, il quale svolge un ruolo di liberazione di tensioni e di
riconsiliazione di molta utilit alla dinamica del mutamento sociale.

L'identit sociale degli altri tre tipi di sport


Gli altri 3 tipi di sport non hanno nulla a che vedere con la natura scientifico-culturale, ossia con il
processo di sublimazione bellica dello sport professionistico.
1. Lo sport militare anche se proviene anch'esso dall'attivit bellica come quello professionistico, consiste in
attivit di simulazione bellica da intendersi come attivit di guerra affini, simili, di finzione; tant' che le
circostanze in cui si determinato lo sport come simulazione bellica risultano completamente diverse da
quelle dello sport spettacolo professionistico;
2. risulta ancor pi diversa dalla sublimazione dello sport professionistico l'identit scientifico-culturale e il
ruolo sociale dello sport igienico-medico, il quale nella sua pi intima natura consiste in espressioni di
naturalismo salutare: il corpo viene assunto come una delle espressioni della natura con proprie
caratteristiche, leggi, esigenze, del tutto simile alle altre forme viventi animali e vegetali.
Questa concezione del corpo si inscrive all'interno del monismo metafisico, concezione che esclude ogni
forma di realt al di fuori della natura, compreso il corpo umano.
Si tratta di attivit paramedica, alle quali si aggiungono anche attivit di movimento passivo quali la
massoterapia, la termoterapia, la crioterapia, l'idroterapia, il termalismo, l'elioterapia, tutte pratiche con la
finalit di assecondare e corroborare i movimenti e i ritmi e spesso anche l'aspetto stetico; questo sport
stato definito igienico, quindi inscritto entro il campo della medicina preventiva, da intendersi come una
sua coincezione e pratica del tutto diversa dalla terapeutica clinico-farmacologica e da quella chirurgica.
Le radici pi lontane e profonde vanno individuate nella teoria degli umori espressa nel contesto della
scuola medica di Cos e circostanziata e diffusa nei secoli successivi dall'ippocratismo, mentre gli sviluppi
successivi si possono rinvenire nei vari movimenti igienico-medici periodicamente ricorrenti.
3. Anche lo sport-gioco presenta una natura scientifico-culturale diversa dallo sport professionale.
attivit ludica, gioco, espressione positiva della psicofisiologica della natura umana, da non confondersi
con il naturalismo dello sport igienico, n tantomeno con l'aggressivismo della psicoanalisi;
considerato manifestazione fisiologica della natura umana finalizzata non alla salute e al benessere, ma
al suo sviluppo e all'apprendimento: la risposta fisiologica del corpo umano all'esigenza dello sviluppo
integrale della personalit.
1. Spencer gioco-sport espressione del bisogno fisiologico di liberazione del surplus di energie
vitali non utilizzate, inespresse nelle attivit per la sopravvivenza;
2. Groos un'attivit di movimento che predispone l'organismo allo svolgimento delle attivit che si
trova a dover compiere nella vita futura, una sorta di pre-esercizio vitalizio finalizzato a
predisporre le abilit funzionali necessarie per un buon adattamento all'ambiente di vita
3. un'attivit naturale di relazione sociale, di comunicazione non verbale, di manifestazione dell'attivit
dell'esistenza, della sua sanezza, affatto diversa dalle iperboli comportamentali e dalle perversioni
dell'interazione con gli altri
4. Piaget attivit motoria di promozione dello sviluppo della personalit, per la realizzazione
integrale delle proprie potenzialit;
Piaget attribuisce al gioco-sport la finalit essenziale di poter dare determinazione della
vita intellettiva del bambino e per lo sviluppo integrale della sua personalit

5.2 Le caratteristiche costitutive dello sport professionale


sport professionale caratteristiche che lo rendono un fenomeno sociale molto complesso e
controverso, molto diffuso ma, allo stesso tempo, anche quello

pi disistimato/rifiutato sul piano sociale e considerato meno


positivamente sul piano culturale e scientifico: questo perch
un'attivit di lavoro dello spettacolo, caratterizzata ad altissimo
grado di emozionalit e gratificazione e da ampia diffusione,
pressoch globale

Il carattere di attivit lavorativa spettacolare


La prima caratteristica di questo tipo di sport consiste nell'essere divenuto da cerimonia religiosa lavoro
dello spettacolo a seguito del processo di sublimazione sociale.
Questa accezione dello sport conobbe le sue origini nella Grecia arcaica in cerimonie di onoranze agli dei
con giochi panellenici; in origine costitu uno dei riti di ringraziamento e di preghiera di benevolenza alle
divinnit, ma esso si trasform in vero e proprio spettacolo di grande impegno organizzativo e atletico.
Il carattere lavorativo aumentato con il ritorno delle olimpiadi moderne del 1896: da allora in poi le
attivit sportive hanno ripreso vigore proprio con il sostegno del mondo dell'industria e del commercio, che
con il passare del tempo na ha aumentato tutti i caratteri dell'attivit lavorativa.

a) L'altro grado di emozionalit e gratificazione


Dal processo di sublimazione bellica dello sport derivata una caratteristica tipica delle componenti
costitutive del lavoro dello spettacolo in esso spesso sovradimensionate: l'intensa emozionalit, l'esaltazione
del s e la gratificazione psicofisica.
La pratica delle attivit sportive spettacolari provoca intense emozioni positive, ma anche negative ed
indipendentemente dagli esiti della gara, provoca l'esaltazione del s, che induce a compiere azioni
psicofisiche pi elevate di quelle normalmente agite nella vita quotidiana.
La partecipazione dello spettatore non meno emozionante, esaltante e gratificante della pratica diretta,
poich esso si pone in situazione empatica con i genitori.
Lo sportivo a volte, a causa della sua emozionalit, pu apparire come un esaltato/ingenuo e questi giudizi
sfavorevoli, tuttavia, potrebbero mutare se si prendesse coscienza che proprio il carattere di forte
emozionalit dello sport-spettacolo a provocare queste reazioni del tutto fisiologiche e farne capire l'origine
potrebbe portare ad un grado di sublimazione elevato fino al fair play.

b) La diffusione planetaria
La diffusione planetaria dello sport professionale scaturisce dalla dimensione emozionale, tanto che le sue
manifestazioni pi seguite coinvolgono quasi l'intero mondo degli sportivi e quasi l'intera popolazione del
mondo.
Da questa considerazione si nota come il discorso sullo sport si fa molto pi complesso di quanto lasciano
intendere le opinioni di distima degli intellettuali sopra ricordati: soltanto fenomeni tanto significativi hanno
un'eco cos vasta nel comune sentire dei popoli.

L'asservimento e la strumentalizzazione dello sport


La seconda caratteristica dello spot-spettacolo si configira come un'attivit sociale facilmente
strumentalizzabile e di fatto ampiamente strumentalizzata da altre attivit umane pi razionali e pi
accreditate sul piano sociale e scientifico-culturale.
Lo sport professionale viene impiegato strumentalmente dal mondo del lavoro industriale e postindustriale
similmente ad altre attivit o oggetti o soggetti altamente emozionali come l'immagine di un'avvenente
donna, un panorama bellissimo, un animale grazioso e dal dell'ideologia politica, quali lo statalismo e
l'imperialismo.

a) La strumentalizzazione da parte del mondo del lavoro industriale e postindustriale


prima forma di strumentalizzazione pu essere ricercata in quella operata dal mondo del lavoro,
attivata non in modo emozionale poich si perseguono scopi
pratico-utilitaristici;
e, essendo poco gratificante, il lavoro agli antipodi rispetto
allo sport e, per i suoi scopi produttivistici e commerciali,
costretto a ricorrere alla sua utilizzazione in due modi

1. attivit di gioco-svago che frammentino la sua pesantezza e


minimizzino la noia, con il loisir;
in questo caso, secondo la critica marxista, lo sport diventa
compensazione del lavoro
2. strumentalizzare lo sport professionale con la
sponsorizzazione per la valorizzazione dell'immagine di
credibilit, qualit, affidabilit del lavoro;
il rapporto di utilit reciproco: non solo il lavoro ad avere
bisogno della dimensione emotiva dello sport, ma anche lo
sport che necessita della dimensione finanziaria del lavoro.
per l'asservimento alle ragioni del lavoro industrializzato che lo sport, nella nostra civilt, ha svolto e
assume tuttora un ruolo subordinato, non autonomo sotto ogni riguardo.

b) La strumentalizzazione ideologica da parte della politica


altra strumentalizzazione la si pu ravvisare nel ruolo sociale affidatogli da parte di alcune ideologie
politiche, in primo luogo il nazionalismo e l'imperialismo.
Esempi emblematici sono quelli del nazionalismo della seconda met
dell'Ottocento e dei primi anni del Novecento il quale affid allo sport il
rilevante ruolo sociale di diffusione nell'intero popolo dell'idea del primato
e della potenza nazionale, della superiorit della propria cultura, della
propria etnia;
analogo discorso si deve sostenere per la strumentalizzazione da parte
dell'ideologia imperialista che ha utilizzato questo fenomeno sociale di
grande coinvolgimento nelle masse per realizzare le politiche economiche
e culturali espansioniste, pervenendo alla messa a punto di concezioni
colonialiste.
Questo rapporto di asservimento alla ideologia politica ha procurato uno stato di accrescimento culturale
dello sport e di conseguenza un fastidioso rifiuto: non sono pochi quelli che attribuiscono il rifiuto dello sport
al fanatismo e alla bellicosit degli spettacoli sportivi di esplicita derivazione bellica.
Ravaglioli l'opposizione dello sport pare radicata in quelle etiche che pongono al vertice della
destinazione dell'uomo la serie delle mete ideali, per esempio la giustizia sociale, la
solidariet o anche i fini pedagogici della collaborazione e perfino della partecipazione
alle pratiche sportive, attiva ma priva di ambizioni di vittoria.

5.3 L'ancillarizzazione culturale e scientifica


terza caratteristica sport-spettacolo costituita dalla sua ancillarit culturale e scientifica;

lo sport deve essere considerato un'area di sapere marginale rispetto alle altre pi impegnate, se non
addirittura un'espressione da non prendere in considerazione pi di tanto sul piano scientifico-culturale.
Le ragioni di ci sono rintracciabili sostanzialmente dalla concezione della scientificit moderna e
contemporanea che si fonda su uno statuto epistemico fatto di principi razionali e non riconosce quelli
dell'emozionalit: ci ha finito per produrre un rapporto di predominio da parte delle scienze pi
consolidate , dalla medicina alla filosofia.

Il monopolio della medicina sul corpo


medicina il predomio di questa scienza sul corpo costituisce una ragione storica dello stato di
precariet scientifica dello sport;
Ulmann [] in tutto il lunghissimo periodo dell'educazione ellenistica [] la
ginnastica non trov una teoria completa che le assegnasse un vero statuto
filosofico o educativo

infatti il movimento-sport fi considerato addirittura una componente della medicina; il


monopolio della medicina sul movimento-corpo trova testimonianza negli scritti di Platone,
La Repubblica e il Timeo, e nel Trattato sul sublime di Erodico di Selimbria.

la salute e il benessere si possono mantenere


a lungo osservando un regime di vita rigoroso
che comprende da un lato norme sulla
alimentazione e dall'altro la pratica dell'esercizio
fisico
per il galenismo la cura del corpo di praticava con l'igiene, intesa come medicina
preventiva

La sottovalutazione del gioco-sport per la dicotomia mente-corpo


ultima ragione tradizione filosofica che detiene la concezione della secondariet del corpo
rispetto alla mente provenuta dalla storica dicotoma mentecorpo;
questa una concezione antropologica che ha dominato la
cultura occidentale fino al secolo scorso.
dicotomia mente-corpo teorizzata dai filosofi antichi rimasta in vigore per tutto
il Medioevo nella forma di anima-corpo

un mutamento di atteggiamento si verificato con


l'avvento dell'approccio sperimentale di Bacone e
Galileo, che ne mise in dubbio la concezione tradizionale
di strumento dell'anima e ne avvi il processo lentissimo
del superamento della sua secondariet culturale;

il corpo cominci ad essere oggetto di conoscenza scientifica, costituita dall'anatomia, dalla fisiologia
come gli altri oggetti della natura, secondo criteri meccanicistici.
Sebbene dagli inizi del Novecento le concezioni negativiste del corporeo siano state messe in forte dubbio,
l'affermazione piena della maturazione scientifica ancora oggi in attesa di completamento.

5.4 Il ruolo della pedagogia e dell'educazione


Affinch lo sport professionale possa aspirare al titolo di attivit sociale, a cultura e scienza sociale matura,
necessaria un'operazione di fondazione pedagogica che ne individui lo statuto epistemico pi proprio in
tutta la sua articolazione.
necessaria un'azione educativa fondata sulla consapevolizzazione generale che deve essere operata in
primo luogo dalla scuola e dalle societ sportive e contestualmente dalle agenzie extrascolastiche in genere,
comprese quelle mass-mediali.
intervento di consapevolizzazione

a. le attivit sportive professionali sono spettacolo, ossia sublimazione di guerra e non una guerra, una
forma di nobilitazione che non giustifica alcuna manifestazione di violenza
b. lo sport professionale un lavoro dello spettacolo, che possiede le caratteristiche della forte
emozionalit (es. teatro, cinema, concerto...)
c. lo sport professionale tratta di un'attivit di liberazione nevrotica generale che va considerata tale e che
il vincere/perdere ha solo questa funzione
d. quando assume una funzione ideologico-politica si tratta di una strumentalizzazione
Ormai si rileva una sempre pi considerevole ricerca scientifica e sociale, che va irrobustendo il bagaglio di
conoscenza circa questa area, come dimostrano i risultati della sociologia dello sport, la psicologia dello spot,
la pedagogia dello sport e la sociologia dei processi culturali.
-----------Sublimazione bellica
In ambito psicologico, il concetto di sublimazione stato introdotto da Freud, ed indica il processo psichico
attraverso il dinamismo inconscio che riesce a spostare l'energia dalla pulsione sessuale o aggressiva ad un
obiettivo non sessuale e non aggressivo.
Sono considerate forme di sublimazione bellica tutte le manifestazioni canore, letterarie, argomentazioni
culturali, dialoghi, confronti teorici su qualsiasi argomento.
Spettacoli circensi
Si svolgevano nell'antica Roma e consistevano in giochi e gare di gladiatori, spettacoli teatrali ed equestri.
Il termine circense deriva dal latino circus (= cerchio) e richiama la forma ad anello delle piste su cui si
svolgevano le gare a cavallo
Sport igienico
La distinzione delle attivit di movimento igienico-medico da quelle militari e dalle atletiche antica.
ampiamente trattata gi da Merculiare nel suo celebre De arte gymnastica del 1569, pur ammettendo che
quella medico-igienica pu essere costituita da alcuni degli esercizi tipici della altre due.
Teoria degli umori
Per Ippocrate (460 ca.-377 ca. a.C.), maggior esponente della scuola di Cos, la salute o la malattia
dell'organismo umano sono l'esito di uno stato di armonia o di disarmonia dei quattro umori di cui
l'organismo si compone insieme, il sangue, il flegma, la bile gialla e la bile nera.

La diversa proporzione fra i quattro umori determinano anche il temperamento.


Herbet Spencer (1820-1903)
Filosofo britannico che si interessato alla teoria evoluzionistica dell'Ottocento. Elabora una teoria
evoluzionista che abbraccia tutto il cosmo: nella sua teoria pedagogica infatti presta molta attenzione, accanto
all'educazione intellettuale-scientifica e a quella morale, all'educazione motoria.
Nell'ambito di questi studi si interessato nelle attivit quotidiane messe in atto per la conduzione della vita.
Jean Piaget (1896-1980)
Psicologo ginevrino ha dedicato la sua vita allo studio dello sviluppo dell'intelligenza con un approccio
cognitivista. considerato il fondatore dell'epistemologia genetica attraverso la ricostruzione degli stadi di
sviluppo della persona dall'infanzia all'et adulta. All'interno dei suoi studi ha formulato una classificazione
secondo la quale il gioco pu essere suddiviso in tre categorie: di immaginazione/simbolico, di
esercizio/funzionale, di regole.
Il gioco di regole, in particolare, un prezioso strumento per stimolare l'evoluzione di rapporti stabili e
collaborativi nel gruppo, di democratizzazione della vita di gruppo.
Giochi panellenici
Questi antichi giochi dell'et arcaica ebbero motivazioni religiose: i Pitici, allestiti ogni 4 anni a Delfi in
ricordo della vittoria di Apollo sul serpente Pitone, i Nemei, ogni 2 anni nella valle Nemea in onore di Eracle,
gli Istmici, ogni 2 anni a Corinto in onore di Poseidone o gli Olimpici, ogni 4 anni ad Olimpia in onore di
Zeus.

Capitolo 6 Competenze dell'educatore per una pedagogia del corpo Milani,


Deluigi -

6.1 Essere competenti: dal concetto di competenza al divenire competenti (Milani)


ambito delle professioni tema delle competenze un classico e inevitabile modo culturale e una
necessaria prospettiva per parlare in termini
appropriati della formazione e dello sviluppo
della professionalit
La ricerca e lo studio in questa direzione hanno apportato riflessioni sempre pi ampie, articolate e
puntuali. Al fine bisogna dare corpo ad una professionalit a taglio pedagogico, quale quella di chi vuole
occuparsi di un'educazione della/alla/per la corporeit e per il corpo.
Non esistono differenze con le altre professioni a carattere pedagogico e che perci si tratta di declinarne e
di delinearne soprattutto la specificit.
4 tipologie di competenze

1.- metacompetenze
2. competenze di base
3.- competenze trasversali
4.- competenze specifiche: sono quelle che tratteggiano i diversi volti dell'educativo, ossia le professioni
di area pedagogica

per ciascuna di queste figure possibile pensare alcune competenze specifiche:


evidente che molto diverso svolgere l'attivit di consulente pedagogico
rispetto a quella di allenatore
competenza generalmente riferito alla sintesi tra le conoscenze del soggetto in merito al campo di
applicazione, la sua biografia e la sua formazione teorica e sul campo, l'esperienza, le
logiche dell'organizzazione in cui si opera, l'insieme dei repertori di buone pratiche e di
metodologie, la rielaborazione creativa e personale del soggetto in situazione in rapporto
con un'identit professionale sociale.
una realt che si esprime nel contesto e ce in questo non solo prende consistenza, ma
anche si genera e si definisce nel tempo
il risultato dell'apporto critico e interventivo dei soggetti che rispondono con azioni
coordinate e significative all'inedito e all'imprevisto, trovando risposte efficaci ed
efficienti
un'energia che il soggetto mobilita mettendo in campo le proprie risorse per rispondere
nel migliore dei modi problematiche della situazione e del contesto in cui si opera,
rinnovando e sperimentando le pratiche

Boterf competenza in astratto non esiste: esistono le persone competenti, dato che la competenza
non da intendersi unicamente in senso individuale
Il tentativo di definire e descrivere le competenze ha lo scopo di fornire dei parametri, delle idee per
mobilitare i soggetti o i gruppi a divenire competenti; la competenza infatti non l'applicazione di regole, ma
l'interpretazione creativa e soggettiva ma anche condivisa all'interno di una comunit di pratica.
Zarifian distingue tra competenza e competenze

sarebbero i saperi e i super-fare cui la competenza


assicura alle capacit dell'individuo o dei gruppi
di gestire le risorse, di far fronte alle difficolt,
alle incognite, alle situazioni aleatorie attraverso
un'azione capace di assumersi rischi

insieme di competenze diverso dalla loro somma

6.2 Dal professionista competente all'quipe competente


Solo recentemente si pensato alla competenza come ad una dimensione che caratterizza e stabilizza
un'quipe nella quale progressivamente vada anche costituendosi un'identit grazie alla condivisione di
problemi, di prospettive e di soluzioni, in sostanza di pratiche.
Wittorski La competenza legata ad una persona o a un collettivo nella realizzazione di un'attivit.
Differisce dalla qualificazione che il risultato di una negoziazione e di un
riconoscimento sociale della competenza messa in atto. Quest'ultima corrisponde alla
possibilit di mobilitare delle conoscenze, delle capacit e delle qualit per far fronte a
problemi dati. Essa designa queste capacit e conoscenza in azione
In questa prospettiva utile riflettere sulle suggestioni di Le Boterf che parla della competenza come di
un'esperienza posta nell'intersezione di tre dinamiche

- saper agire: possesso delle conoscenze, abilit


- voler agire: necessario interesse ad agire con competenza e con
professionalit; percorsi ed obiettivi di impegno verso il
miglioramento delle proprie pratiche tramite la
formazione, l'autoformazione e l'ecoformazione
- poter agire: possibilit di avere nel contesto di lavoro gli strumenti;
sottolinea la dimensione politica del contesto in cui si
opera
A queste 3 dimensioni se ne pu aggiungere una quarta dover agire: sottolinea l'esigenza dell'impegno
a non tirarsi indietro;
questa dimensione implica
l'impegno del professionista a farsi
carico delle situazioni in prima
persona, ricordando che in alcune
situazioni particolari la persona
non pu attendere una risposta che
potrebbe non arrivare
Quest'ultima dimensione non si riferisce unicamente al singolo, ma anche alla dimensione collettiva: la
deontologia non una questione che attiene il privato dell'esercizio professionale, ma elemento essenziale
della professionalit nell'eccezione sociale e collettiva ed il punto focale da cui si dipana il senso della
professione nella sua relazione con i soggetti a cui si rivolge, ma anche con gli stessi professionisti, con la
comunit e con la societ nel suo complesso.
Ryle considerando la relazione tra saperi che fondano la competenza e la competenza stessa parla di
know-that e know-how

i saperi utili
sapere come
dell'esercizio agire in un
di una
determinato
professione
contesto
Tuttavia le professioni dell'umano necessitano di altre 2 categorie di saperi

know-why
know-where

sapere che sa
saper indicare

rendere le
ragioni del
proprio agire

il senso e la
direzione sia
della nostra
professionalit
sia delle opzioni
possibili in un
orizzonte di senso

6.3 Il professionista come uomo nel contesto e per il contesto e in relazione di quipe
tratti del professionista competente ( particolare attenzione all'ambito educativo)

- fare ed essere in relazione alla sua professionalit nella condivisione di pratiche tipiche della sua
professione
- gestire l'imprevisto, l'inedito e il nuovo
- riflettere dentro, su e per l'azione
- confrontarsi, coordinarsi, collaborare e cooperare
- lavorare in quipe
- apprendere dall'esperienza
- condividere la propria professionalit
- agire attendendosi sempre al codice deontologico
- giustificare razionalmente e scientificamente
- rapportarsi ai soggetti ai quali si rivolge con estremo rispetto
- tener conto dei rilievi provenienti dai colleghi
- gestire la routine e la quotidianit
- gestire costantemente la propria formazione
- valutare e valutarsi

- porre attenzione al contesto


- favorire la dinamica tra saper fare, voler fare, poter fare e dover fare
In senso concettuale e concreto possibile distinguere tra una professionalit descritta attorno alle
mansioni e ai compiti con un taglio nettamente esecutivo e una professionalit pi dinamica e complessa che
viene a crearsi attraverso il gioco nell'intreccio tra biografia del soggetto, motivazione alla professione e
spinta vocazionale
si tratta di una lettura multisfaccettata e poliedrica, che cerca di rendere conto della complessit della
relazione dinamica tra competenza, professionalit e contesto operativo.
Il professionista competente, non applica le teorie al contesto e non agisce in modo standardizzato, ma
gestisce i saperi e le risorse a sua disposizione sia nel suo bagaglio professionale sia nell'ambiente di lavoro.

6.4 Metacompetenze, competenze trasversali, competenze di base e competenze specifiche

6.5 Le competenze specifiche dell'allenatore educatore nella dimensione della progettazione


(Deluigi)
Le competenze specifiche della professionalit dell'allenatore si intersecano con prospettive educative e
pedagogiche che conducono alla promozione di uno sport aperto a tutti e garante della possibilit di
espressione e di partecipazione di ogni soggetto.

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