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IL FOGLIO

REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE: LARGO CORSIA DEI SERVI 3 - 20122 - MILANO

ANNO V NUMERO 12

Il licenziamento al Lingotto

Cofferati entusiasma i Ds
a difesa dellultimo tab
(ma resiste lala liberal)
Confronto sul quesito dei Radicali
Debenedetti, Turci e Ichino offrono
una mediazione. Il cinese non ci sta

Scontro oppure elezioni?


Torino. Se Sergio Cofferati infiamma il
congresso Ds chiamando alle armi contro
loffensiva restauratrice dei referendum e
latto ostile di Confindustria, la minoranza
liberal del partito raccoglie firme per far discutere un ordine del giorno che chiede una
legge in sintonia con il quesito radicale sullarticolo 18 dello Statuto dei lavoratori.
Il confronto congressuale non sar facile.
Perderemo, scontato, dice Lanfranco
Turci, ma romperemo quello che Aris Accornero chiama lultimo tab. Gi sullUnit si avuto sentore della virulenza dello
scontro. Nel giorno di apertura del congresso, il giuslavorista Massimo Roccella ha attaccato le incommentabili assurdit e
lestremismo liberista di due esponenti
dellarea liberal come Michele Salvati e
Franco Debenedetti. Il senatore Ds lautore, insieme a Pietro Ichino, della proposta
di legge (una barbarie giuridica per il corsivista dellUnit) che giace da tre anni al
Senato e che propone di abolire lobbligo di
reintegro, per sentenza di un giudice, del lavoratore ingiustamente licenziato. Una norma, spiega il radicale Benedetto Della Vedova, che di fatto costituisce il divieto di licenziare. I promotori del referendum si dichiarano dispostissimi ad accettare la
proposta Debenedetti, che pur con alcune
garanzie (preavviso di un
anno per il licenziamento,
cospicua indennit per il
lavoratore) rimuove il vincolo di fondo del reintegro. Ma sono convinti che
il sindacato non ne accetter mai lapprovazione.
Cofferati lo ha confermato, sbattendo la porta aperta da Giorgio Fossa, che pur FRANCO DEBENEDETTI
appoggiando i referendum
si diceva disponibile a trattare una soluzione legislativa. Turci preoccupato: Cofferati ha forzato anche le perplessit di Veltroni e sembra auspicare una battaglia frontale usando il potere evocativo della parola
licenziamento. Ma i rischi sono altissimi: se
vincessero i s, la sconfitta sarebbe per i Ds
peggiore di quel che fu la scala mobile per
il Pci. E se invece prevalesse il no, resteremmo prigionieri di quel conservatorismo
che lo stesso segretario teme. Della Vedova
non esclude che lobiettivo di Cofferati, che
alzando i toni sta facendo un favore ai referendum, sia quello di arrivare a elezioni anticipate che annullino la consultazione.

Goffredo Bettini
Chi il dirigente che piace
a Palazzo Chigi dopo
il ritiro della delega a Folena
Torino. Per anni tessitore della politica cittadina a Roma del Pci e poi del Pds, Goffredo
Bettini ha atteso con paziente riserbo di rientrare nel gioco delle responsabilit politiche
occupando la presidenza dellAuditorium,
una carica di lavoro culturale. Un piccolo
Aventino personale che seguito alla rottura
politica con Francesco Rutelli, che Bettini
aveva in qualche modo inventato nel 93 come sindaco di Roma. Un Aventino che favorisce oggi un suo possibile ingresso nella segreteria Ds, basato sulla forte caratura politica personale, non penalizzata da zavorre correntizie. Questo, anche se nota la sua consonanza con le posizioni di Walter Veltroni,
ben temperata per dallottimo rapporto personale e di
fiducia con Massimo DAlema. Figlio di un parlamentare marchigiano del Pri di
cultura azionista, Bettini inizia la militanza con il movimento studentesco al liceo
Castelnuovo e poi nella Fgci
assieme a Gianni Borgna (i
due venivano chiamati YoGOFFREDO BETTINI ghi e Bubu) e Antonio Semerari. Succede a Borgna e
a Veltroni nella segreteria della Fgci romana
- di questa fase una sua stretta collaborazione col segretario nazionale della Fgci Massimo DAlema - e, nella met degli anni 80, diventa segretario della federazione romana.
Bettini si colloca per lungo tempo nellala ingraiana del partito, ma coltiva anche una intensa amicizia personale con i destri Gerardo Chiaromonte e Paolo Bufalini. Si schiera a fianco di Achille Occhetto al momento
della svolta della Bolognina, ma con prudenza, attento alle difficolt e ai dubbi del fronte
del no. Dopo lelezione di Rutelli a sindaco,
Bettini, capogruppo Pds in Campidoglio, nominato assessore ai rapporti Istituzionali. Un
assessorato ritagliato su di lui, che formalizza il suo ruolo di regista politico della giunta
per conto di Botteghe Oscure, mentre Walter
Tocci controlla la gestione concreta del Comune. Rompe con Rutelli quando nasce il
movimento dei sindaci. Ha una stazza simpatica, che mancava in quel mondo dai tempi di
Amendola.

quotidiano

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DIRETTORE GIULIANO FERRARA

La Giornata
* * *
In Italia

* * *
Nel mondo

ASSISE DS: BERLUSCONI E REFERENDUM, NEMICI DELLA SINISTRA. La seconda giornata del Lingotto stata uguale
alla prima: invettive dal palco e applausi
dalla platea. Standing ovation per Sergio
Cofferati: Lapparente moderazione di Confindustria - attacca il segretario della Cgil non deve ingannare. Il governo si schieri
contro i quesiti sociali. Durissimi anche il
segretario della Cisl Sergio DAntoni (referendum ai confini del lecito) e il ministro
del Lavoro Cesare Salvi (lItalia tornerebbe
indietro di un secolo). Da Roma, Marco
Pannella fa sapere che Cofferati lunico
che non combatte con la menzogna e Gianfranco Fini sollecita Forza Italia: Berlusconi? Aspettate a dire che non appogger i
quesiti sociali. Sul palco del Lingotto anche
Fabio Mussi: Berlusconi delira, il nome del
suo partito dovrebbe essere P2-FininvestFI. Lunico a non usare toni da campagna
elettorale Achille Occhetto: S alla fusione di Ds e Democratici. Poi, i delegati hanno votato il nuovo statuto: 1.320 s, 28 no e 333
astenuti (tutta la corrente di sinistra, contraria allelezione diretta del segretario).
The Guardian, quotidiano londinese vicino ai laburisti: Il pi grande partito comunista dOccidente diventato unimprobabile imitazione del New Labour. I leader
Ds sono cos incantati da Blair che hanno
importato la pop star britannica Sting e
usato uno slogan in inglese.

MOSCA: SIAMO UNA SUPERPOTENZA


E POSSIAMO USARE LATOMICA. Lo annuncia la nuova Dottrina per la sicurezza
nazionale, firmata da Vladimir Putin il 6
gennaio. Il documento, reso pubblico solo
ieri, vuole rilanciare il ruolo internazionale
della Russia: Ricorreremo alle atomiche
quando ogni altro mezzo sar risultato vano. La versione precedente, firmata da Boris Eltsin nel 1997, ammetteva luso delle
atomiche solo nel caso in cui fosse in pericolo lesistenza della Russia.
In Cecenia stato tolto il divieto di rimpatrio per i profughi dai 10 ai 60 anni. Dopo laccoglienza data dagli Usa al ministro
degli Esteri ceceno, la Russia accusa Washington: Aiuta il terrorismo e rallenta la
soluzione del conflitto.

* * *

Telecom non in vendita. Cos Roberto


Colaninno, presidente e amministratore delegato, allassemblea degli azionisti. Via libera al riacquisto (fino al 10%) delle proprie
azioni risparmio a 6,5 euro: Mai pensato di
convertirle in ordinarie, saranno annullate. Parziale apertura verso i sindacati (ma
il piano industriale resta quello), polemiche con il presidente dellAuthority Enzo
Cheli sullaccesso superveloce a Internet.

* * *

Fondi neri Sisde, gli ex vertici devono 93


miliardi allo Stato. Dopo quattro anni di processo, la Corte dei conti ha condannato otto
membri del Servizio segreto civile (in carica
tra l87 e il 91) al risarcimento per i danni
causati allErario da premi ricavati dai
fondi riservati. Quasi tutti (lallora direttore
Riccardo Malpica con la sua segretaria Matilde Martucci, il capo di gabinetto Michele
Finocchi, Maurizio Broccoletti e altri) erano
gi stati condannati in sede penale.
Grandi applausi al Lingotto per il messaggio di saluto di Oscar Luigi Scalfaro.

* * *

Costo del lavoro e retribuzioni aumentano


in Italia meno che in qualsiasi altro paese
dEuropa. Lo rileva Eurostat: nel trimestre
luglio-settembre 99 il costo del lavoro cresciuto dello 0,5%, contro il +2,7% dellUe.
Lincremento delle buste paga il peggiore
in assoluto: +1% (in Germania pi del doppio, in Finlandia il triplo).
LIstat sul sommerso: irregolari tre milioni e mezzo di lavoratori (il 15% del totale).

* * *

Corpi speciali, appello di An ai presidenti


di Camera e Senato. Dopo Pier Luigi Vigna,
capo della Procura nazionale antimafia, anche i capigruppo di An, Gustavo Selva e Giulio Maceratini, chiedono lintervento della
Corte costituzionale contro il decreto che
nel 1998 ha smantellato i reparti speciali
delle Forze dellordine (Sco, Ros e Scico).

* * *

Luna Rossa disputer le finali della


Louis Vuitton Cup, in programma ad
Auckland (Nuova Zelanda) dal 25 gennaio al
4 febbraio. Avversario del team Prada sar
AmericaOne di Paul Cayard.

* * *

Alan Greenspan: Aumenteremo i tassi, la


nostra economia cambia troppo velocemente e non possiamo permetterci il lusso daspettare. Lintervento sar graduale e comunque non si tocca niente prima di febbraio. Brillante apertura di Wall Street: Nasdaq +2,28%, Dow Jones +0,77%.
Nel terzo trimestre del 99 in Eurolandia
e nellUe il pil cresciuto dell1%. Nello stesso periodo, in America, cresciuto dell1,4%.

* * *

Marea nera: la Francia accusa lItalia, indagher lUnione europea. Il Rina, il registro navale italiano, avrebbe autorizzato la
petroliera maltese Erika a navigare in pessime condizioni. A fine febbraio il Rina sar
ispezionato approfonditamente dagli
esperti dellUnione. Il portavoce europeo
Gantelet: Abbiamo seri dubbi sul modo in
cui il registro svolge il proprio lavoro.

* * *

Cuba, 100 mila mamme in piazza per Elian.


Insieme con i loro bambini urlavano slogan
contro gli Stati Uniti. Ieri scaduto il termine dellUfficio immigrazione americano
per il ritorno allAvana del piccolo naufrago, ma il tribunale della Florida impedisce
la partenza. Castro minaccia, Clinton cerca
una via duscita.

* * *

Pinochet, Garzn chiede una controperizia


medica con dottori scelti dal tribunale di
Madrid. Ma il ministro degli Esteri spagnolo ha detto che rifiuter di inviare la richiesta a Londra se il giudice non presenter argomenti validi.

* * *

Pulizia etnica, condannati 5 croati per il


massacro di 100 musulmani durante la guerra in Bosnia (Ahmici, 1993). Il tribunale Onu
dellAia ha inflitto pene da 6 a 25 anni di
carcere. Antonio Cassese, presidente della
Corte: Ci siamo trovati davanti a uno degli
episodi pi selvaggi di crudelt.

* * *

Algeria, il governo tratta con gli irriducibili e rinvia lattacco militare. Ufficiali dei
Servizi segreti hanno incontrato Hassan
Hattab, capo di Dawa wal Djihad, uno dei
due gruppi fondamentalisti che rifiuta lamnistia (laltro il Gia).

* * *

Israele vuole radar anti stealth (aerei invisibili), missili Cruise e informazioni dai satelliti spia americani per firmare la pace
con la Siria. Secondo la Cnn, Barak ha presentato a Clinton una lista di armi speciali.
Finora il Pentagono non ha mai voluto rivelare i segreti della tecnologia anti stealth
(neanche agli alleati Nato).
David Levy, ministro degli Esteri israeliano: Parliamo con la Siria, ma non ci dimentichiamo dei palestinesi. Il 20 gennaio
Barak incontrer Arafat a Washington.

* * *

Borsa di Milano. Rialzo deciso per lindice Mibtel: 28.441 (+2,63%). Leuro (1,0225) perde 0,0051 punti sul dollaro.

Francia, trapianto di mani e avambracci. A


Lione unquipe di 50 specialisti, tra cui
quattro italiani, ha riattaccato le braccia a
un trentenne.

Macalusiana/6

Schulziana

* * *

Dice oggi il senatore Emanuele Macaluso: Molti giornali nei titoli sul congresso
Ds hanno messo in rilievo che Veltroni ha
operato uno strappo con Togliatti (la Repubblica). Per farlo, per, Veltroni ha dovuto ricorrere al Togliatti degli anni Trenta quando i socialisti, non solo Rosselli,
erano definiti socialfascisti. Troppo facile.
Dopo quegli anni infatti comunisti e socialisti firmarono tanti patti dunit dazione, fino al 1946, con Saragat fra i firmatari. Lo stesso Veltroni dovendo difendere
la storia del Pci ha dovuto fare un fuggevole riferimento al Togliatti della Costituzione. E con questo Togliatti che, anche
criticamente, occore fare i conti. Veltroni
non a caso si iscrisse al partito rifondato
proprio da questo Togliatti. Ma c di pi:
non si pu esaltare Nilde Iotti come esempio e simbolo del nuovo partito e demonizzare Togliatti; non si pu santificare
Berlinguer che fra gli eredi di Togliatti fu
il pi togliattiano e andare oltre. Ancora
una volta si fanno spericolate operazioni
di immagine senza uno scavo critico-politico e culturale degno di questo nome.
Non sto dicendo che era compito del congresso farlo, ma la disinvoltura con cui se
ne parla ci fa pensare che il forte richiamo
veltroniano a Carlo Rosselli sia frutto della stessa superficialit.

Brown il bambino senza qualit,


Charlie
un ricco campionario di nevrosi e di ansie tipiche degli adulti ma

La Giornata realizzata in collaborazione con Chilometri

Questo numero stato chiuso in redazione alle 19,45

ridotte a scala infantile, il


maldestro risveglio dal sogno americano, indeciso a
tutto, nato perdente al punto di dover cedere il ruolo
di protagonista della strip
al suo cane. La sua vocazione di born loser, di
fallito, si manifesta in una
irriducibile volutt di sconCHARLIE BROWN

fitta, di punizione: soprattutto con Lucy, la


sua domina, la sua padrona in un inequivocabile rapporto sadomasochista. Lucy,
che lo adesca ogni volta con un pallone da
football sistemato il posizione per essere
calciato. E Charlie Brown sa in anticipo che
Lucy allultimo momento tirer via la palla
facendolo cadere lungo disteso per terra.
Anche il suo creatore non stato benevolo
con lui: Schulz agli altri Peanuts ha fatto
qualche concessione grafica, qualche segno
in pi, per Charlie ha usato il compasso per
disegnare la sua faccia facciosa: un rotondo bersaglio per gli strali dellavversa
fortuna, come direbbe Amleto, un Charlie
Brown shakespeariano.

DAL NOSTRO INVIATO

IL CUSTODE DELLA SOSTANZA


E IL CONCERTO DEI DS
COFFERATI AL LINGOTTO cita Gadda (che sarebbe rabbrividito) e Guterres (spagnoleggiando) e raccoglie pi
applausi di Veltroni
(pagina tre)

OGGI NEL FOGLIO QUOTIDIANO

LA STORIA CONFORMISTA
NON PIACE IN INGHILTERRA
CASO IRVING. Due editorialisti liberal-left di Londra sfidano l Holocaust Industry
(pagina tre)

Fronte del retro-palco

I Fantozzi dei Ds alla corte


del mega-Avvocato-galattico
Ospiti di Agnelli, i leader ex Pci (e i
cronisti) imitano il mitico ragioniere
Gli ex comunisti vanno al Lingotto. Non
davanti ai cancelli della fabbrica sconsacrata, ma dietro, attualmente centro congressi. Vanno dal loro influente ospite,
Gianni Agnelli. E i giornali riportano la vicenda con molta sollecitudine, senza accorgersi che la visita dei diessini assomiglia

NOVE COLONNE

piuttosto a un raduno di imitatori del mitico ragioniere Ugo Fantozzi.


Repubblica si diffonde in mille particolari
su quello che accaduto dietro al palco.
E racconta dellesclamazione incantata di
un delegato: Una stretta di mano che vale
quanto una mozione vincitrice. LUnit si
affida a una ricostruzione da Agenzia Novosti: Una buona mezzora di conversazione
amichevole tra chi, con diverse responsabilit, ha lavorato affinch questo Paese potesse crescere e raggiungere obiettivi impensabili solo fino a poco tempo fa. E poi
in un crescendo novostiano: Un saluto ed
un augurio ha portato lAvvocato ad un congresso che destinato a segnare la politica
italiana nei prossimi appuntamenti, a cominciare da quelli elettorali. Il Manifesto
risponde con unaltra specialit da Agenzia
Novosti: ignorando completamente lincontro tra i diessini e lAvvocato.
Sul Corriere della Sera: Il colloquio durato una ventina di minuti ed stato improntato a grande cordialit. Si parlato del
Salone del Gusto che si era tenuto proprio al
Lingotto, non mancato uno scambio di battute sulla Juventus cara a pi di qualche
diessino e lAvvocato ha augurato buon lavoro a Veltroni e ai suoi collaboratori. La
Stampa: Venti minuti trascorsi in un clima
disteso. Inoltre: Nellincontro di ieri, tra i
Ds, pi di tutti ha parlato DAlema, ma anche i numerosi altri presenti il presidente
della Camera Luciano Violante, i presidenti
dei gruppi parlamentari Angius e Mussi, il
ministro del Commercio estero Fassino, il
sottosegretario Minniti, il coordinatore della segreteria Folena, i segretari torinese Nigra e quello regionale Marcenaro hanno
quasi tutti contribuito con battute, brevi interventi. Purtroppo non dato sapere chi,
dei quasi tutti, ha allietato lincontro con
salaci battute e saporosi interventi interrompendo ripetutamente Sua Eccellenza
Massimo DAlema. Si sa solo che hanno parlato male di un certo Ferrara, vecchia conoscenza dei cancelli della Fiat. Boh!
Ma sulla Stampa si riferisce anche che Nostradamus esiste e, previdente comera, era
gi tutto dalla parte di Sua Eccellenza Massimo DAlema. Infatti scritto che Ernesto
Olivero, definito da Panorama fondatore
del Sermig, la multinazionale della carit
con sede a Torino, ha ricordato di aver
parlato con DAlema il primo maggio del
1997 e di aver profetizzato allallora segretario Ds: Presto diventerai presidente del
Consiglio. Racconta ancora Olivero: Quando gli dissi questa cosa, DAlema sgran gli
occhi, si mise a ridere e si blocc. Olivero
continua il suo racconto: Il 5 dicembre 98
vado a Palazzo Chigi, quando DAlema era
diventato presidente del Consiglio e lui scrive sul mio diario: eccomi qua dove la profezia di Ernesto mi aveva collocato da gran
tempo. Poi ha detto la sua DAlema: Quando Olivero preconizz che sarei diventato
presidente rimasi davvero stupito ma questa la prova che non stavo tessendo alcun
complotto.
Dunque Bruno Vespa aveva ragione: ma
prima di lui aveva avuto ragione Nostradamus. Continua DAlema: Certo, la mia ascesa a Palazzo Chigi era tra le cose possibili e
comunque quella previsione dimostra che
oltre a saper fare profezie Olivero capisce
anche di politica. Nostradamus ci azzeccava, pi o meno come Ferrara. Ed esiste anche DAlema, che avr perdonato i dirigenti diessini che lo hanno interrotto durante il
caldo, fraterno, sereno, dolce, sensuale, sessuale, incontro con lAvvocato al Lingotto.
Dentro, non al freddo fuori dai cancelli.

SABATO 15 GENNAIO 2000 - L.1500

Asia e Pacifico
La Cina scopre la via giudiziaria
alle riforme. In Indonesia
lEsercito perde peso politico
IL PREMIER ZHU RONGJI SI LIBERA degli
oppositori con laiuto dei magistrati
La lotta politica si sposta nei tribunali, ma
in Cina a farne le spese sono i vecchi boss del
Partito comunista. Alle spalle del grande inquisitore, Wei Jianxing, c il primo ministro
Zhu Rongji, tecnocrate, riformatore, impegnato a liberalizzare leconomia per inserirla nella globalizzazione. Wei, dopo avere colpito il capo del Partito comunista di Pechino,
Chen Xitong, ha raggiunto un altro obiettivo:
lex governatore della regione autonoma di
Guangxi ed ex vicepresidente del Parlamento, Chen Kejie, agli arresti domiciliari fin dallo scorso agosto, stato tradotto in carcere
con laccusa di corruzione e di acquisto di cariche politiche. Chen era riuscito finora a
sfuggire al destino dellex vicepresidente della regione di Guangxi, Xu Bingsong, condannato allergastolo, e di Li Chenglong, leader
del partito della citt di Yulin, condannato a
morte. Chen, che era riuscito ad accumulare
milioni di dollari, contava sulla protezione
dellex premier Li Peng, esiliato adesso alla
presidenza del Parlamento, e di Ding Guangen, il potente capo dellorganizzazione propagandistica del partito. Fino allultimo, poi,
ha sperato in un intervento a suo favore del
presidente della Repubblica, Jiang Zemin,
ma il premier Zhu Rongji ha fatto pesare tutta la propria autorit e il giudice Wei
Jianxing lha spuntata, facendo incarcerare
Chen. Secondo molti osservatori, loperazione mani pulite solo agli inizi e altri boss
del partito cadranno. Ci significa che il riformismo di Zhu Rongji sta sconfiggendo con il
ricorso alla via giudiziaria le resistenze dei
conservatori annidati nelle alte sfere del potere. E anche in funzione di questa lotta per
il potere che devono essere inquadrate le polemiche suscitate dalla repressione della setta Falun Gong e la pi recente fuga del piccolo Buddha in India. In entrambi i casi viene messa in dubbio la capacit di Zhu di far
fronte alla dissidenza religiosa e di tenere
sotto controllo il Tibet e in entrambi i casi ci
sono riflessi internazionali: il tema della libert religiosa riguarda i rapporto con gli
Usa perch ravviva nel Congresso lopposizione alla politica filocinese di Bill Clinton;
la fuga del Karmapa Lama rischia invece di
incrinare le buone relazioni con lIndia.
NELLAEREO INDIANO DIROTTATO viaggiava un uomo del controspionaggio di Delhi
Secondo fonti indiane, nellaereo dirottato
il 24 dicembre dagli estremisti islamici viaggiava, senza essere stato riconosciuto, anche
Shashi Bhushan Singh, funzionario del servizio di controspionaggio indiano che svolgeva
le sue mansioni presso lambasciata dellIndia a Katmandu, capitale del Regno del Nepal, dove i dirottatori salirono a bordo. La
presenza di Shashi Singh a bordo sarebbe
stata la ragione principale per cui il governo
di New Delhi decise di non dare lassalto allaereo durante la sua sosta a Amritsar, in territorio indiano, rassegnandosi alla trattativa.
IL NUOVO GOVERNO SUDCOREANO ottiene la fiducia del Parlamento
Il presidente sudcoreano Kim Dae-Jung ha
ottenuto un primo successo politico in vista
delle prossime elezioni parlamentari grazie
al voto di fiducia accordato dal Parlamento al
suo nuovo primo ministro, Park Tae-Joon, che
ha introdotto nella compagine governativa
personaggi provenienti dal mondo delleconomia e dellaccademia. Il nuovo ministro
dellInterno, ad esempio, il rettore dellUniversit Yosu, Choi In-Kee, e questo rappresenta un altro segnale di apertura alla societ
civile e di allontanamento dai decennali condizionamenti dei militari. Il presidente Kim,
democratico e perseguitato dal regime militare, fu eletto nel 97, nel peggiore momento
della crisi economica. Lasci tuttavia al suo
posto il premier Kim Jong-Pil, del Partito dei
liberaldemocratici uniti (Uld), che ha guidato la ripresa e ora torner a occuparsi del
partito in vista delle elezioni del 13 aprile, da
cui dovrebbe uscire un Parlamento con una
maggioranza favorevole al presidente Kim.
A GIACARTA IL PRESIDENTE WAHID riduce il potere dei militari per isolare Wiranto
I recenti disordini nelle Molucche, che
hanno consentito a diversi militari di alzare
la voce, hanno spinto il nuovo presidente indonesiano Abdurrahman Wahid a prendere
una decisione che mira a ridurre il loro potere e a isolare il generale Wiranto, che nel
governo coordina gli Affari politici e della Sicurezza. Wahid ha rimosso il portavoce delle
Forze armate, generale Sudrajat, alleato di
Wiranto, che indagato per violazione dei diritti umani a Timor Est. Sudrajat voleva la
proclamazione della legge marziale nella
provincia di Aceh, ma Wahid ha rifiutato, dichiarando che i conflitti religiosi non si sarebbero risolti per quella strada. Sudrajat si
era spinto oltre, dichiarando che Wahid non
aveva il diritto di interferire nelle questioni
militari, e aveva velatamente minacciato un
colpo di Stato. Laconica ma significativa la
giustificazione del presidente: Abbiamo bisogno di sostituire gli ufficiali non affidabili.
Il nuovo portavoce, Graito Usodo, viene dallAeronautica, cos come il nuovo direttore
dei Servizi dinformazione, Ian Halim Perdanakusuma, mentre dalla Marina proviene il
nuovo comandante in capo delle Forze armate, ammiraglio Widolo. Questi incarichi
erano tradizionalmente appannaggio dellEsercito, punto dappoggio dellex presidente
Suharto e poi di Habibie.

La mossa del gattopardo

Gates si fa in due, prima


che qualcuno spacchi
la sua Microsoft in tre
Passo indietro del tycoon diventato
antipatico. Steve Ballmer, socio di
tutta la vita, pu battere lAntitrust

Wall Street premia il coraggio


New York. Tu vuoi dividermi in tre e io mi
dimezzo, anzi mi sottraggo e sparisco mentre
medito vendetta. Potrebbe essere il mantra
sortito dalle ultime riunioni segrete dei cervelli di Microsoft , gattopardi inconsapevoli
alla ricerca del cambiamento per non dover
cambiare. Il coup de thtre arrivato in una
Wall Street cos euforica, Microsoft o no, da
portare in trionfo Bill Clinton opportunamente presentatosi in visita. Laltro Bill, il gigante oggi un po ammaccato Gates, si era
presentato gioved sera con leterno maglione girocollo e la faccia da adolescente che invecchia ma non cresce, e ha annunciato che
lascia lincarico di chief executive al collabore di ventanni, Steve Ballmer, proprietario di
una quota del 5%, per dedicarsi da president a pensare e progettare il futuro del
software. Ieri Wall Street, sempre pi euforica anche perch Alan Greenspan, presidente della Federal Bank e grande Sibilla
delleconomia, ha detto che linflazione sotto controllo e il rialzo dei tassi sar minimo
ha premiato il coraggio con un rialzo record
del titolo Microsoft, che era sceso da 1,7 a 1,2
ed andato a 1,9.
La mossa davvero geniale:
finanza e giornalisti, che si
dibattevano fra soffiate di
smembramento imminente
della Microsoft a opera del
governo e altre di sconfitta
definitiva a opera del rivale
Aol , hanno accusato la sorpresa anche se non sono caSTEVE BALLMER duti nellinganno. Steve Ballmer, infatti, perfetto per
cambiare immagine e trattare meglio di Bill
Gates, proprio perch non Bill Gates. Non
gli assomiglia nenache un po. E robusto e veste sempre in giacca e cravatta quanto Gates
sempre magro e veste casual. E quasi calvo
mentre laltro pieno di capelli. Si sono conosciuti a Harvard, da dove Gates usc prima
della laurea perch si annoiava mentre Ballmer percorse orgoglioso lintero cursus honorum, compresa squadra di football e rivista
del campus, da vero figlio di poveri immigrati. Dal 1980 i due sono stati la Microsoft, nel
senso che Gates faceva la testa e Ballmer il
cuore e lanima. Oggi il secondo va meglio
proprio perch rimasto sempre in ombra,
perch, come dicono gli amici grande e
grosso, caciarone, allegro e guascone, perch quando Bill Gates dice qualcosa di oltraggioso o di falso, hai la netta impressione
che ci creda, con Steve Ballmer lopposto,
pi strilla pi chiaro che lui per primo non
la beve. In questo caso bisogna strillare indignati e far finta di continuare a non capire
quali siano le accuse che il governo federale
e 19 Stati hanno mosso alla Microsoft, che il
giudice ha confermato, che un giudice-arbitro
di Chicago sta cercando senza troppo successo di comporre in un compromesso onorevole. Secondo il quotidiano Usa Today, la decisione finale sarebbe una bella divisione in
tre aziende del tutto indipendenti luna dallaltra: la prima per Windows, i sistemi operativi, la seconda per i programmi, la terza
per servizi e assistenza. Sarebbe una decisione senza scrupoli e irresponsabile, ha detto subito il nuovo Ceo, e ha fatto capire di avere pronto un accordo segreto e pi onorevole.
La minaccia delle baby-bills
La minaccia delle baby-bills, come un
tempo nacquero dalla punita azienda telefonica AT&T le baby-bells, non ha fatto bene
alle azioni di Microsoft, ma non vero, come
pure stato scritto soprattutto dai giornali
europei, che il vero smacco sia venuto dalla
fusione tra Aol e Time Warner. Certo, unazienda che era pi piccola e fragile ora si
comprata riviste, cinema, televisione, servizi
finanziari, negozi di qualunque genere on line; parso
che il mondo si rivoltasse e
Seattle perdesse il primato.
Un esempio: importanti fabbriche di computer, come la
Compaq, la Dell e la Ibm,
non si sentono pi obbligate
a montare Windows e a imporlo agli acquirenti, piuttoBILL GATES
sto stanno scegliendo Linux,
un sistema operativo completamente libero. C di peggio: nel 1993, Bill
Gates invit a Seattle il giovane Steve Case e
gli fece una munifica offerta. America on line
era solo il numero tre in Internet e sembrava
facilmente comprabile. Dammi almeno il
20%, spieg Gates a un Case che gli sembr
un impiegatuccio, senn entro nel business
da solo e ti distruggo. Limpiegatuccio disse di
no e fece bene.
Ma il mercato del software resta enorme
quanto quello del contenitore, e non vero
che dal successo di Aol derivi il fallimento di
Microsoft. Al contrario, laccusa di monopolio
e la richiesta di smembramento diventano
pi difficili ora che stata consentita la fusione di un gigante tanto minaccioso. Per ogni
evenienza, di aziende Bill Gates ne ha fatte
due: quella diretta da lui, laltra in mano al fido Ballmer. Che sar cattivissimo nel denunciare oltre che morbido nel trattare. Se lo pu
permettere perch non Bill Gates.

ANNO V NUMERO 12 - PAG 2

Vite parallele
Albert, che fugg dalle aggressioni
della cronaca. Bruno, che fugg
dalle persecuzioni razziali
Albert Shammah
Sulla costa sud occidentale dellIndia, nella regione storica del Malabar, nello Stato
moderno del Kerala, dove i comunisti vincevano le elezioni, agonizzava una delle pi antiche comunit ebraiche dellera della diaspora. In un lontano passato un raja aveva
concesso alla comunit una piccola terra da
governare. La comunit aveva rispettato i
termini della concessione, scritti su lastre
doro, conservate in una piccola, antica sinagoga. Allinizio degli anni Settanta i pochi superstiti progettavano di trasferirsi in Israele.
Cercavano di aggirare le dure leggi valutarie
per portare fuori dal paese quei pochi dollari che avevano messo da parte. Bast pronunciare il nome di Albert Shammah perch
uno di loro affidasse il suo gruzzolo a due
sconosciuti vestiti da hippie. Bast pronunciare il nome di Albert Shammah per essere
ammessi a salire i gradini di una scala di legno scorante di una vecchia casa della vecchia Delhi, per essere accolti nella casa di
un commerciante mussulmano di pietre preziose, per essere invitati alla sua mensa,
mentre le donne di casa mormoravano e ridacchiavano dietro la tenda che divideva in
due la stanza. Bast quel nome per ottenere
senza alcuna garanzia un favore, per avere il
privilegio di essere presentati alle donne
senza velo. Albert Shammah era nato ad
Aleppo, era nato ebreo allombra della possente cittadella mussulmana. Era nato quando i turchi se ne erano gi andati, quando la
Siria era gi stata affidata alla Francia. Da
ragazzo prese la strada del Giappone. Part
con una valigia di cartone, due princpi e un
obiettivo: mantenere la parola data, imparare la lingua del paese, arrivare presto alla solidit economica. Dopo un mese risiedeva
nel migliore albergo di Tokyo, cominciava a
parlare la lingua, si era fatto una fama di
partner commerciale astuto ma onesto.
Oper in molte parti del mondo. Quando finalmente si stabil a Milano era un uomo ricco, a perfetto agio nel mondo degli affari, un
po spaesato nel mondo moderno. Visse appartato, ignor la mondanit e la cronaca.
La cronaca lo aggred. Una volta sotto forma
di un goffo tentativo di rapimento da parte di
un gruppo scalcinato di aspiranti guerriglieri. Fin bene, ma Albert Shammah si risolse
a lasciare Milano e trasferirsi a Ginevra.
Unaltra volta sotto forma di unaccusa infamante per un uomo che aveva sempre sostenuto di commerciare in tutto, tranne che in
strumenti di morte. Fu ascoltato e scagionato. Sfortuna volle che il presidente del consiglio Bettino Craxi gli testimoniasse in una
lettera la propria fiducia. Era la testimonianza di un legame daffetto, di un rapporto
di stima. Fu letta invece come uno strumento di pressione per soffocare le indagini. Fu
interpretata invece come prova del coinvolgimento di Craxi in traffici loschi. Albert
Shammah si rinchiuse a Ginevra, continu a
gestire nel suo lavoro di banchiere quel patrimonio di fiducia che si era conquistato
con una vita di lavoro, che il vento della calunnia non poteva disperdere. E morto sabato 8 gennaio.
Bruno Zevi
La voce di Giustizia e Libert che arrivava
in Italia sulle onde radio era la voce di Bruno Zevi. Partiva da una villa georgiana immersa nella campagna inglese che Bruno Zevi non sarebbe mai pi riuscito a ritrovare, a
localizzare. In Inghilterra Zevi era giunto dopo una fortunosa traversata dellAtlantico, su
una corazzata americana impegnata a evitare la caccia dei sottomarini tedeschi. Nato
nel 1918, aveva studiato a Roma. Ebreo, aveva militato nei Guf. Le leggi razziali lo avevano costretto a rivedere le sue posizioni, a riparare in America. In America aveva pubblicato Quaderni
Italiani, si era laureato in architettura con Walter Gropius,
il fondatore del Bauhaus. Aveva
frequentato con Aldo Garosci la
Mazzini Society. Tornato in Italia aveva militato nel Partito dAzione. Dopo avere combattuto i fascisti, si era opposto al settarismo
dei comunisti. Aveva insegnato a Venezia e a
Roma, si era dimesso prima della pensione.
Aveva pubblicato. Saper vedere larchitettura (1948) era stato tradotto in 21 lingue. Gli
articoli pubblicati su Cronache e
sullEspresso, raccolti da Laterza in venticinque volumi, rendono conto del dibattito
sullarchitettura e lurbanistica della seconda met del secolo. Testimoniano la passione civile di Zevi, capace di dimettersi dallEspresso per le posizioni contrarie a Israele
prese dal giornale in occasione della guerra
dei Sei giorni, capace di tornare dopo che il
giornale ebbe smussato il suo punto di vista.
Bruno Zevi era stato al centro di ogni battaglia civile, si era candidato per il Psi (1983),
era stato eletto con il Partito radicale (87).
Del Pr era stato presidente, era presidente
onorario. Sempre critico, sempre propositivo. Fino a domenica 9 gennaio.

OGGI Al nord cielo generalmente nuvoloso con possibili piogge. Da nuvoloso


a molto nuvoloso al centro e sulla Sardegna con rovesci locali. Al sud e sulla
Sicilia cielo coperto.
DOMANI Nuvoloso al nord con deboli piogge. Al centro e sulla Sardegna
cielo nuvoloso con addensamenti consistenti sul versante tirrenico. Cielo variabile al sud e sulla Sicilia.

IL FOGLIO QUOTIDIANO

SABATO 15 GENNAIO 2000

SOMMERSI E SALVATI PARLANO AI VINCITORI DS/ 1

Del Turco e il dolore della memoria. Gli ultimi giorni del Psi
ERAVAMO CRIMINALIZZATI. FU UNINFAMIA E IN PRIVATO LO RICONOBBERO IN MOLTI, ANCHE DALEMA. MA IN PUBBLICO
Roma. Pacificazione? Riconciliazione? Come si fa a imboccare questa strada
se prima non sar ricostruita con i criteri
della verit quella parte della storia dItalia che cominci nel 1992 e culmin nella rappresentazione di Bettino Craxi come il capo dei ladri e di Giulio Andreotti
come il capo dei mafiosi? A chiederlo
Ottaviano Del Turco, presidente della
commissione parlamentare Antimafia.
Che aggiunge: Andreotti ha smesso per
fortuna di essere il capo dei mafiosi, ora
che stato assolto: cosa che non sarebbe
probabilmente avvenuta due o tre anni fa,
quando le critiche al ruolo e alla gestione
dei pentiti erano ancora considerate una
specie di attentato alla giustizia. Perch
Craxi deve rimanere il capo dei ladri?.
I molti nemici di Craxi
Perch Craxi stato condannato, rispondono i suoi nemici. Che sono ancora
tanti, anche dopo il messaggio pubblico di
auguri del capo dello Stato, Carlo Azeglio
Ciampi, quello riservato di Massimo DAlema e la visita di Francesco Cossiga ad
Hammamet. E che sfidano gli altri a tentare la strada dellamnistia per cancellare gli effetti delle sentenze e dei processi
ancora in corso contro lex segretario socialista. Fui io a proporre per primo
lamnistia nel 1993. Ma oggi essa non basta
pi. Avrebbe solo leffetto di fotografare
la situazione come maturata da allora.
Non ristabilirebbe la verit.
E quindi preferibile la revisione dei
processi, viste anche le maggiori garanzie
imposte dal nuovo articolo III della Costituzione? Sarebbe la strada pi lunga. E
potrebbe rendere giustizia solo alle vittime pi illustri, peraltro in una drammatica rincorsa fra i tempi processuali e la
vita degli imputati. No. La strada pi rapida e lineare quella che abbiamo a
lungo proposto e alla quale solo ora DAlema ha finalmente aperto: la commissione dinchiesta parlamentare sul Finanziamento della politica. Desta ammirazione la rapidit con la quale vi hanno provveduto i tedeschi alla prima insorgenza di
accuse e indagini sul finanziamento della
loro politica. Non c altra strada. C un
pezzo di questo paese che stato scandalosamente privato troppo a lungo del diritto di cercare la verit su determinati
problemi. Alla senatrice Daria Bonfietti
stato sempre riconosciuto il diritto, naturalmente giustissimo, di occuparsi della
strage di Ustica, come parente di una delle vittime e come parlamentare. Al popolo socialista stato a lungo negato il diritto di sapere che cosa accaduto al suo
partito. Mi sembra assurdo.
E anche vero per che il Partito socialista, come pure la Dc e altre formazioni

sgominate dalla valanga giudiziaria di quegli anni, ha fatto poco per salvarsi. O almeno questa limpressione che ha dato. Non
stato proprio lei, per esempio, a scioglie-

lei ha rimproverato ai post comunisti gli


esami del sangue imposti ai socialisti in
questi anni. A che cosa si riferiva, in particolare? Per le elezioni del 1994, quando

Il presidente della commissione Antimafia pensa che lamnistia non basti


pi: Ora bisogna ristabilire la verit. Sciogliere il partito fu una tragedia
Il prezzo (alto) pagato dal Si per il rifiuto di aderire alla Cosa 1. Breve
storia di un quadro regalato da Guttuso a Nenni e inseguito dalla Gdf
re nel 1994 il Psi, del quale pertanto ha
scelto di essere, come ultimo segretario, il
liquidatore? Fu unincombenza dolorosa,
che mi pesa ancora come una tragedia. Ma
non cerano alternative. Gravavano peraltro sul partito debiti per trecento miliardi.
Dovemmo chiudere il Psi per continuare a
vivere come Si (Socialisti italiani). Era il
mese di novembre. Quello dei morti. Faceste il funerale reclamato dai comunisti.
Non esattamente. Venne a quel congresso
DAlema per chiederci: cari compagni socialisti, volete un consiglio? La platea rispose gridando noooo. E qual era il consiglio, che naturalmente lui vi ha dato lo
stesso? Di non imboccare la strada di un
nuovo partito. Voleva che aspettassimo la
sua Cosa due per aderirvi. E vi fece pagare il rifiuto? Certamente.
Botteghe Oscure presenta il conto
In effetti i collegi uninominali maggioritari strappati alle Botteghe Oscure dai
socialisti nelle elezioni di marzo del 1994
si ridussero drasticamente nelle elezioni
del 1996. Gi. Io inoltre fui punito per eccesso di autonomismo passando da candidato alla Camera a candidato al Senato.
In compenso per diventato presidente
della commissione bicamerale Antimafia.
Ma perch il loro primo candidato.
Quello cio dei pidiessini? S, Pino Arlacchi, aveva difficolt a passare anche in
casa sua. E lei invece poteva contare sullaiuto del Polo di centrodestra. Pi semplicemente, il Polo non mi riserv, magari
per ritorsione, il trattamento riservato dai
comunisti nella precedente legislatura alla candidata dellallora maggioranza, che
era Tiziana Parenti. Giocarono a mio favore posizioni garantiste abbastanza note,
che ho continuato scrupolosamente a seguire anche dopo lelezione a presidente
della Commissione. Spesso fra le proteste
e i mugugni di molti diessini, come in occasione delle critiche alluso disinvolto
dei pentiti contro il capo dellopposizione,
presentato addirittura in alcuni verbali
giudiziari come organizzatore oppure come mandante degli attentati dinamitardi
del 1993.
Al recente congresso dello Sdi, a Fiuggi,

trattammo la partecipazione alla coalizione dei progressisti, ci furono rifiutate candidature come quelle di Enrico Manca,
che pure da presidente della Rai aveva regalato al Pci una rete televisiva, e di Fabrizio Cicchitto, che pure era stato nel Psi

tra i pi attenti verso levoluzione dei comunisti italiani. La caccia al candidato socialista era lo sport praticato da tutti. In
pi, tornati alla Camera con 18 deputati, ci
fu negata la costituzione del gruppo al di
sotto dei venti parlamentari richiesti dal
regolamento. Ci fu una lettera di Giorgio
Napolitano al presidente di Montecitorio,
Irene Pivetti, in cui si prendeva posizione
contro la deroga al regolamento perch
ci avrebbe prodotto frazionamento politico. Eppure eravamo pronti a eleggere come capogruppo un compagno del quale,
come i fatti hanno poi dimostrato, i comunisti potevano fidarsi: Valdo Spini, confluito fra i diessini.
Nonostante questi precedenti, dopo
qualche mese scioglieste il Partito socialista. Non fu unimprudenza? Potevamo,
certo, rinunciare a combattere, piuttosto
che difendere in condizioni cos disperate
la nostra tradizione. Alcuni di noi pensarono che si dovesse invece resistere. E
francamente non me ne pento. Non ci sia-

mo fatti cancellare. Ma da 18 deputati dopo due anni vi fecero scendere a otto. Insisto: non era meglio rifiutare lo scioglimento del Psi? Le voglio allora raccontare un episodio per far capire la situazione in cui ci trovavamo.
La necessit di restare a sinistra
Sentiamo. Nella sede del Psi disponevamo di un quadro di Renato Guttuso regalato a Pietro Nenni in memoria della figlia Vittoria. Volendolo salvare dai rischi
che per via dei debiti incombevano sul patrimonio del partito, telefonai una mattina
al direttore di un museo milanese offrendoglielo come dono dei socialisti italiani
ai cittadini di Milano. Dopo sei ore si present nella sede del partito una pattuglia
della Guardia di Finanza per sequestrare
il quadro, che si salv solo perch situato
nella mia stanza, dove, trattandosi dellufficio di un parlamentare, non si poteva
procedere senza lautorizzazione della Camera. Consapevole del fatto che tutto era
nato dalla intercettazione della telefonata
della mattina, chiesi al maresciallo della
Finanza, perch lo riferisse al magistrato,
se non dovesse ritenersi uninfamia impedire il regalo di un quadro cos significativo per la tradizione socialista a un museo.
Questo era il clima in cui ci avevano condannati a muoverci. Contrastare quel clima era come sopravvivere al bombardamento di Coventry. Le bombe ci cadevano
addosso da tutte le parti. Eravamo criminalizzati. Molti comunisti, fra i quali DAlema, in privato riconoscevano questa infamia, ma in pubblico non facevano nulla
per impedirla.
Non era allora pi naturale schierarvi
contro di loro, i cosiddetti vincitori della
campagna giudiziaria, collegandovi con il
centrodestra? La necessit di stare dove
i socialisti stanno in tutto il mondo, cio a
sinistra, era ed irrinunciabile. Il giorno
in cui dovessi vedere che non pi possibile condurre da questa parte la battaglia
per la difesa dellidentit e dellautonomia
socialista, me ne andrei a casa, piuttosto
che cambiare campo. E qui, nel nostro
campo, intendiamo fare la nostra parte
con fermezza. Abbiamo appena dimostrato che non moriamo dalla voglia di stare
nel governo.
Eppure nella rappresentazione del presepio socialista di Fiuggi lhanno collocata fra i morbidi, a disagio per la rottura col
premier DAlema. Che sciocchezza! Credevo di avere dato anche come presidente
dellantimafia una prova eloquente di come intenda la difesa dellidentit socialista. Natale in casa Cupiello e Gli esami
non finiscono mai sono un po lo specchio
della coscienza nazionale. Io guardo e imparo.

NON HO RUBATO MA SONO STATO UMILIATO/2

Forlani dalla gogna spiega la spirale del capro espiatorio


Roma. Nel concedergli il cosiddetto affidamento ai servizi sociali, come misura alternativa al carcere per laffare Enimont, il
tribunale di sorveglianza di Milano ha riconosciuto ad Arnaldo Forlani la probit.
Pi in particolare, ha riconosciuto che non
sono passati soldi per le sue mani, non
avendo gestito lui i finanziamenti arrivati

Ora in affidamento ai servizi


sociali. Il tribunale di sorveglianza
ha per riconosciuto che i soldi
non passarono per le sue mani
alla Dc quando ne era il segretario politico. Gli chiedo come si trova nel suo attuale
impiego, chiamiamolo cos, e se il riconoscimento della probit gli stato e gli
quanto meno di conforto.
Come sempre, Forlani piuttosto sereno, e anche ironico. Dice che per lui non ci
sono gerarchie professionali, per cui un
impegno vale laltro. Ritiene per del tutto ingiuste e immotivate le sentenze di condanna nei suoi confronti. Sui tre gradi di
giudizio, che lo hanno portato alla condanna definitiva che sta scontando, dice che
per lui ci sono stati tre gradi di pregiudizio. E sostiene che proprio il suo caso dovrebbe far aprire gli occhi sulle distorsioni avvenute in sede giudiziaria in materia
di finanziamento ai partiti.
Qualche strano aspetto processuale
Gli ricordo che gi su questo giornale
stato rilevato a suo tempo, a proposito della sua vicenda giudiziaria, qualche aspetto
processuale piuttosto strano, anche nella
fase conclusiva della Cassazione. Forlani
non ne vuole parlare ora, ma conferma che
il collegio giudicante in Cassazione fu cambiato in modo precipitoso, a udienza aperta. Gi in quel servizio giornalistico molto
dettagliato si annotava che nel collegio giudicante modificato erano rimasti per al
loro posto certi magistrati che guarda caso si ritrovano nel libro Toga rossa dellex sostituto procuratore di Roma Francesco Misiani: magistrati che con empito rivoluzionario e purificatore ai tempi della
rivoluzione culturale andavano ad assistere ai processi sommari nella Cina comunista e ne tornavano convinti che lItalia
avesse bisogno di qualcosa di analogo. Forlani non parla di complotto, dice che a suo
avviso c stata una linea mirata ad assecondare, e interpretare in chiave giudiziaria, la transizione politica. E il caso di Andreotti solo spiegabile in questo quadro,
anche se lex presidente del Consiglio
riuscito a essere assolto.
Come giudica il dibattito proposto da sinistra per la pacificazione o conciliazione
nazionale e le prospettive della commis-

sione dinchiesta parlamentare su Tangentopoli? Sono proposte generiche che andrebbero precisate. Comunque laspetto
essenziale della questione di verificare
le distorsioni oggettive. Ad esempio, sul finanziamento dei partiti ci sono state o no
procedure e interpretazioni difformi?.
Nella conferenza stampa del 29 dicembre Massimo DAlema, pur avendo appena
aperto la commissione dinchiesta parlamentare, ha detto che non vuole lamnistia
e che il problema pressoch irrilevante,
perch praticamente non ci sono state condanne per i finanziamenti irregolari ai partiti. Chiedo allex segretario della Dc se
non gli sembra unaffermazione singolare,
vista la sua posizione giudiziaria. S,
unaffermazione fatta sovrappensiero, ri-

IL RIEMPITIVO
di Pietrangelo Buttafuoco

AGENZIA
PADRE SCAVUZZO. In sostituzione al
motto di don Lorenzo Milani I care proposto da Walter Veltroni
come slogan delle greggi socialdemocratiche, padre Scavuzzo, reverendo parroco
di Carrapiti, ha proposto ai suoi devoti
parrocchiani il seguente motto: Cu futti,
futti, Dio perdona tutti.
sponde sorridendo. E lo fa probabilmente
anche a nome degli altri segretari dei vecchi partiti di governo condannati con questa imputazione, con laggiunta di Umberto Bossi e Claudio Martelli. Il finanziamento dei partiti non reato chiarisce
Forlani a condizione che vengano seguite certe procedure, ed nella valutazione
di queste che si sono aperti gli spazi per interpretazioni difformi. Sono in molti a pensare che siano stati usati pesi e misure diversi. Per essere concreti, prendiamo il
mio caso: io sono stato condannato per avere indirizzato al segretario amministrativo
chi voleva dare un contributo al partito, in
buona sostanza per avere agito nel modo
pi corretto. Se avessi agito diversamente,
in modo cio scorretto, probabilmente non
sarei nemmeno stato chiamato in giudizio.
Infatti analogo contributo, di un miliardo, fu portato alle Botteghe Oscure, ma su
questo si evitato di indagare perch non
si sa da chi il povero Raul Gardini fosse stato ricevuto. E cos? E un fatto che non ha
mai avuto smentite convincenti, commenta Forlani. E aggiunge: Ricordo una sentenza con la quale il tribunale, mi pare di
Reggio Emilia, ha scagionato il segretario
del Pds dallaccusa di avere indotto una
Interviste di Francesco Damato

cooperativa a finanziare il partito. Giustamente la motivazione del proscioglimento


sottolinea che, anche se DAlema avesse
sollecitato il finanziamento, non per questo
avrebbe dovuto ritenersi responsabile di
un reato. Non si pu non essere daccordo,
ma come la mettiamo con la mia condanna? Ecco i due pesi e le due misure. Poich
non penso di essere stato il solo a subire un
certo trattamento, mi pare che una riflessione onesta su quanto accaduto andrebbe fatta. Per i segretari amministrativi, poi,
tutti ora sanno che taluni adempimenti, anche per la struttura di cui disponevano, erano pressoch impossibili. E allora che senso hanno certe condanne?.
Forlani si riferisce, in particolare, alle
norme relative alla doppia firma, di chi offre il contributo e di chi lo riceve, presso
lapposito ufficio della Camera. Si riferisce
inoltre alla verifica, da parte dei partiti,
delle deliberazioni dei consigli di amministrazione per i contributi delle societ.
Incontrastate pressioni settarie
Se c stata unamministrazione della
giustizia non imparziale, che ha peraltro
distorto la vicenda politica, basterebbe
unamnistia a sanare in qualche modo la
situazione? I danni portati non sono riparabili, ma se ci fosse almeno una dimostrazione di buona volont nel ristabilire criteri obiettivi di giudizio sulle persone e
sulle vicende del passato, questo probabilmente aprirebbe la strada a un confronto
utile fra i partiti, e anche nel paese.
Secondo Forlani questo rovesciamento
della verit avvertito da una vasta opinione democratica ed una della ragioni
della disaffezione politica ed elettorale.
Ma DAlema sostiene, come ha fatto nella

conferenza stampa di fine anno, che gli italiani sono in pace con se stessi, non avvertirebbe il problema della pacificazione.
Intanto per crescono le astensioni e anche il voto di protesta, osserva lui.
Gli chiedo se, dopo le esperienze fatte,
consiglierebbe a Bettino Craxi di rientrare
in Italia e sottoporsi al giudizio e alle pene

Sono stato condannato dopo


tre gradi di pregiudizio. Visto il
clima, Craxi deve pensare alla
salute, non ai giudici
dei tribunali italiani. Mi risponde che il solo consiglio che potrebbe dargli ora scontato, e riguarda la sua salute. Per come
lho conosciuto, penso che non avrebbe
mai lasciato lItalia se non avesse avuto la
certezza di un clima artefatto, alimentato
da pressioni settarie ormai incontrastate.
La manifestazione organizzata davanti al
suo albergo era praticamente un linciaggio
politico, dice ricordando gli insulti e le
monete lanciate contro lex segretario socialista nel 1993, dopo che la Camera aveva negato non tutto, come si suole scrivere,
ma alcune delle autorizzazioni a procedere contro di lui chieste al Parlamento dalla magistratura.
Se questo clima e queste storture si sono
determinate, non crede che ci siano state
responsabilit a tutti i livelli? E una domanda giusta risponde Forlani ma non
c una risposta semplice. Qualche tentativo c stato, subito irretito per da uno stato di diffusa soggezione. Ci sono periodi di
maggiore trasformismo nei quali lo spirito
di adeguamento, diciamo cos, soffia pi
forte. Si alimenta anche per questa via la
tendenza a scaricare difficolt, colpe e
contraddizioni attuali sul passato, su vittime sostitutive. In fondo la invenzione del
Caf, che la sigla di una presunta associazione di potere fra Craxi, Andreotti e
lui, ha avuto a che fare con qualcosa del
genere. Osservo che oggi sembra Berlusconi il capro espiatorio che la sinistra cerca di immolare. Forlani risponde che listinto degli avversari pi accaniti probabilmente questo, ma nessuno pu dire come la contesa finir, per cui alla fine la
vittima sacrificale potrebbe essere qualcun altro.
E una spirale regressiva quella della
caccia al capro espiatorio, non da paese
normale, direbbe DAlema. Epper se il
clima non cambier e non si affermeranno
criteri pi corretti e metodi pi civili di
confronto avverte Forlani la lotta politica, il bipolarismo e le varie alternanze
non usciranno in Italia dai riti tribali,
quelli appunto ricorrenti del capro espiatorio.

Cinema
Unambulanza paranoica impazza
a New York. E un samurai di
colore strizza locchio alla mafia
AL DI LA DELLA VITA di Martin Scorsese,
con Nicolas Cage, Patricia Arquette, John
Goodman, Ving Rhames, Tom Sizemore, Aida
Turturro
Martin Scorsese sta al cinema come
Dante alla letteratura scrive il New York
Times, celebrando lultimo viaggio del regista nellinferno di Manhattan. Un quarto
di secolo passato da Taxi Driver, dice
il calendario, ma sullo schermo gli anni sono solo 15. Al di l della vita torna allinizio degli anni 90, prima che il sindaco
Rudolph Giuliani ripulisse la citt da barboni, spacciatori e prostitute bambine. Lo
sceneggiatore sempre Paul Schrader, da
un romanzo di Joe Connelly (lo pubblica
Tropea, con il titolo Pronto soccorso) che
racconta la dura esistenza di un paramedico al volante di unambulanza. Missione:
strappare i morti alla morte, con defibrillatore, massaggi cardiaci, siringhe di adrenalina, e magari un disco di Sinatra (Medici in prima linea, con il suo lo stiamo
perdendo, lo stiamo perdendo ha fatto da
apripista). Da un po di tempo per limpresa non riesce tanto bene. Anche perch
il poveretto confonde i polmoni con lo stomaco. Nicolas Cage (palestrato come mai)
recita benissimo, ma nella sua vena lagnosa avviata con Via da Las Vegas. Scorsese sempre stato un bravo ragazzo cattolico e devoto. Qui la cristologia gli ha preso
la mano. I giorni di passione sono tre, incontriamo una madre vergine (due gemelli, frutto di un incesto), linfermiere atterra
i vivi e suscita i morti compiendo anche il
miracolo di trovare posto nelle corsie affollate degli ospedali. Nel ruolo di Maddalena, si presenta Patricia Arquette, mentre
la voce di Martin Scorsese (in versione originale) gracchia dalla radio di bordo, vero
deus ex machina di tutta la vicenda. Esagerata anche la regia, con un corredo di allucinazioni, voci dalloltretomba, morti tirati su dai tombini.
ANNA AND THE KING di Andy Tennant,
con Jodie Foster, Chow Yun-fat, Bai Ling,
Tom Felton, Keith Chin, Syed Alwi
La traduzione del titolo sarebbe riuscita
perfino ad Aldo Biscardi, testimonial dei
corsi di lingua a dispense. Anna e il re
il terzo film ricavato dalla vita vera di Anna
Leonowens, istitutrice vittoriana che viaggi
fino al lontano Siam per insegnare linglese
ai 58 figli di re Mongkut (42 mogli e 23 concubine completavano la famiglia). Finalmente il sovrano ha i tratti orientali di
Chow Yun-fat, campione di arti marziali nei
film di John Woo. Nel 1946 (Anna e il re del
Siam) era Rex Harrison, mentre nella versione musicale del 1956 (Il re e io) era Yul
Brynner, canterino e ballerino. Le vedove
insegnanti, che arrivano ostentando superiorit intellettuale e orgoglio imperialistico, per poi cadere preda del fascino esotico,
sono state nellordine Irene Dunne, Deborah Kerr, e ora Jodie Foster. Fiumi, montagne e splendidi palazzi li ha forniti la Malesia, perch le autorit dellex Siam (ora
Thailandia) non hanno trovato il copione di
loro gusto, vietando poi la proiezione del
film sul territorio nazionale. Motivo: minaccia la monarchia e deforma la storia. Un po
troppo, per un kolossal fatto soprattutto di
battibecchi amorosi travestiti da scontri tra
culture, con il puntuale fervorino allinsegna del parliamone. Va a finire che il povero re Mongkut parte con evidente sollievo
per la sua battaglia contro i ribelli.
GHOST DOG IL CODICE DEL SAMURAI
di Jim Jarmusch, con Forest Whitaker, John
Tormey, Isaach de Bankol, Tricia Vessey
Pu una storia di samurai essere ambientata in una metropoli? Pu un samurai
essere nero, con il fisico imponente e le
treccioline rasta? E lecito che un samurai
offra i suoi servizi a un mafioso, se questo
gli ha salvato la vita? Secondo Jim Jarmusch la risposta s, a tutte le domande.
Ghost Dog ( il nome del protagonista)
procede a passo lento e senza una parola
per almeno mezzora, mentre il regista
schiera le sue pedine. Il moderno samurai
un sicario che legge con molta attenzione
un manuale del XVII secolo, abita su un tetto, e invece del telefono si serve dei piccioni viaggiatori. La saggezza antica di quelle che non lasciano molte speranze: Bisogna vivere come se fossimo gi morti. Ma a
tratti sfoggia impensabili frivolezze: Nascondere nella manica un po di polvere
rossa, per ritoccare le guance spente. La
camminata di Forest Whitaker (era il meccanico senza un braccio in Smoke) d il
ritmo al film, mentre una bambina lettrice
e un gelataio antillano offrono gli intermezzi comici, assieme a una serie di cartoni animati: il programma televisivo preferito dai
traditori.

PICCOLA POSTA
di Adriano Sofri

A ridosso delle elezioni croate, promettenti come una finestra spalancata in una casa chiusa,
ho trovato un libro bilingue prezioso, che
segnalo e consiglio a chiunque voglia
informarsi meglio su questo nostro vicinissimo. Si intitola: Croazia-Italia. I rapporti nei secoli: storia, letteratura, arti figurative, ed un volume speciale di Most/the bridge. Journal of Croatian Literature, Trg bana Jelacica 7, 10.000 Zagreb (email: bridge@dhk.tel.hr). Lo ha curato
Natka Badurina, che ha anche scritto la
parte sulla letteratura. (Dalla quale estraggo una citazione misteriosa e affascinante:
Del modo in cui le donne di Ragusa stessero alla finestra, e delle sue conseguenze
sui rapporti letterari croato-italiani, si parler diffusamente nel prossimo capitolo).
Lovorka Coralic ha scritto sulla storia, Ivana Prijatelj Pavicic sulle arti figurative.
Non so quanto costi, so che vale la spesa.

ANNO V NUMERO 12 - PAG 3

EDITORIALI
Il nuovo inizio di Violante
I

l presidente della Camera ha proposto al Congresso post comunista un


nuovo inizio. Bisogna rischiare, ha
suggerito ai delegati, e cercare di organizzare i termini di una conciliazione
nazionale sulle grandi questioni, ereditate dal passato, che dividono il paese.
Oratore esperto e ormai da lunghi anni
collaudato conoscitore degli umori del
pubblico di sinistra, Luciano Violante
si espresso in una lingua volutamente
ambigua, con qualche effetto speciale.
Ha citato, per dare lidea dellimportanza storica del compito che propone
alla sinistra, il caso della Francia dopo
la guerra dAlgeria, quello dellIrlanda
dopo un secolo di sangue, e quello che
i lettori del Foglio conoscono bene, perch ne abbiamo parlato da tempi non
sospetti, del Sud Africa e della commissione per la riconciliazione presieduta da Desmond Tutu. Ha parlato con
disprezzo dei pentiti, infilandoci anche
il povero archivista del Kgb, Vassilj Mitrokhin, la cui deposizione stata vagliata da uno storico e dai servizi segreti inglesi, che lhanno raccolta con
generosi riscontri, meglio di quanto
non sia riuscito allincauta magistratura palermitana nel caso dei Di Maggio,
dei Mutolo e degli altri picciotti che vo-

levano incastrare Giulio Andreotti.


Comunque Violante si fatto capire.
Luomo ambizioso intellettualmente,
e si addirittura immerso in una specie di fanatismo neoluterano: ha perfino rimproverato un prete perch non
dice la messa, e chiamato a un risveglio
di spiritualismo la religiosit a suo giudizio troppo mondana e mediatica della Chiesa di Roma. Ma anche pratico,
luomo. Sa di essere considerato il suggeritore massimo del giustizialismo. Sa
che con quella reputazione la sinistra
e rester unanatra zoppa. Sa che la riconciliazione, e gesuiticamente lha
detto tra le righe, anche nellinteresse della sua parte. Per questo insiste,
insiste, insiste. E la formula del nuovo
inizio, con lappello a rischiare, una
certa suggestione ce lha, specie in un
congresso eccitato dagli insulti generici allopposizione. Sembrava quasi di
sentir parlare di politica. Una cosa
manca, e decisiva: la soluzione. O una
proposta significativa che, sulle questioni dirimenti del passato, a partire
dalla liquidazione per via giudiziaria
della classe dirigente democratica del
paese, sia in grado di avviare il dialogo
e la conciliazione. Senza di che il nuovo inizio nasce gi vecchio.

La guerra civile sociale


A

leggere i commenti degli esponenti


sindacali alla decisione della Confindustria di appoggiare i referendum liberisti in materia di lavoro, si direbbe
che siamo alla vigilia di una guerra sociale. Le metafore belliche si sprecano,
c persino chi, come il capo dei metalmeccanici piemontesi Giorgio Cremaschi, parla di coltello alla gola. Ma anche i pi paludati esponenti dei vertici
confederali hanno usato toni minacciosi, fino a promuovere scioperi, per ora
locali, contro la posizione assunta dalla
organizzazione degli imprenditori (anche alla Pirelli, la societ dove lavorava
Sergio Cofferati, presieduta da Marco
Tronchetti Provera, fino a ieri massimo
esponente dellala concertativa degli imprenditori). Si tratta solo di esasperazioni propagandistiche, un brutto film intitolato Scene di lotta di classe a Beverly
Hills? In fondo la distanza fra le asserzioni roboanti e le pratiche conciliatorie
iscritta nel Dna delle relazioni sociali
italiane. Ma questa volta potrebbe non
essere cos. La sinistra al governo aveva
promesso un sistema politico da paese
normale e aveva lanciato segnali per
una pacificazione giudiziaria, si era persino proposta una modernizzazione dello stato sociale e una liberalizzazione
dei rapporti di lavoro. Ha fallito su tutta
la linea, prigioniera delle sue contraddizioni e di una certa improvvisazione.

Cos ora si trincera nella difesa senza


alcuna incertezza dello stato sociale,
come dice il ministro del Lavoro Cesare
Salvi, e arriva a chiamare alla lotta contro i falsi riformismi e a intimare al
governo di schierarsi compatto contro
ognuna delle innovazioni proposte con i
referendum, come fa il leader della Cgil
Sergio Cofferati, ottenendo unovazione
straordinaria al congresso Ds.
E la linea dello scontro frontale, della chiamata a raccolta di tutte le forze
disponibili nella difesa della ridotta dei
diritti inalienabili, anche a costo di
precipitare il paese in una guerra sociale. Che qualcuno, come Valentino
Parlato, invoca apertamente, come terreno sul quale ricostruire muro contro
muro la mobilitazione del vasto popolo della sinistra, depresso dalle
esperienze di governo. Insomma anche
la stabilizzazione sociale, che in qualche modo e al costo di grandi ritardi
nella necessaria modernizzazione, era
stato il prodotto delle politiche di concertazione, rischia di essere malamente
archiviata. Il calcolo di chi punta a far
debordare il confronto sui temi referendari in uno scontro allarma bianca
solo per rimotivare le truppe miope
e pericoloso. Questa guerra conta gi
una vittima, il professor Massimo DAntona, nessuno pu garantire che rester
lultima e lunica.

Costo del denaro e salari europei


L

a Banca dInghilterra ha aumentato


il costo del denaro dello 0,25%, perch ritiene che leconomia americana e
quella europea si stiano surriscaldando, in relazione al rafforzamento del ciclo economico mondiale. Ci fa presagire che presto anche la Banca centrale europea, la Bce, aumenter il suo
tasso di interesse. Tutto questo rappresenta un ulteriore colpo alla vecchia
politica di concertazione tra governi,
sindacati e impreditori, quando nei
mercati lelemento decisivo, per le
pressioni inflazionistiche, era costituito dai fattori interni. La spinta allaumento dei costi, che ha indotto la Banca dInghilterra al rialzo del tasso, riguarda soprattutto lo scenario internazionale. La previsione della autorit
monetaria di Londra sullinflazione britannica un incremento dell1,7 per
cento questanno e del 2,2 nel 2001: cio
sotto il livello del 2,5 per cento, che la
Banca dInghilterra considerava sin qui
il massimo accettabile. E del resto il
commercio elettronico e le riduzioni di
tariffe delle pubbliche utilit, dovute
alla pressione concorrenziale, possono
contenere le spinte inflazionistiche domestiche, per gli inglesi, sotto il 2%.
I prezzi internazionali delle materie

prime sono al rialzo, ma molti paesi riescono a contenere i costi elevando la


produttivit e dunque la competitivit
delle loro merci nel commercio internazionale (che linformatica rende meno costoso di prima). La Bce dovr aumentare i suoi tassi perch non pu rimanere indifferente al rialzo di remunerazione sulla sterlina e, come la Banca dInghilterra, considerer soprattutto le pressioni inflazionistiche dovute
al mercato delle materie prime (le materie prime non si fanno su Internet, ci
vogliono le miniere e i giacimenti). Il
tasso di inflazione giunto, nellarea
delleuro, all1,8 per cento a causa del
rincaro del petrolio. Questo dato irrompe prima che la crescita europea,
in particolare quella tedesca e italiana,
assuma consistenza. Ne deriva che gli
accordi salariali fra sindacati, imprese
e governi non sono pi la variabile che
determina il tasso di inflazione; sono,
invece, una conseguenza dei vincoli internazionali. Gli accordi sul costo del
lavoro debbono prenderne atto. Servono per non andare fuori mercato, non
per governare la politica economica. La
concertazione diventa sempre pi una
variante subalterna delleconomia globalizzata.

IL FOGLIO QUOTIDIANO

SABATO 15 GENNAIO 2000

La storia conformista non piace pi alla sinistra inglese


Londra. La vignetta del Times di oggi ritrae il ministro dellInterno Jack Straw, le
braccia cariche di fascicoli etichettati Pinochet, Kalejs, giurie, droga, ai piedi di un cavallo montato da un sinistro guerriero orientale. Pensavo, o grande Gengis,
con il tuo permesso, di sistemarmi alla tua
destra. Nellarticolo di fondo intitolato
Straws men (uomini di paglia), il Times
infierisce: Le riforme al sistema legale
proposte da Straw, nel togliere il diritto alla giuria popolare per alcune categorie di
processi, sono profondamente illiberali.
Essere considerato dalla veterosinistra o
dai gauchiste di Hampstead to the right of
Gengis Khan (espressione ironica per sei
proprio fascista) una collocazione alla
quale lex leader studentesco Straw da
tempo abituato. Ma trovarsi ridicolizzato
dal Times, criticato dallex ministro e diplomatico thatcheriano George Walden per
il rilascio di Pinochet e persino apostrofato
dal suo ministro ombra, la terrificante clerico-zitella Anne Widdecombe per aver
fatto fuggire un nazista pericoloso quale il

lttone Konrad Kalejs (altro caso recente,


ndr) invece di arrestarlo, il colmo.
Almeno, nella vignetta del Times mancava il fascicolo Irving: nella sua solitaria
battaglia contro i luoghi comuni, il mite
Straw non ha voluto entrarci. Ma sulla celebrity libel action appena iniziata nella
High Court sulla denuncia per diffamazione
dello storico di destra David Irving contro la
storica americana Deborah Lipstadt e la
sua casa editrice, la Penguin books, per il libro Denying the Holocaust: the growing assault on Truth and Memory, sono gi spuntate almeno due figure di grande rilievo nella sinistra pi qualificata inglese. Che sfidano la saggezza convenzionale degli inglesi e i tab della stanca sinistra. Secondo
buona parte degli accademici mondiali, il
62enne collega Irving non solo non degno
del titolo di storico, ma un bugiardo,
apologeta per Hitler e del nazismo. Lui insiste che solo una vendetta dei colleghi
che si deve alle gelosie e, pur vantando
posizioni apertamente antiebraiche, si definisce un classico liberale e un patriota in-

glese, che non nega la catastrofe degli


ebrei ma ne contesta le cifre globali e i metodi (non era fisicamente possibile sterminare tutti quei milioni nella camere a gas).
Rifiuta le infamanti accuse e, considerando la sua carriera fatalmente compromessa, ora pretende i risarcimenti.
Christopher Hitchens, columnist e vicedirettore inglese del newyorkese Vanity
Fair, nonch editorialista dellEvening
Standard, la voce forse pi pungente nella costellazione dei liberal-left londinesi (fu
sua la denuncia, in un documentario di
Channel Four, di Madre Teresa quale Hells Angel; e su Pinochet strilla pi di
Garzn). Ma non ne pu pi, scrive,
dellHolocaust Industry. Tranne Irving,
nessuno in Gran Bretagna oserebbe dire
tanto. SullEvening Standard Hitchens deride il kitsch di Spielberg nellaccettare lOscar per Schindlers List nel nome dei
sei milioni che non sono qui stasera e cita
la battuta amara dellebreo americano
Leon Wieseltier su New Republic: Theres
no business like Shoah business. Hitchens

prevede la necessit storica di rivedere gli


archivi sui campi di concentramento (Persino il museo Yad Vashem a Gerusalemme
accetta che sei milioni una cifra del tutto
arbitraria), ma nota che ben pochi nomi
non ebraici osano raccogliere la sfida.
Sul Times di gioved 6 gennaio unaltra
delle voci pi originali della nuova sinistra
inglese, leditorialista Mick Hume, direttore
della rivista LMLiving Marxism, va per
certi versi oltre. Commentando il caso del
presunto boia lttone Kalejs, critica tutti
quelli che vogliono trovare un nazista a
tutti i costi perch ormai in una societ
senza pi una bussola di valori, essere antinazisti lunico valore certo che tutta la societ pu sottoscrivere. Ironizza sul fatto
che la War Crimes Act diventata legge
solo nel 1991, quando si poteva benissimo
farlo dopo la guerra, e commentando la decisione del governo Blair di indire un Holocaust remembrance day dallanno prossimo, chiosa perfidamente: Forse non sappiamo pi chi siamo, ma almeno sappiamo
che non siamo nazisti.

Cofferati, il custode della sostanza al concerto dei Ds


CITA GADDA (CHE SAREBBE RABBRIVIDITO) E GUTERRES (SPAGNOLEGGIANDO). E LA PLATEA LO APPLAUDE PI DI VELTRONI
Torino. Grappoli di musica per la sera di
nostra festa. Grappoli sulle luci della moltitudine. Nientemeno che Carlo Emilio Gadda,
il gran borghese, il gran lombardo, un monumento dello stile liberale, un gigante reazionario arrivato sotto forma di distico davvio
del discorso a braccio di Sergio Cofferati. E
morale della favola fu che in questo congresso sono due le mozioni vere da contrapporre: quella di Italo Calvino e quella di Gadda, quella del segretario e dei suoi pregiudizi sentimentali e quella del Pasticciaccio, arrivato chiss come per bocca del capo della
Cgil, se vero che allautore dellAdalgisa sarebbe venuto un colpo allidea di veder aggirarsi tra le sue pagine un lettore vestito con
la tuta da metalmeccanico, figurarsi a fare da
sigillo alla seconda giornata del congresso
post-Pds.
Il lusso di avere capannelli tutti per s
Ma la sinistra non pi a sinistra di nulla
e la sinistra non pi post di alcunch. Come far crescere la sinistra, come ritrovare le
moderne ragioni?, allora. Calvino e Gadda
dunque. Sergio Cofferati che lunico che si
pu permettere il lusso di avere dei capannelli tutti per s, arriva in quel forno freddo
dellanticamera congressuale, sfondando
lingresso come un cuneo. I suoi lo seguono
facendogli gruppo addosso, tagliando fuori
gli altri che non hanno lurgenza della rivendicazione. Cofferati arriva e si posiziona alla
base, seduto tra gli altri. Lattesa del pubblico nonostante si attardi al microfono il ministro del Lavoro Cesare Salvi tutta per
questo signore appoggiato al suo giaccone
dove gli si arrotolano gli sbuffi dal naso e gli
occhi che non promettono speranze e valori
nello sguardo, ma interessi, impacchettati interessi, crude trigonometrie del mercato e
del lavoro e quindi salari e non certo suggestioni irrisolte tipo per ogni telefonino, c
un bambino che muore. Il movimento socialista e lattesa allungata con interventi
minori ma appositi giusto per impedire che
Achille Occhetto venga ripreso dai telegiornali finalmente sfarina lasfissia e la rassegnazione dei delegati obbligati allidealismo,
quando lannuncio del cinese al podio trascina la sala nella durezza della politica.
Sindacalista di quel sindacato, la Cgil, che
nella storia del partito stato il coniuge arcigno, custode della sostanza, Cofferati che
non ha che i contorni della modestia, senza
un Baricco, senza un Vissani da poter
confondere tra i suoi brontoloni seguaci, ha
certamente bastonato Massimo DAlema
chiedendogli di andare con il suo governo
contro i referendum radicali, ma ha bastonato anche Walter Veltroni che, tra quei referendum, aveva ritagliato per s il mucchietto della riforma elettorale perch insomma un referendum tira laltro e i radicali vogliono cancellare le norme, non riscriverle, non vogliono fare nessun riformismo e hanno due obiettivi espliciti: utilizzare i referendum come una clava sul modello
istituzionale gi fragile e instabile e proporre un programma alternativo alla sinistra.
Ed stato il primo vero discorso politico
quello di Cofferati, lui il vero leader della
sinistra riformista per come ha detto Enritetti sono sfondati, i muri sono sbrecciaIstemato
ti. La vista dallalto. Il fotografo ha siil suo cavalletto, ha aperto lobiettivo, ha aspettato pazientemente che
la luce impressionasse la lastra. La scena
deserta. Sono rimasti i luoghi, sono rimaste le ferite alle case, agli edifici. Gli
uomini sono spariti.
Non sappiamo se nel momento in cui la
fotografia stata presa (viene naturale di
dire scattata, ma il verbo indica una velocit ancora sconosciuta allarte fotografica) si combatteva ancora. Non sappiamo
se la Repubblica romana resisteva ancora.
Limmagine ci riporta al 1849. La fotografia, nelle due forme del dagherrotipo e del
calotipo, toglie gi da anni il lavoro agli artisti commerciali, ai pittori di ritratti. Ma
le sfugge ancora il movimento. I tempi di
esposizione sono troppo lunghi. Tutto ci
che si muove nellinquadratura scompare
dallimmagine o resta come una traccia,
come una presenza indistinta di fantasma.
Ancora qualche decennio e sar proprio la fotografia a svelare il mistero della
meccanica dei movimenti rapidi che locchio delluomo non pu cogliere, neppure
se locchio curioso di Leonardo da Vinci
che scruta invano il battito dellala di un
colombo per carpire il segreto del volo.
Ancora qualche decennio e Eadweard
Muybridge, fotografo, risolver il quesito
che appassiona gli ippofili: nel galoppo un
cavallo solleva per un istante contemporaneamente tutte e quattro le zampe o ne

co Boselli. E questa sua apparizione la benvenuta sinfonia per tutti, anche quando il supremo cinese ha sbriciolato quella visione
del mondo del capo condominiale dei Ds
(una visione che lo stesso Max Weber avrebbe fatto vedere solo al cinema), portandogli
in dote i rabbiosi no totali alle fumisterie
delluniversalismo etico e agli equivoci del
giorno dopo giorno perch di fronte a iniziative regressive non c pericolo di essere

plana sulle lacerazioni e i conflitti di un mercato senza regole. Quando cita il compagno
Guterres e lo pronuncia con la lingua tra i
denti, con effetto ispanomilitante, lui che ha
una riga di scriminatura perfetta, lui che ha
occhiali da lettura, lautentico riformista,
lautentico centrosinistra senza trattino, il
timoniere di un congresso senza gadget che
piega la plumbea dolcezza del Lingotto alla
dignit del dibattito.

Come il cinese ha riportato la sala alla durezza della politica dopo le


suggestioni dapertura. Lidea che non c vergogna nel conservare.
Quegli interventi minori serviti a impedire che Occhetto venisse ripreso
per i tg. La carovana speziata dIslam di Luciano Violante
conservatori. Se il sindacato, se la salvaguardia dei propri garantiti la palla al piede della sinistra in evoluzione, non c vergogna nel conservare, nellessere palla di
questo piede frivolo. Il paradosso del welfare esige questo ritardo. Lidentit non ha pi
obblighi ideologici, lapproccio morbido,

ma come cavolo a merenda, anche lincolpevole Gadda che ha fatto la sua apparizione al
congresso la citazione contaminazione che

Chiude senza enfasi, chiude seccamente.


Con il copione che prevede la cerimonia
delle congratulazioni sul palco, lui invece
scende verso la sala, incontro ai suoi che gli
si rimettono addosso, per fare un altro cuneo, con la sala in piedi che applaude e applaude, ben pi di quanto non avesse fatto il
giorno prima dopo la fluviale relazione di
Veltroni. Lidentit non ha pi obblighi ideologici, lapproccio morbido e le ragioni ideali e le scelte programmatiche, allora, rotolano nellinizio giornata con la visita di Veltroni a Norberto Bobbio da via Sacchi per
ritornare in questa seconda giornata di un
congresso che primo, fondante e per non
epocale di una sinistra che cerca i suoi dividendi politici. E chiss dove sar dunque,
questa sinistra, se come un convitato di pietra, la variante riformista, lesclusiva riformista, lossessione riformista, questa benedetta parola riformista, evocata con estenuante pratica retorica sbuca dalla tana delle virt come il peso sullo stomaco di tutte le
buone intenzioni.
Dal podio, che sembra un rasoio bilama,
un delegato scruta la fine della storia della
sinistra. La signora Roberta Pinotti, ex
scout, genovese dUlivo battezzata nel passaggio dal Pci al Pds, elegante e decisamente bella nella sua blusa amaranto, chiede
senso per restituire senso. Anticipa la
carovana speziata dIslam di Luciano Vio-

lante, sceicco di una guerra di santit e di


pi sofisticata volont di potenza che, quando addita in un episodio, quello di un prete
troppo disinvolto per dire messa, un esempio
emblematico degli effetti sbagliati della secolarizzazione, chiede una dimensione
della vita che cerchi un senso che vada oltre
i confini della vita stessa, qualunque essa
sia. Un senso contro loblio delle responsabilit. Un senso allora, in un congresso
che ha certificato nella celebrazione di un
nulla senza rituale, non tanto laddio agli di,
ma gi un precipitoso addio alle icone. E
proprio per questo che fanno ancora impressione i brontoloni che si attaccano a Cofferati per fare con lui il cuneo. Non ci sono
monopoli privati che non abbiano altra meta che sostituirsi a quelli pubblici, non ci sono che padroni, nuovi padroni e reticoli di
insidie nel mercato che non concede garanzie. Gli altri delegati che si attardano davanti al chiosco Autogrill degli hot-dog, lamentano che a New York bucano entrambi i
culetti del panino, per spalmare molta pi
senape e non fanno certo come qui che invece fanno un taglietto spilorcio, un taglio di
miserabile riformismo.
I rotoli mobili dove rosolano i salsicciotti
offrono una suggestione postfordista, ma il
partito non pi un partito della mobilitazione delle masse, ma un partito di governo
dove il lavoro e il corrispondente Der Arbeiter che ne dovrebbe recitare il codice mitologico fin dentro Internet solo un capitolo della politica dei redditi e delle garanzie, non certo la fabbrica del nuovo. A proposito di nuovo, resta desolatamente vacante larea giochi riservata ai bimbi, i delegati
che si ritrovano nelle hall degli alberghi si
organizzano il rientro a casa, e allora una
fortuna che questo partito abbia i suoi assessori, i suoi ministri, i suoi vip perch la
condanna del governo comunque una condanna al realismo. Al mostruoso peluche forgiato da Veltroni, alla creatura indistinta che
galleggia nellansia riformista, che parla la
lingua di don Milani e che chiede al mondo
di piegarsi al sogno di redenzione, sbucano
gli artigli con cui definitivamente si aggiudica il controllo del partito anche perch di
tutto questo grande carrozzone di parole e
blob se ne potrebbe fare, quello che le jene
giornalistiche hanno fatto riducendo il tutto
ad una feroce battuta: Questo solo un congresso per cui basterebbe una breve.
Grappoli di musica
In citt capitato di sentire di peggio, un
lapsus rivelatore: E qui per il concerto dei
Ds?. E forse la sinistra che non pi quella
sinisteritas di cui parl in anni dacciaio e
rimmel Massimo Cacciari, un moto dellanima sazia che dilaga certamente nelle stanze del pensare altolocato, ma per consolidare una pigrizia di provinciali sognatori.
Grappoli di musica per la sera di nostra festa. Ed vera fortuna che Monica Guerritore abbia preso alloggio al Sitea. Meraviglioso che siano venuti anche Eugenio e Simonetta Scalfari. Quando arriver Sting, non
trover un partito minacciosamente unico,
ma la qualit dei soggetti. Grappoli sulla luce della moltitudine (altro che I care).

LIBRI
L. Criscenti- G. DAutilia (a cura di)
AUTOBIOGRAFIA DI UNA NAZIONE.
STORIA FOTOGRAFICA
DELLA SOCIET ITALIANA
443 pp. Editori Riuniti, Lire 45.000
tiene sempre una appoggiata al suolo?
Nel 1849 lautore della fotografia che si
ingegna di documentare la difesa della
Repubblica romana ha dovuto intervenire
con il pennello sottile del miniaturista per
dare il senso di quello che i suoi occhi
hanno visto. Ha dovuto dipingere patrioti
che sparano dai tetti e cavalieri che sopraggiungono a spron battuto. Ha dovuto
aggiungere le nuvole di fumo e di polvere
sollevate dalle palle dei cannoni. Sulle lastre del 1860 le barricate a Palermo sono
ancora deserte. La fotografia ancora un
documento imperfetto, non dice ancora da
che parte della barricata si trovano i borbonici, da che parte i garibaldini, non ci
sono ancora gli uomini, se non si mettono
in posa. Ancora nel 1870 alla breccia di
Porta Pia i bersaglieri devono replicare
lazione, disporsi in bellordine, per per-

mettere al fotografo di fingere di fissare


un momento che gi storia. Della fotografia ancora pi attendibile, pi vivo,
pi immediato il quadro di battaglia elaborato sulla scorta di schizzi (e ormai di fotografie) in lunghi giorni al cavalletto.
Ma la fotografia pu essere riprodotta
ormai in numerose copie. Pu fare il giro
dItalia, del mondo, pu dare a chi lontano limpressione di assistere a un avvenimento cui neppure il fotografo ha assistito. Ma larte fotografica beneficia dellaccelerazione di fine secolo. Nel 1900 il
tram 41 attraversa a passo duomo lo slargo del Verziere a Milano, intralciato da
facchini e carretti, che fanno i loro gesti
abituali, che non si sono messi in posa per
farsi fotografare. Ma larte della fotografia
condivide le idee democratiche del nuovo
secolo. La macchina fotografica si fa piccola, portatile, a buon mercato. Diventa il
segno di benessere, diventa uno strumento di registrazione di storie minime, di vicende di gente qualunque, come una volta
spettava solo ai re e ai grandi. Diventa la
fonte di una miriade di immagini che tra
prosopopee, ingenuit, smarrimenti raccontano i lenti mutamenti di costume, laffermazione inconsapevole di nuovi modelli culturali di gruppi e ceti che (in Italia) stentano a diventare nazione.
Intanto, ogni tanto, un obiettivo, estensione di un occhio pi acuto o pi fortunato, fissa uno di quegli attimi irripetibili, destinati a diventare lemblema di unepoca.

50 ANNI FA
15 GENNAIO 1950
Anna Magnani punta al teatro. Vuole fare
la parte di Margherita Gautier in un dramma da portare nelle principali citt europee. A Indro Montanelli mostra quanto si
immedesimata nel ruolo: Noi donne siamo
sempre state le stesse almeno dinanzi allamore e alla morte che sono due cose ugualmente serie e terribili! La vestaglia gi di
troppo. Se potessi toglierei pure quella e rimarrei io, Margherita, nuda con la mia tosse, con i miei spurghi di sangue, col mio viso disfatto, la camera in disordine, i creditori gi a basso e fuor delle finestre nevica.
E Montanelli, incantato, dice: come bella
questa donna brutta, spettinata e senza
trucco; ma la neve fiocca veramente o la
magia che me la fa vedere?
Colpire i redditi pi alti con una tassa del
25 per cento, propone il segretario generale della Cgil, Giuseppe Di Vittorio, impegnato a dimostrare che il suo piano per loccupazione e il risanamento economico non
utopia. Per realizzarlo occorrono tremila
miliardi in tre o quattro anni: basterebbe
che il prelievo fiscale aumentasse dell80
per cento lanno.
Divorzia Roberto Rossellini grazie alla
sentenza con cui la Corte dappello di Torino recepisce la sentenza del Tribunale di
Vienna che ha sciolto il matrimonio del regista per incapacit della moglie.

ANNO V NUMERO 12 - PAG 4

IL FOGLIO QUOTIDIANO

SABATO 15 GENNAIO 2000

Berlusconi, per definizione, non pu essere referendario. E chi lha detto?


Signor direttore - Il gruppo che si agita di
pi perch un vecchio dittatore ammalato finisca i suoi giorni in galera non si chiama Manette international, bens Amnesty. Il segretario il quale dichiara ogni due per tre che il suo
partito mai e poi mai ha usato le batoste giudiziarie contro gli avversari politici non si
chiama Fregoli, ma Walter Veltroni. Il magistrato che parla dellultimo come di un periodo nero per la giustizia non Corrado Carnevale, assolto dopo anni di persecuzioni, ma
Gian Carlo Caselli, assolto, per cos dire, alla
rovescia. Tra un po quelli di Slow Food troveranno coerente fare la cena sociale da McDonalds. Io, per me, I care ancora, figuriamoci,
certo che dura.
Andrea Marcenaro

Signor direttore - Al signor Galimberti che


le ha scritto lamentando che Silvio Berlusconi
non prende posizione sui referendum, pare
sfugga, come a tanti, che un partito di maggioranza relativa candidato alla guida del governo (non del paese, come amano dire a sinistra) per sua natura non pu essere un partito referendario.
Reinhold Burkia, via Internet
Fino ad ora il Berlusconi politico ha vinto alla grande due sole volte, nel marzo del
94 (elezioni politiche) e nel giugno del 95
(referendum sugli spot tv). Era riuscito a
trasformare le elezioni politiche in un referendum sul tema delle libert. E il referendum contro la libert televisiva in una

sfida politica. Domani chiss. Per intanto,


questo dice lesperienza.
Signor direttore - Meglio aver torto con Sartre che ragione con Aron: era il motto del
conformismo francese, contro il quale si era a
suo tempo levata la indignazione di BernardHenri Levy. Al quale ora venuto in mente di
polemizzare col se stesso di pi di venti anni fa,
pubblicando un appassionato volumone, Le
sicle de Sartre. Non per che le ragioni di
Aron ne escano minimamente scalfite. Meno
che mai quelle sul rapporto tra intellettuali e
politica. Aron le aveva fatte valere nel 1955 con
Lopium des intellectuels: autentico manifesto contro la tossicodipendenza di quegli intellettuali comunque schierati a sinistra (in

primis Sartre ed altri amici di giovent), fiancheggiatori instancabili del comunismo sovietico. Erano gli stessi anni in cui Norberto Bobbio con Politica e Cultura sfidava in Italia i
conformisti dellepoca. Aron di quelle pagine
ne sarebbe stato sempre orgoglioso; Bobbio dispiaciuto, quasi desideroso di rimuoverle. Ragion di pi, questultima, per guardare dallItalia allla spregiudicatezza dei nouveaux philosophes francesi, con tanta nostalgia di Aron.
Luigi Compagna
Signor direttore - Il tempo presente e il tempo passato / sono forse presenti entrambi nel
tempo futuro: questo, come Lei sa, lincipit
di Burnt Norton, il primo dei Quattro Quartetti di Eliot, scritti verso la fine degli anni

Trenta. Vedo invece che lArcitaliano - quel suo


doppio che si produce sulla scena di Panorama, cos contribuendo ad allietare anche da
quella ribalta, coi suoi motti sempre arguti, la
nostra esistenza - immagina che quei due versi appartengano alla Terra Desolata, che di
circa ventanni prima. Segnali la cosa, la prego, al comune amico della Porta Raffo, che cos avr modo di sfruttare il suo estro pignolesco
contestando al direttore un fallo del di lui sosia. Cordialmente.
Ruggero Guarini
Le citazioni presente e quella passata /
sono forse presenti entrambe nella citazione futura (dalla relazione di
Walter Veltroni al Lingotto).

Scenari
Nel 2030 il petrolio non servir pi
E adesso comincia la transizione
verso la combustione a idrogeno
H2-Economy. La contaminazione ambientale dei motori a petrolio ha raggiunto livelli
intollerabili sia per la salute delle persone
(la cappa di gas sopra le citt), sia per il pianeta (le emissioni che modificano lo scambio
termico tra la Terra e lo spazio creando leffetto serra). Da anni si alla ricerca del rimedio. NellEuropa molto ideologica e poco
tecnologica lo si cercato dando priorit al
metodo conservatore di limitare la circolazione delle auto, sia in modi indiretti (aumento dei costi) sia diretti (il divieto, in Italia,
di transito domenicale in alcune citt). Negli
Stati Uniti, invece, dove la tecnologia lideologia trainante, si puntato alla ricerca e
alla realizzazione di motori privi di emissioni contaminanti. Da una parte, evoluta una
legislazione avanzata la California allavanguardia che ha definito standard e termini temporali precisi per forzare le industrie a produrre mezzi a impatto ambientale
minimo. Dallaltra, il governo, attraverso il
Dipartimento dellenergia, ha finanziato universit ed industrie per la ricerca e lo sviluppo di veicoli alternativi a quelli spinti dal petrolio. Auto e bus a batteria, mezzi ibridi, alimentati da biogas, energia solare, nitrogeno
liquido, e idrogeno. Da un paio danni finalmente emersa una soluzione tecnologica
che si dimostra pi efficiente di tutte le altre:
la cellula di combustibile a idrogeno (fuel
cell). Funziona come una batteria che non si
scarica, ma che continua a produrre energia
elettrica fino a che rifornita di idrogeno e
ossigeno. I due elementi, passando per degli
elettrodi, generano elettricit, calore e (come
residuo) acqua pura. Lindustria automobilistica si sta orientando sempre di pi verso i
motori elettrici alimentati da celle a idrogeno, abbandonando altri esperimenti. I mezzi
elettrici concepiti nel passato, infatti, hanno
tempi lunghi di ricarica e poca autonomia.
Inoltre lenergia presa dalla spina deve essere generata da qualche altra parte con metodi contaminativi. Nelle fuel cell, invece, basta
inserire ossigeno e idrogeno, la ricarica fattibile in pochi minuti, la resa energetica
buona e quindi lautonomia comparabile a
quella di unauto tradizionale. E dal tubo di
scarico, appunto, esce acqua pura. Nellindustria automobilistica si diffusa la sensazione che si fosse a ridosso di una vera rivoluzione: dal petrolio allidrogeno. Ma fattibile
e, se si, a quali condizioni?
Il prototipo della Daimler Chrysler
La Daimler Chrysler ha presentato nel
marzo del 1999 il prototipo di unauto spinta
da generatori a idrogeno (Necar 4). Raggiunge la velocit di circa 150 km allora e ha
unautonomia di 450 km prima di dover ricaricare. Soprattutto, lazienda ha in programma di investire circa 1,4 miliardi di dollari
per perfezionare la nuova tecnologia. Si consideri che una somma del genere servita
nel passato a sviluppare modelli che poi hanno dato grande remunerazione, tipo Chrysler
300 m. Ci dimostra che il gigante automobilistico tedesco-americano crede che la novit
sia industrializzabile. Lazienda ha dichiarato che i problemi tecnici sono stati risolti. Resta quello di ridurre i costi. Ma, recentemente, ha definito raggiungibili i seguenti obiettivi: prezzo di 18 mila dollari nel 2004 per una
Mercedes classe A spinta da fuel cell a idrogeno.Con questi numeri, potrebbe andare.
Lazienda stima che nel 2020 le auto a idrogeno saranno il 25% del mercato.
Anche Ford, Honda, Bmw e Volkswagen
stanno velocemente organizzandosi per cavalcare la nuova tecnologia. Tutti gli altri dovranno seguire per forza. Nellautunno del
2000 verr costruito in California (West Sacramento) il primo impianto sperimentale
per la manutenzione e il rifornimento di auto a idrogeno. Questi dati mostrano concretamente che siamo allinizio dellepoca post petrolifera. Tuttavia mancano ancora le leve politiche per darle veramente impulso. Tre le
principali: (a) un trattato globale vincolante
che definisca labolizione del petrolio come
carburante per le automobili entro il 2030; (b)
una scadenza pi flessibile (entro il 2050) per
vietare i combustibili fossili nella produzione generale di energia; (c) un cuscinetto politico che assorba la crisi economica indotta
dalla contrazione di tutti i settori basati sul
petrolio. Senza tale architettura politica sar
molto difficile realizzare la transizione verso
la nuova economia dellidrogeno.
Carlo Pelanda

Alta Societ
Weekend a Torino. Se la Ferilli si vestisse come Benazir Bhutto, e se andasse
a Torino, sembrerebbe una bellissima pakistana.

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