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La Sinistra al governo

Accanto alla vecchia Sinistra piemontese,guidata da Agostino Depretis,e alla


cosiddetta Sinistra storica(quella degli ex garibaldini come Crispi,Cairoli e
Zanardelli)veniva emergendo una Sinistra giovane,espressione di una borghesia
moderata. Si apriva una nuova fase nella storia politica dellItalia unita. Giungeva al
potere un ceto dirigente quasi del tutto nuovo. Il protagonista indiscusso di questa
fase politica,il piemontese Agostino Depretis,fu capo del governo per oltre dieci anni
1878-1881(quando la guida dellesecutivo fu affidata a Benedetto Cairoli). La nuova
classe dirigente al potere (elezioni del 1876) riusc ad esprimere in qualche modo il
desiderio di democratizzazione della vita politica (nonostante avesse accolto tra le
proprie fila i pi conservatori),seppero venire incontro alle esigenze di una borghesia in
crescita meglio di quanto non fossero stati in grado di fare gli uomini di destra,troppo
chiusi in atteggiamento di distacco rispetto ai fermenti del <<paese reale>>. Il
programma della Sinistra era basato su pochi punti fondamentali:allargamento del
suffragio universale,riforma dellistruzione elementare(gratuita e
obbligatoria),decentramento amministrativo. La legge elettorale del 1882 fu approvata
dalla Camera,concedeva il diritto di voto a tutti i cittadini che avessero compiuto il
ventunesimo anno det e avesse superato lesame finale del corso elementare
obbligatorio,o dimostrare di saper leggere e scrivere. La prima riforma attuata fu
quella dellistruzione elementare nota come legge Coppino (1877) ribadiva lobbligo di
frequenza scolastica gi stabilito dalla legge Casati,portandolo fino a nove anni e
aggiungendovi alcune sanzioni per i genitori inadempienti. La nuova legge
elettorale,invece,fu approvata dalla Camera nel 1882.
La politica estera: Triplice alleanza ed espansione coloniale
Anche la politica estera italiana negli anni della Sinistra segnarono una svolta decisiva.
Depretis stipul la con la Germania Austria-Ungheria il Trattato di Triplice alleanza.
Lalleanza era di carattere difensivo che impegnava gli stati firmatari a garantirsi
reciproca assistenza in caso di aggressione da parte di altre potenze. LItalia veniva
coinvolta nel sistema di sicurezza bismarckiano senza aver nessun vantaggio
(rinunciando alla Venezia Giulia e Trentino). Il governo Depretis-Mancini,spinto da
considerazioni di prestigio,aveva ritenuto opportuno porre le basi per una piccola
iniziativa coloniale in una zona dellAfrica orientale,lEtiopia. In Etiopia,in un primo
momento,gli italiani cercarono di stabilire buono rapporti. Ma quando cercano di
espandere i propri domini,i militari italiani furono sorpresi dalle truppe abissine e
sterminati nei pressi di Dogali.
La democrazia autoritaria di Francesco Crispi
Quando mor Depretis,nel 1887,prese il suo posto Francesco Crispi che ricopriva allora
la carica di ministro degli interni. Crispi poteva contare sulle simpatie a sinistra,ma
anche sulla fiducia dei conservatori. Impresse una decisiva svolta allazione del
governo:accentu le spinte autoritarie e repressive,ma si fece anche promotore di
unopera di riorganizzazione e di razionalizzazione dellapparato statale. Nel 1888 fu
approvata una legge comunale e provinciale che allargava il diritto di voto per le
elezioni amministrative,estendendolo a tutti i cittadini maschi maggiorenni che
sapessero leggere e scrivere. Nel 1889 fu varato un nuovo codice penale(noto come
codice Zanardelli)che aboliva la pena di morte,ancora in vigore in tutti gli stati europei,

non negava il diritto di sciopero. Per realizzare il suo programma,lo statista siciliano
punt fin da subito al rafforzamento della Triplice alleanza,che doveva garantire
allItalia una presenza pi attiva nello scacchiere africano. La politica di Crispi
suscitava perplessit sempre pi diffuse in seno alla stessa maggioranza.

LEuropa tra i due secoli


Tra lultimo decennio dell800 e i primi del 900 si deline un mutamento nelle
alleanze che segn la crisi del sistema bismarckiano. Ci fu lalleanza franco-russa
(Intesa cordiale). Lintesa non era una vera e propria alleanza militare. Ma costituiva
ugualmente una sconfitta diplomatica per la Germania e un notevole successo per la
Francia che diventava il perno di un nuovo sistema di alleanze. Alla Triplice alleanza si
contrappose la Triplice intesa. La Germania manifestava sempre tendenze aggressive
e spinte nazionalistiche creando maggiore tensione internazionale.
LItalia giolittiana
Negli ultimi anni del XIX secolo lItalia fu teatro di una crisi politica-istituzionale. Lo
scontro i concluse con laffermazione delle forze progressiste. La caduta di Crispi
(1896) determinata dagli insuccessi coloniali e dallopposizione convergente
dellestrema sinistra e di una parte della destra. Esplose la tensione per laumento del
prezzo del pane. La risposta del governo fu durissima. La repressione raggiunse il
culmine a Milano l8 e 9 maggio,quando le truppe del generale Bava Beccaris fece uso
dellartiglieria contro la folla inerme. Il nuovo re,Vittorio Emanuele III,si mostr
propenso assai pidel padre ad assecondare laffermazione delle forze progressiste. Il
leader della Sinistra liberale Zanardelli,affid il ministero degli Interni a Giolitti il
quale,aveva formulato la teoria secondo il quale lo Stato liberale non aveva nulla da
temere allo sviluppo delle organizzazioni operaie e nulla da guadagnare da una
repressione indiscriminata delle loro attivit. Durante i suoi 3 anni del ministero
Zanardelli,Giolitti condusse in porto alcune importanti riforme: furono estese le norme
varate nel 1886 sotto il governo Depretis,che limitavano il lavoro minorile e femminile
nellindustria. La municipalizzazione dei servizi pubblici come lelettricit,il gas,i
trasporti. Giolitti mantenne una linea di neutralit nelle vertenze del settore privato
purch non degenerassero in manifestazioni violente. Lo sviluppo delle organizzazioni
sindacali fu accompagnato da una brusca impennata degli scioperi. Ci fu un rialzo dei
salari. Gli effetti del progresso economico non si distribuirono uniformemente in tutto il
paese,in particolare nel cosiddetto triangolo industriale Milano,Torino,Genova.
I governi Giolitti e le riforme
Agli inizi del 900 esercit per oltre un decennio lopera di governo di Giolitti,la pi
notevole figura di statista mai apparsa in Italia dopo la morte di Cavour. Dopo le
dimissioni di Zanardelli,Giolitti cerc non soltanto di portare avanti lesperimento
liberal-progressista avviato dal precedente ministero,ma anche di allargarne l basi
offrendo un posto nelle compagine governativa al socialista Fipillo Turati. Era
certamente una proposta coraggiosa se si pensa che solo cinque anni prima Turati era
stato condannato e incarcerato come sovversivo. Giolitti fin col costituire un ministero
nettamente spostato al centrro e aperto alla partecipazione di elementi conservatori.

Furono condotte in porto le prime importanti <<leggi speciali>> per il Mezzogiorno


volte a incoraggiare la modernizzazione dellagricoltura,e nel caso di Napoli,lo sviluppo
industriale mediante una serie distanziamenti statali e di agevolazioni fiscali e
creditizie. Queste leggi avevano il limite di non incidere se non limitatamente sulla
struttura sociale del Mezzogiorno. Un altro importante progetto:la statalizzazione delle
ferrovie. Quando di dimise Giolitti subentr Fortis che dur un anno,al quale segu
Sonnino (tre mesi). Nel 1906 torn alla guida del governo nuovamente Giolitti e rest
per altri tre anni e mezzo. Fu realizzata la cosiddetta conversione della rendita,ossia la
riduzione del tasso di interesse versato dallo Stato sai possessori di titoli del debito
pubblico,un provvedimento che serviva a ridurre gli oneri gravanti sul bilancio statale.
Giolitti proponeva il suffragio universale maschile,ormai in vigore nel resto di buona
parte dei paesi europei . Un altro punto importante del programma giolittiano era
listituzione di un monopolio statale delle assicurazioni sulla vita,sarebbero serviti a
finanziare il fondo per le pensioni dinvalidit e vecchiaia per i lavoratori.
Let giolittiana non fu indicata solo come periodo che va dal superamento della crisi
di fine secolo,quella di Giolitti fu una <<dittatura parlamentare>>. Tratti caratteristici
dellazione di Giolitti furono infatti : il sostegno costante alle forze pi moderne della
societ italiana (la borghesia industriale e il proletariato organizzato) il tentativo di
condurre nellorbita del sistema liberale gruppi e movimenti che fino a poco prima
erano considerati nemici delle istituzioni. Il controllo delle Camere costitu lelemento
fondamentale del sistema di Giolitti. Grazie ad esso lo statista pot governare a
lungo senza lassillo di crisi ricorrenti . Giolitti era colpevole di fare opera di corruzione
allinterno dei rispettivi movimenti. I liberal-conservatori accusavano Giolitti di
attentare alle tradizioni risorgimentali,venendo a patti con i nemici delle istituzioni e
mettendo cos in pericolo lautorit dello Stato. Giolitti dovette fare i conti con una
crescente impopolarit sintomo di interna debolezza di tutto il sistema,oltre che di
distacco fr< classe dirigente e pubblica opinione.
La politica estera,il nazionalismo,la guerra in Libia
A partire dal 1896,anno della caduta di Crispi,la politica estera italiana sub una netta
correzione di rotta. Nel 1902 laccordo per la divisione delle sfere di influenza in Africa
settentrionale:accordo con cui lItalia otteneva il riconoscimento dei suoi diritti di
propriet sulla Libia,lasciando in cambio mano libera alla Francia sul Marocco. La
situazione creava motivi di contrasto nella Triplice. Il riconoscimento italiano delle
aspirazioni francesi sul Marocco non piacque naturalmente ai tedeschi. E meno
piacque agli italiani il modo in cui lAustria-Ungheria,con lappoggio della
Germania,procedette,senza consultazioni allannessione della Bosnia-Erzegovina.
Lepisodio lasci nellopinione pubblica uno strascico di malumori e risentimenti e
contribu a determinare un clima di riscossa nazionale. Lidea nazionale diede vita a
una martellante campagna in favore della Libia. In et giolittiana si svilupp,in campo
cattolico,il movimento democratico-cristiano. Condannato dal nuovo papa Pio X.
Ebbero un grande sviluppo,contemporaneamente. Sul piano politico le forze cleri
carico-moderate stabilirono alleanze elettorali. In funzione conservatrice,con i
liberali :questa linea politica avrebbe avuto piena consacrazione,nelle elezioni nel
1913,col patto Gentiloni:dal nome del presidente dellUnione elettorale cattolica invit
i militanti ad appoggiare quei candidati liberali che prevedeva:la tutela
dellinsegnamento privato,lopposizione al divorzioi. Fu un accordo stipulato tra i

liberali di Giolitti e lUnione elettorale cattolica in vista delle elezioni politiche del 1913.
Laccordo segn lingresso ufficiale dei cattolici nella vita politica italiana. Nel maggio
1914,Giolitti rassegn le dimissioni indicando al re come suo successore Antonio
Salandra,giurista. La guerra in Libia aveva fortemente radicalizzato i contrasti politi.
Un sintomo evidente del nuovo clima fu la cosiddetta settimana rossa del 1914. La
morte dei tre dimostranti in uno scontro con la forza pubblica durante una
manifestazione antimilitarista ad Ancona guidata dagli anarchici e dai repubblicani in
particolare dall<<Avanti di Mussolini>>.

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