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camminare
insieme
ARISSIMI,
questo numero del nostro giorna-
lino vuole ricordare in modo particolare la "no-
stra" ANNA. Dico "nostra" perch, se prima ap-
parteneva ai suoi familiari e poi alla comunit
parrocchiale, ora appartiene a tutti noi, a tutti
coloro che lhanno conosciuta, apprezzata,
amata. stata un dono che Dio ci ha voluto fare
e di cui dobbiamo far tesoro. Non un tesoro ge-
loso da tenere per noi, ma un tesoro che altri,
attraverso anche questo piccolo strumento che
il giornalino, potranno conoscere. Il giorno
dellad-Dio stato un momento commuovente:
nemmeno Anna si sarebbe immaginata di esse-
re cos cara a tantissime persone. Eppure non
ha fatto niente di eccezionale: le sue qualit
erano lumilt, la discrezione e una grande,
grande sensibilit e attenzione verso tutti e tut-
to. Vogliamo ricordarla cos, come una grande
"maestra" di vita.
Un secondo aspetto di questo numero del gior-
nalino riguarda le diverse iniziative messe in
atto in questo periodo a Ronago; in particolare
tutto ci che riguarda i nostri ragazzi, dal GRE-
ST "Parti con me" ai campi-scuola. Sono occa-
sioni che lasciano un segno nel corso degli
anni, tanto da ricordarli quasi con nostalgia.
A questo riguardo, siamo debitori nei confronti
di chi li organizza (giovani e genitori) e ricoscen-
tissimi: non facile e non sempre gratificante.
Una tappa importante in questo periodo pre
estivo sono le GIORNATE EUCARISTICHE: ca-
pire la Messa, capire lEucaristia. Questo Sacra-
mento viene visto e vissuto in tanti modi da par-
te nostra: da un segno fondamentale della pro-
pria fede ad un "optional", una cerimonia usata
e abusata come coreografia per diverse circo-
stanze. Celebrare lEucaristia - ci dice lultima
enciclica del Papa, che noi mediteremo -signifi-
ca vivere nella Chiesa, cio nella Comunione,
creando comunit.
Infine daremo spazio alle altre iniziative, ad altre
realt locali che ci aiutano a sentirci pi uniti e
che dobbiamo sostenere proprio perch sono
importanti per un paese, pensiamo ad esempio
alla nostra Scuola dellInfanzia.
Concludo ringraziando a nome vostro tutti i col-
laboratori, tutti coloro che in modo diverso si im-
pegnano a vivificare la nostra comunit civile e
religiosa e auguro a tutti una buona estate.
2
C
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le giornate eu-
caristiche
una consuetudine che risale a tempi re-
moti. Una volta si chiamavano "qua-
rantore" proprio perch ci si impegnava
come comunit parrocchiale ad adorare lEuca-
ristia per quaranta ore nellarco di tre giorni. Da
qualche anno le ore sono di molto diminuite an-
che per il fatto che si passati da una societ
rurale (coltivatori diretti) ad una societ indu-
striale (dipendente da una fabbrica, quindi con
un tempo libero molto limitato). E unoccasione
per andare allorigine e al sostegno della nostra
fede: lEucaristia. Senza di essa, la nostra fede
diventerebbe vuota, inutile. un invito a dedica-
re un po del nostro tempo, rosicchiandolo ai no-
stri impegni pi o meno importanti, per fare un
po di silenzio, per ripensare alla nostra vita, a
tutto il nostro fare e correre.
I vari gruppi della parrocchia si sono impegnati
a presenziare durante le serate, questo non
vuoi dire che anche altri non possano aggregar-
si quando meglio credono.
Le S. Messe della sera verranno presiedute da
Don Pierangelo, un missionario del Brasile, che
ci aiuter a personalizzare e concretizzare lulti-
ma enciclica del Papa che ha come titolo "La
Chiesa e lEucaristia".
Si pensato di concludere le giornate eucaristi-
che con la Processione che dalla Chiesa ci por-
ter alla corte di Ronaghino: un modo per sot-
tolineare che il Signore non dobbiamo lasciarlo
in Chiesa, ma portarlo nelle nostre case, sulle
nostre strade.
Colgo loccasione per invitare tutti a queste gior-
nate e ai residenti lungo le vie Milano e Ambro-
soli ad abbellire il passaggio come meglio cre-
dono. Grazie.
Don Eugenio
benedizione
delle famiglie
uestanno ho voluto ricominciare dalla
Val Mulini, una zona che sembra "lonta-
na" dal paese, sia per la sua posizione,
sia per la sua espansione e i suoi nuovi insedia-
menti. Tante nuove famiglie che vengono da
paesi eterogenei. Il desiderio che la fede ci
possa unire e li faccia sentire " a casa loro".
Certo, ci sono tante difficolt da superare, per
questo dobbiamo tutti aprirci, non essere preve-
nuti e cogliere ogni occasione per trovarci as-
sieme. Ammetto che non c stata la possibilit
di accostare alcune famiglie (nonostante gli ora-
ri serali, le esigenze di lavoro le trattenevano
fuori casa), per questo direi loro che sono pron-
to a far loro una visita secondo la disponibilit
che potranno comunicarmi allo 031980044, la-
sciando un messaggio nel caso fossi assente.
Grazie.
Don Eugenio
4

Q
Un anno
di catechismo
rmai si concluso anche questanno ca-
techistico, che per i ragazzi di elementari
e medie ha previsto la visita conclusiva
al Sacro Monte di Varese.
Abbiamo vissuto insieme i momenti "forti" della
vita parrocchiale: la Novena, la Quaresima, la
Prima Confessione, la Prima Comunione e il
Mese di Maggio in cui abbiamo scoperto i mi-
steri della luce e pregato presso la grotta del
campo sportivo, la Cappelletta allo Stallone e il
Santuario di Drezzo.
Non sono state "gite scolastiche, n quellora di
catechismo una mera "copia" dellora di reli-
gione: si tratta non solo di conoscere Ges, ma
di fare pi di ogni altra cosa unesperienza di
fede insieme. Questo modello educativo cristia-
no deve essere nutrito dalla comunit, per
poter affondare le radici e portare frutto: il bam-
bino o il giovane non hanno davanti solo il cate-
chista, ma prima di tutti ladulto genitore che
vede partecipare o meno alla vita di fede. Lini-
ziazione cristiana deve operare allinterno di un
modello di vita cristiano; se esso manca, nasco-
no il rifiuto della proposta di fede o latteggia-
mento di sfida e sufficienza nei confronti di
essa.
Non si lamenta la mancanza di attenzione, n si
reclama per la vivacit dei ragazzi, ma si vede
in essi un preoccupante atteggiamento provoca-
torio e disinteressato, fin dalle prime classi. Noi
catechisti allora ci interroghiamo: non giusto
dare tutte le colpe allassenteismo di alcuni ge-
nitori.
Cosa possiamo fare? Forse partire dallespe-
rienza diretta della fede: sostituire le schede e
le parole con la visita in chiesa, con la
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O
GIOCAMISSIONE 2003
"Fotografa il mondo!" era lo slogan che
accompagnava i ragazzi questanno durante
la Quaresima. Nelle cinque settimane i
ragazzi della diocesi dovevano fotografare
cinque realt: la fame, la sete, la pace, la
madre terra, la fatica dei piccoli. In palio
lUfficio Missionario Diocesano aveva messo
3 macchine fotografiche e 11 abbonamenti a
riviste missionarie. Nellelenco dei vincitori I
ORATORIO di RONAGO figura AL PRIMO
POSTO e ha vinto una macchina fotografica
+ 2 abbonamenti. A tutti i partecipanti i nostri
COMPLIMENTI! ! !
preghiera insieme, mostrando ai bambini come
si fa la genuflessione, cos un rosario o il se-
gno di croce.
Forse incontrare classe per classe i genitori, or-
ganizzando serate con esperti che propongano
percorsi educativi diversificati per conoscere
meglio e capire i bambini, i ragazzi e gli adole-
scenti. O solo per dare lopportunit alle mam-
me e ai papa di confrontarsi e conoscersi. Per
far loro presente le difficolt che incontriamo nel
parlare coi loro figli; per invitarli alla Messa do-
menicale e far capire che la presenza al cate-
chismo non sufficiente per "guadagnare" la
Comunione o la Cresima. Andare a catechismo
come ricatto in cambio del sacramento, di cui la
parrocchia un erogatrice in serie?
Piuttosto ritenere la fede qualcosa di importante
e bello, e desiderare che i bambini credano in
Ges e crescano nella sua amicizia. Far sempli-
cemente sentire che... siamo accanto a loro e ci
teniamo al cammino che stanno facendo.
Le catechiste
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PENSIERINI DEI BAMBINI CHE HANNO RICEVUTO LA PRIMA COMUNIONE
Domenica 4 maggio abbiamo celebrato la Messa di Prima Comunione.
Riviviamo la bellezza e lemozione di quel momento attraverso i pensierini dei
bambini che hanno ricevuto Ges per la prima volta.
Grazie Ges: mi hai dato il pezzo di pane pi buono del mondo. Appena lho preso
ho sentito il cuore volare" (Erminio)
Grazie Ges per esserti donato a noi e per averci dato questa felicit immensa di
poterti stare accanto nellEucarestia" (Damiano)
II giorno della mia Prima Comunione ero eccitatissima. Ringrazio Ges che mi ha
perdonata e accolta nella sua famiglia" (Moira R.)
Sono stata motto contenta ed emozionata di aver ricevuto Ges" ( Sara B.)
Ges, da quel giorno ho capito che tu mi starai sempre vicino e mi aiuterai sempre"
(Sara R.)
Mi sentivo molto felice. stato importante per me portare i lumini" (Luca)
Sono contenta perch ho incontrato Ges e perch ho imparato motte cose" (Elisa)
Sono felice perch Ges rimarr sempre nel mio cuore. In quel momento ho
provato gioia ed emozione," (Chiara)
"Ges ti ringrazio per avermi donato la Prima comunione" (Asia)
Da quando ti ho ricevuto ti sento sempre vicino"(Ivan)
Ges ti ringrazio per essere entrato nel mio corpo. E ringrazio tutte le persone che
mi sono state vicine" (Alessandro)
Ges, ti ringrazio con il cuore perch ho ricevuto la Prima Comunione. Sono stato
motto contento" (Johnny)
Grazie Ges per averci donato il tuo corpo, Ogni volta che ti ricevo penso a te che
ci regali il tuo immenso amore" (Lorenzo)
Ges, sfato molto bello aver mangiato lostia" (Luigi)
Ges, ti ringrazio per esserti donato nella Prima Comunione. In quel momento ero
motto emozionato e avevo un po di paura" (Cristian)
Ges stammi vicino ogni giorno per aiutarmi a diventare pi buono" (Andrea)
la posta
a Moyo, in Uganda, ci sono giunte le no-
tizie promesse da P. Philip Zema, mis-
sionario comboniano, adottato dalla no-
stra comunit nel lontano 1987. Eccole:
..."Mi trovo nella parrocchia di Moyo nel cen-
tro di conferenze. Il centro gestito dal combo-
niano Luigi Gabaglio con cui facciamo vita di
comunit.
Qui a Moyo, sono incaricato della pastorale gio-
vanile per tutto il Vicariato di Moyo (met della
Diocesi di Arua).
Inoltre, sono incaricato della promozione voca-
zionale e lanimazione missionaria in questa
stessa regione.
Di solito noi comboniani lavoriamo fuori la no-
stra diocesi e parrocchia dorigine tranne che in
casi speciali come animazione missionaria. Per
tanti motivi ho insistito sul rimanere nella mia
diocesi per almeno un anno , prima di andare
altrove. M stato concesso il permesso. Mi han-
no dato non soltanto un anno , ma addirittura
tre.
Il mio bisogno principale ,per il momento, un
mezzo di trasporto. Per girare nei dintorni di
Moyo uso un "mountain bike" , ma col passare
del tempo avr bisogno di qualche mezzo pi
sicuro. Pensiamo di cercare una macchina di
seconda mano che di solito costa dai 3000 euro
in su.
Quando andr a Kampala vi far sapere il prez-
zo, ma nel frattempo sentitevi liberi... Avr tante
cose da raccontarvi per quanto riguarda il mio
nuovo impegno. Abbiamo sentito che Daniele
Comboni verr canonizzato il 5 ottobre. Ringra-
ziamo il Signore. Ho il desiderio di essere pre-
sente a Roma per loccasione, ma non so come
sar possibile! Ricordiamoci a vicenda nella
preghiera. Tantissimi saluti a tutti gli amici."
Philip Zema
P. Philip Zema
Moyo Catholic Church
P.O. Box 3 - MOYO - UGANDA
* * * * *
DA KITALE, in Kenya , abbiamo appena ricevu-
to la lettera di suor Caterina Marchetti
" (...) Il mio sentito grazie a tutti per lofferta
ricevuta oggi di euro 500 e che avete spedito a
febbraio. A luglio verr in vacanza e spero di
vedervi... ogni tanto passa di qui Suor Amelia e
cos ci scambiamo i vostri saluti.
Il secondo gruppo di studenti verso la fine del
corso, poi torneranno in Sud Sudan ad aiutare
la
loro gente... Il Signore li accompagni e porti a
termine quanto lui ha iniziato in loro.
Saluto tanto tutti e ringrazio tanto il gruppo per
il loro ricordo e aiuto.
Con affetto, un forte abbraccio".
Suor Caterina
Suor Caterina Marchetti
P.O. Box 4304
KITALE -KENYA- Est Africa
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D
La nostra giornata annuale sar nel mese di settembre. Per
loccasione contiamo sulla presenza tra noi di P. Egidio e di
suor Caterina e poi... chiss...
Ringraziamo di cuore tutti coloro che ci hanno dato offerte, in
memoria della nostra cara Anna, a favore dellospedale di Ka-
longo.
Per II 5 ottobre 2003, in occasione della canonizzazione di
Daniele Comboni, i Padri di
Rebbio organizzano un pullman
per Roma. Chi fosse interessato pu chiedere in parrocchia.
Ecco alcuni cenni sulla vita di Comboni, tutta dedicata agli africani
Daniele Comboni nasce a Limone sul Carda (BS) il 15 marzo 1831.
Si apr allideale missionario nellistituto di Don Mazza a Verona. Ordinato Sacerdote nel 1854, tre
anni dopo part per lAfrica alla quale aveva consacrato la sua vita.
Nella fiducia che gli africani sarebbero divenuti essi stessi protagonisti della loro salvezza, d vita
a un progetto che ha lo scopo di "salvare lAfrica con lAfrica" (1864).
Fedele al suo motto " O Nigrizia o morte", nonostante le difficolt, prosegue nel suo disegno fon-
dando nel 1867 lIstituto dei Missionari Comboniani.
Voce profetica,annuncia alla Chiesa tutta, particolarmente in Europa, che giunta lOra della sal-
vezza dei popoli dellAfrica.
Non esita per questo, a presentarsi, lui semplice sacerdote, al Concilio Vaticano I per chiedere ai
Vescovi che " ogni Chiesa locale" venga coinvolta nella conversione dellAfrica.
Con coraggio non comune per allora, nel
1872 fonda un Istituto di suore esclusiva-
mente consacrate alle missioni: le Suore
Missionarie Comboniane.
Per gli africani spende tutte le sue energie,
e si batte per labolizione della schiavit.
Nel 1877 viene consacrato Vescovo
dellAfrica Centrale.
Muore a Khartum (Sudan) stroncato dalle
fatiche e dalle croci la sera del 10 ottobre
1881.
Il 17 marzo 1996 viene beatificato da
Giovanni Paolo II in S. Pietro.
Bibliografia : Daniele Comboni La missione
continua, di L Gaiga, ed. missionari comboniani
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Notizie
GAM
Lettera dal Kenya
iao a tutti,
sono Ateneo Riggi e vi scrivo dallAfrica.
Sono partito il 20 gennaio per il Kenya con
larchitetto Fogliacco. Arrivati a Nairobi,
siamo partiti subito verso il nord, destinazione
Marsabit. Essendo il viaggio molto lungo, faccia-
mo una tappa a Nanguki, un villaggio che si trova
esattamente sulla linea dellequatore, alle falde del
monte Kenya. Da l, assieme al vescovo More.
Ravasi, partiamo la mattina presto per Marsabit.
Poco pi in l di Nanguki "finisce il Kenya", come
dicono le persone del posto. Infatti la strada si tra-
sforma in unavventura, piena di sassi, buchi e
animali che spesso interrompono il viaggio. Dora
in poi bene dimenticare lasfalto, i cellulari, la te-
levisione e tutte le comodit delloccidente. Pur-
troppo anche il luogo dove spesso fanno imbo-
scate e sparano alle vetture in transito solo per
derubarle. Il viaggio dura dalle 9 alle 12 ore (a se-
conda della condizione della pista) e percorriamo
la "zona rossa" (circa 4 ore) col fiato sospeso...
Contemporaneamente si apre un mondo affasci-
nante, selvaggio, ricco di colori e trib particolari,
quasi tutti nomadi e pastori: il mio lavoro sar pro-
prio in mezzo a questa gente. Per due mesi e
poco pi sono rimasto a Marsabit per svolgere un
lavoro di controllo al Santuario che stanno co-
struendo proprio sul monte pi alto del villaggio.
Le prime due settimane si fermato con me
larchitetto Fogliacco che lha progettato; con lui
abbiamo analizzato un po tutti i problemi del can-
tiere. Una volta partito, il mio compito era quello di
controllare tutti i giorni i lavori, cercare di risolvere
i problemi e, in caso di necessit, chiedere chiari-
menti o conferme allarchitetto. E in un
cantiere...di solito i problemi sono tanti, soprattutto
in un cantiere africano... Mi ha colpito soprattutto il
metodo di lavoro e la totale assenza di attrezzi,
ma, nello stesso tempo, la grande capacit di ar-
rangiarsi. Naturalmente la sicurezza nel cantiere
era "sotto zero": la maggior parte degli operai la-
vora scalza e sul terreno c un po di tutto, da ferri
taglienti a legni e chiodi aguzzi. Il ponteggio stes-
so un intreccio pauroso di legni e assi a sbalzo,
tutto naturalmente traballante. Il Vescovo per mi
ha detto, stupito, che da quando sono iniziati i la-
vori, nessuno si fatto male: veramente un mi-
racolo! Un mio altro compito era quello di tentare
un inventario di tutti i materiali di costruzione per il
cantiere, conservati in 8 container ed in un piccolo
magazzino. Pian piano ho fatto un po di ordine e
sistemato i materiali in modo da poter trovarli subi-
to al momento del bisogno. Questo stato il mio
lavoro per questi due mesi. Oltre a questo, ho
avuto anche modo di conoscere la realt locale.
Ho conosciuto molti ragazzi in cantiere, ognuno
con una storia difficile da raccontare: chi senza
genitori, chi gi con 3 o 4 figli da mantenere o fra-
telli pi piccoli da crescere... E tutto questo con
neanche 100 dollari al mese, lavorando pi di 11
ore al giorno! Ho avuto modo inoltre di visitare al-
cuni villaggi del nord del Kenya assieme a Mons.
Ravasi e mi sono reso conto di quanti siano i pro-
blemi di queste zone: anzitutto la scarsit di ac-
qua, poi la vita precaria che conducono queste tri-
b, la cui unica ricchezza consiste nel possedere
qualche mucca o capra che custodiscono durante
la notte in recinti di spine attorno ai loro villaggi di
capanne. Per di pi, sta prendendo piede una dro-
ga leggera, detta mir, che sta distruggendo interi
villaggi. Le foglie di queste piante, infatti, mastica-
te, danno una sensazione di apparente benesse-
re, togliendo la sensazione di fame e di stanchez-
za. anche una pianta molto forte, resistente alla
mancanza di acqua e che si pu vendere ai mer-
cati legalmente, trasformandola quindi in fonte di
reddito per le famiglie. Per questi motivi le coltiva-
zioni di mir stanno aumentando a vista docchio,
con conseguenze disastrose anche perch ne fan-
no largo uso tutti, compreso i bambini.
Ho deciso di fare questa esperienza per valutare
la possibilit futura di dedicarmi completamente
allAfrica lavorando per "Insieme si pu" nella
sede di Kampala. In questo periodo ho fatto anche
un salto a Nairobi per andare a trovare il nostro
Codo allospedale. Mi sono fermato per qualche
giorno, dando il cambio a Davide che tornato in
Uganda. Parlando con Davide, abbiamo deciso
che dopo aver finito il mio lavoro a Marsabit, lo
avrei raggiunto per aiutarlo nellapertura della
sede del nostro gruppo. E cos ho fatto... Il 2 aprile
infatti sono arrivato in Uganda ed ora mi fermer
per un po in questo Paese, cos vicino al Kenya,
ma con problemi molto diversi. Un grazie partico-
lare a Padre Lino, Mons. Ambrogio Ravasi e
allarchitetto Fogliacco.
Marco
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C
in ricordo di Anna
, questo, il primo numero del giornali-
no parrocchiale che esce senza la
partecipazione di Anna Balatti, di colei
che stata lanima di ogni numero, la
collaboratrice fedele, entusiasta e pre-
ziosa. Abbiamo voluto dedicare a lei le
pagine che seguono: riflessioni e testi-
monianze che ci aiutano a tenere vivo
il suo ricordo e a farla sentire ancora
presente in mezzo a noi, con la gene-
rosit e lentusiasmo che la caratteriz-
zavano.
La redazione
arissima Figlia,
da questo leggo, dove tu tante volte hai diffuso la Parola di Dio, io oggi, seppur col
cuore colmo di angoscia, voglio ringraziarlo per avermi donato una creatura amabile
come fosti tu, semplice, buona, gioviale, generosa, sempre disponibile ad aiutare chi fosse nel
bisogno. In pi eri dotata di un particolare amor filiale che io ho potuto apprezzare in tante oc-
casioni, ma soprattutto durante la lunga malattia di tuo padre.
Ebbene, cara Anna, ora che dimori nel regno della Luce, continua a volerci bene, anzitutto gui -
da e proteggi i tuoi amati figli e il tuo premuroso marito, che con tanto amore e dedizione ti ha
assistita per lunghi mesi. Ricordati anche di tutta la nostra Comunit Parrocchiale che con an-
sia e preghiere ha seguito le fasi della tua crudele malattia; e non dimenticarti dei nostri cari
parenti, amici e conoscenti pervenuti anche da lontano per darti lultimo affettuoso saluto.
Da parte mia e di tua sorella, ti chiedo di invocare la nostra cara Madonna Consolatrice che mi
dia la forza di proseguire.
Ciao Anna.
La tua mamma Felicita
10
C
in ricordo di Anna
Lomelia di Don Sergio alla
Messa del Funerale
ono stato invitato da don Eugenio a gui-
dare questa celebrazione e a rivolgere a
voi queste parole... ma vorrei farlo non
tanto a titolo personale, bens a nome suo e di
tutti... vorrei riuscire a dar voce, oltre che alla
Parola di Dio che luce e speranza nei mo-
menti oscuri, anche a tutti voi; pi ancora la-
sciar parlare lei: Anna.
Con grande passione, capacit, competenza
ha sempre parlato a noi scrivendo sul giornali-
no parrocchiale; ma il racconto pi bello lha
scritto in questi ultimi anni, con la sua stessa
vita, quella vita che ora continua a parlarci...
Possiamo trovare in essa un elemento unifi-
cante: lamore.
E in lei, questa parola, cos banalizzata oggi,
ha preso verit e forza, perch si coniugata
con unaltra parola: dolore.
Dolore/amore: uno ha bisogno dellaltro per es-
sere veri e trovare senso.
Lei ha amato di un amore provato con il fuoco
del dolore, della prova, della fatica:
- ha amato la famiglia con tutte le prove che ne
hanno segnato il cammino;
- ha amato la comunit parrocchiale e il paese
(e per questo le diciamo tutti grazie per quanto
ha fatto per tutti); era sempre lei ad esempio a
mettere per scritto le memorie del passato e il
ricordo di chi ci precedeva in paradiso... e lei
stata chiamata proprio nel giorno di San Vitto-
re;
- ha amato il mondo, le missioni (Gam): come
non ricordare Kalongo... la sua prontezza a pri-
varsi di qualcosa per chi aveva bisogno... Un
amore grande, vero, proprio perch filtrato
sempre dal dolore (suo e di altri vicino a lei), un
amore reso limpido dalla capacit di farsi dono.
Cos ha vissuto e, oserei dire, "amato", anche
la malattia: forte di una fede che lha resa ca-
pace di offrire a tutti noi una testimonianza indi-
menticabile.
"Beati gli afflitti perch saranno consolati" dice
il Vangelo; beata lei ora, perch ha avuto il co-
raggio di soffrire per realizzare quellamore che
sentiva essere lo scopo della vita.
Ma il suo segreto stata la fede in Ges: Lui
per primo ha condiviso con noi, unendo nella
sua persona, dolore e amore, morte e vita, cro-
ce e risurrezione. Lei ne ha seguito le orme,
sostenuta anche dalla forte devozione a Maria,
11
S
in ricordo di Anna
Madre della Consolazione, e
in Padre Giuseppe Ambro-
soli; in tanti forse speravamo
in un miracolo di P. Giusep-
pe... ma forse il miracolo c
stato e noi non lo sappiamo
ancora riconoscere: pro-
prio questo dolore/ amore
vissuto con fede il vero mira-
colo.
Ricordo ancora lemozione
che Anna mi confidava dopo
aver portato sulle spalle la
bara di P. Giuseppe a Kalon-
go.
Carissima Anna, sicuramen-
te lui ti ha sostenuta nel tuo
faticoso cammino di questi
mesi e ora sicuramente lui
ad accompagnarti al cospet-
to del Dio Amore: di quel Dio
che tu hai servito qui in ter-
ra, pur con tutte le tue fragili-
t umane (gi purificate dal-
la sofferenza) e che oggi ti
accoglie per sempre nella
vita. Non dimenticarci mai,
ora che sei nella festa del
Paradiso con P. Giuseppe e
tutti i nostri cari.
Non dimenticare Felicita,
Rino, Saverio, Andrea e
quanti ti hanno voluto bene
e accompagnato con affetto
in questi mesi. Prega per noi
ora perch impariamo ad
amare nella verit... e se il
Padre celeste ti dar il per-
messo, continua ancora a
scrivere, non pi su carta
ma sul libro della vita, anche
i nostri nomi, in attesa di in-
contrarci ancora.
Ciao Anna, a-Dio!
12
ara Anna,
ti vogliamo bene.
Insieme verso la stessa meta,
anche se ciascuno per la sua strada,
abbiamo percorso un lungo tratto del cammino della vita :
poi... tu hai bruciato le tappe,
sei corsa avanti, sei arrivata alla Casa del Padre celeste
che ti ha chiamato e ti aspettava, con il tuo papa, a braccia aperte.
Ora ci rimane un gran vuoto
e il cuore si stringe per il dolore.
Ma ecco che, a poco a poco, si riempie di tutto ci che ci hai donato:
Ci sei stata vicina nei momenti di festa e di gioia,
in quelli difficili della prova e del dolore.
Nel cuore avevi i tuoi cari,
la gente del tuo Paese e
quella lontana, in Africa, a Kalongo.
Con tanti di noi hai condiviso il tuo tempo
mettendo a disposizione le tue capacit, generosamente.
Per tutti noi hai scritto ,con lintelligenza del cuore,
pagine sapienti e indimenticabili sul giornalino,
testimone attenta della vita della nostra comunit.
Per tutto questo e
per la tua simpatia, per la tua puntualit,
per lamore che s leggeva sempre sul viso dei tuoi cari
e traspariva dai loro gesti quotidiani
quando venivamo a trovarti,
per il tuo coraggio di questi ultimi mesi ....
GRAZIE!
Grazie a te, Arma. E GRAZIE a Te, SIGNORE, per avercela donata
perch fosse segno e insegnamento dellunit che deve esserci
nella Comunit.
Un "segno" semplice e comprensibile a tutti e per questo importante.
Fa, o Signore, che dal ciclo Anna sia come un faro che ci guidi, tutti,
a " fare FAMIGLIA " nel quotidiano.
Gli amici del Gam
C
In ricordo di Anna
volte cadono le stelle nelluniverso delle
nostre vite e noi non sappiamo spiegarci
il perch, quale sia la misteriosa e recon-
dita legge che le ha fatte precipitare.
Troppo grande luniverso, troppo piccoli noi!
Anna aveva un nome corto, essenziale, sem-
plice ed era la semplicit il tratto prevalente
della sua personalit.
Gli occhi mobili, lo sguardo limpido e vivace, le
smorfie e le espressioni efficaci e penetranti, il
sorriso ancora fanciullesco e dunque in un cer-
to senso disarmante. E poi la sua straripante e
contagiosa capacit comunicativa, il suo esse-
re sempre pronta a intuire i bisogni, le attese,
le speranze di tutti.
Non si poteva sfuggirle. Voleva sapere di te,
della tua vita, della tua famiglia e non ha mai
neppure lontanamente pensato di ripiegarsi, di
chiudersi in se stessa, di rinunciare a vivere.
Ha avuto la forza, anche durante la lunga e sfi-
brante malattia, di guardarsi attorno, di non ti-
rarsi indietro, di farsi ogni giorno prossimo.
Quando scriveva aveva la non comune dote di
cogliere con garbo e profondit i tratti essen-
ziali di una persona o di raccontare storie, ri-
cordando i luoghi della nostra memoria colletti-
va con quella inimitabile leggerezza che coin-
volgeva e invitava a leggere i suoi scritti tutto
dun fiato. Ora una stella che ci guarda, ci il-
lumina e ci incoraggia ogni volta che abbiamo
la tentazione di lasciar perdere, la pretesa di
bastare a noi stessi.
Sono sicuro che il suo viaggio sar cominciato
nella giusta direzione perch credo, come can-
tava Fabrizio De Andr in una bellissima can-
zone - preghiera, "ha mosso gli ultimi passi
come una goccia di splendore, di umanit, di
verit".
Maurizio
iao, Anna. Ti scrivo dal paese dello stra-
zio, il Tuo Paese, dove troppe volte la
campana ha rintoccato a lutto per giovani
vite perdute. Non ho parole, Anna: per
mestiere, vivo di parole e per Te non le trovo,
perch il Mistero cos grande e il dolore
cos forte. Come non le ho trovate per mio fi-
glio che in ciclo ti ha anticipato di poco. Ogni
cosa sembra priva di senso, da quando non
torna pi chi se n andato, lasciandoci solo la-
crime. Ma tu sei Lass e sai tutto, anche quello
che non so dirti: abbraccia, per noi, i nostri cari
che stanno con Te e racconta loro la nostra no-
stalgia e la nostra speranza. Me lavevi pro-
messo: stentavi a trovare le parole, ma mi ave-
vi detto che lo avresti fatto, semmai fossi arri-
vata tu, prima di me, nellAltrove. Dalla finestra
rigata di pioggia, quel giorno di maggio, ho as-
sistito al Tuo ultimo viaggio verso il giardino
dove riposano tutti coloro che noi di Ronago
piangiamo. "D al mio Andrea che gli vogliamo
tanto bene", ti ho pregata. E forse ti hanno pre-
gata cos in tanti, affidandoti un messaggio da
portare ai loro cari Lass, perch Tu sei una di
noi, figlia di Tua madre e di questo Paese, sei
madre dei Tuoi figli e madre in parrocchia e sei
stata un simbolo per tutti, sul tuo Calvario. Nel-
la tua esistenza, hai testimoniato il bene, ma
soprattutto hai testimoniato la Croce, quando il
male ti ha colpita e ti ha costretta a prepararti
per lEternit nel pieno degli anni, con la consa-
pevolezza che ogni giorno sarebbe stato un
giorno regalato e che ogni passo ti stava por-
tando verso lapprodo finale. Siete tutti lass, fi-
gli, genitori, consorti e ci state guardando: siete
invisibili, ma come se foste ancora tutti qua,
nelle nostre belle feste comunitarie, nelle no-
stre giornate insieme, nelle nostre famiglie uni-
te. Siamo stati molto felici, quando ceravamo
tutti e non sapevamo che un giorno ci sarem-
mo ritrovati ai piedi della croce, a pregare gli
uni per gli altri. Ora non sappiamo quando, ma
siamo sicuri che ci ritroveremo di nuovo insie-
me, nel posto che ci state preparando. Ci avete
solo preceduto. Benediteci.
Maria
13
A
C
In ricordo di Anna
ara Anna,
mi rendo conto solo ora che non ti conoscevo affatto, ma pensando a te come ripensare ad
unamica di sempre. Sei stata la prima persona che ho conosciuto esattamente un anno fa,
quando mi sono trasferita a Ronago e sei stata proprio tu che, regalandomi una copia di questo
giornalino, mi hai dato il benvenuto.
Ricordo che con un sorriso mi hai detto: "siamo una piccola comunit e abbiamo sempre bisogno
di forze nuove". Una frase "buttata l", ma che mi ha fatto molto riflettere. Poi la malattia cos im-
provvisa... la tua forza, la tua voglia di vivere, di lottare e la tua umilt nel ringraziare proprio attra-
verso uno scritto, chi ti era vicino qui e dal cielo. Ricordo il nostro incontro al tuo rientro a casa
dopo la degenza in ospedale, un abbraccio commosso...e il tuo sorriso.
Sembrava che il peggio fosse passato, ma non era questo il progetto di Dio per te.
Il giorno del tuo funerale ho capito veramente che persona RICCA tu fossi: avevi lamore vero di
una famiglia che ti rimasta vicino dimostrandoti tanto affetto, lintera comunit che ti ha dato con-
forto con la preghiera e la tua fede che non ti ha mai abbandonata e che certamente ti ha dato co-
raggio e voglia di continuare a sorridere.
Cara Anna, nella tua vita cos breve, hai saputo dare tanto, anche a chi ha avuto la fortuna di cono-
scerti solo per poco tempo.
Grazie e...arrivederci, Anna.
Elena
14
C
In ricordo di Anna
iao Nini,
te lo devo: ora tocca a me tirare fuori da
cuore, carta e penna, le parole e i pen-
sieri per salutarti da questo giornalino che hai
tanto amato.
Persone, fatti - anche minimi, quotidiani - del
nostro paese e del mondo raccontati in pagine
e pagine di vita vera e vissuta. Si pu proprio
dire che la scrittura, le tue parole partecipate,
erano le tue ali e che con loro andavi l dove ti
portava il tuo cuore: nella tua voglia di raccon-
tare spaziavi a 360, andavi in profondit e nel-
lo stesso tempo volavi con leggerezza ed amo-
re nello spazio dei ricordi, dei sentimenti, delle
parole meditate e scritte col cuore. Nellultimo
giornalino hai scritto tanto, sembrava che sa-
pessi che non avresti pi potuto farlo material-
mente, per so che nella tua voglia di combat-
tere e di superare la malattia avevi gi in serbo
delle idee da sviluppare per questa copia, che
invece ora ti vede - per una volta - raccontata e
ricordata anche per il coraggio, perch nono-
stante tutto, tu andavi avanti e volavi sopra le
difficolt di una vita che non ti sempre stata
amica. Pi di una volta mi hai detto che quan-
do avresti avuto pi tempo e calma, avresti
scritto un libro di memorie perch avevi tante
cose da dire: sono certa che l dove sei ora, il
Padre eterno ti dia la possibilit di lasciar fluire
tutta la tua creativit. Anchio avrei tante cose
da dirti, certo parlo con te e con papa tutti i
giorni e ti scrivo pure, se non mi viene troppo
magone, ma sto scoprendo che per il momento
ti sei portata via anche le mie parole e io faccio
fatica ad esprimermi, se non con rabbia. So
che tu non faresti cos ed anche se non appro-
vi questo mio stato danimo, cerca di capirmi e
di darmi uno mano. Tu davvero avresti avuto
tutte le ragioni di essere arrabbiata, ma hai
avuto la forza - Qualcuno te lha data, questa
forza - di accettare la malattia e le sue conse-
guenze, di affrontare la realt anche con un
certo distacco, senza lamentarti quasi mai ( le
poche volte che lhai fatto, mi dicevi che ti sen-
tivi prigioniera in un corpo che non ti risponde-
va pi). Il cuore ed il pensiero erano per rivolti
agli altri pi che a te stessa; ricordo che in
unoccasione, quando tu eri gi a letto e fatica-
vi ad alzarti, mi hai salutata dicendomi: "Wan-
da, tu non devi preoccuparti per me!". Si erano
invertite le parti, eri tu che facevi coraggio a
me!
E quante volte, a chi ti chiedeva notizie sulla
tua salute, rispondevi: "Non va male, potrebbe
andare meglio, ma non mi lamento".
Mi consola il fatto che in questi mesi sei sem-
pre rimasta tra i tuoi affetti e nella tua casa, mai
sola - vedi Rino, che non ti ha mai lasciata un
momento...- e che abbiamo potuto occuparci di
te tutti i momenti della giornata, fino ad accom-
pagnarti alle soglie del Paradiso. Ora che ci sei
e ti immagino anche l molto sprint, hai parec-
chie marce in pi per continuare a volerci bene
e a darci una mano nel bisogno: vedi di usarle
al meglio! E poi, sei in buona compagnia, con
tutte le persone care che ti hanno preceduto e
quelle che hai ricordato sul giornalino anche ul-
timamente: organizzatevi e cercate di unire le
forze!
Sto imparando che, nonostante la sofferenza,
questo un periodo di crescita importante:
- ho scoperto le tante persone che ti vogliono
bene e vogliono bene a Rino, Saverio, Andrea,
alla mamma, a me e famiglia, e che a vario ti-
tolo hanno offerto aiuto concreto e solidariet
umana: a tutti va il mio grazie riconoscente;
- ho riscoperto, se mai ce ne fosse stato il biso-
gno, la forza della nostra mamma;
- ho scoperto che per sdrammatizzare il tutto
stato possibile ridere con te, pur con la tristez-
za nel cuore;
- mi riconfermo nella convinzione che, anche
con fatica e a costo di cadere ed ammaccarsi,
necessario affrontare la realt quotidiana con
coraggio ed ottimismo, come del resto hai fatto
tu, e facendo del tuo meglio.
Ciao Nini, comunque mi mancano la tua voglia
di vita e la tua voglia di "raccontare" la vita.
Tua sorella Wanda
15
C
Nella nostra comunit tante sono le persone che, nel silenzio, ogni giorno compiono ge-
st di bont. Il bene che queste persone diffondono, sia con la preghiera che con opere
concrete, non fa rumore, ma contribuisce a rendere pi bello e accogliente il nostro pae-
se. Una di queste persone era certamente la Piera del Messo: pubblichiamo questo ri-
cordo che vuole esprimere il nostro desiderio di tenere vivo un esempio di vita come
stato il suo.
ricordando Piera...
iao Piera!
Te ne sei andata cos, allimprovviso
che non ci hai lasciato nemmeno il
tempo di salutarti.
Siamo rimasti cos a guardarci negli occhi
bagnati di lacrime, attoniti, stupiti, a chie-
derci perch il Signore ha voluto chiamarti
accanto a s cos in fretta. Sei uscita dalla
tua e dalla nostra vita in punta di piedi per
non disturbare nessuno e non ci hai dato
neppure il tempo per dirti "grazie".
Grazie perch sei stata una mamma atten-
ta e disponibile, una nonna premurosa, una
sorella affettuosa, unamica sincera e leale.
Grazie per averci trasmesso lamore per le
cose semplici, vere, per averci fatto capire
che la felicit anche sapersi accontentare
delle piccole cose che la vita ci offre ogni
giorno: una chiacchierata ricordando i bei
tempi passati, una passeggiata con i tuoi
cari, un gelato gustato insieme... queste
semplici occasioni erano per te i momenti
pi belli da ricordare.
E anche adesso, quando ci prende la ma-
linconia per non averti pi vicino a noi, ci
consoliamo pensando che sicuramente ora
sei ancora pi felice. Hai ritrovato tutti i tuoi
cari, il tuo Angelo Dino, e insieme a loro ti
immaginiamo in un grande giardino pieno
di fiori dai mille colori.
Da lass ci guardi e ci sorridi e sicuramen-
te preghi per noi.
Ciao, Piera.
Silvana
16
C
In fase di stampa del giornalino; giunge la notizia dellincidente in
cui ha perso la vita il giovane Andrea Vezzaro. Spontanei sono
sorti pensieri e ricordi che vogliamo condividere con tutta la comu-
nit.
Per Andrea...
on ho nemmeno le forze per scriverti, ma
quelle per pensarti non mancano. Ti ho vi-
sto nascere, ti ho visto vivere i primi mo-
menti da adolescente, ti ho visto passare
momenti affrontati pi pregevolmente di un uomo,
ti ho visto piangere, ti ho visto ridere, ti ho visto
soffrire per qualcosa che valeva un attimo, ma
per te no, per te era una vita!
Volevi lasciare un segno e lo hai fatto, forse trop-
po presto o magari troppo convinto, ma non rie-
sco a dirti "hai sbagliato", perch sei stato amico
unico in tutto, te ne sei andato via come un pen-
siero: il pi dolce sicuramente, ma indubbiamente
quello pi duro. Siamo tutti con te e non vediamo
lora di rivederti, ti vogliamo vicino come prima, ci
mancano i tuoi momenti pi duri, quelli difficili,
quelli dolci e quelli teneri, quelli che non possia-
mo pi avere se non con un pensiero oppure con
un sorriso, perch no? Tu vuoi questo e cos
sar: ti amiamo, ci manchi: manchi a me, a Car-
men, Stefano, mamma, papa, Sacha, Tozzo, Cri-
stian, Teo, Tica, Maestro e ci sarebbero altri mille
nomi, ma non c pi spazio.
Ci mancherai.
Daniele V.
* * * * *
IAOVEZZ,
questa sera, quando alzeremo gli
occhi al cielo, vedremo una stella in pi
che rispecchier la luce del tuo sorriso. Questa
nuova stella ha lasciato un vuoto fra di noi che
possiamo colmare solo con i tuoi ricordi. I ricordi
di un grande amico che, nonostante ogni difficol-
t, ci ha sempre fatto sentire importanti e parte
della sua vita. Eri sempre pronto a far sorridere
tutti quanti, con la tua energia e la tua voglia di vi -
vere giorno per giorno...dalle quali potremo pren-
dere esempio.
Ma tu, Andre, non eri solo lo specchio dellener-
gia, in te vi era anche una grande sensibilit,
nata da qualche tua sofferenza, alla quale per
preferiamo non pensare. E dunque il sole che
cera in te ci riscalder in ogni attimo della nostra
vita e far sicuramente luce in una parte del no-
stro cuore: allora ci chiediamo dove tu possa es-
sere, ma la risposta basterebbe cercarla dentro
di noi.
Vezz, Ti vogliamo bene.
Da parte di tutti i tuoi Amici
* * * * *
ccomi qua, seduto sulla solita sedia a
guardare la piazza, il solito movimento di
persone, ma sulle facce si vede che qual-
cosa manca, manca la voglia di ridere e
scherzare, manca la voglia di giocare, manca un
amico, abbiamo solo voglia di ricordare, scavan-
do anche negli angoli remoti di noi stessi, la pi
piccola avventura.
Sono due giorni che non dormo; ho passato tutto
il tempo in macchina e attraversato Spagna,
Francia e il nord Italia per venirti a salutare. Sono
stato dalla Samy, sai, che bel posto, sono tutti fe-
lici, salutano, ridono sempre, strana gente gli
Spagnoli. A proposito: non volevi andarci anche
tu questa estate?
Appena entrato in paese, sono tornato nella real-
t e ti dico che anche io ho pianto. Strano? beh,
capita anche a me, in fondo non sono solo il Teo
che ride e scherza. stato un attimo di debolez-
za, ma perdonamelo; davanti al bar cera tuo fra-
tello Daniele: sono riuscito a dire solo "Fratello,
mi spiace". Sai benissimo cosa mi lega a lui, un
abbraccio stretto quasi da farci male...in fondo
come un fratello per me. Adesso stanno arrivan-
do tutti, alcuni non li conosco, ma anche loro ci
sono! Da sotto sento qualcuno che suona una
canzone dei Nirvana, stanno provando quel pez-
zo che ogni tanto cantavi con il tuo inglese "spe-
tasciato",
17
N
C
E
vogliono salutarti cos, lo lo faccio con poche ri-
ghe, un piccolo pensiero da una piccola persona
che assieme a tutti i ragazzi ha costruito una
grande compagnia.
Scusami, ma ormai tardi, ho scritto nei ritagli di
tempo e manca solo da tirar su lultima sedia,
quella dove stavi di solito.
Un ultimo pensiero: adesso che sei partito, incon-
trerai anche gli altri: di a tutti che non li ho dimen-
ticati, come se foste tutti quanti qui.
Ciao Vezzarino e fai il bravo.
Matteo C.
* * * * *
IAO VEZZARINO,
il diminutivo dice la simpatia che
emanavi, ma rischia di presentarti come un pic-
colo, quando invece eri un bel giovanottone.
Ci si salutava frequentemente proprio perch te
ne stavi sul terrazzino del bar ed io uscivo spes-
so dal sagrato per andare altrove. Delle volte, ca-
pitando al bar, nascevano delle conversazioni pi
prolungate. Mi ricordo una sera, era gi notte,
quando per parecchio tempo si discusso circa
la necessit di trovarsi, parlarsi, organizzare
qualche cosa che coinvolgesse i ragazzi della tua
et. Una discussione animata, entusiasta da par-
te tua: ci credevi, sognavi. Ed io che ti lasciavo
parlare condividendo quanto stavi dicendo e ve-
dendone nello stesso tempo le difficolt. Tu, pro-
prio come ogni ragazzo, avevi dei progetti, dei
sogni, avevi tanti desideri, avresti voluto avere
tutto e fare tutto sui due piedi, lo, invece, come
tutte le persone adulte, ne vedevo le difficolt: si
dice che, ad una certa et, non si sogna pi, si
hanno i piedi per terra, che di tentativi se ne sono
fatti ma non hanno avuto riscontri.
Ecco, caro Vezzarino, tu ci dici che abbiamo bi-
sogno sempre di sognare, di guardare avanti
senza portarci dietro la zavorra del "tanto non se
ne fa nulla". Abbiamo bisogno di avere un cuore
da bambino, come lavevi tu, un cuore semplice,
quasi ingenuo, che non vede il male, il pericolo,
le difficolt, per cui il futuro sempre aperto e ro-
seo. Sei stato una star (una stella) per tantissime
persone, tu in vita forse non te ne accorgevi nep-
pure. Una stella a portata di mano di cui anche
noi non abbiamo saputo approfittare. Adesso che
sei una stella lass in alto, ti vediamo e vorrem-
mo tanto guardarti e vedere il tuo volto luminoso
come quello di un bambino. Sei stato lievito e
sale, portando la gioia e lallegria tra i tuoi amici
senza mai alzare la voce, senza attaccar briga
con nessuno. Avevi la vita davanti, peccato che
sia finita cos presto qui, su questa terra, davanti
ad un muro. Siccome per, per fortuna, siamo
credenti, sappiamo che ogni muro ha una porta,
per cui tutto non finisce l. La fede apre le porte,
anche quelle che ci sembrano blindate e cos
speriamo di ritrovarci dallaltra parte del muro a
godere ancora della tua amicizia, del tuo buon
umore e della realizzazione dei sogni.
Arrivederci, ad - Dio, Vezzarino!
Con affetto, il tuo don
18
C
ALTRI DOCUMENTI VARI
SULLA CHIESA
DI RONAGO
completamento di quanto gi pubblicato, dir
che ho reperito ulteriori notizie sulle istanze
dei ronaghesi per ottenere lautonomia par-
rocchiale, al fine di avere una migliore assistenza.
Una pressante richiesta in tal senso fu fatta al ve-
scovo Mons. Filippo Archinti in occasione della visi-
ta pastorale del 30 agosto 1597 :" Molto Illustre et
Reverendissimo Monsignore. Nella pieve dUggiate
v il Commune di Ronago, quale ha una chiesa di
Santo Vittore sotto la Cura del Reverendo Prevosto
dUggiate et perch distante quasi due millia et tra
il fuoco dUggiate et Ronago vi sono diverse acque
che spesse volte innondano oltre che la strada per
se stessa fatticosa sia per la distanza come per le
dette acque, et per non haver il Reverendo Prevo-
sto capellano alcuno per cui l Sindici di detto Com-
mune fanno ricorso da V.S. Molto Illustre et Reve-
rendissima supplicandola che atteso le predette
cose sii servita separare et dismembrare detta chie-
sa d Santo Vittore da detta Cura dUggiate et erri-
geria in Cura et Parochiale, offerendosi essi Sindici
a nomme di detto Commune supplire a quello ande-
r al Curato se lentrata ordenaria con la prmitia
solita non basta. Il che s spera".
Questa richiesta replicava quanto gi fatto presente
a mons. Ninguarda nel 1592, e si sarebbe ribadito
con mons. Carafino nel 1631, con quellesito che
gi abbiamo visto nel volume storico. Un esposto al
vescovo da parte dei nobili della zona (probabil-
mente allo stesso mons. Carafino) conferma il de-
grado morale e la "lascivia del clero ple-bano nei
primi decenni del secolo XVI, con negligenza dei
propri doveri, dimostrata dal fatto espressamente
denunciato come esempio, che a "Ronagho" il cali-
ce era sporco di terra ed i paramenti ammuffivano...
In conclusione, nessuna meraviglia se pian piano
dal tempo di don Filippo in poi la situazione decad-
de, con pregiudizio per la "parrocchia" di Ronago.
Solo dopo la venuta di don Luca Novi, che risiedette
in luogo, a poco a poco la situazione and miglio-
rando sul piano dellassistenza religiosa che pratica-
mente, con lui e dopo di lui, fu continuativamente
garantita da un sacerdote presente in paese. La
progressiva rinascita della vita religiosa a Ronago
attestata anche dagli interventi sulla chiesa, fino alla
grande impresa del 1761 per costruire lattuale edifi-
cio, poi ampliato nel 1939. Altre notizie ho reperito
relativamente ai beni posseduti dalla chiesa ad Al-
biolo e a Ligornetto, affittati nel 1601 da don Fran-
cesco Romani. Negli anni che seguono al 1620
compare come cappellano a Ronago probabilmente
delegato come sostituto mercenario dal titolare del
beneficio, che era don G. Battista Argenti, tale don
Antonio Maria Sala, che da un atto notarile del 1625
conservato a Bellinzona sappiamo era il presidente
del "consorzio" tra i sacerdoti della pieve di Uggiate;
una specie di "cassa mutua" dei preti del tempo.
Infine desidero segnalare un ulteriore carteggio ri-
spetto a quello gi preso in considerazione, in un
fascicolo relativo alla nomina di don Ambrogio Mag-
gi nel 1797. Forse questo che va considerato
come latto semplice" del governo della Repubblica
Cisalpina, con il quale si riconobbe di fatto la par-
rocchia di Ronago.
Ricordate lelezione di don Ambrogio e il ritardo nel-
la sua immissione in parrocchia, al punto che egli
andr a piantare lalbero della libert a Mendrisio?
Ebbene, tutto il ritardo burocratico a Como era im-
motivato o pretestuoso. Infatti da Milano, il 22 Frutti-
doro dellanno V Repubblicano, ossia 18 settembre
1797, il Ministro degli affari interni aveva rescritto
alla delegazione del Censo di Como con questo te-
sto:
"Riconosciuto regolare in ogni sua parte, e coerente
alle Istruzioni ultimamente diramate latto d nomina
del nuovo Parroco della Comunit d Ronago, se-
guita nel Sacerdote Ambrogio Maggi, resta appro-
vata la nomina medesima ne modi espressi nel
detto atto del giorno 6 Agosto prossimo passato
Vecchio Stile. Se ne previene codesta delegazione
del Censo in isfogo della sua rappresentanza 25
Termidoro scorso n. 1308, e per le ulteriori disposi-
zioni ad essa appartenenti, accio leletto Parroco
venga istallato nellesercizio delle sue funzioni. Sa-
lute, e Fratellanza. Ragazzi. Giussani Segretario".
Sicch, civilmente, don Ambrogio Maggi fu gi rico-
nosciuto parroco dalla sua elezione del 6 agosto
1797. Ma per gli altri problemi connessi con quei
tempi burrascosi, gi ho discusso nel volume stori-
co, cui rimando. (4/4 - fine)
Mario Mascetti
19
A
www.provalmulini.it
ASSOCIAZIONE 'PRO VAL MULINI' ONLUS
maggio.
Quando arrivi alla 'Doganella' e prosegui
verso il valico di 'Crociale dei Mulini',
dopo una cinquantina di metri svolti sulla
destra, dove c' il cartello del 'Sentiero Val Falop-
pia', e prosegui fino ad entrare nel bosco; a questo
punto ti devi fermare, non perch hai trovato un
ostacolo che ti impedisce di proseguire, ma per-
ch ci che hai di fronte ti fa stare a bocca aperta.
Tutto il sottobosco un grande tappeto bianco,
cos diffuso da chiederti se nella notte ha nevica-
to; non si tratta di questo (data la stagione), ma
semplicemente della fioritura dell'aglio selvatico,
o meglio dell'aglio 'orsino', che entrata nel pieno
del suo splendore: i fior bianchi, a grappolo, so-
vrastano le foglie di un verde intenso, creando un
manto candido che annulla ogni altra cosa.
Se prosegui, fino ad uscire dal bosco sulla parte
opposta di fronte alla localit 'Quattro Opinioni', e
se sei assai fortunato, puoi osservare qualche ai-
rone, venuto da chiss dove, che se ne sta immo-
bile, con le zampe a mollo nell'ultima piccola
zona 'umida' rimasta. Il tuo arrivo, accompagnato
da qualche movimento di troppo, lo fa alzare in
volo per andare a rifugiarsi tra gli alti alberi del
bosco rimasto alle tue spalle.
Stai scendendo da Trevano Inferiore e sei quasi
arrivato in localit 'Bonetti' (Filatoio). Il sentiero
ancora alto ed il pendio alla tua sinistra si tra-
muta in un prato verde smeraldo, che scende ab-
bastanza ripidamente fino a lambire il bosco dal
verde pi intenso, che puoi osservare anche ai due
lati del pendio. Nulla, se non l'erba che sta cre-
scendo per poi essere falciata, rileva la presenza
dell'uomo e tu stai ad ascoltare, perch sai di po-
ter udire il richiamo del falchetto che si sta muo-
vendo per la ricerca del cibo quotidiano.
Queste cose ed altre, come il fiorire dei bucaneve
a fine inverno o il sapere che sotto l'Arzia abita la
volpe, sono ancora la Val Mulini. Sono cose di
poco conto, che non producono niente e non in-
grassano i depositi bancari, ma che ti danno pace
e serenit, perch esistono da sempre e da sempre
non hanno mai fatto del male. Sono orizzonti di-
versi, da sovrapporre al mare dell'egoismo umano
ed alle brutture delle sue
guerre e delle sue ingiustizie.
Fino a quando ci sar ancora
questa "Val Mulini? Le ruote e le macine dei mu-
gnai sono quasi tutte scomparse; le rogge molina-
re ed i riali si stanno intasando o sono mangiati
dalle strade; i prati, ogni anno, pagano il loro pe-
gno all'edificazione; la vita della natura si sta,
sempre pi, trasformando in 'natura morta'. Questi
spunti, che non vogliono essere un'altra 'Apoca-
lisse', sono le riflessioni che vogliamo porre alla
vostra attenzione.
La Pro Val Mulini' si avvicina al suo quarto anno
di vita e, in questo tempo, ha visto qualche suc-
cesso, ma anche tante sconfitte, che non hanno
permesso la completa realizzazione dei suoi pro-
getti. Tanti ci hanno dato fiducia, diventando Soci
e condividendo, cos, i nostri obbiettivi, sostenen-
doli anche finanziariamente; altri si sono racchiu-
si nelle loro idee, in atteggiamento di difesa, te-
mendo di perdere sulle loro abitudini o sulle si-
tuazioni che hanno creato. Ai primi, dopo il dovu-
to ringraziamento, assicuriamo la nostra volont
di proseguire nell'azione di valorizzazione della
Valle; ai secondi vorremmo far giungere un mes-
saggio rassicurante sul fatto che nessuno vuoi to-
gliere loro qualcosa, ma che si desidera soltanto
realizzare cose semplici per continuare ad avere
una bella Val Mulini.
Il prossimo grande appuntamento al 12 luglio
alle ore 17.-, ad Uggiate Trevano presso la sala
della 'Meridiana' (biblioteca comunale), per la
presentazione del Progetto di Circuito Turistico
della Val Mulini', con il quale si intende estende-
re il sentiero "Val Faloppia' in modo da visitare
turisticamente tutti i luoghi significativi della Val-
le. Il progetto frutto di una cooperazione tra noi
e l'Amministrazione Provinciale di Como, Asses-
sorato al Turismo, e sar completato con la posa
di particolari cartelli e con la stampa di una guida
turistica. Vi attendiamo numerosi a questo appun-
tamento.
Guerrino A.
20

ASSOCIAZIONE SCUOLA DELLINFANZIA ARCOBALENO


stata dura, ma, finalmente, abbiamo
raggiunto il traguardo fissato!
Alle ore 18.30, di marted 10 giungo, pres-
so la Casa Parrocchiale, alla presenza del
notaio Roberto Capizzi di Olgiate Coma-
sco, stato formalizzato latto di nascita
dellAssociazione Scuola dellInfanzia
Arcobaleno Intitolata a don Matteo Cen-
si.
Quando partimmo, in autunno dello scorso
anno, con lidea di cambiare la struttura
giuridica della nostra Scuola dellInfanzia
(Scuola Materna od Asilo, a secondo di
come siamo abituati a pensarla), per ren-
derla pi consona alle nuove disposizioni
legislative e vissuta da parte di tutti parroc-
chiani, non si immaginava un cammino
cos difficoltoso, che ci ha fatto ritardare di
alcuni mesi la partenza dellAssociazione.
Tutto dipeso dal fatto che non stato
possibile costituire una nuova Associazio-
ne, ma si dovuto trasformare lEnte esi-
stente, fondato nel lontano 1975. Al di l
del maggior tempo resosi necessario, que-
sto fatto risultato molto positivo: la nostra
vecchia Scuola (solo per la lontana data di
fondazione), fortemente voluta da Don
Matteo, continua ad accogliere i nostri
bambini, anche se con un vestito nuovo,
guidandoli nella loro crescita ed nellinseri-
mento nella comunit di Ronago. Con que-
sto atto di trasformazione, i vecchi Soci
fondatori* del 1975 (otto) hanno fatto qua-
si da padrini ai 15 genitori ed ai componen-
ti il Consiglio dAmministrazione, che com-
pletano lAssemblea della Scuola, quasi a
voler consegnare loro uneredit di grande
valore. Ora inizia il nuovo cammino, con
tante cose nuove e ricolmo di impegni.
La novit pi consistente riguarda la parte-
cipazione delle persone allinterno
dellAssociazione. Essa, ora, non riserva-
ta solo ai genitori dei bambini frequentanti
la scuola ed ai rappresentanti di diritto nel
Consiglio di Amministrazione, ma e-ste-
sa a tutti coloro che fanno sem-
plice-mente parte della Comunit di Ro-
nago e che vogliono partecipare alla ge-
stione della nostra Scuola dellInfanzia;
questo diritto si acquisisce versando la
quota annuale di adesione allAssociazio-
ne, che almeno di . 10,00. Attualmente i
soci sono un centinaio e sono rappresenta-
ti dalle persone che hanno gi versato, ne-
gli scorsi mesi, la quota associativa o delle
quote per la costituzione del Patrimonio,
finalizzato ad avere unAssociazione rico-
nosciuta. Contiamo in altre numerose ade-
sioni, cos davere una base di sostegno
molto ampia.
Anche il Consiglio damministrazione
cambier, nelle persone, poich quelle che
ne hanno fatto finora parte sono ormai sca-
dute, nel numero dei membri e nella so-
stanza di rappresentanza. Esso sar for-
mato da 7 membri di cui: 1 in rappresen-
tanza dei genitori dei bambini, 1 in rappre-
sentanza della Parrocchia, 1 del Consiglio
Pastorale Parrocchiale, 1 dellAmministra-
zione Comunale e 3 scelti dallAssemblea
degli associati tra coloro che hanno dato la
propria adesione allAssociazione.
Entro la fine di questo mese verr convo-
cata la nuova Assemblea per provvedere
alla nomina del nuovo Consiglio dAmmini-
strazione e per iniziare il lavoro dellAsso-
ciazione. A tutti coloro che, dopo aver dato
la propria disponibilit, saranno chiamati ad
amministrare la nostra Scuola dellInfanzia,
un grande augurio di buon lavoro. A tutti gli
altri, che hanno visto positivamente questa
iniziativa ed hanno dato il loro piccolo o
grande sostegno, grazie ed un invito ad es-
serci sempre vicini.
Guerrino A.
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