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VALUTAZIONE STATISTICO

ECONOMICA DEI MODELLI DI


GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI IN
LOMBARDIA


VERSIONE DI SINTESI




in collaborazione con

Valutazione statistico economica dei modelli di gestione dei rifiuti urbani in Lombardia

Febbraio 2010

Regione Lombardia
Direzione Generale Reti, Servizi di Pubblica Utilit e Sviluppo Sostenibile


Gruppo di lavoro
Regione Lombardia
Annamaria Ribaudo (Coordinamento)
Paola Zerbinati

Cestec SpA
Dino De Simone
Luisa Tasca
Contributo specialistico
Michele Giavini (Ars Ambiente srl)

Sommario
1 Metodologia ............................................................................................................................................................... 4
1.1 Premessa .......................................................................................................................................................... 4
1.2 La normalizzazione dei valori di costo sugli abitanti .......................................................................................... 4
1.3 Calcolo degli abitanti equivalenti ....................................................................................................................... 4
1.4 Bonifica dei dati e riduzione delle anomalie ....................................................................................................... 5
1.4.1 Scorporo dei dati di costo dello spazzamento stradale ............................................................................. 5
2 Correlazioni tra costi e variabili di scenario ............................................................................................................... 6
2.1 Densit urbanistica ............................................................................................................................................ 6
2.2 Popolazione ....................................................................................................................................................... 6
2.3 Modello di raccolta (contenitori stradali/porta a porta) ....................................................................................... 7
2.4 Costi di raccolta di singole frazioni differenziate ed intercettazione ................................................................. 11
2.5 Raccolta differenziata ...................................................................................................................................... 12
2.6 Analisi delle voci di dettaglio dei costi .............................................................................................................. 13
3 Casi di dettaglio ....................................................................................................................................................... 15
3.1 Confronto tra bacini omogenei ......................................................................................................................... 15
3.2 Considerazioni sui capoluoghi di provincia ...................................................................................................... 16
4 Conclusioni .............................................................................................................................................................. 17


1 Metodologia
1.1 Premessa
In Regione Lombardia la gestione dei rifiuti urbani, a livello comunale, ha presentato negli ultimi anni unevoluzione
rapida ed in continuo miglioramento. La Lombardia, con i suoi 1547 Comuni, ha superato ormai da tempo la fase di
assoluta dipendenza dalla discarica, sviluppando modelli di raccolta, abbinati al conseguente smaltimento / recupero, in
linea con le pi recenti direttive europee. Il tasso di raccolta differenziata in Lombardia pari al 47% per lanno 2008,
con punte di eccellenza se si considera che ben 5 Province presentano valori superiori al 54% come media provinciale.
Unaltra eccellenza riguarda la gestione ed il monitoraggio da parte dellOsservatorio Regionale Rifiuti, che fa capo ad
ARPA Lombardia, efficiente ed innovativa grazie allutilizzo dellapplicativo O.R.SO. (Osservatorio Rifiuti Sovraregionale)
che permette linserimento di tutti i dati tramite internet e d la possibilit di effettuare statistiche avanzate e raffinate.
Questa sintesi presenta, anche attraverso lutilizzo di indicatori innovativi, una serie di risultati interessanti a seguito
dellanalisi dettagliata dei dati economici inseriti da tutti i Comuni in tale applicativo web, in riferimento allanno 2008
(ultimo disponibile).
1.2 La normalizzazione dei valori di costo sugli abitanti
Innanzitutto, per poter paragonare i dati tra comuni con popolazione molto differente, si procede, secondo un
procedimento consueto, alla normalizzazione dei dati, dividendo il parametro in oggetto per il numero degli abitanti
residenti (es. kg/ab.anno, /ab.anno). In questo studio, viene proposto anche il parametro abitanti equivalenti (vd.
definizione di cui al paragrafo 1.3), per permettere un confronto pi realistico che elimini le distorsioni dovute alle
presenze turistiche o alle attivit non domestiche che producono rifiuti assimilati agli urbani.
La scelta di esprimere i dati di costo sugli abitanti invece che sulle tonnellate di rifiuto raccolto nasce dallesigenza di
evitare valutazioni distorte legate alla differente produzione pro-capite di rifiuti nei vari comuni.
La valutazione del costo in Euro/tonnellata (di seguito /ton) stata in passato utilizzata come unico criterio di confronto
tra situazioni territoriali diverse, pi che altro per omogeneit di valutazione e composizione con i costi di
trattamento/smaltimento. Negli ultimi anni, per, si reso palese il grado di distorsione introdotto da questo approccio,
che non tiene conto della diversa quantit totale di rifiuti intercettati con i diversi sistemi. Il parametro /ton infatti
diminuisce all'aumentare del quantitativo di rifiuti raccolti, e tale effetto non rende evidente, anzi inverte, il beneficio
risultante dalla riduzione dei rifiuti complessivamente intercettati ad esempio nellapplicazione di politiche di riduzione
rifiuti, o nella transizione da un sistema di raccolta a cassonetti stradali a uno porta a porta.
La valutazione in Euro/abitante per anno consente quindi un pi agevole raffronto Comuni, sia che adottino il medesimo
sistema di raccolta sia che ne utilizzino uno completamente differente.
1.3 Calcolo degli abitanti equivalenti
Lespressione dei dati di costo in Euro/abitante, come sopra riportato, non ancora ottimale nel caso di comuni con
elevato afflusso turistico estivo e/o periodico (seconde case etc.), o con presenza di elevata assimilazione ai rifiuti
urbani.
Gli abitanti residenti non sono infatti correlati sempre linearmente al numero di utenze effettivamente servite (es. utenze
stagionali, utenze non domestiche etc.). Con il parametro euro/abitante residente sono penalizzati ad esempio i comuni
con maggiori presenze turistiche e quelli con molte utenze non domestiche, per le quali comunque il comune fornisce un
servizio in quanto il pi delle volte producono rifiuti assimilati agli urbani.
In questo studio si ripresa una modalit di calcolo gi utilizzata dallOsservatorio Provinciale Rifiuti di Varese e riportata
nel Rapporto 2006 sulla gestione dei rifiuti urbani di quella provincia.
Tale metodo definisce gli abitanti equivalenti utilizzando il numero di utenze domestiche e non domestiche, nonch
lindicazione sul numero di mesi turistici; tali valori sono presenti nelle schede comunali del database O.R.SO.
dellOsservatorio Regionale sui Rifiuti.
1.4 Bonifica dei dati e riduzione delle anomalie
Sono stati eliminati dal campione i comuni per i quali il costo totale per abitante per la gestione dei rifiuti, al netto dei
ricavi derivanti da alcune frazioni differenziate, sia risultato evidentemente anomalo, in assoluto o in relazione allanno
precedente. Sono state quindi scartate le schede comunali del database O.R.SO. nelle quali gli indicatori minimi di costo
non erano stati compilati o erano riportati erroneamente.
1.4.1 Scorporo dei dati di costo dello spazzamento stradale
La maggior parte dei comuni, soprattutto di dimensioni medio-grandi, presenta come voce di costo per la gestione dei
rifiuti urbani quella relativa allo spazzamento stradale.
Il fatto che tali costi siano afferenti alla gestione dei rifiuti urbani indubbio, ma va fatta una riflessione sul fatto che essi
siano in realt invarianti rispetto al modello di raccolta delle frazioni principali di rifiuto, e che siano solo lespressione di
un servizio aggiuntivo che si rende necessario per la pulizia delle strade ed il decoro urbano.
Si deciso quindi di eliminare il costo di spazzamento dallindicatore finale di sintesi utilizzato per confrontare i modelli di
gestione di tutti i comuni. Ci ha permesso di ottenere una significativa riduzione della variabilit nel parametro costi
totali per la gestione dei rifiuti, come rappresentato nel grafico seguente (Figura 1.1).


Mean
MeanSD
Mean1,96*SD cTOT/ab grezzi
cTOT/ab bonificati
cTOT/abeq
cTOT/abeq NOoutliers
cTOT/abeq NOoutliersNOspaz
0
20
40
60
80
100
120
140
160
180
200

Figura 1.1 Rappresentazione grafica relativa alla progressiva riduzione della variabilit degli indicatori utilizzati
i
cTOT/abeq
ELIMINAZIONE COSTI DI SPAZZAMENTO STRADE
cTOT/abeqNOoutliersNOspaz
cTOT/abeqNOoutliers
ELIMINAZIONE ULTERIORE OUTLIERS
CALCOLO ABITANTE EQUIVALENTE
ELIMINAZIONE SCHEDE O.R.SO. ANOMALE
cTOT/ab grezzi
cTOT/ab bonificati
2 Correlazioni tra costi e variabili di scenario
Nelle seguenti analisi stato utilizzato lindicatore riassuntivo di sintesi, ovvero il costo (per raccolta, smaltimento e
recupero dei RU) per abitante equivalente al netto dei costi di spazzamento (cTOT/abeqNOoutNOspaz), di seguito
indicato come Costi totali normalizzati. Di tale indicatore sono stati analizzati i possibili fattori di influenza nonch la
variabilit in relazione ad essi.
2.1 Densit urbanistica
Dallanalisi statistica dei costi totali normalizzati suddivisi per fasce di densit urbanistica (Figura 2.1) si evince che non
esistono significative variabilit dei costi di gestione dei rifiuti legate alle caratteristiche geografiche e insediative del
territorio.

Median
25%-75%
Non-Outlier Range
71,30
70,63
67,17
70,50
67,44
67,96
71,30
70,63
67,17
70,50
67,44
67,96
<= 65 (65;140] (140;250] (250;520] (520;980] > 980
Densit urbanistica (ab/kmq)
20
40
60
80
100
120
140
C
o
s
t
i

t
o
t
a
l
i

n
o
r
m
a
l
i
z
z
a
t
i
71,30
70,63
67,17
70,50
67,44
67,96

Figura 2.1 Rappresentazione grafica della variabilit dei costi totali normalizzati per fasce di densit urbanistica

2.2 Popolazione
Per quanto riguarda le differenze tra Comuni considerando solo la popolazione totale, anche in questo caso essa non
appare una variabile cos rilevante da influenzare in modo netto i costi per la gestione dei rifiuti, fatta eccezione per le
citt con pi di 30.000 abitanti per le quali si ha un costo mediamente superiore del 15% circa.

Median
25%-75%
Non-Outlier Range
73,01
67,90 67,61
68,58
69,79
79,71
73,01
67,90 67,61
68,58
69,79
79,71
<= 800
(800;1600]
(1600;2700]
(2700;10000]
(10000;30000]
> 30000
Abitanti
20
40
60
80
100
120
140
C
o
s
t
i

t
o
t
a
l
i

n
o
r
m
a
l
i
z
z
a
t
i
73,01
67,90 67,61
68,58
69,79
79,71

Figura 2.2 - Rappresentazione grafica della variabilit dei costi totali normalizzati, per fasce di popolazione
2.3 Modello di raccolta (contenitori stradali/porta a porta)
Si previsto un approfondimento specifico riguardante la variabilit costi totali normalizzati rispetto ai differenti modelli di
raccolta differenziati dei rifiuti.
In Lombardia sono presenti due grandi macrotipologie di sistemi per la raccolta dei rifiuti urbani: quello cosiddetto porta
a porta e a cassonetti.
Sono 1109 i Comuni con sistema porta a porta, su un totale di 1547.
Modello di raccolta
Cassonetti
Porta a porta

Figura 2.3 Anno 2008: comuni con sistema di raccolta porta a porta e a cassonetti.

Dallanalisi effettuata si consolida la dicotomia tra i due modelli, correlata in particolare ad alcune variabili, come la
percentuale di raccolta differenziata e la produzione totale di rifiuti.
Il sistema porta a porta infatti obbliga i cittadini ad una maggiore separazione delle frazioni e limita il conferimento
improprio ed eccessivo di rifiuti.
La correlazione rispetto alla percentuale di raccolta differenziata rispetto ai differenti modelli di raccolta illustrata in
Figura 2.4.


Mean
MeanSD
Mean1,96*SD
30,5%
53,2%
30,5%
53,2%
Cassonetti Porta a porta
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
R
D

(
%
)
30,5%
53,2%





Figura 2.4 Confronto delle percentuali di RD ottenibili con i sistemi a cassonetti e porta a porta










% Raccolta differenziata
Media
PORTA A PORTA
Media
CASSONETTI
Dev. Standard
PORTA A PORTA
Dev. Standard
CASSONETTI
53,2% 30,5% 13,0% 10,1%
La correlazione rispetto alla produzione totale di rifiuti rispetto ai differenti modelli di raccolta illustrata in Figura 2.5.


Mean
MeanSD
Mean1,96*SD
424,1
383,2
424,1
383,2
Cassonetti Porta a porta
100
200
300
400
500
600
700
T
o
t
a
l
e

R
U

/

a
b
.
e
q
.

(
k
g
/
a
n
n
o
)
424,1
383,2





Figura 2.5- Confronto della produzione totale di RU rispetto ai modelli a cassonetti e porta a porta
Emerge chiaramente il fatto che nel sistema a cassonetti stradali si verifichi una pi alta intercettazione di rifiuti totali
prodotti, congiuntamente ad un tasso di raccolta differenziata tendenzialmente pi basso. Tali peculiarit risultano ormai
consolidate.



La comparazione pi interessante riguarda il costo totale per lintero servizio di gestione dei rifiuti (raccolta +
smaltimento). In Figura 2.6 rappresentato il confronto tra i due modelli di raccolta. In questa comparazione stato
importante basarsi sul calcolo dei dati di costo totale normalizzato per abitante equivalente, e non per tonnellata, in virt
di quanto gi specificato al par. 1.2.
Il risultato dellanalisi evidenzia mediamente un maggior costo attribuibile al modello a cassonetti nella misura di circa un
+7% rispetto ai costi attribuibili al sistema porta a porta.
Totale rifiuti prodotti (kg/ab.eq. anno)
Media
PORTA A PORTA
Media
CASSONETTI
Dev. Standard
PORTA A PORTA
Dev. Standard
CASSONETTI
383,2 424,1 86,1 128,3

Mean
MeanSD
Mean1,96*SD
74,45
69,31
74,45
69,31
Cassonetti Porta a porta
30
40
50
60
70
80
90
100
110
C
o
s
t
i

t
o
t
a
l
i

n
o
r
m
a
l
i
z
z
a
t
i
74,45
69,31


Costi TOTALI: / ab.eq. (escl. spazz.)
Media
PORTA A PORTA
Media
CASSONETTI
Dev. Standard
PORTA A PORTA
Dev. Standard -
CASSONETTI
69,31 74,45 16,51 16,51
Figura 2.6 - Confronto dei costi complessivi al netto dello spazzamento con i modelli a cassonetti e porta a porta



La dispersione dei dati di costo rispetto alla percentuale di raccolta differenziata raggiunta rappresentata nel seguente
diagramma di dispersione (scatterplot), in cui in rosso sono raffigurati i comuni con modello di raccolta differenziata porta
a porta ed in blu i comuni che utilizzano i cassonetti stradali (Figura 2.7).
Si conferma visivamente quanto evidenziato dai test statistici effettuati ovvero una non sostanziale differenza per quanto
riguarda il costo complessivo di gestione dei rifiuti tra i due sistemi, mentre sono evidenti le performance pi elevate dal
punto di vista della percentuale di raccolta differenziata raggiungibile nel caso dei sistemi porta a porta.


Porta a porta
Cassonetti

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90%
RD (%)
20
40
60
80
100
120
140
C
o
s
t
i

t
o
t
a
l
i

n
o
r
m
a
l
i
z
z
a
t
i
r
2
= 0,0085

Figura 2.7 Scatterplot di confronto tra i costi totali di gestione dei rifiuti rispetto alla percentuale di raccolta differenziata per i due
modelli di raccolta
2.4 Costi di raccolta di singole frazioni differenziate ed intercettazione
Nel caso della raccolta porta a porta stato condotto un approfondimento ulteriore per quanto riguarda i costi di raccolta
delle singole frazioni.
Una parte dei Comuni ha infatti compilato la scheda comunale di ORSO in modo dettagliato anche per quanto riguarda i
costi della raccolta della singola frazione differenziata. E utile analizzare questi dati per verificare quanto sia efficace ed
opportuno intensificare le frequenze di raccolta differenziata, con attenzione allincremento dei costi correlato.
Da questa analisi emerge la possibilit di effettuare una raccolta efficace dal punto di vista dellintercettazione a costi
contenuti, mantenendo le frequenze ad un livello ragionevole (ad esempio quindicinale per carta, plastica e vetro,
bisettimanale per lumido o piuttosto monosettimanale in inverno e bisettimanale nei mesi estivi), pur tenendo in debita
considerazione la variabilit dei dati e il numero pi ridotto di schede compilate in dettaglio per quanto riguarda i costi
Soprattutto per quanto riguarda la raccolta dellorganico si nota come costi pi elevati di raccolta, associati il pi delle
volte a frequenze di ritiro elevate, non garantiscano maggiori intercettazioni. Molto probabilmente sono altri i fattori che
determinano il successo di questo tipo di raccolta, come ad esempio la fornitura ai cittadini di sacchetti e contenitori
idonei, comodi e possibilmente gratuiti o addebitati in tassa rifiuti.
2.5 Raccolta differenziata
Di particolare interesse, nellambito della pianificazione a scala regionale e locale della gestione dei rifiuti, la relazione
tra il costo totale normalizzato e la percentuale di raccolta differenziata (RD) raggiunta. Occorre pertanto verificare se a
percentuali elevate di raccolta differenziata corrispondano o meno costi altrettanto elevati.
La disponibilit di una popolazione di dati molto ampia permette di affrontare il tema con il dovuto rigore statistico senza
ricadere in valutazioni affrettate.
Il successivo diagramma di dispersione conferma la debole correlazione tra i costi totali della gestione e la percentuale
di raccolta differenziata raggiunta (Figura 2.8).

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90%
RD (%)
20
40
60
80
100
120
140
C
o
s
t
i

t
o
t
a
l
i

n
o
r
m
a
l
i
z
z
a
t
i
r
2
= 0,0085

Figura 2.8 Scatterplot totale con verifica delleventuale correlazione tra costi totali al netto dello spazzamento e % RD



Nellanalisi mediante variability plot si evidenzia meglio la distribuzione dei dati allinterno di fasce omogenee per
percentuale di raccolta differenziata raggiunta. Il grafico in Figura 2.9 mostra come le fasce che presentano i costi pi
elevati siano quelli con percentuali di raccolta differenziata inferiori al 30%.

75,49
73,55
68,55
66,82 66,92
69,52 69,47
75,49
73,55
68,55
66,82 66,92
69,52 69,47
<= 20% (20%;30%] (30%;40%] (40%;50%] (50%;60%] (60%;70%] > 70%
RD (%)
20
40
60
80
100
120
140
C
o
s
t
i

t
o
t
a
l
i

n
o
r
m
a
l
i
z
z
a
t
i
75,49
73,55
68,55
66,82 66,92
69,52 69,47
Median
25%-75%
Non-Outlier Range

Figura 2.9 - Rappresentazione grafica della variabilit per la verifica per fasce di RD delleventuale correlazione tra costi totali al netto
dello spazzamento e % RD

2.6 Analisi delle voci di dettaglio dei costi
Un campione significativo di comuni ha indicato correttamente i singoli centri di costo nelle schede compilate in ORSO,
permettendo cos di disaggregare ad esempio le voci principali relative alla sola raccolta ed al solo smaltimento/recupero
delle frazioni differenziate e dellindifferenziato.
Questo dettaglio utile nellanalisi della variabilit dei costi totali per fasce di comuni.
Nei grafici in Figura 2.10 e Figura 2.11 viene evidenziata la variabilit dei dati di costo mediante visualizzazione con
istogramma in pila.
In Figura 2.10 si evidenzia, allaumentare della percentuale di raccolta differenziata, lincremento dei costi di gestione
della differenziata (CDIFF) e la diminuzione di quelli relativi alle frazioni indifferenziate (CINDIFF). interessante notare
la decrescita della somma di questi due valori.
Per quanto riguarda la Figura 2.11, si nota come i costi della sola raccolta (CRACC, ricordando che si tratta delle
raccolta sia delle frazioni differenziate che dellindifferenziato) appaiono costanti con laumentare della percentuale di
raccolta differenziata, fatta eccezione per la fascia dei comuni sopra al 70% di RD, per i quali evidentemente il sistema di
raccolta molto spinto genera un incremento dei costi.
Si ricorda che questi quattro indicatori (CRACC, CTRAT, CDIFF e CINDIFF) non comprendono i costi invarianti o poco
correlati al modello di raccolta, come i costi di spazzamento nonch quelli generali e comuni. Lanalisi stata quindi
mirata alla sola fase di raccolta e smaltimento dei rifiuti.
Gli istogrammi nelle Figure 2.10 e 2.11 sono relativi alle mediane dei valori (le barre di variazione rappresentano il 25
ed il 75 percentile). Il numero di dati per fascia di RD raffigurato in Tabella 2.1.
Fascia N campione
<20% 20
(20%;30%] 44
(30%;40%] 106
(40%;50%] 140
(50%;60%] 206
(60%;70%] 158
>70% 34
Tabella 2.1 Numero di campioni inclusi nellanalisi di variabilit per fasce riportata in Figura 2.10 e Figura 2.11

Costi disaggregati per fasce di % RD
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
<20% (20%;30%] (30%;40%](40%;50%](50%;60%] (60%;70%] >70%

/
a
b
e
q
.
a
n
n
o
cINDIFF/abeq
cDIFF/abeq

Figura 2.10 Analisi della variabilit per fasce di RD dei due indicatori CDIFF / CINDIFF (per abitante equivalente) e la loro somma
Costi disaggregati per fasce di % RD
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
<20% (20%;30%] (30%;40%](40%;50%](50%;60%] (60%;70%] >70%

/
a
b
e
q
.
a
n
n
o
cTRAT/abeq
cRACC/abeq

Figura 2.11 - Analisi della variabilit per fasce di RD dei due indicatori CTRAT / CRACC (per abitante equivalente) e la loro somma
3 Casi di dettaglio
3.1 Confronto tra bacini omogenei
Nellambito del presente studio stato effettuato un approfondimento sui dati di 33 bacini omogenei sovracomunali,
caratterizzati dallavere un unico soggetto gestore o comunque una modalit consortile di gestione (ad esempio la
delega al Consorzio per lindizione della gara dappalto, gestione a cura di un ex Azienda Speciale locale). In questo
caso lanalisi stata mirata alla suddivisione in due sottocampioni, ovvero bacini con pi o meno del 50% dei comuni nei
quali sia stata attivata la raccolta dellorganico.
Il risultato rappresentato nel grafico seguente (Figura 3.1), in cui si nota, oltre al prevedibile effetto di una maggior
percentuale di RD ottenuta nei bacini che hanno pi del 50% dei comuni attivi nella raccolta dellorganico.
RD (%)
C
o
s
t
i

t
o
t
a
l
i

n
o
r
m
a
l
i
z
z
a
t
i
Comuni con
PAP Organico: <= 50%
Comuni con
PAP Organico: > 50 %
Aprica S.p.A.
ASMPavia
Broni Stradella S.p.A.
CLIR
Com. Mont. Alpi Lepontine
Comunit Montana Triangolo Lariano
Convenzione "Valleimagnapulita"
GARDA UNO S.p.A.
S.EC.AMS.p.A.
Vallecamonica Servizi S.p.A.
A.E.M. GESTIONI S.r.l.
A.S.M. Magenta
AMGA Legnano Spa
AMSA Azienda Milanese Servizi Ambientali S.r.l.
ASM- Impianti e Servizi Ambientali S.p.A. Vigevano
ASPEMS.p.A.
ASPM SORESINA SERVIZI S.P.A.
ASTEMGESTIONI S.r.l.
Brianza Energia Ambiente S.p.A. - B.E.A. S.p.A.
Casalasca Servizi S.p.A.
CEMAmbiente S.p.A.
COINGER
Comunit Montana della Valcuvia
Consorzio Brianza Milanese
Consorzio comuni dei navigli
Convenzione intercomunale Sesto C.
S.A.S.O.M. S.r.l. Societ Ambiente del Sud Ovest Milanese
S.I.ECO. S.r.l.
Service 24 S.p.A.
SILEA S.p.A.
Societ Cremasca Servizi S.p.A.
VAL CAVALLINA SERVIZI S.r.l.
CAPOLUOGHI
10% 20% 30% 40% 50% 60% 70%
30
40
50
60
70
80
90
100
Aprica S.p.A.
ASMPavia
Broni Stradella S.p.A.
CLIR
Com. Mont. Alpi Lepontine
Comunit Montana Triangolo Lariano
Convenzione "Valleimagnapulita"
GARDA UNO S.p.A.
S.EC.AMS.p.A.
Vallecamonica Servizi S.p.A.
A.E.M. GESTIONI S.r.l.
A.S.M. Magenta
AMGA Legnano Spa
AMSA Azienda Milanese Servizi Ambientali S.r.l.
ASM- Impianti e Servizi Ambientali S.p.A. Vigevano
ASPEMS.p.A.
ASPM SORESINA SERVIZI S.P.A.
ASTEMGESTIONI S.r.l.
Brianza Energia Ambiente S.p.A. - B.E.A. S.p.A.
Casalasca Servizi S.p.A.
CEMAmbiente S.p.A.
COINGER
Comunit Montana della Valcuvia
Consorzio Brianza Milanese
Consorzio comuni dei navigli
Convenzione intercomunale Sesto C.
S.A.S.O.M. S.r.l. Societ Ambiente del Sud Ovest Milanese
S.I.ECO. S.r.l.
Service 24 S.p.A.
SILEA S.p.A.
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CAPOLUOGHI

Figura 3.1 - Scatterplot per la visualizzazione dei costi totali rispetto alla RD raggiunta, per due sottogruppi del campione: in blu i
bacini che hanno meno del 50% dei comuni attivi con la raccolta porta a porta dellorganico, in rosso > 50%. Gli ellissi indicano il 90% di
intervallo di confidenza e sono orientati come la possibile correlazione lineare.

3.2 Considerazioni sui capoluoghi di provincia
Per quanto riguarda i capoluoghi di provincia, stata condotta unanalisi di dettaglio che permette di comparare gli indici
di valenza economica precedentemente identificati in un campione di comuni abbastanza omogeneo per: popolazione,
densit urbanistica, presenza di utenze non domestiche o domestiche non residenti.
In questi comuni sono inoltre attivi servizi complementari abbastanza simili, come lo spazzamento stradale e le isole
ecologiche per i cittadini.
Una cautela particolare va utilizzata osservando i dati di Milano, in quanto pur ragionando su indicatori normalizzati per
abitante la tipologia della metropoli per certi aspetti non confrontabile con gli altri capoluoghi di provincia.
COMUNE dens urb Abitanti abitanti equiv RU/ab RU/ab.eq. PercRD+IngRec(%)
Varese 1.512 81.990 100.823 542 441 46,6%
Como 2.295 84.085 119.940 511 359 38,5%
Sondrio 1.071 22.309 29.941 543 404 45,9%
Milano 7.201 1.299.418 1.467.040 576 510 32,6%
Monza 3.707 121.280 140.112 454 393 50,1%
Bergamo 2.960 117.890 152.426 561 434 49,9%
Brescia 2.143 190.844 241.808 729 575 39,1%
Pavia 1.111 70.514 85.870 638 524 28,1%
Cremona 1.024 71.998 85.842 616 516 44,2%
Mantova 754 48.357 61.819 659 515 37,4%
Lecco 1.050 47.529 60.856 491 383 54,9%
Lodi 1.062 43.591 51.254 574 488 40,1%
Tabella 3.1 Indicatori principali relativi ai capoluoghi di provincia

COMUNE
Costi
TOT/ b
Costi
TOT/abeq
Costi
TOT/abeq
escl. spaz
cRACC/ab cTRAT-ric/ab cSPAZ/ab cALTR/ab cDIFF/ab cINDIFF/ab
Varese 158,56 128,94 117,50 28,58 37,24 14,08 78,67 25,12 59,59
Como
134,18 94,07 94,07* - 18,46 - 115,72 19,62 115,72
Sondrio
138,16 102,94 76,48 58,20 38,47 35,51 5,98 40,56 107,52
Milano
144,76 128,22 82,86 34,24 - 28,72 51,22 88,03 24,58 106,50
Monza
179,30 155,20 110,30 66,05 23,65 51,87 37,73 43,07 110,84
Bergamo
134,06 103,69 78,72 32,48 20,51 32,28 48,79 30,47 68,69
Brescia
124,70 98,42 76,14 44,85 31,57 28,22 20,06 31,47 78,38
Pavia
161,68 132,77 106,94 50,73 56,46 31,45 23,05 15,40 127,80
Cremona 128,67 107,92 98,18 40,72 40,59 11,61 35,75 20,67 80,49
Mantova 162,85 127,39 99,52 67,63 37,43 35,62 22,17 37,31 120,56
Lecco 132,34 103,36 74,08 31,38 43,78 37,49 19,68 35,27 93,85
Lodi
149,14 126,84 126,84* - - - - - -
* Como e Lodi non hanno dichiarato i costi in modo disaggregato, quindi non stato possibile sottrarre i costi di spazzamento
Tabella 3.2 indicatori principali di costo per i capoluoghi di provincia. cRACC indica i costi totali per la sola raccolta, cTRAT i costi di
smaltimento e recupero, cSPAZ lo spazzamento stradale, cALTR i costi comuni, cDIFF il costo di gestione delle raccolte differenziate
(raccolta + recupero), cSMALT dellindifferenziato (raccolta + smaltimento)
4 Conclusioni
Il presente studio ha permesso di far emergere valutazioni molto importanti a partire da una grande mole di dati finora
non analizzata ad un dettaglio cos spinto. I modelli di raccolta dei rifiuti urbani risultano suddivisi in due macrotipologie
(porta a porta e cassonetti) per le quali emerge un pi alto livello di raccolta differenziata nel sistema porta a porta ed
una maggior intercettazione di rifiuti urbani in genere (causa di un incremento di costi) con il sistema a cassonetti. Come
costi totali la valutazione in /abitante equivalente al netto dei costi di spazzamento, finora mai utilizzata in letteratura,
apre lo spazio ad interessanti considerazioni e confronti tra cui la sostanziale invarianza dei costi totali di gestione in
Comuni con tipologia urbanistica nettamente diversa.
La raccolta differenziata spinta ottenuta con il sistema porta a porta comporta costi totali sostanzialmente invariati, se
non per la fascia di Comuni con %RD > 70% per i quali si evidenzia un incremento nei costi di raccolta. Ci offre lo
spazio a possibili ottimizzazioni, come ad esempio la riduzione delle frequenze di raccolta per le frazioni meno
abbondanti.

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