Sei sulla pagina 1di 4

La Giornata

* * * * * *
In Italia Nel mondo
Londra. Unodegli errori di JohnMajor, che
TonyBlair eradecisoanonripetere, eraquel-
lo di farsi coinvolgere troppo nelle elezioni
americane. Nel 1992, lallorapremier toryper-
mise ai suoi consiglieri di andare inAmerica
per lavorare con i repubblicani. Fu una scel-
ta perdente per il successore di Margaret
Thatcher chestatopoi boicottatodallam-
ministrazione del vincitore Bill Clinton. Se
nel 96, uomini dello staff di
Blair hannocollaboratoalla
campagna di Clinton, stato
a titolo personale. Nelle re-
centi elezioni letesteduovo
blairiste si sono tenute alla
largadai democratici. Il cau-
to Blair inoltre, che pure
sperava in una vittoria del-
lamico Al Gore, negli ultimi
mesi, ha tentato di stabilire
buoni rapporti con lentou-
rage di George W. Bush. Eha affidato il com-
pito al suo rappresentante a Washington,
lambasciatore, Sir Christopher Meyer, il qua-
le ha coltivato una stretta amicizia con Con-
doleezza Rice, consigliere per la Sicurezza
nazionale, ColinPowell, segretariodi Stato, e
altri Bushbabies. Meyer inottimi rappor-
ti persinoconil senatoreJessieHelms, presi-
dentedel comitatoper gli Affari esteri, consi-
derato unfalco della destra repubblicana.
Bush e Blair hanno anche un amico in co-
mune: Bill Beaushire stato compagno di
banco del premier britannico a Fettes, il col-
legedi Edimburgo, ei suoi genitori sonoami-
ci di George e Barbara Bush. Tra George e
Bill, negli anni, si creato un rapporto di
grande complicit. Ora, come complice di
Downing Street, proprio Bill lavora per apri-
re vie preferenziali tra Blair e Bush.
Ma se Irwin Stelzer, consigliere per la po-
litica estera di Bush, ha ragione, il premier
britannicoavrbisognodi altrecartevincen-
ti. Secondo Stelzer infatti, i rapporti tra Lon-
dra e Washington nei prossimi anni saranno
pi difficili, soprattutto per via dei calcoli
sbagliati di Blair. Inunarticolosul Times (del
4 gennaio), Stelzer elenca gli errori commes-
si daDowning Street nei confronti del team
di Bush. NontantoperchBlair abbiapunta-
to troppo sulla vittoria di Gore o abbia cre-
duto agli stereotipi lanciati dai media di un
Bushstupidoeprovinciale, quantoper lasua
insistenza su una serie di proposte che lam-
ministrazione repubblicana non disposta a
tollerare. Inmateriadi difesa, lentusiasmodi
Blair per laForzadi reazionerapidaeuropea
e i suoi dubbi sul progetto americano di scu-
do spaziale per il team di
Bushsono inaccettabili. Per
John Bolton, probabile vice
di Colin Powell al diparti-
mento di Stato, la Rapid
Reaction Force una spa-
da puntata al cuore della
Nato, un tentativo dei fran-
cesi per strappare i vicini
britannici dal loro patto se-
colare con i cugini america-
ni. Il prezzo per Londra, se-
condoStelzer, potrebbeesserelaperditadel-
la collaborazione dellIntelligence america-
nachelaCasaBiancarepubblicananonvuo-
le condividere con i francesi.
Non abbiamo bisogno di ponti, ma di alleati
Nei prossimi mesi, Blair deve rispondere
con un s o un no alla richiesta america-
na di installare gli impianti radar per lo scu-
doaFylingdales (Yorkshire). Nonbasteranno
pi i forse. Un altro problema per il pre-
mier nasce dal fatto che n Bush, n Cheney,
nPowell, nRicesostengonolideadegli in-
terventi militari come ingerenze umanita-
rie o progetti per utilizzare (come inKosovo
e in Bosnia) truppe da combattimento per
missioni di NationBuilding. Inquesta otti-
ca, il possibilestrappotraLondraeWashing-
tonsui bombardamenti inIraq, solounpar-
ticolare. La notizia, poi smentita, che Downi-
gnStreet vorrebbeinterromperei raidsuBa-
ghdad, non preoccupa i repubblicani che so-
noinvecemoltopiindispettiti per lalentez-
za del processo di allargamento a Est dellU-
nioneeuropea. Il Bushteaminoltrevuoleche
lEuropaaccolgaprestoanchelalleatoturco.
Per i repubblicani, la sicurezza e il consoli-
damento della democrazia sono temi pi im-
portanti della difesa con la forza dei diritti
umani: Blair ora deve scegliere le sue prio-
rit, commentano gli osservatori a Londra.
Le irritazioni americane per il protezio-
nismo europeo nei negoziati allOrganizza-
zione mondiale del commercio sono destina-
te a moltiplicarsi, conunpeggioramento del-
la posizione, finora privilegiata, di Londra.
Tony poteva chiamare Bill al cellulare, e
strappargli una concessione per il cashmere
scozzese nella guerra commerciale tra i due
blocchi, ma ora non pu pi. Per la squadra
di Bush, il regime del commercio di Bruxel-
les controllato dal paladino del protezio-
nismo, Parigi, e Londra ha ceduto il suo vo-
toai continentali. Finora, il governolaburista
se l cavata proponendosi come ponte tra
lAmerica e lEuropa. Ma gli Stati Uniti se-
condo la battuta micidiale di Irwin Stelzer
non hanno bisogno di ponti, ma di alleati.
Roma. Silvio Berlusconi, che lha speri-
mentato come portavoce prima e come capo-
gruppo europeo poi, ad Antonio Tajani ha
concesso subito una promozione con aggetti-
vi in technicolor, sar uno splendido ammi-
nistratore e un capacissimo e onestissimo
sindaco. Quelli di Alleanzanazionale, nono-
stanteil lanciodecisodi FrancescoStoracee
la composta adesione di Gianfranco Fini, un
po mugugnanoeunpo si adeguano. Laspie-
ga in questo modo Maurizio Gasparri: E
chiaro che Fini sta tre piani sopra tutti gli al-
tri. Antonio, pi modestamente, al livello
nostro: mio, di Storace, di Urso. Un sospiro:
Certo, Romalacittdi An, comeMilanodi
Forza Italia.
Propriounapasseggiata, il tentativodi sca-
lare il colle del Campidoglio, non sar. I son-
daggi, al momento, sonoimpietosi. Equalche
alleato, sempreal momento, impietrito. Ri-
schiamodi farelafinecheginegli anni pas-
sati abbiamofattoconMichelini eBorghini,
recita cupo (e anonimo) un popolare parla-
mentare romano di An. Fini poteva andare
alla grande, trascinare tutti i collegi. Anche
Gasparri fortementeavrebbevolutoil leader
di An, in versione chiracchiana, nella con-
tesa con Veltroni, mentre cos Antonio sem-
bra lo sfidante e laltro il favorito, ma tra un
sospiro e laltro coltiva la speranza, pu an-
che vincere, se ci sono le condizioni.
Un gran lavoro dentro lo stesso centrode-
sta attende Antonio Tajani. Luomo che, im-
pietosamente, proprio il Giornale dove era
stato redattore per anni - e poco benevol-
mente scrutato da Montanelli - fulmin con
un titolo feroce, Il miracolo meno riuscito
del Cavaliere, dovr nello stesso tempo di-
mostrare a una parte degli alleati che hanno
avuto ragione (nel proporlo) e a unaltra par-
te che hanno torto (nel diffidare). Del resto,
qualchemiracolosaoperazioneinpassatogli
pure riuscita. Ad esempio, quando fre-
quentava il liceo Tasso, nei primi anni Set-
tanta, arriv con i suoi giovani monarchici a
superareinnumerodi militanti persinoquel-
li del missino Fronte della giovent, che nel-
lastessascuolaavevanoil loropuntodi forza
proprio in Gasparri. Anche se la quantit,
rammenta il deputato di An, scarseggiava in
entrambeleconventicole: Noi eravamodie-
ci, loro, i monarchici, quindici. Einvece, di l,
i comunisti erano cinquecento. Eci menava-
no come volevano a tutti e due.
Limpegno europeo
Del resto, da quando ha preso la strada di
Strasburgo Antonio si messo parzialmente
al riparo da pitempestosi eventi che aveva-
no segnato il suo percorso in patria, dal fa-
mososchiaffoinpienoTransatlanticodapar-
te dellallora capogruppo del Msi Alfredo
Pazzaglia allintercettazione da parte di Stri-
scialanotiziadi unaconversazionepocopo-
listicamente corretta con
Rocco Buttiglione. Un even-
to che avrebbe potuto se-
gnare disastrosamente la
sua carriera, e invece il Ca-
valiere lo difese e lo fece
avanzare. Al Parlamentoeu-
ropeo dove stimato per il
suo raccordo con il gruppo
dei Popolari, ha avuto qual-
cheoradifficilequandopre-
sentundocumentodel cen-
trodestrasul verticedi Nizzadiversodaquel-
lo di Montecitorio. Un documento falso e
manipolato, partirono allattacco tutti i ca-
pigruppo dellUlivo, praticamente una folla,
da Fabio Mussi a Roberto Manzione. Tajani
dovette incassare, anche se con grande ga-
lanteria non diede la colpa alla solita segre-
taria, piuttosto a uninvolontario errore nel-
linviodi unfax. Unaprova, del resto, di sal-
de convinzioni. Ripetuta quando, orgogliosa-
mente, omaggiil capogruppodi tutti i socia-
listi del continente, BaronCrespo, del volume
di Berlusconi LItalia che ho in mente.
Quisquilie, rispetto alla prova che latten-
de. Per avere unidea di che razza di monta-
gna gli toccher scalare (senza contare le
volte che dovr spingersi da solo), suffi-
ciente unocchiata al sondaggio di Datame-
dia, chepubblicaoggi Panorama, sullasfida
capitolina: Veltroni controDAntoni finireb-
be 52,2 per cento a 47,8 per cento, Veltroni
contro Fini 47,5per cento a 52,5 per cento,
Veltroni contro Tajani 60,4 per cento a 39,6
per cento. Picheundivario, unabisso. Ma
pure Storace allinizio aveva 20 punti in me-
no del candidato di sinistra, ribatte lavvo-
cato Giuseppe Consoli, uno che nel centro-
destra romano conosce tutti e che tutti co-
noscono. E che pronto a lanciare in soc-
corso i magnifici cento - borghesi e picco-
li imprenditori, professionisti e dirigenti ca-
pitolini - che gi sostennero la candidatura
di Storace. Se Berlusconi, Fini e Casini me
lo chiedono - promette Consoli - io li schiero
con molto piacere. Candidatura debole,
quella di Tajani? Berlusconi, Fini e Casini
sanno il fatto loro. Anche perch, come di-
ce in maniera asettica Filippo Mancuso,
dobbiamoaugurarci lasuavittoria. Chi co-
nosce la Capitale, la sua borghesia popolare
che gli snob chiamano generone romano,
pensa che Tajani sia uno che sa come muo-
versi. E scelto il sindaco, ora tocca al vice-
sindaco. Nel Polo, quasi tutti giurano che,
nella sua dura lotta, Tajani potr contare su
Publio Fiori. Chi non ne tanto convinto
Fiori: Non credo. Poi precisa: Ma stasera
vado a cena con Fini.
BERLUSCONI A BERLINO: PRONTI
ALLA RIVINCITA SULLA SINISTRA. Il
leader della Casa delle Libert si presen-
tato cos al XIVcongresso del Partito popo-
lareeuropeo. Undiscorsobreve, incui hari-
cordato gli inizi di FI, un partito nato da
una necessit, che oggi ha radici profon-
de. Primadi saliresul palco, Berlusconi ha
parlato a lungo con i giornalisti. Sui partiti
di centro: Nonchiederlespulsionedi Ppi
eRi dal Ppeacausadellalleanzaconi post-
comunisti. Sulleventualevittoriaallepros-
sime Politiche: Sar un premier silenzioso
e operoso. Nonfar la ballerina come Ama-
to. Il segretario generale del Ppe, Alejan-
droAgag: Ladesionedi ForzaItaliaal Ppe,
avvenuta a fine 99, stata una delle miglio-
ri scelte strategiche della nostra storia.
Il Ppi ha ritirato la mozione con cui chie-
deva che i partiti del Ppe non facessero al-
leanze con movimenti xenofobi (tra i quali
veniva citata anche la Lega Nord).
* * *
LItalia crescer meno del previsto. Ignazio
Visco, capo del Dipartimento economico
dellOcse: La programmata crescita del pil
al 2,7 per cento nel 2001 deve essere rivista
al ribasso. Forse al 2,5 per cento.
* * *
Legge elettorale: il Polo continua a dire no,
il centrosinistra continua a insistere. La
pretesadellUlivodi trasformarelafinedel-
la legislatura in una nuova stagione rifor-
matrice non sta in piedi neppure con le
stampelle. Questa la risposta di Giuseppe
Pisanu, capogruppo FI alla Camera, alla
propostaavanzatadai capigruppodellUlivo
che ieri hanno chiesto per lennesima volta
unintesa sulla legge elettorale.
* * *
Il Pdci dice s al Girasole, la terza compo-
nente dellUlivo insieme a Quercia e Mar-
gherita: Nessun problema con Verdi e Sdi.
Solo qualche divergenza con i radicali.
Il Pdci ha trovato il modo per legittima-
re lintesa Ulivo-Prc: Facciamo un accor-
do politico, non programmatico, sulla base
della pregiudiziale antifascista. Fausto
Bertinotti: Nonc alcunapossibilitdi ac-
cordo perch il centrosinistra sta portando
avanti una politica troppo moderata.
* * *
Campidoglio, verso la sfida Tajani-Veltroni.
Per linvestitura di Tajani - ha detto ieri
Berlusconi - dobbiamoattendereil prossimo
vertice della Casa delle Libert. Ma, dopo
lappoggiodi Fini, quasi scontata. Verdi e
Pdci: Veltroni il candidato giusto.
Antonio Di Pietro appogger la candida-
tura di Mario Capanna (leader del Movi-
mento studentesco nel Sessantotto) a sin-
daco di Citt di Castello (Perugia).
* * *
Rischiate sei collisioni fra aerei civili emi-
litari tra il 13 e il 16 dicembre. Lo sostiene
lAgenzia nazionale sicurezza di volo. Se-
condo lEnav, per, nei cieli di Palermo tra
il 15 e il 16 dicembre non ci fu alcun perico-
lo. Ma fonti Nato non escludono la possibi-
lit che fossero in corso delle esercitazioni.
* * *
Dadi pazzi, il Codacons chiede controlli a
campione al ministero della Sanit e allI-
stituto superiore di Sanit. Scoppia anche
lallarme per le farine animali: sarebbero
ammassatenei magazzini di tuttaItaliaoltre
30 mila tonnellate di farine a rischio. Il mi-
nistero della Sanit ha revocato il blocco
delle importazioni di bovini dalla Francia.
* * *
Contessa Vacca Agusta, trovato laccappa-
toio. Era a 18 metri di profondit nel mare
davanti alla sua villa di Portofino. Lo ha ri-
conosciuto Maurizio Raggio. Due le ipotesi
degli inquirenti: suicidio oppure disgrazia.
* * *
Borsa di Milano. Mibtel: 30.082 (+1,33%).
Leuro (0,9523) guadagna 0,0111 sul dollaro.
ISRAELE TOGLIE I BLOCCHI NEI TER-
RITORI. LANP TORNA ATRATTARE. Ieri
sera israeliani e palestinesi si sono incon-
trati per riprendere i negoziati politici. Sh-
lomo Ben Ami, ministro degli Esteri israe-
liano: E improbabile un accordo di pace
definitivo prima del 20 gennaio, ma po-
tremmo concordare una dichiarazione di
principio. Ieri mattina gli israeliani, dopo
un vertice notturno con i palestinesi a Erez,
avevano ritirato i carri armati e riaperto il
confine tra la Striscia di Gaza e lEgitto. Tol-
ti alcuni blocchi anche in Cisgiordania. Tra
dieci giorni, inoltre, ricominceranno i pat-
tugliamenti delletruppemiste (israeliane
e palestinesi) sospesi dopo linizio degli
scontri a settembre. Per Saeb Erekat, capo
dei negoziatori di Arafat, queste misure
parziali non sono comunque una soluzio-
ne. Dennis Ross, inviatodellaCasaBianca,
potrebbe arrivare la prossima settimana.
A Gerusalemme, nel quartiere ebreo di
Mea Shearim, la polizia ha trovato una
bomba nascosta in un bidone dei rifiuti.
* * *
LOcse: Nel 2001 il pil crescer del 3 per
cento in Europa, tra il 2 e il 3 negli Stati
Uniti. Horst Kohler, direttore del Fondo
monetario internazionale: Una recessione
in America improbabile.
Negli Stati Uniti, nella prima settimana
di gennaio, le richieste per i sussidi alla di-
soccupazione sono calate oltre le previsioni.
* * *
LOnusulluranio impoverito: Potrebbero
essere state usate scorie nucleari. Lo dico-
no i laboratori incaricati di analizzare i siti
segnalati dalla Nato nel Kosovo: finora 8 su
11 avrebberolivelli di radioattivitdi poco
superiore aquelli normali. Il generalerus-
so Leonid Ivashov, capo delle relazioni in-
ternazionali del ministero della Difesa: La
Nato dovrebbe risarcire i danni in Jugosla-
via. Londra smentisce unvecchio rapporto
dellesercito sui rischi di contaminazione:
Era sbagliato. In Francia scoperti altri
due soldati ammalati di leucemia.
* * *
Biljana Plavsic: Non sono una criminale
di guerra. Ieri lex collaboratrice di Ka-
radzic ha risposto alle domande dei giudici
dellAia: Respingo laccusa di genocidio.
Hu Sen, premier cambogiano: Que-
stanno processeremo i khmer rossi.
* * *
Bush ha scelto Robert Zoellick come mi-
nistro al Commercio Internazionale.
* * *
Barcellona, la polizia arresta due dellEta
con venti chili di esplosivo nellauto. Il go-
verno: Avrebbero fatto una strage.
* * *
Yahoo: Nel 2001 risultati inferiori alle at-
tese. Gi i titoli. Altavista rinuncia a quo-
tarsi al Nasdaq: La borsa va troppo male.
Microsoft, Unisys e Dell vogliono inven-
tare un nuovo sistema per votare alle ele-
zioni: Cos eviteremo il caos delle ultime
Presidenziali americane.
* * *
Mitterrandjr uscito dal carcere. Ieri mat-
tina la madre ha pagato la cauzione miliar-
daria raccolta con una colletta tra gli amici:
Ho versato il riscatto.
* * *
Praga: si dimesso il direttore della tv di
Stato, Jiri Hodac, per motivi di salute.
Aveva avuto un infarto dopo una manifesta-
zione dei giornalisti per farlo licenziare.
* * *
Guerra di Corea, Clinton si rammarica
per il massacro degli abitanti di No Gun Ri
(1950), ma non risarcir i familiari. Conclu-
sa linchiesta dellesercito: I soldati erano
mal addestrati e impauriti.
* * *
Test di volo per il Concorde. Gioved de-
coller da Parigi e atterrer a Istres.
LE MONTAGNE RUSSE ROSSO-VERDI.
Adesso rischiano Eichel, Fischer e Riester
Frai commenti dellastampatedescadi ie-
ri circaledimissioni dei dueministri federa-
li Andrea Fischer e Karl-Heinz Funke (Sa-
nit e Agricoltura) sacrificati a fronte del-
lenorme pressione dellopinione pubblica
per come stata gestita lemergenza mucca
pazza, nonostante, solo poche ore prima, il
cancelliere avesse loro confermato la sua fi-
ducia emerge una comune osservazione: se
ogni tre mesi si cambia un ministro (sette in
due anni), allora nel governo c un eviden-
te problema di management (Frankfurter
Allgemeine) ovverouncaos tuttofattoinca-
sa (Die Welt). Due mesi fa si era infatti do-
vutodimetterepureil ministrodei Trasporti,
per unapiccolafrodefiscale, seguitopocodo-
podaquellodellaCulturaMichael Naumann
chehalasciatoil cancellierepreferendogli la
codirezione del settimanale Die Zeit (li han-
no preceduti Oskar Lafontaine, Guenther
Muentefering, Bodo Hombach, ciascuno per
motivi diversi). Il punto che queste dimis-
sioni potrebberononessereleultime: orain-
fatti Hans Eichel, a capo delle Finanze, deve
difendersi dalle accuse di aver utilizzato gli
aerei di servizio per viaggi privati, mentre
Hans Riester, ministro degli Affari sociali,
ritenutoindifendibiledallastampaper i suoi
pasticci sulla riforma pensionistica. Per non
parlare poi del capo della diplomazia Jo-
schka Fischer, travolto dalla propria confes-
sione sui trascorsi eversivi e di cui loppo-
sizione chiede ora lallontanamento dallese-
cutivo(lultimonumerodi Der Spiegel gli de-
dicalastoriadi copertinaeuninchiestadi 17
pagine, insinuando il sospetto che Fischer
non abbia raccontato tutta la verit). Dove
stanno lautorevolezza, la continuit, la soli-
dit, la maturit, laffidabilit di un governo,
se lunica sua costante sembra essere linco-
stanza?, si interrogata ieri la Sueddeut-
sche Zeitung. Le montagne russe rosso-ver-
di, titola invece la Berliner Zeitung.
CDUCONTROCSUper la scelta del candida-
to premier. Ma per ora la battaglia rinviata
Nel suo tradizionale convegno invernale
a Wildbad Kreuth, terminato marted, la
Csu ha ribadito la propria intenzione a non
rinunciare al ruolo di king-maker dellop-
posizione, ovverodi grandeelettoredel can-
didato premier che dovr sfidare il cancel-
liere Gerhard Schroeder nel 2002. E questa
volta non nemmeno seguita la rituale
smentita del premier bavarese Edmund
Stoiber, diretto interessato in questa corsa
dei nipotini di F. J. Strauss verso la cancel-
leria. Ad agitare gli animi dei delegati ba-
varesi stata lindiscrezione che la Cdu sa-
rebbeintenzionataadannunciarelaKanz-
lerkandidatur di Angela Merkel il marzo
prossimo, dopo le elezioni regionali in Ba-
den-Wuerttemberg e Renania-Palatinato,
ponendo cos la Csu di fronte al fatto com-
piuto. Un colpo di mano che i bavaresi non
accetterebbero di buon grado, e che ha fat-
to resuscitare per un giorno il fantasma di
Kreuth, termine con cui, nel vocabolario
politico-giornalistico tedesco, viene defini-
ta la minaccia della Csu di sciogliere la fe-
derazioneconlaCdu(comeavvennenel 76,
quando a Kreuth i parlamentari bavaresi
decisero di uscire dal gruppo unico con la
Cdu nel Bundestag). Ha poi contribuito ad
infuocare i congressisti la sortita del brac-
ciodestrodellaMerkel, chehaipotizzatoun
avvicinamento ai Verdi. Ma questa volta,
lapparizione del fantasma di Kreuth
stata fugace: a chiarimenti avvenuti, il con-
vegnoterminatoconlassicurazionechela
candidatura sar decisa allunanimit pi
avanti, magari lanno prossimo.
IL PRESIDENTE DEL BUNDESTAG (Spd)
rompe i cori ottimistici sui nuovi Laender
Helmut Kohl aveva loro promesso prate-
rieinfiore eancheil cancelliereSchroeder
non fa che pubblicizzarne i progressi ottenu-
ti anche grazie al suo governo, ma una voce
fuori dal corohainfrantoambeduegli scena-
ri: i nuovi Laender sono sullorlo del bara-
tro. Questo infatti il bilancio tracciato da
Wolfgang Thierse, presidentesocialdemocra-
tico del Bundestag. Thierse, ex esponente di
punta dellopposizione al regime comunista
della Ddr, stato sommerso dalle critiche,
specie dei suoi colleghi di partito. Ma anche
la stampa non ha condiviso questa spietata
analisi, in quanto potrebbe demotivare gli
abitanti dellest (Berliner Zeitung).
Roma. E troppo moderato, troppo li-
berale? Ma questo un dibattito che a Tori-
no aperto da ottantanni, se lOrdine nuo-
vo di Antonio Gramsci si sia innervato sulle
intuizioni della Rivoluzione liberale di Pie-
ro Gobetti, o se sia vero il contrario. A par-
lare in questo modo uno dei capi cittadini
di Alleanza per Torino, la lista laica prota-
gonista per due volte dellelezione a sinda-
co di Valentino Castellani. E a essere difeso
dallaccusadi esseretroppomoderato, trop-
po liberale, il possibile neocandidato sin-
daco del centrosinistra emerso in questi ul-
timi due giorni allombra della Mole. Mario
Deaglio, professore di Eco-
nomia Internazionale al-
lUniversit di Torino. Ap-
prezzato columnist econo-
mico della Stampa. Ex di-
rettore del Sole 24 Ore ne-
gli anni Ottanta, conunara-
racapacitdi unirelachia-
rezza della divulgazione al-
le analisi tecniche dei pa-
per presentati in raffinati
convegni internazionali,
lultimo a dicembre alla prestigiosa Trilate-
ral. E Deaglio, appunto, liberale. A essere
precisi, persino laggettivo gobettiano gli
suona un po troppo di sinistra. E sicura-
mente non fa impazzire nemmeno laltro
partito del centrosinistra che lha gi candi-
dato, cio i Popolari, che in caso contrario
minacciano di correre con il proprio candi-
dato Gianfranco Morgando.
Loccasione giusta la Quercia torinese
lha persa un paio di mesi fa. Allora, sem-
brava essersi esaurita la ricerca di un can-
didato della societ civile che ripetesse il
successo di Castellani, professore al Poli-
tecnico. I vari Rinaldo Bertolino, rettore di
palazzoNuovo, RodolfoZich, rettoredel Po-
litecninco, Evelina Christillin Galateri di
GenolaeSuniglia, arteficedel successodel-
le Olimpiadi bianche assegnatele dal Cio
per il 2006, tutti i diversi candidati indipen-
denti sondati da Bruno Manghi, lex cislino
depositario subalpino del marchio Prodi,
per una ragione o per laltra risultavano im-
praticabili. Allora, non sarebbe stato im-
possibile ai diessini far pesare le ragioni di
un ritorno a un candidato politico.
Ma la regia fu pessima. Un sondaggio sul-
la cui commissione ancor oggi aperto un
sordo dibattito nella federazione torinese,
invece che lanciare lipotesi di Domenico
Carpanini, luomo che da ventanni per con-
to del partito conosce ogni piega della vita
amministrativa cittadina, fin per danneg-
giarla. Si fin per presentarlo come un gri-
gio burocrate di partito. La segreteria pro-
vinciale affidata ad Alberto Nigra e quella
regionale a Pietro Marcenaro si rimpallaro-
no le responsabilit, i liberal come Sergio
Chiamparino alzarono le spalle, arrabbiati
ma non troppo, Piero Fassino assicur che
avrebbe tentato lui, al momento giusto, di
far tornare il boccino su Carpanini, mentre
Pietro Folena e Walter Veltroni avevano al-
tre gatte da pelare. Ufficialmente, da allora
la palla passata a Castellani, incaricato di
sondare le diverse ipotesi. Ma a furia di
aspettare, Democratici e Popolari hanno
lanciato Deaglio. Per evitare che il candi-
dato di Verdi e Comunisti italiani, lavvoca-
to Gian Paolo Zancan, prendesse quota. E
appoggiandosi alla velata minaccia di Gian-
ni Vattimo di presentare una lista civica se
i Ds tornassero chiusi nelle loro mura.
Con Carpanini la societ civile popolare
I Ds, di fronte allipotesi Deaglio, si ritro-
vano divisi. Innanzitutto dal sospetto che
qualcuno, in Federazione (o al Regionale,
aggiungequalcunaltro) abbiadatounviali-
bera preventivo. Quella parte della societ
civile che guarda allUlivo ha gi detto che
il candidato che le piace Carpanini. E lo
dicono non solo Cgil e Uil, che pure pesano
per il voto di sinistra, ma anche i commer-
cianti come Pino De Maria, che alle Regio-
nali stato un grande elettore di Enzo Ghi-
go, dicono. E gira una lettera di protesta,
con una decina di firme pesanti.
Anche a Castellani non piacerebbe Dea-
glio (Come si fa a scegliere uno che si
sempre contraddistinto per posizioni con-
servatrici?). Ma lex sindaco in difficolt
per il fatto che in apparenza i cattolici
avrebbero dovuto considerare Deaglio un
po troppo moderato, vista la tradizione to-
rinese del Gruppo Abele di don Ciotti e del
Sermig di Ernesto Olivero. Senonch il nuo-
vo vescovo, Severino Poletto, un sodania-
no di ferro e un sindaco laico ma rispettoso
gli spiace meno di uno che volesse far pre-
diche. La forza di Deaglio unaltra. E il
primo nome vero capace di unire dietro
di s la Fondazione Agnelli; intellettuali di
anime diverse come Augusto Viano, leco-
nomista Terenzio Cozzi e Luciano Gallino;
con lanima new economy della citt, forte
dei recenti insediamenti dellaMotorolaedi
Colt, di aziende di successo come la Vitami-
nic di Gianluca Dettori e Adriano Marco-
netto, elaDirectadi MassimoSegre. Nel se-
gno del Centro Einaudi, il cenacolo liberal
in cui da decenni regna il progressismo mo-
derato di Valerio Zanone, Giovanna Zinco-
ne ed Elsa Fornero (tra laltro signora Dea-
glio, oltre che economista sociale). La sini-
stra, alla fine, punterebbe su un sindaco ca-
vourriano, pi che gobettiano. Mentre For-
za Italia, ormai, maggioranza a Mirafiori.
IL FOGLIO
ANNO VI NUMERO 11 DIRETTORE GIULIANO FERRARA VENERD 12 GENNAIO 2001 - L.1500
REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE: LARGO CORSIA DEI SERVI 3 - 20122 - MILANO
quotidiano
TEL 02/771295.1 - SPED. ABB. POST. - 45%- ART. 2 COMMA 20/b LEGGE 662/96 - FIL. MILANO
Questo numero stato chiuso in redazione alle 19,45 La Giornata realizzata in collaborazione con Chilometri
GEORGE W. BUSH
TONY BLAIR
DESTRA GENERONA SINISTRA CAVOURRIANA
Euro
Bruxelles guarda con apprensione a
Vienna, dove la settimana prossima si riu-
nisce il vertice dellOpec. Solo la sera di
mercoled 17 gennaio verranno rese note le
decisioni dei paesi esportatori di petrolio
in materia di eventuale contenimento del-
la produzione, e, quindi, di un nuovo rialzo
dei prezzi del petrolio dopo il calo delle ul-
time settimane (che ha portato, allinizio di
gennaio, il Brent sui 25 dollari Usa al bari-
le, rispetto alla media di 30 dollari al bari-
le registrata nel 2000). Fonti Ocse afferma-
no che la produzione Opec stata di poco
meno di 30 milioni di barili al giorno negli
ultimi due mesi. Se al verticedi Vienna
hannolameglioi falchi (Iran, Kuwait, Ve-
nezuela), loutput verrebbe ridotto di due
milioni di barili al giorno; ci comporte-
rebbe un aumento del 5 per cento dei prez-
zi e agirebbe da freno sulla crescita dellU-
nioneEuropea, stimataper il 2001 al 2,7 per
cento, allultima conta del Fondo moneta-
rio, invece del 3,1 indicato in settembre. Se
prevalgono le colombe (guidate dallAra-
bia Saudita), il taglio sarebbe di 1-1,5 milio-
ni di barili al giorno e non inciderebbe sul-
la congiuntura. I mercati sembrano scom-
mettere sui falchi: alla borsa merci di
New York, le quotazioni sfiorano i 29 dolla-
ri. Leuro si indebolisce, per, se vincono i
falchi.
Tg5 delle ore 13 di gioved 11
gennaio. Gustoso il dado da
brodo che pazzo non . Son-
tuoso Capuozzo sulluranio.
Delicata lintervista alla di-
ciottenne in provetta. Ma
eclatante, per favore, no. Se sua
Altezza Reale la principessa Margaret dIn-
ghilterra, sorella della Regina, sta male, e
beve, e fuma troppo, e quandanche corres-
se nuda per il Meadow, il suo non : Un ca-
soeclatante. Eclatantesarlastelladei sa-
lami Negroni. Come rigorosamente dram-
matico sar sempre lincidente. Drammati-
co con bilancio tragico, o viceversa. O sem-
pre secca, mai umida, la smentita. E rosa la
valanga. O la manifestazione: imponente,
oceanicalabbiamogispeso. Ocomelama-
dre affranta con la voce rotta, mentre il pa-
dre a stento, immancabilmente, trattiene le
lacrime. Pazienza per tutto: per il barbaro
assassinio (civile raro), latroce delitto, il
cieco furore, la rabbia furibonda, lautomo-
bilista di passaggio (stanziale da ricovero)
e perfino per linondazione che da tre mesi
si chiama esondazione. Al Tg1 vanno forte
anche il modesto aumento del costo della
vita e il lucido intervento del presidente
del Consiglio. Ma la principessa col mal di
vivere un caso eclatante? Enrico, am-
menda.
MARIO DEAGLIO
ANTONIO TAJANI
Parte sfavorito rispetto a
Veltroni. Qualcuno ne ricorda
le gaffe. Ma un combattente
Il sindaco Tajani
I guai di Schroeder: ha perso
due ministri e il vero problema
che forse non sono gli ultimi
Taccuino tedesco
OGGI NEL FOGLIO QUOTIDIANO
TARICONE
TRA I FILOSOFI
PIETRO GIGANTEGGIA al Mauri-
zio Costanzo show. Perdono La Pio-
vra e gli intellettualini snob del fi-
ghettismo (editoriale pagina tre)
LA SCUOLA PUBBLICA viola la
Costituzione, dice la corte di New
York. E povera, inadeguata e im-
preparata (pagina tre)
IL PROGRAMMA DI COFFERATI.
Un modello di sviluppo per blocca-
re le sortite liberiste di Francesco
Rutelli (editoriale pagina tre)

Ora che Clinton se ne va


Il furbo Blair ha buoni
contatti con il Bush team
(che per diffidente)
Dallo scudo alleurodifesa, i repubblicani
chiedono ai laburisti di scegliere
Quel comune amico che fa da tramite
La fine delle guerre buoniste
Nella sinistra torinese c chi
punta tutte le sue carte sulla
borghesia moderata della citt
Il sindaco Deaglio
ANNO VI NUMERO 11 - PAG 2 IL FOGLIO QUOTIDIANO VENERD 12 GENNAIO 2001
Il ministro degli
Esteri russo Igor Iva-
nov ovunque. Il 9
gennaio va a Baku,
il 10 ritorna a Mo-
sca, l11 vola a Pa-
rigi, il 12 a Buda-
pest e poi arriva a
Roma. E tra le
due capitali, francese e italiana: uno
scambio di opinioni con il collega israe-
liano Shlomo Ben Ami, forse anche con
quello parigino Hubert Vdrine, poi la
riunione del gruppo di contatto per lex
Jugoslavia (anche per salutare Madeleine
Albright, giunta a uno dei suoi ultimi ap-
puntamenti come segretario di Stato ame-
ricano), sempre in Francia; infine, incon-
tri con il ministro degli Esteri, il primo
ministro e il presidente in Ungheria.
E in Italia? In Italia, tutto cambia. Il
programma ricco di momenti pi stra-
vaganti e mondani: un balletto nel teatro
della splendida villa Abamelek, residen-
F RANCI S S COT T F I T Z GERAL D, L A S UA Z EL DA, L A S UA V I T A
za dellambasciatore russo a Roma, la pre-
sentazione di una raccolta di opere del pit-
tore armeno Gregorio Sciltian, unesposi-
zione sulla storia delle relazioni diploma-
tiche italorusse e persino un viaggio, una
breve vacanza, a Napoli. Mai prima si era
concesso tanti momenti per rilassarsi, il
commento di chi conosce bene Ivanov.
Ma i contatti internazionali ad alto li-
vello del ministro di solito hanno poco di
casuale. Il ministro russo non ha mai pro-
grammato un week-end in un paese della
Comunit di Stati indipendenti (Csi) e
quando qualcuno cerca di proporgli una
visita di tre giorni a Kiev o a Minsk, Ivanov
pensa che sia soltanto uno scherzo. A Ro-
ma invece arriva oggi per ripartire il 15. Il
bello che, con i problemi della Csi sullo
sfondo, prioritari per la Russia e per il
Cremlino, almeno a parole, questo viaggio
sar ricordato da Ivanov commentano al-
cuni osservatori come semplici vacanze
romane, ricche di incontri e discussioni.
Luned 15 dicembre, il ministro incon-
trer il suo collega italiano, Lamberto Di-
ni, per uno scambio di opinioni sul prossi-
mo vertice del G7 (G8 per Mosca) che que-
stanno si terr in luglio a Genova. Oltre ai
colloqui per preparare il programma del-
le future riunioni in vista del G7, Ivanov
parler anche delleventuale visita in Ita-
lia, forse alla fine di febbraio, del capo del
governo russo Mikahil Kasyanov. I due mi-
nistri inoltre discuteranno, com dobbli-
go, di tutti i principali problemi di politi-
ca internazionale. Ivanov e Dini hanno
sempre dimostrato grande interesse per i
Balcani e il Medio Oriente, ma la visita del
ministro russo difficilmente avr come ar-
gomenti principali dei colloqui questi due
pericolosi rompicapi. Anche perch la po-
sizione italiana sulle prospettive dellex
Jugoslavia e la crisi israelo-palestinese
non poi cos diversa da quella degli altri
governi europei.
La specificit dellItalia per Ivanov
rappresentata dallappartenenza di Roma
alle strutture europee, a quelle atlantiche
e al club dei paesi pi industrializzati e at-
tivi, dal punto di vista imprenditoriale,
nellespandere i loro investimenti verso
lEst europeo. A Mosca, i diplomatici e gli
L A V I S I T A DEL MI NI S T RO DEGL I ES T ERI RUS S O
Domanda. Francis Scott Fitzgerald, nelle
suepagineil denarohaunnotevolepeso. Co-
me mai?
Risposta. I ricchi sono diversi da noi. Im-
parano prima ad
approfittare, a di-
vertirsi e questo li
rende duttili men-
trenoi siamorigidi,
cinici mentrenoi siamofiduciosi. Pensanoin
fondodi esseremigliori perchnoi dobbiamo
scoprire da soli le compensazioni e i rifugi
della vita. Anche quando cadono pi in bas-
so di noi, si ritengono sempre migliori.
D. Maallorabisognerebbestarnelontani
R. I ragazzi poveri nondovrebberometter-
si in testa di sposare ragazze ricche.
D. Come per ha fatto lei con sua moglie
Zelda
R. Zelda era perplessa allidea di condivi-
dere la sorte con me, prima che diventassi
uno che faceva soldi.
D. Per infondo anche Zelda scrive e dan-
za. Non unartista come lei?
R. No, non possibile un confronto. Io so-
no uno scrittore professionista, con un pub-
blico sterminato. Sono lo scrittore di raccon-
ti meglio pagato del mondo. Tutto quello che
abbiamo fatto insieme stata opera mia.
D. Che posto ha il denaro nella sua vita?
R. Tutti i grandi uomini hannospesoapro-
fusione. Io detesto lavarizia e anche la cau-
tela.
D. In cosa consiste il suo fascino?
R. Iononholeduecosepiimportanti: un
grandemagnetismoanimaleoi soldi. Perho
le due cose secondarie: unbellaspetto e lin-
telligenza. Cos ho sempre avuto le migliori
ragazze.
D. Lei ha una regola di vita?
R. Mi sono creato due regole, cercando di
essereallostessotempounintellettualeeun
uomodonore, nonraccontarmi bugiecheab-
biano un valore ai miei occhi e in secondo
luogo non mentire a me stesso.
D. Si considera un genio?
R. Il geniolacapacitdi attuarequel che
si ha in mente. Non esiste altra definizione.
D. Cos per lei la scrittura?
R. Scrivere un trucco della mente e del
cuore, fatto di tante mosse quante sono le
mosse di un gioco di prestigio. Una volta im-
parate, le dimentichi.
D. Come racconterebbe la storia della sua
vita?
R. Lastoriadellamiavitaquelladel con-
flittotraunbisognoirresistibiledi scriveree
un concorso di circostanze che si accaniva a
impedirmelo.
D. Lei sempre molto elegante. Come bi-
sognerebbe vestirsi?
R. Vestiti con cura scrupolosa e poi di-
menticalatuaimmaginepersonale. Pensaal
tuo tipo, senza badare alla moda.
D. Riassuma il rapporto con Zelda?
R. Sono ossessionato dal rimpianto del
passato. Le cose che abbiamo fatto insieme e
le terribili ferite che ci hanno trasformato in
feriti di guerrapermangononellatmosferadi
casa. Le cose buone e i primi anni insieme e
i mesi felici che abbiamo avuto resteranno
sempre dentro di me
D. Lei si considera un pessimista?
R. Ho perso la capacit di sperare lungo i
vialetti che portavano alla clinica di Zelda.
Lostatonaturaledi unadultosensibileuna
specifica infelicit. In un adulto il desiderio
di essere di grana pi fine di quanto non sia
accresce solo questa infelicit.
D. E sempre stato cos?
R. Inpassato la mia felicit si avvicinava a
una tale estasi che non potevo condividerla
nemmeno con la persona pi cara.
D. Lei si senteintimamenteincrinato. Qual
lorigine di questa ferita?
R. Uneccessiva disposizione a bruciare la
candela dalle due parti; un attingere a risor-
se fisiche che non possedevo, come un uomo
cheritiri dal propriocontoinbancaunacifra
superiore a quella che ha versato.
D. Qual la sua morale?
R. E immorale tutto quel che conforta, sti-
mola o corrobora una stortura. Qualsiasi co-
saagiscaal postodellanaturalevolontdi vi-
vere immorale. Qualunque divertimento a
buon mercato diventa, alla fine, una droga
dellanima.
D. Lei stato amico di tanti scrittori, da
Dos Passos a Hemingway. Cosa pensa della-
micizia?
R. Intorno ai trenta vogliamo degli amici.
Sui quarantacapiamochenonci possonosal-
vare pi di quanto non abbia fatto lamore
La vita un processo di demolizione.
D. Ma lei si sente cos diverso da He-
mingway?
R. Io parlo con lautorit del fallimento.
Lui con quella del successo. Non potremo
mai sederci alla stessa tavola.
D. Eppure siete stati talmente uniti che si
diffusa addirittura la voce di un vostro le-
game omosessuale.
R. Gli volevo veramente bene, ma la cosa
non aveva niente di una relazione amorosa.
Le checche hanno sciupato tutto.
D. Lei si ritiene un alcolizzato?
R. Possoabbandonaredefinitivamentei li-
quori. Non posso costringermi a rinunciare
per sempre al vino. La mia visione del mon-
doal suomassimotalecheunavitaprivadi
piaceri inconcepibileeil fattodi avereabu-
sato di liquori una cosa da pagare con la
sofferenza, la morte forse, ma non con la ri-
nuncia. Per me sarebbe altrettanto illogico
abbandonare il sesso perch mi sono preso
una malattia (Il che, le assicuro, non mi
mai successo). Per me mezzo litro di vino al
giorno solo uno dei diritti delluomo.
Giuseppe Scaraffia
uomini daffari, apprezzano quello che de-
finiscono lo spirito pionieristico italia-
no. E i giudizi positivi diventano ancora
pi forti perch inseriti nel contesto di
unevidente delusione russa per la part-
nership con gli Stati Uniti e di uno
sconforto riguardo alle velleit, non del
tutto dissipate, di una maggiore coopera-
zione con la Cina e con i paesi del Sud-est
asiatico.
Anche per questi motivi, la spinta verso
lEuropa si rafforza, ma ci sono ancora del-
le difficolt, come dimostra il raffredda-
mento dei rapporti tra Francia, tradizio-
nale partner privilegiato, e la Russia. Il
Cremlino inoltre reticente di fronte al-
lidea di ridurre i debiti russi con la ces-
sione di una parte delle risorse naturali,
bench sia stato proprio il premier Kasya-
nov a ipotizzare una simile soluzione nel-
le sue recenti visite a Berlino e a Parigi.
Mosca considera sottovalutato il settore
energetico russo che interessa ai paesi eu-
ropei: il valore in azioni di tutte le sue
strutture ammonterebbe a 28 miliardi di
dollari, molto meno del totale dei debiti.
I progetti economici italo-russi (il ga-
sdotto Blue stream sul fondo del Mar
Nero, lo sfruttamento del gas naturale nel-
la bassa pianura di Astrakhan, la produ-
zione congiunta di un aereo di addestra-
mento militare) accrescono invece la spe-
ranza dei russi nellEuropa. E permettono
al Cremlino di tirare un sospiro di sollie-
vo. Per la prima volta, ad esempio, la Rus-
sia e un paese della Nato costruiscono in-
sieme un aereo da combattimento, e il
contributo di Mosca al progetto servir a
ridurre i debiti russi. Anche i piani per
produrre vetture Siena e Palio week-end
nella fabbrica di Niznij Novgorod sono in
una fase abbastanza avanzata. Ivanov ne
parler nellincontro con Gianni Agnelli.
Il ministro secondo molti osservatori
confermer il sostegno del governo russo
al progetto, dopo gli ultimi cambiamenti ai
vertici del GAS, il partner russo della Fiat.
La visita Oltretevere
Pi delicata, per il ministro russo, sar
la visita in Vaticano. La richiesta pi sco-
moda non importa come formulata ri-
guarder la visita in Russia di Giovanni
Paolo II. Igor Ivanov non contrario alli-
dea. A distanza di mille anni dalla grande
scissione del cristianesimo, la Russia
pi che mai interessata al riavvicinamen-
to tra le due Chiese: il miglior rimedio
contro linee di divisioni in Europa. In
Russia per diceva Puschkin il mag-
gior europeo il governo. I credenti inve-
ce non sono ancora pronti ad accettare la
visita del Papa e Putin vuole evitare le po-
lemiche che potrebbero nascere dal viag-
gio del Pontefice.
Il suo ministro degli Esteri invece saba-
to parteciper, nel parco della villa Aba-
melek, alla cerimonia della prima pie-
tra della Chiesa ortodossa che sar co-
struita a Roma, a meno di un chilometro di
distanza dal Vaticano. Potrebbe essere un
segno, un augurio per il riavvicinamento
tra le due Chiese.
Felix Stanevskiy, ambasciatore russo
Feste, lAvvocato e il Vaticano: ecco le vacanze (di lavoro) romane di Ivanov
Un adulto sensibile non pu che essere infelice e dedito allalcol
Sono corso a vedere la pri-
ma puntata della nuova tra-
smissione di Daniele Luttazzi, di
cui sonofervidoammiratore. E cos intel-
ligente, e che fidanzata carina ha. E an-
che imprevedibile. A un certo punto ha
detto: sarnostraospiteAnnaFalchi. Be,
era vero.
PICCOLA POSTA
di Adriano Sofri
OGGI Al nord nuvoloso con tendenza
allintensificazionedelleprecipitazioni.
Al centro e sulla Sardegna nuvoloso. Al
sudesullaSiciliavariabilecongradua-
le aumento della nuvolosit. Tempera-
turaindiminuzioneal nord, stazionaria
al centro-sud.
DOMANI Al nord cielo molto nuvolo-
so con precipitazioni sparse. Al centro,
al sud e sulle isole nuvoloso o coperto
con possibili nevicate oltre i mille me-
tri. Temperature in sensibile diminu-
zione.
Ormai nonci sono pidubbi: entrofinegen-
naio Domenico Cempella rassegner le di-
missioni da amministratore delegato di Ali-
talia. Lascianonper andarealleFerrovie, co-
mequalcunohaipotizzato, maperchil falli-
mentodellatrattativaconSwissair, dopoil di-
vorzioconKlmunicaalternativadi matrimo-
niorimastainpiedi, eunaseriedi sfortunate
circostanze rendono impossibile, per lui e
per lazionista (il Tesoro) la
prosecuzione del mandato.
Insomma, esceal buio. E, se
sarcoerente, gli andrda-
to atto di aver fatto la cosa
piintelligente. Per unma-
nager ci sono momenti nei
quali tirare le somme unob-
bligo, e non farlo diventa un suicidio. Cem-
pella aveva un piano: puntare tutto su Mal-
pensa e sulla fusione con una compagnia eu-
ropeachefossefunzionaleallhublombardo.
Comnoto, lanascitadi Malpensastatatra-
vagliata e laggregazione con la Klm si in-
franta sulle forzature maramalde degli olan-
desi. Forseinquel momentoCempellaavreb-
be dovuto lasciare, ma di fronte ad attacchi
ingenerosi ha prevalso la voglia di rivincita.
Cos natoil discorsocongli svizzeri, chenel
frattempo si sono messi a vento agganciando
lAir Europe di Lupo Rattazzi e non hanno
mai mostrato troppa voglia di concludere.
Evaporata, pi che fallita, la trattativa con
Swissair, e trovandosi in un momento con-
giunturalenonparticolarmentefavorevole(il
rincaro del petrolio ha fatto sballare i conti
giprecari di Alitalia), Cempellahadecisodi
troncare nonostante fosse stato confermato
per tre anni nellincarico solo sette mesi fa
e ha fatto sapere a chi di dovere le sue im-
modificabili intenzioni (luned andatoapa-
lazzo Chigi da Giuliano Amato).
Questo ha messo in moto almeno tre diversi
centri decisionali edi potere. Il primoil Te-
soro. Mario Draghi ha chiamato la Egon
Zehnder, abitualeconsulente, ei suoi caccia-
tori di teste si sono messi subito al lavoro. Si
sa che hanno consegnato a Draghi unpaio di
nomi di italiani che lavorano allestero o che
sono impegnati in multinazionali. Uno no-
to: Paolo Scaroni, attualmente al vertice del-
lasocietinglesedel vetroPilkington. Draghi
lo ha gi sponsorizzato pi volte senza esito,
dallEnel (dove stato costretto a rinunciare
per una polemica innescata da Antonio Di
Pietro) alla Finmeccanica (cera incompati-
bilitperchstavaentrandonel boarddi Bae
Systems, il gigante aerospaziale inglese che
haalcunealleanzeconlastessaFinmeccani-
ca), e lui muore dalla voglia di rientrare in
Italia. Ma il suo un nome controverso, e co-
me al solito partito un fuoco di sbarramen-
to. Cos nei palazzi romani che contano molti
sono certi che Draghi abbia bruciato Sca-
roni avendoinmanounacartadi riservache
tiene ben nascosta. Si tratterebbe di un ma-
nager proveniente da una multinazionale
(circola il nome Ibm, ma non quello) sulla
cui candidatura Draghi si sarebbe procurato
il placet di Giulio Tremonti, anche se la ri-
chiesta in termini di soldi e di stock option
potrebbe essere un serio ostacolo alla felice
conclusione delloperazione. Daltra parte, il
Tesoro non lunico a muoversi.
Ma finora Draghi riuscito a intercettare e
colpire tutti gli altri nomi in circolazione,
frutto della grande agitazione del potere ro-
mano. Il primo quello dellex direttore ge-
nerale dellIri e attuale consigliere di ammi-
nistrazione di Alitalia, Pietro Ciucci, sponso-
rizzato dal ministro Enrico Micheli, ras del-
lindustria pubblica. Poi stata impallinata
lipotesi di far salire di un grado lattuale di-
rettore generale di Alitalia, Giovanni Seba-
stiani, magari dandoal presidenteFaustoCe-
reti la delega per le strategie (quindi anche
laccordo internazionale). Unidea venuta al
ministro dei Trasporti Pier Luigi Bersani e
caldeggiatadai Ds. Pidifficilelapartitacon
lapresidenzadel Consiglio: finoradal non
uscito alcun nome. Si sa solo che Amato vor-
rebbe un uomo con unesperienza di settore
perchi tempi del risanamentoedi unaqual-
che intesa (ora possibile solo a livello com-
merciale con qualche operatore americano)
stringono. Eche nonc alcuna intenzione di
far entrare questa nomina in un pi vasto gi-
ro di poltrone. Anche perch alle Ferrovie
Giancarlo Cimoli sar riconfermato visti i ri-
sultati conseguiti (dal Polo non dovrebbero
esserci obiezioni), mentre il preannuncio di
unanondisponibilitdapartedi ClaudioDe-
matt nasconde la consapevolezza che nes-
suno, n a sinistra n a destra, lo avrebbe ri-
confermato. Ma anche per quella poltrona il
premier avrebbe in serbo un nome istituzio-
nale, decisamente lowprofile in modo da la-
sciare tranquillo Cimoli. Ma chi vincer la
partita a scacchi del dopo Cempella? Per sa-
perloci voglionoancoraunpaiodi settimane.
Enrico Cisnetto
AGENZIA
A PERDERE/1.
Certo, lo diciamo sottovoce,
sperando che nessuno lo leg-
ga, ma questa trafila di proba-
bili candidati della Casa delle Libert
gi prenotati per le comunali e le regio-
nali, dal Campidoglio a scendere, pas-
sando per Palermo e Napoli, non hanno
pi laffanno dellimpresentabilit socia-
le perch in tempo di GF, tutto fa brodo,
ma la faccia di quelli destinati a perdere
ce lhanno.
AGENZIA A PERDERE/2. Infatti per-
deranno. Walter Veltroni, per dire, sem-
pre pi simpatico, non pi buonista e,
forse forse, confermer Gianni Borgna
assessore. Cosa si vuole di piu?
IL RIEMPITIVO
di Pietrangelo Buttafuoco
IL FOGLIO quotidiano
ORGANO DELLA CONVENZIONE PER LA GIUSTIZIA
DIRETTORE RESPONSABILE: GIULIANO FERRARA
CONDIRETTORE: LODOVICO FESTA
REDAZIONE: DANIELE BELLASIO, BEPPE BENVENUTO,
UBALDO CASOTTO (VICEDIRETTORE),
LAURA CESARETTI, MAURIZIO CRIPPA,
MATTIA FELTRI, CHRISTIAN ROCCA
ECONOMIA E FINANZA: OSCAR GIANNINO
DA NEW YORK: MARIA GIOVANNA MAGLIE
SEGRETERIA DI REDAZIONE: MARILENA MARCHIONNE
SOCIET EDITRICE: IL FOGLIO QUOTIDIANO S.R.L.
LARGO CORSIA DEI SERVI 3 - 20122 MILANO
TEL. 02/771295.1 - FAX 02/781378
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
PRESIDENTE: GIUSEPPE SPINELLI
CONSIGLIERE DELEGATO: DENIS VERDINI
CONSIGLIERI: GIULIANO FERRARA,
SERGIO SCALPELLI, LUCA COLASANTO
DIRETTORE GENERALE: MICHELE BURACCHIO
REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI MILANO N. 611 DEL 7/12/1995
ISCRIZIONE AL REGISTRO NAZIONALE DELLA STAMPA N. 5160 DEL 29/5/96
TIPOGRAFIE: LITO SUD SRL - VIA DI TOR SAPIENZA 172 - 00155 ROMA;
TELESTAMPANORD- VIADELLAREPUBBLICA93- 20053MUGGI(MI)
DISTRIBUZIONE SO.DI.P. SPA VIA BETTOLA 18
20092 CINISELLO BALSAMO TEL. 02.660301
CONCESSIONARIA PER LA PUBBLICIT: MONDADORI PUBBLICIT SPA
CONCESSIONARIA INCARICATA: PRS - PUBBLICIT STAMPA EDIZIONI
VIA ENNIO 6/A MILANO, TEL 02.57962.1 - FAX 02.55.01.49.19
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE (45%)
ART. 2 COMMA 20/B LEGGE 662/96 FILIALE DI MILANO
ABBONAMENTI E ARRETRATI: STAFF SRL 02.45.70.24.15
VERSAMENTI SU CCP N.43000207 INTESTATI A: STAFF SRL/GESTIONE IL FOGLIO
UNA COPIA L. 1.500 ARRETRATI L. 3.000 + SPED. POST.
http://www.ilfoglio.it e-mail: lettere@ilfoglio.it
ISSN 1128 - 6164
Alitalia, Cempella se ne va
Draghi per scelte bipartisan
Fallita la trattativa con Swissair, il
ricambio al vertice inevitabile
Tre palle, un soldo
INTERVISTE
POSSIBILI - 4
LETTERA DA MOSCA
Cinema
Marte e i suoi colonizzatori
Broker alla caccia forsennata
del primo milione di dollari
PIANETA ROSSO di Anthony Hoffman, con
Val Kilmer, Carrie-Anne Moss, Tom Sizemo-
re, Benjamin Bratt, Terence Stamp
Il desertodi Martebenenonfa. Primavit-
tima: Brian De Palma, che al pianeta ha de-
dicato un film tanto sconnesso e ingenuo
che solo i cinefili e i francesi sono riusciti a
prenderlo sul serio. Con un passato da regi-
sta di spot, il sudafricano Anthony Hoffman
aveva poco da perdere. Ma la maledizione
marziana ha colpito ancora. Ci deve essere
per forza qualcosa di sbagliato in una storia
incui il personaggiocherecitamegliouna
macchina di nome Amee. Lequipaggio la
tratta da femmina, il doppiaggio sposta lac-
cento indietro e la chiama robot. Ma lele-
gante creatura non rispetta le leggi di Asi-
mov, e morde la mano che lha costruita.
Siamo nel 2050. Per una catastrofe ecologi-
ca avvenuta attorno allanno 2000 (occhio al
risvolto ammonitore!) la terra sta morendo
di inquinamento. Bisogna dunque coloniz-
zare Marte. E poich delle alghe un tempo
piantate per produrre ossigeno non c pi
traccia, la squadra parte in missione. Il co-
mandante Carrie-Anne Moss, leroina di
Matrix. A lei tocca la scena in maglietta
scollata e sexy: un classico del film di fan-
tascienza dopo lo spogliarello di Sigourney
Weaver nel primo Alien. Laiutano un pe-
tulante computer (voce femminile, scher-
maglie finto-spiritose) e un antipatico Te-
rence Stamp: tanto stava bene con i tacchi
alti in Priscilla, tanto qui fuori posto,
nella parte di uno scienziato che cerca Dio,
e magari una pietra con sopra stampato il
copyright del creatore. Trama con i buchi
consueti, e con il solito relitto spaziale la-
sciato dai russi buoni a nulla (ma non era fi-
nita, la Guerra fredda?). Si pu solo sperare
nel prossimo marziano di John Carpenter,
Ghost of Mars: la colonia stavolta risulta
infestata da vendicativi fantasmi locali.
TOGETHER di Lukas Moodysson, con Lisa
Lindgren, Michael Nykvist, Anja Lundkvist
Bambini svegli e animali parlanti sono
espedienti collaudati per mettere in ridico-
lo gli usi e i costumi della trib. Qui il grup-
po una comune svedese anni 70, ligia al-
letica protestante e dunque poco propensa
a sconti e concessioni. Mentre gli equiva-
lenti fricchettoni italiani cominciavano la
dieta macrobiotica e poi cedevano di
schianto davanti alla pizza Margherita, i
nordici erano fedeli alla pappetta quotidia-
na. Finoallaribellionedei pipiccoli. Stan-
chi di giocare a Pinochet e alle torture (ver-
sione politicamente corretta di indiani e
cowboy), organizzano una manifestazione
per ottenere un po di carne. Chi non cera
penserallasolitaesagerazionedafilm. Ma
Lukas Moodysson (esordio con Fucking
Amal) non ha inventato nulla. Si limitato
a mettere in bellordine le manie di quegli
anni e i disastri dei gruppi alternativi: as-
semblee per stabilire chi lava i piatti, estre-
ma rissosit tra donne e uomini, tendaggi
invece delle porte, e soprattutto niente te-
levisione, il che costringeva a estenuanti di-
battiti, perch il tempo comunque doveva
passare. E il mondo alla rovescia, sen-
tenziano i bambini, finiti l con la madre se-
parata. Unodi loro, cdascommetterci, era
il regista. Che simpatico e per nulla la-
gnoso, a differenza del compagno di sventu-
re Michel Houellebecq, lo scrittore france-
se che alla sventatezza delle mamme ses-
santottine imputa tutto il male del mondo.
1 KM DA WALL STREET BOILER ROOM
di Ben Younger, con Giovanni Ribisi, Vin
Diesel, Nia Long, Ben Affleck (nelle sale dal
19 gennaio)
Il figlio al padre, in una tavola calda: Ti
ho invitato per discutere la nostra relazio-
ne. Pap, ebreo e giudice, ribatte: Ma che
parlare e parlare, non siamo mica fidanza-
ti. Quanti anni e quanti sceneggiatori ita-
liani servirebbero per produrre una battu-
ta come questa? Meglio non pensarci. Il re-
gista Ben Younger ha 27 anni, ha fatto il co-
micoeil consulentepolitico. Cacciatodaun
colloquio per aspiranti broker, ne ha rica-
vato lidea per questo bellissimo film. Sia-
mo tra Americani di James Foley e Wall
Street di Oliver Stone, pellicola che i gio-
vanotti in giacca e cravatta sanno a memo-
ria. Il sogno prevede una Ferrari e un mi-
lione di dollari da guadagnarsi entro i
trentanni. Losi ottienespacciandococaina,
mettendo su una bisca o vendendo azioni a
poveretti che bruciano cos, in un solo col-
po, i risparmi di una vita. Avendo gi fatto il
trafficante e il biscazziere, il giovane Seth
pronto per la boiler room, la caldaia dove
i telefoni squillano e vige la legge che ab-
biamo imparato dalla Casa dei giochi di
David Mamet: Ogni giorno nasce un pollo e
due furbi per fregarlo.
EDITORIALI
ANNO VI NUMERO 11 - PAG 3 IL FOGLIO QUOTIDIANO VENERD 12 GENNAIO 2001
New York. Gli studenti di quella che, con
enfasi generalmente condivisa, viene defini-
ta capitale del mondo, non dispongono di
una scuola pubblica decente. Lo Stato di
New York non la finanzia come dovrebbe,
viola la propria Costituzione che garantisce
atutti gli studenti asound, basic education,
una solida educazione di base; ma viola an-
che la Costituzione degli Stati Uniti perch
danneggia in modo vistoso le minoranze, e il
settanta per cento di studenti neri, asiatici e
ispanici frequenta le scuole pubbliche di
NewYork. OloStatopresenta, entroil 15 set-
tembre di questanno, una riforma credibile
detto brutalmente, stanzia una gran quan-
tit di quattrini che probabilmente non ha
oppure sar inevitabile lintervento della
giustizia. Il giudice Leland De Grasse della
Corte Suprema di Manhattan ha fatto un bel
rumore con la sua sentenza, ma viene dopo
almeno venti decisioni analoghe prese in al-
tri Stati, meno alla ribalta, dellUnione: tutti
accusati di non distribuire equamente i fon-
di, di imporre tasse alte e inutili, di infi-
schiarsene della condizione miserevole del-
Le Unions degli insegnanti, elettori demo-
cratici nella stragrande maggioranza, si op-
pongonoconfuroreaquestariformaeil nuo-
vosegretarioallEducazione, il moderatoRo-
nald Paige, sarebbe tentato di non metterse-
lecontrofindallinizio. Bushpernonlapen-
sacos, ancheperchincampagnaelettorale
hapromessoi voucher allescuoleprivatere-
ligiose. La sentenza durissima con la cate-
goriadegli insegnanti. Nonsoloil 30 per cen-
to degli studenti delle scuole della citt non
arriva a prendere il diploma dellobbligo di
high school, che corrisponde alla nostra ma-
turit; ma un sistema che sta affondando e
chedadecenni nonvienemigliorato cos di-
venta grande accusato anche il governatore
dei poveri, il democratico Mario Cuomo,
eletto per tre mandati e dodici anni manda
ingiro diplomati che sono impreparati per il
college e, peggio, per i doveri di un cittadino
e per qualunque lavoro che vada oltre il sa-
lario minimo. Le scuole di New York City
scriveseverissimoil giudiceDeGrasse han-
no rotto un patto sacro con la societ.
Le scuole di NewYork City sono in realt
la cenerentola del sistema statale, addirittu-
ra nellultima finanziaria hanno avuto due-
mila dollari a studente in meno di piccole
citt come Buffalo o Syracuse. I soldi vengo-
no distribuiti seguendo convenienze e accor-
di elettorali piuttosto che analizzando i biso-
gni di ogni distretto, e la massa dei poveri di
New York, il 60 per cento nella popolazione
scolastica, non vota.
Entusiasta della sentenza perci senza
sospetto il sindaco Rudy Giuliani, sponsor
dei voucher, per anni in conflitto con il col-
lega di partito Pataki. Pure il governatore
manda a dire che non presenter probabil-
mente appello, perch una riforma ci vuole.
Ancheperchtrai cittadini del comitatoche
ha chiesto il processo ci sono ferventi soste-
nitori della disobbedienza fiscale come ri-
spostaallacondizionedellescuole. Eperch
su questa sentenza possono saltarci i soste-
nitori di tutte le cause e proposte: dalla Ch-
ristianCoalitiondi Pat Robertsonalla Rain-
bowCoalitiondi JessieJacksonedi altri lea-
der neri tornati allattivismo e alla disobbe-
dienza civile.
la pubblica istruzione.
Pu sembrare una sentenza ultraliberal,
non cos, al di l delle opinioni personali
del giudice De Grasse. Hanno esultato i de-
mocratici cheaccusanoil governatoreGeorge
Pataki di nondedicareabbastanzarilievonel
budget di Statoallascuola; di qui asettembre
il poverogovernatoredovrebbe, almenosulla
carta, riuscire nellimpresa di migliorare le
strutture, assumere insegnanti qualificati, ri-
durreladimensionedelleclassi, fornirelibri
e computer. Ma hanno anche esultato i soste-
nitori repubblicani della rivoluzione nelli-
struzione. I quali si preparano alla gran bat-
tagliasul voucher, leggecheconsentirebbeai
genitori di portarsi in una scuola privata la
quota stanziata per il figlio studente nella
scuola pubblica; sul trasferimento dei fondi
federali agli Stati, che avrebbero cos a di-
sposizione cos la libera gestione di una som-
ma adeguata; sulla cosiddetta assunzione di
responsabilit, che legherebbe la sorte e gli
stipendi degli insegnanti al rendimento dei
lorostudenti, eli obbligherebbeacorsi di ag-
giornamento professionale continui.
lotta e la preghiera (Gspc) di Hassan Hat-
tab. Ma gli osservatori incominciano a
chiedersi come mai esercito, gendarmeria
e forze speciali, liberatisi dal grattacapo
dellAis, considerato lavversario militar-
mente pi consistente e pericoloso, non
riescono ad aver la meglio sul Gia e sugli
altri gruppuscoli? Come mai intere regio-
ni, nonostante le migliaia di armi distri-
buite alle milizie locali, continuano a re-
stare alla merc dei cosiddetti fondamen-
talisti? Linterrogativo trascina verso con-
clusioni inquietanti, soprattutto se si ha fa-
miliarit con il teatrino di ombre cinesi
della politica algerina. In questa rappre-
sentazione, in scena dal 1962, la regola au-
rea quella, ripetuta fino allesasperazio-
ne da Al Yahia Abdenour, presidente del-
la Lega algerina per i diritti delluomo: In
Algeria il potere nelle mani dei clan mi-
litari. Il presidente, i ministri e i parla-
mentari sono soltanto degli esecutori. La
vera autorit quella dei dcideurs ov-
vero dei generali pi importanti. Sono una
ventina in tutto e sono divisi in clan. Per
comprendere ci che avviene sostiene
questo vecchio avvocato che a furia di di-
fendere dissidenti e ripetere ci che nes-
suno osa ammettere costretto a vivere
chiuso in un appartamento blindato bi-
sogna innanzitutto conoscere i clan pi im-
portanti. Come quello del capo di Stato
maggiore Mohammed Lamari e quello del
capo dei Servizi segreti Mohamed Me-
dienne.
La lotta tra i generali punta sempre a
tre obiettivi: il controllo dei poteri istitu-
zionali e amministrativi, la spartizione del-
le risorse economiche e il controllo delle
forze e delle politiche di sicurezza. Oggi,
secondo le conclusioni di molti osservato-
ri avallate da recenti rivelazioni, una buo-
na parte di storia recente, dallo scoppio
dellinterminabile guerra civile e lelimi-
nazione di Mohammed Boudiaf (il presi-
dente ucciso nel 92), fino allelezione di
Abdelaziz Bouteflika, al fallimento della
politica di riconciliazione e al riesplodere
della violenza, andrebbe interpretata se-
guendo la complessa trama delle lotte tra
clan.
Il racconto di un sopravvissuto
Il 22 settembre 1997, in una notte di Ra-
madan, oltre 400 abitanti di Bentalha furo-
no massacrati. La strage fece immediata-
mente discutere, vista la vicinanza del vil-
laggio ad alcuni importanti insediamenti
militari. Lo scorso ottobre Nesroulah Yous,
un sopravvissuto alla strage fuggito in
Francia, ha pubblicato un libro sconcer-
tante. Soprattutto per il fatto che Yous non
mai stato considerato un simpatizzante
del fondamentalismo. Secondo Yous in
quella notte tragica di settembre lesercito
e la gendarmeria chiusero il villaggio in un
cerchio impenetrabile. Mentre, tra le case,
i massacratori portavano a termine la loro
opera a colpi di pugnale i soldati impedi-
vano alle vittime di fuggire. In quel perio-
do lallora presidente Liamine Zeroual e il
suo braccio destro generale Mohammed
Betchine erano impegnati in un duro brac-
cio di ferro con il capo di Stato maggiore
Mohammed Lamari e il capo dei Servizi
segreti Mohammed Medienne. Zeroual e
Betchine, sostenitori di una politica filo-
americana antagonista rispetto ai tradizio-
nali legami parigini di Lamari e Medien-
ne, puntavano a un accordo con lala poli-
tica del Fis. Lamari spiazz il presidente
firmando una tregua con lala militare dei
fondamentalisti e isolando nelle loro celle
i leader politici. Subito dopo il dialogo po-
litico, avviato da Zeroual, venne cancella-
to dallorrore di decine di stragi simili a
quella di Bentalha. In breve, il presidente
fu costretto alle dimissioni. In vista delle
Presidenziali del 15 aprile 99 Lamari e
Medienne erano pronti a tirare le fila del-
lelezione di Abdelaziz Boutkeflika e ad
abbandonare gli innaturali legami con Wa-
shington, per riportare lAlgeria nellalveo
della storica madre Francia. E qui sinne-
sta tutto il retroscena dellattuale nuova
ondata di instabilit.
Il candidato Abdelaziz Bouteflika, so-
spinto alla vittoria dai grandi dcideurs,
tuttaltro che un novellino della politica.
E stato ministro degli Esteri con il presi-
dente Boumedienne e nel 1994 ha gi ri-
fiutato le offerte di Lamari e Medienne. A
quel tempo i due gli propongono il posto
del nemico Zeroual, ma gli negano il pieno
controllo delle forze armate. Bouteflika
preferisce rifiutare. Cinque anni dopo, ri-
Algeri. Un giorno a caso, il 16 dicembre
ad esempio. Nella notte, si spalancano le
porte del collegio maschile di Mda.
Quindici ragazzi tra i 16 e i 17 anni e i loro
tutori vengono tirati gi dai letti. Spari nel
buio. Colpi ovattati nel cuore della notte.
Spari silenziati. Macchie di sangue sui mu-
ri del dormitorio. Poi di nuovo il silenzio.
Silenzio a Mda. Silenzio sui quotidiani,
alla radio e alla televisione. Per giorni la
stampa algerina ignora il massacro. Silen-
zio anche per quindici viaggiatori. Quindi-
ci passeggeri crivellati di colpi nel loro au-
tobus a Tns, 200 chilometri a ovest di Al-
geri. La storia della cantante Sihem inve-
ce fa pi notizia. Si esibiva in un locale
notturno di Annaba. La notte del 23 di-
cembre la tirano gi dal palco. La sua ulti-
ma canzone si spegne nel sangue. Sotto gli
occhi del pubblico, un coltello le taglia la
gola. Gli assassini se ne vanno portandosi
dietro sei spettatori. I cadaveri salteranno
fuori qualche giorno dopo. Seviziati e or-
rendamente mutilati.
Il 27 dicembre il Ramadan, il mese sa-
cro dellIslam, si chiude con un bilancio di
trecento morti. Un centinaio in pi rispet-
to ai mesi normali. Lanno nuovo gi in
linea con le statistiche. Una famiglia di
quattro persone con la gola tagliata a La-
ghouat. Undici soldati uccisi in unimbo-
scata a Batna. Tra uno scampolo di strage
e laltro, saltano fuori una ventina di mor-
ti soltanto nella prima settimana. Le do-
mande sono sempre le stesse. Come da no-
ve anni a questa parte. Chi? E perch? Le
risposte ufficiali restano identiche: i fon-
damentalisti islamici. Certo, non pi quel-
li del Fronte di salvezza islamica. Il brac-
cio armato del Fis, messo fuorilegge dopo
la vittoria nel primo turno delle elezioni
del 91-92, ha firmato, alla fine del 97, una
tregua con il capo di stato maggiore delle-
sercito Mohammed Lamari.
Il Fronte non ha pi leader
L11 gennaio 2000, dopo unamnistia
concessa dal presidente Abdelaziz Boute-
flika, lemiro Madani Mezrag, responsabi-
le dellEsercito islamico di salvezza (Ais),
ha annunciato lo scioglimento dellorga-
nizzazione armata. Da allora qualche mi-
gliaio di militanti vive nei campi, guarda-
to a vista dallesercito. A livello politico, il
Fis unorganizzazione senza pi leader.
Abassi Madani, il presidente-fondatore,
condannato a dodici anni nel 1992 e libe-
rato nel 1997, si trova agli arresti domici-
liari sotto la vigilanza dellesercito. Il nu-
mero due, il falco Al Benhadj, sostenito-
re della lotta a oltranza, invecchia nelle
segrete di una prigione militare. Il nume-
ro tre Abdelkader Hachani, stratega della
vittoria elettorale del 91, rimesso in li-
bert dopo la firma della tregua del 1997,
stato eliminato da misteriosi sicari nel
novembre 1999.
Sul terreno sono rimasti soltanto i ter-
roristi del Gruppo islamico armato (Gia) di
Antar Zouabri, cui vengono attribuiti i pi
terribili massacri, e una galassia di grup-
puscoli contrari a ogni compromesso con
le autorit come il Gruppo salafista per la
Bouteflika rompe con i generali e in Algeria tornano le stragi
La scuola pubblica viola la Costituzione, dice la corte di NY
Trecento morti in un mese. Il Fis ha sciolto il suo braccio armato. Ma
le forze di sicurezza non riescono a fermare i terroristi del Gia e i piccoli
gruppi di integralisti islamici. Nuove accuse ai militari che ora si sentono
traditi. Il potere di Lamari e delluomo dei Servizi
trovatosi grande preferito, decide di non
sprecare loccasione. Finge di accettare le
limitate autonomie in campo economico,
amministrativo e di politica estera. Evita
ogni pretesa di controllo nel settore delle
Forze armate. Insediatosi al palazzo presi-
denziale, si trasforma da manovrato a ma-
novratore. Prende in mano la trattativa
con il braccio armato del Fis, concede
lamnistia e ottiene lo scioglimento defini-
tivo dellAis. La contro replica dei dci-
deurs immediata. I militanti dellAis in-
vece di essere reintegrati nella vita civile
vengono mantenuti segregati nel limbo di
tre immensi campi. La resa viene percepi-
ta come un errore. Molti sognano il ritorno
alla lotta armata e fuggono a cercarsi un
posto tra le fila dei nuovi gruppuscoli di ir-
riducibili. Intanto le porte dellapparta-
mento di Abassi Madani non si aprono. Al
Benhadj continua a rimanere nella sua
cella. La prospettiva di una reintegrazione
politica del Fis viene fatta slittare verso un
futuro sempre pi incerto. Bouteflika ri-
sponde colpo su colpo. Tenta di sottrarre i
settori forti delleconomia al controllo del-
lArme e dei dcideurs avviando una
serie di tormentate privatizzazioni. Nel
corso di una visita a Parigi stempera il
gioioso riabbraccio con la Francia e ricor-
da le colpe della madre colonizzatrice,
pretendendo quelle che vengono interpre-
tate come scuse storiche. Nei discorsi
ostenta ripetutamente il suo ruolo di capo
supremo delle Forze armate. I dci-
deurs inizialmente preferiscono non de-
cidere. Fino a quando, lo scorso luglio, il
vecchio presidente non decide per loro.
Quella nomina pericolosa
Il capo di stato maggiore Mohammed
Lamari gli ha richiesto una serie di cambi
ai vertici delle gerarchie militari. Tra que-
sti, lo spostamento del generale Ahmed
Senhadi dallimportante ruolo di attach
militare in Francia a quello di direttore
generale della sanit militare. La promo-
zione sa di allontanamento e non suona
molto gradita a Bouteflika. Il presidente
considera Senhadi, originario come lui di
Tlemcen, un uomo chiave per la sua futu-
ra politica. Oltre ad aver partecipato a
quella commissione per il dialogo che nel
95 avvi i primi, falliti negoziati con il mo-
vimento islamico anche considerato un
modernista, favorevole a un riavvicina-
mento allUnione europea e a una coope-
razione con la Nato. Requisiti fondamen-
tali per un presidente che punta a rilan-
ciare la trattativa con il Fis e a gettare le
basi per una nuova e pi incisiva politica
estera.
Cos, il 30 ottobre, Bouteflika usando le
sue prerogative di capo supremo delle for-
zearmatepromuoveSenhadi al gradodi ge-
nerale maggiore e lo mette a capo del se-
gretariato generale del ministero della Di-
fesa. Lo trasforma, in poche parole, nel nu-
mero due della gerarchia militare. Da quel
momento i rapporti tra il vecchio presiden-
te e la gerarchia militare di Lamari si con-
gelano. Da quel momento lAlgeria sprofon-
da nuovamente nella violenza e nel caos.
I CONTRASTI TRA IL PRESIDENTE E IL CAPO DI STATO MAGGIORE, LE LOTTE TRA CLAN NELLESERCITO E GLI ULTIMI MASSACRI
Il programma di Cofferati
P
rima di tutto la (non) notizia: Pietro
Taricone ha vinto la sfida. Il suo
show da Maurizio Costanzo stato visto
da dieci milioni di spettatori (34 per cen-
to di share). La Piovra di Tano Cariddi
stata doppiata (5 milioni e 18 per cento).
Il commento migliore ovviamente del-
lo stesso Taricone: Camorra batte mafia
1 a 0. Ti. Un trionfo prevedibile. Eppu-
re mercoled sera, il fenomeno Taricone
diventato qualcosa di pi: Pietro ha
vendicato lItalia alle vongole tanto de-
precata dagli intellettualini snob. Rica-
pitoliamo: un ragazzo di 25 anni, di Ca-
serta, partecipa a una trasmissione tele-
visiva. Vecchi e giovani soloni del fighet-
tismo alto & nobile esercitano larte nel-
la quale eccellono: storcere il naso in
punta di penna. Attivit che si adatta a
meraviglia su Pietro che il modello
perfetto dellitaliano da biasimare: pale-
strato, belloccio, macho e pure napoleta-
no. Lui, inconsapevole, li prende in giro
usando latteggiamento bullesco come
maschera e affrontando il GF per quello
che : un gioco, punto. Quando finisce il
GF non scimmiotta le star e non parteci-
pa al circo televisivo. Se ne sta per i fatti
suoi, non vuole sentirsi dire Tarico, fac-
ce Tarzan, si vaccina con il Marziano a
Roma di Ennio Flaiano e cerca di capire
come capitalizzare limprovvisa popola-
rit. Succede per che tutti lo vogliono. E
non solo com ovvio chi gli offre con-
tratti, sponsorizzazioni e soldi. No, lo cer-
cano proprio quelli che ci avevano spie-
gato quanto fosse poco intelligente. Da
Repubblica lo chiamano dicendogli che
in redazione sono tutti suoi fan (meravi-
glioso esempio di giornalismo anglosas-
sone: i lettori non se ne erano accorti) e
Curzio Maltese in unintervista lo para-
gona a Norberto Bobbio. Fabio Fazio fa
gi proposte per Quelli che il calcio.
Francesco Rutelli lo chiama e gli dice A
paraculo, e ci tiene a farlo sapere in gi-
ro. Anche Michele Santoro lha cercato
al telefono. Lui continua a spiazzarli: rin-
grazia, dice di no e si emoziona per gli
appuntamenti gi fissati con i produttori
cinematografici. Poi va alluno contro tut-
ti sul palco del Costanzo show. I suoi av-
versari sono giornalisti, docenti univer-
sitari, psicologi, attrici, cantanti. Gente
che filosofeggia. Le domande sono del ti-
po: Ma tu eri pi Taricone prima o pi
Taricone adesso?. Lui giganteggia e li
sfotte. Anche perch li conosce e glielo
dice. Limmagine finale devastante per
i filosofi. Loro tariconeggiano e sembra-
no Indipendenti di sinistra di fronte al-
loperaio Fiat. Fanno i Tariconi di fronte
a Pietro che rispetto a loro non soltanto
un Taricone vero ma anche di talento.
I
giudici americani hanno decretato il
fallimento della Twa. Anche le pi
grandi compagnie aeree del mondo pos-
sono accumulare tante perdite da anda-
re in bancarotta, quando il mercato non
regolamentato e quindi vi pu essere
unaccanita concorrenza non solo come
da noi nelle fasce di nicchia, ma anche
nei settori di traffico pi importanti. E
negli Stati Uniti, poi, non vi lo Stato a
coprire debiti, le procedure di fallimen-
to fanno il loro corso e, alla fine, o la
compagnia si dissolve o viene acquistata
da unaltra societ che si accolla una
parte dei debiti e affronta i problemi del-
la ristrutturazione. E accaduto cos per
la Twa che opera dal 1926 nel continente
americano e in tutto il mondo, e dispone
attualmente di una flotta di 190 aerei,
con 800 voli giornalieri, parecchi dei
quali verso i grandi scali di Stati Uniti,
Europa e Asia. Compra la Twa, la pi gio-
vane American Airlines, che acquista
anche una parte delle attivit che, se-
condo lautorit regolatrice americana,
vanno cedute dal gruppo nato dalla fu-
sione fra United airlines e Us Airways,
per evitare che in certe aree del busi-
ness aereo sinstauri una posizione di
monopolio. Con questa doppia acquisi-
zione American Airlines controlla assie-
me al nuovo colosso United-Us airlines,
oltre il 54% del traffico statunitense e si
colloca, con Delta, tra le tre grandi che
domineranno i cieli americani.
Secondo alcuni da qui deriveranno al-
tri accorpamenti tra societ aeree, sia
statunitensi, sia di diversa nazionalit.
Gli analisti finanziari mettono in guar-
dia, per, sul rischio di queste operazio-
ni. Sembra che sia complesso, nel setto-
re dei trasporti aerei, aggregare diverse
compagnie, con abitudini e attrezzature
diverse. I rendimenti possono realizzar-
si solo nel corso del tempo e la loro en-
tit incerta. E lAmerica Airlines ha an-
che un rapporto delicato, di 3 a 1, tra de-
biti e capitale proprio. Per con la con-
centrazione, si possono rialzare i prezzi
dei biglietti, senza bisogno di mettersi
daccordo, mediante intese tacite con al-
tre compagnie usando magari il riferi-
mento ai costi da ammortizzare. Da qui
verranno, almeno per il mercato ameri-
cano, tariffe mediamente maggiori, sia
pure con un servizio migliore. Dipender
anche da quanto Alan Greenspan alleg-
gerir la spesa per interessi.
A
l centrosinistra, per essere competi-
tivo, mancano un programma, una
squadra e la voglia di combattere. Lo
dice il segretario della Cgil esprimendo
un giudizio certamente non tenero. Al
candidato premier riconosce di aver lan-
ciato lo slogan della piena e buona oc-
cupazione, ma non si dimentica di sot-
tolineare come nello scontro sullIrpeg
sia stato sonoramente sconfitto. Sergio
Cofferati un programma ce lha. Non
molto innovativo, basato sul concetto
vagamente dirigista del modello di svi-
luppo di matrice soprattutto industria-
le, ma una proposta concreta destinata
a tenere insieme il blocco sociale tradi-
zionale della sinistra.
La crescita delloccupazione di que-
stultimo periodo stata caratterizzata
per i quattro quinti dal lavoro atipico:
forma di occupazione che ormai ha rag-
giunto soglie che non sono valicabili.
La flessibilit un corollario impor-
tante ma deve inquadrarsi in uno svi-
luppo costruito sul tavolo negoziale: con
un sindacato conflittuale nello scontro
per la divisione del reddito ma collabo-
rativo nel favorire la crescita aziendale.
Lo sviluppo deve riconoscere soglie di
rispetto nella protezione dellambiente
e nella tutela dei diritti. Fuori da questa
concezione del contratto sociale c solo
la competizione individuale, nella qua-
le i pi deboli soccombono. Persino la
Confindustria, se perde il suo ruolo con-
trattuale, si riduce a una semplice lobby,
priva di ogni funzione dirigente sulla so-
ciet. La rappresentanza sindacale
una pietra angolare del sistema e va sta-
bilita per legge, e lostilit della Cisl a
questa impostazione la vera causa del-
la crisi dellunit sindacale. La piat-
taforma di Cofferati non si illude di sfon-
dare nel popolo delle partite Iva, di di-
sgregare il nuovo blocco sociale che si
va aggregando al centrodestra. Offre
per un approdo a dipendenti delle
grandi fabbriche e del pubblico impie-
go, e ai pensionati, sconcertati dalle vel-
leit liberiste intermittenti di tanti lea-
der del centrosinistra. Questa imposta-
zione probabilmente non basta per vin-
cere, ma pu servire a resistere dopo la
sconfitta.
Twa, la fine del volo
Taricone tra i filosofi
American Airlines compra lantica compagnia. Cresceranno le tariffe?
Pietro giganteggia al Costanzo show. Perdono La Piovra e gli intellettuali
Un modello di sviluppo per bloccare le sortite liberiste di Rutelli
U
n motto di un riformatore tedesco di-
ce: Tedesco latinizzato, diavolo in-
carnato. Si attaglia bene al grande Fede-
ricoII. I vaticini decretaronocheloStupor
mundi sarebbe vissuto duecentosessanta-
sette anni. Naturalmente esageravano. Ma
dopo la sua morte e la sua trasfigurazio-
ne lasibillaannunci: Egli viveenonvi-
ve. Duecentosessantasetteanni esatti dal-
la scomparsa esplose la Riforma e a molti
parve la realizzazione della profezia. Ma
chi fu in effetti il figlio di Enrico VI e del-
la grande Costanza, il padre di Corrado e
di Manfredi, il nipote del Barbarossa?
Lappellativo di Dominus mundi di cui si
fregiava non mancava di un doppio sen-
so (nota il polacco Ernst Kantorowicz, au-
tore di una classica e monumentale bio-
grafia Federico II. Imperatore, appena
ristampata), poich signore del mondo
eraancheSatana. Di modocheognuno, se-
condo il proprio punto di vista, giudicava
Federico come lapportatore del massimo
bene o del massimo male.
Federico non era il genere duomo ver-
sato allunivocit. Spirito libero, contra-
stava (editti alla mano) gli eretici. Amico
dei saraceni non disdegnava alloccorren-
za si usare nei loro confronti le maniere
forti. Ostile alla borghesia cittadina, ne
ospitava volentieri i rappresentanti nella
sua munifica corte. Aveva avuto in dote il
mondo, ma solo lItalia (e in special modo
il Sud della penisola) era al centro dei
suoi pensieri. Disprezzava i preti, ma, di
tanto in tanto, si definiva sacerdote. Impe-
ratore cristiano, praticava un tipo di filo-
sofia che metteva in forse le basi stesse
della concezione devota del mondo. Si
sentiva il messia, ma anche il maglio del
cosmo. Passava contemporaneamente per
il figlio di Dio e per il suo flagello.
Novello Cesare riuniva, insomma, nella
sua persona gli opposti e fra le antitesi
cercava di navigare a vista. Era un ecclet-
tico di tale genio dai capitalizzare persino
i tradimenti. Altri a lui inferiore sarebbe
certo dovuto soccombere a questa tensio-
ne, non Federico. Fautore del nuovo dog-
ma dello Stato laico, aveva spudorata-
mente proclamato che la vera libert si d
unicamente sotto forma di giogo imperia-
le. Per quasi trecento anni molti uomini si
sono sentiti confortati da quel messaggio.
E ne hanno pagato le conseguenze. Divisi
in uninterminabile lotta fra il Divus e il
Sanctus. Una pugna cos impossibile che
il solo Dante riusc a governare, esaspe-
randoli, i contrasti (laquila e la croce, la
terra e il cielo), sciolti poi in unit di can-
to nella Commedia.
Ma lultimo degli Hohenstaufen allev
innanzituttonazioni. Ai monarchi additil
compito di combattere insieme i partico-
larismi dei comuni ribelli e i privilegi del-
la Curia romana: Gettando alle dinastie
lanuovaidea, ciolunitdi classedei mo-
narchi egli creava tra i sovrani un vin-
colo che non era n ieratico n feudale
bens riposava su interessi comuni laico-
statali. Non gli riusc per di dare unit
allItalia. Davanti alla sua volont di rive-
dere la pace di Costanza, la Lega lombar-
da mostr i denti. Solo la mediazione di
OnorioIII ritardlalacerazioneinatto. Al
cardinale Ugolino di Ostia, divenuto Pon-
tefice nel marzo 1227 con il nome di Gre-
gorio IX, va riconosciuto il merito e la lun-
gimiranza di aver intuito la portata della
sfida federiciana e rischi politico-territo-
riali che implicava: laffermazione di Fe-
derico poteva ridurre Roma alle dimen-
sioni di una sorta di Stato cuscinetto tra
lImpero e il Regno di Sicilia.
La conquista della Terrasanta non
port la pace al monarca ghibellino. Cos
mentre lo scomunicato nipote del Barba-
rossa combatteva in Siria per liberare il
Santo sepolcro, il Pontefice lo insidiava
nelle sue terre. Nessuna mediazione era
ormai pi possibile: Federico, angelo ca-
duto dal cielo, era, agli occhi della Curia
romana, semplicemente lAnticristo.
LIBRI
Ernst Kantorowicz
FEDERICO II. IMPERATORE
791 pp. Garzanti, Lire 52.000
12 GENNAIO1951
Il Commonwealthpreme suLondraper-
ch assuma un atteggiamento realistico
nella crisi asiatica, prendendo atto della
necessit di far entrare la Cina comunista
nellOnu e di far s che gli Usa rinuncino a
difendereFormosa. AllaConferenzadegli
Stati un tempo appartenenti allImpero
britannico giganteggia il primo ministro
indiano, Pandit Nehru, che invita il gover-
no britannico a unaudace politica estera
libera dallinfluenza americana.
Sospetti vaticani sul Rotary: un ambiguo
decreto del SantUffizio lascia seri dubbi
sulla liceit per i cattolici di diventare ro-
tariani. Dice infatti che i fedeli si debbo-
no guardare dal dare il nome ad associa-
zioni segrete, condannate, sediziose, so-
spette o che cercano di eludere la legitti-
ma vigilanza della Chiesa. Uninterpreta-
zione autentica dellOsservatore Romano
spiega che non si tratta di una proibizione
vera e propria perch non detto che an-
che in Italia il Rotary abbia subito infil-
trazioni di elementi massonici e anticleri-
cali come sarebbe avvenuto in altri paesi.
Ingenti spese per il riarmo in GB: gli im-
pegni del governolaburistadi Clement At-
tlee ammotano alla fantastica cifra di no-
vemila miliardi di lire. Per gli inglesi si
apre una nuova stagione di austerit e di
rinunce. Ma la maggioranza daccordo.
5 0 ANNI FA
ANNO VI NUMERO 11 - PAG 4 IL FOGLIO QUOTIDIANO VENERD 12 GENNAIO 2001
MEDIA CONTRO KISSINGER. Un animoso
columnist lo accusa di crimini di guerra
Il columnist Christopher Hitchens accusa
Henry Kissinger di aver saputo fin dallini-
zio della guerra del Vietnam, di quali dan-
ni era capace quel veleno spruzzato dagli
elicotteri sulla giungla dal nome in codice
di Agent Orange per il suo color zafferano.
Il columnist si getta sullanziano Kissinger
con ferocia rara: le 26 pagine del suo artico-
lo (che apparir sul numero di febbraio di
Harpers) straripano di critiche. Intendia-
moci quelle pagine sono frutto della penna
di una giornalista che aveva accusato Ma-
dre Teresa di essersi venduta ai dittatori e
che aveva definito la Principessa Diana
una che usa i poveri e gli ammalati come
accessori al suo guardaroba. Hitchens, al-
lora come oggi, non conosce eufemismi. De-
finisce Kissinger un criminale di guerra.
Lo accusa di delitti, torture e rapimenti.
Un uomo, insomma, che dalla Casa Bianca
avrebbe dimostrato una pesante indiffe-
renza nei confronti della vita e dei diritti
umani. Per lufficio di Kissinger si tratta di
falseaccuse. Hitchens sottoponeaunlen-
to harakiri il big della politica estera degli
anni Settanta. Scrive: Eppure guardatelo:
quelluomo cos grassottello, nel suo impec-
cabile smoking indossato per la festa di Vo-
gue, non pu essere lo stesso che ha ordina-
to e sancito la distruzione a tappeto di civi-
li e bambini, oltre allassassinio di alcuni
politici troppo scomodi e al rapimento e la
sparizione di giornalisti e militari che la-
vevanointralciato? Mas, propriolui!. La
sua smodata passione per il potere e lasso-
luta mancanza di scrupoli lavrebbero spin-
to a disseminare il cammino di cadaveri.
Per la seconda puntata bisogner aspettare
il numero di marzo di Harpers dove si par-
ler dei crimini di Kissinger in Bangladesh,
Cipro e Timor.
I DIETRO LE QUINTE DI ZAGAT, la guida
gastronomica pi gettonata del paese
Si chiama Zagat, un libricino rosso e sotti-
le considerato la guida pi autorevole ai ri-
storanti newyorchesi. Lasuagraduatoriadei
migliori chef e dei locali pi ricercati la
Bibbia di chi vuole mangiare bene in una
New York dove negli ultimi due mesi sono
stati aperti altri 311 ristoranti. Zagat (che
adesso pubblica la guida su svariate citt
americane ed europee) assegna le sue stel-
lette e descrive latmosfera del locale, i piat-
ti migliori elacortesiadel personale. ANew
York lanno scorso ha venduto 650.000 copie.
Adesso uno scrittore, appena laureato alla
Columbia, ci racconta come vengono vera-
mente scritte le critiche di Zagat. Dopo aver
distribuito migliaia di questionari nei locali
alla moda, una squadra aspetta che la gente
li compili e ne conta i voti. E questa per la
parte pi scontata del lavoro. Ma i giovani
Hemingway del buon palato fremono davve-
ro quando, dati alla mano, possono lanciarsi
in critiche del tipo: Lagnello intinto nelle
spezie, unadellespecialitgiornalieredel ri-
storante, raggiunge una nota vagamente me-
diterranea, ma anche indiana, con la sua
menta, col suo riso pilaf al basmati intinto
nel limone, con le carote glassate, rendendo
questo piatto un perfetto miscuglio di etni-
cit e al tempo stesso un piatto dolce abba-
stanza da poter essere definito tipicamente
americano. Cdascommetterechenellare-
dazione di Zagat i neo laureati della Colum-
biasi divertanodapazzi. Ancheperchdiffi-
cilmente, nel mondo delle riviste letterarie
doc, potrebbero concedersi certe libert.
Signor direttore - Umberto Galimberti inter-
viene sul mal di vivere. Eci insegna: Il sole che
muore lo stesso che risorge e, nel cerchio perfet-
to che il ritorno disegna, naufragail progetto che
per un giorno sera levato per reperire un senso
nella vita. Ora sto un po meglio.
Andrea Marcenaro
Signor direttore - Ho dinanzi agli occhi la rac-
comandazione Unep perch la popolazione delle
zone del Kosovo colpite daproiettili alluranio im-
poverito sia tenuta lontana dai territori interes-
sati a causa del livello delle radiazioni. E quan-
to ho sostenuto anchio nei giorni scorsi, causan-
do lira veramente sproporzionata del prof. Re-
nato Ricci, gi Presidente della Societ Italiana
di Fisica, che dice di me: Si sempre spacciato
come fisico quando invece deve tutto alla politi-
cadaviadei Volsci inavanti. Per mia, sommes-
sa, riabilitazione dir non tanto che da qualche
decennio sono un professore di ruolo allUniver-
sit La Sapienza, ma che agli inizi della mia
carriera di fisico nonc proprio via dei Volsci (le
mie simpatie andavano alle posizioni assai pi
assennate del Manifesto), ma il Premio Stan-
ghellini della Societ Italiana di Fisica (quando
si dice i casi della vita), che io utilizzai come visi-
ting scientist al Cern di Ginevra. Cordialmente.
Gianni Mattioli, ministro
per le Politiche comunitarie
Signor direttore - Da un articolo di Giovanni
Bianconi sul Corriere della Sera del 9 gennaio
emerge che, secondo unrapporto del Sisde, Raed
Hijazi sarebbe uno dei pericolosissimi terroristi al
soldo di OsamaBinLaden, pronti acompiere at-
tentati in Italia contro lambasciata Usa o altri
interessi americani. Dalla stampa internaziona-
le specializzata in Medio Oriente appare che di
uncerto RaedHijazi, cittadino americano di ori-
gine palestinese, recentemente consegnato dalla
Siria alla Giordania, dove era stato condannato
a morte in contumacia, gli Stati Uniti richiedo-
no ad Amman lestradizione per lattentato al
cacciatorpediniere Cole nella rada di Aden.
Pietro Somaini, Milano
Signor direttore - Condivido intoto il terzo edi-
toriale di ieri, ma perch rivolgerlo soltanto ai
DS? Mi sembrerebbe opportuna una segnalazio-
ne, con toni doverosamente negativi, delle prese
di posizione (molto simili) che sono venute dai
settori pi retrivamente statalisti di An. Ogni ri-
ferimento a Publio Fiori puramente casuale.
Gian-Carlo Bini, via Internet
Signor direttore - Sulla Repubblica di Bari di
ieri, a pagina 3, Lello Parise (che da quando ha
lasciato la Gazzetta del Mezzogiorno si firma per
esteso o conle iniziali mentre primasfoggiavaun
piintrigante ellep), parlando del processo Pe-
truzzelli definisce Lino Jannuzzi come il giorna-
listache daanni fiancheggiail Polo nelle sue bat-
taglie contro i giudici e contro i processi che toc-
cano i potenti del Belpaese. Il tutto perch lo
stesso Maestro svel su Panorama che i figli del
giudice che presiede il collegio hanno installato
nei locali superstiti del Petruzzelli unbar allamo-
da. Sono senza parole.
Giuseppe Simone, via Internet
Signor direttore - Chi eraUrlike Meinhof? Ri-
tengo opportuno riportare alcuni illuminanti
concetti che larivoluzionariatedescaavevasul-
lOlocausto e sugli ebrei (la fonte il libertario
Guglielmo Piombini): Auschwitz significa che
sei milioni di ebrei sono stati uccisi, e gettati
nella discarica dEuropa, per quello che erano
considerati: ebrei da denaro. Il capitale finan-
ziario e le banche, il cuore del sistema imperia-
listico e capitalistico, ha rivelato il profondo
odio degli uomini per lo sfruttamento, il dena-
ro e gli ebrei Lantisemitismo quindi
in realt odio verso il capitalismo.
Umberto Vedovelli
Il ministro-fisico Mattioli replica al fisico-fisico Ricci (che lo premi)
Gran via vai di limousine in via dei
Grazioli. Cento invitati di lusso hanno fe-
steggiato a casa di Mario DUrso. Genera-
li, ambasciatori, ministri e bellissime si-
gnore. Scarseggiano, purtroppo, le
signorine.
Alta Societ
Ho letto con stupore, me-
raviglia e vergogna la
Cartadei diritti fondamentali dellUnione
europea. Ho letto allart. 2 che ogni indi-
viduo ha diritto alla vita e allart. 3 che
ogni individuo ha diritto alla propria in-
tegrit fisica e psichica. Mi sono chiesto
cosa ha spinto i membri dellUnione a mi-
surarsi sudiritti eprincipi cos scontati, in
alcuni casi insignificanti e scritti perfino
da cani. Sentite questo: Nessuno pu es-
sere privato della propriet se non per
causa di pubblico interesse. Ma chi di-
fende il mio possesso della prima chitar-
ra suonata di Alex Britti da questo pre-
sunto interesse pubblico comunitario? E
poi la cosa pi scandalosa e preoccupan-
te che sul problema principale dellEu-
ropa, limmigrazione, la Carta dei Diritti
dedica poche righe che recitano cos: I
cittadini dei paesi terzi che sono autoriz-
zati a lavorare nel territorio degli Stati
membri hanno diritto a condizioni di la-
voro equivalenti a quelle a cui godono i
cittadini dellUnione. Grazie, pratica-
mente il problema si licenzia in breve.
Non lo sapevamo. Ma larticolo pi ridico-
lo il numero 6 che ci ricorda che ogni
individuo ha diritto alla libert e alla si-
curezza. Alla sicurezza? Alla libert? Ma
siamo impazziti? Questa la Carta che de-
ve rappresentare anni e anni di civilizza-
zione, di battaglie, di evoluzioni, di movi-
menti artistici e culturali? Sembra scritta
da italo-americani che vivono a Toronto,
ma stata votata a maggioranza presso il
Parlamento europeo. La Lega e i Radicali
si sono astenuti. Bertinotti e Martelli han-
no votato contro. Gli altri. . . o hanno avu-
to paura di essere etichettati come an-
tieuropeisti o non lhanno letta.
Dj & Ds
di Pierluigi Diaco
Americana
Un grande ex segretario di Stato
sotto tiro e gli allegri ragazzi
di una super Bibbia per gourmet

Potrebbero piacerti anche