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LA REPUBBLICA 39
DIARIO
DI
CINQUANTANNI FA LINSURREZIONE
La sommossa scoppi il primo novembre del 1954 Fu linizio di un conflitto che ha alcune analogie con loggi
ciascuno il suo primo novembre. Il mio non una ricostruzione: una testimonianza. E soprattutto su un punto importante: i giovani, o piuttosto gli uomini giovani, non vivevano questo giorno nel grigiore troppo spesso evocato delle turpitudini della IV Repubblica. Tutto il contrario: ne uscivano, e la politica improvvisamente acquisiva ai loro occhi i colori dellambizione e del coraggio. Il 7 maggio 1954 la data del disastro di Dien Bien Ph. Dopo quello della guerra, il disonore della disfatta. Emerse per un uomo che aveva preannunciato tutto e aspettava la sua ora: Pierre Mends France, che in un primo tempo trasform il disastro in compromesso onorevole, con gli Accordi di Ginevra del 21 luglio 1954, e poi rovesci la politica coloniale il 31 luglio successivo col discorso di Cartagine, concedendo lautonomia alla Tunisia. Improvvisamente tutto cambi. Tutto. Era il primo attacco allimpero coloniale e le ripercussioni furono considerevoli. AllOnu i diplomatici francesi vennero festeggiati e ottennero con facilit la soppressione dellordine del giorno di uninterpellazione ostile alla politica maghrebina della Francia. LUrss e la Cina avevano patrocinato gli Accordi di Ginevra e gli Americani elogiavano la politica di Cartagine. Ovunque, in Maghreb come in Africa, si intuiva che era iniziata la decolonizzazione. Ovunque? Ahim, per gli insorti dAlgeria era ormai troppo tardi. Preparavano da molto tempo e nellombra le loro operazioni militari, le prime manifestazioni del Fln. Ma pi tardi, interrogati su quel periodo, due capi storici ammisero che la politica di Mends France li aveva disturbati perch molti militanti non erano pi daccordo col principio dellinsurrezione e obbiettavano che ormai era possibile lottare pacificamente per ottenere gradualmente lindipendenza. Liniziativa di Mends France in quel momento ha svolto, per il Fln e indirettamente, un ruolo perturbante vicino a quello che doveva svolgere De Gaulle con le sue proposte di negoziati. Per tornare allanno di Mends, avevamo un bel rallegrarci che Hemingway ricevesse il premio Nobel e Simone de Beauvoire il premio Goncourt con I Mandarini, che Franoise Sagan diventasse celebre a 17 anni con Bonjour tristesse e che Grard Philippe interpretasse per il cinema un Julien Sorel insostituibile. Avevamo un bel profittare di uneuforia economica che sprofondava la maggior parte dei francesi in unindifferenza soddisfatta. Per noi che eravamo giovani, come in generale per il terzo mondo (espressione che aveva appena coniato il demografo Albert Sauvy), cera il sentimento di una nuova fierezza desser francesi. Tuttal pi, quello che poteva comunque alterare la tranquillit vegetativa del francese medio, era che in Marocco, in Tunisia e in Francia cerano agitatori al servizio dei signori della colonizzazione che mi-
ALGERIA
ALBERT CAMUS
MIO caro, Sono stato dolorosamente urtato da ci che hai scritto in pi occasioni sui francesi dAlgeria. E nel tuo diritto scegliere le posizioni dellFln. Io personalmente le ritengo delittuose nel presente, cieche e pericolose per il futuro. Ma anche schierandoti da quella parte, tuo dovere fare le necessarie distinzioni che non hai fatto. Ho rinunciato a far ascoltare pubblicamente una voce ragionevole. Spero, contro ogni speranza, di poterlo fare un giorno. Ma, in privato, devo dirti la mia reazione, e tu non devi ignorare che sparare, o giustificare che si spari, sui francesi dAlgeria in generale e visti come tali, equivale a sparare sui miei, che sono sempre stati poveri e privi di odio e che non si possono confondere in una rivolta ingiusta. Nessuna causa, neanche se fosse rimasta giusta e innocente, mi far mai rompere la mia solidariet con mia madre, che la pi grande causa che io conosca al mondo.
ALGERIA.
del Fln e i loro partigiani, spesso divisi, non avrebbero mai smesso di costituire una minaccia. I marocchini furono spinti a chiudere le frontiere e i tunisini vietarono il porto darmi sul loro territorio ai residenti algerini. Habib Burghiba e Mohammed V, una volta tornato sul trono, proposero pi volte, con discrezione o pubblicamente, ununione franco-maghrebina per permettere agli algerini di guadagnarsi la simpatia della popolazione fran cese e soprattutto per arginare il loro radicalismo e i loro eccessi. Erano iniziative considerevoli, e a dire il vero inimmaginabili, se si dimentica che gli algerini ispiravano uninquietudine e a volte una paura esasperata. Che cosa sarebbe successo se la Francia avesse preso in considerazione lofferta di tunisini e marocchini? Gli algerini, che spesso scavalcavano le divisioni interne col terrore, avrebbero acconsentito ad obbiettivi meno radicali? In ogni caso, tra la Francia e lAlgeria, si trattava di nuovo di unoccasione mancata: vero che nella loro storia comune in pratica non cera altro. La guerra di Algeria poteva essere evitata? una domanda difficile ma che da qualche anno molti algerini si pongono. Per un certo numero di amici, dei quali ritengo di esprimere il parere, linsurrezione in s non poteva essere evitata perch la Francia aveva fatto di tutto per suscitarla. Soprattutto da quando perseguiva o screditava tutti i nazionalisti moderati e pacifici che si presentavano come interlocutori. Ma la lunga guerra, cos come si svolta, con un bilancio cos pesante per il presente e conseguenze cos disastrose per lavvenire, nella misura in cui portava in pectore la seconda guerra di Algeria, s: questa lunga guerra poteva essere interrotta e in ogni caso non era inevitabile. I francesi, prima e durante de Gaulle, non hanno praticamente mai smesso di avere contatti segreti con i rappresentanti del Fln e in questi incontri sono a vvenute molte cose che hanno dato agli interlocutori di ciascun campo la sensazione che, se non si pretendeva tutto subito, fosse tutto possibile. Infatti si pu sostenere che lincredibile scommessa lanciata da qualche gruppo di insorti algerini stata in definitiva vinta pi sul piano internazionale che sul piano militare. Alla conferenza di Belgrado dellagosto 1961, tutti i paesi del blocco dei non-allineati si pronunciarono a favore di un sostegno incondizionato al governo algerino in esilio. Tale governo era stato riconosciuto nel 1960 dallUnione Sovietica e nel 1961 dagli Stati Uniti. La vittoria militare sul campo che de Gaulle ha imposto alle forze armate ha molto probabilmente contribuito a lasciare alla Francia lapparente padronanza della situazione e a impedire linternazionalizzazione del conflitto, ma non ha potuto impedire che i sussulti dellOas e lesodo dei pied-noir trasformasse gli Accordi di Evian in una capitolazione. (traduzione di Elda Volterrani)
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DIARIO
LE TAPPE PRINCIPALI
LA RIVOLTA ARMATA 1954 Dopo il successo di Nasser in Egitto, in Algeria il Fronte di liberazione nazionale (Fln), lorganizzazione clandestina guidata da Mohammed Ben Bella, prende le armi contro i coloni francesi
LA BATTAGLIA DALGERI 1957 Lo scontro culmina nel 1957 nella Battaglia di Algeri. La battaglia dura quasi nove mesi e la repressione dei francesi condotta con metodi brutali, tra cui luso sistematico della tortura
DE GAULLE 1958-1961 De Gaulle, chiamato alla guida del nuovo governo, avvia i negoziati con i rivoluzionari algerini. A Evian Francia e Algeria si accordano su un progetto di indipendenza (marzo 1962)
I LIBRI
GIAMPAOLO CALCHI NOVATI La rivoluzione algerina, DallOglio 1969 Storia dellAlgeria indipendente, Bompiani 1998 ALISTAIR HORNE Storia della guerra dAlgeria 1954-1962, Rizzoli 1980 FRANTZ FANON I dannati della terra, Edizioni Comunit 2000 (con una prefazione di Jean-Paul Sartre) ABDELMALEK SAYAD Algeria. Nazionalismo senza nazione, Mesogea 2003 KATEB YACINE Nedjma, Jaca Book 1996 ASSIA DJEBAR Donne dAlgeri nei loro appartamenti, Giunti 2000 Queste voci che mi assediano, Il Saggiatore 2004 RACHID BOUDJEDRA La pioggia, Edizioni Lavoro 1994 WOLFGANG REINHARD Storia del colonialismo, Einaudi 2002 RAPHAELLE BRANCHE La torture et larme pendant la guerre dAlgerie 1954-1962, Gallimard 2001
(segue dalla prima pagina) i cinquantamila soldati di stanza, e tra questi i legionari stranieri con il loro comando a Sidi Bel Abbes, Mitterrand ne aveva aggiunti settantacinquemila, con qualche unit di Crs, le Compagnie Repubblicane di Sicurezza, addestrate per contenere le sommosse, soprattutto nei centri urbani. Il giovane ministro degli Interni (non ancora socialista), come tutti gli altri uomini politici parigini di rilievo, non pensava minimamente a una futura indipendenza di quella terra francese al di l del Mediterraneo. Egli definiva la sua strategia algerina con tre parole: volont, fermezza, presenza. Non meno deciso del ministro era il presidente del Consiglio, il progressista e integerrimo Pierre Mends France. Reduce dalla Conferenza di Ginevra, dove aveva cominciato a smontare limpero coloniale, rinunciando allIndocina ormai compromessa in seguito allancora calda sconfitta di Dien Bien Phu, Mends era proprio in quei giorni impegnato a dare una maggiore autonomia ai protettorati di Tunisia e Marocco. Ma egli giudicava inconcepibile una secessione dell Algeria, da centoventanni francese. Il 1 novembre 1954, quando, messe in allarme, tutte le forze dellesercito e della polizia entrarono in azione, loffensiva si era gi spenta. Era stato come un temporale improvviso, che non aveva dato il tempo di chiudere porte e finestre, e che si era allontanato troppo in fretta per fare molti danni. Aveva fatto un gran chiasso, aveva appiccato incendi spettacolari e ucciso sette persone. Non tante rispetto alle migliaia degli anni successivi, fino allindipendenza conquistata nel 62. Tra quelle prime vittime ce ne furono alcune cariche di significati. Ci fu un maestro elementare (monsieur Guy Monnerot, sorpreso in una localit dellAurs) a ricordare che la scuola era un raro previlegio per i giovani algerini, dei quali soltanto il 15 per cento poteva frequentarla. Fu ucciso anche un notabile profrancese (Hadj Sadock, caid, ossia capo villaggio, di MChounnche) come se si volesse sottolineare che dei duemila funzionari del governo algerino soltanto otto erano musulmani. Le due uccisioni suscitarono forte emozione ad Algeri, a Orano, a Costantina. Ma non a Parigi, dove la stampa dedic modesti titoli a quanto era accaduto la notte del 1 novembre, e non si preoccup neppure di mettere in risalto il nome del movimento clandestino che subito aveva rivendicato gli attentati, definendoli azioni militari: il Fronte di
SCENARIO
La guerra dAlgeria, nei suoi effetti, stato un prologo a quello che oggi chiamiamo mondo globalizzato
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Liberazione nazionale: Fln, iniziali che avrebbero avuto un lungo, trionfale e tragico avvenire, e avrebbero spazzato via quelle dell Mna, di Messali Hadji. Ci vogliono anni, decenni, per capire gli errori e ammettere gli orrori di una guerra. Ed anche per poterne elencare con obiettivit le cause iniziali e la dispe-
rante inutilit, ossia la perduta occasione di raggiungere il fine prestabilito con altri mezzi, senza montagne di morti. La guerra d Algeria non sfugge alla regola. Ci volle persino del tempo per accettare lidea che si trattasse di una vera guerra. A Parigi si parl a lungo di quel che accadeva sullaltra sponda del Mediterraneo
come di semplici avvenimenti. In realt si trattato di una guerra singolare. Senzaltro una delle pi ricche di conseguenze nella seconda met del Novecento. Fu anzitutto una guerra di indipendenza che non si limit all Algeria. L Algeria divent un punto di riferimento. Lesempio della sua lotta armata appesanti le richieste di tanti paesi ancora sottoposti al potere coloniale e rese pi concilianti le potenze coloniali. In quegli anni ottennero lindipendenza, senza dover ricorrere alla violenza (ma grazie a quella in corso in Algeria) , molti popoli africani: Ghana, Guinea, Senegal, Camerun, Somalia, Mauritania... E, nello stesso Maghreb, la Tunisia e il Marocco. La conferenza di Bandung (1955), dove nacque il Terzo Mondo, e il movimento dei Paesi neutrali (creato per iniziativa dellindiano Nehru, dello juogoslavo Tito e dellegiziano Nasser) si form con sullo sfondo la guerra algerina. Circa mezzo secolo dopo, davanti al desolante panorama africano, e alla cancrena mediorientale non riesce facile immaginare latmosfera dallora. Non erano tempi tristi. Erano carichi di passioni, accompagnate da inesorabili delusioni, anche se la svolta storica di quellepoca, nonostante i fallimenti, rimasta irrinunciabile. Per inquadrare il momento, va ricor-
FESTA
RAYMOND ARON
HANNAH ARENDT
LAlgeria non ha un passato statale La nazione algerina sta nascendo, proprio sullonda della rivolta contro lautorit francese
Nazioni e imperi 1957
I francesi trattarono lAlgeria come una provincia, ma non poterono imporre le proprie leggi alla popolazione araba
Le origini del totalitarismo 1951
CARL SCHMITT
400.000 soldati francesi, bene armati, combatterono contro 20.000 algerini col risultato che la Francia si vide costretta a rinunciare alla sovranit sullAlgeria
Teoria del partigiano 1963
Far fuori un europeo prendere due piccioni con una fava, sopprimere allo stesso tempo un oppressore e un oppresso: restano un uomo morto e uno libero
Prefazione a I dannati della terra di Frantz Fanon 1961
dato che in Occidente Hemingway prendeva il premio Nobel; Elia Kazan lanciava Fronte del Porto; De Sica L Oro di Napoli; Rossellini Il generale della Rovere; Albert Camus partecipava al dibattito di idee con Actuelles II e Riflessioni sulla ghigliottina; Jean Giono pubblicava Voyage en Italie; e Moravia La Ciociara. Jean Paul Sartre era spesso a Roma per denunciare la guerra dAlgeria, e in particolare la tortura che i soldati francesi applicavano non solo ai fellaghas, come venivano chiamati i combattenti dellFln (e gli stupri sistematici nei villaggi rastrellati, mezzo secolo dopo apertamente ammessi). Noi cronisti, che seguivamo la guerra da vicino, da Orano, da Algeri, dagli altipiani della Kabilia, sapevamo che anche lFln infliggeva la tortura e massacrava a man bassa i sospetti, nel suo stesso campo. La carneficina imperversava da entrambe le parti. Ma non pochi di noi pensavano che laccusa alla Francia, patria della Dichiarazione dei Diritti dell Uomo (e di Voltaire), dovesse pesare di pi. Non pensavamo, allora, che quelle pratiche avrebbero poi inquinato l Algeria indipendente. Letta con la lente doggi quella guerra offre numerosi spunti. Il capitolo del terrorismo merita un interesse particolare. LFln lo praticava. Durante la Battaglia dAlgeri, nel 1957, quando ferito e indebolito dai rastrellamenti francesi sui jebel, decise di terrorizzare la popolazione europea nella capitale, e di costringere lArme ad intensificare la repressione, lFln organizz attentati al Milk Bar, al Casino de la
DIARIO
LA REPUBBLICA 41
SALAN E LOAS 1961 Nasce lOas, lOrganisation darme secrte guidata dal generale Raoul Salan. Gli oltranzisti, dopo un fallito colpo di stato ad Algeri, compiono attentati terroristici contro i civili
LINDIPENDENZA 1962 Il primo luglio lindipendenza ratificata da un referendum. I coloni francesi abbandonano in massa il paese. Nel 1963 Ben Bella eletto presidente della repubblica
I FILM
LA BATTAGLIA DI ALGERI La storia dello scontro tra i par francesi comandati dal colonnello Mathieu e gli uomini del Fln algerino, con gli attentati, la repressione e la vittoria finale. Girato come un documentario, con attori non professionisti Di Gillo Pontecorvo, del 1966. LES ROSEAUX SAUVAGES In una cittadina francese nel 1962 larrivo di un piednoir in fuga dallAlgeria sconvolge gli equilibri sentimentali di un gruppo di adolescenti e li costringe a prendere coscienza del peso degli avvenimenti storici sulle vite quotidiane. Di Andr Tchin, del 1994. LO STRANIERO Ad Algeri limpiegato francese Mersault, dopo la morte della madre, uccide senza motivo un arabo e infierisce sul suo cadavere. Al processo non si difender. Dal romanzo di Albert Camus, regia di Luchino Visconti, con Marcello Mastroianni. Del 1967.
Corniche, alla Caftria, tanto per citarne alcuni, massacrando decine di uomini e donne, spesso di giovani. Ma nessuno pens di negare allFln il diritto di chiamarsi resistenza. N di sostenere che le bombe artigianali fatte esplodere nei luoghi pubblici equivalevano ai carri armati e agli aerei degli avversari. Se ne avessimo avuto dice ancora Yacef Saadi, che fu un animatore della Battaglia d Algeri non avremmo usato le bombe. Nel 1961, un anno prima dellindipendenza, ricorda Jean Daniel, gli Stati Uniti riconobbero il governo provvisorio algerino. E con loro tanti altri Stati sovrani. Questo significa (o significava) che il terrorismo non priva del titolo di resistenza un movimento che ha un obiettivo legittimo, e un adeguato programma di lotta? Allora le posizioni erano rovesciate. La Francia affrontava di petto il nazionalismo arabo, che invece era sostenuto, sia pure con prudenza (variabile) dagli americani. Due anni dopo linizio della guerra dAlgeria, nel 1956, il governo socialista di Parigi e il governo conservatore di Londra si lanciarono nella spedizione di Suez, mentre gli israeliani ( ai quali Parigi avrebbe poi dato i piani e il materiale per la bomba atomica) avanzavano nel Sinai. Lobiettivo di tutti era legiziano Nasser, che aveva statalizzato il Canale di Suez ed era il quasi incontestato leader del nazionalismo arabo. Sotto la sua protezione, al Cairo, si trovavano molti dirigenti algerini in esilio. A far ritornare alla base di partenza francesi, inglesi e israelia-
ni furono gli americani. Ai quali nessuno os disubbidire. E sempre gli americani anni dopo rifiutarono a de Gaulle lintervento dellAlleanza atlantica in Algeria. Rifiuto che (secondo lo storico Matthew Connelly, professore alla Columbia University ) provocher per ritorsione, pi tardi, a guerra finita da un pezzo,
GLI AUTORI
Khaled Fouad Allam, algerino, insegna Sociologia del mondo musulmano allUniversit di Trieste. Il testo di del Sillabario di Albert Camus tratto dalla lettera a Amrouche, dai Taccuini 1951-1959, (Bompiani). Jean Daniel fondatore e direttore del Nouvel Observateur
LE IMMAGINI
Le immagini che abbiamo scelto testimoniano di alcuni momenti della guerra: la formazione della resistenza, gli scontri nelle strade, la battaglia dAlgeri, infine lesultanza per la vittoria ottenuta sui francesi.
nel 66, labbandono del comando unificato Nato da parte della Francia, sempre presieduta dal generale. E limplicito, clamoroso sfratto del quartier generale atlantico (americani in testa) da Fontainbleau. La guerra dAlgeria stato anche un atto introduttivo, il prologo, a quello che oggi chiamiamo mondo globalizzato. Nel senso che furono le pressioni internazionali, provenienti dalle potenze pi disparate (dai paesi arabi, dal Terzo mondo in generale, dalla Cina, dagli Stati Uniti, in parte anche dallUrss, e dagli alleati europei) a indurre la Francia a dare lindipendenza a un popolo che si batteva da anni, con grande coraggio, per conquistare i diritti pi elementari. Sul piano militare, quando si arriv alla conferenza di Evian, preludio allindipendenza, lFln non aveva pi di quindicimila combattenti allinterno del Paese. LArmata di Liberazione Nazionale (che poi prese il potere ad Algeri, prima tramite Ben Bella, e poi direttamente nel 65, deformando la rivoluzione) era fuori dai confini. Era in Marocco e in Tunisia. Non affrontava il mezzo milione di uomini che Parigi aveva rovesciato sullaltra sponda del Mediterraneo, per combattere linsurrezione, ma anche per proteggere i pozzi di petrolio e i depositi di gas nel frattempo scoperti, e per preservare il deserto del Sahara, servito come poligono per il suo primo test nucleare. Oltre alla tenacia degli algerini, fu lintervento del mondo multilaterale a piegare la Francia e a ricondurla alla ragione. Di cui aveva dimenticato di essere la storica depositaria.
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LIstat: ad agosto si speso l1,9% in meno rispetto allanno scorso. Berlusconi: Niente condoni, ridurr le tasse
DIARIO
IL CASO
La polemica sul giudice che ha definito mercenari i rapiti: mi hanno frainteso, ho ammirato Quattrocchi
dal nostro inviato VITTORIO ZUCCONI WASHINGTON NTUSIASTICAMENTE convinti che il danaro sia il latte materno della politica, come disse un deputato della California, Jesse Unruh, mai come in questa corsa 2004 i candidati alla Casa Bianca, alla Camera e al Senato americani si sono aggrappati alle mammelle dei finanziatori, succhiando somme da bilanci di uno stato africano. Coster quasi 4 miliardi di dollari, questa stagione elettorale americana che lodio reciproco e ideologizzato fra kerrysti e bushisti ha trasformato in una sorta di jihad incruenta, un miliardo e trecento milioni soltanto per la poltrona presidenziale, frantumando ogni record di spesa, ridicolizzando ogni pretesa di riforma, confermando quello che da anni, e invano, saggisti e studiosi indipendenti scrivono. Che il business della politica ormai soprattutto business e la democrazia americana il miglior sistema politico che si possa comprare, come ha scritto il giornalista investigativo Greg Palast, colui che rivel i brogli nella Florida del 2000. Si vota con i soldi, prima che con la mano in cabina, e se il contribuire liberamente alla corsa del proprio alfiere legittima espressione di consenso, lenormit degli investimenti ormai richiesti per mandare qualcuno nello Studio Ovale o una persona in Senato (60 milioni di dollari propri, spese il miliardario democratico Corzine nel New Jersey) il dubbio che tanto danaro pi che inquinare il tempo, ormai lo abbia comperato, cresce con il lievitare dei costi. SEGUE A PAGINA 15
SERVIZI A PAGINA 12
ROMA Margaret Hassan, loperatrice dellong Care sequestrata in Iraq, in un drammatico messaggio televisivo diffuso da Al Jazeera ha chiesto ieri piangendo al premier Blair di ritirare le truppe britanniche per favorire la sua liberazione: Non voglio morire come Kenneth Bigley, ha detto tra le lacrime. Silenzio imbarazzato a Downing Street, dove si teme il ripetersi della tragedia dellingegnere decapitato. In Italia polemica sul Gip di Bari che ha definito mercenari le quattro guardie private Agliana, Cupertino, Stefio e Quattrocchi. Sono stato frainteso ha detto io ho ammirato Quattrocchi. ALLE PAGINE 10 e 11
ONO passati cinquantanni. Era il 1 novembre, festa cattolica di Ognissanti, tra la mezzanotte e le due, e lAlgeria, in cui allora nove milioni di abitanti erano musulmani e un milione di origine europea (francesi, spagnoli, anche italiani, e una forte comunit ebraica con la cittadinanza francese dal 1871), fu svegliata da esplosioni e sparatorie, simultanee, in tante province, a Est e a Ovest, da Orano a Costantina. Caserme e commissariati sprofondati nel sonno si accesero come fal ad Algeri, tra il quartiere centrale di Bab El Oued e la periferia rivolta alla Mitidja, la pianura verde tra la capitale e le montagne dell Atlante su cui si incontra la bella citt di Mda. Da tempo le autorit mandavano a Parigi rapporti allarmanti. Dopo linsurrezione del maggio 45, quando alle violente manifestazioni degli algerini che chiedevano lindipendenza era seguita una terribile repressione ( il massacro di Setif), le spinte irredentiste non si erano mai allentate del tutto. Erano forti ed evidenti, anche se si tentava di soffocarle nel sangue. Ad alimentarle era anzitutto il movimento (Mna) di Messali Hadji, fondatore del nazionalismo algerino. Per questo nel corso dellestate le guarnigioni militari erano state irrobustite dal non ancora quarantenne ministro degli Interni, Franois Mitterrand. Il quale era il responsabile dellordine in tutti i dipartimenti algerini, integrati come quelli metropolitani nello Stato francese fino dal 1848 (prima ancora che lo fossero Nizza e la Savoia). LAlgeria era di fatto una colonia, ma sul piano ufficiale era territorio nazionale. I suoi abitanti, se musulmani, erano cittadini di categoria inferiore. I militari, sempre se musulmani, viaggiavano sui vagoni bestiame. SEGUE A PAGINA 40 KHALED FOUAD ALLAM e JEAN DANIEL ALLE PAGINE 39, 40 e 41
LINTERVISTA
Milano, parla una dei 5 studenti del Parini. Avevo preso 1 meno meno al compito di latino